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Autore: s1mo94    03/01/2015    1 recensioni
Gli occhi fragili di un bambino sono costretti ad osservare ciò che nessuno di noi vorrebbe mai vedere. Ma non tutto è perduto, la speranza c'è sempre, in qualsiasi situazione, perché la speranza vive finché noi viviamo.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’estate era ormai avviata verso l’epilogo e settembre iniziò con la sua solita aria fresca e nostalgica. Alessio e i suoi amici quella sera non erano particolarmente felici, poiché il giorno dopo sarebbe ricominciata la scuola.
- E così anche l’estate è finita - disse Daniele appoggiato all’armadio con le braccia conserte, Mirco e Alessio erano seduti sul letto di quest’ultimo, mentre Valentina si era accomodata sul letto vuoto.
- Come al solito è passata in un batter d’occhio - ribatté Mirco.
Poi ci fu silenzio; i ragazzi erano tristi ma sapevano che la scuola era importante per il futuro; un futuro che era molto incerto per loro.
Alessio e Valentina avrebbero iniziato l’ultimo anno delle elementari; sarebbero stati in classe insieme, in modo che Alessio potesse avere un punto di riferimento.
Mirco e Daniele invece, erano arrivati al terzo anno delle superiori, frequentavano la scuola alberghiera, però da quell’anno sarebbero stati in classi diverse, perché Daniele aveva optato per il ramo della sala-bar, mentre Mirco era più interessato alla cucina.
Non parlarono più molto e decisero di andare a dormire.
 
Si svegliarono tutti alla stessa ora; l’atmosfera era quella da primo giorno di scuola, nell’aria c’è qualcosa che accomuna il primo e l’ultimo giorno di scuola, ma allo stesso tempo non si possono confondere le due sensazioni.
Si diressero insieme alla fermata dell’autobus, dopo che Serena augurò loro un in bocca al lupo per il nuovo anno che stava per iniziare.
Mirco e Daniele presero l’autobus, dopo due minuti, anche Alessio e Valentina si stavano dirigendo a scuola.
 
Alessio si guardò intorno cercando di studiare l’ambiente della sua nuova scuola.
- Vedrai che ti troverai bene - cercò di tranquillizzarlo Valentina - le maestre sono tutte brave e i compagni sono simpatici.
Alessio annuì, ma come avrebbe fatto ad andare bene a scuola se non riusciva a parlare?
Questa domanda l’aveva tormentato per tutta la notte, avrebbe voluto parlarne a Mirco, ma pensò che non era un problema rilevante e che in qualche modo avrebbe fatto.
Sapeva che Serena e Cristina erano andate a parlare con il preside e gli avevano spiegato i problemi di comunicazione di Alessio, ma non sapeva come gli insegnanti l’avrebbero trattato; sperò di non sembrare troppo diverso dagli altri bambini, ma alla fine si disse che era inutile pensarci e che le risposte sarebbero arrivate a breve.
Suonò la campanella, Valentina chiese alla bidella dove dovevano andare, e la bidella le rispose che la quinta B si trovava al primo piano, lungo il corridoio di sinistra.
Alessio seguì a fatica la sua amica che procedeva a passo deciso.
Arrivarono in classe e c’erano già quattro bambini oltre a loro, Valentina fece subito le presentazioni, spiegando delicatamente ai suoi compagni di classe che il suo amico non parlava.
Si sedettero vicini, al primo banco davanti la lavagna; subito dopo entro una donna che, ragionò Alessio, doveva essere una delle loro insegnanti.
- Buongiorno bambini - esordì lei.
La classe rispose all’unisono e Valentina spiegò ad Alessio che si trattava dell’insegnante di italiano.
La giornata a scuola passò in modo tranquillo, le insegnanti, sapendo la situazione del nuovo arrivato provarono a farlo sentire il a suo agio, riuscendoci in parte.
Gli dissero che se non riusciva a parlare non c’era alcun problema, e che quando gli altri bambini venivano interrogati, lui poteva rispondere alle domande che gli venivano poste, scrivendo su un foglio.
Dopo quel primo giorno Alessio si tranquillizzò un po’, le sue paure sulla scuola si erano alleviate e i suoi compagni lo fecero sentire parte del gruppo; comunque si sentiva diverso, e questo non riusciva a perdonarselo.
 
Tornarono a casa più o meno alla stessa ora, cosa che però non sarebbe successa per tutto l’inverno, poiché Daniele e Mirco, col passare dei giorni sarebbero usciti più tardi da scuola.
Si misero seduti per il pranzo, e Serena chiese come era andato il primo giorno.
- A me bene - disse Daniele soddisfatto - la prof di francese non è la stessa dello scorso anno e poi molti compagni hanno scelto il mio stesso indirizzo.
- Non posso dire la stessa cosa - ribatté Mirco.
- Perché? - gli chiese la donna.
- Perché in classe c’è solo Giacomo dei compagni che avevo l’anno scorso.
- Farai presto amicizia anche con gli altri - intervenne prontamente Daniele - e poi ti ho visto a ricreazione che già sbavavi dietro a una ragazza - sorrise - perciò di che ti lamenti.
Mirco arrossì leggermente: - Ma perché non ti fai gli affari tuoi?
- Giusto - affermò Serena - non bisogna invadere la privacy.
Daniele alzò le mani in segno di innocenza, quindi la donna continuò: - E voi? - si rivolse ai più piccoli - com’è andato questo primo giorno?
- Bene - rispose Valentina - le maestre ci hanno subito detto che siamo cresciuti e che quest’anno sarà più difficile degli anni passati.
Serena sorrise: - E già; siete in quinta elementare, il prossimo anno andrete alle medie, state diventando grandi.
Quel pomeriggio lo passarono nella sala grande, visto che, trattandosi del primo giorno, non avevano ancora i compiti per casa.
- Come hai fatto a vedermi con Francesca? - Chiese Mirco a Daniele - sei al piano di sopra.
- Ero sceso per venirti a salutare e chiederti come stava andando, ma ho visto che eri in dolce compagnia così ti ho lasciato stare - scherzò l’altro.
- Scemo - Mirco gli tirò per gioco un cuscino del divano - ci stavamo solo presentando.
- Mirco si è innamorato, Mirco si è innamorato - cantilenò Valentina facendo su e giù per la stanza.
Daniele scoppiò a ridere, ma Mirco non sembrava divertito da quella situazione:
- È solo una compagna di classe, se un ragazzo e una ragazza si parlano non vuol dire che devono piacersi per forza.
- Va bene - si arrese Daniele - tanto sono sicuro che ne riparleremo.
L’altro ragazzo non rispose.
Alessio credeva che se al suo amico piaceva una sua compagna non c’era niente di male, e poco prima di cena, quando Mirco lo raggiunse in camera sua dopo essersi fatto la doccia, glielo disse.
- Anche tu ti ci metti ora?
- Era solo per dire qualcosa - si giustificò il bambino.
- A te è andata bene? - Mirco si affrettò a cambiare discorso - i compagni sono bravi?
Lui fece cenno di sì.
- Perfetto - Mirco sorrise, poi si diressero entrambi in cucina per aiutare Serena a preparare la cena.
 
Quella sera andarono a letto presto, erano tutti stanchi visto che non erano più abituati al ritmo scolastico.
Alessio si addormentò quasi subito.
  
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