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Autore: DAlessiana    03/01/2015    3 recensioni
L’adolescenza è quella fascia d’età che va dai 13 ai 19 anni, dove si è troppo piccoli per fare i grandi e troppo grandi per fare i piccoli. Un periodo fatto di incertezze e confusione ma, dopotutto, è un periodo indimenticabile. (Irv)
Una mia visione personale di "Everwood" come sarebbe stato se il gruppo: Ephram, Brigth, Colin e Amy si fosse formato fin dall'inizio. E' la prima fanfiction che pubblico in questo fandom, spero di fare un buon lavoro!
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Abbott, Andrew 'Andy' Brown, Bright Abbott, Ephram Brown, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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 I discorsi distruggono le funzioni dell'amore. La parola è danno. L'amore non è quello che i poeti del cazzo vogliono farvi credere. L'amore ha i denti; i denti mordono; i morsi non guariscono mai. Nessuna parola, nessuna combinazione di parole, può chiudere le ferite d'amore. È tutto il contrario, questo è il bello. Se quelle ferite si asciugano, le parole muoiono con loro. (Irv)

La cena che si stava svolgendo a casa Abbott non si poteva di certo definire una classica cena di famiglia.
La tavola era stata apparecchiata solo per due persone ed il silenzio veniva spezzato solo dal rumore delle posate nel piatto.
“Non me lo sarei di certo immaginata in questo modo la mia prima cena di ritorno a casa” disse Linda, mentre beveva un po’ d’acqua dal bicchiere dinanzi a lei.
“Mi dispiace, ma Amy e Bright hanno approfittato per mangiare una pizza con i loro amici, dato che fino a due giorni fa erano in punizione.” disse Rose, con la sua solita voce dolce, ma che non era stata in grado di calmare l’ira del marito.
“Punizione? Che avevano combinato?” chiese la rossa, grata a Rose per aver lanciato un argomento su cui discutere.
“Io e Harold eravamo partiti per Firenze e loro hanno dato una festa” rispose Rose, ridacchiando sotto i baffi.
“Immagino la faccia di Harold quando lo ha saputo! E’ stato sempre uno attaccato alle regole!” esclamò Linda, ricordando il rapporto conflittuale, ma bellissimo che aveva col fratello e si maledì per averlo distrutto. Niente sarebbe tornato come prima, lo sapeva fin troppo bene. Le parole del fratello le rimbombavano ancora in testa << Non contare di venire qui e, magicamente, ristabilire il rapporto con me. >>, parole che l’avrebbero fatta sentire uno schifo ogni giorno. Parole che difficilmente avrebbe dimenticato.
“Immagini bene! Ma, come sempre, dopo un po’ tutto è ritornato come prima. Sono ragazzi e fanno molti sbagli, ma chi non li ha fatti a quell’età?” chiese, retoricamente, la padrona di casa, avviandosi in cucina per prendere il dolce.
“Già. Chi non li ha fatti? Ma io continuo a fare sbagli su sbagli anche adesso” sussurrò Linda tra sé, voleva un gran bene ad Harold ed il solo pensiero di farlo soffrire la spezzava.
Lei era la causa della sua sofferenza.
***
Il freddo era fermamente deciso a non abbandonare la cittadine di Everwood.
Ephram, fu scortato dal padre fino a scuola, poiché il dottor Brown gli aveva tassativamente proibito di prendere la bici in quei giorni di gelo, per paura che si potesse prendere un malanno.
“Domani ti vengo a prendere io se vuoi” si offrì Bright, sapeva quanto fosse imbarazzante essere portato a scuola dal proprio genitore a quell’età.
“Grazie. Ti farò sapere” l’idea di dividere la stessa auto, seppur per pochi chilometri, con la sua ex non lo esaltava tanto. Sempre meglio che essere scortati da tuo padre come un bambino di cinque anni, comunque!
“E’ arrivata mia zia, ieri.” disse il giovane Abbott, tanto per far conversazione “Che bello!”esclamò, fintamente felice, Ephram “Be’ non proprio. Lei e mio padre non hanno un ottimo rapporto” gli confidò il riccio, sentire le loro liti ogni giorno non era di certo piacevole.
“Mi spiace” sussurrò l’altro, stavolta dispiaciuto davvero, vedendo l’espressione del compagno. Non è molto piacevole sentire urla e sbattimenti di porta in casa, dove dovresti essere al sicuro, per un attimo pensò a ciò che Delia fosse stata costretta a sopportare per i primi tempi.
Il rapporto tra Ephram e suo padre era costellato da urla e da gare a chi si arrendeva prima. Rabbrividì al solo pensiero di ritornare come prima.
***
“Bene ragazzi! Ho una notizia per voi!” esclamò la signora Roland, con molto entusiasmo.
“Se ne va in pensione?” sussurrò Colin al compagno dinanzi a lui, Ephram non fece a meno di trattenere una risata.
“Mi dispiace per voi, signor Hart e signor Brown, ma no. Sono ancora un po’ giovane per andare in pensione!” rispose l’insegnante, lanciandogli uno sguardo di fuoco. Ephram maledì Colin mentalmente per la battuta, ma non fece a meno di pensare che quella donna doveva avere potere mistici per sentire ogni singola cosa!
I due compari si limitarono ad abbassare lo sguardo, imbarazzati dalla figura che avevano appena fatto.
“Ho convinto il preside a concederci l’aula magna per mettere in scena la più grande opera teatrale! Romeo & Giulietta!” esclamò, tutti si guardarono in faccia, poiché nessuno voleva essere condannato a passare più ore con la loro insegnante.
“Tranquilli. Ci sarà di più il professor Schuester che io, dato che lui è il vostro insegnante di letteratura e, fortunatamente per noi, ha anche studiato teatro” disse la professoressa e tutti si rallegrarono, soprattutto le ragazze, poiché quell’insegnante oltre ad essere molto bravo nel suo lavoro, era anche un gran figo! E poi era molto giovane, doveva essere alle prime armi, ma sapeva capire molto bene i ragazzi.
“Vedo che la cosa vi fa molto piacere, ne sono contenta, però sarò io a dare le parti. E già so chi sarà il nostro Romeo e non gli conviene tirarsi indietro visto i suoi scarsi profitti in storia!” annunciò la signora Ronald, buttando lo sguardo verso Ephram e Colin.
“Fa che sia Colin, ti prego!” pregò Ephram mentalmente, l’ultima cosa che voleva era far parte di una stupida recita.
“Ephram Brown!” annunciò l’insegnante e sorrise verso il diretto interessato “Devo proprio? Non me la cavo molto bene a recitare, in realtà faccio abbastanza pena!” cercò, molto disperatamente, di sottrarsi a quel supplizio.
“Mi dispiace, ma è già deciso. Domani vi aspetto tutti nell’auditorium dopo le lezione, dove vi assegnerò le altre parti e scopriremo la nostra Giulietta” dopo questa frase la campanella suonò ed Ephram corse via, onde evitare prese in giro dal resto della classe.
***
“Be’ spera almeno che la prof scelga una Giulietta per lo meno carina!” scherzò Colin, andandogli incontro “Dovrò condividere il palco e baciare una completa sconosciuta ed in più sarò deriso da tutta la scuola! C’è qualcosa di peggio?” quasi urlò Ephram, prendendo le cose dall’armadietto per riporle nello zaino.
“Non so se sia o meno una buona notizia per te, ma la signora Roland ed io professor Schuester mi hanno appena comunicato che sarò io Giulietta.” disse una voce femminile e fin troppo familiare alle spalle di Ephram. Il ragazzo non voleva voltarsi per affrontare quella realtà, probabilmente il destino, quel giorno, si era accanito proprio addosso a lui: prima il padre che gli proibisce di usare la bici per il troppo freddo, poi la signora Roland che gli affibbia la parte di Romeo ed ora questo; lentamente si girò e davanti ai suoi occhi si posò la figura minuta di Laynie Hart.


 -Eccomi tornata!
Buon 2015 a tutti, spero che abbiate passato delle fantastiche vacanze :)
Mi auguro che questo capitolo sia di vostro gradimento, l'ho scritto quando avevo tempo ed appena l'ho finito (un paio di minuti fa) ho approfittato per pubblicarlo. Quindi chiedo venia per eventuali errori di battitura! <3
Alla prossima! :33 
  
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