Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Giulia_Dragon    03/01/2015    1 recensioni
Eclipse non ha più niente. Non è più un angelo ma non è nemmeno un demone. È un angelo caduto dalle ali nere screziate di quel poco di bianco che gli resta. Il suo destino si lega a quello di Alice. Un'assassina. Per lei Eclipse è disposto a tutto anche a rinunciare a sé stesso
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, Lemon, OOC | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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Capitolo 50: Rabbia

Diego seguì Alice fuori dalla
casa. La ragazza era furiosa
e c'era da capirla, Eclipse
l'aveva lasciata senza un
motivo. O meglio il motivo
c'era ed era lui: Diego.
Eppure nonostante il gesto
di Eclipse, l'angelo non riusciva
a gioirne. Ma in quel momento
la sua mente era focalizzata
su Alice e per chiarire con Eclipse
ci sarebbe stato il tempo.
La giovane si sedette sotto
un grande salice piangente
e iniziò a strappare nervosa
i fili d'erba.
-Stupido! Idiota! Sei un dannato
Ecli!- urlò la ragazza in preda
alla rabbia.
-Beh non prendertela con l'erba,
non c'entra niente con il fatto
che Eclipse ti ha lasciata- esordì
Diego comparendo poco distante
da lei.
-Ti diverti eh?- domandò lei con
gli occhi che fiammeggiavano
di rabbia. Diego si sentì perforato
da quello sguardo.
Il giovane si sedette al suo fianco
guardandola con i suoi occhi di
cielo. -Cosa c'è?- domandò ancora
Alice. Diego non rispose si limitò
a stringerla a sè senza pensare
alla sua reazione che arrivò
puntuale. La ragazza le tirò
un pugno che lo fece allontanare
di colpo.
-Ehi guarda che io non sono Ecli!-
affermò Diego, mentre notava che
la ragazza tentava di trattenere
le lacrime.
Diego aveva deciso che avrebbe
lasciato sfogare Alice. Era
inutile intervenire perchè
lei avrebbe reagito.

****
Uriel era furioso, come ormai
gli capitava spesso e la colpa
era dei suoi figli ingrati.
Il maggiore era difficile da controllare
e il minore era ancora più
forte. Dal canto suo Michele
gioiva. I ragazzi avevano imparato
a combattere da soli senza bisogno
di loro il che significava che per
loro, gli arcangeli, il tempo di intromettersi
nelle vite dei mortali era finito.
Anche se si trattava dei loro figli

 
  
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