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Autore: Vicarious10    03/01/2015    1 recensioni
Durante il matrimonio dei suoi più cari amici, Sonic non avrebbe mai pensato che la minaccia più grande che avesse mai affrontato stava per incombere sulla sua vita. Lui e i suoi compagni di avventura si ritroveranno ad essere impotenti per la prima volta nella loro vita di fronte alla guerra più grande di tutte. L'unica speranza risiede nell'aiuto di un misterioso alleato, l'unico in grado di prevedere le mosse del nemico.
La battaglia per la sorte di Mobius sta per cominciare.
Uniti o divisi, niente sarà più come prima.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Sonic the Hedgehog, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ok ragazzi, prima di cominciare, credo sia meglio spiegarvi due piccole cose:

La prima è che ho cambiato il rating in giallo perché, rivedendo alcuni dettagli dei prossimi capitoli, mi è sembrato più idoneo così.

La seconda è che gli OC che vedrete nel corso della storia (la maggior parte almeno) sono ispirati ad alcuni personaggi della Marvel, soprattutto per quando riguarda i loro poteri. Il primo OC lo troverete qui in questo capitolo, e sono sicuro che lo riconoscerete fin da subito, ma non uccidetemi per questo, vi supplico!

Ora, godetevi la seconda parte di Il giorno del destino.

 

 

Passò qualche ora dalla fatidica cerimonia.

Ormai, tutte le preoccupazioni erano passate, e la giornata si avviava alla fine.

-Sul serio: come si fa a cucinare tutta questa roba?!-

Erano quasi al termine della cena, ed erano tutti riuniti nella grande sala dei ricevimenti.

Al tavolo, Sonic, assieme ai testimoni e alle damigelle, pensò che non gli sarebbe piaciuto fare una vita da aristocratico.

-Vedi Rob, se sei uno chef che lavora a palazzo, dovresti essere abituato a cucinare ininterrottamente per centinaia di invitati- rispose Amy.

Erano seduti poco lontani dal tavolo principale, quello degli sposi e delle rispettive famiglie.

Di tanto in tanto, il riccio posava gli occhi su di loro, osservandoli mentre parlavano.

Non aveva chiacchierato molto con gli altri, a volte sembrava quasi rifugiarsi nei suoi pensieri. Forse era l’unico in quel momento che era ancora incredulo al matrimonio di Sally e Antoine.

Eppure, non riusciva a capire il perché.

-Allora Sonic, non era meglio dei chili-dog?-

Bruscamente, Sonic tornò al presente, guardando i suoi amici confuso.

-Cosa?-

-Io e Bunnie crediamo che questi piatti siano migliori dei chili-dog di cui ti ingozzi sempre, tu che dici?- ripeté Tails.

-Ah no! Io rimango fedele ai miei principi: non c’è niente su Mobius che sia più buono dei chili-dog!-

Con quella risposta, Sonic cercò di distogliere le attenzioni dei suoi amici dalla sua assenza di poco fa.

Incrociando lo sguardo con quello di Amy, fra le risate generali, capì di non aver convinto la ragazza.

Lo guardava con sguardo interrogatorio, come se sospettasse qualcosa. Per un attimo, si sentì quasi incolpa.

-Ehi, vi ricordate di quando siamo stati a New Mobotropolis?-

Fu Julie-Su a chiederlo, attirando l’attenzione di tutti.

-Vuoi dire quando il tuo ragazzo a fatto a botte contro quell’esercito di robot impazziti?- chiese Bunnie.

-Sareste morti se non fossi arrivato in tempo- aggiunse Knuckels.

-Appunto! Era proprio questo quello che volevo dirvi! Abbiamo affrontato le situazioni più incredibili, visitato posti assurdi e combattuto esseri fuori dal comune, ed eccoci ancora qui: tutti insieme, uniti anche nei momenti più belli! Non lo trovate fantastico?-

Il gruppo rimase abbastanza colpito da quelle parole, poiché tutti condividevano lo stesso pensiero.

-Si, ma chissà quanti pericoli affronteremo ancora..- aggiunse Tails.

-Nessuno può dirlo con certezza: un giorno viviamo calmi e tranquilli e il giorno dopo sbuca fuori qualche megalomane complessato pronto a farci la pelle. Per quanto forti possiamo essere, ci sarà sempre un momento in cui verremo buttati giù-

Con quell’ultima frase, il discorso prese una piega malinconica.

Knuckels si pentì quasi subito di averlo detto, ma, per quanto drammatica potava essere, era la verità.

Eggman, A.D.A.M., Ixis Nagus, la Legione Oscura.. erano solo alcuni della lista di nemici che affrontarono nel corso del tempo. Chi sarebbe stato il prossimo? Quale supercattivo sarebbe spuntato fuori il giorno dopo? Ma la domanda che tutti si ponevano irrimediabilmente era: sarebbero riusciti a sconfiggerlo?

-Ehi! Perché dobbiamo pensarci proprio adesso? Voglio dire, ora come ora non c’è niente per cui valga la pena preoccuparsi. Domani qualche pazzo ci dichiarerà guerra? Ok, saremo pronti anche per lui, e sapete perché? Perché noi saremo sempre uniti. Non importa quanto dura potrà essere, se saremo insieme, niente riuscirà a batterci-

C’erano momenti in cui Amy considerava Sonic troppo immaturo nei suoi ragionamenti. Sembrava quasi prendere tutto in maniera troppo superficiale.

C’erano altre situazioni invece in cui dimostrava una saggezza quasi innata, riuscendo a toccare gli animi di chiunque.

Ora era uno di quei momenti, ed insieme ai suoi amici placò quello sconfortante senso di paura per il domani.

Forse Tails fu l’unico a non stupirsi troppo nel sentire quel discorso, visto che lo ha sempre considerato come un modello da seguire.

Knuckels invece ripensò a tutti i loro battibecchi. Nonostante fosse impensabile per lui trovare in Sonic una guida, giorno dopo giorno si convinceva del contrario.

Forse un domani sarà proprio lui a salvarli dall’oblio.

-E sapete che vi dico: anche Sally e Antoine la pensano come noi, per questo ci tenevano così tanto che fossimo presenti oggi. Quindi, potremmo stare qui a temere il futuro, o possiamo appoggiarli evitando questi discorsi- concluse Sonic.

-Cavolo riccio, dovresti tenere un corso sui dibattiti- commentò Bunnie.

-Magari quando sarò vecchio!-

Ormai, fra quei sorrisi e quei commenti, la cena era finita.

Tutti gli invitati cominciarono ad alzarsi uno dopo l’altro dai propri posti, seguendo gli sposi verso l’ultima parte dei festeggiamenti.

-Che dite ragazzi? Avete voglia di ballare?- chiese Sonic.

I nostri eroi si apprestarono ad unirsi alla folla, decisi a distrarsi dalle proprie preoccupazioni.

 

Illuminata da delle luci soffuse, con una musica leggera suonata per fare da cornice, una moltitudine di elegantissime coppie ballavano fianco a fianco.

Cream riuscì a prendere coraggio e convinse Tails ad accompagnarla.

Knuckels e Julie-Su, al contrario di quanto ci si potesse aspettare, si muovevano in perfetta sintonia.

Al centro della sala, come tradizione, vi erano gli sposi, in risalto più di chiunque altro vi fosse presente.

Sonic, Amy, Rob e Bunnie erano in disparte insieme a chi non si era buttato in pista, osservando la situazione “a distanza”.

-Nah, non sono mai stato un tipo portato per il ballo-

Fu Rob a dirlo, attirando l’attenzione degli altri.

-Ad essere sincero, cugino, non ti ho mai visto ballare nemmeno una volta- disse Amy.

-E perché so già che non sono bravo. Non ne ho bisogno, a conti fatti! Io sono il migliore con l’arco, non esiste qualcos’altro in cui sono un fuoriclasse! Io sono un tipo che sta lontano da queste cose- concluse l’arciere.

Bunnie, rimasta in silenzio a sentire le sue parole, si girò verso di lui con aria di sfida.

-Invece di dire idiozie, perché non andiamo a ballare?-

Il riccio rimase per un attimo interdetto, per poi prendere per mano l’amica e portarla in pista come se niente fosse.

-Finalmente!- commento Sonic.

-Lui non si decideva, per fortuna è stata lei a fare il primo passo- disse Amy.

-Tuo cugino è un imbattibile con l’arco, ma con le ragazze è una frana-

I due risero di gusto nel pensarci, trovandosi a pensarla allo stesso modo.

-Sonic, sei in vena per una confessione?-

Distogliendo l’attenzione verso gli altri, Sonic si rivolse all’amica.

-Certo-

-Ho avuto una cotta mostruosa per te fino a qualche tempo fa-

Quelle parole arrivarono quasi come un fulmine, lasciando il riccio piuttosto stupito.

-E da quando?-

La ragazza ci rifletté qualche secondo prima di rispondere.

-Beh, circa da quando ci siamo conosciuti anni fa-

Si guardarono per un attimo negli occhi, scoprendo con sorpresa di non sentirsi minimamente a disagio.

-Sai, in realtà me ne ero accorto già da un po’-

Si misero a ridere, mentre tutto intorno a loro perse interesse.

-Come mai me l’hai detto solo ora?-

-Come facevo a dirtelo prima? Sei sempre stato innamorato di Sally, la mia migliore amica, ricordi? Vi guardavo parlare, scherzare, allenarvi insieme.. e mentre accadeva, sentivo di non avere nessun diritto di mettermi in mezzo, di interferire con il legame che vi teneva uniti. Ho sempre pensato che voi due foste destinati a stare insieme, a dir la verità. Vi comportavate in modo così naturale da essere quasi un’unica persona, una sola anima..-

Sonic rimase attento a sentire le sue parole.

Quando finì, volse lo sguardo verso i due sposi, ancora al centro della pista, felici come mai in vita loro.

-Evidentemente ti sbagliavi..-

C’era un tono di sconforto in ciò che disse, ma fu quasi involontario.

Gli uscì dalla bocca senza che lui se ne accorgesse, ed Amy se ne accorse fin da subito.

-Sonic.. sei sicuro di stare bene?-

Si accorse immediatamente della sua preoccupazione, e quasi si pentì di aver cominciato quel discorso.

-Si, ovvio! È che tutto questo mi ha letteralmente scosso-

-In che senso?- chiese la ragazza.

-Guardaci adesso: stiamo crescendo. Tutti quanti, giorno dopo giorno, ci avviciniamo ad essere ciò che volevamo, in un modo o nell’altro. Anni fa ci chiedevamo “cosa ne sarà di me?” o “chi voglio essere quando sarò adulto?” e adesso ci stiamo avvicinando a quel momento. È naturale, è ovvio che sia così, ma sono così abituato a vivere la giornata al massimo che non riesco ad accorgermi del tempo che passa, di come questi momenti scivolino via dalle mie mani, sempre più lontano-

Amy rimase in silenzio a sentirlo: sentiva dentro di se un peso che, lentamente, si affievoliva sempre più.

-Guarda per esempio me e te: siamo amici da una vita, ci siamo presi cura l’uno dell’altra in tantissime occasioni e adesso sembra che non sia passato nemmeno un giorno. Non voglio vivere nel passato e non sono nemmeno preoccupato per il futuro, ho solo paura di non essere al altezza del domani. Ho il terrore di svegliarmi un giorno e dire “ehi, ma che ci faccio io qui?”-

Sonic abbassò lo sguardo, incredulo.

Non avrebbe mai pensato di trovare il coraggio di dirlo a qualcuno.

Le sue paure, la sua insicurezza.. non gli erano mai piaciute. Voleva mantenere la sua fama di temerario avventuriero in ogni occasione, ma non poteva reprimere dentro di sé quei pensieri.

-Sonic.. visto che te l’ho detto, vuoi sapere perché mi ero innamorata di te?-

Amy decise di rompere il filo dei suoi pensieri, attirando la sua attenzione.

-Fin da quando eravamo bambini, credevo che niente potesse scalfirti. Mi arrabbiavo soprattutto per questo, perché sembrava che non ti importasse di come gli altri si sentivano, di cosa pensavano o di quello che facevano. Con gli anni, invece, notai che c’era una parte di te che nascondevi a tutti. Gli occhi che avevi quando qualcuno chiedeva il tuo aiuto, il coraggio che dimostravi in battaglia.. rimasi sbalordita di fronte a questo. Fin da subito pensai che un domani, quando tutti ne avremmo avuto bisogno, tu saresti apparso e ci avresti salvato da qualunque cosa. È stato così e, per me, lo sarà sempre-

Il riccio non sapeva cosa dire.

Era lusingato, ma voleva trovare le parole per ringraziare Amy per tutto questo.

-Tu.. provi ancora qualcosa per me?- chiese infine.

La ragazza distolse per un attimo lo sguardo dai suoi occhi, temendo di arrossire di colpo.

-Non credo di poterti rispondere ora, ma sono sicura di una cosa: sei il mio migliore amico, e non cambierei questo per nulla al mondo-

Finita la frase, la musica si interruppe, dando il tempo di riposarsi a chi aveva ballato fino a quel momento.

Sonic provò un profondo senso di riconoscimento verso l’amica.

Voleva riprendere a parlare, ma vide arrivare verso di loro una coppia.

Con la coda dell’occhio li riconobbe fin da subito, e immediatamente un sorriso comparve sul suo volto.

-Non ci credo.. mamma! Zio Chuck!-

Erano loro: Bernadette the Hedgehog e Sir Charles the Hedgehog, la famiglia di Sonic.

Essendo orfano di padre, fu Charles a crescerlo insieme alla madre, divenendo il suo mentore per eccellenza. Era un veterano di guerra, ma la sua arma consisteva in un intelletto fuori dal comune. Con le sue scoperte, era riuscito a salvare tanta gente dalle malattie che perseguitavano Mobius ai suoi tempi. Fu lui a creare il processo della roboticizzazione, attraverso la creazione di complesse nano macchine perfezionate nel corso degli anni.

Un eroe non solo per Sonic, ma per tutti gli abitanti del regno.

-Non credevo che sareste venuti, alla fine ce l’avete fatta!- disse il riccio.

Venne immediatamente stretto nel caloroso abbraccio materno, mentre suo zio osservava la scena divertito.

-Ah, Sonic! Sei così bello con questo vestito!- esclamò Bernadette.

-Suvvia, Bernie, lascialo respirare!- protestò Charles.

Liberatosi, Sonic riprese fiato, mentre Amy si avvicinò accanto a lui.

-Amy! Quanto sei cresciuta!- commentò la donna.

-Già, ed è diventata una bellissima signorina-

Ai commenti dei parenti di Sonic, la ragazza non poté fare altro che arrossire.

-Anche io vi trovo bene. Sono felice che siate potuti venire-

-Siamo riusciti a trovare  il tempo di partecipare almeno a fine serata. Abbiamo seguito la cerimonia dal mio laboratorio, ma non era come essere presenti di persona- rispose Sir Charles.

-Allora, come state?- chiese Sonic.

-Eh, quando si è vecchi come me, si cominciano a sentire i dolori, e non mi riferisco solo alle ramanzine di tua madre, nipote!-

Bernadette divenne furiosa verso il cognato, mentre i due ragazzi, ridendo, si rispecchiavano in quella situazione.

-Sir Charles, non hai più tempo per salutare il tuo vecchio amico?-

Sonic ed Amy ebbero un sussulto quando lo videro arrivare.

Alle spalle dell’anziano riccio si era avvicinato il re.

-Re Maximilan, perdoni il mio ritardo-

Con un profondo inchino, Charles salutò il sovrano, seguito subito dalla cognata e dai due ragazzi.

-Chuck, dopo tutti questi anni, mi tratti ancora come se ti fossi superiore?- poggiandogli una mano sulla spalla, Maximilian Acorn sorrise al suo vecchio commilitone.

-Che vuoi farci? Essere re comporta questi svantaggi-

Tanti anni fa, quando il re e lo zio di Sonic erano giovani, una grande guerra portò Mobius sull’orlo della fine. Il Dr. Julian Robotonik, “padre” del Dr. Eggman, dichiarò guerra a Mobius, con al suo fianco un enorme esercito di macchine e rivoluzionari. Alla fine, dopo quindici lunghi anni, il conflitto terminò con la morte di Robotonik e il ritorno della monarchia, portando al trono la famiglia reale degli Acorn.

Jules the Hedgehog, il padre di Sonic, perse la vita durante la battaglia, mentre cercava di salvare la vita a suo fratello e al futuro re.

Quella perdita rimase nel cuore di Charles e, soprattutto, del re, che decise di impegnarsi in tutti i modi di non far scoppiare mai più un incubo di simili proporzioni.

Maximilian volse poi lo sguardo verso Sonic ed Amy, notando il loro imbarazzo, nonostante si fossero già incontrati altre volte. Ogni volta che lo guardava, non poteva fare a meno di notare la spaventosa somiglianza con il padre.

Lo stesso sguardo, lo stesso portamento, lo stesso sorriso.. lo trovava impressionante.

-Ti trovo bene, ragazzo-

-Grazie, maestà- rispose il riccio.

Accortosi dell’imbarazzo, il re decise di lasciarli soli, invitando Sir Charles a fare una chiacchierata.

-Come ai vecchi tempi, eh?- chiese lo scienziato.

-Già, come quando eravamo giovani..- rispose Maximilian.

Sonic rimase con sua madre ed Amy, chiedendosi come si siano conosciuti suo zio ed il re mentre li guardava allontanarsi. Sapeva ormai gran parte della storia, ma continuava a chiedersi come iniziò quella grande amicizia.

-Amy, ti dispiace se ti rubo Sonic per un ballo?-

Quella domanda colse totalmente alla sprovvista il riccio, che non ebbe nemmeno il tempo di protestare.

-Prego, signora Bernadette-

In un attimo, Sonic venne preso per un braccio dalla madre, mentre Amy lo lasciò nel suo evidente imbarazzo.

Al centro della pista, madre e figlio si avvicinarono, cominciando a ballare a ritmo di quel dolce valzer.

-Mamma, non dovrei essere troppo grande per farmi mettere in imbarazzo da te?-

-Ah, per una volta che ti trovo vestito da gentiluomo, che male può farti se mi accontenti?-

Fin da quando era nato, Bernadette sapeva che suo figlio aveva qualcosa di speciale.

Crescerlo senza un padre è stato difficile, questo era vero, ma non rimpianse un solo istante di quegli anni, perché c’era qualcosa che, giorno dopo giorno, le donava la forza di andare avanti.

Sonic era un ragazzo svogliato, anche questo non poteva negarlo, eppure riusciva a vedere in lui una scintilla che, nei momenti più bui, diventava un’indomabile fuoco, una forza sconosciuta che gli permetteva di tenere la testa alta.

Era proprio come lui, Jules, identico in tutto.

-Sai, è brutto non averti più in casa-

Mentre ballavano, continuavano a parlarsi stando attenti a seguire il ritmo.

-Ormai sono grande abbastanza per vivere fuori casa, non credi?-

-Si, ma comunque vada, rimarrai sempre il mio piccolo riccio-

Se ci fosse stato qualcun altro a sentire quella frase, Sonic sarebbe morto per l’imbarazzo, ma in quel momento, abbracciato a sua madre, si sentì pervaso da una piacevole sensazione d’affetto.

Gli venne in mente tutti i bei ricordi d’infanzia, con sua madre e suo zio, in varie occasioni nel corso degli anni.

Provò di nuovo quella strana nostalgia, chiudendo gli occhi per un breve e intenso attimo.

Era così assorto nei suoi ricordi che quasi non si accorse della fine della musica.

-Non sei male come ballerino! Si vede che ho cresciuto un vero gentiluomo- commento Bernadette.

Ed ecco che l’imbarazzo fece di nuovo la sua comparsa, sentendo gli sguardi divertiti dei suoi amici verso di lui.

Stava quasi per tirarsi fuori dalla pista, quando qualcuno accanto a loro interruppe la solita chiacchierata fra madre e figlio. Sonic, nel vederla, rimase stupito al punto tale da volersi quasi nascondere agli occhi di tutti.

Sally era accanto a loro, sorridente come lo era stata per tutto il corso della giornata.

-Signora Bernadette, mi concede suo figlio per un ultimo ballo?-

Quella richiesta, così inspiegabilmente assurda per lui, echeggiò nella sua testa per qualche secondo, mentre sua madre guardò entrambi, divertita nel vedere suo figlio con quell’espressione così impacciata.

-È tutto tuo, ma bada a riportarmelo tutto intero-

Detto questo, la riccia si allontanò da loro, lasciandoli da soli in mezzo alle altre coppie, l’uno di fronte all’altra.

Alcuni presenti rivolsero gli sguardi verso di loro, compresa Amy, rimasta a parlare con alcune sue vecchie conoscenze.

Per un attimo gli venne quasi la paura che Sonic potesse inspiegabilmente svenire, ma scacciò via quell’assurda idea, tornando ai suoi pettegolezzi tra donne.

-Allora? Non dovresti cominciare a condurre?-

La musica stava per cominciare, fece notare la sposa.

Sonic le si avvicinò, posando le mani poco più in alto dei fianchi di lei. Pregò con tutto se stesso di non essere diventato rosso.

Si diede mentalmente del cretino, mentre Sally poggiò le sue mani sulle spalle del riccio.

Partirono insieme alla musica, come fecero tutti, guardandosi negli occhi.

-Ti ho messo così in difficoltà?- bisbigliò lei.

-No, ma vorrei sapere perché hai scelto proprio me per il ballo-

-È tradizione per la sposa ballare con i testimoni dello sposo. Ti ho lasciato per ultimo, visto che nel ballo sei negato-

Era così immerso nei precedenti discorsi che non si era reso conto di ciò che accadde in pista. Ancora una volta, si insultò fra sé e sé. Era piuttosto teso, come lo era stato poche volte in vita sua, e Sally sembrò accorgersene fin da subito, scegliendo di non farglielo notare.

-Sono migliorato molto come ballerino, tranquilla- rispose il riccio.

-Lo spero, perché non ho voglia di farmi pestare i piedi con addosso queste scarpette-

-Credo sia la prima volta che ti vedo preoccupata per i vestiti che porti-

La ragazza inarcò il sopracciglio, tenendo aperta quella silenziosa guerra di commenti sarcastici.

-Almeno oggi ho deciso di comportarmi da vera signora-

-Davvero? La stessa ragazza che prenderebbe a pugni Fiona Fox per ventiquattro ore filate sa come comportarsi come una signora?-

-Fossi in te, mi preoccuperei più di te che di me. Credo che non gioverà alla tua reputazione da coraggioso avventuriero sapere che sai come ballare-

-Sto seguendo un corso per veri gentiluomini-

-Sul serio?-

-Si, ho dovuto, o Amy mi avrebbe rimodellato la faccia a suon di sberle-

La tensione era totalmente svanita, lasciando a Sonic il piacere di quel ballo con Sally.

Risero entrambi, stando attenti a non isolarsi fino a perdere il ritmo.

Da lontano, Knuckels, rimasto insieme a Julie-Su a chiacchierare con i suo vecchi compagni del Team Chaotix, li osservava incuriosito, chiedendosi di cosa stessero parlando.

-Parlando d’altro, sei stato bene oggi?-

Finito quel  breve momento di risate, la sposa guardò l’amico con tono serio.

-Si, è stata una giornata davvero bella. Tu invece? Bunnie ci ha raccontato che stavi per avere un crollo nervoso-

-È il mio matrimonio, se non impazzivo oggi mi sarei persa l’unica occasione per farlo-

Bella risposta. A Sonic piaceva avere conversazioni del genere con lei, era uno dei suoi punti di forza. Una diplomatica principessa a metà fra una ragazza perbene e un maschiaccio.

Una cosa così assurda da farlo ridere ogni volta.

-Mi fa piacere comunque che tu abbia accettato. Il ruolo di testimone, intendo..- continuò Sally.

-Era ovvio che l’avrei fatto. Siete miei amici, non mi sarei perso il giorno più bello della vostra vita per nulla al mondo-

Quelle parole confortarono la ragazza, esprimendo la sua felicità con un lieve sorriso. Uno di quelli che hanno sempre fatto sciogliere il cuore del suo ex fidanzato.

-Scusa se te l’ho chiesto così, ma volevo essere sicura di come stavi. L’avrei capito se avessi rifiutato, non me la sarei presa. Con quello che c’è stato tra di noi.. sarebbe stato comprensibile-

-Sally, va tutto bene. Oggi non sono venuto qui come ex fidanzato o altro, sono venuto qui come amico, come il confidente che ho sempre cercato di essere per te e per Antoine. La vostra felicità ora conta molto più di tutto il resto, e, fidati, è così per tutti-

Le preoccupazioni rimaste, gli ultimi pensieri negativi relativi a quella fatidica giornata, erano state totalmente spazzate via durante quell’ultimo ballo.

Si sentiva una sciocca ad aver messo in dubbio il sentimento di Sonic, che ancora la guardava sereno mentre la conduceva in quel valzer.

Così vicini, realizzò che qualsiasi cosa potesse mai accadergli, qualsiasi situazione avrebbe vissuto da quel giorno in poi, il riccio gli sarebbe stato sempre accanto insieme a tutti i suoi cari.

-Ti devo delle scuse-

-No, non devi, ma un grazie sarebbe gradito-

Eccola lì, la sfavillante e irritante simpatia di Sonic the Hedgehog.

-Sei sempre il solito-

-Piaccio alla gente proprio per questo-

Mentre la musica stava per volgere definitivamente al termine, l’attenzione di entrambi fu attirata da qualcosa di strano. Inizialmente non ci fecero molto caso, ma fra il mormorio della gente riuscirono ad udire un rumore lontano.

Si bloccarono, girandosi verso le immense vetrate che permettevano di ammirare la metropoli.

Ormai era buio, le uniche luci visibili erano quelle dei palazzi circostanti, ma volsero gli occhi soprattutto verso l’alto.

La luna e le stelle erano completamente oscurate dalle nuvole.

Oltre a loro, anche gli sguardi dei restanti Freedom Fighters erano rivolti verso l’esterno. Tanti anni di avventure e combattimenti aveva sviluppato in loro una sorta di “sesto senso”.

Antoine, che fino a poco fa ballava con la piccola Cream, assunse un’espressione preoccupata, tenendo fissa l’attenzione oltre quelle vetrate.

Lo sentirono di nuovo, questa volta fu poco più forte della precedente. Sembrava un tuono, ma la fonte sonora era così lontana da sembrare innaturale.

-Che strano.. oggi non era previsto un temporale- commentò Bernadette.

Accanto a lei, arrivarono incuriositi Re Maximilian e Sir Charles, che poggiò una mano sulla sua spalla.

-Non credo che sia un temporale..- disse il cognato, stando attento a non farsi sentire dagli altri.

Ci fu un’altro rombo, facendo sobbalzare chi ancora non si era accorto di nulla.

Diveniva sempre più forte, facendo constatare a Sonic ed i suoi amici che sì, era il rumore di un tuono, ma aveva un tono totalmente diverso da quelli comuni che si sentono durante le tempeste.

Dopo poco tempo, tutti i numerosi presenti erano rivolti verso le vetrate, cercando di capire cosa stesse succedendo. Cominciò un lieve mormorio fra tutti loro, solo i Freedom Fighters rimasero in silenzio, in attesa di qualcosa.

Un qualcosa che nemmeno loro sapevano spiegare.

In attesa del prossimo “tuono”, Antoine cominciò a sentire per primo uno strano ronzio. Preoccupato, si avviò con cautela verso Sally e Sonic.

Il riccio fu il primo a vederlo.

Un piccolo varco si aprì tra le nuvole, in cielo, rivelando un puntino luminoso, mentre il ronzio si faceva sempre più forte.

Il pavimento cominciò a tremare poco a poco.

-Allontanatevi!-

Quando quel puntino luminoso si fece più grande, il riccio capì che qualunque cosa stesse provocando quell’anomalia, sarebbe arrivata di lì a poco.

Le vetrate esplosero in migliaia di schegge, facendo allontanare tutti i presenti per la paura.

Fra le urla generali, il gruppo di giovani eroi videro una miriade di fulmini scatenarsi in cielo, come se questo stesse per esplodere.

Un fulmine spaventosamente grande colpì il cento del pavimento della sala, generando un’immensa luce.

Accecati, cercarono tutti di riparasi gli occhi, spaventati come mai prima d’ora.

Infine, quando tutti temettero il peggio, quell’abbagliante luce si affievolì poco a poco, permettendo a Sonic e ai suoi compagni di aprire gli occhi.

Videro al centro della grande stanza una grande sfera d’energia.

Fra lo stupore generale, cominciò lentamente a rimpicciolirsi.

Antoine teneva stretta Sally a sé, mentre Sonic mise sua madre e suo zio dietro di lui, in modo tale da proteggerli da qualsiasi cosa. Rob, Tails, Cream e Bunnie erano in allerta, cercando di mantenere la calma come gli altri. Knuckels e Julie-Su, insieme a Espio e Mighty del Team Chaotix, strinsero i pugni, pronti per qualunque cosa stesse per incombere su di loro, mentre Amy si malediva di aver impedito a suo cugino di portare l’arco con sé. Il re era abbracciato alla sua famiglia, spaventata nell’unico giorno in cui credevano non sarebbe mai successo nulla

La sfera, composta da pura elettricità, emise delle piccole scariche elettriche, mentre in cielo ormai non c’era più nessuna traccia delle nuvole di prima.

Sotto gli occhi stupiti di tutti, la sfera scomparve, lasciandoli al buio.

L’unica luce presente era quella flebile della Luna, che illuminò i loro volti impauriti di fronte a ciò che quel globo di energia aveva lasciato.

In piedi e a testa bassa, circondato dalla folla, vi era un gatto.

Seppur impauriti, gli invitati cominciarono a parlottare a bassa voce fra di loro, tenendo spalancati gli occhi verso quell’inatteso visitatore.

Con quella poca luce, nessuno riuscì a vederlo perfettamente, ma poterono constatare che la sua pelliccia era di colore nero.

Dopo qualche attimo di totale silenzio, il gatto alzò la testa, cominciando lentamente a guardarsi attorno.

Tremava, ma non sembrava impaurito, notò Sonic.

Quando lo sguardo dello straniero incontrò quello del riccio, si fermò.

Barcollante, cominciò a fare qualche passo in avanti, in direzione dell’essere più veloce di Mobius.

-Fermo dove sei!-

Una delle guardie accorse durante il caos generale prese coraggio, parandosi fra lo straniero e il pezzo di folla dietro di lui. Antoine gli diede mentalmente del pazzo: non bisogna mai buttarsi contro qualcosa di ancora sconosciuto.

Di fronte al gatto, la guardia estrasse la sua spada, la cui lama era a pochi centimetri dal viso dello sconosciuto.

Prima che il Re potesse farsi avanti e proferire parola, un rumore rimise in allerta tutti quanti.

Un rumore familiare, molto simile a quello di una lama estratta dal fodero.

Videro qualcosa di solido comparire nella mano destra dello sconosciuto.

Con la velocità di un esperto combattente, il gatto colpì la spada della guardia reale, lanciandola lontana da loro. Questa volta fu lui a puntare contro il soldato la sua arma, e, così facendo, riuscirono a vedere e a capire cosa aveva in mano.

Erano tre lunghi e sottili artigli, usciti fuori dal dorso della sua mano.

Abbassò il braccio, ritornando a guardare Sonic.

Nel frattempo, il riccio si era fatto avanti, staccandosi dalla madre impaurita.

Quando fu abbastanza vicino, capì che il gatto non stava tremando per paura o per il freddo, come aveva pensato in un primo momento.

Era ferito, e delle piccole gocce di sangue macchiarono il pavimento sotto i suoi piedi.

Il riccio rimase comunque in allerta, ma qualcosa dentro di lui gli diceva che il peggio era passato.

Lo sconosciuto cominciò a muovere le labbra, parlando a voce così bassa da non permettere a nessuno di poterlo sentire.

Nessuno provava anche solo a prendere in considerazione l’idea di avvicinarsi, ma i Freedom Fighters erano ormai tutti in allerta in prima fila, rimanendo comunque ad una distanza di sicurezza e temendo per la posizione troppo vicina in cui si trovava lo spavaldo amico.

Sonic lo guardò confuso, cercando di capire cosa stesse dicendo.

Sembrava ripetere senza sosta una frase.

Cadde in ginocchio, emettendo un piccolo gemito di dolore, per poi accasciarsi totalmente a terra.

Il riccio gli si avvicinò, accovacciandosi per vedere come era ridotto.

Continuava ancora a parlare, e alla fine Sonic capì cosa stesse ripetendo prima che potesse svenire del tutto.

-Ce l’ho fatta..-

  
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