Fanfic su attori > Tom Hiddleston
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Autore: IsaMor    03/01/2015    1 recensioni
...sentì una mano ferma posarsi sulla sua spalla: "Signor Hiddleston, mi perdoni se la importuno. Sono un suo ammiratore.
Thomas l'osservò e vide un uomo alto, della sua stessa età, capelli nero corvino legati in un'elegante coda...Aveva un'aria famigliare, pensò.
"Ci conosciamo?", la domanda gli uscì spontanea.
"Sì, io... Ehm... Come posso dirlo? Io sono lei!", indicando Thomas con un dito delicato e stranamente accusatore...
..."Tom, smettila! Non dire che credi ad una cosa così assurda?"
Thomas alzò lo sguardo in lacrime e tremante verso l'amico in attesa spasmodica di sentirgli dire quella frase: "Tom, tu non hai ucciso nessuno! "
Genere: Generale, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ossessioni inglesi'
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CAPITOLO XIV

Sif, aveva lasciato la casa di Eve, per dirigersi alla prigione dove era detenuto Kenneth Branagh, prima della sua morte.
Non si aspettava di ottenere molte informazioni, visto che l'INTERPOL non aveva motivo per intervenire in un caso come quello.
Le serviva una mano dall'alto, se voleva risposte e c'era un solo uomo che poteva fornigliela.
Prese il cellulare, mentre guidava a settanta chilometri l'ora in pieno centro abitato, trovò il suo numero in rubrica e controvoglia premette OK.
Rispose dopo uno squillo.
"Vice-capo, sono l'agente Seraphine..."
La interruppe subito: "L'hai trovato?"
"Sì, ma...", la interruppe nuovamente.
"Portalo subito alla sede centrale dell'INTERPOL a Londra!"
Era un ordine.
"Vice-capo, forse dovremmo evitare di esporre così un nostro agente..."
L'uomo non ammetteva mai repliche e per Sif, era difficile controbattere ad un ordine.
"Non permetterò a Will di fare altri danni! Aveva degli ordini e non ha avuto nessun pudore nel disobbedire.", alzò il tono di quel poco che bastava per farsi obbedire, ma Sif non si spaventò.
"Vice-capo, non crede di essere troppo duro con Will per motivi personali, in fondo lui ha seguito una buona pista!"
Sif immaginava di sentirlo urlare, invece sembrò restare tranquillo. Sicuramente non voleva togliere il distintivo a Will. Stava meditando sul da farsi.
"Cosa ti serve Sif?", sembrava più comprensivo del solito.
"L'autorizzazione per le indagini sulle morti di Luke Wilson, Benedict Cumberbatch e Kenneth Branagh. Dietro alle tre morti c'è molto di più di quello che sembra!"
"Avvertirò la polizia locale delle tue indagini. Sii discreta però! E dell'attore cosa mi dici? La polizia londinese lo stà cercando.", Sif s'innervosì tanto da sfiorare un pedone con l'auto.
L'uomo al telefono le metteva già soggezione, senza contare tutta quella maledetta storia personale con Will.
"È con Will a casa di Eve! Comunque non c'entra nulla con Branagh. Quello che l'ha incontrato in prigione non era Hiddleston, ma Will travestito da lui."
Si aspettò delle urla dall'altra parte della linea, invece silenzio tombale per diversi secondi.
"Sif risolvi questa storia ad ogni costo!", era quasi una preghiera.
"È quello che intendo fare!", asserì.
"Will rischia molto e ti prego se ti serve aiuto rivolgiti a tutti tranne all'INTERPOL, rischieremmo solo di perdere la reputazione!"
Chiuse la telefonata.
Sif iniziava davvero a preoccuparsi per il collega. Aveva saputo della sua presenza a Londra, perché due poliziotti si erano lamentati dell'intervento di un agente dell'INTERPOL, incontrato nella camera d'ospedale di Thomas Hiddleston, nel colloquio con lui.
Stranamente, lei sentiva che era innocente su tutta la linea, ma quando aveva a che fare con Will non si sapeva mai cosa aspettarsi.
Lui era un buon collega, di quelli che non si trovavano facilmente in un'ambiente leggermente maschilista come l'INTERPOL, l'unico problema era quella storia di Freeman che spuntava fuori di tanto in tanto e causava problemi anche a lei.
Telefonò ad un amico, il detective Naveen Andrews. Se c'era qualcuno della polizia che capiva quella situazione senza prenderla per matta, era lui.
Non si meravigliò quando il detective le rispose che già sapeva da ore, dello scambio d'identità tra Will e Thomas. Era stato proprio lui ad accompagnare Thomas in albergo, mentre Will faceva visita a Branagh in carcere.
Sif si sentì sollevata, aveva un alleato.
Andrews era stato messo a capo delle indagini per via si quell'informazione, quando la faccia di Thomas -alias Will- era finita in tutti i telegiornali solo un'ora prima.
Dopo aver spiegato lo scambio d'identità ai suoi superiori Andrews, aveva involontariamente trasformato l'agente Laing nel ricercato ufficiale della polizia.
E anche Thomas era ricercato insieme a lui.
Sia Sif e sia Andrews, finsero di ignorare dove fossero i due uomini. Arrestarli non era una buona idea, di questo erano certi entrambi.
Quando la donna arrivò al cancello del carcere, poco fuori città, trovò la stampa nei paraggi in attesa di notizie succulenti sulla morte del regista.
Le guardie non seppero dirle di più di ciò che già conosceva.
Decise di dare un'occhiata alla stanza dove Will, aveva incontrato per penultimo Branagh.
L'ultimo era stato l'avvocato.
La stanza era spoglia come molte altre e la scientifica era già stata lì, ma Sif aveva un modo tutto suo per condurre le indagini.
Si chiuse la porta alle spalle e si sedette prima sù una e poi sull'altra sedia. Non c'era nulla che stimolasse il suo intuito.
Decise di lasciare la stanza e di dirigersi lungo il corridoio dove Branagh s'era accasciato a terra.
Aprì la porta e un rumore cartaceo attirò la sua attenzione. Non vide nulla finchè non mosse la porta più e più volte. Da sotto fece capolino l'incarto di una gomma da masticare, di quelle lunghe.
Sif la raccolse con delle pinzette, prese dalla sua borsa tracolla.
L'osservò, era nuova e pulita, ma avvicinandola al naso sentì un odore di noccioline, forse, misto a quello della gomma stessa.
L'infilò in una busta, l'avrebbe fatta esaminare e lasciò, subito dopo, il carcere, diretta al laboratorio della scientifica.
Una volta lì, venne informata anche sugli altri due casi.
La bomba che aveva ucciso Luke era artigianale, Sif ne guardò la ricostruzione fatta da un artificiere, le ricordava un ordigno già visto in passato.
Durante le indagini su un terrorista dell'IRA poi pentitosi, quando ancora era una novellina in quell'ambiente e non conosceva Will.
Si domandò dove fosse quell'uomo, le bastò una telefonata ad un collega dell'INTERPOL per scoprire che il terrorista era un libero cittadino, grazie al tradimento a spese dei suoi complici e viveva proprio a Londra, dove lavorava con le cariche esplosive, guarda caso, sui set cinematografici.
Era sicura di essere sulla buona strada.
Lasciò la prova raccolta in prigione, raccomandandosi che venisse esaminata con urgenza e si diresse sull'ultimo set in cui l'uomo stava lavorando.
L'uomo lavorava a pochi passi dal luogo della morte di Benedict.
Il luogo era uno spazio chiuso di una delle case di produzione cinematografica, Sif dovette fermarsi a discutere al cancello con uno dei vigilanti.
Una volta entrata, sapeva dove trovare l'uomo: capannone sei.
Era tutto deserto e molto tetro per via dei lutti, che avevano colpito il mondo dello spettacolo.
Trovò l'uomo facilmente all'interno della struttura, intendo a preparare cariche esplosive per un film d'azione.
Quando lui la vide ne riconobbe il portamento dello sbirro e sembrò irritarsi all'istante.
"Cosa stà cercando?"
Erano soli, Sif si avvicino a lui, era il doppio di lei, ma sapeva bene come mettere al tappeto quei colossi.
"Cercavo lei, non dovrebbe evitare di lavorare con gli esplosivi, visto il suo passato?", il tono duro.
L'uomo era infastidito.
"Sono bravo e per ciò continuo a farlo legalmente", rispose aggressivo.
Sif si avvicinò ad un tavolo pieno di carte, progetti di ordigni che servivano per qualche film. Riconobbe uno dei progetti, era simile a quello che aveva ucciso Luke e che le era stato mostrato alla scientifica.
"Questo.", indicò il foglio.
"Ne ha costruito qualcuno negli ultimi tempi?"
L'uomo si avvicinò guardandola negli occhi senza voltarsi verso i fogli.
"Scommetto che vuole accusarmi dell'esplosione dell'auto di quel tizio! Sono l'unico galeotto che lavora qui, quindi sono colpevole? È così?", l'atteggiamento era quello di un toro che vedeva un drappo rosso.
Non erano domande, Sif lo stava provocando e il tipo stava mostrando tutti i segnali di un carattere aggressivo e violento.
"Quindi non è stato lei? Cosa ci faceva allora una bomba come questa sotto quell'auto? È il suo stile, la sua firma!"
L'uomo urlò: "Non è roba mia! Non si permetta di accusarmi di questa...", fece per afferrarla alla spalla sinistra, ma prima che ci riuscisse si ritrovò di faccia contro il tavolo.
Il braccio piegato sulla schiena.
"Ferma! Non può farlo! È un abuso di potere!", ringhiò dolorante.
Un pugno gli si piantò nei reni. L'uomo urlò di dolore, non c'era nessuno a sentirlo.
Sif gli sussurrò: "Ora rispondi alle mie domande o vedrai un vero abuso di potere!"
L'uomo accennò un sì.
"Cosa ci faceva il modello della tua bomba sotto quell'auto?"
"Non è mia... Ahaaa..."
Un altro pugno gli colpì i reni. Le piccole mani di Sif, chiuse a pugno, erano più appuntite ed efficaci di quelle di un qualsiasi uomo.
"Stò dicendo la verità! Il modello è mio, ma io non l'ho costruita!", ringhiò ferito nell'orgoglio di venir pestato da una donna.
"E chi è stato?", sibilò nell'orecchio.
"Io non lo so."
"Chi conosce quel modello di bomba?"
L'uomo aveva ancora la faccia contro il tavolo.
"Solo chi ha indagato su di me all'epoca e ..."
Sif strinse la presa al braccio.
"E chi?"
"Un attore, quattro anni fa. Era curioso e anche molto portato, con lui c'era anche un assistente alla produzione. Ho mostrato ad entrambi come si costruiva!", ammise.
"I nomi?"
L'uomo si rese conto del guaio in cui si trovava solo quando disse: "L'attore è quello che si è buttato dal palazzo qui vicino!"
Sif ci riflettè un attimo.
"E l'altro?", sperava di trovare il colpevole.
"Non ricordo. Non era proprio fisso, c'era tanta gente su quel set. Cerchi negli archivi, nel capannone due. Lo trova sicuro!"
Sif sembrò soddisfatta. Tirò su l'uomo e lo ammanettò ad un tubo. Si fece dare le informazioni sul film e si diresse verso il capannone due.
L'uomo le urlò dietro finchè la distanza annullò la sua voce.
Trovò il capannone e la stanza archivi subito. Aprì la porta con attrezzi da scassinatore. Aveva molti talenti, ma quello migliore era ficcanasare negli affari degli altri.
Gli scaffali erano pieni di scatoloni che contenevano documenti finanziari, prese lo scatolone del film che cercava e iniziò a cercare tra le carte contenute.
Un rumore attirò la sua attenzione. Doveva sbrigarsi, quelle carte richiedevano un mandato, ma non ce n'era il tempo.
Lesse alcune carte, ma non erano quelle che cercava.
La porta dell'archivio sbattè.
Sif afferrò la pistola e andò a controllare la porta, sembrava bloccata dall'esterno. La spinse, ma niente. La prese a spallate, ma non si apriva.
Un odore strano saliva dal basso della porta. Alzò la pistola per sparare ai cardini, però l'istinto la trattenne.
Quello era odore d'esplosivo. Pensò che il bastardo ammanettato si fosse liberato.
Si guardò intorno in cerca di una via d'uscita.
Non c'era scampo.
L'esplosione fu potente, ma non distrusse la struttura del capannone. Le fiamme divagarono, alzandosi al cielo e provocando una colonna di fumo visibile in tutta la città.
   
 
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