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Autore: BrokenArrows    03/01/2015    1 recensioni
Immaginate due sorelle a Mystic Falls, ignare di cosa le aspetta. Cosa riserverà loro il futuro? Intrighi, lotte, amori e speranze... I due Salvatore tornano in città, sconvolgendo le loro vite.
Nuove storie e sentimenti a Mystic Falls.
Fanfic scritta a 4 mani.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Non ho mai visto mia sorella più agitata di così- ammise Alexandra a Stefan, avvicinandosi al gruppetto di amici. C’erano Jacque, Caroline, Bonnie, Matt e anche Damon.
Era la seconda settimana di giugno e, mentre per i ragazzi del quarto anno significava l’inizio dell’ultima settimana di scuola, per quelli del quinto era l’inizio della tortura: gli esami finali. Quel lunedì c’era la prima prova e Jacqueline sembrava alquanto spaventata.
-Ce la farai, tranquilla- le stava dicendo Damon, abbracciandola.
-Te la caverai, per te sarà una passeggiata!- esclamò la sorella minore, aggiungendosi all’abbraccio e beccandosi un’occhiataccia dal ragazzo.
-Sinceramente- disse riemergendo dall’abbraccio di gruppo -Sono più preoccupata per stasera, che per l’esame-
Caroline sospirò -Deve proprio venire Klaus stasera? Non vorrei gli accadesse qualcosa...-
-È la parte fondamentale del piano, deve esserci- rispose Stefan - È un Originale Ibrido, più forte di lui non credo ci sia nessun’altro. Tranquilla Care, non gli succederà nulla. Promesso-
-Anche perché se muore lui, moriamo tutti- constatò Alexa, freddamente.
-Grazie! Proprio quello che volevo sentirmi dire- Jacqueline guardò la sorella scocciata, per poi avviarsi a passo spedito dentro scuola, lontano dal resto della gente.
-Bene, l’hai fatta incazzare- osservò Bonnie, per poi seguire Jacque.
-Oh, ma cos’hanno stamattina?- chiese Alexa, non capendo tutta l’agitazione presente nell’aria -Capisco che quella di stasera non è una missione facile, ma non bisognerebbe calmarsi?-
Damon fece spallucce -Sapere che reagisce così mi fa star bene. Vuol dire che la sua umanità è ancora intatta- la campanella suonò -Me ne vado, a stasera ragazzi- e si diresse verso l’auto parcheggiata non lontano nel parcheggio.
-Andiamo in classe?- domandò Caroline ai due rimasti: Stefan e Alexandra.
-Andate voi due, io devo parlare un attimo con Damon. Vi raggiungo subito- seguì a passo spedito il maggiore dei Salvatore, lasciando i due basiti.
-Cosa diavolo stanno combinando quei due?- domandò la bionda, non appena vide Damon fare cenno ad Alexa di montare in macchina.
-Non ne ho la più pallida idea- ammise Stefan, guardandoli in lontananza -Andiamo Care, o faremo tardi a lezione-
 
Bonnie seguì per un pezzo Jacque, lungo i corridoi della scuola che gremivano di studenti esaltati per il vicino avvento delle vacanze. Stava pensando di andare a tranquillizzare l’amica, ma persino lei non ce l’avrebbe fatta. Dopotutto anche Bonnie era in agitazione. Sarebbe toccato a lei pronunciare l’incantesimo che avrebbe immobilizzato Alois. Si diresse verso l’ufficio di Alaric, dove era sicura che l’avrebbe trovato. Ma lì non ce n'era traccia. Girò mezza scuola, per finire in biblioteca.
-Scusi, ha visto il professor Saltzman- domandò alla bibliotecaria, una vecchietta che, nonostante il caldo, indossava un pull viola.
-Deve ancora arrivare, tesoro. Doveva ritirare questi libri stamattina ma non è ancora passato- indicò una pila di libri ammuffiti in un angolo -Strano da parte sua, quell’uomo è sempre in perfetto orario-
Quella frase la fece rabbrividire Che gli sia successo qualcosa? Si chiese, pensando alle peggiori delle ipotesi. No Alaric, mi servi ora.
-Grazie lo stesso- uscì dalla biblioteca di corsa, impaurita e senza sapere cosa fare. Stava camminando verso la sala del preside per chiedergli se aveva sue notizie quando andò a sbattere contro Jeremy.
-Ehi Bon, tutto apposto?- le chiese, vedendola terrorizzata.
-Non trovo Alaric, ho bisogno di lui. Devo chiedergli dell’incantesimo e che Jacque non si sente bene io... io- per un momento vide tutto nero, la testa diventò pesante -Ho bisogno di sedermi- e poi il nulla.
 
-Cosa diavolo è successo?- Stefan entrò in infermeria sbattendo la porta, preoccupato.  Dietro di lui, Caroline.
Jeremy spiegò l’accaduto -Ha avuto un calo di pressione. Si sente in ansia per stasera ed è svenuta-
-Ma sta bene, vero?- chiese la bionda, avvicinandosi al lettino dove Bonnie era stata sdraiata.
-Sì, deve solo riposarsi e non fare sforzi eccessivi- l’infermiera entrò dalla porta, con in mano una tazza -Dategliela quando si sveglia, le servirà zucchero- e se ne andò, lasciandoli soli.
-Caroline, va a chiamare Alaric. Tu, Jeremy, chiama Damon. Digli di venire subito qui. Io mando un messaggio ad Alexandra e Jacqueline- disse Stefan con estrema calma, meditando sul da farsi.
-Jacqueline ha l’esame oggi, credo sia meglio lasciarla stare. Almeno finché non finisce- fece osservare Caroline, poco prima di andare a cercare Alaric.
-Hai ragione- ammise, scrivendo ad Alexa.
Non appena i due arrivarono, contemporaneamente, Damon esclamò -Oh santo cielo, ci mancava solo questa, dannazione!- sospirò, alzando lo sguardo al cielo -Stefan, la porto a casa nostra. Là starà tranquilla, nessuno le metterà pressione o qualsiasi cosa del genere- Trovò l’approvazione del fratello minore. 
Jeremy si oppose -Perché a casa vostra? A casa sua si sentirebbe meglio, no?-
-Senti, Gilbert- cominciò -La streghetta Bennett mi serve viva per stasera e, dato che non voglio che le accada nient’altro, la terrò personalmente sott’occhio- prese la ragazza in braccio con estrema facilità.
-Allora vengo anch’io- disse sicuro Jeremy, seguendolo.   
 
Jacqueline tirò un gran sospiro di sollievo quando consegnò il suo tema. Fortunatamente non aveva dovuto soggiogare nessuno per riuscire a scrivere qualcosa di decente sull'argomento, e si sentì soddisfatta per come aveva affrontato la situazione. Non erano tanti i vampiri che sostenevano esami senza barare. Ammesso che ce ne fossero che andassero a scuola. Lei, d'altra parte, era riuscita a conciliare lo studio con l'ansia di quello che sarebbe successo la sera stessa e che era successo da quando era diventata un vampiro.
Non aspettò un attimo e uscì dalla stanza, per trovarsi nell'affollato corridoio.
Accanto al suo armadietto c'era Alaric, che molto probabilmente la stava aspettando.
-Com'è andata?- domandò con un sorriso, prima che lei potesse riferiglielo.
-Molto bene! Non ho soggiogato nessuno!- esclamò, fiera di sè.
Alaric allargò le braccia per abbracciarla, ma lei lo fermò -Ehi, così penseranno che ci sia del romantico tra di noi- sussurrò scherzando. 
L'uomo scoppiò in una risata spontanea, che fece girare tutti gli studenti lì intorno.
-La vedo di buonumore oggi, professor Saltzman- costatò Jacqueline, cercando di sviare le attenzioni della gente.
-Rick?- la voce di Stefan li fece voltare -Dove diavolo sei stato per tutta la mattina? Dobbiamo aggiornarci sul piano-
Lui parve colto alla sprovvista -Ehm, ero a casa... occupato-
Jacqueline lo guardò con la bocca spalancata, elaborando le parole di Alaric -Oh, mio dio! Non dirmi che tu e mia madre...?-
A un suo cenno positivo e super imbarazzato, fu lei a stringerlo fra le braccia, incurante delle occhiatacce degli studenti. Lui e sua madre "vivevano" insieme da un po' e Jacqueline era felicissima che si fossero avvicinati. Arleene aveva bisogno di un uomo come lui, e Alaric di una donna come lei.
 
All'ora di cena erano tutti in sala da pranzo ad aspettare con ansia il grande momento. Avevano deciso di chiamare per cena tutti i loro amici, sapendo che anche Frederik, Stephan e Alois sarebbero stati in casa.
Arleene aveva avuto la brillante idea di concedere la serata libera alla domestica, per evitare che vedesse qualcosa di strano e illegale.
Dato che la casa ospitava praticamente solo vampiri, e che avrebbero avuto bisogno di tutte le energie necessarie, decisero di preparare una cena a base di sangue. Ovviamente Arleene, Alaric, Jeremy e Bonnie avrebbero mangiato qualcosa di adeguato alla loro dieta.
Bonnie storse ampiamente il naso quando vide le sue amiche per quello che erano veramente. Non le erano mai piaciuti i vampiri, e da quando Caroline, Alexandra e Jacqueline lo erano diventate, i loro rapporti si erano leggermente danneggiati, ma aveva deciso di aiutarle lo stesso per sconfiggere un nemico comune ed evitare che tutti i suoi amici morissero.
-Beh, ragazzi- iniziò Damon, stanco di aspettare -Passiamo al "dessert"?-
A quelle parole tutti si tesero, tranne Klaus, che sorrideva speranzoso.
 
I presenti sapevano che Alois si trovava in veranda con Stephan e Frederik, come stabilito, e, tutti insieme, uscirono con un bicchiere di spumante in mano.
-Festeggiate qulacosa, ragazzi?- chiese il padre delle sorelle in un tono che sembrava quasi innaturale. Ovviamente lui sapeva che era tutta una messa in scena, ma doveva reggere il gioco.
Alexandra si aprì in un sorriso -Tra meno di una settimana finisce la scuola, papà!-
-Non mi sembra di averti mai visto con le mie nipoti- disse Alois all'improvviso, rivolgendosi a Bonnie.
Negli occhi della ragazza passò un lampo di paura -No, signore. Mi chiamo Bonnie Bennett e sono una loro compagna di scuola-
-Una Bennett, eh?- mormorò tra sè e sè -Hai già sperimentato i tuoi poteri da strega?-
-Solo in piccola parte, signore- mentì lei -Riesco ad accendere le candele e a volte mi riesce qualche incantesimo di localizzazione, ma nulla di più-
Caroline si voltò verso di lei con un'espressione forse un po' troppo perplessa. Da quando Bonnie sapeva mentire così bene?
-Oh, è un gran peccato!- esclamò Alois, schioccando la lingua sul palato -Dovresti fare più pratica, ragazza-
-Certo, signore- rispose lei, abbassando lo sguardo, ma una frazione di secondo dopo, li rialzò e pronunciò ad alta voce, senza staccare gli occhi da quelli di Alois -Merabas Hic Libatal, Confremun Signas. Omus Quisa Tentum Exalis, Merabas Hic Libatal Confremun Signas. Omus Quisa Tentum Exalis!-
Alois cercò di muoversi, ma l'unica cosa che ottenne fu rovinare sulle piastrelle della veranda, sotto gli sguardi frementi di ansia o di desiderio dei ragazzi.
-Maledette Bennett! Siete sempre state delle bugiarde manipolatrici! Non sai cosa ti aspetta...-
-Non mi sembra il caso di lanciare minacce- sogghignò Klaus -Non immagini cosa darei perchè sia io a darti il colpo di grazia- aggiunse, avvicinandosi al suo viso -Ma ho dato la mia parola che mi sarei tenuto da parte per lasciare carta bianca ai tuoi parenti. Non è una bella sensazione essere odiati dalla propria famiglia, vero?-
-Klaus!- lo richiamò Alexandra, per evitare che passasse troppo tempo e l'incantesimo svanisse.
-Alois- disse Stephan, inginocchiandosi accanto a lui -Abbiamo sempre saputo che qualcosa non andava in te, ma ti abbiamo perdonato quando ci hai trasformati e ci hai costretti ad abbandonare le nostre vite-
-Ma non ti permetteremo di rovinare quelle delle mie figlie e dei loro amici. E, soprattutto, non ucciderai Klaus e ci condannerai tutti a morte solo per la sete di vendetta che nutri nei suoi confronti-
-Voi non sapete quello che ha fatto alla mia famiglia! Non potete nemmeno immaginare lontanamente ciò che ho provato quando ho visto mia moglie senza vita, accanto a me... Lui merita di morire nel peggiore dei modi possibili!-
-E sentiamo...- iniziò l'interessato -Come avresti programmato di farlo?-
Alois sorrise beffardo -Ho i miei segreti, Niklaus...-
Frederik estrasse il paletto di legno da sotto la giacca leggera e lo alzò sopra il petto del proprio antenato -Hai parlato abbastanza, Alois. Non vogliamo che la povera Bonnie si sia sforzata per niente-
-È stato un piacere lavorare con voi, fratelli-
-Già... Non posso dire lo stesso per noi- concluse Stephan, voltandosi dall'altra parte, mentre Frederik pugnalava il cuore di colui che era stato un compagno di viaggio e di vita.
Tutti guardarono il volto di Alois diventare sempre più grigio e spento, finchè tutto il suo corpo non si seccò.
-Non so se sentirmi sollevata o in lutto- proruppe Jacqueline, prendendo per mano Damon.
-Credo che sollevata sia il termine più adatto- le rispose Alexandra -Adesso la nostra vita non è più appesa a un filo-
-Pensate che sia così semplice uccidermi?- domandò Klaus, leggermente offeso da quell'affermazione.
Caroline lo guardò con rimprovero -Abbiamo appena ucciso una persona che voleva ucciderti... Non creiamone altre, per favore!-
Una risata generale si alzò nella sera, sciogliendo la tensione che fino a pochi attimi prima attenagliava i corpi dei ragazzi.
 
Jacqueline ed Alexandra videro Stephan da lontano, mentre guardava il vuoto, seduto sulla veranda della casa. I loro amici se n’erano andati da poco e, con loro, anche Stefan e Damon che si stavano occupando del corpo senza vita di Alois.
-Tutto bene?- chiese Alexandra, raggiungendo il nonno sotto al gazebo.
Stephan sospirò, portando lo sguardo prima su di lei, poi su Jacqueline che si era seduta al suo fianco -Sì, ragazze-
Seguì un momento di silenzio, interrotto da Jacque -Mi dispiace per Alois, ma non potevamo fare altro-
-Ha messo a rischio la vita di tutti noi. Non avrei mai permesso che potesse farvi del male- rispose, con una punta di tristezza -Ma dopotutto non posso non essere dispiaciuto per la sua morte, lo conoscevo fin da troppo tempo. Ne abbiamo passate tante insieme-
-Cosa farai ora?- domandò Alexandra.
-Non lo so, mi piacerebbe restare qui per conoscere la mia famiglia e stare con voi, ma purtroppo di questo io e Frederik dobbiamo ancora parlare-
Le ragazze annuirono, facendo calare nuovamente il silenzio. Non avevano avuto molto tempo per conoscerlo veramente, da quando erano arrivati lì. Ma ora, restava l’eternità.
O forse no pensò amaramente Alexandra, pensando a quello che si era detta con Damon.
 

                                          
 

Nel prossimo capitolo...
-Credi di riuscire a fare un incantesimo di localizzazione?- domandò Caroline a Bonnie.
-Non adesso e non qui. C'è troppa confusione e non ho i materiali necessari. Inoltre, se sono stati davvero rapiti dai membri del consiglio, non possiamo fare niente per aiutarli. Se ci scoprissero faremmo la loro stessa fine- spiegò sottovoce al gruppo di ragazzi.
 
 

 
  
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