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Autore: Erina91    03/01/2015    2 recensioni
La voce frizzante della bambina lo raggiunse:
-grazie di avermi salvato vecchio!- un sorrisino a furbetta guizzò sulle sue labbra.
-ehi! Mocciosa! A chi hai dato di “vecchio”?-
-perché, non lo sei?-
-ho fatto trent'anni solo pochi mesi fa.-
-beh, per me resti vecchio.- continuò con arroganza -e comunque, non mi chiamo “mocciosa”, il mio nome è Sarada.-
Sasuke decise di ignorare quella “bamboccia” impertinente e la fissò:
-allora, Sarada, come mai una mocciosa della tua età è in mezzo al bosco da sola?-
Più la fissava e più i contorni del suo volto, dei suoi occhi, l'accenno delle ciglia allungate e il taglio delle iridi attraente gli ricordavano Karin e questo non faceva altro che portare di nuovo alla luce quella notte di tempesta.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Karin, Salad, Uchiha, Sasuke, Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura, Sasuke/Karin
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Sono sempre io! XD se quello di ieri era il Prologo, oggi pubblico il primo capitolo della fanfic. Per il terzo cap, invece, dovrete aspettare un po' di più.
All'inizio era mia intenzione pubblicare lo stesso giorno sia il prologo che il primo capitolo, ma alla fine ho deciso di dividerli.
Ringrazierò domani chi mi ha recensito, perché stasera proprio non faccio in tempo.. ç__ç
Spero possiate perdonarmi! ringrazio chi ha recensito e chi mi ha messo tra preferite e seguite.
Mi auguro che questo cap non mi deluda. Avrete anche un piccolo accenno della famigliola NaruSaku, spero apprezzerete.

 


"Lei"
 
 


Karin aveva appena chiuso la porta di casa dopo aver visto andare via Sasuke.
Erano passati dieci da allora, da quando aveva lasciato Sasuke addormentato in seguito alla notte passata insieme. La notte più bella che Karin avesse mai vissuto.
Il tutto era stato così naturale, intimo, passionale. Una sola parola: meraviglioso.
Si era seduta su una delle scalette di legno che sfruttava per prendere i libri più in alto, delle sue più fornite e infinite collezioni e collane editoriali sulla quale gestiva i suoi studi chimici, fisici, medici e ricercativi. Studi che compiva per Konoha e soprattutto per suo cugino Naruto che era l'Hokage.
Esatto, Karin aveva scoperto da pochi anni di non essere l'ultima Uzumaki esistente al mondo, e che era una lontana cugina di Naruto Uzumaki.
Aveva sempre combattuto da sola, con la convinzione di essere l'ultima erede Uzumaki in vita, ma da quando aveva realizzato che un altro suo parente era vivo, aveva deciso di dare tutta se stessa per proteggere e rendersi utile al villaggio a cui lui teneva tanto.
Ciò nonostante, quella notte di tempesta, lei non si era allontanata da Sasuke per tale motivo.
L'aveva fatto perché non poteva accettare che lui non ricambiasse seriamente quello che lei provava nei suoi confronti e aveva deciso di allontanarsi da lui per darci un taglio netto e cambiare vita, per raggiungere un livello di vita che non la facesse soffrire.
In seguito, però, Naruto l'aveva contattata con un piccione viaggiatore dopo che era diventato Hokage e le aveva chiesto di lavorare per il villaggio della foglia in incognito.
O meglio, lei aveva accettato l'offerta ma a una condizione: non fare parola con nessuno, se non con sua moglie Sakura, su dove lei si sarebbe stabilita.
Naruto le aveva promesso che la condizione sarebbe stata rispettata, però le aveva anche domandato i motivi di quella richiesta.
Inizialmente non sapeva cosa rispondere, perché la situazione nella quale si trovava era abbastanza critica e da una parte già compromessa, ma per rispetto verso suo cugino aveva deciso di dire la verità almeno a lui. A colui che le aveva offerto quello splendido lavoro.
Così rivelò a Naruto di essere rimasta incinta di Sarada mesi fa e che adesso la bambina aveva poco più di un anno. Solo lei e Naruto sapevano di chi era figlia, e doveva restare un segreto.
Suo cugino aveva già provato a proporle di iscriverla all'Accademia di Konoha, ma lei aveva rifiutato la proposta quasi subito decidendo di farla studiare con un insegnante privata, proveniente da un altro villaggio, che le insegnasse almeno le basi della teoria.
Da quella volta, erano passati nove anni e la sua presenza al villaggio era rimasta un mistero fino a quel giorno.
Perché Naruto aveva fatto venire Sasuke?
Sapeva benissimo che la sua vita a Konoha doveva restare un segreto per tutti, specialmente per Sasuke, e rivederlo non aveva fatto altro che accendere nuovamente in lei le emozioni e i sentimenti che non aveva mai smesso di provare per lui. Inoltre, le parole di Sasuke l'avevano solo confusa di più.
Karin adesso aveva paura che lui scoprisse cosa nascondeva e l'interesse che aveva mostrato per Sarada non aiutava affatto a tenerlo lontano dalle risposte.
Si era messo in testa di chiedere a Naruto di far studiare sua figlia all'Accademia di Konoha e non sarebbe tornato indietro con quella decisione, testardo com'era.
Certo, anche lei era convinta che Sarada avrebbe imparato a difendersi meglio studiando a Konoha e, oltre a questo, avrebbe fatto amicizia con gli altri bambini della sua età.
Lei non poteva starle troppo dietro con tutto il lavoro che doveva fare e purtroppo Sarada era sempre da sola e le toccava divertirsi e svagarsi in solitudine: non avrebbe voluto che sua figlia conducesse una vita così solitaria. Solitaria come anche lei aveva condotto da quando la sua famiglia era stata massacrata e finché non aveva conosciuto Sasuke. Vita che aveva sempre odiato.
Tuttavia, nel suo caso, era stata costretta a cavarsela da sola e a diventare più indipendente perché nessuno poteva aiutarla. Sarada, invece, aveva la possibilità di studiare a Konoha e stringere rapporti sociali che l'avrebbero agevolata in futuro; anche dal punto di vista difensivo.
L'idea di Sasuke era giusta, che lei lo negasse o meno, ma così avrebbe finito per avvicinarsi sempre di più a lui e stimolare ulteriormente la sua curiosità di sapere.
Comunque, a parte questo, Karin non poteva fare a meno di ammettere che aver rivisto Sasuke dopo dieci anni l'aveva resa felice.
Sasuke non era cambiato per niente, se non un po' dal punto di vista emotivo: si era fatto più protettivo e meno riluttante all'emozioni e ai sentimenti, forse grazie a Naruto che lo coinvolgeva negli eventi importanti della sua bella famigliola o magari grazie all'atmosfera allegra, viva, collaborativa e piacevole del villaggio della foglia.
Il lungo periodo di pace, inoltre, beneficiava tali celebrazioni e gli abitanti del villaggio erano sempre a divertirsi e così ravvivano la situazione attuale di vita.
In ogni caso, per il resto, era sempre il solito Sasuke. Il Sasuke di cui lei era ancora follemente innamorata.
Aveva provato mille modi per dimenticarlo, ma quello che sentiva per lui non era svanito di una virgola e adesso che l'aveva rivisto ne aveva solamente avuto l'ennesima conferma.
Era seccante come sensazione, soprattutto perché sapeva che lui non aveva mai provato amore nei suoi confronti. Magari solo una piccola attrazione fisica che in quel fragile momento per entrambi, ovvero in quella notte passata insieme, era servita a consolarsi a vicenda in un periodo buio della loro vita. Niente di più.
Però, quella notte, aveva portato cambiamenti radicali nella vita di Karin.
Cambiamenti che aveva faticato ad affrontare da sola e che solo adesso aveva imparato a gestire leggermente meglio, sebbene non riuscisse lo stesso a dedicarci il tempo che desiderava.
Il suo flusso di pensieri, fu interrotto dalla vivace voce di Sarada:
-mamma.. ti vedo pensierosa, tutto bene?- chiese, studiandola con attenzione.
-certo, va tutto bene. Hai finito di fare i compiti che ti ha dato Matsuri?-
Matsuri era l'insegnante di Sarada, nonché moglie del Kasekage del villaggio della Sabbia, Gaara.
Naruto aveva chiesto a Gaara di mandare Matsuri due volte a settimana da Sarada, per insegnarle le basi teoriche che avrebbe dovuto studiare all'accademia, sapendo che ella insegnava all'Accademia di Suna e anche privatamente. Aveva fatto promettere a lui e sua moglie di non dire nulla.
Si fidava di Gaara, ed ecco come stavano le cose.
-sì, li ho appena finiti tutti. Domani me li controlla.- rispose orgogliosa.
Karin fece un mezzo sorriso e fissò sua figlia.
-Sarada... ti piacerebbe studiare all'accademia di Konoha d'ora in poi?-
La ragazzina rimase perplessa da quella domanda.
-mamma.. sei strana oggi. Quel vecchio ti ha fatto qualcosa?- chiese preoccupata.
Era anche furiosa, perché odiava che qualcuno facesse soffrire la sua mamma.
Era vero che Karin non aveva molto tempo per giocare con lei e questo la infastidiva, ma le voleva un gran bene ed era l'unica persona da cui non si sarebbe mai separata.
-non pensare più a Sasuke. Quell'uomo non capisce niente. È un bastardo senza speranza.-
-però è lui che ti rende triste, vero? Non ti ho mai vista così. Sei così da quando quel vecchio è apparso.- incrociò le braccia in un gesto seccato.
-Sasuke non è vecchio, Sarada, ha la mia età. Se così fosse sarei vecchia anch'io, sai?-
-no mamma, tu non sei vecchia. Sei una donna con le palle.-
Karin cercò di trattenere le risate e poi la fissò con un accenno di rimprovero.
-ehi ragazzina! Non cambiare discorso.. ti ho fatto una domanda.-
Sarada sbuffò sonoramente e volse lo sguardo altrove.
-sai cosa mi cambia. Ho sempre studiato da sola.- disse annoiata.
-lo so, appunto per questo penso che ti farebbe bene cambiare aria e conoscere altri bambini.-
-mamma... tu sei stata la prima che non ha mai voluto che mi allontanassi troppo da qui.-
-vero, però ormai inizi ad essere grandicella e hai bisogno di diventare più indipendente e non ci sarò sempre io quando avrai bisogno.-
-come non ci sarai sempre tu?- fece turbata.
Karin le posò delicatamente una mano sulla chioma scura e le accarezzò dolcemente la testa:
-non preoccuparti, Sarada, non intendo che non ci sarò più. Io ci sarò sempre a proteggerti, ma devi imparare per bene a difenderti da sola.- spiegò.
-ma tu mi hai già insegnato varie tecniche di difesa, perché dovrei andare a studiare a Konoha?-
-sì, te l'ho insegnate. Però a Konoha potresti perfezionarle e diventare una mitica Konouchi.-
-ma io non ci voglio andare là!- esclamò capricciosa.
-smettila di fare i capricci Sarada!- la riprese Karin dura -farai come ti dico.-
-o forse farò come ti ha detto quel vecchio.- ribatté infastidita.
A Karin quella frase non piacque e portò le mani sulle spalle di sua figlia.
-ascoltami bene, Sarada.. anche se Sasuke mi avesse consigliato così, sono d'accordo con lui e decido io cosa è meglio per te. Sei ancora piccola per ribellarti a tua madre.-
Sarada fece una smorfia, imbronciandosi, e una lacrima le scese dagli occhi bagnandole gli occhiali.
-sei cattiva mamma!- sbottò piagnucolando -io non sopporto quell'uomo!-
Detto questo, corse via, salendo le scale di legno per raggiungere camera sua.
Karin sospirò stancamente: si aspettava una reazione del genere da Sarada, ma era convinta che iscriverla all'accademia di Konoha fosse la scelta più giusta e adeguata al suo futuro.
Questo non perché glielo aveva fatto notare Sasuke; o almeno, non solo... ma perché ora come ora lei non poteva stare dietro a Sarada nei momenti che avrebbe voluto e magari trovare nuovi incentivi, impegni che la rendessero meno annoiata, facendo nuove amicizie, l'avrebbero aiutata a staccarsi emotivamente da lei.
Karin non voleva che Sarada si allontanasse definitivamente da lei, voleva solo che si creasse altri legami importanti oltre a quello con sua madre, visto che ne aveva l'occasione.
Sasuke, probabilmente, non aveva ancora parlato con Naruto e allora decise di scrivere un messaggio a suo cugino dove lo avvisava della richiesta di Sasuke e fare alcune precisazioni per mantenere oscurata l'identità di Sarada, almeno in parte.
Prese pergamena e inchiostro, e si sedette alla scrivania dove di solito svolgeva le sue ricerche e le inviava al villaggio di Konoha.
Si sistemò meglio gli occhiali e immerse la piuma grigia nel barattolino di inchiostro nero puro, iniziando a scrivere con la sua calligrafia precisa ed elegante.
Ci mise diversi minuti a scriverlo e poi lo rilesse attentamente, controllando errori e mancanze:


 
@ Naruto Uzumaki,

Naruto.. volevo avvisarti che è passato Sasuke a portarmi i libri che ti avevo chiesto.
Come ti sei permesso di farlo venire qui, quando sapevi che non volevo?
Ti avevo chiesto di mantenere il segreto..
Comunque, non è questo che volevo dirti.
Questa sera Sasuke ti proporrà di far studiare Sarada all'Accademia di Konoha.
Ti chiedo di accettare la sua richiesta, perché penso che le farà bene.
Però ad una condizione: voglio che il suo cognome resti “Sarada Uzumaki”.
Se devo firmare qualcosa per l'iscrizione mandami i documenti.
Non ti azzardare a cambiarlo, perché sennò finisci male!
Se ti chiederanno perché ha il tuo stesso cognome, dì loro che è una tua lontana parente (cosa che in effetti è vera, tra l'altro).
Inoltre, fai in modo che anche Sarada dica la stessa cosa agli altri.
Non fare parola a Sasuke di questo messaggio.
Cerca almeno di rispettare queste richieste, baka di un cugino.

Karin




Dopo aver riletto il messaggio, lo attaccò alla zampa del piccione viaggiatore e lo inviò.
Adesso aveva fatto tutte le trattative per l'iscrizione di sua figlia all'Accademia di Konoha.
Il secondo lavoro lo doveva fare Sasuke, parlando direttamente a Naruto.
Dunque, adesso come avrebbe fatto pace con sua figlia?
Era scappata di corsa in camera sua e, se la conosceva, sarebbe andata a letto senza cena per farle un dispetto. Quando discutevano era sempre così.
Il problema fra loro era che caratterialmente erano piuttosto somiglianti e si prendevano perché entrambe volevano sempre avere la ragione dalla propria parte.
Tuttavia, nonostante questo, si volevano bene e vivevano in tranquillità in quella casetta tra i boschi.
-Sarada! Scendi immediatamente! Smettila di piangere! Dobbiamo parlare.- la chiamò.
-non ti voglio parlare! Non ceno stasera!-
-va bene, “mocciosetta” impertinente! Fai come ti pare, ma non ti lascio gli avanzi.- affermò scocciata da quell'atteggiamento.
Sarada lo sapeva che lei si spazientiva facilmente e subito, e quando voleva fare i capricci si divertiva a farla andare su tutte le furie. Erano proprio simili. Troppo, certe volte.
-non mi importa, mi cucino qualcosa da me. Se mando a fuoco la casa, non mi interessa.-
Karin decise di lasciarla fare: quando era così era intrattabile e non c'era verso di farla ragionare.
Morale della favola: mangiò da sola la cena e andò a letto senza chiarire con Sarada.


 
******


Sasuke si trovava a cena a casa di Naruto e Sakura, mentre Boruto_il primogenito Uzumaki, di dieci anni_ stava giocando a fare il ninja.
Il figlio di Naruto e Sakura era piuttosto vispo e attivo, pieno di energie fisiche, come un po' tutti i ragazzini di quell'età.
Era un bel biondino dai capelli sbarazzini e aveva due grandi occhi verde smeraldo come la madre. L'energia e l'aspetto fisico l'aveva presi da ambedue i genitori.
Erano una famiglia allegra e scatenata, di certo in loro compagnia non ti annoiavi perché erano tutti imprevedibili.
Doveva essere merito della personalità di Naruto e dell'influenza che aveva su gli altri, o diciamo.. che aveva sempre avuto sugli altri. Anche su di lui.
Sakura era al quarto mese di gravidanza, ma aveva ancora abbastanza forza per cucinare per quattro.
La secondogenita Uzumaki sarebbe nata femmina e l'avrebbero chiamata Miya.
Dopo quattro mesi avevano già scelto il nome per la bambina.
Chi si occupava della gravidanza di Sakura era Ino, che alternava il suo lavoro dal fioraio della sua famiglia, all'ospedale di Konoha.
-zio Sasuke!- lo chiamò Boruto sorridendo solare.
Possedeva lo stesso sorriso allegro e unico di Naruto, quel sorriso capace di sciogliere tutti.
La stessa espressione radiosa dell'Uzumaki e i grandi occhi eloquenti e luminosi di Sakura. Era difficile pensare che non fosse figlio loro.
Per chi conosceva bene Naruto e Sakura, come lui, avrebbe subito colto le grandi somiglianze che lo legavano a loro e avrebbe capito in un attimo di chi fosse figlio.
Come se non bastasse, quel “bamboccio” aveva un enorme simpatia per lui, non si sa come.
Lo chiamava “zio”, quando lui gli aveva ripetuto diverse volte di non farlo e presto si sarebbe arreso, dato che il ragazzino non si decideva a smettere lo stesso. Cocciuto come suo padre.
-non sono tuo zio “marmocchio”.- ripeté per la millesima volta.
-lascia stare Sasuke, non smetterà mai di considerarti tale.- ridacchiò Naruto.
-perché glie l'hai insegnato tu, baka.- borbottò.
Naruto sorrise divertito ed andò ad aiutare Sakura a prendere dei piatti in alto.
-zio Sasuke! Ti va di giocare a Shoji? Il figlio di Shikamaru mi ha insegnato.-
-no, chiedi a tuo padre.-
-papà è impegnato ad aiutare mamma con le faccende e io mi sto annoiando. Dai giochiamo!- tentò di nuovo, con un sorriso a trentadue denti -ti schiaccerò, zio Sasuke!- esclamò determinato.
-certo che, oltre ad essere tremendamente viziato, sei anche piuttosto determinato.- notò Sasuke, sogghignando.
-ho preso da papà!- alzò il pollice soddisfatto.
-e va bene moccioso, vediamo come te la cavi.- accettò la sfida.
-Sasuke, Boruto..- li chiamò Sakura, dalla cucina -solo una partita perché tra poco si mangia.-
-certo mamma! Non preoccuparti!- rispose il ragazzino eccitato.


La partita, ovviamente, fu vinta da Sasuke e Boruto iniziò a protestare che voleva la rivincita.
-allenati di più e poi te la darò.- gli aveva risposto lui.
Dopo cena, gustata con grande piacere (Sakura era migliorata a cucinare), Sasuke dovette prendere in mano la situazione e parlare a Naruto di quello che aveva scoperto questa mattina durante la consegna, ma soprattutto doveva chiedergli spiegazioni.
Sakura si era seduta sul divano con accanto Boruto, seduto a gambe incrociate e acquattato vicino a lei, quando fu tutto rimesso apposto in cucina.
Naruto stava per avviarsi sul divano, ma Sasuke lo fermò:
-Naruto.. dobbiamo parlare. Possiamo andare nel tuo studio?- domandò.
-aspettavo proprio che tu me lo chiedessi.- affermò -anch'io ti devo parlare.-
Guardò un attimo Sakura e le sorrise:
-Sakura-chan, Boruto.. devo un attimo sbrigare delle cose con Sasuke, vi dispiace?-
-non preoccuparti Naruto, fai pure!- disse gentilmente Sakura.
-papà! Torna presto!- gli urlò Boruto.
-Boruto.. non preoccuparti, ora torna. Sai.. papà ha da fare, che ne dici se leggiamo qualcosa insieme?- propose Sakura.
Il ragazzino si era rattristato quando l'aveva visto allontanare.
Purtroppo Naruto era pieno di impegni e riusciva a stare in compagnia del figlio e di lei solo la sera, quando finiva di sbrigare i compiti di Hokage e questo faceva soffrire Boruto, perché si sentiva solo e sentiva la mancanza del padre. Avrebbe tanto voluto giocare con lui più spesso.
-va bene, leggiamo qualcosa insieme. Cosa leggiamo?-
-che ne dici di questo?-
Sakura gli mostrò un libro che parlava di un eroe ninja che doveva salvare una principessa dopo un combattimento.
-il mio libro preferito!- esultò felice il ragazzino.
Sakura sorrise quando vide tornare il sorriso al figlio.
-Lo leggiamo insieme e poi a nanna, perché domani hai l'accademia! Capito Boruto?-
-d'accordo.- sbuffò il bambino. Sakura annuì compiaciuta.


 
******


-dimmi Sasuke! Immagino che dobbiamo parlare della stessa cosa, giusto?-
-lo credo anch'io.- lo fissò freddo -spiegami perché non mi hai detto che Karin viveva nei pressi del villaggio della Foglia?-
Arrivò dritto a quello che voleva sapere.
-non te l'ho detto perché lei mi aveva chiesto di mantenere il segreto. Io non ho potuto far altro che accettare perché avevo bisogno di lei al villaggio.- spiegò brevemente.
-e ovviamente perché sei suo cugino e Sarada è anche tua parente.- aggiunse schietto Sasuke.
Naruto si grattò la nuca ridendo:
-uno dei tanti motivi è questo, ma l'ho fatto anche perché lei mi aveva chiesto questo favore e sai che non posso non rispettare le richieste degli altri, se possibile.-
-allora perché, se sapevi che lei voleva tenere nascosta la sua presenza, hai mandato me al posto di qualcun altro a portarle quello che ti aveva chiesto?-
-semplice, volevo che vi incontraste di nuovo.-
-non sei tu che devi decidere per noi, Naruto.- lo fissò minaccioso.
-lo so, ma so anche che tenete moltissimo l'uno all'altra e non avete mai avuto modo di chiarirlo.-
-anche se fosse, non sono affari tuoi e devi smetterla di impicciarti nella mia vita. È seccante!-
-lo sai che non mi faccio mai gli affari miei, perché voglio che il villaggio in cui vivo e che guido, sia un villaggio felice e armonioso.
Però, soprattutto, vorrei che anche tu trovassi la felicità.-
-non ho bisogno del tuo aiuto per trovarla. So trovarla da me, se voglio.- dichiarò infastidito.
-come preferisci.- sorrise -però, se hai finito, vorrei parlarti della situazione di Sarada visto che sei tanto interessato al suo futuro.- cambiò discorso, osservando la sua reazione al nome della figlia di Karin. Sasuke trovò abbastanza sospetto quell'atteggiamento, ma ci passò sopra perché voleva concludere alla svelta quella conversazione.
-esatto. Vorrei che quella “mocciosa” fosse iscritta all'accademia di Konoha per imparare a difendersi e trovare la sua strada.- cominciò -questa mattina, se non ci fossi stato io, avrebbe fatto una brutta fine.-
-Sarada sa difendersi un po' da sola, ma sono d'accordo che abbia bisogno di altro nella sua vita: non solo di sua madre, di alcuni libri di teoria e di una piccola casetta nel bosco.-
-Quella ragazzina ha del potenziale per diventare un'ottima Konouchi.- aggiunse Sasuke.
-si vede che ti ha colpito, eh. Un po' come la madre!- ridacchiò Naruto, lanciandogli una “specie” di provocazione che lo infastidì abbastanza.
-lo faccio solo perché è figlia sua, nient'altro. E soprattutto perché non voglio doverla salvare di nuovo, perdendo altro tempo.- commentò orgoglioso.
-certo Sasuke, come no..- scoppiò a ridere, non credendo a quelle parole.
-comunque, la figlia di mia cugina verrà iscritta all'Accademia di Konoha sotto il nominativo “Sarada Uzumaki”.- proseguì tornando sull'argomento principale -la stessa Sarada deve dire alle persone, bambini, tutti.. che è una mia lontana parente. Queste sono le condizioni!-
-perché Karin vuole continuare a tenere nascosta la sua identità e la sua presenza al villaggio?-
-io non posso dirti nulla, Sasuke. Se lo vuoi sapere dovrai chiederlo direttamente a lei.-
-ma tu lo sai, giusto?-
-sì, lo so. Però devo rispettare la sua scelta, per adesso. Come già sai.. siamo parenti e non posso tradirla. Ho già fatto abbastanza mandandoti da lei oggi.-
-mi stai dicendo che non mi dirai nulla, baka?-
-esatto. Hai capito perfettamente Sasuke!- sorrise divertito -scoprilo da solo.-
La conversazione tra loro si concluse e Naruto tornò dalla sua famiglia lasciandolo solo e irritato.

 
  
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