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Autore: barb_s91    03/01/2015    0 recensioni
A volte ritornano.. Ma sarà davvero sempre così? Gli amori, quelli veri, sono destinati a ritornare o è solo un'illusione?
Beatrice ritorna a New York dopo tre anni, in vista del matrimonio di sua cugina. Sapeva in cuor suo che avrebbe dovuto rivivere il suo passato, o quantomeno doveva farne i conti.
Cosa succederà quando si troverà di fronte al suo passato? riuscirà a lottare per il vero amore, o scapperà come è abituata a fare?
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Mi trovavo davanti all’entrata della mia suite con un’inaspettata ansia; forse perché tutto quel lusso sfrenato non faceva parte di me, forse perché questa città mi aveva regalato il periodo più bello della mia vita, insieme a quello più oscuro. Mi ritrovo inconsapevolmente a passare la mia tessera magnetica nel sensore.

Davanti a me si aprì un’enorme e lussuosa stanza, estremamente monotematica. L’ambiente era freddo e serio, ma allo stesso tempo confortante. La prima stanza era costituita da un salotto dalle pareti tortora e un divano ad U color panna che riempiva gran parte della stanza. Davanti al divano un televisore di circa 50 pollici occupava gran parte della parete. Questa stanza non rispecchiava minimamente il mio stile, ma sicuramente rispecchiava quello di mia cugina, anche se lei aveva gusti molto più eccentrici.

«Bea??» disse qualcuno dietro di me.

Avrei riconosciuto quella voce tra mille, no anzi, tra milioni di persone. Ero immobile, non riuscivo a muovere un solo muscolo, avevo persino smesso di respirare. Il mio cuore, dopo anni, aveva ricominciato a battere forte, come solo per lui aveva fatto. 

«Bea, che ci fai qui?» disse, e, vedendo che ero rimasta immobile, si avvicinò cautamente.

Non potevo permettere che mi toccasse, neanche sfiorasse. Così riaffiorai dal limbo in cui ero temporaneamente caduta e mi voltai. Era ancora più bello di quanto ricordassi; i miei ricordi non erano in grado di descriverlo a pieno. Era davanti a me, in giacca e cravatta, come un vero uomo d’affari; la barba incolta, insolita per lui, gli dava un’aria ancora più sexy del possibile. Per non parlare dei suoi capelli color cioccolato, che mi facevano impazzire. Per mia fortuna li aveva tagliati un po’; sarebbero stati una tentazione troppo grande, non sarei riuscita a non toccarli.

«Harry – presi aria, questa situazione mi rendeva difficile anche respirare – questa è la mia camera, ecco che ci faccio qui» dissi con un tono palesemente acido.

«Credo che tua cugina abbia escogitato qualcosa, al suo solito. Vedi, questa è anche la mia stanza» disse, sfoggiando il suo sorriso malizioso, che, oltre a farmi impazzire, faceva comparire sul suo viso le sue fantastiche fossette.

«Sicuramente deve esserci un malinteso. Ora la chiamo» senza aggiungere altro mi diressi nella prima stanza a portata di mano. 

Con la mano tremante digitai il numero della mia futura ex-cugina.

Mi distesi sul letto mettendomi un braccio sulla testa. Avevo le gambe molli e non trovavo più la forza per muovermi. Probabilmente non mi sarei mossa più da questa stanza per le prossime due settimane, ovvero fino al giorno del matrimonio. Mia cugina non mi degnava di una risposta, forse lo faceva intenzionalmente; ora forse capivo il suo strano comportamento. 

Dopo quattro lunghissime chiamate, senza risposta, sentii aprire la conversazione.

«Hei cuginetta!» disse Elis, con un tono stranamente tremante.

«Brutta traditrice! Che cosa hai combinato? Che cosa ti è passato per la testa? Perché mi sono ritrovata il mio ex nella mia stessa stanza? Non hai pensato a me? Non hai pensato alle conseguenze del tuo gesto? Non hai pensato che potessi starci male? Non hai…».

«Ferma, ferma, ferma, Bea. Respira! – m’interruppe – avete due stanze separate, condividete solo un insignificante salotto; non mi sembra così atroce. Senti, non era mia intenzione, ok!? Tutte le altre suite erano occupate, così, invece di mettervi in una piccola stanza, abbiamo pensato a questa soluzione».

«Raccontala a qualcun altro questa balla, Elis».

Ero furiosa.

«Ok, forse avevamo pensato che fosse una buona idea, un modo per farvi finalmente chiarire. Anche perché, conoscendovi, non vi sareste nemmeno salutati altrimenti. Ma se è un problema troviamo un’altra sistemazione. Anche se sia io che Niall volevamo un ambiente privo di tensioni al matrimonio, soprattutto da parte dei due testimoni» disse mia cugina con un tono vittimistico; sapeva farti sentire una merda anche se era palesemente colpevole.

«Quindi è lui l’altro testimone, fantastico! – dissi sarcastica – più tento di evitarlo per non far riaffiorare in me i ricordi, più me lo trovo davanti» dissi con voce tremante, avevo ormai le lacrime agli occhi.

«Tesoro, ti prego. Fallo per me! E poi è un modo per ristabilire un rapporto. Non ne saresti felice?».

«No! Non voglio aver alcun tipo di rapporto con lui; non dopo tutto quello che è successo» dissi, mentre lacrime di rabbia scendevano ormai copiose.

«Non negare che non t’interessa; sento quello che provi, lo sento dal tono della tua voce».

Non sapevo più cosa rispondere, una parte di me sapeva che Elis aveva centrato in pieno, l’altra continuava imperterrita a rifiutare la sola idea di trovarmi a stretta vicinanza con lui. La mia parte razionale, che negli ultimi anni era quella che predominava, mi diceva di scappare a gambe levate da questa situazione, che sicuramente mi avrebbe recato dolore. La parte che avevo sempre represso era inaspettatamente tornata prepotentemente in me, e ora il mio cuore mi stava quasi obbligando di riallacciare i rapporti, a provare un riavvicinamento. Fino a quando non l’avevo rivisto ero fermamente convinta di aver accantonato tutta quella storia, di non provare più niente per lui. Ora, averlo a pochi metri da me mi destabilizzava proprio come anni prima. Ma perché? Perché era stato inaspettato trovarmelo davanti o perché in realtà avevo cercato solo di sopprimere i miei veri sentimenti? L’unico modo per saperlo era tentarci. Ora credevo fermamente al detto : ‘lontano dagli occhi, lontano dal cuore’. 

Ero fottuta!

«Ci proverò Elis, ma non ti assicuro niente» dissi rassegnata.

«Grazie, grazie, grazie. Ti sarò debitrice per tutta la vita; vedrai che non te ne pentirai. Ci vediamo tra un po’ di sotto. Dobbiamo andare a provare il tuo abito da damigella».

Restai sdraiata su quel letto a torturarmi il cervello per un tempo che mi sembrò infinito. Non avevo ancora preso una decisione definitiva, ma dentro di me la sapevo; il mio cuore la conosceva.

Presi un profondo respiro, mi alzai e mi diressi verso il salotto. Lo vidi e improvvisamente il mio cuore ricominciò a scalpitare nella mia cassa toracica. Era seduto sul divano intento a guardare alla televisione una partita di basket, il suo sport preferito.

«Vedo che almeno in quello non sei cambiato» dissi, appoggiata allo stipite della porta, con un sorriso accennato.

«Certe cose non cambiano mai! – cantilenò sorridendo – vuoi unirti a me?» mi chiese picchiettando la sua mano sul divano.

«Potrei farlo» dissi sarcastica.

Dopo qualche minuto di imbarazzante silenzio, stavo cercando di trovare un qualsiasi argomento che non portasse a discorsi imbarazzanti.

«Ti devo fare le congratulazioni – disse, mentre io iniziai a guardarlo stranita – per il libro!» disse leggendomi nel pensiero.

«Ah, quello» dissi, evidentemente in imbarazzo.

«Un giorno mi sono ritrovato in libreria e mi è caduto l’occhio su una bellissima copertina color pastello, ed ecco che ho letto il tuo nome sopra – disse sorridente – l’ho comprato e finito nello stesso giorno. La trama è molto interessante, sai?! Ho anche riscontrato delle similitudini tra Robert, il protagonista maschile, e me. È una coincidenza?» mi chiese, anche se era già a conoscenza della risposta.

Ero andata a New York per trovare ispirazione, e almeno in quello ero riuscita. Una volta tornata in Italia, mi ero letteralmente buttata a capofitto sulla scrittura e in poche settimane ero riuscita a finire il mio primo vero libro, che era arrivato negli Stati Uniti anche grazie alle conoscenze di mia cugina. 

Era diventato un best seller internazionale; il sogno della mia vita si era realizzato, almeno la sfera lavorativa.

«Sai anche tu che non è una coincidenza. Diciamo che mi hai ispirato» ridacchiai.

«Almeno ho fatto qualcosa di utile, visto dove sei arrivata».

«Non ti ringrazierò mai abbastanza per quello».

Abbassai lo sguardo mentre lo dicevo. Non riuscivo a mentire con lui, perché nonostante tutto il dolore che mi aveva causato, non sarei mai diventata la donna che sono oggi senza di lui. Era stato l’unico ragazzo, l’unica persona, ad avermi insegnato a vivere senza rendersene conto. Non lo ringraziavo solo per avermi dato l’ispirazione nella scrittura, ma anche perché tramite la sofferenza mi aveva aiutato a crescere e vivere.

«Devo dirti una cosa – interruppe lui l’improvviso silenzio, attirando la mia attenzione – non ho mai avuto l’opportunità di chiederti scusa per tutto quello che ti ho fatto. Sono stato uno stupido a non capire in tempo cosa avevo tra le mani. Sappi solo che se tornassi indietro lasciarti andare via da me sarebbe l’unica cosa nella mia vita che non rifarei».

Il cuore non smetteva di scalpitare, le mani iniziavano a sudarmi, il respiro si faceva affannato. Erano i segni che contraddistinguevano ‘l’effetto Harold’. 

Ogni volta che mi trovavo accanto a lui mi ritrovavo in queste condizioni. Non era cambiato niente, nemmeno il mio sentimento per lui, purtroppo. Questo mi faceva rabbia, anche perché ero consapevole di poter nuovamente soffrire. Il suo sguardo era perso nel mio, era come se fossimo tornati a tre anni prima. L’intensità del suo sguardo verso di me non era cambiato, era totalmente immutato, ma questa volta nei suoi occhi leggevo anche qualcos’altro. 

Rimpianto? Dispiacere? Non ne avevo idea, ma dovevo in ogni caso proteggere il mio cuore.

«Tranquillo, ormai sono passati anni, possiamo metterci una pietra sopra; anzi, ti devo ringraziare. Facendomi male mi hai fatto crescere e capire che nella vita posso contare solo su me stessa. Mi hai fatto capire quanto io sia importante per me stessa, e quanto valgo realmente. Il dolore mi ha fatto ritrovare me stessa». 

Era ciò che realmente pensavo, ma non so perché il mio cuore piangeva, come se stesse dicendo addio.

«Bene, sono contento per te; anche perché devo dirti una cosa importante, ma avevo timore a rivelartela. Ora che so realmente il tuo pensiero però, sono più tranquillo».

Sembrava attendesse un mio assenso; gliel’avrei dovuto dare e, qualsiasi cosa fosse, dovevo restare impassibile, lo dovevo soprattutto a me stessa e alla mia dignità.

«Il prossimo febbraio mi sposo – disse guardandomi intensamente – lei è una ragazza che ho incontrato quando ho fatto il master a Parigi».

Il mio cuore, che prima batteva inesorabile, si era fermato alle prime cinque parole. 

Lui continuava a parlare del suo romantico incontro con la sua fantomatica ragazza, ormai fidanzata; io non riuscivo ad avere alcun collegamento sinaptico. Ero totalmente bloccata, immobile.



SPAZIO DELL'AUTRICE:

salve a tutti, 
questo è il primo capitolo della mia storia. Ho deciso di pubblicare sia il prologo che il primo capitolo per darvi la possibilità di farvi un'idea della storia, a cui tengo particolarmente. Parte della storia è autobiografica, ovviamente non ho avuto una storia con Harry, mio malgrado ahahahah.

spero che la storia vi piaccia e vorrei avere delle vostre opinioni su di essa.

a prestooo

   
 
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