The Great
Mary Sue Project
Harry Potter ed il
Principe Mezzosangue Purosangue
Capitolo Secondo
Piccole e Pucciose
Scommetto
che tutti voi, quando eravate solo piccoli cuccioli di Muggle, avete, almeno
una volta, giocato alla pista delle biglie. Ovviamente ignari dei reali
divertimenti quali schiantare Elfi Domestici, vi fiondavate sui distributori di
biglie da 500 lire, certi che, in quanto di gomma, sarebbero state
più celeri delle loro colleghe in vetro, quelle da 200 lire.
Marginale è il fatto che poi, inevitabilmente, le pallette di gomma
finivano sempre fuori pista.
Ecco, Eve
Vane somigliava proprio ad una di quelle pallette di gomma –una palletta rosa
cicca-.
Un po’ per
la sua tendenza a rimbalzare fuori pista, un po’ per il fatto che, volendosi
informare sulle sue misure, fosse ben più pratico
chiedere direttamente il diametro anziché le convenzionali petto-vita-fianchi. Ma, per Eve Vane, questa era questione di ben poco conto.
Cinguettava, sovente, domande retoriche
quali “…a che pro essere magra e carina, quando Lucius Malfoy mi molesta anche così?”
Il primo Settembre 1996 il soggetto in questione se ne andava
tranquillamente zompettando per le vie di Londra, cruciando, di tanto in tanto,
qualche ignaro Muggle beccato in vicoli nascosti.
Era, decisamente, una magnifica giornata*_*
Entrò,
senza smettere di zompettare, nella stazione di King’s Cross, agitando la
manina in segno di saluto ogni qual volta le capitava di incontrare qualche
amico Slytherin, qualche conoscente Ravenclaw, qualche
raro Gryffindor degno di nota.
Gli
Hufflepuff, ovviamente, venivano da lei evitati come la peste nera. Si diceva
avessero una strana tendenza all’autocombustione1, e la piccola Eve
non aveva certo intenzione di finire abbrustolita, senza tener conto del fatto
che, comunque, gli Hufflepuff le facevano un discreto
schifo. Questi, comunque, Slytherin, Ravenclaw,
Gryffindor o piccoli barbecue che fossero, si dirigevano tutti verso il muretto
tra i binari nove e dieci, una sorta di portale verso il magico binario nove e tre
quarti.
La piccola
Eve, dal canto suo, aveva trovato inconcepibile l’idea di doversi schiantare
contro un muro sin dal primo momento: andiamo, stupida si, ma nel modo giusto!
E se
qualcosa fosse andato storto? Non aveva la benché minima intenzione di trasformarsi
in una palletta di gomma ammaccata. Ma, quell’anno, il
problema era stato brillantemente risolto.
Il binario
undici era stato adibito –grazie alle tresche tra Ministero Muggle e quello
della Magia- al passaggio di un piccolo trenino rosa, posto oltre un arco che
recava, a grandi lettere, la scritta
MUGGLES, INCHINATEVI!
A nessun
mago dotato di un cervello perfettamente funzionante avrebbe potuto dar
fastidio la cosa: i Muggles erano abbastanza rispettosi, in quanto coscienti
della loro inferiorità.
Invero, a
nessun mago dotato di un cervello perfettamente funzionante avrebbero dar
potuto dar fastidio i Muggles in genere: da che mondo e mondo –magico o meno
che sia-, giocare con le Barbie è considerata un’attività infinitamente
divertente.
Questo,
naturalmente, valeva anche per i maghi dotati di un cervello perfettamente
malfunzionante: Eve Vane, per esempio, adorava i Muggles. Aveva chiesto svariate volte al professor Dumbledore di eliminare il
Quiddich all’interno della scuola ed istituire un torneo di tiro al Muggle, ma purtroppo la sua
geniale proposta era stata accantonata.
Il trenino
rosa, nonostante non fosse particolarmente capiente, era aperto a tutti gli
studenti di Hogwarts che avessero voluto fruirne.
Nessuno si meravigliava che –certamente visto il colore…- a bordo vi fossero
unicamente quattro persone. Perfettamente, nonché
orgogliosamente vestite della loro divisa Slytherin, Fides, Charity ed Harmony
Malfoy, sedevano, discutendo del più e del meno, in un delizioso
scompartimento, su poltroncine di velluto cremisi.
Sorrisero
quasi all’unisono, nel veder entrare la loro amichetta rimbalzate.
Le quattro
si adoravano, letteralmente: erano
tutte Purebloods, tutte pucciosissime, tutto erano
state molestate (o usavano molestare) Lucius Malfoy –e il fatto che lo stesso
signor Malfoy fosse il padre di tre delle ragazze, ovviamente, rivestiva una
più che marginale importanza-.
“Teeeeeeeeeeesoooooori!*_*”
Eve rimbalzò fino al posto accanto a Charity, andando
ad accoccolarsi sulla sua spalla. Appartenevano, tra l’altro, tutte alla stessa
Casa –il fatto che tre delle ragazze fossero alunne un tantino fuori corso, ovviamente rivestiva anch’esso una più che
marginale importanza- … o quasi.
Sette anni
prima, l’ormai logoro (ed ovviamente malfunzionante… Longbottom vi dice nulla?!) Sorting Hat, era stato temporaneamente sostituito
dall’Elegante Copricapo, un cap nero da fantino.
Questo, al
contrario, palesemente, del Sorting Hat, non selezionava la Casa che il bambino
preferiva (insomma, ricordiamo tutti l’increscioso episodio
del compianto (?!) Harry Potter…), bensì quella che il Copricapo stesso
riteneva più giusta. Così come doveva essere.
Tuttavia,
visto che il Copricapo era un gran simpaticone, chiedeva comunque
l’opinione del proprietario della pulciosa zazzera sulla quale era poggiato,
salvo poi non ascoltarla.
Così,
quando la McGonagall, con aria palesemente frustrata, chiamò pigramente Vane, Eve…
“Allora,
dove vuoi andare?” chiese il Copricapo alla marmocchia.
Questa
diede uno sguardo alle tavolate.
Hufflepuff…
no. Non avevano un’aria propriamente brillante, interessante,
neppure umana, invero.
Tantomeno
Ravenclaw, non avrebbe sopportato l’idea di condividere la Sala Comune con
esseri abbietti quali Cho Chang, Natalie Lee, Francy Olsen, Jennifer Dove2.
Gryffindor…
umh, no. Quel cravattino avrebbe fatto a pugni con i suoi adorabili vestitini
rosa.
Si, tra gli
Slytherin sarebbe stata perfetta.
Un perfetta
Slytherin Pureblood.
Una
perfetta, falsa, crudele, ambiziosa, pigra, sadica, folle Slytherin Pureblood.
Ovviamente
conosceva già da secoli la Casa alla quale sarebbe voluta appartenere, ma le
piaceva l’idea di squadrare la popolazione di Hogwarts dall’alto in basso.
“Slytherin”,
trillò.
“Umh… in effetti potresti fare grandi cose a Slytherin (?!), ma forse
è meglio…”
“Slytherin,
stupido Elegante Copricapo, S-l-y-t-h-e-r-i-n!”
“CONIGLIOROSA!”
proclamò
il Copricapo, lasciando ammutoliti sia la bambina, sia il resto della Sala
Grande. Solo Dumbledore ridacchiava, con l’aria di chi la sa
lunga.
E così Eve
Vane vestiva, in quel momento, come nessun altro ad
Hogwarts, un doppio cravattino: oltre a quello Slytherin, Casa della quale,
sostanzialmente, Conigliorosa era una sorta di succursale, ne aveva anche uno a
strisce rosa e nere.
Forse
portare due cravattini avrebbe dovuto far sentire la nostra eroina vagamente
stupida, ma lei non sembrava preoccuparsene più del
dovuto. In tutta onestà, anzi, la stupidità è un peculiarità
di questa fic.
Harmony
accarezzò la testolina del suo micione Mostro, che prese a fare le fusa: Fides,
dal canto suo, stava facendo pigramente levitare il suo
rospo, Cedric, che, terrorizzato, cercava di gracidare, senza tuttavia, causa
un incantesimo insonorizzante, produrre alcun risultato diverso da un continuo
boccheggiare che gli conferiva un’aria più stupida del consueto.
Anche la
piccola Eve aveva un animaletto, un caro famiglio che le teneva compagnia nei
momenti tristi –e le rompeva le balle nei momenti in cui non era opportuna la
sua presenza-.
La seguiva
ovunque, lasciandosi alle spalle una consistente scia d’odore di alcolici. Al momento, era steso sotto il sedile: si
chiamava Remus Lupin.
Era un
povero diavolo alcolizzato, tutto sommato un gran bel
pezzo di licantropo, nonostante i segni del tempo e la pancetta da birra.
Indossava
unicamente un paio di mutande con su scritto in rosa Kiss the Werewolf, per le quali Fides
nutriva una strana, perversa attrazione.
Remus aveva
un unico grande problema: o meglio, aveva, sopra tutti
gli altri, un mostruoso problema.
Doveva convivere con la somma onta e disgrazia d’esser figlio di un mago e di
una Muggle.
***
Note
1 Vedi la fanfic “A Snake’s Tale” di FidelityMalfoy
2 Vedi la fanfic “My Life Is Cool”
di Janice
Allora, innanzitutto grazie per le recensioni, e scusate tanto se ho
dimenticato di 'firmare' la storia... come Fides può testimoniare, il mio pc
-Bellatrix per gli amici:D- usa provocarmi dei problemi nulla, e si è messo a
fare le bizze proprio mentre stavo pubblicando...U_U
Andrò a
modificare il riassunto quanto prima, ad ogni modo.
In secondo
luogo, vorrei fare un paio di precisazioni a proposito di questo concentrato di demenza.
Nonostante
mi sia messa a sparare a zero su diversi pairing, non
era affatto mia intenzione denigrare questi o chi ne scrive (Savannah stessa
-che mi permetto di citare, visto che ha commentato^^- ha scritto una
Draco/Hermione che sto leggendo ed apprezzando, nonostante il pairing mi
uccida:D; io scrivo Lily/Severus... voglio dire! Se non è un
pairing assurdo questo...), quanto più per fare dell'ironia -nonchè
dell'autoironia- sul fandom in generale.
Questa fic
-se così si può chiamareXD- non vuol essere altro che un'innocente caricatura di certe Mary Sue -perfette per definizione, insomma:D-
create ad immagine e somiglianza delle rispettive autrici: cos'altro potreste
aspettarvi, se non capitoli su capitoli di prese per fondelli?XD
Avrete modo
di leggere che razza di figura ci faccio io, poi…U_U’
Uh, dimenticavo!
I pantaloni
che cito nell’introduzione –i jeans Richmond con
scritta sul didietro, per intenderci-, non mi piacciono assolutamente. Non ho
nulla in contrario alla griffe di cui sopra –anzi-, ma
quel capo è, a mio avviso, il capo inflazionato per antonomasia. Ed è proprio
per questo che li ho usati per quella battutina, mica altro:D
Chu, Eve