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Autore: ProtectingMarySueMovement    03/02/2005    9 recensioni
"[...]Un po’ per la sua tendenza a rimbalzare fuori pista, un po’ per il fatto che, volendosi informare sulle sue misure, fosse ben più pratico chiedere direttamente il diametro anziché le convenzionali petto-vita-fianchi. Ma, per Eve Vane, questa era questione di ben poco conto. Cinguettava, sovente, domande retoriche quali “…a che pro essere magra e carina, quando Lucius Malfoy mi molesta anche così?” Un concentrato unico di demenza prettamente Slytherin, ad opera di Eve.
Genere: Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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The Great Mary Sue Project

The Great Mary Sue Project

 

“Quando qualcuno è d’accordo con me provo la sensazione d’aver torto.”

                                                                                     Oscar Wilde

 

[Si consiglia, nel caso vogliate davvero avventurarvi nella lettura che state per affrontare, di selezionare, quale colonna sonora, l’album più stupido che riuscite ad immaginare.

Personalmente, dopo un’accurata analisi, ho deciso, apposta per l’occasione, di farmi prestare il primo cd di Avril Lavigne.]

 

WARNING: nulla di quanto scritto a seguire, nasce con l’intento di tenere in benché minima considerazione il canon, una qualsivoglia pretesa di fedeltà nei confronti dell’opera della Rowling, né, più semplicemente, l’umana logica.

Nulla di quanto scritto a seguire, inoltre, ha la benché minima possibilità di comparire sul serio nel sesto o nel settimo libro della saga di HP.

Magari.

Tengo particolarmente a quest’ultima postilla: questa incommensurabile boiata, può vantare di  una serie più o meno infinita di citazioni, che richiamano una serie altrettanto infinita di fics che ho letto, alcune delle quali sono state da me apprezzate, altre… beh, decisamente no*_*

Ma non starò certo a specificare quali appartengono alla prima o alla seconda categoria… infondo, credo che i legittimi autori non si risentiranno (né, allo stesso modo, potranno crogiolarsi nelle mie lodi..): non sono certo un critico esemplare.

 

 

Harry Potter e il Principe Mezzosangue  Purosangue

A Lis, Deed e Tati,

che rendono rosa il mio mondo.

 

 

 

Capitolo Primo

JK Rowling trucidata

 

Harry Potter fu un ragazzo insolito sotto molti punti di vista. Prima di tutto, odiò le vacanze estive più di qualunque altro periodo dell’anno.

In effetti (e qui, probabilmente, lo definirei poveretto, non fosse per una serie di ottime motivazioni che lo rendono indegno della mia pena, a cominciare dal suo cognome per finire con la forma dei suoi occhiali) ebbe tutte le ragioni di considerare la sua estate un biblico concentrato di sfighe.

Prima di tutto, visse con esseri abbietti, in quanto Muggles, quali i Dursley, fu costretto ad indossare gli orribili vestiti smessi del suo cuginetto soprappeso (mai un paio di Richmond in vita sua, povero ragazzo fuori dal mondo), venne collocato in un triste buco di stanza, sempre preferibile, ad ogni modo, al sottoscala al quale fu precedentemente collocato, probabilmente sede del congresso mondiale dello scarafaggio.

Ma, sopratutto, nonché dulcis in fundo, proprio durante la fatidica estate 1996, il ragazzino passò a miglior vita.

Andiamo, non avrete mica pensato che usassi il passato remoto così, per un particolare gusto dell’orrido nei confronti di tempi verbali azzeccati quanto, che so, Sirius Black (e ho detto Black, non Potter, Lupin, Granger, Weasley: Black) tra i Gryffindor?

Direte, voi, lettori di poca fede: perché, in questo sesto anno di Harry Potter, Harry Potter stesso non appare, causa decesso?

Ebbene, le ragioni sono da ricercarsi molto lontano da Privet Drive, dove il legittimo protagonista di tutta la faccenda venne (in un giorno di sole dalla perfetta visibilità) fatalmente schiacciato da una ruspa rosa shocking, che passava di lì per una imprevedibile coincidenza.

Ma andiamo con ordine.

Dicevamo, tutto cominciò sulla vetta del monte Olimpo della FanFic di Qualità, del quale, invero, si ignora la locazione precisa.

Ivi, le Dee (sarebbe più corretto definirle Muse, per essere onesti, ma non perdiamoci in digressioni) passavano le loro giornate dilettandosi con i loro hobbies preferiti, quali leggere ridicole fanfics, canzonarsi in fochese, e, soprattutto, dormire.

Proprio questo si suppone stessero facendo, quando, meraviglia, una miriade di giovani autori ed autrici vennero metaforicamente fulminati sulla via di Damasco, e ricevettero, per grazia divina, l’ispirazione per il loro eserciti di orribili, disgustose, sgrammaticate, assurde nonché patetiche creazioni. Stiamo parlando di fan fictions, ovviamente.

Grazia divina illegittima, in quanto, prese da tutt’altro, le uniche Dee, in quel momento non erano certo in condizione di graziare.

Ad ogni modo, la vena masochistica della nostra JK Rowling, o forse semplicemente il bicchiere della staffa, spinse la celeberrima scrittrice ad accendere il proprio pc, fare un giretto per il folle Potterverse ed imbattersi, guarda a caso, proprio negli anzidetti capolavori.

Forse avrebbe potuto sopravvivere alle Draco & Ginny, alle Draco&Hermione, alle Draco&Harry, alle Draco&Ron, alle Draco&Dobby (!) –al contrario, Narcissa Malfoy non avrebbe avuto alcuna speranza di superare il colpo-.

Forse avrebbe potuto sopravvivere alle Gin &Tonic.

Forse avrebbe potuto sopravvivere ai settecento milioni di OC fatti con lo stampino e millantati quali i personaggi meglio caratterizzati che la letteratura (?!) abbia mai avuto modo di conoscere.

Forse avrebbe potuto sopravvivere a certi personaggi che, in comune con quelli del canon, non hanno neppure il nome.

Forse avrebbe potuto sopravvivere al fatto che pare sia ormai un fatto appurato –nel fandom- che Lucius Malfoy usi violentare suo figlio una sera su due, così, giusto per hobby, e che questo giustifichi il pargolo a comportarsi come sappiamo, salvo poi recuperare il proprio discernimento, l’innato buon cuore e gettarsi tra le braccia di certi elementi sopraccitati.

Ma no, non a tutto questo assieme.

Nonostante il conto in banca, anche JK è un essere umano.

Così, nel giro di un paio d’ore, la povera mamma Rowling si trovava già in ospedale, ufficialmente a causa del suo povero fegato trucidato dall’alcool.

Morì di crepacuore poco dopo: si vocifera che una signorina in tenuta Hufflepuff le avesse appena consegnato un mazzo di rose artificiali gialle e nere malamente dipinte, ma non perdiamoci in minuzie.

Il misterioso decesso di JK lasciò un vuoto insanabile nel cuore di tutti i suoi affezionati lettori, che, in lacrime, erano capaci di chiedersi una sola cosa: “…e ora, come potrà tornare in vita Sirius?!”

La disperazione, durata giusto il tempo di dire “Quidditch” , si tramutò istantaneamente in eccitazione, quando, da Toronto a Maioletto, settantacinquemila editori o aspiranti tali, lanciarono la sfida: chi sarebbe riuscito a scovare la nuova JK Rowling, diventando, così, schifosamente ricco?

Ovviamente, sono stata la prescelta per tale compito, un po’ per il mio incommensurabile talento (?!), un po’ per la mia più che incommensurabile pucciosità, un po’ per le conoscenze in campo di una mia cara amica.

Un po’ perché, fondamentalmente, tutti desideravano ardentemente vedere la saga trasformarsi in un porno.

E fu così che, neppure a dirlo, benedetta dalle Dee, presi la penna in mano. Era più che evidente che, per prima cosa, al fine della buona riuscita del sesto tomo, era necessario mettere fine, appunto, ai patetici giorni di Potter.

Ovviamente, serviva un altro protagonista.

Ma perché accontentarsi di un solo insopportabile Gary Stue, quando potremo avere miriadi di deliziose Mary Sues?

  
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