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Autore: _K_    04/01/2015    1 recensioni
"Aveva però raggiunto degli ottimi risultati, come finire il liceo, prendere la patente.. Persino un lavoro era riuscito a trovare. Quando raggiunse la maggiore età, i suoi smisero di pagarli l'affitto e dovette arrangiarsi come meglio potè. Inoltre, aveva persino continuato a migliorare nel basket e l'idea di tornare in America balenava sempre più spesso nella sua mente, a volte quasi ossessionandolo. E fino a qualche mese prima, se solo ne fosse stato più certo, sarebbe partito di corsa, seppur rattristato molto dall'allontanarsi dai suoi amici. Ma poi, gli capitò di imbattersi in lei."
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Taiga Kagami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questione di Coraggio

-Tigre!! Se l'ami dovresti dirlo a lei, mica a me..-
Fu Riko in preda ad uno strascicato sospiro, e forse anche un po' sotto l'effetto dell'alcol, che gli disse quella frase. Ma intendiamoci, la sua ex coach non aveva assolutamente il vizio di bere, tuttavia capitava che di tanto in tanto, quando si riunivano tutti assieme, buttasse giù qualche bicchierino di troppo.
Taiga Kagami sapeva benissimo che in quei momenti, la ragazza diveniva, se possibile, ancor più schietta di quanto solitamente già non fosse. Il reale motivo per cui avesse deciso di parlarle proprio in quegli attimi gli era sconosciuto. Chiaramente si era guardato bene dal farlo in modo diretto e in presenza di altri, lui per queste cose non era certo un tipo espansivo e mai lo era stato. I suoi sentimenti dovevano rimanere suoi, altrimenti che senso aveva che fosse lui a provarli? Ma era oramai troppo tardi per tentare di camuffare le sue confessioni, poichè si trovava nell'ultimo vagone del treno per tornare a casa. 
In un modo o nell'altro, i viaggi in treno avevano sempre conferito un profondo senso di calma, sia nel corpo, che nello spirito del ragazzo, che ormai aveva compiuto diciannove anni. Era solito a sedersi accanto al finestrino e osservare lo scenario scorrere e mutare velocemente, applicando lo stesso meccanismo ai suoi pensieri. Gli tornò alla mente il primo giorno al liceo Seirin, il modo scorbutico con cui aveva consegnato il modulo per entrare a far parte della squadra di basket, il primo allenamento, la prima partita, la prima vittoria e la prima sconfitta. Una sequenza di ricordi che apparivano e scomparivano con rapidità. Abbozzò anche un sorriso quando si focalizzò in lui l'immagine del giorno in cui vinsero la Winter Cup. Kuroko lanciò persino una sorta di grido di vittoria, tanto era felice. Non avevano mai smesso di vedersi, lui e i suoi amici, nonostante Kagami avesse avuto un'immensa marea di impegni negli ultimi mesi. Aveva però raggiunto degli ottimi risultati, come finire il liceo, prendere la patente.. Persino un lavoro era riuscito a trovare. Quando raggiunse la maggiore età, i suoi smisero di pagarli l'affitto e dovette arrangiarsi come meglio potè. Inoltre, aveva persino continuato a migliorare nel basket e l'idea di tornare in America balenava sempre più spesso nella sua mente, a volte quasi ossessionandolo. E fino a qualche mese prima, se solo ne fosse stato più certo, sarebbe partito di corsa, seppur rattristato molto dall'allontanarsi dai suoi amici. Ma poi, gli capitò di imbattersi in lei. Se fosse stato un male o un bene doveva ancora deciderlo, fattostà che la cosa che maggiormente lo tratteneva in Giappone, era proprio una donna. Oh e imprecò per ore non appena lo realizzò, rimproverandosi severamente che "quel maledettissimo pomeriggio d'estate, sarebbe dovuto rimanere a sudare e sgobbare nel campetto sotto casa sua".
Scese dal treno e attraversò con estrema lentezza la stazione. Come se non bastasse, decise anche di imboccare la strada più lunga, tanto era forte l'impulso di continuare a riflettere. O forse, da qualche parte, sentiva un po' di paura? Dopotutto lei era a casa sua. Non che vivessero insieme, ma era stato proprio Kagami, il giorno prima, a chiederle di trascorrere la notte da lui. E dopo le parole che le erano state dette da Riko, il solo pensarla lo faceva sentire a disagio.
-Dannazione..- Farfugliò, deluso da sè stesso.
Si fermò qualche istante davanti un parco, impuntandosi a fissare gli alberi al suo interno. Avevano iniziato a tingersi dei colori autunnali, conferendo alla vegetazione un aspetto ancor più variopinto e regalando a chi l'osservava uno spettacolo, a detta di Kagami stesso, "parecchio suggestivo". 
Una foglia marroncina, ormai secca si staccò dall'albero e gli volò davanti. E tutto a un tratto, una forte ondata d'angoscia lo pervase. Non poteva non provare a vivere giocando a basket, e al contempo non poteva vivere lontano da lei. Ma sentiva che avrebbe dovuto prendere una decisione al più presto. Capì di non essere poi molto diverso da quelle foglie. Doveva approfittare delle sue capacità prima di ingiallire, seccarsi ed infine, staccarsi tristemente dal ramo. 
Doveva parlarne con lei.
Il ritmo del suo passo accelerò assieme a quello del suo cuore, e non ci mise molto prima di arrivare a destinazione.
Di fretta infilò la chiave nella serratura del portone, catapultandosi poi per le scale come una saetta. Spalancò la porta di casa con poca delicatezza, ma si fermò di colpo quando vide tutte le luci spente. Era tutto il giorno che non rientrava. Aveva lavorato mattina e pomeriggio, poi era passato da Kuroko, ed infine avevano raggiunto tutti gli altri ad un pub nella periferia della città.
-Ma che diavolo..?-
Senza preoccuparsi di premere l'interruttore si recò davanti la porta della sua stanza, trovandola accostata. Per un attimo, Kagami temette che se ne fosse andata e potè rilassarsi solo dopo che, con estrema esitazione, l'ebbe attraversata.
Lei era nel suo letto, avvolta totalmente da un piumone, non si vedeva nemmeno il suo viso, o qualche ciocca di capelli.
-Lynn..- Sospirò Kagami, avvicinandosi. -..Non dirmi che hai dormito tutto il giorno.-
Lynn Terashima, si chiamava. Una ragazza abbastanza minuta, con un corto caschetto nero, gli occhi molto grandi, le ciglia lunghe. Sopracciglia folte e curate. Dall'aria distaccata e anche un po' strafottente.
Non era una grande appassionata di sport, ma spesso gli faceva compagnia mentre giocava. Nelle ultime settimane aveva persino provato ad insegnarle a tirare, ma proprio non riuscirono a venirne a capo. 
-Sei una frana.. Peggio di Kuroko agli inizi..- Le aveva detto quel giorno, fingendo un'aria di superiorità. 
E lei, con lo stesso tono gli aveva risposto -In realtà mi improvviso tale per non sminuirti, femminuccia.-
La cosa lo fece ridere parecchio.
Era ancora sotto la coperta, immobile. Non rispondeva, lui sentiva solo i suoi profondi respiri.
Poggiò una mano sulla coperta e, con delicatezza, la scostò dal suo viso. La vide con gli occhi aperti e l'aria pensante.
-Ma guarda un po'.. Quindi sei sveglia.- Fece serio.
Lei inarcò un sopracciglio.
-Mi stavo dilettando nell'arte di dormire con gli occhi aperti. Sai, è estremamente utile per sorvegliare ogni cosa intorno a te durante il sonno.- Rispose sarcastica, rimanendo immobile.
Gli strappò un lieve sirriso divertito e si mise a sedere accanto a lei, poggiando la schiena al muro. Lynn invece non si mosse e continuò a guardare il soffitto.
E ora? Cosa avrebbe fatto? Non aveva preso nemmeno uno straccio di decisione e sapeva che di quel passo, mai l'avrebbe fatto.
-Taiga..- Lo chiamò lei a voce bassa. Sembrava come se anche lei stesse nascondendo la paura di qualcosa.
Le prestò subito attenzione.
-.. Parlami.- Aggiunse.
E gli fece talmente male udire quella parola, da fargli credere che una lancia gli avesse brutalmente trafitto il petto. Non avrebbe dovuto nasconderle quelle cose per tutto quel tempo. Da quando l'aveva conosciuta, lei c'era sempre stata, perchè non gliel'aveva detto prima? Perchè non le aveva mai detto quanto l'amava? Perchè? 
E le parole che avrebbe voluto pronunciare, morivano appena nascevano. Sentiva ansia, pressione e, soprattutto fretta.
-Oggi ho sognato che il tempo si fermava.- Fece la ragazza.
Lei aveva sempre avuto un tono di voce piuttosto freddo. Ci volle un po' di tempo prima che Kagami iniziasse a capire il suo modo di fare. Lynn non era cattiva, solo si proteggeva da ogni cosa usando la risolutezza. Ma odiava quando sentiva di doversi proteggere da lui. Ferirla era l'ultima cosa che avrebbe voluto fare.
-Perchè me lo dici?- Domandò lui.
-Quando il tempo si ferma, tutto diventa immortale.. Infinito.- Rispose, mettendo in confusione il ragazzo.
-Lynn, il tempo non è infinito.- Sospirò Kagami, addolorato.
E lei si mise a sedere, guardandolo negli occhi.
-No, però è tanto.-
Lo spiazzò non poco e per un attimò, temette che avesse scoperto tutto. Ma era impossibile. Decisamente impossibile.
-Dove vuoi arrivare?- Le chiese dunque.
-E tu?-
-Io cosa? Non voglio arrivare da nessuna parte.-
Ci fu un attimo di silenzio, in cui Kagami sudò freddo sotto lo sguardo fisso e forse, anche un po' indagatore di Lynn.
-Sei sicuro?- 
Ebbe come un forte sussulto, il cuore perse un battito, e mascelle e pugni si serrarono di scatto. Boccheggiò un poco, senza emettere alcun suono.
-Mi dispiace..- Mormorò lui.
Ma a diventare confusa ora fu lei.
-Per cosa?- Domandò
-Lo sai.-
-Non che io sappia.-
Lo disorientò di nuovo.
-E allora come fai a..?- Si bloccò e tirò un sospiro esasperato. Era inutile, ed era evidente che lei non potesse saperlo.
-Lynn.. Ascolta..- Iniziò. -Mi trovo davanti ad un bivio. Dalla prima volta in cui ho preso un pallone in mano, ho capito che quella avrebbe dovuto essere la mia vita, ad ogni costo.- Fece, poggiando la testa fra le mani e torturandosi i capelli del colore di fiamme roventi, mentre lei ascoltava attentamente ogni parola da lui pronunciata.
-E magari mi darai dello stupido, o dell'illuso, ma intendo arrivare all'NBA. E per riuscire nel mio intento, devo tornare in America.- Continuò. 
Non osava guardarla e lei non osava parlare. Tuttavia, il tono di Kagami divenne più agitato, quasi rabbioso.
-Però.. Al contempo non voglio stare lontano da te. E chiunque potrebbe dirmi "Te ne troverai un' altra", ma dannazione! Che diavolo me ne faccio di un'altra?!- 
Sentiva come se una bomba stesse esplodendo all'interno del suo corpo. Le tempie gli pulsavano dolorosamente, facendogli credere che la sua testa divenisse più pesante ogni istante di più.
-Il fatto è che.. Maledizione! Ti amo troppo per starti lontano!- Esclamò, guardandola finalmente negli occhi e trovandoli enormemente sorpresi. 
Lynn era rimasta in silenzio senza proferire parola e continuava a farlo.
Allarmato, lui le affondò con dolcezza le mani fra i capelli e fece poggiare la sua fronte, contro quella di lei. Era seria, come al solito. La sentiva respirare piano, come se si stesse trattenendo.
Lei gli accarezzò piano le labbra tremanti. Ogni suo tocco, anche il più piccolo e insignificante,  era per lui fonte di salvezza e mai avrebbe potuto separarsene.
-Anche io.. Ti amo..- Ammise poi a denti stretti.
-Ma non posso impedirti di partire.- Fece aggrottando le sopracciglia e continuando a fissare la bocca del ragazzo, mentre ansiosa, attendeva che da essa uscissero altre parole.
-Allora vieni con me.- Le propose con decisione, pronunciando quella frase tutto d'un fiato.
-Andiamo a vivere insieme..- Aggiunse, come per puntualizzare ciò che aveva detto un istante prima.
La mano di lei scivolò via dal volto del ragazzo, cadendo a peso morto fra le lenzuola pulite, e la bocca le si schiuse involontariamente.
 -Fai sul serio?-Domandò incredula.
Kagami annuì, avvicinando, se possibile, ancor di più il volto a quello di lei.
E chiudendo gli occhi, sussurrò.
-Mai stato più serio.-
Sapeva che era la cosa più giusta da fare. Se non poteva lasciarla, l'avrebbe portata con sè. Sempre se lei avrebbe accettato, ovviamente. Ma Lynn non era mai stata molto loquace. Gli strinse le mani e con un bacio, coprì la poca distanza che rimaneva fra loro. E fermandosi solo un istante, sussurrò piano un "Sì", riempiendo di gioia il cuore del ragazzo.
Mentre la stringeva a sè si sentiva sempre più libero. Non aveva mai preso in considerazione l'ipotesi di vivere con lei, ma pensandoci, era senza dubbio quella che sentiva lo avrebbe reso felice. E forse un po' avventato lo era, ma d'altro canto che importava? Dopotutto si trattava di fare ciò che loro sentivano.
 Kagami sorrise, lieto ti quella decisione. 
-Quindi mi aspettano una carellata di partite di basket a cui dovrò assistere..- Sbuffò Lynn.
-Non dare per scontato che io riuscirò nel mio intento. E poi guarda che se vorrai, potrai pure rimanertene a casa.- Grugnì Kagami, in tutta risposta.
-Per favore.. Mi pare abbastanza ovvio che farai strada.- Puntualizzò, fingendosi infastidita. -E se rimanessi a casa, poi dovrei sorbirmiti mentre piagnucoli per tutti i giorni successivi.- Aggiunse poi, risoluta.
Kagami ghignò, lasciandosi anche sfuggire una sorta di risata malvagia.
-Io non piagnucolo.- Sottolineò, scandendo bene ogni sillaba. -Tu invece potresti iniziare a farlo. Sai, il cibo in America non è dei migliori e posso garantirti che se non fai un po' di movimento, metti su decine di kili. E a giudicare da quanto mangi tu, bhe..- Non continuò la frase, notando con piacere che Lynn aveva già capito dove volesse arrivare. 
Era immobile e lo guardava, parecchio scocciata. Avevano spesso delle piccole e scherzose battaglie verbali ed entrambi  odiavano perderle.
Sollevò un sopracciglio, non cambiando espressione.
-Verrò ad ogni partita, se eviterai di portare in casa cibo spazzatura.-
Era un patto. Gli aveva persino teso la mano. Lui sorrise prima di stringerla. Tirò Lynn verso di sè e la baciò di nuovo. Entusiasta del fatto che, nel giro di pochi mesi, avrebbe potuto farlo ogni giorno.
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Salve a tutti! Premetto che non sono una grande fan di questo mangaanime. Anzi, in realtà non credo di essere fan di molti mangaanime, a parte ovviamente qualche eccezzione. Il fatto è che credo ci sia dell'interessante in ogni cultura e quindi, anche in quella giapponese, di conseguenza, di tanto in tanto mi capita di vederne qualcuno. Questo l'ho trovato carino, in particolare i primi episodi. Se devo essere sincera, il mio personaggio preferito è Midorima. E non ve lo sto dicendo perchè credo che a qualcuno di voi interessi, ma soltanto come informazione gratuita.
Ovviamente, voi vi chiederete "ma se non ti piace tanto perchè ne hai scritto una storia?" 
Ecco.. Non c'è un motivo particolare, solo, scrivere mi diverte.
Ad ogni modo, spero di non aver fatto troppi danni, perchè se così fosse, potrebbe dispiacermi.
Ovviamente sono aperta ad ogni genere di critiche: costruttive e non. Tanto posso imparare qualcosa da entrambe.
Spero di non avervi rubato troppo tempo e.. Niente, carissimi.. Dopo aver scritto questo fiume di piccole stupidaggini, mi congedo, salutandovi con un ampio movimento della mia mano sinistra.
A presto!!!
...
...
Ah.. Nel caso dovessi aver letto fino a quì bhe, meriti una caramella, un dolce o qualcosa. No, non ti sto leccando il culo, semplicemente mi sento in dovere di farmi perdonare.
 
  
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