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Autore: D per Dolcetta    04/01/2015    5 recensioni
Sette one-shot scritte da sette dolcette diverse. Stavolta le mogli dei ragazzi di dolce flirt ci parleranno della loro vita di coppia. Questa raccolta di os contiene anche due os delle tre vincitrici del concorso d per dolcetta.
1- Dipendenza
2- Chi è causa del suo mal pianga se stesso
3- Salsiccia
4- Questione di Scelta.
5- Eppure...
6- ...
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Eppure... -

Autrice: Myaku

Pairing: LysandreXDolcetta




Lei è sposata con Lysandre.

Lo ama e lui ricambia esattamente come il primo giorno che si sono conosciuti.

Eppure...

Possibile che dopo tutti questi anni, non saprebbe neppure dire quanti, lui dimentichi ancora cose tanto fondamentali?

Lei è una donna paziente, lo è sempre stata, ma ha dei limiti e suo marito ha la capacità più unica che rara di farglieli superare. Sempre.

Ad esempio oggi: si è di nuovo scordato il suo quaderno da qualche parte.

Lei lo sta cercando da ore. Sa bene che, senza quell'ammasso di carta, Lysandre si sente perso. Al fine di evitare crisi isteriche e traumi da non-so-dove-appuntare-i-miei-pensieri-come-farò-a-sopravvivere, lei ha messo a soqquadro l'intera casa.

Non ha trovato nulla. In compenso, ha scoperto che qualcuno ha scordato di pulire sotto al divano come gli avevo chiesto, facendo accumulare un sacco di polvere, briciole, qualche bottone e delle monetine, ma nessuno stupidissimo quaderno nero.

Sa benissimo che quel coso riapparirà quando meno se l'aspetta, precisamente ai suoi piedi, precisamente nel momento peggiore, al solo scopo di farla cadere come un sacco di patate. Guai a gettarlo via o dargli fuoco nel caminetto: Lysandre non si darebbe più pace e, soprattutto, non darebbe più pace a lei.

Sospira, rialzandosi faticosamente dalla posizione assunta per esplorare i meandri del divano. La schiena le chiede pietà e, con una smorfia di dolore, si stiracchia.

"Caro... Mi spiace, ho cercato per tutta la casa, ma non trovo il tuo quaderno."

Invia il messaggio di malavoglia, già immaginandosi l'angoscia di Lysandre quando tornerà a casa. Le toccherà cercare assieme a lui, costringendolo a fare mente locale. Probabilmente se l'è scordato su una panchina al parco, a casa di Castiel, oppure a lavoro.

Accantona la questione, per il momento non p fare altro.

Sarà meglio, piuttosto, iniziare a stirare quella schifosissime camicie. Si dice che prima inizia, prima se le leverà dalle scatole.

Già.

Era affascinante, il suo Lysandre, con quegli stravaganti abiti vittoriani. Lo trovava originale, distinto, principesco.

Dopo il matrimonio ha dovuto imparare a lavarli e stirarli, quegli abiti, e ha concluso che l'epoca vittoriana fa schifo.

"Amore, non vorrai mica usare la lavatrice, vero? Guarda che è tutta seta!

Ricordati il detergente alla vaniglia del Guatemala!

Inamida il colletto con Mr. Appretto Facile.

I polsini stirali bene, che l'ultima volta faticavo ad allacciarli!

Già che ci sei mi lucideresti anche i gemelli? Ma con quella cera speciale..."

Fottiti, Lysandre. Tu, e tutte le tue camicie da frocio vittoriano!

Raggiunge la lavanderia e, sconcertata, non trova alcuna traccia delle odiate camice, né tantomeno degli altri abiti vittoriani.

Cerca in camera loro. Apre gli armadi e trova solo una manciata di vestiti normalissimi, di cui nemmeno ricorda la provenienza.

Oh, mio Dio... Cos'avrà combinato suo marito questa volta? Se li sarà dimenticati da qualche parte? Starà girando per la città completamente nudo?

Prende il cellulare.

"Tesoro, dove hai messo tutte le camice... E il resto dei tuoi vestiti?"

Vorrebbe aggiungerci un'imprecazione, ma si trattiene inviando il messaggio così com'è. Sperare che Lysandre lo ricordi e pressoché inutile, ma tanto vale provare.

Sospira pesantemente e decide che è ora di andare a nutrire i conigli.

Nonostante vivano in una modesta villetta in pieno centro, Lysandre ha deciso di non poter rinunciare alla compagnia di quegli animaletti pelosi che tanto gli ricordano la sua infanzia in campagna.

Campagna.

Non città.

In città nessuno tiene una decina di conigli in casa. Quei cosi puzzano, Cristo santo! Ma a lui non sembra importare e passa gran parte del suo tempo libero accarezzandoli, oppure osservandoli saltellare e abbuffarsi con un mezzo sorriso dipinto sul volto, di solito mentre appunta pensieri e frasi nel suo fedele quaderno.

Sono passati anni, lei non saprebbe neppure dire quanti, ma Lysandre è rimasto sempre lo stesso sognatore e questo lato di lui, quando non la esaspera, le fa quasi tenerezza.

Pensa stizzita, non per la prima volta, che Castiel si accontenta di un cane. Vecchio, pulcioso e burbero (un po' come lui), ma un cane è un animale che p comprendere. I conigli invece... Lei non capisce cosa ci trovi, suo marito.

Apre la porta che da sul retro del giardino e rimane per qualche secondo a contemplare il recinto.

Vuoto.

Si avvicina alle gabbiette, trovandole abbandonate, solo qualche filo di paglia rinsecchita a testimoniare che sono effettivamente state usate.

"Amore... Che fine hanno fatto i conigli?"

Lysandre non ha ancora risposto agli altri messaggi ma, conoscendolo, avrà perso il cellulare da qualche parte.

Lei si massaggia le tempie. Anche se non ha combinato molto, mi sente parecchio stanca, quindi si trascina verso la cucina, lasciandosi cadere su una sedia.

In qualche modo, sembra che si sia liberata dei conigli. Non le mancheranno, ma capire come sia successo sarebbe d'aiuto.

Guardando l'orologio, lei attende con pazienza che Lysandre torni a casa. Sono sposati da tanti anni, non riesce proprio a ricordare quanti, e sa bene che a momenti lui busserà alla porta (si dimentica sempre le chiavi, da incorreggibile smemorato qual è), si scuserà per la propria sbadataggine, quindi la saluterà con un bacio e le chiederà cos'ha preparato per cena.

Accidenti, la cena!

Si alza di scatto, soffocando una mezza imprecazione quando le ginocchia, ancora doloranti da prima, protestano.

C'è poco tempo e ormai crede di potergli cucinare solo una frittata veloce. Meglio di nulla.

La frittata è pronta, un po' bruciata perché ad un certo punto l'ha dimenticata sul fuoco, ma crede sia mangiabile.

Di suo marito, tuttavia, nessuna traccia.

Ricontrolla il cellulare, che però non segnala nessun nuovo messaggio.

"Amore, dove sei finito? Sei in ritardo e la cena è pronta."

Scrive. Invia. Uno strana angoscia le attanaglia la bocca dello stomaco.

Il quaderno, i vestiti, i conigli, il ritardo... Lysandre non le risponde ancora. Perché?

Sono sposati da così tanto (da quanto?)... Eppure non si era mai comportato così. Si chiede se abbia fatto qualcosa di sbagliato. Oppure è successo qualcosa al suo Lys?

Cerca di non pensarci, ma i minuti passano e diventano mezzora, poi un'ora, poi due ore e di lui nessuna traccia.

"Amore, inizio a preoccuparmi."

"Amore, chiamami appena puoi."

"Amore, hai perso ancora il cellulare?"

"Amore, c'è qualcosa che non va?"

"Amore, mi diresti se c'è qualcosa che non va, vero?"

Due ore e mezza dopo, una lacrima le solca la guancia. Se n'è andato? Perché?

Lei lo ama, credeva che anche lui...

Qualcuno bussa alla porta.

Corre ad aprire ignorando il dolore fisico.

Lysandre le sorride, ma il suo sorriso si spegne appena scorge le sue lacrime.

- Ehi - mormora entrando in casa. - Che succede?

Lei lo abbraccia. - I tuoi vestiti sono spariti, così come i conigli e tu... Tu non rispondevi al cellulare. Pensavo mi avessi lasciata - ammette soffocando un singhiozzo.

Lui la stringe, cullandola dolcemente. - Non potrei mai lasciarti. Il mio cellulare è rotto, non ricordi?

Rotto? Ah, l'aveva rotto due giorni fa.

Che idiota.

Se n'è dimenticata.

Sente cedere le gambe per il sollievo. Lysandre se ne accorge e la conduce verso la loro camera, aiutandola a sdraiarsi sul letto.

- Stamattina ti ho lasciato un biglietto sul comodino - prosegue indicando il foglietto con la mano. - Ho scritto che sarei tornato tardi.

Ora se ne ricorda. L'avevo letto solo poche ore prima, eppure l'aveva completamente scordato. 

Com'è possibile?

Com'è...

D'improvviso rammenta e la rivelazione le mozza il respiro.

I vestiti: Lysandre li ha dati via, tutti quanti, e se n'è comprati di più semplici. L'ha fatto per lei, perché faticava ad occuparsi dei suoi appariscenti vestiti vittoriani.

I conigli: Lysandre li ha regalati ad alcuni bambini del vicinato. L'ha fatto per amor suo, perché sapeva bene quanto tempo impiegasse a pulire tutte le gabbie e sfamarli.

Il quaderno: Lysandre se n'è disfatto anni fa, dopo che, per cercarlo, hanno litigato furiosamente e rischiato di lasciarsi. Ha detto che non voleva mai più rischiare di perderla per una sciocchezza simile.

Sono sposati da cinquantaquattro anni, tre mesi, sei giorni.

I suoi dolori dipendono dalla vecchiaia.

Lei spesso dimentica.

A causa degli anni, dimentica tutto. Continuamente.

Non come succede e succedeva a Lysandre: la sua è una malattia.

Ogni giorno è un po' più difficile ricordare, ogni giorno lei è un po' più persa.

Lysandre, però, le rimane a fianco.

Lysandre si occupa di lei, ripetendo ogni sera le stesse parole, come una cantilena, sperando che così lei non dimentichi.

Ripete anche ora, rassicurandola dolcemente. - Non importa se dimentichi, ricorderò io per te - dice carezzandole il viso, incurante di tutte le rughe. - Tu l'hai fatto tanti anni per me, quando eravamo più giovani. Ora è il mio turno - s'interrompe per stringere la sua mano sottile fra le proprie. - L'unica cosa che non devi scordare mai, mai, è che io ti amo. Capito? Ti amo e non ti abbandono.

La guarda con una tale intensità, un tale amore e una tale disperazione che lei sente stringersi il cuore.

- Mi ami- ripete, e lui annuisce. -E io amo te - Conclude lei baciandogli il dorso di una mano.

Chiude gli occhi.

Si dice che questo è tutto ciò che deve ricordare.

Lei è sposata con Lysandre.

Lo ama e lui la ricambia esattamente come il primo giorno che si sono conosciuti.

Eppure...

Possibile che dopo tutti questi anni, non saprebbe neppure dire quanti, lui dimentichi ancora cose tanto fondamentali?

 

Note dell'autrice: e questo è quel che succede quando parto con l'idea di scrivere una one shot comica... O___O''

Tralasciando la mia coerenza, ci tengo a far sapere che la seguente parte del testo mi è stata suggerita da Kiritsubo durante una messaggiata su Skype:

"Amore, non vorrai mica usare la lavatrice, vero? Guarda che è tutta seta!

Ricordati il detergente alla vaniglia del Guatemala!

Inamida il colletto con Mr. Appretto Facile.

I polsini stirali bene, che l'ultima volta faticavo ad allacciarli!

Già che ci sei mi lucideresti anche i gemelli? Ma con quella cera speciale..."

Fottiti, Lysandre. Tu, e tutte le tue camicie da frocio vittoriano!

Arigatou Kiri-senpai! U_U

In quanto a voi lettrici, perdonate la pesantezza di questa one shot che non mi soddisfa ma era in cantiere da questa estate quindi o la pubblicavo o mi davo all'ippica.

 

  
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