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Autore: tini fray    04/01/2015    3 recensioni
TRATTO DAL 18esimo CAPITOLO
"Alec sorrise in modo beffardo e lo stregone non riuscì a ribattere quando si avvicinò lentamente fronteggiandolo.
Il cervello di Magnus aveva staccato la spina ed era andato alle Hawaii con un volo diretto da Idris.
Alec non sembrava... Alec."
Ambientato alla fine di COLS.
E se nuove persone entrassero a fare parte della vita del cacciatore moro e Magnus, geloso più che mai, non fosse più così sicuro della sua decisione?
Malec/Clace/Sizzy
SPOILER DI TMI E DI TID
*FANFICTION IN REVISIONE DAL PRIMO CAPITOLO*
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Jace Lightwood, Jonathan, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Sentì la mano che stringeva la sua irrigidirsi.
Era  troppo stanco per aprire gli occhi, le palpebre non avevano intenzione di rialzarsi, come se avesse corso per kilometri e kilometri e in quel momento si ritrovasse senza forze.
Fece un piccolo resoconto della situazione.
Aveva percezione delle sue gambe, della sua testa, anche se la sentiva leggermente pulsare.
Aveva percezione delle sue braccia, e di quella mano...
Quella mano intrecciata alla sua che adesso sembrava bruciare.
Sentì uno sbadiglio propagarsi all'interno della stanza e percepì le dita della mano, che era intrecciata alla sua, contrarsi leggermente.
Percepì la temperatura della mano, e di conseguenza del braccio e di tutto il corpo, salire gradualmente, come se da quella mano si stesse propagando una carica di energia termica incontrollabile.
Riuscì finalmente ad aprire leggermente gli occhi, e si sentì sollevato nello scoprire che la stanza non era illuminata, se non dalla luce che filtrava dalle tende chiuse.
Si guardò intorno e finalmente scoprì a chi apparteneva quella mano che gli aveva restituito l'energia che bramava tanto.
Alexander Lightwood.
Il ragazzo lo osservava senza guardarlo davvero, e quasi sussultò quando si accorse che Jonathan si era svegliato e l'aveva scoperto mentre si perdeva nella sua mente.
A Jonathan era sempre piaciuto avere gli occhi delle persone addosso, qualsiasi cosa potessero pensare di lui : rabbia, ammirazione, odio o semplice curiosità.
Ma stranamente, mentre Alec lo guardava, realizzò inconsapevolmente che l'unico sguardo che voleva avere su di sé era quello del ragazzo.
I sentimenti che provava mentre guardava la mano del Lightwood stringere la propria lo stavano inebriando.
Non avrebbe mai pensato di potersi mai sentire in pace con il mondo, non in quel modo, non in quel momento.
Quasi per un attimo aveva dimenticato che, al di fuori di quella porta, delle persone assetate di vendetta non vedevano l'ora di vederlo uscire per poterlo fare fuori con le loro stesse mani.
Eppure guardando Alec, o meglio, il modo in cui il moro lo osservava, non riusciva a pensare che qualcuno avrebbe potuto volerlo morto.
Il ragazzo lo trattava come se fosse una gemma rara, che andava protetta a tutti i costi.
Eppure Jonathan non se ne capacitava, cosa aveva fatto di così magnanimo per poter ricevere quelle attenzioni da un angelo del genere?
Sentì le guance pizzicare leggermente quando si accorse di aver osservato abbastanza a lungo Alec da poter apparire maleducato.
Lo capì dagli occhi del Lightwood che scappavano dai propri, osservando il pavimento, mentre i capelli gli coprivano il viso nascondendo il lieve rossore che andava a colorargli le guance.
Sorrise, spontaneamente. Non uno di quei sorrisi malvagi, tirati o maliziosi.
Un sorriso che non pensava potesse appartenere a lui.
Sentì il bisogno di dire qualcosa, per rompere quel silenzio.
Ma, quando il suo sguardo si poso sul volto in penombra del Lightwood, capì di aver trovato un bel passatempo: Alec.
Si era appena reso conto di quante sfumature di blu potessero contenere quegli occhi giovani ma allo stesso tempo provati.
Eppure adesso apparivano scure, le sue iridi.
Quasi il colore di un mare in tempesta, o dell'oceano.
Quando comprese di stare facendo pensieri non molto convenzionali decise di doversi distrarre.
"Quanto ho dormito?"
Avrebbe potuto pensare a qualsiasi altra domanda, eppure quella gli era apparsa la più consona.
Alec alzò la testa e sorrise alzando leggermente un lato della bocca, e Jonathan capì di essere finito quando quegli occhi così stupefacenti incrociarono i suoi mandando scariche elettriche su tutto il suo corpo.
Pensò di essere impazzito.
Tutti quegli strani sentimenti portavano ad una sola soluzione: era letteralmente andato fuori di testa.
Si chiese se ad Idris avessero qualche buono psicologo, quelle persone in cui i mondani si rifugiano per essere ascoltati e per avere un supporto morale, anche se finto.
Ne avrebbe avuto realmente bisogno, avrebbe avuto tante cose di cui parlare.
"Svenuto, casomai." Disse Alec mentre si sistemava meglio sulla sedia che occupava, una sedia molto scomoda, a detta di Jonathan. "Sei rimasto svenuto per un 23 ore, all'incirca".
Jonathan quasi fu tentato di chiedergli da quanto tempo fosse lì.
Lo sguardo di Alec saettò sulle loro mani intrecciate e ritrasse la sua, cercando di non arrossire, tentativo miseramente fallito.
Jonathan vide la stanza diventare più scura, e quasi ebbe un brivido quando non sentì più il calore della mano di Alec nella sua.
Con un'alzata di spalle cercò di mandare via quei pensieri.
Si infilò sotto le coperte, che sicuramente dovevano essere calde ormai, ma lui non riusciva a sentire quel calore flebile.
Niente in confronto a quello della mano di Alec.
Il biondo fece per aprir bocca ma Alec fu più veloce.
"Come.. stai?" Chiese titubante il moro, lasciando i suoi occhi vagare sul volto di Jonathan.
"Bene" rispose, fin troppo velocemente Jonathan "benissimo direi" aggiunse, per apparire più credibile.
Jonathan vide Alec mordersi il labbro inferiore e si chiese quale fosse stata l'ultima volta in cui aveva visto qualcosa di così...
Così cosa?
Si chiese anche da quando Alexander Lightwood fosse diventato così interessante.
La pelle bianco latte che risplendeva nel buio insieme a quegli occhi che luccicavano come zaffiri illuminati dall'interno, le labbra rosse, come quelle della sorella, ma più sottili.
Forse era stato troppo impegnato a voler distruggere la sua razza per prestare attenzione alle piccole bellezze come quelle.
Stava impazzendo, davvero.
Oppure...
"Non è vero".
Jonathan, che era scomparso nei suoi pensieri, notò che Alec aveva parlato.
Non fece in tempo a rispondere che Alec aveva ripreso parola.
"Il tuo dolore non è fisico, piuttosto morale" disse quasi sovrappensiero Alec, il biondo lo osservava come ipnotizzato.
Alec si alzò ed aprì le ante dell'armadio di lato a letto e perlustrò alla ricerca di qualcosa.
Ne uscì con una coperta di lana bianca, enorme.
Jonathan sentì le gambe fremere mentre il Lightwood si sedeva accanto a lui , nel letto, e copriva entrambi con la coperta.
Nel sistemarne i lembi, la mano di Alec sfiorò quella di Jonathan e nel braccio di quest'ultimo il calore provato prima tornò, però più debole.
Il biondo alzò lo sguardo sul viso di Alexander e i suoi occhi neri incrociarono titubanti quelli blu del ragazzo.
"Tutto bene?" Chiese Alec sottovoce sfiorando la spalla di Jonathan cercando negli occhi dell'altro un qualsiasi segno di debolezza.
Lo sguardo caldo del Lightwood non lo tese, come aveva pensato, molte volte, piuttosto lo rilassò.
"Bene, si" rispose sinceramente Jonathan "ora si".
Alec sorrise poggiando la mano sulla guancia di Jonathan.
Quest'ultimo sentì le guance pizzicare e si chiese quando mai si fosse sentito così apposto.
Non si sentiva l'assassino che tutti volevano uccidere, non si sentiva l'abominio che aveva creato Valentine, non si sentiva un errore, come molte volte aveva pensato.
Si sentiva solamente... Jonathan.
Jonathan, quel ragazzo felice che viveva con sua sorella, sua madre e suo padre, in una villa nelle campagne di Idris.
Quel ragazzo che ogni giorno faceva ridere la sorellina, giocava con lei e la ammirava mentre disegnava, o che si faceva ammirare mentre tirava ai bersagli.
Quel ragazzo che aveva tanti amici ed era socievole con tutti, che non aveva paura di fidarsi con facilità di qualcuno.
Quel ragazzo che amava tutti e che tutti amavano.
Quel ragazzo che non esisteva.
Sentì gli occhi pizzicare, stranamente, non aveva mai provato questa strana sensazione.
Come se avesse un groppo in gola, come se la vista gli si appannasse da un velo semitrasparente quasi fino a non farlo vedere.
Sentì delle gocce cadergli sulle guance e si disse, siamo al coperto, come può piovere?
Poi sentì le mani di Alec sfiorare gentilmente i lati del suo viso.
"Hey.." Lo richiamò il moro con voce calma, come a risvegliarlo da un incubo "Jonathan, stai piangendo?".
Stai piangendo?
Allora era questo quello che provava, non era malato.
Stava piangendo.
Sentì la mano di Alec aprirsi sulla sua guancia come a cullarlo.
Jonathan aprì a forza gli occhi che tentavano di rimanere socchiusi e li fissò in quelli del Lightwood e senti il suo cuore sobbalzare.
Nero.
Alec socchiuse le labbra e le senti tremare.
Verde.
La porta della stanza si spalanco e in un impeto entrò Jia.
Sembrava aver fretta, molta fretta.
Senza degnarli di un saluto o di una domanda cortese impose immediatamente le sue condizioni.
"Alzati immediatamente, non abbiamo molto tempo" disse fredda e distaccata ad Alec, ancora scosso da quello successo prima.
Aprì la bocca come per contestare ma Jia fu più veloce: "Recati nella biblioteca il prima possibile".
Detto questo uscì dalla stanza lasciando i due ragazzi titubanti e scossi.
 
 
 
Angolo delle crazy:
Iniziamo implorando perdono.
Non abbiamo aggiornato per due o tre settimane (?) e ci sentiamo dei mostri.
Purtroppo le feste, i compiti delle “vacanze” e il pandoro ci hanno distrutte.
Speriamo che questo non influisca sul seguito che ha la storia perché stiamo entrando proprio nel cuore della fan fiction.
Questo capitolo potrebbe essere inteso come capitolo di passaggio, ma alcuni dettagli sono molto importanti e vi prego di non trascurarli. Il capitolo non è certamente tra i migliori perché non abbiamo avuto tempo di riguardarlo ma non potevamo farvi aspettare molto, in particolar modo perché con il rientro a scuola gli aggiornamenti si faranno ancora più di rado.
Speriamo che vogliate ancora seguirci dopo tutto questo.
Alla prossima.
-Tini e kiakkiera
  
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