-
Gardis, andiamo,
svegliati!
Karen scosse la testa come
se fosse impossibile tirare giù dal letto la bionda, al momento scomposta e con
le coperte di traverso
-
Hestia! – gridò spaccando i timpani a Jeff che passava per
caso di lì – non si vuole svegliare! Che faccio?
-
Reazione di
rifiuto – citò lei ed entrò facendo svolazzare i capelli scuri – dai Gardis,
svegliati! Devi cominciare a prepararti!
Per tutta risposta la
Malfoy abbracciò il cuscino e si girò dall’altra parte dando loro le spalle
-
FitzOsbert mi aveva raccomandato di fare presto – mormorò
colpevole la piccola Longbottom tormentandosi una
ciocca dorata
-
Quel viscido topo
di fogna! – sbraitò Potty1 ricordando che erano pure usciti insieme per la
bellezza di una settimana e tre giorni – se aspetta non cascherà il mondo, deve
smetterla di credersi chissà chi! Eppoi il pubblico aspetterà se saprà che lei
entrerà in scena comunque, non c’è fretta…
-
Ma che facciamo?
Uscirono dalla stanza e si
avviarono di sotto rimuginando su una soluzione; Leonard, che non si era ancora
degnato di presentarsi all’appello del regista del club teatrale, passò davanti
a loro
-
Malfoy, ferma un
attimo! – gli urlò dietro la mora alzando la mano, quello si fermò e attese
salutando con un cenno Karen che, grazie al cielo, la sera prima non era andata
a tormentarlo e così lui aveva potuto trascorrere una notte tranquilla insieme
alla sorella di lei.
-
Cosa volete? –
chiese lui che, più si avvicinava l’ora della rappresentazione e più non aveva
voglia di farsi vedere agghindato da Capitan Uncino
-
Tua sorella non
vuole svegliarsi, dorme come un sasso
-
Non sappiamo più
che fare! – protestò Karen
-
Lasciatela
dormire – rispose tranquillo lui
-
Ma deve
cominciare a prepararsi! – lo interruppe la piccola Potter – dacci una mano
-
Andate a cercare
Christopher, è l’unico a cui darebbe retta, certo non si degnerà di alzarsi dal
letto solo perché glielo chiedo io…
Le due si incamminarono
alla ricerca del moro
-
E quando lo
vedrete, ditegli che devo parlargli!
Annuirono, poi la bionda
chiese all’altra di aspettarla un secondo e andò a confabulare con il fratello
maggiore della loro migliore amica, pareva impacciata mentre parlava e gli
chiedeva con chi andasse al ballo di quella sera
-
Gli attori non
devono avere dame – rispose lui. In realtà non riusciva ancora a confessarle
che lui e sua sorella avevano una storia piuttosto seria nonostante lei lo
andasse a trovare ogni notte.
Gardis l’aveva messo in
guardia che sarebbe stato difficile e non perché la verità fa sempre male,
quanto perché si sentiva come se stesse pugnalando qualcuno alle spalle perché
gliela facevano proprio sotto il naso senza che sospettasse nulla e in più lei
era così dolce e innocente che non si riusciva ad essere giusti, cioè brutali,
con lei.
Era stata Ciel a chiedergli
di aspettare perché non si sentiva ancora pronta, ma… se non gliene avesse
parlato, quella sera lei avrebbe provato sulla sua pelle cosa si prova ad
essere traditi dalla propria sorella maggiore.
Imbarazzata la Longbottom chiese scusa e si allontanò nuovamente.
* * *
Christopher, come appresero
da un volenteroso Corvonero che aveva parlato col
fratello Lachlan, era ancora nella sua stanza e non ne era uscito, gli chiesero
di chiamarlo, ma sembrava che neppure lui avesse molta voglia di addentrarsi
nei corridoi della scuola.
Sembrava ieri che aveva
incontrato Rago per la prima volta, eppure era già
passata più di una settimana… e non ci aveva riflettuto molto nonostante fosse
un problema di proporzioni ciclopiche.
La sua mente gli suggeriva,
come al solito, di allontanare Gardis e di dedicarsi a Rago,
un demone, almeno, non avrebbe potuto soffrire per le angherie che le sarebbero
toccate, ma… la Regina dei Demoni si era rivelata un tipo niente affatto babbeo
e sapeva leggergli dentro come credeva riuscissero a fare solo la biondissima Gryffindor e sua sorella Izayoi: avrebbe accettato di stare
con lui sapendo che era innamorato di un’altra?
Pareva troppo fiera ed
orgogliosa, come una vera regina, per acconsentire a questo.
Per tanto che riflettesse,
non riusciva a trovare una soluzione: chi diamine possedeva l’anima dannata di
quella femmina di demone? All’apparenza solo due persone, Gardis e Izayoi, ma
se era vero che la personalità di Rago prendeva il
sopravvento, quella che si manifestava era della regina, non della persona che
conosceva, quindi, ipoteticamente, poteva ancora essere chiunque, dalla più
subdola serpe alla più remissiva tassorosso.
E non lo aiutava pensarci
all’ultimo momento.
Certo, Rago
gli aveva detto che la persona che custodiva l’Anima Azzurra aveva un potere e
una personalità così forti da oscurare addirittura la sua e lui sapeva che non
poteva essere Izayoi: era dunque Gardis?
Più che una conclusione
sembrava la risposta a tutti i suoi problemi che il cuore gli suggeriva. E la
meno probabile perché quella sera che l’aveva vista la prima e unica volta
Gardis era sconvolta ed era fuggita nella sua Torre, dove era rimasta tre
giorni, a piangere per colpa sua.
Rago, stranamente però, conosceva più pasticci di quella
scuola di quanto osasse immaginare: sapeva di Leonard, sapeva che era un
bastardo, sapeva che aveva litigato con Gardis, sapeva che ne era innamorato
senza che dicesse una parola. Come faceva?
-
Christopher, ti
prego, sono Hestia! – urlò qualcuno da dietro la
porta – tu e Gardis dovreste essere già in sala prove, ma non c’è nessuno degli
attori principali, Malfoy… - e con quello si riferiva a Leonard, nonostante la
sua migliore amica si chiamasse così – è a farsi un giro per la scuola e Gardis
sta ancora dormendo! Ti prego aiutaci e tirala giù dal letto, non si sveglia
neppure con le cannonate!
Sorrise, Gardis era proprio
un bel problema, sotto molteplici punti di vista.
Scese dal letto e si
preparò per andare da lei
* * *
-
Chi ha disegnato
le copertine?
In prima fila di fronte al
palcoscenico, assieme ad alcuni altri professori, Blaise
stava chiacchierando con Seraphin e il professor
Springfield, ex compagno di scuola di Fin.
-
Non lo so –
rispose il secondo - Credevo che il protagonista di “Peter Pan” fosse Peter
Pan, ma evidentemente mi sbagliavo…
-
Non
preoccupatevi, è solo una trovata pubblicitaria – intervenne Rudiger che stava sistemando gli ultimi ospiti prima di
andarsi ad occupare del suggerimento delle battute
-
Sarà… ma perché
Gardis e Karen devono stare in copertina conciate in questo modo?
Il moro gli porse uno dei
volantini di pergamena la cui parte superiore, come si rispettava per ogni
libretto d’opera, era occupata dalla locandina che ritraeva una Wendy in camicia da notte piuttosto deshabillé nell’angolo
inferiore, una Trilly svolazzante per la carta a cui
spuntavano le mutandine dalla gonna corta e le calze autoreggenti in quello
superiore e, al centro, un affascinante Capitan Uncino biondo e un Peter Pan
moro
-
Mi stupisce che
Gardis si sia prestata a farsi ritrarre così – commentò ancora Seraphin
-
Che ci vuoi fare
– rispose pacato il Prefetto di Serpeverde – la
grafica fa miracoli…
Era evidente, soprattutto
visto che nessuno dei quattro protagonisti approvava quell’illustrazione. Karen
diceva che era troppo formale, Gardis che era oscena, Leonard che non metteva
in risalto i protagonisti (e che suo padre non avrebbe mai dovuto vederla) e
Kitt che lo avevano disegnato troppo grande.
Dietro le quinte i
protagonisti della vicenda erano alle prese con gli ultimi preparativi: FitzOsbert aveva deciso all’ultimo momento che la sua Trilly dovesse portare una coda di cavallo alta e,
chiaramente, il Prefetto del Grifondoro ne aveva per
l’anima di farsi tirare i capelli fino a morire di dolore, tantomeno poi di
piantarsi nel cranio quel fermaglio a forma di farfalla. Al momento stavano
ancora litigando accanto ad una scala dalla quale, probabilmente, il presidente
del club teatrale sarebbe presto caduto giù in maniera più o meno casuale.
Leonard, assieme ad alcuni
suoi compagni, si stava sistemando il pizzo dei polsini sostenendo che la
fattura era decisamente pessima e che avrebbero dovuto sostituirlo, gli altri
lo guardavano perplessi, soprattutto perché a loro erano capitate maglie a righe
e pantaloni sbrindellati, per saltare vistosamente su bende e gambe di legno
della patetica ciurma del capitano
-
Siamo fortunati,
almeno non ci è toccato fare gli indiani – borbottò qualcuno grattandosi dove
le cuciture prudevano
-
Infatti. Chi ha
creato questa nave? È un portento! – ribattè l’altro
– ne voglio una anche in casa mia! E cos’è quella sirena là davanti?
-
È una polena,
idiota, una POLENA – rispose acido il Caposcuola verde argento
-
Figo!
-
La voglio anche
io!
-
È una scultura da
navi, cretino, non una bambola – gli disse Blaze
sistemandosi le perle nei capelli, a lei era toccato il ruolo di una delle
sirene
-
Hestia ha fatto proprio un bel lavoro con la Jolly Roger,
vero? – chiese una delle sorelle Longbottom, anche
lei alle prese con conchiglie e altri fermagli
-
La Jolly Roger?
Credevo che si chiamasse GoingMerry! – protestò una
delle serpi all’indirizzo della sprovveduta ragazza
-
Ma no, scemo, si
chiama Merryweather!
-
Ma non l’hai mai
letto il libro? – s’informò un altro – è Jolly Roger!
-
No! È Going Merry!
-
Ma va’! Lo sanno
tutti che la nave di Capitan Uncino è l’Olandese Volante!
-
Ma sì, allora
perché non la Perla Nera – rise alle loro spalle Lillis
mentre questi cominciavano una discussione sul nome della nave del pirata
Christopher continuò a
grattarsi la schiena visto che l’edera rampicante che ricopriva la sua maglia
gli prudeva terribilmente, pazienza, c’era a chi era andata peggio, Montague, travestito da coccodrillo, aveva provato la parte
mille e una volta, ma non era ancora riuscito a spaventare a dovere Capitan
Uncino e, ogni volta, se ne andava con la coda tra le gambe (più o meno
metaforicamente) ad una occhiata seccata del giovane Malfoy; il suo costume
ingombrante da coccodrillo gli calzava a pennello, specie per la taglia,
sfortunatamente la sveglia che gli avevano legato sulla testa aveva terminato
l’opera del suo rincitrullimento completo visto che,
con molta nonchalance, Gardis gliela aveva fatta suonare in testa almeno una
dozzina di volte.
-
Longbottom! – disse FitzOsbert
mollando momentaneamente Gardis che ne approfittò per tirarsi su le calze per
l’ennesima volta – sei Wendy o la nonna di
Cappuccetto Rosso? Levati immediatamente quello scialle dalle spalle!
-
Ma ho freddo! –
protestò Karen stringendo la lana violetta intorno alle spalline della camicia,
ovviamente il colore lasciava intuire la provenienza della lana – dopotutto
siamo a dicembre!
-
Ma rovini tutto
l’effetto! Lachlan! – gridò poi vedendo passare il fratellino di Chris – cosa
fai con quella bombetta in testa? Doveva essere un cilindro! Hai capito?
CILINDRO!
-
Datti una calmata
FitzOsbert, ne ho piene le tasche delle tue urla – la
faccina seccata di Gardis si adattava perfettamente alla scena di gelosia dello
spettacolo, peccato che al momento stesse stritolando la spalla dell’altro
-
Gardis, dove
l’hanno pescato quel completino? Rischi di diventare il sogno proibito di metà
della scuola – le sorrise Kitt vedendola per la prima volta con gli indumenti
addosso e cercando di posticipare il linciaggio del presidente
-
Chiudi il becco
Kitt, ho la luna storta, è chiaro? Al momento sono più irritabile di un lupo
mannaro…
-
Gardis Gardis… - Rudiger scosse la testa
comparendo dal nulla dietro di loro – perché non leggi mai il messaggio
subliminale?
-
Ma tu non eri ad
occuparti degli ospiti?
-
Beh, c’è bisogno
di me anche qui… eppoi lo può fare benissimo qualcun
altro. – aggiunse con menefreghismo e un’alzata di spalle - Ad ogni modo, ciò
che Chris voleva dirti è che conciata così sei il SUO sogno proibito – il
biondo battè una mano sulla spalla del compagno, la
piccola Malfoy si affrettò ad arrossire borbottando un “smettila di dire
cretinate”
-
Veramente io
volevo dire ciò che ho detto – fu la risposta del Corvonero
-
Tu vieni con me
che facciamo un discorso tra maschi… scusaci un momento – e se lo portò via
-
Ok, dieci minuti
e si va in scena! Dov’è quello che fa il cane?
Il povero studente
travestito da cane tuttofare apparve e si affrettò ad infilarsi la maschera con
la testa e il grosso fiocco che gli girava intorno alle orecchie.
-
Spero solo che
non muoia nessuno – fu l’ultima frase della giovane Gardis prima di scomparire
al suo posto, mentre il sipario rosso si sollevava lentamente
Presentandosi al pubblico, FitzOsbert abbozzò un inchino e spiegò brevemente e con
enfasi i motivi che li avevano spinti a scegliere quella determinata opera
anziché qualcos’altro. La platea lo applaudì svogliatamente gridandogli di
levarsi dai piedi e di mandare in scena lo spettacolo: il pubblico era
equamente diviso tra chi voleva vedere Leonard, chi non aspettava altro che
l’entrata in scena di Karen e la sua camicia e quelli che, invece, attendevano
da mesi l’ingresso della bionda Malfoy nei panni succinti di Trilly. La sala era gremita.
La camera da letto dei tre
ragazzi: Wendy, John e Michael prese magicamente
forma dietro le spalle del presidente del club mentre Nana faceva il suo
ingresso portando sulla testa con pacco di lenzuola.
Karen, poco adatta al ruolo
di sorella maggiore, ma perfetta nella sua camicia azzurrina, fece la sua
comparsa dopo che il cane ebbe lasciato la scena, mise a letto i fratellini e
si sedette sul letto di Michael rimboccandogli le coperte e levandogli da sotto
il braccio un libro di favole, posandolo poi sul comodino.
Cominciò il suo monologo
dove il pubblico venne proiettato nei dubbi di una ragazza che sta per
diventare signorina e che non vuole crescere, che vorrebbe raccontare favole di
Peter Pan per sempre.
La finestra prima chiusa
dietro di lei si spalancò di colpo lasciando entrare, volteggiando con una
magia, Christopher travestito da ragazzo che non vuole crescere.
Sfoggiando il sorriso più
birircchino che ricordasse, il moro fece due o tre giri per il palco e si fermò
accanto all’altra attrice cominciando con la sua sfilza di battute e narrandole
delle favolose avventure che potrebbe vivere sull’Isola Che Non C’è, il posto
incantato dove lui abita assieme agli altri Bimbi Sperduti.
-
Ma tutto questo è
impossibile senza l’aiuto della mia preziosa fata: Trilly!
Si trattenne il respiro.
Dal fondo della platea,
Gardis fece la sua comparsa spolverando i presenti di brillantini luccicanti
che le davano quel tocco magico, sorrise gioiosa, anche se, come aveva temuto,
la gonna era troppo corta.
Con un gesto fluido e
leggero, si andò a posare accanto a Peter e a Karen sfoggiando la sua aria
altezzosa circa l’usare la Polvere di Fata così alla leggera.
L’ingresso della bionda fu
accompagnato da fischi e grida di approvazione mentre la Vicepreside, in prima
fila, aveva uno strano tic alla guancia che non lasciava presagire nulla di
buono per le verifiche al rientro dalle vacanze.
-
Siamo sicuri che
quella sia Gardis? – domandò Seraphin sorridendo
sorpreso
-
Spero solo che
suo padre non debba mai vederla conciata così o è la volta che la nostra
amicizia si dissolverà assieme alla mia morte – fece notare Blaise
-
Immagino che
anche Leonard sia piuttosto nervoso…
-
Lo spero per lui,
voglio proprio sapere cosa gli è saltato in mente di mettere in scena uno
spettacolo porno!
-
Non fare tanto il
santarellino, non voglio sapere cosa avresti messo in scena tu quando
frequentavi ancora Hogwarts! – lo rimbeccò Aisley
-
Io e Draco ci facevamo gli affari nostri
-
Ma davvero?
Perché allora mi giungono strane voci a proposito di varie ragazze… Clothilde, Martha Spencer… - intervenne la fidanzata del
moro
-
Buona Aisley, - la rabbonì Seraphin
come si fa con un cane che ringhia - Gardis sa badare a se stessa, penso che se
ne occuperà da sola di uccidere qualcuno
-
Quello che mi
dispiace è che non sarò presente – bofonchiò lei levandosi un boccolo dalla
guancia – tutte le ragazze dovrebbero essere come lei
Seraphin le accarezzò appena la testa e l’abbracciò
-
Segui lo
spettacolo – aggiunse
Nel frattempo metà del cast
era svolazzante per il palco compresi i due attori che facevano la parte dei
fratelli Darling e si stavano dirigendo verso la seconda stella a destra e poi
dritti fino al mattino; le coordinate specifiche dell’Isola Che Non C’è erano
invece chiare nella mente di quei ragazzini.
Con una magia la visibilità
del palco venne oscurata mentre si spostava l’ingombrante scenografia e, alle
loro spalle, compariva la nave di Capitan Uncino, qualunque fosse il suo nome,
assieme al capitano e alla sua ciurma di bucanieri intenti ad affilare spade e
a oliare moschetti
-
Direi che i serpeverde ci stanno alla grande a fare i pirati babbioni – celiò Fin che era ancora un orgoglioso Grifondoro
-
Ti voglio
ricordare che anche IO sono stata una serpeverde – fu
l’algido commento della ragazza Zabini accanto a lui
-
Sì, me n’ero
accorto – le sorrise alzando un sopracciglio e Aisley
lo fulminò con gli occhi blu mentre le sue labbra si piegavano in un sorriso
piuttosto sadico – ora segui lo spettacolo – per la seconda volta.
Che Leonard fosse un attore
nato era implicito nella sua natura di Malfoy, di vampiro e di serpeverde, solo che, più che un rozzo lupo di mare
assomigliava ad un affettato cortigiano elisabettiano… confrontato con la sua
ciurma poi…
Iniziò con la sua sfilza di
battute vagando per il ponte dell’imbarcazione e facendo attenzione ai piedi
dei suoi uomini allungati in maniera svaccata sul palco, uno si beccò anche un
calcio, ma il comportamento rude si confaceva alla perfezione con il suo ruolo.
Il suo ingresso sul palco
nei suoi abiti settecenteschi e tutto il suo charme fu accompagnato da grida
disumane da parte delle ragazze della scuola che lo salutavano con le lacrime
agli occhi, alcune, dal fondo, sollevarono uno striscione recitante “Sei il
Capitano del nostro cuore” e incominciarono a cantare “I honestly
love you” di Olivia Newton John, Hagrid
fu costretto ad intervenire e farle tacere per fare in modo che lo spettacolo
andasse avanti.
Il biondo rivolse a quelle
pazze invasate un’occhiata sprezzante mentre ricominciava da capo la battuta
con aria seccata
-
Che tu ricordi,
tu e zio Draco avete mai avuto tanto successo? –
chiese maligno Seraphin al suo vicino; Blaise si affrettò a tossicchiare
-
Non sono cose di
cui si può palare in pubblico – si scusò rammentando i bei vecchi tempi
Dalle quinte arrivò il
suono del tanto famoso orologio che il coccodrillo aveva ingoiato molto tempo
prima e, quando Montague fece la sua comparsa
travestito da rettile obeso, strisciando a fatica sul pavimento, la platea
proruppe in una risata collettiva alla quale tutti, anche i prof, si lasciarono
andare.
Il ragazzo si affrettò ad
arrossire e, alzando gli occhi al cielo all’idiozia del suo compagno, Leonard
cercò di fare la faccia più impaurita che potesse, anche se era un po’
difficile spaventare un vampiro, visto che sarebbe bastato semplicemente
mostrare i denti alla folla che tutti si sarebbero gelati nei loro posti per
poi lanciarsi in una reazione di panico collettivo.
Fu allora che,
volteggiando, i tre fratelli Darling e Peter, accompagnati dalla fedele e
gelosa Trilly, ritornarono in scena scatenando il
putiferio sulla nave mentre i pirati si preparavano al contrattacco, un cannone
di cartapesta, opera del club artistico, apparve alle loro spalle e due serpeverde lanciarono addirittura una palla che esplose poi
in mezzo alla sala, mancando clamorosamente il bersaglio e riversando sugli
spettatori una pioggia di coriandoli bianchi e neri; in verità avrebbero dovuto
mirare molto più in alto, ma erano stati terribilmente tentati di beccare in
faccia la McGranitt o la Sprite e, all’ultimo
momento, era troppo tardi per cambiare la traiettoria.
A Zabini
scappò un sorriso che la ex prof di Trasfigurazione si affrettò a gelare con
un’occhiata che lo fece sedere ritto e composto nella prima riga di poltrone.
Fu poi la volta della scena
delle sirene, Trilly, gelosa di Wendy,
era andata ad istigare le figlie di Nettuno alla baia, così, quando Peter portò
lì la sua nuova amica, queste le si accanirono contro tentando di strapparle la
veste.
L’arrivo in scena delle
sette sirene, appositamente pagate e cercate nel catalogo delle sette ragazze
più belle della scuola, scatenò fischi, commenti più o meno volgari sulla loro
nudità nascosta e fraseggi osceni. C’era chi, dalle ultime file, strillava di
levare quei capelli davanti, altri che avrebbero preferito che si levassero
anche quel misero pezzetto di stoffa a forma di conchiglia che FitzOsbert aveva concesso loro di indossare, tanto per non
offendere troppo il comune senso del pudore, a cui Gardis stessa aveva inflitto
una memorabile batosta.
Ma niente eguagliò le urla che raggiunsero l’apice quando in
scena comparve la tanto attesa Giglio Tigrato e fu quindi con altrettanto
stupore che gli attori si accorsero che a interpretarla era nientemeno che Rudiger! Munito di parrucca con le trecce e accuratamente
abbigliato.
Ci fu un attimo di silenzio
totale mentre si prendeva atto del vero attore e poi grida, strilli, risate e
molta confusione, grazie al cielo presa più sul ridere che sull’offensivo per
aver messo un ragazzo a fare la principessa indiana.
-
Questa non me
l’aspettavo – mormorò il Caposcuola dei Corvi mente levitava insieme a Trilly, ora capisco cosa ci faceva sempre alle prove con
noi. Ma che non si aspetti che faccia l’idiota con LUI – perché in effetti Rudiger era un lui e metà della platea femminile poteva
confermarlo e provarlo.
-
E anche perché FitzOsbert non volesse mai provare la scena…
-
Già…
Come da copione Capitan
Uncino rapisce la bella Giglio Tigrato per attirare Peter Pan in una trappola,
peccato che il ragazzo non sia poi così stupido e, con uno stratagemma, riesca
a rivoltare la frittata a suo favore sotto gli occhi affascinati di Wendy che tenta di dargli un bacio, ovviamente interrotto
dalla gelosa Trilly, per niente incline a lasciare
Peter ad un'altra che non riesce a capire il suo desiderio di rimanere per
sempre fanciullo.
La festa al campo indiano,
con tanto di bambini sperduti che ballano intorno al falò attirò molti
applausi, dopodiché il tendone si chiuse per cedere il passo al secondo atto.
Nei dieci minuti che
servivano per l’allestimento dell’altra parte dello spettacolo il pubblico si
scambiò commenti più o meno entusiasti sull’opera e sui personaggi.
Dalle file di mezzo Hestia guardò soddisfatta le sue scenografie annuendo a se
stessa per l’ottimo lavoro svolto. Accanto a lei Jeff e Jack sembravano presi
da un eccesso di risa più lungo del solito.
I suoi due, meravigliosi
fratelli.
Al sollevarsi delle scene
tutti tornarono a sedersi mentre le luci si sfumavano nel buio riportando prima
la cabina di Capitan Uncino dove aveva catturato Trilly,
al momento stazionante seccatissima in una gabbia alle sue spalle, poco serviva
dire che il broncio sul musetto della piccola Malfoy era assolutamente reale
visto che le battutine scorrete di suo fratello durante l’intervallo l’avevano
fatta davvero infuriare. Ora, con le braccia conserte e la schiena al pubblico
era nel suo.
Nel frattempo il capitano
ciarlava di piani su come catturare Peter Pan e dell’ultimo che aveva messo in
atto: regalargli una bomba.
Recitando divinamente, la
bionda si voltò verso il fratello riversandogli tutto il suo odio e cominciando
a dimenarsi nella gabbietta cercando di romperne i vetri mentre il bucaniere
usciva accompagnato dai suoi scagnozzi.
Un nuovo cambio di scena e
ci si ritrovò nell’albero cavo, tana del bambino che non vuole crescere e degli
altri bimbi sperduti, arredato sommariamente e piuttosto rozzamente.
Karen, al meglio di sé,
canticchiò una ninna nanna per parlare a quei ragazzi della mamma che non
avevano mai conosciuto o che non ricordavano e tutti quanti si commossero, chi
più e chi meno; la giovane Longbottom aveva proprio
il modo di fare di una mammina se non fosse stato per la sua bellezza molto
fanciullesca.
Leonard, da dietro la
scenografia la spiò per qualche attimo con aria grave, ma quando lei gli
rivolse la sua occhiata entusiasta si sentì davvero un verme.
Ciel, lì accanto, gli
strinse appena la mano, sapendo che non doveva provare niente di piacevole
mentre sua sorella riponeva in lui tutta la sua fiducia e loro due la stavano
facendo a pezzi.
Avevano sbagliato entrambi
e fin dall’inizio. Lei avrebbe dovuto dire a Karen che si stavano frequentando
e lui… avrebbe dovuto disilluderla subito, ora era tutto più doloroso.
I pirati di Capitan Uncino
fecero una sortita all’interno del nascondiglio prendendo alla sprovvista i
ragazzi e facendoli prigionieri, lasciando per Peter un pacchetto tutto
infiocchettato, dopodiché se ne andarono.
Nel frattempo si vide la
scena di Trilly che, finalmente, riusciva a liberarsi
dalla sua prigione e, alla velocità maggiore che le sue deboli ali le
permettevano, si diresse svelta verso Peter per metterlo in guardia dal piano
del suo nemico.
Gli occhi del pubblico
saettavano rapidi dal libretto che avevano in grembo, su cui erano segnate le
battute e la storia, e il palcoscenico dove si susseguivano rapide le scene: Trilly, informata del piano subdolo del Capitano, si lanciò
in una corsa forsennata verso l’albero nel tentativo di arrivare in tempo;
Peter stava già dimenando il pacco regalo, tutto eccitato, quando la fatina lo
raggiunse e cercò di strappare carta e nastri per mostrargli il contenuto
ticchettante che il bambino che non vuole crescere non riusciva a riconoscere.
-
Potevano
scegliere uno di più ingenuo per la parte di Peter – commentò qualcuno dalla
platea, era infatti universalmente noto che Christopher Black
fosse uno studente modello e di sicuro non si sarebbe lasciato prendere alla
sprovvista; oltretutto aveva un comportamento decisamente più maturo della sua
età anagrafica e questo era in contrasto con le caratteristiche peculiari del
personaggi di Barrie. Ma da bravo Corvonero,
quando faceva qualcosa la faceva bene e anche la sua recitazione era lodevole e
credibile.
Trilly, disperata e con sentimenti sinceri, riuscì a
strappare dalle mani dell’amato Peter il dono distruggendo mezzo nascondiglio e
rimanendo coinvolta nell’esplosione. Peter Pan, sconvolto, spostò rami ed
alberi, brande e teli alla ricerca della sua preziosa fatina che gli aveva
salvato la vita
-
Tu sei l’unica
fata che conta per me – recitò con enfasi stringendola al petto e in quel
momento metà del pubblico aveva gli occhi umidi, ciò che non sentiva, però,
erano le parole che i due attori si stavano sussurrando mentre Gardis fingeva
di non riuscire a respirare tra le braccia del ragazzo
-
Mi stanno cadendo
sia le calze che le mutandine – borbottò e per poco la sua espressione da
moribonda divenne seccata
-
Non aspettarti
che te le metta a posto
-
Dovrei obbligare
a FitzOsbert a farlo con i denti! – ribattè piccata
-
Io te lo
sconsiglio
-
Perché?
-
A volte sei
troppo ingenua, Gardis…
-
Questa quando
finiamo me la spieghi, chiaro?
-
Fattela spiegare
da tuo marito – la prese in giro lui
Si voltarono verso le file
di poltroncine scorgendo negli occhi dei presenti uno sguardo di anticipazione:
perché? In quel momento loro dovevano lasciare il palco
-
Dov’è il bacio? –
domandò qualcuno dalle prime file
-
Già, vogliamo
vedere il bacio noi! – strillò qualcun altro
BACIO! BACIO! BACIO!
Gridarono in coro gli
studenti inneggiando
-
C’è scritto sul
libretto
-
Ma scusate, se
noi stiamo qui a baciarci chi va a salvare gli altri prigionieri? – chiese la
bionda alzandosi a sedere e simulando una certa fatica
-
Non ce ne frega
niente degli altri, vogliamo un bacio in questa pantomina! – protestò un
ragazzo dalla terza serie di posti
-
Ma è fuori
copione – fu la risposta del moro che fissò il pubblico, a sua volta in attesa
Dal piccolo buco del
suggerito Rudiger, levatosi la parrucca nera, sillabò
di baciarsi e di farli felici, Kitt scosse la testa come se gli avessero
chiesto di baciare un appestato, allora il biondo afferrò una delle assistenti
di passaggio e gli fece vedere dal vivo come doveva fare
-
Ora fallo tu! –
esclamò con gli occhi stellanti mentre la poveretta avvertiva seri problemi di
equilibro, prossimo alla riuscita del suo subdolo piano, più subdolo di quello
di Capitan Uncino
-
Non bacio una
ragazza di fronte a questa folla – replicò risentito il Ravenclaw,
sentendosi tradito
-
Finiscila di fare
il santo, dalle un bacio! È un ordine di FitzOsbert e
della Vermyl
-
Ehi Greengrass, io non prendo ordini da Vanessa, chiaro? –
puntualizzò la bionda sistemando le foglie del suo striminzito abitino
-
Però da FitzOsbert al momento sì – fece notare lo Slytherin con sagacia
-
Non ci resta che
accontentarli – mormorò il Caposcuola stringendola tra le braccia, lei emise un
sospiro profondo, segno che non era d’accordo
-
Con o senza la
lingua? – chiese, ovviamente era una presa in giro
-
Stai scherzando?
Spero vivamente che tu non voglia farlo per davvero!
Gardis sembrava un po’
costernata; un po’ tanto. Ma se si pensava che la sua esperienza in materia era
ANCORA limitata a quando era rovinata addosso a Jack, ormai più di tre anni
prima, beh, non ci si poteva aspettare che prendesse di buon gradi di baciare
il ragazzo che le piaceva per una recita teatrale, di fronte a centinaia di
persone, era assurdo! E lui lo faceva solo per la rappresentazione, era anche
peggio…
-
Senti Kitt, ma
non li hai mai visti i film? – incominciò con la sua solita aria saputella – devi
baciare il naso
-
Ah sì? E dove? –
chiese lui, il sorrisetto malizioso che gli si dipinse sul viso però non le
piacque per niente, glielo aveva già visto quella volta che avevano dato di
matto nella stanza di suo fratello; con il dito indicò la piccola scanalatura
sopra le labbra; pregò che non volesse impazzire improvvisamente proprio nel
mezzo della recita
Lui avvicinò la bocca e la
baciò. Non c’era possibilità di errore, non stava baciandole la pelle
soprastante, ma proprio la bocca!
Si sentì piena di vergogna,
grazie al cielo erano parzialmente coperti.
-
Ti avevo detto
qua! – balbettò confusa e rossa lei, continuando a indicare il punto di prima
-
Mi sarò sbagliato
– si giustificò lui con un’alzata di spalle, i suoi occhi blu, però, dicevano
chiaramente che non aveva commesso errori.
Lei si toccò le guance,
probabilmente erano così calde che ci si poteva cuocere un uovo… il suo primo
bacio serio di fronte a tutta quella gente e poco importava che loro non
sapessero cosa lui le avesse baciato o se quella era la prima volta. Implorò
che Leonard non sapesse mai di tutto quello.
Poi perché diamine era
rimasta scritta la scena del bacio? Vanessa e il presidente avevano
acconsentito a toglierla tre giorni prima… qui c’era lo zampino di Rudiger.
Non volle guardare alle
prime file dove Seraphin e zio Blaise
erano seduti, aveva paura di leggere le loro espressioni di terrore.
-
Soddisfatto? –
domandò con una vocina stridula il Corvonero al
suggeritore, ancora al suo posto; ovviamente lui aveva avuto una panoramica perfetta
e sapeva esattamente cosa era accaduto
-
Potevate fare di
meglio – si lamentò dall’alto della sua sterminata esperienza
Kitt sbuffò spazientito,
prese in braccio la fatina e si alzò in volo mentre cambiavano la scenografia e
il pubblico applaudiva; anche quello non era nel copione, ma Gardis aveva le
gambe così molli che difficilmente sarebbe riuscita ad andarsene per conto suo.
A dieci metri d’altezza,
appostati sull’impalcatura sopra il tendone del palco, la depositò e si fermò
in attesa che fosse di nuovo il suo turno di scena.
La bionda strinse
convulsamente la ringhiera lì accanto per poi crollare sulle ginocchia.
-
Devo parlarti di
Jeff ed Hestia Potter – incominciò lui dopo aver
lanciato un’occhiata furtiva alla platea che non poteva scorgerli – è una cosa
importante
-
Che strano – lo
rimbrottò lei arrabbiata – anche lei mi ha detto la stessa cosa di te… - se
fosse riuscita a stare in piedi si sarebbe puntata le mani sui fianchi, ma al
momento le riusciva difficoltoso perfino muovere i muscoli facciali!
-
Non scherzare –
lui non pareva in vena di umorismo
-
Non scherzo – lei
neppure.
Strano, eppure non
ricordava a malapena la piccola Potter…
-
Ad ogni modo,
dopo quello che hai fatto l’unica che sai dirmi è che devi parlarmi di Hestia? – perché era così risentita? Non capiva…
-
Dove sta il
problema?
-
Dove sta il
problema?! Chris, ma che ti prende tutt’a un tratto, BACIARE ME?! – cosa ti ha
fatto fumare quell’imbecille di Rudiger?
-
Niente, ma
dopotutto non è successo niente
-
Ah, scusami tanto
se per te non è successo niente! Per me invece succede qualcosa di più!
-
Ce l’hai con me?
-
Sì, ce l’ho con
te. Non avresti dovuto, ti avevo detto di non farlo
-
È stato solo un
bacio… - veramente no, ma era un altro paio di maniche. Non ci credeva neppure
lui alle sue stesse parole, non era stato solo perché gli avevano ordinato di
farlo, aveva solo colto l’occasione per esaudire un suo desiderio, altrimenti
irrealizzabile senza incorrere in punizioni corporali degenerative.
-
Non me ne frega
niente! Per me puoi andare a baciare tutte le ragazze che trovi per i corridoi
– l’amaro in bocca della menzogna la rendeva furibonda e malinconica allo
stesso tempo e le lacrime che le si stavano formando agli occhi le bruciavano
come se fossero state il simbolo stesso della bugia che pronunciava – ma non
farlo con me, Kitt, non trattarmi come tutte le altre!
Che cos’era? Una supplica?
Perché lui non capiva
niente anche quando gli sbatteva la verità in faccia?
-
In scena!
Qualcuno lo gridò dal
basso, lei si asciugò le iridi in malo modo e si lanciò giù dal parapetto senza
degnarlo di un’altra occhiata.
Christopher la guardò un
attimo mentre si immedesimava nel ruolo e cominciava a svolazzare giuliva.
Avrebbe voluto sentirsi dire
qualcosa di più dolce perché Gardis era molto di più di “tutte le ragazze del
corridoio”, ma dopotutto se lo sarebbe dovuto aspettare, sapeva come la pensava
a proposito dei ragazzi e del loro modo di fare.
Ed era anche un bene perché
questo suo comportamento lo aiutava a starle alla larga.
No, balla colossale, più
lei faceva l’indifferente trattandolo come un caro amico che ogni tanto osa
troppo e più lui desiderava che non fossero solo amici, che lei volesse un suo
bacio, una sua carezza. Più desiderava che lei sapesse, quando invece non
avrebbe dovuto.
Aveva ragione Rago, si finisce sempre per amare la persona sbagliata.
Un’ultima occhiata di
sotto: come era bella alla luce delle candele e dei riflettore, una piccola
ninfa con lo spirito di una regina e l’orgoglio smisurato della Regina dei
Demoni, ci avrebbe scommesso.
Più la guardava e più
gliela ricordava, la vista cominciava a fargli strani effetti.
Ma desiderava Gardis
accanto a sé con tutto se stesso. Voleva amarla e proteggerla e onorarla con
qualcosa di più di un’amicizia che si sarebbe dissolta troppo in fretta.
Era un pazzo a sognarlo e a
sperarlo, lei non l’avrebbe mai voluto. E lui non avrebbe dovuto essere così
folle da andarglielo a dire come aveva desiderato fino all’attimo prima.
Prese un bel respiro e si
lanciò di sotto al suo seguito.
Finchè le cose non fossero cambiate, sarebbe rimasto al suo
posto. Per il bene di entrambi.
* * *
Dopo aver salvato i bimbi
sperduti e i fratelli Darling, soprattutto prima che un Capitan Uncino particolarmente
galante attentasse troppo alla giovane e illibata Wendy,
Peter requisì la Jolly Roger e, grazie al contributo di Trilly,
con cui ormai era in pace, la condusse fino a Londra per riportare a casa
coloro che non erano disposti a vivere un’esistenza da fanciulli per sempre.
Per quanto lo riguardava,
lui stava bene così com’era, il mondo normale era noioso e triste e non aveva
conosciuto amore nella sua vita. Salutò con la mano i tre fratellini e ripartì
alla volta dell’Isola Che Non C’è dove uno stuolo di bimbi sperduti lo
attendeva per fantastiche avventure assieme alle sirene, agli indiani e ai
pirati.
E all’immancabile
coccodrillo Montague che salutò il pubblico con la
zampa cicciotta.
Quando il sipario si chiuse
definitivamente sulla vicenda, ormai giunta alla sua conclusione, FitzOsbert tornò sul palco, il pubblicò guardò scettico il
suo vestito da sera (si era cambiato nel frattempo) di colore violetto, in tema
Luigi XV per il ballo in costume storico. Il presidente del club teatrale
s’inchinò varie volte e raccolse gli applausi per gli attori, poi li fece
chiamare ad uno ad uno.
Alla fine l’intera
compagnia, schierata per la lunghezza del palco, s’inchinò agli spettatori
crogiolandosi nella gloria e salutando amici e conoscenti sparpagliati per vari
punti del teatro.
Gardis guardò Seraphin in prima fila accanto a Blaise
e rivolse ad entrambi un sorriso. Era contenta di avere così tanti amici e più
o meno parenti, non le sarebbe piaciuto essere come Kitt che fissava a vuoto le
poltrone dove nessuno dei suoi genitori o parenti l’aveva guardato. Chissà come
ma c’era qualcosa che quadrava sempre meno nella storia che le aveva
raccontato, era quasi certa che le nascondesse delle cose fondamentali,
soprattutto per la sua pace mentale.
Percorse le tante file di
posti e, poco indietro rispetto allo zio e a Fin e Aisley
scorse la ragazza che aveva incontrato quella notte di dicembre assieme a
Chris, quella che aveva scambiato per la sua fidanzata segreta e che lui le
aveva detto che non era.
Stava applaudendo allo
spettacolo con aria serena, ma i suoi occhi verdi sembravano vitrei da tanto
erano fissi sulla figura del moro Black.
Kitt aveva baciato anche
lei? Quale era il loro vero rapporto? Che cosa li univa? Perché si conoscevano?
Perché si incontravano la notte nei corridoi di Hogwarts?
Tante domande, ma presto
lei avrebbe dato una risposta a tutte.
* * *
Spazio autrice:
ciao a tutti! Eccoci giunti al ventesimo capitolo… fiu,
che fatica, non credevo che sarei riuscita a finirlo in tempo, tra le cose da fare,
quelle che dovrei e quelle che certo non posso non fare il tempo per scrivere
diminuisce sempre più… e dire che credevo di aver toccato il fondo mentre ero
sotto esami…
Ad ogni modo al lavoro non
posso scrivere, il mio capo è terribilmente impiccione e la sera quando arrivo
sono più cotta di prosciutto, così mi devo dedicare alla fic
solo nel weekend e anche lì, come potrete immaginare, non ho solo quello da
fare…
Ma bando alle ciance e agli
sfoghi, che tra l’altro sono la mia specialità, passiamo alla storia vera e
propria. Ho letto le vostre recensioni al chap 19…
uhm, forse mi sono sbagliata, ma mi sa che avete colto il messaggio sbagliato:
che cosa vi ho detto? Non fermatevi solo all’apparenza, non c’è solo una
stupefacente somiglianza tra Kitt e Seraphin…
In questo capitolo invece i
messaggi sono ben pochi, ho solo fatto progredire un pochetto
la vicenda e si vede finalmente il tanto atteso e sospirato bacio tra
Christopher e Gardis! Yuhuuuu! Quasi non ci credo
neppure io che l’ho scritto… e come si nota, la nostra protagonista non ha
preso tanto bene la cosa (casualmente, ha la testa a cubetti proprio come Hermione).
Beh, io spero davvero che
comunque il capitolo sia bello e che la storia continui a piacervi… mi auguro
davvero di ritrovarvi tutti e tutte al prossimo aggiornamento, nel frattempo
grazie mille per le recensioni e per seguire la mia storia.
Ciao e alla prossima!
Nyssa
Arwen_90: ehhhh, non solo te sei una fanatica del Natale, ma anche la
sottoscritta! Infatti è quasi sempre parte delle mie storie e, in genere, lo
spartiacque tra la vicenda introduttiva e quella più intensa e introspettiva.
In realtà credo che sia
Gardis che Kitt vorrebbero darci un taglio con questa storia degli amici, il
problema è se questo taglio bisogna farlo in modo che non lo siano più o che si
passi ad un rapporto decisamente più intenso e, francamente, non sono ancora
sicura che siano pronti per così tanto… di sicuro lo vorrebbero, ma entrambi
pensano che sarebbe meglio chiudere lì tutti i loro sentimenti e fare come se
niente fosse stato.
Insomma, soffrire per non
far soffrire di più.
Beh, il Natale ha poco da
mancarti perché manca meno di un mesetto! Fatto l’albero? Hai cominciato a
pensare ai regali?
Vabbè, ora vado, ciao e al prossimo capitolo! Spero davvero
che questo ti sia piaciuto, a presto! Nyssa
DragonSlave:
frena frena tutto! Mmhhh tu
certo non ti sei fermata all’apparenza, ma forse sei andata un po’ troppo in là…
al momento Edmund non c’entra molto, lascialo pure fuori dal giro, anche se
farà la sua comparsa in un piccolo cammeo. Per quanto riguarda Zach e Ed si chiariranno tutti i dubbi più avanti, ma di
sicuro Kitt non è la reincarnazione di Edmund e c’è anche un motivo ^_-
Dai tempo al tempo, i
misteri io li creo e io li risolvo (lalalala… Un delirio
di onnipotenza da tutti i giorni…), alla fine si dipanerà tutta la matassa, il
finale della storia, al momento, è davvero l’unica cosa chiara che ho in mente,
oltre al fatto che doma mi tocca tornare al mio lavoretto.
Il mistero di Fin e Aisley, che poi non è un gran mistero come gli altri, è
qualcosa di più psicologico, una cosa che mettono in piedi proprio loro due, e
con un po’ di sforzo riesumando la precedente storia probabilmente riesci anche
a capire di che si tratta, specie se mettiamo in campo l’ultimogenita Zabini!
Bene, sto delirando più di
te, quindi ti lascio prima di far ricoverare entrambe alla neurodeliri, o forse
ne abbiamo davvero bisogno, chissà… aspetto trepidante il tuo commento, sono
molto curiosa! Ciao e un bacione grandissimo, Nyssa
Hollina:
per la prossima fic… poiché ho poco tempo e le idee
molto confuse non riesco a decidermi sul tema principale, in compenso ho in
mente una storiella più corta da pubblicare terminata questa, in modo da
rimanere in esercizio ^_^
Non preoccuparti per la
fine, ho detto che ci avviciniamo, ma mancano ancora quasi una decina di
capitoli e non ho ancora scritto la vera ending!
Mi auguro che il capitolo
ti sia piaciuto, aspetto molto il tuo commento, ciao e alla prossima! Nyssa
Killkenny:
non ho esperienza di caserme, ma ho fatto una settimana bianca organizzata dove
non ero del tutto certa di quello che ci servivano per cena, penso che anche a Hogwarts sia così, con l’aggravante che gli ingredienti
magici probabilmente alcuni sono commestibili, ma il resto?
Al di là delle prelibatezze
culinarie partorite da Dishman, che non voglio dire,
magari saranno anche buone, i suoi modi sono davvero terribili, degni di chi
schiavizza giornalmente una truppa di elfi.
Grazie per il voto
altissimo! Spero davvero che anche questo nuovo ventesimo capitolo ti piaccia! Aspetto
di sapere, ciao e al prossimo aggiornamento! Nyssa
Lord Martiya: mi perdonerai se non li chiamo così, ma quella del
Mostro di Firenze è una storia che mi aveva un po’ shockata e questo suo
sminuirsi non mi piace per niente. Non ho idea di quando ricompariranno,
essendo personaggi un po’ di contorno certo faranno altre apparizioni, magari
assieme ad Asuna e a quelli delle altre scuole, ma
tieni d’occhio soprattutto Drumstrang che ha qualcosa
da raccontare ^:^
Spero che il capitolo ti
piaccia ugualmente. Per Lachlan non posso dire o fare niente, ho la bocca
cucita. Al prossimo post, ciao! Nyssa
_Nana_: ma ciao! Ma non che non ti lascio senza una storia,
come ho già detto la mia mente fabbrica parecchio! Magari non sarà una fic lunga come questa o le altre, forse solo un paio di
capitoli, ma ho un’ideuzza che mi gironzola per la
mente e voglio metterla per iscritto, quindi tranquilla che avrai ancora da
leggere, mica è così facile sbarazzarsi di me dopo che mi hai viziata in questo
modo con le tue assidue recensioni e le tue belle parole!
No no,
Gardis non rimarrà troppo su quel libro, il mistero sarà presto risolto.
Grazie per la comprensione,
cercherò di mantenermi in salute in modo da poter continuare a scrivere senza
che le mie storie assomiglino troppo a qualche delirio…
Aspetto il tuo commento,
sono molto curiosa! Ciao e a presto, un bacio, Nyssa
Whateverhappened:
cerca bene cerca bene… mi sa che non hai focalizzato il punto cruciale, non
basarti sulla somiglianza, non c’è qualcosa di moooolto
più chiaro da dire? Ma certo che c’è, che diamine, l’ho scritta io ‘sta storia,
lo saprò bene! E allora guarda con attenzione e ricorda, mai detto che Kitt non
è il figlio di Ransie, ho detto solo che il cognome
era irrilevante perché non c’entrava, rammenti?
Seraphin l’ho fatto davvero volutamente figo,
Gardis è davvero contornata da bellissimi ragazzi a cui vuole un bene dell’anima,
ma principalmente Fin è bello perché è la versione giovane e graffiante di Sirius Black quindi…
Ma quale recensione
orribile, sei stata così carina a scrivermi e dirmi tutte queste belle cose
sulla mia storia, come farei senza di te e tutti quelli che commentano? Probabilmente
avrei mollato lì le Relazioni al secondo capitolo e invece sono qui a scriverne
il seguito!
Vabbè, ora devo scappare davvero, ciao carissima, un
bacione grande grande, Nyssa
Lisanna Baston: se nel gruppetto delle tre amiche Gardis è quella che
ha sempre ragione, la regoletta non vale quando ci si
mette di mezzo il cuore perché la poverina non ha grande esperienza in materia,
mentre Hestia è decisamente più acculturata e di
patemi d’amore credo se ne sia fatti non pochi, non solo per Jeff, anzi…
La storia ha finito di
essere intricata con lo scorso capitolo, c’è ancora un misteruccio
piccino picciò che comparirà tra qualche paginetta,
ma tutta roba piccola, quindi animo! Comincia la fase di risoluzione dei
misteri!
Bene, ora ti devo salutare
davvero, a prestissimo e un bacio! Spero davvero che il capitolo ti piaccia,
aspetto presto il tuo commento. Ciao! Nyssa
Akiko:
sul serio dovevi nascere a Natale? Wow, sono quasi invidiosa se non fosse che
sono felice della mia data di nascita, ad ogni modo credo allora che ti farà
piacere sapere che Rudiger è nato la bellezza del 12
dicembre e che Ciel è nata invece il 28 ^_^ sono quelle informazioni che
raramente metto nelle fic, ma sulle quali mi soffermo
sempre un pochetto quando creo il personaggio,
Gardis, ad esempio, è nata il mio stesso giorno.
Ehehe, Natale è sempre una piccola Apocalisse, qui sta il
bello, sennò sarebbe una noia terribile. Io adoro il Natale, stare tutti
insieme, la famiglia, gli amici, i regali, l’albero, le luci, l’attesa… ok ci
do un taglio.
Eh sì, non pochi i Weasley, come sempre, ma nonna Molly ha dalla sua i ferri
da lana magici, ne compra dieci scatole e voilà! Fanno tutto loro (ok, sto
dando di matto completamente).
Ammetto di non essere
ferrata né sui filosofi né sul latino e tantomeno sul greco visto che non ho
mai fatto nessuna di queste tre materie, pensa che non so coniugare neppure
quella tabella di declinazioni di rosa: rosa rosa
rose… per me sono tutte rose… ma spero davvero che non chiamerai tua figlia Cidippe e neppure Abrotomo, mi
ricorda un pompelmo… Antigone invece è un nome bellissimo, non sarò ferrata in
filosofia ma la mitologia greca la cito quasi a menadito e il mito dell’Edipo
Re è molto bello, anche se triste (per carità non chiamarla Giocasta,
sembra una mucca!).
Haorist è un bel nome alla fine, confesso di aver creduto che
fosse egizio, ma vabbè, dopotutto una che chiama la
sua protagonista Gardis deve solo tacere e l’altra Hestia…
Ma figurati, mi fa piacerissimo leggere i tuoi scleri,
dopo una giornata di lavoro serve sempre qualcosa che tiri su il morale, sclera
fin che vuoi e se EFP ti manda una denuncia per aver occupato il suo server sclerami pure una mail che intano è sempre bello leggerne!
Certo che Fin è bel pezzo
di figliolo, che ti dovevi aspettare dopo essere cresciuto a Malfoy Manor sotto l’ala protettrice di Draco
e con sangue Black delel
vene? Qualcosa tipo Bartemius Crouch?
(io me lo immagino come Uriah Heap
del David Copperfield di Dickens). No, Kitt e i suoi vestiti bianchi neri e blu
non c’entrano con i miei gusti calcistici, so a malapena distinguere un
giocatore da un altro ^_^
A prestissimo allora! Sono
molto curiosa di leggere il tuo prossimo sclero (ehm,
recensione volevo dire), spero davvero che questo capitolo ti piaccia, ho
cercato di rivisitare un po’ la storia di Peter Pan che mi fa sempre venire le
lacrime agli occhi, almeno qui non corro il rischio! Un bacione grande grande grande! Ciao! Nyssa
Cicci92:
ciao! Sono molto contenta che tu abbia scoperto questa fic
e che ti stia piacendo! E sono felice anche del fatto che tu abbia apprezzato
la sua “mamma”, le Relazioni Pericolose! Mi fa felice sapere che i miei
personaggi maschili ti piacciano, essendo una ragazza è sempre un po’
problematico immedesimarsi in loro… Dominique è un ragazzo, come si nota dal
nome della sorella (Victoire), la mamma Fleur ha deciso di dare ad entrambi un nome francofono e
quindi il Dominick inglese è diventato Dominique
francese (lì è maschili, tranquilla) e il ragazzo, a dispetto del suo nome
strampalato, ha anche una ragazza che si chiama Laurentia
ed è fissata con i gatti.
Grazie mille dei
complimenti, spero davvero di leggere presto un’altra tua recensione! Ciao e un
bacio! Nyssa