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Autore: Elettra_    16/11/2008    4 recensioni
Rose, alta, grandi occhi da cerbiatto, decisa e sicura di sè.
Jess, lunghi capelli marroni, sensibile ed allegra.
Rose non ha mai pensato seriamente ad un ragazzo. Tutti quelli che conosce sono terribilmente noiosi e prevedibili.
Jess non pensa che a James, il suo ragazzo.
Ma se un irresistibile ragazzo piombasse nella vita di Rose, diventando un pensiero costante?
E se James, dolce e romantico, tutto ad un tratto sparisse dalla vita di Jess?
Ci vorrà assolutamente il sostegno dell'altra per andare avanti senza cadere a pezzi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Jessica Grey! Cosa ci fa la tua maglia qui?» L'urlo della signora Grey fece sobbalzare Jess.
-Oh cavolo...- pensò, mentre con orrore si ricordava di aver lasciato la maglia che la madre le aveva ripetutamente detto di mettere via in bagno.
Corse fino lì, dove trovò sua madre con gli occhi fiammeggianti. Fece un passo indietro, allarmata. La donna la guardò, sventolando la maglietta. Jess mise in avanti le mani, in segno di pace: era meglio fare lei la prima mossa
«Scusa mamma, me ne sono dimenticata» disse, mesta. La donna sbuffò e la mise nel cesto delle cose da lavare, dirigendosi poi in cucina.
Jess sospirò e tornò in camera sua. Negli ultimi tempi sua madre era incredibilmente nervosa ed irritabile, anche se non capiva perchè.
Si sedette alla scrivania e mordicchiò la biro, mentre pensava a cosa fare. Non voleva assolutamente restare in casa, non esisteva.
Un bip la fece voltare verso il suo comodino. Recuperò il cellulare ed osservò il display
“Ciao! Come va? Fai qualcosa oggi?”. Le sfuggì un sorriso. Digitò velocemente la risposta per James
“Tutto ok. No, a meno che tu non mi proponga qualcosa”; inviò il messaggio, attendendo la risposta che arrivò poco dopo
“Un giro potrebbe andare?”
Jess si morse il labbro. Con sua madre sarebbe stata una battaglia, a meno che non uscisse di casa di soppiatto. Ma al suo ritorno sarebbero stati guai.
“Perfetto, ci vediamo alle tre al parco” digitò, appoggiando il cellulare sul comodino.
«E' pronto!» urlò sua madre dalla cucina. Mestamente si avviò in cucina, lasciandosi cadere al suo posto. Arrivò anche suo padre, seguito dal fratello.
Cominciarono a mangiare in silenzio, mentre Jess meditava come introdurre pacificamente il discorso.
«Posso uscire pomeriggio?» domandò, esitante.
«No» «Certo»
I suoi genitori si guardarono, sorpresi entrambi dalla risposta dell'altro.
«No, lei non esce» disse la madre, ferma. Il padre sbuffò
«Invece lei esce. Insomma Miranda, lasciala un po' respirare!» ribattè il padre, irremovibile. Jess tirò un sospiro di sollievo mentale. Miranda aprì la bocca, furiosa, ma la richiuse di scatto.
«Ottima scelta, pà, così pomeriggio se esci la trovi che fa picci picci con...» Jack non riuscì a finire la frase, perchè la ragazza gli aveva tirato un calcio da sotto il tavolo. La madre socchiuse gli occhi, fissando la ragazza
«...con Rose» mormorò in fretta, fulminando il fratello, che aveva soffocato la risata con un colpo di tosse. Appena finito di sparecchiare sfrecciò in camera sua e ci si chiuse dentro.
Per fortuna non aveva il problema di scegliere cosa indossare: era abbastanza sicura, jeans e maglietta sarebbero andati bene; lei non era una molto “interessata” alla moda.
Guardò i capelli scuri socchiudendo gli occhi. Recuperò una spazzola e cominciò a spazzolarli. Una volta soddisfatta del risultato li fermò un una molletta.
Si sedette sul letto ed attese le tre meno venti.
Il tempo sembrava non passare mai.
Sentiva uno strano formicolio allo stomaco, mentre sentiva l'ansia farsi sempre più forte. Non capiva cosa le succedeva, sapeva solo che accadeva ogni volta che doveva uscire con James. Una volta con lui si divertiva da matti, ma prima dell'appuntamento aveva una strana ansia.

«Ciao»
«Ciao»
Jess guardò James, che le sorrideva. Rimase un po' in silenzio, prima che lui la prendesse dolcemente per mano
«Andiamo» disse il ragazzo, cominciando a camminare. L'aria era fresca, un venticello leggero si era alzato e scompigliava i capelli della ragazza. Si sedettero su di una panchina, e Jess si morse il labbro. Cosa succedeva? Perchè James era così silenzioso?
«Si avvicina la fine della scuola» disse, cercando di iniziare un discorso. James si rabbuiò ancora di più.
«Avremo tutta l'estate davanti...» continuò, disperata. Perchè scrollava le spalle? Perchè non parlava?
«Potremmo andare al mare, avremo più tempo da trascorrere insieme...ultimamente fra una cosa e l'altra non ci siamo più visti» mormorò Jess, mortificata. Quel silenzio era terribile, quasi quanto il suo monologo.
Alle sue ultime parole James scattò in piedi, allontanandosi. Jess dovette correre per raggiungerlo
«Ehi, ma si può sapere cosa ti prende?» sbottò, irritata. Il suo comportamento non aveva senso. Lui la guardò, ammorbidendosi
«Scusa» disse. Jess lo guardò, in attesa di una spiegazione. Lui infilò le mani in tasca, abbassando lo sguardo
«Ci trasferiamo» disse. Jess lo guardò senza capire
«Vi...trasferite? In che via?» domandò. Poteva essere una cosa positiva, magari andava ad abitare più vicino. Lui scosse la testa
«Andiamo via» rispose, tetro. Jess rimase immobile, congelata. Non era possibile. Le uscì un suono strozzato, mentre le lacrime affioravano nei suoi occhi.

Rose guardò sovrappensiero fuori dalla finestra. Riusciva a vedere la cucina della casa di fronte, disabitata per qualche anno. Ora sembrava si fosse trasferita una nuova famiglia. Poteva essere una cosa buona...Magari avrebbe trovato una ragazza della sua età.
Si voltò e cominciò a canticchiare, mentre svuotava la lavastoviglie; non riusciva a non pensare al ragazzo che la aveva fatta cadere. Non capiva cosa la avesse incuriosita tanto, se i modi duri e freddi con i quali la aveva trattata, o se quegli occhi di ghiaccio.
In qualunque caso continuava prepotentemente ad entrare nella sua mente, distraendola dal resto.
In fondo non aveva commesso un crimine, gli era semplicemente andata a sbattere contro. Non aveva motivo di trattarla in quel modo. Arricciandosi una ciocca di capelli infilò le scarpe, decisa a farsi un giro. Non voleva chiamare Jess, voleva stare un po' sola con i suoi pensieri.
Infilò la giacca e si chiuse la porta alle spalle, scendendo le scale. Subito in strada si sentì meglio, inspirando aria fresca.
Camminò a vuoto diversi minuti, finchè non notò un ragazzo arrivare dall'altra parte della strada, con passo veloce. Quando fu più vicino si rese conto che era il ragazzo, e senza farsi notare cominciò a seguirlo.
Arrivarono fino ad un piccolo parco, e mentre lei si nascondeva dietro un cespuglio lui si avvicinava ad un gruppo di amici. Non riusciva a sentire quello che dicevano, quindi aspettò, in attesa di qualche svolta.
Si passavano bottiglie, sembrava birra. Lei storse il naso, mentre lui rifiutava. Rimasero lì un'eternità, e proprio quando se ne stava per andare uno di loro indicò nella sua direzione.
Brutto segno.
Sentì due paia di braccia sollevarla e portarla allo scoperto, un'espressione colpevole sul viso.
«Guarda guarda, chi abbiamo qui?» domandò uno, un paio di occhiali scuri davanti agli occhi. Il suo sguardo si posò su l'unico volto a lei vagamente familiare. Lui la guardò, stupito ed impassibile allo stesso tempo. Chissà cosa leggeva nei suoi occhi.
«Lasciala, Mark...è la mia ragazza» disse, autoritario. Lui lo guardò poco convinto; la lasciò andare, e sentì un'ondata di sollievo mentre i suoi piedi toccavano terra.
Improvvisamente le venne vicino e le sollevò il viso, baciandola sulle labbra.
Lei, troppo sorpresa, tienne strette le sue, imitandolo. La sua mano lasciò il suo fianco, mentre si voltava verso il ragazzo robusto e lo guardava con aria di sfida.
«Convinto, ora?» domandò, una nota aggressiva nella voce. Lui alzò le mani in segno di resa
«Ehi, non serve scaldarsi, Alex» disse subito, facendo un passo indietro. Era chiaro chi fosse il boss, lì.
«Tesoro, forse è meglio andare» disse il ragazzo, notando che Mark stava tirando fuori una altra bottiglia ed accorgendosi dello sguardo vacuo della ragazza
«Mi sembri molto pallida» continuò in fretta, prendendola per mano.
«Ci vediamo, Mark» salutò, prima di trascinarmi via. Lo lasciai fare senza dire nulla, ancora troppo shoccata.
«Perchè mi seguivi?» la sua voce la riportò violentemente alla realtà. C'era un tono irritato, nella sua voce.
Alex.
Si chiamava Alex. Lo guardò in silenzio, gli occhi spalancati. Lui alzò un sopracciglio
«Beh?» domandò, però mi sembrava già più divertito.
«Non so» ammise, un sorriso imbarazzato sul viso. Lui alzò gli occhi al cielo, lasciando andare la mia mano. Uh, eravano già arrivati davanti a casa sua. Lo guardò, arrossendo
«Beh...ehm...grazie» balbettò. Senza aspettare oltre si fiondò verso la porta di casa, chiudendola di scatto. Il suo cuore batteva furioso, e per ben la seconda volta nella giornata.


*Ecco qui il terzo capitolo!
Passando ai ringraziamenti...
Leslie
Grazie, mi recensisci dal primo capitolo...Mi sostieni, e te ne sono immensamente grata! Tivvibbì!
LallaMatta4e
Grazie anche a te, che mi recensisci dal primo capitolo! Ho notato che sei pro Rose-Jake...;)
KeR
Grazie mille, sono felice che ti sia piaciuta! Eh già, in effetti Rose è un po' cattivella...>.<
Accidenti che sceema...>.< Ora ho corretto ^^'
vampistrella
Grazie anche a te ^^ In questo capitolo ho parlato un po' di più di Alex, inserendo qualche informazione...^^

xoxo, Hysteria

  
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