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Autore: ronnieisnotonfire    04/01/2015    2 recensioni
Michael Clifford era forse il più grande clichè nella storia degli studenti universitari: ubriacarsi, farsi tante ragazze e pensare più alle feste che allo studio.
Viveva una vita normale nella sua stanza 127, condivisa con uno stramboide di nome Ashton Irwin, un altro che che si chiamava Phil che era altrettanto idiota e Calum Hood, l'unico che lo fermava dal uccidere gli altri due.
La gente non sa cosa accadde quella notte del 13 ottobre quando Michael si diede alla pazza gioia in quel bar con l'amico di una vita Luke Hemmings, ma la sua vita cambiò di colpo e nulla sarebbe mai tornato come prima, perchè ora c'era lei. [AU Vampire!Michael]
Genere: Avventura, Fantasy, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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La mia mente sballottava qua e là con pensieri e sogni strani. Alzai la testa, sentendo il corpo come un fascio teso di nervi; il collo indolenzito mi suggerì che non ero di sicuro nel mio letto, benché meno in un qualsiasi altro letto.

Aprì gli occhi e vidi tutt’intorno a me le foglie secche del bosco, a vegliare su di me gli alberi imbruniti e ingialliti dall’autunno.

La testa traballò e si lasciò andare a volteggiamenti senza fine; mi aggrappai all’albero per vani tentativi volti all’alzarmi dal terreno umido del bosco. 

Non ricordai nulla della sera prima, solo il fatto che ero andato al solito bar con il mio amico Luke e lui, giustamente, era andato a casa con la sua ragazza, mentre io ero rimasto come un coglione a piedi.

-Merda.- riuscì a dire dopo essere ricaduto con i miei skinny jeans neri sulla terra. Pregai il cielo che la maglia dei Metallica fosse ancora intatta e senza macchie di vomito o altro.
Non ci vedevo ancora molto bene dato che l’alba stava salendo lentamente; sbuffai svuotato di forze e mi appoggiai con la testa all’albero dietro di me.

Mentre chiudevo gli occhi un velocissimo fruscio di foglie accompagnato da una folata di vento mi sorprese: voltai il collo per trovarne la fonte, ma solo quando mi tornai dritto vidi una ragazza tutta vestita di nero di fronte a me.

-Fai sempre così con i ragazzi? Appari alle loro spalle senza avvertire?- feci una finta espressione sopresa, mettendomi teatralmente una mano sul petto, permettendo allo sguardo di essere pungente.

-Solitamente sì, ma vedo che non sei per nulla sconvolto dal fatto che tu abbia dormito in un bosco.-  rispose la ragazza con la malizia nella voce dolce e soffice, resa leggermente roca dalla notte. La osservai e le immagini della sera prima si fecero vivide e indelebili nel mio cervello, i suoi capelli neri e lisci tra le mie dita, le sue labbra piene a giocare con le mie, la sua pelle pallida che si scontrava con la mia.

-E' l’alba, forse dovresti tornare a casa, ragazzina, o mamma e papà si preoccuperanno.- indossai la mia armatura acida e distaccata, come sempre.

-Vale lo stesso per te, ragazzino.- sottolineò l’ultima parola mentre si tirava su il cappuccio del giubbino di pelle. I suoi occhi castani intensi non si staccarono mai un secondo da me, sembrarono annotare ogni minimo movimento.

-Hai bisogno di essere riaccompagnata a casa?- le domandai quando, barcollante, mi rimisi in piedi.

-Sei rimasto tutta notte in un bosco e queste sono le tue domande?- alzò un sopracciglio. -Devono succederti spesso cose del genere.- fece una smorfia, un misto tra scherno e divertimento. In quel momento la trovai davvero bella.
La ragazza guardò preoccupata l’alba.

-Qualche volta .- risposi io pulendomi i pantaloni. Lei sorrise lievemente e annuì.

-Sarà meglio che vada ora .- si voltò.

-Prima dimmi il tuo nome .- le presi il polso, era freddo come un ghiacciolo. Abbassò lo sguardo sul braccio, strattonandolo, lo mollai, accorgendomi della maleducazione del gesto.

-Mi chiamo June .- disse rimanendo voltata per metà verso di me, mostrandomi il suo profilo delicato. Ripetei il nome a fior di labbra e, tempo di voltarmi, non fu più di fianco a me. Un sussurro mi giunse all’orecchio “mi troverai sempre qui, Michael”. Rabbrividì. Mi rimasero di lei solo il sussurro portato dal vento e il suo nome, June.

 

Mi incamminai verso casa perplesso e pieno di domande. Il sole, ormai, si alzava senza problemi in cielo e da quando sorse io continuai a grattarmi un punto impreciso del collo; mi toccavo la zona continuamente dato il prurito che mi procurava. “Sarà un succhiotto”, pensai.
Il cellulare, affondato nella mia tasca, era completamente scarico.


Mi ci vollero 20 minuti a piedi per raggiungere il campus. Quando arrivai davanti alla mia amata “stanza 127” mi ci fiondai dentro senza salutare né Phil né Calum. Camminai come uno zombie, disfacendomi dei vestiti sporchi una volta in camera, infilando poi i pantaloni della tuta e una felpa oversize; mi lanciai sotto alle coperte sfinito dalla nottata.
Purtroppo la calma durò troppo poco.
-
Notte brava, eh, Michael?- trillò Phil. Ci mancava solo il coglione. -Anche io mi sono divertito particolarmente ieri sera, oh siamo andati al giapponese con quelli del mio corso di letteratura e...-Cominciai con dei mugugnii e terminai con diversi ruggiti soffocati dagli strati di tessuto.

-Sta zitto, Phil, che stanotte ho dormito in un fottuto bosco!- lo interruppi inacidito, affondando la faccia nel cuscino.

-Ti sei ubriacato per bene, allora.- rise da idiota, come al solito. Io grugnii infastidito.

-Dov’è Ashton?- domandai avvolto nelle coperte.

-Nella sua camera a rileggere Twilight, quel ragazzo dovrebbe rivedere le sue priorità.- esclamò Phil.

-Certo, certo. Ora esci e richiudi la porta? Grazie, prego, addio.- sputai acidamente. Mi lasciai andare a un rumoroso sonno.

 

Una nebbiolina tutta intorno a me sembrava volermi nascondere da qualcosa o a qualcuno. I fruscii delle foglie in quel momento non mi sembrarono umani, bensì di qualche animale straordinariamente veloce.
La notte divenne improvvisamente più silenziosa di prima.
Mi ritrovai da solo in mezzo al nulla con la gola secca; necessitavo qualcosa per dissetarmi, ma l’acqua non era quello che volevo, me lo sentivo dentro.
Vidi un ragazzo correre a perdifiato davanti ai miei occhi. Di nuovo i fruscii. 
Nella mia bocca un sapore ferroso mi riempì senza preavviso, inculcandomi voglie sconosciute.
Comincia a inseguire il ragazzo. Si voltò a guardarmi ma non percepii il suo volto esternamente all’ombra che lo avvolgeva.
Mi lancia su di lui atterrandolo al suolo. Un verso rabbioso arrivò dalle mie spalle, ma non mi voltai.
Le lacrime sgorgavano come fiumi dagli intensi occhi chiari di ghiaccio della mia preda; la solita cresta alta e bionda era spettinata e piena di foglie. Mi stava pregando, ma mi leccai le labbra preso da un bisogno irrefrenabile. Senza trattenermi infilzai il collo di Luke con due canini appuntiti. 

In quello stesso istante mi svegliai ricoperto da una patina di sudore sotto al maglione oversize; comincia a grattarmi incessantemente il punto del collo che mi bruciava da stamattina; la pelle veniva portata via dalle mie unghie. Dalla mia bocca uscirono gemiti, ma nulla sembrava fermare le mie mani, salde su quel punto del collo. Corsi fuori alla stanza verso il bagno; nessuno sembrò notare niente. Il vapore della doccia infestava ancora la stanza appannando qualsiasi cosa. “Calum del cazzo che si lava sempre a temperatura di merda” pensai e con la manica pulii lo specchio. I denti stringevano violentemene il labbro inferiore. Il fiatosi accorciava anche a causa del vapore nell’aria. Spostai il maglione, seguì le macchie, il sangue, la pelle, fino ad arrivare a due buchi neri accerchiati dal dolore causato dalle mie mani. 

 

HELLO THERE!

Buon 2015! Se non vi ricordate di me ero @niallspringles (nessuno si ricorderà di me)

Era da un bel pezzo che non pubblicavo e, sinceramente, mi spiace. Non è che non ho scritto, ultimamenti scrivo anche troppo, soprattutto durante le ore scolastiche, il che porta un mio enorme sfavore.

Questa storia doveva essere pubblicata intera, ma dato che pubblico anche su wattpad, dividerò in capitoli, cercando di non fare stacchi di 1 anno tra un capitolo e l'altro. 

Anyway l'ispirazione deriva da Daylight, che amo molto e di cui leggendo i lyrics ho capito il vero significato (ho urlato "VAMPIRI!" sembrando un pazza), allora mi sono lanciata a capofitto in questo progetto, mettendo da parte la mia cara "Bad Blood", che amo tanto e che ora continuo in parallelo (che se volete potete trovare qui).

E nulla, fatemi sapere che ne pensate e spargete la voce(?), 

Ronnie xx

   
 
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