Quando
li vide distesi a terra, quel giorno stesso, le sembrò di vedere tre amici che
si conoscevano da una vita! Chiacchieravano e ridevano in mezzo al prato,
cercando di prendere il sole. Vide Harry felice come non lo era mai stato, ma
quando i suoi occhi si posarono su Ron poté sentire quella felicità come sua.
Ad Hermione piaceva quel ragazzo dai capelli rosso fuoco, forse lo amava e
vederlo felice lo faceva apparire ancora più bello. Lo fissò a lungo, poi il
suo sguardo si spostò anche su Draco che rideva allegramente insieme alle due
persone a lei più care.
Ora,
il biondo sembrava un ragazzo come tanti, come se improvvisamente se lo fosse
ricordato, una volta dimessa l’armatura da Malfoy che suo padre gli aveva
imposto. Vedendolo in quelle veste, con i capelli arruffati ed abiti normali,
Hermione non poté non dire che lui fosse un bel ragazzo.
«Hermione!»
la salutò calorosamente Ron, arrossendo vagamente all’occhiolino della ragazza.
«Ron…
Ma chi è questo biondino? Piacere, Hermione!» fece finta di presentarsi lei,
tendendo la mano al Serpeverde. Avrebbe potuto trovare un sacco di parole per
dirgli che era sua amica, dopotutto i libri di scuola non erano gli unici che
leggeva. Harry, da quando lo aveva ritrovato, le aveva scritto un sacco di
lettere, cercando di convincerla. Naturalmente, l’aveva esasperata come al
solito tuttavia da un po’ aveva deciso di dare un’altra possibilità a Malfoy.
«Io
sono Draco, piacere. – le rispose imbarazzato, stringendole la mano. – Hai fatto
un bel viaggio per venire fin qui.»
«Oh,
beh… Sai, c’è Ron. – rispose la ragazza, cercando in tutti i modi di non
guardare imbarazzata il ragazzo. – E poi fra una settimana è il compleanno del
nostro Harry.»
«Davvero?!»
esclamò sorpreso Draco, voltandosi verso il moro.
«Sì.
Me l’ero quasi dimenticato. È il trentuno di luglio.» confermò lui, che
effettivamente proprio non ci pensava.
«Sul
serio? Che coincidenza! È anche il mio compleanno!» affermò il biondo,
sorprendendoli tutti. In cinque anni, non avevano mai saputo quando fosse il
compleanno del Serpeverde.
«Questo
farebbe proprio piacere alla Cooman!» rise di gusto Ron, immaginandosi la
faccia della professoressa.
«Ron,
vieni un po’ con me!» esclamò Hermione, trascinando il ragazzo dentro casa.
«Guarda
là come si tengono per mano…» osservò attentamente Draco, con un tocco di
malizia.
«È
solo questione di tempo. Alla fine, si metteranno insieme.» profetizzò Harry,
imitando la Cooman.
Sei
giorni più tardi, Draco non aveva ancora trovato il regalo per Harry. Ne aveva
già trovati per Ron, i suoi genitori e per Hermione: voleva dare qualcosa anche
a loro, per dimostrare che era riconoscente per ciò che facevano per lui. Non
gli ci volle molto a capire che Hermione era a capo dell’organizzazione per la
festa di compleanno, con la sostanziosa partecipazione della signora Weasley.
Accidentalmente si era lasciato sfuggire che non voleva nessun Serpeverde,
quindi aveva evitato qualsiasi altra ricaduta su quel discorso. Conosceva
troppo bene i suoi compagni e sapeva che dal prossimo anno non l’avrebbero
tollerato, ma questo ora non gl’importava.
Passeggiò
per Diagon Alley, ben
camuffato. Non se la sentiva affatto di farsi vedere in giro da solo, anche
perché la notizia di essere stato ritrovato non era ancora stata comunicata. Il
ragazzo aveva il sospetto che il signor Weasley stesse ritardando l’uscita di
quella notizia. Entrò nel Ghirigoro anche se non credeva di poterci trovare un
regalo per Harry… Di certo, non era un gran lettore.
Trovò
il commesso che stava aprendo una grande cassa di legno. Draco gli spiegò cosa
cercava.
«Lei
è fortunato! Guardi qua cosa mi è appena arrivato!» esclamò gioioso il
commesso, tirando fuori dalla cassa quattro ciclopici libroni. Come li vide,
Draco seppe che quello era il regalo perfetto per il suo amico. I quattro libri
costavano un’enormità, ma non gliene importava molto: alla Gringott
aveva ben due camere personali blindate e strapiene. Il vecchio Lucius non poteva bloccare quei soldi. Fu molto contento
dell’acquisto, che consultò con parecchia attenzione mentre tornava al Paiolo
Magico.
Tornò
immediatamente alla Tana e nascose il regalo sotto al suo letto, utilizzando
anche qualche piccolo incantesimo. Giusto per sicurezza. «Devo togliermi questo
colore dai capelli…» borbottò fra se e se, avviandosi al bagno.
«Allora,
Ron! Hai finito?» sbuffò Hermione, mentre il ragazzo emergeva dal cespuglio e
lanciava via l’ultimo gnomo dal giardino. Era sudatissimo e sporco di terra.
«Sì.
Quello era l’ultimo. Che fatica! Ma papà non poteva sbarazzarsi anche degli
gnomi, visto che c’era?» brontolò il ragazzo, asciugandosi la fronte dal
sudore. Non fece altro che sporcarla ancor di più di terra.
«Via
a farti un bagno, per favore…» commentò Hermione, facendo due passi indietro.
Lui le scoccò un’occhiataccia: aveva dovuto fare tutto da solo!
«Vado…
Sono a pezzi.» si lamentò come al solito, avviandosi in casa. Era stata una
bella sfacchinata, ma aveva disinfestato accuratamente il giardino da tutti gli
gnomi. Vide la madre affaccendarsi per la cena, mentre Fred e George erano
rinchiusi in camera loro per preparare gli effetti speciale per il compleanno.
Tremava al pensiero di cosa avrebbero potuto fare i due fratelli maggiori.
Raggiunse
il bagno vicino alla sua camera, riempì la vasca e quasi ci si tuffò dentro. Lo
trovava rilassante, soprattutto quando non c’era nessuno che aveva urgenza di
utilizzare il bagno. Per fortuna, ce ne erano altri due ai vari piani della
Tana.
Gli
venne un colpo, quando improvvisamente la porta si aprì ed Harry entrò senza
bussare.
«Harry!»
esclamò imbarazzatissimo Ron, arrossendo di colpo.
«Scusami!»
esclamò l’altro, richiudendo subito la porta alle sue spalle.
“Un momento! Quella non era Harry… Non aveva gli
occhiali e non era la sua voce. Era Draco, ma che ha fatto ai capelli? Non
aveva detto che erano sacri ed intoccabili?” pensò dieci secondi più tardi,
appena si era calmato. Finì di lavarsi abbastanza in fretta, s’infilò
l’accappatoio e rientrò in camera, dove trovò Draco con un asciugamano intorno
al collo ed i capelli nuovamente biondi.
«Scusa,
ma eri tu ad essere entrato in bagno?» gli chiese Ron, notando per la prima
volta la forte somiglianza fra Harry e Draco.
«Sì.
Sono stato a Diagon Alley per
trovare un regalo per Harry, ma non volevo farmi vedere in giro. Mi sono
camuffato un po’.» spiegò.
«Accidenti!
Sai che somigli moltissimo ad Harry? Se non te li tingevi non l’avrei mai
notato, ma ora… Ma che hai?» domandò il rosso, togliendosi il cappuccio
dell’accappatoio dalla testa. Aveva notato che l’altro era un po’ mogio.
«Niente…
È solo che è una settima che sono qui…» borbottò in risposta il ragazzo.
«Dai,
non pensarci. Domani è il tuo compleanno, cerca solo di godertelo!»
«Non
pensavo solo a quello… Mi stavo chiedendo dove sarei, se tu non fossi stato
accanto ad Harry tutti questi anni. Gli hai dato quel calore umano che cercava
e che poi ha dato a me. Ti ringrazio, Ron.»
«Scusa,
ma non credi che ora io stia facendo lo stesso con te? Assomigli veramente ad
Harry, perché entrambi ci rimuginate un po’ troppo sul passato. Sai, certe
volte mi sembra che anche tu cerchi un po’ di calore famigliare… Ti ho
conosciuto e siamo diventati amici. Ora non ti sto a dire nei particolari cosa
ne pensa Hermione, mi assilla con quanto sei carino, dolce e simpatico… Ma a
parte questi discorsi, fammi un piacere: non pensarci, okay?» gli chiese Ron,
velando quella punta di gelosia quando gli aveva rivelato cosa diceva Hermione
di lui.
«Sei
veramente un amico. Non pensavo che saremmo riusciti a stare in una stanza a
parlare per cinque minuti, senza prenderci a bastonate!» ridacchiò Draco.
Il
giorno seguente, il famoso giorno del compleanno, sembrò essersi dimenticato da
qualche parte tutta la mattina e la prima parte del giorno. In effetti, i
ragazzi si ritrovarono in giardino a chiedersi come mai fossero già le cinque
del pomeriggio e Ginny ed Hermione fossero già nella loro camera a prepararsi
per la festa. Anche la signora Weasley aveva abbandonato piuttosto presto la
sua cucina, per dedicarsi alle cure estetiche. Per il compleanno dei due
ragazzi, aveva promesso di fare scintille con i fornelli.
La
cosa più preoccupante, però, erano Fred e George: non avevano fatto altre che
sghignazzare per tutta la settima, forse anche perché avevano ottenuto più M.A.G.O. di quelli che i loro genitori si aspettavano.
«Che
dite? Sarà meglio che ci prepariamo anche noi.» propose mezz’ora più tardi
Draco, non sapendo bene che fare. Gli altri annuirono e tornarono su in camera
loro. Lì Draco trovò il suo primo regalo: un enorme pacchetto dall’aria molto
soffice.
«È
da parte mia e di Hermione. Avanti, aprilo.» gli disse Ron, mentre Draco lo
guardava incuriosito. Il biondo si mise a scartarlo, trovandoci una marea di
vestiti nuovi per tutte le stagioni.
«Wow!
Sono bellissimi, altro i vestiti che comparava mia madre! – esclamò contento il
ragazzo. – Vado a fare una doccia e me ne metto qualcuno.»
«Perché
ho la netta impressione che ora si metterà a lambiccarsi il cervello su quali
siano i migliori accostamenti?» si chiese Ron.
«Questo
è proprio un utile regalo. Non poteva certo continuare ad andare avanti con la
roba tua.» constatò Harry, mentre cercava qualcosa da mettersi.
«Oh,
beh… Hermione ci ha messo lo zampino al 90% e non ti dico quanto mi ha fatto
impazzire… Se casualmente quella roba gli sta tutta a modo, però le faccio un
bel discorsino. L’ha studiato un po’ troppo a fondo…»
mugugnò Ron fra se e se, mentre andava a farsi una doccia in un altro bagno.
Harry l’aveva già fatta, così poté scegliere in santa pace ed infilandosi un
paio di jeans neri ed una camicia verde chiaro. Draco e Ron rientrarono quasi
contemporaneamente, ma il rosso sicuramente fu il più veloce a vestirsi.
«Hermione
ed io abbiamo pensato che ti facesse piacere avere un guardaroba tutto tuo…
Così, insomma, abbiamo rapinato diversi negozi babbani. Spero che ti stiano e
che ti piacciano, Hermione ha usato me come modello.» rivelò Ron, legandosi le
scarpe.
«Sono
stupendi. Vediamo un po’ cosa mettersi per stasera…» commentò Draco, a cui
sicuramente ci volle molto tempo per scegliere proprio come Ron aveva
ipotizzato. Ci mise poco a scegliere un paio di pantaloni di velluto bianco.
«Ahi!»
esclamò di colpo, cadendo in ginocchio proprio sul punto di prendere una
camicia. Sulla sua schiena stavano apparendo numerossime cicatrici, che pian
piano coprirono anche braccia e parte del busto.
«Cosa?
Cosa sono?» domandò Ron a bocca aperta, mentre lo aiutava a stendersi sul
letto.
«Sono
il ricordo delle punizioni di mio padre… Fa malissimo…» disse a denti stretti.
Harry si mise a cercare qualcosa nel suo baule e ne tirò fuori un piccolo
barattolo apparentemente vuoto.
«Me
l’ha data Madama Chips secoli fa. Dovrebbe farle sparire. Provala.» gli disse
Harry e la crema fece subito il suo effetto: le cicatrici arrossate sparirono
in pochi attimi.
«Stai
meglio? – chiese Ron, mentre sentirono qualcuno Materializzarsi giù
all’ingresso. – Vado a vedere chi è.»
«Non
pensavo che venissero fuori proprio oggi…» brontolò Draco, rimettendosi in
piedi. Si sentì lo sfrigolio della Polvere Volante.
«Non
preoccuparti, sono andate via. Sarà meglio che ci facciamo vedere, che dici?
Altrimenti chissà cosa potrebbe andare a dire Dean…» borbottò Harry, ben
sapendo che vendendolo lì ai suoi compagni sarebbe venuto un colpo. Draco
s’infilò la camicia blu notte con i bottoni dorati e scesero giù.
Il
giardino della tana era illuminato da tantissime luci colare, che galleggiavano
in aria. Dovevano essere opera dei gemelli Weasley. Intorno al lungo tavolo Ron
ed Hermione stavano parlando con Dean e Seamus. I due stavano per salutare
Harry, quando rimasero a bocca aperta nel vedere Malfoy alle sue spalle. Cinque
minuti più tardi Draco scopriva quanto erano socievoli i ragazzi di Grifondoro,
nonostante un imbarazzo molto marcato. Quando arrivò Neville gli ci volle
mezz’ora buona per rendersi conto della presenza di Draco.
Con
un assordante bang dal
Nottetempo, scesero Hagrid, la McGranitt e la Figg mentre Angelina, Katie ed Alicia arrivarono sulle loro scope, accolte da alcuni
fuochi artificiali. Probabilmente, quelli erano opera di Fred per Angelina.
Poco più tardi arrivò anche Pik con la Polvere Volante. Si scosse la polvere di
dosso ed Harry gli sentì dire qualcosa a proposito del ritardo di suo nonno, ma
non gli dette peso.
«Accidenti!
Quanta gente, Harry!» si complimentò il Tassorosso, andando a salutare i
festeggiati. Ovviamente, sapeva che ci sarebbe stato pure Draco.
«Oh,
ha fatto tutto Hermione! È una festa bellissima!» rispose il moro
contentissimo. Non aveva mai avuto un compleanno così!
«Tutti
a tavola! È pronto!» li chiamò la signora Weasley, costringendo i due
festeggiati a stare alla metà esatta del lungo tavolo.
«Ma
e papà? Non viene?» domandò Ron alla madre.
«Stava
arrivando. Eccolo!» gli rispose sua madre, indicando una grossa automobile che
stava parcheggiando accanto alla casa. Ne uscì un elegantissimo signor Weasley
e il professor Silente, entrambi sorridenti.
«Nonno!
Finalmente ti sei deciso ad arrivare!» esclamò Pik, rivolgendosi al Preside di
Hogwarts. Calò un brusco silenzio di sorpresa con tutti gli occhi degli
studenti che schizzavano dal Tassorosso al vecchio professore.
«Silente…
Silente è tuo nonno?!?!» esclamò a bocca aperta Harry, che non credeva a cosa
avevano sentito le sue orecchie.
«Sì,
non ve lo avevo mai detto?» domandò con falsa innocenza della voce il giovane.
«No!!!»
risposero in coro tutti gli invitati che ancora frequentavano Hogwarts.
«Beh…
Per la verità, Pik è mio nipote molto allontana…» spiegò Silente, mentre si
sedeva al tavolo molto divertito da quella sorpresa.
«Non
ditemi che non ci avete mai pensato… Neppure tu Hermione?» ridacchiò Pik, a sua
volta divertito.
«Beh…
Ci avevo pensato, ma mi sembrava inverosimile!» gli rispose la ragazza, che
aveva scartato l’idea.
«Allora,
che ne dite di mangiare?» domandò improvvisamente la signora Weasley, che agitò
la bacchetta dando l’inizio al compleanno più bello che i due avessero mai
avuto. C’era di tutto, neanche la cucina di Hogwarts poteva competere con le
leccornie della signora Weasley! Ognuno di loro si servì almeno tre volte ogni
piatto, tanto che alla fine nessuno seppe quantificare quanto aveva mangiato.
Quando
sul tavolo non rimase più niente, tutte le luci si spensero completamente. Che succedeva?
Poi
dei sibili e delle luci soffuse provennero dalla casa. Sia Harry sia Draco si
voltarono a vedere, scoprendo che Ron ed Hermione stavano portando una torta
gigantesca sulla quale c’era scritto con il cioccolato: “Tanti auguri Harry e Draco per i vostri sedici anni”. Sedici
candeline azzurre brillavano di una luce dorata e loro si sbrigarono a
spengerle appena fu consegnata la torta. Una marea di applausi li accolse,
mentre Fred e George iniziarono a sparare i loro bellissimi fuochi artificiali
che dipinsero nel cielo un leone d’oro ed un bellissimo drago verde ed argento
(per quanto apprezzassero Draco, proprio non ci pensavano a disegnare lo stemma
di Serpeverde. Tanto, poi, Draco significava drago in latino).
A
turno quindi, i ragazzi si scambiarono i regali mentre aspettavano che la torta
venisse tagliata dalla signora Weasley.
«Questo
è da parte mia, Harry.» disse Draco, dandogli la serie completa de “Cinque scopo per cinque continenti” in pratica la Bibbia del Quidditch.
Quei libri, inoltre, erano quasi introvabile visto che ne veniva stampate
pochissime copie ogni dieci anni.
«Wow!
Ti saranno costati una fortuna!» esclamò Ron, ammirando quella stupenda
collezione di libri.
«Sono
stupendi, Draco! Questo, invece, è il mio regalo!» esclamò Harry, tirando fuori
un astuccio lungo e stretto.
«Ma
questa è la mia bacchetta! Sei riuscito a fare restaurare!» si sorprese il
biondo, credendo che fosse ormai inutilizzabile.
«Il
signor Olivander si raccomanda di tenerla con più
cura. Da come mi ha scritto, è rimasto molto scioccato da come l’avevi
ridotta.» ridacchiò il moro, mentre l’altro provava la sua bacchetta.
«Bene,
ragazzi. Ho anch’io dei regali, ma
preferirei darveli più tardi se avete la pazienza di aspettare.» disse
Silente un po’ enigmatico e suo nipote lo guardò, alzando con naturalezza un
sopracciglio.
“C’è ancora una cosa che devi scoprire, una
verità straordinaria che troppo a lungo è rimasta celata.” Ricordò Harry
improvvisamente Harry. Cosa voleva dire sua madre? E perché gli se ne era ricordato
solo ora?
«Allora,
venite a vedere il nostro spettacolo pirotecnico?» domandò spazientito Fred,
così al tavolo rimasero seduti solo Silente e Pik ed il cielo si colorò di
bellissimi fuochi artificiali.
«Nonno,
tu sapevi che discendevo da Tosca Tassorosso?» domandò il giovane italiano al
nonno.
«Non
ne avevo la certezza. È un problema per te?» s’informò il vecchio mago.
«No,
non tanto direi. Senti, cosa vorresti regalare ad Harry e Draco?» chiese ancora
il ragazzo molto incuriosito. Aveva notato lo scintillio negli occhi del
Preside, nonostante fosse notte.
«Pik,
osserva bene quelle due pesti…» disse il vecchio mago, indicando Harry e Draco.
Voleva proprio vedere se il nipote avrebbe indovinato. In tutta risposta, lui
scoppiò a ridere.
«Nonno,
guarda che lo so! Non c’era bisogno di fare tanto il misterioso. L’ho subito
sospettato appena li ho visti allo Smistamento, non mi dici mica niente di
nuovo!» gli rivelò divertito.
«Ma
che sorpresa! E così già sapevi! Sei proprio un ottimo bastone per la mia vecchiaia.»
scherzò Silente, molto divertito ed accarezzandosi la folta barba bianca.
«Vecchiaia?
Ma se non li dimostri neanche centosettantatre anni! Ma come glielo vuoi dire?»
s’informò il ragazzo, che parlava con il mago più potente del mondo senza un minimo
di soggezione. Gli altri ne sarebbero rimasti scioccati.
«Questo
è il problema. Non ne ho proprio idea, sai? Non è facile.» ammise con un
sospiro Silente, mentre nel cielo due draghi, fatti con gli speciali effetti di
Fred e George, si davano battaglia.
«Posso
provarci io? È proprio un regalo con i fiocchi, per entrambi! Harry, Draco!» li
chiamò, mentre lo spettacolo pirotecnico lasciava agli spettatori una piccola
paura. I due s’avvicinarono, molto curiosi di sapere quale fosse il loro regalo
da parte del professor Silente.
«Prima
di darvi i nostri regali… Ecco, io ed il nonno ci chiedevamo se vi foste mai
accorti di quanto vi somigliate… Mettetevi uno di fronte all’altro… Così.
Vedete? Sarà perché siete nati lo stesso giorno?» disse Pik, anche se dalla sue
parole si capiva che intendesse qualcos’altro che hai due sfuggiva.
Harry
e draco si guardarono negli occhi: il verde nell’azzurro, l’azzurro nel verde.
Passarono lunghi minuti, gli sguardi incatenati sui loro volti così
somiglianti… Cosa voleva dire Pik?
In
effetti, però la loro somiglianza era straordinaria… Erano uguali a parte
colore di occhi e capelli…
Fu
un lampo, più veloce di un secondo ed un’idea di calò contemporaneamente nelle
loro menti, una verità improvvisa… Una verità che sconvolgeva ed univa per
sempre le loro vite…
I
loro occhi si velarono e s’inumidirono, per poi sciogliersi in lacrime che
scivolarono sulle loro guance rosse. Singhiozzarono e s’abbracciarono
calorosamente: entrambi, ora, capivano quale fosse quel legame che li univa, la
natura di quel filo che li aveva accomunati sin dal loro primo incontro da
Madama McClan.
Harry
e Draco erano fratelli, fratelli di sangue, fratelli gemelli.
Fratelli
gemelli.
Ron
vide subito i due amici che scoppiavano a piangere e si precipitò da loro,
trascinandosi dietro Hermione. Vide Pik e Silente sorridere accanto ai due e si
arrabbiò. Cosa avevano da ridere?
«Pik!
Che succede? Perché…?» iniziò ad accusarlo, ma i due lo interruppero.
«Lascialo
stare… Ron! Non so come… Ma Draco… Draco è mio fratello! È mio fratello
gemello!» esclamò felicissimo Harry.
«Sì,
è così! Siamo gemelli!» continuò Draco con un sorriso ebete stampato sulla
faccia.
«Eh?
Chi? Cosa? Come?» domandò Ron confuso a qualche che potesse spiegarli.
«Proprio
così, signor Weasley. Harry e Draco sono gemelli. L’ho scoperto durante
quest’ultimo viaggio e ne ho avuto conferma, quando Madama Chips mi ha parlato
della loro trasfusione. Vedete, ci sono molti problemi quando si deve fare una
trasfusione fra maghi, ma voi non avevate avuto problemi. Entrambi, poi, avete
un elevatissimo potere magico, per cui non c’era altra spiegazione: non hai
avuto problemi Draco, perché Harry ha il tuo stesso sangue. Avendo lo stesso
sangue, quindi non potete essere che fratelli gemelli. Questo era il mio regalo
per entrambi: un fratello.» spiegò il professor Silente, mentre tutti si
riuniva attorno a loro. Fred e George avevano la mascella a terra, anche loro
erano gemelli: come avevano fatto a non capirlo di Harry e Draco?
«Ed,
invece, ve l’ho dato anch’io…» ridacchiò Pik, strizzando l’occhio ai due amici.
«Se
tu vuoi, Draco, c’è un incantesimo che farà scomparire dalla mente di tutti il
fatto che sei stato un Malfoy. A parte i presenti, tutti gli altri crederanno di
averlo sempre saputo.» gli propose il Preside.
«Sarebbe
un bel regalo, professore… Ma dovrebbe modificare la memoria a tantissime
persone. Memorie di anni e non voglio, né mi sembra giusto, che le persone
cambino giudizio su di me a causa di un incantesimo.» rifiutò garbatamente il
biondo, che vide Silente illuminarsi con un gran sorrise. Ebbe l’impressione
che i suoi baffi stessero tremando.
«Era
la risposta che mi aspettavo… Draco, il mio regalo è questo: non sarai più un
Malfoy, non dovrai più tornare alla tua vecchia casa. D’ora in avanti, rimarrai
qua insieme a tuo fratello ed ai tuoi amici.» rivelò il professore. Draco
scoppiò prima a ridere e poi a piangere, ma ugualmente felice di quella
notizia. Harry, invece, era ancora frastornato da quella scoperta, quasi non si
rendeva conto di quella scoperta, ma come il gemello era felice. Anzi, i due
erano molto più che felici.
«Pik,
tu lo sapevi?» domandò Harry, cercando di riprendersi da quel momento.
«Sì.
Ho iniziato a sospettarlo da quando vi ho notati allo Smistamento, poi durante
l’anno il mio dubbio ha avuto più di una conferma. Forse ho fatto male a non
dirvelo, ma pensavo che fosse meglio se l’avesse scoperto da voi.» ammise il
giovane Tassorosso.
«Hai
fatto benissimo! Questo era il regalo più che bello che qualcuno potesse
farci!» esclamarono in coro il biondo ed il moro.
FINE
NOTE:
Allora,
questo è proprio l’ultimo capitolo! Come vi pare? Vi piace?????? Ve
l’aspettavate che facevo Harry e Draco gemelli? Beh, robin82 l’aveva capito
(vorrei sapere anche come ha fatto!!!!!!)
X titi: Grazie mille del commentane! Mi è piaciuto molto,
anche se, naturalmente, Pik mi piace un sacco!!!!!!!!!! (Beh, era ovvio…
Altrimenti non ce lo mettevo.)
X
mira 82: spero d’aver fatto abbastanza presto, ma mi spieghi come hai fatto a
pensare che Pik fosse figlio di Harry? O_o
X Domy: grazie di tutti i complimenti!!!!
X
marco: grazie del sostegno, sei stato il primo a recensire!!!!!!! (vega è una mia amica ed abita vicino a casa mia, lei la
Stella l’aveva già letta)
X vega: ho gli esamiiiiiii come
faccio ad andare avanti con l’8° anno??????????!!!!!!!!!!!!!!!??????????!!!!!!!
X tutti: la prossima ffic sarà sul 6° anno, per cui
sarà il sequel del “La Stella di Cristallo”. Vi
anticipo che si intitolerà semplicemente “Avalon”…
Solo che per ancora un po’ non la pubblico, perché ho degli esami da fare ora a
febbraio… Anche se probabilmente non resisterò e fra qualche giorno vedrete i
primi capitoli apparire… Forse verrà un po’ più corta della Stella, ma spero
sia ugualmente apprezzata!