# Malachite
Non crede.
I luoghi comuni alle spalle.
Conserva se stesso.
Orgoglioso.
Ribelle.
Complesso.
[Intelligenza.
È la tua fede]
Seto richiude il portatile.
Abitudine. Scontata.
La sigaretta annoiata in mano.
Un’ombra leggera. Sul viso
Di soddisfazione latente.
Molteplice.
E Mokuba lo aspetta.
Ogni sera. Sempre.
Ci crede.
Conosce.
Le convinzioni mature.
Un grido lasciato.
[Non azzardarti.
Sei vincente.]
Vincitore.
Nelle cadute.
Negli sberleffi vuoti.
[Tu.
Solo tu e tuo fratello]
[Sei volontà.
Stabilità costante.
Creatore insondabile]
Perseveri in desideri
silenziosi.
In explicit
Per Lete89.
Per ringraziarla dell’aiuto e del sostegno che mi ha dato.
Per ringraziarla di esserci.
Sesto personaggio: Seto Kaiba.
Difficile, devo ammettere. Estremamente difficile. Perché Seto è complesso. Me ne ero accorta in Garasudo no Uchi; ma qui si è rivelato uno sfida. Davvero.
Facile cadere; facile sbagliare. Facile appiattire.
Spero di non esserci caduta, nell’appiattimento.
Ma Seto è superficie che cozza con il dentro. E mi fa dannare. Nel senso pieno.
Nessuna situazione precisa, questa volta. Anche perché non amo legarlo alla trama del manga. Non lo conosco abbastanza, probabilmente, come manga.
Ma l’impresa.
L’impresa è stata la pietra. Perché l’acquamarina, lo zaffiro e il topazio no. Sono facili, sono ovvi. Scontati. Perché è il clichè degli occhi di Seto. E allora: retino e pazienza.
Si va a caccia di pietre.
Alla fine, ho scelto la malachite, la pietra del computer.
Una pietra velenosa, se non la si sa prendere con le dovute attenzioni. Un po’ come Seto.
È la pietra che rappresenta maggiormente la volontà e l’aspirazione, la perseveranza e il desiderio, e assieme al colore che la caratterizza, il verde, indica la sicurezza e soprattutto l’autosicurezza e autoconsapevolezza. Mi è apparsa l’ideale.
Ma all’azzurro non ho comunque rinunciato; anche perché spesso, nel verde della malachite si trovano venature azzurre. E allora dall’azzurro (meglio, dal blu) ho preso l’ultimo elemento: il silenzio. Perché Seto è taciturno, ma non muto. Perché Seto trasmette la conoscenza del gioco di riflessione e frecciata: il peso del riempito e del vuoto.