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Autore: hyuga girl    05/01/2015    1 recensioni
Ho scritto questa fic per celebrare il compleanno del mio personaggio preferito in assoluto, la dolce Hinata Hyuga.
"Le vecchie costruzioni avevano lasciato il posto ad alti grattacieli scintillanti, e lei si sentiva così, aveva un nuovo animo e un nuovo carattere che avevano finalmente spazzato via quella timidezza che per anni l’aveva resa insicura"
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Ciao a tutti, eccoci qui con il terzo capitolo. Ringrazio davvero di cuore chi sta seguendo questa fic che era nata davvero senza pretese, chi continua a recensirla e chi l'ha messa tra le preferite. Sono davvero commossa! Spero che continui a piacervi!



Il giorno dopo l’animo di Hinata era pervaso da un senso di inquietudine. Dopo aver fatto colazione aveva dato un’occhiata al suo cellulare, trovandoci un messaggio da parte di Toneri, in cui diceva che nel primo pomeriggio si sarebbe presentato a casa sua. Si era vestita in fretta, e ora camminava avanti e dietro senza sosta. Non aveva smesso di piovere dalla sera prima, e questo la metteva ancora di più di cattivo umore. Odiava la pioggia, odiava quelle basse nuvole grigie così cariche e pesanti che sembravano volerla soffocare. Si domandava cosa mai volesse Toneri, dato che lei era stata chiara nel non volerlo più vedere. Infilò un cd nello stereo e provò a concentrarsi sulle parole della prima canzone che era partita, ma queste le sfuggivano come la sabbia tra le dita. Aveva provato a pranzare ma sentiva lo stomaco annodato.
Subito dopo l’ora di pranzo il campanello aveva suonato e si era ritrovata davanti il ragazzo della foto. Inutile i tentativi di chiudergli la porta in faccia, lui era entrato sfacciatamente richiudendosi la porta dietro di sé.
“Buon pomeriggio mia bella. Ti trovo bene.” Aveva cercato di abbracciarla ma lei lo aveva respinto.
“Che cosa ci fai qui? Come hai fatto a sapere dove abito?” La ragazza aveva indietreggiato.
“Oh Hinata. Konoha è talmente tanto piccola che mi è bastato chiedere a una sola persona per sapere dove ti trovassi. Quindi è qui che vivi. Mi piace, è fine e accogliente. Proprio come te. Sono venuto per sapere come stavi. ”
 “Sto bene, ora puoi anche andare via.”
“Ma come siamo, come dire, scontrosi oggi. Sei cambiata Hinata. Quando ti aiutavo a scrivere la tesi eri molto più dolce.” Si avvicinò e la guardò dritta negli occhi. Anche lui aveva gli occhi azzurri. Ma non erano nemmeno lontanamente belli come quelli di Naruto. Erano freddi e lontani, e le rievocavano immagini di paesaggi invernali, laghi ghiacciati e privi di vita. Quelli di Naruto invece erano accoglienti e caldi come il mare d’estate. Era sorpresa e si vergognava di se stessa. Come aveva fatto a cedere al fascino di quell’uomo? Come aveva potuto anche lontanamente pensare di costruire qualcosa insieme a lui? Ora lo trovava ripugnante, la sua voce gli sembrava viscida. Si rese conto di amare il ragazzo dai capelli color grano più che mai.
“Mi sono sempre piaciuti i tuoi occhi, Hinata. Sono così belli.” Il ragazzo tentò di baciarla, ma lei lo spinse via con uno schiaffo in pieno viso. Poteva vedere chiaramente il sangue pulsare dove lo aveva colpito.
“ Te lo ripeto, Toneri. Vattene via. Non hai niente da fare qui. Non cercarmi più.”
“Oh no, Hinata. Così non va bene. Io sono venuto in questa squallida cittadina solo per te e tu mi respingi così? Eppure fino a due mesi fa non mi trattavi così. Eri dolce e affettuosa.”
“Le persone cambiano se vengono ferite. Tu dovresti saperlo bene, chissà quante povere ragazze hai ingannato durante questi anni. Pensi che non lo sappia che hai avuto lo stesso atteggiamento con tutte? Come pensi che mi sia sentita io? Te lo ripeto un’ultima volta, vattene. Aspetto una persona.”
Toneri era scoppiato in una risata isterica.
“E chi sarebbe?”
“Non sono affari tuoi.”
Senza nemmeno rendersene conto era stata messa al muro.
“Allora, Hinata, mi dici chi è?”
La corvina aveva preso a urlare. Il ragazzo la sovrastava e l’aveva completamente bloccata nei movimenti. Dopo quelle che le sembrarono ore, sentì bussare ferocemente alla porta. Qualcuno urlava e la chiamava.
“Hinata? Hinata, cosa succede?”
La sua voce era inconfondibile.
“Naruto! Sono qui! Ti prego aiutami!”
Hinata fece appello a tutte le sue forze per sollevare da lei il peso del ragazzo e correre ad aprire la porta. Si gettò tra le sue braccia tremando. Naruto le cinse forte le spalle, stringendola fino a farle male.
“Hinata cos’hai? Ti ho sentita urlare dalla strada.”
La sua voce era così rassicurante.
“Toneri…è qui.”
Naruto la lasciò andare e varcò la soglia. Lo vide lì, quel ragazzo pallido, con le spalle appena posate al muro, le braccia incrociate e un sorrisetto sfacciato, con l’aria di chi si diverte un mondo. Si sentiva fissato con aria di superiorità. Strinse i pugni, pronto a picchiarlo.
“Quindi è lui che aspettavi. Avresti potuto dirmelo prima che avevi un ragazzo, Hinata.”
Avrebbe voluto sprofondare. Cosa avrebbe pensato di lei Naruto ora che si trovava nella stessa stanza con quel ragazzo?
“Lu..lui non…”
“Tu sei Toneri vero? Non sei gradito ad Hinata, e per dirla tutta nemmeno a me, quindi fai il favore di posare il tuo altezzoso culo fuori da questa porta e non tornare più.”
“Oh d’accordo, me ne andrò. ”
Nell’allontanarsi posò una mano sulla guancia di Hinata, ricevendo un altro schiaffo, più forte di quello di prima.
“Vattene e non farti più vedere.”
Naruto non aveva mai visto Hinata così arrabbiata. Aveva letteralmente sbattuto la porta in faccia a Toneri, lo aveva sentito chiaramente imprecare contro di lei affibbiandole degli appellativi poco educati che non le si addicevano.
Restarono a fissare per un paio di minuti, come se si aspettassero che da un momento all’altro Toneri sarebbe tornato attraversando la porta come un fantasma.
Poi finalmente Hinata sembrò svegliarsi da una specie di trance. Corse in bagno e vi si chiuse dentro. Poggiò la schiena alla porta e si accorse di avere il respiro affannoso. Cercò di calmarsi mettendosi una mano sul petto e inspirò ed espirò profondamente. Fu assalita da un enorme senso di vergogna misto a paura. Lacrime presero a rigarle il viso, terminando la loro corsa infrangendosi sulle piastrelle. Prese a singhiozzare così forte che tremava senza riuscire a controllarsi. Pensava al ragazzo che bussava alla porta dietro di lei.
“Hinata ti prego apri la porta. Sento che piangi, ma se non esci di lì non posso aiutarti. Ti prego esci e parla con me.”
Naruto vide la maniglia abbassarsi e una massa di capelli corvini. Hinata aveva la testa bassa. L’unica cosa che potesse fare era farla sedere sul divano e stare con lei fino a che non si fosse calmata.
“Mi dici perché quell’uomo era qui oggi?”
“Non lo so…stamattina ho trovato un messaggio da parte sua e quando è arrivato non sono riuscita a mandarlo via subito. Sei stato la mia salvezza, sei arrivato al momento giusto, non so davvero cosa sarebbe potuto accadere. Ti ringrazio infinitamente. Ho avuto così tanta paura.”
Poi spalancò gli occhi con l’aria di chi si ricorda qualcosa all’improvviso e si allontanò dal ragazzo per guardarlo.
“Ma perché sei qui? Non dovresti essere in università per dare l’esame?”
Naruto si aprì in un ampio sorriso.
“Mi hanno chiamato ieri sera dicendomi che l’esame era stato spostato a questa mattina.”
“E allora? Come è andata?”
“27 Hinata. E tutto grazie a te!”
“Oh Naruto, ma è meraviglioso! Sono così felice per te!”
“E’ tutto merito tuo! Il mio professore si è complimentato con me per i progressi che ho fatto dall’ultima volta. Ho detto che sono stato da una buona insegnante e mi ha chiesto di proporti un colloquio per un posto come sua assistente. Sono venuto per parlarti di questo.  Se vuoi posso chiamarlo anche subito per dirgli di fissarti un appuntamento.
 “Tu hai parlato davvero al tuo professore di me?”
Nuove lacrime scesero dagli occhi candidi di Hinata, calde lacrime di commozione e riconoscenza.
“Certo! Sei bravissima Hinata, e credo che meriti questa possibilità più di ogni altro. E poi basta piangere” le disse mentre le asciugava le lacrime.
La ragazza si avvicinò e lo baciò sulla guancia.
“Ti va di uscire con me questa sera per festeggiare?”
“Ne sarei davvero onorata, Naruto!”
“Ora sì che ti riconosco. Sei molto più bella quando sorridi.”
E lasciandola stordita se ne andò, aspettando con ansia quell’appuntamento. Hinata pensò che qualche volta persino il cielo grigio potesse essere bello. 
  
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