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Autore: Hollister    05/01/2015    4 recensioni
Lexis, soprannominata anche Lex, è una ragazzina di sedici anni, capricciosa e avventurosa, sfacciata e amante del pericolo.
E’ sempre appartenuta alla Fazione degli Intrepidi, che ha già deciso di non lasciare.
Ma tra gli Intrepidi, sa che torreggia Eric, il freddo e calcolatore Capofazione: la colpirà nel profondo, come mai era successo; ma anche il giovane si sentirà terribilmente unito al cuore di quella mocciosa.
Un cuore di ghiaccio potrà mai essere sciolto da una ragazzina coraggiosa e piena di vita?
Lo scoprirete leggendo…
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Four/Quattro (Tobias), Jeanine Matthews, Matthew, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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I hate you.
Prologo.





I figli di Intrepidi erano speciali da tutti gli altri: amavano il pericolo, le cose che nessuno era disposto a fare.
Il loro animo era un concentrato di coraggio ed avventura; erano sempre pronti a rischiare e a mettersi in gioco.
Uno di quei bambini era Lexis, soprannominata Lex o “La Bianca”, o “l’Albina”.
I suoi capelli erano stranamente bianchi, nessuno sapeva il motivo, anche perché i suoi genitori avevano entrambi i capelli rossicci e gli occhi di un verde scuro.
Lei invece era così: capelli bianchissimi e a caschetto, gli occhi troppo scuri.
Alcuni bambini stavano lontani da lei, anche se era figlia di Intrepidi. Ma gli altri, quelli che andavano oltre le apparenze, l’accoglievano e la facevano sentire normale.
Anche perché lei non aveva niente di sbagliato, solo era diversa per il suo strano aspetto.
Ma anche se era diversa, aveva lo stesso coraggio di una vera Intrepida.

 
**
 
Correvo in testa alla folla nera di Intrepidi, che era appena uscita dal Palazzo dove si svolgeva la Scelta.
Al mio fianco, c’era il mio migliore amico Quentin, figlio di Intrepidi, come me. La nostra Scelta era stata abbastanza facile: nessun dubbio, Intrepidi.
Aveva i capelli rosso fuoco, gli occhi di un azzurro profondo e la pelle chiara ricoperta di lentiggini.
Tra gli Intrepidi, era forse l’unico che mi ha sempre accettato per il mio strano aspetto: infatti, avevo i capelli bianchi e gli occhi scurissimi, ed ero considerata quasi un essere inferiore a tutti gli altri.
Ma in fondo, non ero poi così diversa.
Ero cresciuta tra tante critiche, che non avevo mai saputo accettare, ma solo incassare duramente: dovevo ancora riscattare la mia rivincita. E volevo diventare una delle Intrepide più Intrepide del Pozzo. Era il mio sogno.
Mentre correvamo in fila indiana lungo le rotaie, sentii il treno fischiare non appena mi passò di fianco. Senza pensare, saltai con un balzo felino e afferrai una maniglia, aprendo una delle porte del treno.
Entrai e tirai un sospiro di sollievo. Subito dopo, Quentin entrò nel treno e sorrise, dandomi un bacio sulla guancia.
Mi appoggiai contro alla parete, mentre tutti gli altri salivano, e tirai un sospiro.
Il treno era pieno di colori: vestiti arancioni dei Pacifici, alcuni blu - azzurri di Eruditi e c’era anche qualche Abnegante. Ma gli Intrepidi erano in molti di più, e pensare che anche quegli altri colori sarebbero stati inghiottiti dal nero delle divise da Intrepido.
Sorrisi a Quentin, che si era messo di fianco a me.
 
“Pensi che sarà Quattro ad accoglierci?”, domandai, mentre notai una Trasfazione fissarmi con timore. Era una ragazzina bassa, con i capelli chiari raccolti in una coda di cavallo, gli occhi verdissimi, Abnegante.
“Penso ci sia Eric, adora spaventare i Trasfazione con i suoi modi da burbero idiota”, sibilò Quentin, scuotendo la testa di capelli rossi.
Risi di gusto, mentre quella ragazza mi mangiava con gli occhi. La cosa mi stava mettendo a disagio.
Ad un certo punto, si avvicinò, timorosa, e mi tese la mano.
“Mi chiamo Sophie”, disse, senza guardarmi negli occhi.
Le strinsi piano la mano. “Io sono Lex, e questo è Quentin”.
Lei alzò lo sguardo e sorrise. “Siete figli di Intrepidi?”.
“Già, fico eh?”, commentò il mio migliore amico con una risata.
 
Il treno ebbe uno scossone.
Era il momento di scendere. Vidi una figura alta e possente, sopra il terrazzo di una casa abbandonata. Aveva i capelli a spazzola, biondi, gli occhi d’acciaio, la postura fin troppo rigida, con le gambe leggermente divaricate, le mani dietro la schiena e lo sguardo curioso ma altrettanto severo. Fissava il treno.
Senza troppi dubbi o pensieri, saltai giù dal treno, con le ginocchia al petto, facendo una capriola in aria e atterrando perfettamente in piedi.
Lo sguardo del tremendo Capofazione prima si posò sui miei capelli, poi sui miei occhi.
Mi incenerì, poiché decisi di sostenere il suo sguardo duro, ma non mi feci intimorire. Avrei voluto tanto sputargli in faccia, odiavo Eric e la sua stupida postura, la sua stupida faccia, la sua stupida arroganza.
Quentin mi posò una mano sulla spalla e mi costrinse a voltarmi verso di lui, per tranquillizzarmi.
Sapeva che detestavo il Capofazione Eric, e mi capiva perfettamente. La voce dell’uomo tuonò tra la folla, non appena tutti furono scesi dal treno. Sophie ci raggiunse poco dopo, con il fiatone e il viso rosso.
 
“Alcuni di voi mi conosceranno sicuramente”, disse, la voce aspra e durissima. “Forza, non perdete inutile tempo o vi butto giù uno ad uno”, aggiunse, con un tono beffardo nella voce.
 
Mi guardò, socchiudendo gli occhi. “Tu, con i capelli bianchi, salti per prima!”.
“Cosa?”, feci io, la voce un po’ troppo alterata.
“Hai sentito bene, non fare storie”, rispose lui, gli occhi infuocati di rabbia.
“E’ un obbligo, Eric?”, sibilai, le braccia incrociate al petto.
 
Quentin mi sussurrò qualcosa all’orecchio, ma non gli diedi ascolto. Vidi solamente lo sguardo di Eric diventare sempre più furioso.
Avevo già dato fin troppo fastidio al toro, ma la cosa mi divertiva. Così, mi avvicinai al cornicione, ma quando lo feci, il Capofazione mi prese per un braccio e lo strinse forte.
 
“Se mi rispondi ancora in questo modo, sarai la prima a finire tra gli Esclusi, capito?”.
 
Il suo respiro mi solletica il collo, mentre il suo odore da uomo mi entra nelle narici. Mi libero dalla sua stretta e mi lascia andare senza troppe storie.
Tutti gli altri mi guardano sbalorditi, cercando di non far cadere la mandibola per la sorpresa. Salii sul cornicione, restando perfettamente in equilibrio, guardando la voragine nera che mi attendeva.
Saltai giù, con un sospiro.
In quei pochi secondi, raggomitolata e troppo furiosa per ragionare, pensai alla stupidità di Eric. Si credeva chissà chi solo per il posto che aveva tra gli Intrepidi.
Avvolta da mille pensieri, rimbalzai su qualcosa, e aprii gli occhi, che fino a quel momento erano rimasta serrati.
Una mano calda prese la mia, e mi fece scendere subito.
Era grande e callosa, ma appena incontrai due occhi blu, rimasi leggermente spaesata.
Era un ragazzo, col fisico muscoloso e la pelle leggermente abbronzata; i capelli corti e castani. Ma la cosa che mi stupì di più, è che  non aveva nessun piercing sulla faccia, come Eric.
Non incuteva timore, aveva l’aria amichevole.
Era sempre lo stesso Quattro.
 
“Qual è il tuo nome”, chiese, con una mezza risata, anche se mi conosceva benissimo.
“Lex”, risposi, tra le risate.
“Benvenuta!”, esclamò, dandomi un abbraccio.
 
Poco dopo, sentimmo un urlo e ci voltammo: Quentin era appena atterrato sulla rete e guardava il pezzo di cielo visibile dal buco.
 
“Scendi, idiota”, dissi, con un sorriso.
 
Il ragazzo scese, salutando Quattro che ancora rideva.
 
“Sembravi una femminuccia”, sbottai, mentre Quattro gridava il mio nome.
 
“PRIMA A SALTARE, LEX!”.






**

Salve a tutte le creaturine che hanno guardato la mia storia!
Come avrete potuto capire dalla lettura, Lex è figlia di Intrepidi, e come si sa, i figli di Intrepidi saranno addestrati a parte, ma questo lo scoprirete più avanti (infatti, la storia ha la nota dei Missig Moments, ma ok, lol).
Vabbé, io faccio schifo con le presentazioni, quindi dico solo il mio nome: per tutte/i voi, sarò Lex  *^*, ma non è il mio vero nome sia chiaro.
Ok, sparisco bleah, mi faccio schifo dio.
comunque, spero che questo prologo sia di vostro gradimento, e ci terrei se mi diceste la vostra opinione su questo misero inizio, e mi scuso se il prologo è corto, ma non volevo raccontare tutto all'inizio (cosa che faccio sempre, ouo).
Ok, vi lascio, ci sentiamo al prossimo capitolo bellezze.

Se volete consigliarmi o linkarmi le vostre storie, sarei più che felice di leggere e di recensire, poiché non trovo molte storie che mi piacciono, quindi, fatevi avanti!

La vostra,

-Lexis.



 
   
 
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