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Autore: sophiejworld    05/01/2015    2 recensioni
Vi siete mai chiesti cosa fosse successo se Emma non avesse mai riportato in vita Marian?
E se Ingrid invece di lanciare l'incantesimo su di lei l'avesse lanciato su Regina, costringendola ad andare via da Storybrooke con Robin?
Ho deciso di scrivere dei piccoli oneshot su di loro e al loro vita un anno dopo aver lasciato Storybrooke ed essersi trasferiti nella 'Grande Mela'.
{ Dal testo:
"Rose? Come mai questo nome tesoro?" chiese Regina al piccolo Roland.
"Perche' mi piace, mi ricorda i fiori che papa' ti porta la sera e tu sorridi e sei felice quando te li porta. Cosi' e' anche per lei, tu sei felice con me e la mia sorellina, percio' ho deciso di darle questo nome!"
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regina Mills, Robin Hood
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Robin osservava Regina dormire accanto a lui, la trovava una cosa del tutto angelica e fuori natura e gli era difficile credere che quella donna tanto dolce e con un piccolo sorriso sulle labbra, fosse stata un tempo la Regina Cattiva.
Da quando erano stati costretti ad andare via da Storybrooke, lui si era preso cura di Regina in un modo che non aveva fatto mai con nessuno. Aveva paura di perderla e aveva paura di rievocare in lei quella sofferenza e quegli amari ricordi che tanto la tormentavano e della quale gli aveva parlato solo poche volte.

Tra tutti, lui ne ricordava solo uno. Ricordava la voce tremante di Regina ed il suo sguardo perso mentre lo raccontava.

«Avevo solo diciotto anni. Il re mi prese con se' per sostituire la sua regina. Mi rubo' tutto. La mia giovinezza, la mia innocenza, la mia felicita'... quell'uomo riusci' a prendersi tutto cio' che di buono ed innocente c'era in me.»

Quell'unica frase glia era bastata per capire che Regina non era mai voluta essere realmente cattiva, ma lo era diventata dopo aver assorbito anni ed anni di ingiustizie e chissa' cos'altro.
E lui adesso voleva rimediare a tutto cio'.

Robin si avvicino' lentamente a lei, posando le labbra sull'angolo delle labbra di Regina e depositandovi sopra un minuscolo bacio spero' di svegliarla, ma nulla. Allora continuo' con quei minuscoli bacini, scendendo verso il collo, fin quando un piccolo mormorio non lo costrinse a smettere.

"Mmm.. se questo e' il tuo buongiorno ti conviene fare di meglio." 

Robin rise ed alzo' lo sguardo, notando che Regina aveva aperto gli occhi e che lentamente si stava stiracchiando.

"Beh potrei, ma poi non so proprio come reagiresti mia cara." Ribatte' Robin con un sorrisetti sghembo sulle labbra.

Regina allungo' le braccia e le porto' dietro il collo del bel ladro, ammiccando un piccolo ghigno per la risposta del compagno.

''Potrei denunciarti, chissa' o magari potrei anche ricambiare.." fini' per sussurrare quasi con un tono di sfida.

Robin scosse appena la testa e si abbasso' nuovamente sulle labbra di Regina e baciandola con piu' passione.

Regina, invece, schiuse lentamente le labbra, sfiorando la lingua di Robin per poi intrecciarla alla sua, come una specie di danza senza fine. La mora non si aspettava un risveglio cosi'. Da un anno a questa parte i loro risvegli erano piu' che altro frettolosi e poco romantici, ma quella era stata davvero una gradevole sorpresa.

"Dov'è Roland?" riusci' a sussurrare la bruna dopo essersi staccata dalle labbra di Robin per riprendere fiato.

"Fortunatamente sta ancora dormendo, quindi tu credi che.. potremmo finire la discussione iniziata , signoraieri sera Hood?" negli occhi di Robin per un attimo brillo' solo la maliziosita', cosa che Regina colse al volo.

"Mh, proposta accettata signor Hood, anche perche' stamattina la bambina sembra stia ancora dormendo.."

Robin porto' istintivamente lo sguardo sul rigonfiamento nella pancia di Regina, lì dove cresceva la loro bambina. Regina era incinta di ben diciotto settimane e tutto quello le era parso un miracolo sin dal momento in cui l'aveva scoperto.

Ricordava l'emozione e la paura che le attanagliavano lo stomaco. Ricordava l'entusiasmo di Robin e Roland, cosi' come ricordava quello di Henry che aveva gioito nel sapere la notizia.
Ricordava di aver realmente realizzato di essere incinta nel momento in cui aveva ascoltato per la prima volta il battito cardiaco del feto. E ricordava anche quando aveva saputo fosse una femminuccia, lasciandosi prendere dall'emozione.

"PAPÁ, MAMMA, GIORNOOOO!" Roland entro' nella camera come un uragano, urlando quel 'buongiorno' con -probabilmente- tutta la voce che aveva in corpo. Ma Regina e Robin non poterono fare a meno di trovarlo adorabile, soprattutto da quando il piccoletto aveva iniziato a chiamare Regina 'mamma'.

"Buongiorno a te piccoletto!" disse Robin.

"Buongiorno Roland.."

Regina si mise a sedere sul letto, mentre Robin cammino' a gattoni fino a raggiungere il figlio e buttarlo sul letto, iniziando poi a fargli il solletico sulla pancia e lasciando che la.risata cristallina di Roland riempisse quella stanza. Li adorava quando giocavano insieme.

"No papa' smettilaaa! Devo salutare 'Gina, no daiiiii!" continui' ad obbiettare Roland tra una risata ed un'altra, contagiando persino Regina, che si allungo' per dare un bacio sulla tempia del piccolo.

Roland riusci' a liberarsi dalla presa del padre solo qualche minuto dopo, quando ormai gli mancava quasi il fiato. Fu allora che si avvicino' a Regina per abbracciarla, scendendo poi verso il basso per dare il suo solito bacino sulla pancia della bruna o meglio alla sua "sorellina"

"Buongiorno Rose!" sussurro' Roland temendo di svegliarla.

Regina e Robin si scambiarono un lungo sguardo interrogativo, ma poi dei due solo Regina parlo'.

"Rose? Come mai questo nome tesoro?"

"Perche' mi piace, mi ricorda i fiori che papa' ti porta la sera e tu sorridi e sei felice quando te li porta. Cosi' e' anche per lei, tu sei felice con me e la mia sorellina, percio' ho deciso che si chiamerà così!"


Regina fu costretta a ricacciare indietro le lacrime in quel momento. Possibile che quel bambino fosse cosi' meraviglioso?

Regina si sporse in avanti e lo abbraccio' e Robin che nel frattempo aveva assistito alla scena, si avvicino' per scoccare un dolce bacio sulle labbra della moglie.

"E allora Rose sia!" disse dolcemente il ladro per tagliare corto, asciugando una lacrima dalla guancia della sua amata.

"Su, andiamo piccoletto lascia stare Regina e va a vestirti, noi intanto ti prepariamo la colazione!"

"Va bene papa'.." Roland si stacco' di malavoglia dall'abbraccio di Regina e ando' in camera sua, lasciandoli nuovamente da soli.

Regina guardo' prima Robin e poi Roland -che andava via- constatando che a quel perfetto quadretto mancava solo Henry, il suo bambino. E per un attimo si fece prendere dal rimorsi e dalla malinconia di non averlo portato con se' a New York. Ovviamente Robin se ne accorse.

"Ehi.. che succede?" domando' Robin preoccupato del repentino cambiamento d'umore.

Regina allungo' una mano verso quella di Robin e la prese, osservando con un mezzi sorriso il tatuaggio del leone sull'avambraccio.

"Niente e' che... Mi manca Henry, mi manca Storybrooke e.. tutto il resto."

Regina parve spezzata a meta'. Da una parte la felicita' di una nuova vita con Robin, dall'altra l'amara consapevolezza di non poter tornare in quella specie di cittadina che aveva creato da un semplice incantesimo. E nonostante le sembrasse strano, le mancava quel posto, le mancava piu' della Foresta Incantata. "Regina, sai di non poterci tornare, l'incantesimo della Regina della nevi non e' scomparso del tutto e tu e la nostra potreste morire. Henry verra' qui questo fine settimana, non preoccuparti.."

Robin le sposto' una ciocca di capelli corvini dietro l'orecchio, poggiando la fronte a quella di Regina e sorridendo dolcemente per rassicurarla, perche' lei aveva bisogno di questo.

Regina sorrise anche, un po' piu' sollevata dalla notizia di Henry e dalla dolcezza di Robin.

"Ti amo.." mormoro' sulle sue labbra.

"Ti amo anch'io." rispose lui poco prima di baciarla, ma quel bacio fu diverso da quello di prima. Quello era un bacio senza pretese o altre richieste, un bacio d'amore, ecco cos'era.

Perche' nonostante tutto, nonostante gli ostacoli da affrontare, i limiti da superare e le paure da vincere, loro si amavano e ci sarebbero sempre stati l'uno per l'altra.

 
   
 
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