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Autore: Seven_seasons    05/01/2015    1 recensioni
Non c'è niente di sbagliato nel mare, secondo Emma. Trova in ogni suo piccolo dettaglio qualcosa di affascinante. Durante tutta l'estate, tra feste da urlo, amori infranti e un'amica eccezionale, avrà modo di conoscere il vero amore, che la porterà a fare scelte sbagliate. Ma sarà sincero per sempre, o durerà solo per una stagione? Beh, questo Emma dovrà scoprirlo a sue spese.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ho sempre pensato al mare come qualcosa di immenso, insostituibile, con più di cento sfumature, tutte bellissime e rare. L’ho sempre preferito d’inverno, il mare. Quando nessuno osava uscire di casa per le rigide temperature, quando lui restava solo assieme alla sua grandezza, quando il blu assumeva toni grigi, quando il sole non brillava e le nuvole prendevano il possesso del cielo, anch’esso divenuto plumbeo. Odiavo i bambini che durante l’estate disturbavano la quiete di una creatura così perfetta. Potevo solo immaginare quello che gli oscuri abissi celavano, ciò che sfugge all’occhio, al di sopra dell’orizzonte, e al di sotto della riva.

Eppure eccomi qua, ad aspettare l’inverno per poter tornare da sola, in compagnia di nessuno.
“Emma, eccoti! Cosa stai facendo da sola?” Chiese Giorgia.
Giorgia era la mia migliore amica fin dai tempi delle medie, è una ragazza apparentemente adorabile e innocente, con i suoi lunghi capelli biondi incorniciavano un viso tondo, e gli occhi castani che brillavano come stelle nelle notti di luglio. Un sorriso angelico, quasi celestiale, la faceva sembrare la creatura più dolce del mondo. Beh, non lo è affatto. Insomma, le voglio un bene incalcolabile, però la conosco alla perfezione, ed è tutt’altro che angelica. Ha un carattere spiccato, una voglia di fare immensa, la forza di un uragano, orgogliosa e testarda, un mix pericoloso per chi non sa come trattarla.
“Oh nulla Gio, stavo solo dando un’occhiata agli ombrelloni, per controllare che fossero tutti chiusi.”
Da una parte mi somigliava assai, eravamo entrambe molto vispe e testarde, ma io di certo non ero una bomba ad orologeria.
“Si ok, però adesso andiamo, ho una fame assurda.” Annunciò con tono solenne.
 
Appena arrivammo a casa mi buttai sul letto rumorosamente, mentre Giorgia si dirigeva in cucina a preparare qualcosa per cena.
“Emma! Vieni a darmi una mano!” Urlò Gio dal piano inferiore, scocciata dalle sue scarse doti culinarie. L’andai ad aiutare di malavoglia, e dopo 20 minuti stavamo entrambe mangiando.
“Allora, che facciamo stasera?” Mi chiese la bionda.
La guardai un po’ stordita.
“Non saprei…non ho molta voglia di uscire oggi.”
“Eh dai! E’ sabato sera! Domani tornerà mia mamma e tra due mesi torneremo a scuola, è questo il momento di divertirsi!”
“Ho capito però boh…” Dissi per poi trovarmi di fronte Gio con gli occhioni sgranati e il labbro inferiore infuori.
“Ok! Allora usciamo.”

Un’ora dopo eravamo entrambe infiocchettate fuori dalla porta, pronte per una serata di “sballo totale”, o almeno era così che Giorgia l’aveva definita. Eravamo entrambe minorenni, per questo non avevamo né patente né macchina, ma tutte e due eravamo dotate dei nostri bolidi di fiducia! Gio aveva la sua macchinina orami da due anni, ed io il mio motorino da uno. Di certo però, non potevamo montare in sella al mio bolide così conciate, per queste occasioni c’era Giorgia!
“Emma, l’altro giorno ho visto Matteo in spiaggia, era bellissimo. Dannazione non può farmi questo!” Esclamò Gio guardano la strada davanti a sé.
“Cosa ti avrebbe mai fatto?” Chiesi sorridendo.
Matteo era il ragazzo per cui Giorgia stravedeva da più o meno un anno. Moro con gli occhi verdi, alto e più grande di lei, era il tipo ragazzo bello impossibile, grazie al quale io dovevo sorbirmi più o meno una volta, (massimo due), ogni quindici giorni, la sclero scenata della mia amica. Grazie Matteo!
“Oh lo sai benissimo! Ha quell’atteggiamento che mi fa imbestialire. Non capisco mai se mi corra dietro o dall’altra parte!” Si stava scaldando.
“Ah Giorgia Giorgietta! Che ci vuoi fare sono uomini!” Dissi sospirando.
“Lo so! Ed io cerco di parlarci, ma non ci riesco! Non mi ascolta, non capisce!” Stava assumendo un tono paonazzo.
“Cosa ti dico sempre? Guarda, - dissi allungando una mano – sto tenendo una zolla di terra sul mio palmo, gli uomini sono zolle di terra, puoi parlarci? Prova a parlare con una zolla di terra, non ci riuscirai!” Esclamai, ripensando a quello che mi diceva sempre mia madre.
Riuscii a farla ridere, finalmente!

Giorgia parcheggiò la macchinina appena arrivammo al locale. Era affollatissimo e la musica risuonava su tutta la spiaggia. Non che non mi piacciano le feste, anzi, però oggi proprio non ero dell’umore adatto. Era un locale all’aperto, che si affacciava sulla spiaggia, anche se in alcuni giorni il mare era "off limits", però ovvi motivi. Era uno dei tanti posti in cui gli alcolici venivano versati anche ai minorenni, e di certo, io e Giorgia non eravamo tipe da farceli scappare.
Salutammo alcuni nostri amici e ci unimmo al loro gruppo, notai con sollievo che Matteo non c’era, e per fortuna questa sarebbe stata una serata tranquilla e divertente, aperta a nuove conoscenze e senza drammi o lacrime.
Stavamo ballando già da un po’ quando la calca di persone si fece troppa per i miei gusti e decisi di andare in spiaggia ad accendermi una sigaretta. Lasciai Giorgia in compagnia di Francesco e Giulia.

Finalmente un po’ di serenità in compagnia di un drink e una cicca, sapevo benissimo che non erano cose benevoli per la mia salute, ma non mi importava, ero giovane e ribelle. Il mare era bellissimo, anche di notte. Volevo toccare l’acqua. Quindi mi tolsi gli ingombranti tacchi e camminai a piedi nudi sulla sabbia leggermente bagnata. Sembrava tutto magico, la testa mi girava un pochino, rendendo tutto ancora più magnifico. Il fumo mi usciva dalla bocca e si dissolveva lontano, lontano da me.

Quando vidi che era già l’una e mezzo di notte, mi avviai da Giorgia, spensi la sigaretta nella sabbia, ma non la buttai in acqua, sarebbe stato ingiusto sporcare qualcosa di così perfetto.

   
 
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