Capitolo 3


<< Damon molla la presa! Mi fai male! >> dico sperando che la finisca di stringere il polso

<< Mi spieghi che cosa ti è saltato in mente? >> dice

<< Io vorrei sapere cosa è saltato in mente a te! >> gli dico non capendo perchè mi stia facendo la paternale.

<< Era un ragazzo che semplicemente voleva portarti a letto! Mi dovresti ringraziare, ti ho salvata dal commettere un errore madornale >> esclama tutto convinto

<< Primo : Non sono affari tuoi, secondo : E se anche io me lo sarei voluto portare a letto? Terzo: Io non devo ringraziare proprio nessuno, Damon. Tu non sei mio padre >> 

<< Non sei il tipo di ragazza da una notte e via, poi neanche lo conosci >>

<< Perchè tu le conosci tutte le ragazze che ti porti a letto, ogni benedetta sera?No, non mi pare! >>

<< Ahh, ho capito sei gelosa >> mi dice ammiccando e facendosi sempre più vicino fino a farmi sbattere la schiena sulla sua macchina, ormai ci allontanano solo 2 centimetri.

<< C..come sei bravo a c..cambiare discorso, Damon. E poi io... gelosa di te? Aahahahahha. Forse sei tu quello geloso di me.>> dico cercando di non fargli capire il desiderio che ho di dargli un bacio ( e non solo )

<< Sono geloso solo di ciò che è mio >> 

<< E con questo che cosa vorresti dire? >>

<< Che tu sei la MIA segretaria! >>

<< Quindi nel tuo modo contorto staresti dicendo che sei geloso di me? >>

<< Può darsi...>>  si avvicina sempre di più, vedo le sue labbra avvicinarsi alle mie e poi deviano sulla mia guancia.

<< Forza, sali in macchina che ti riporto all'ovile >>

Il resto del tragitto passa nel silenzio più totale con un imbarazzo che viene smorzato un minimo dalla musica che passa in radio.

Mi porta sotto casa mia. Bene, adesso sa anche dove abito. Maledetta Bonnie.


-Da ascoltare

https://www.youtube.com/watch?v=69czQMuwwp4


<< Grazie per avermi riportato a casa >> dico cercando di sciogliere l'imbarazzo

<< Domani ti passo a prendere per andare a lavoro, va bene? >>

<< No, grazie >> sorrido

Vado verso il portone di casa e mi afferra il braccio e io mi avvicino, fa scendere la sua mano fino ad arrivare alla mano me la stringe e con l'altra mano mi accarezza il fianco e la fa salire su fino a sotto il regiseno.

<< Mi piace il tuo carattere... mi perdoni,per questa sera? >> mi dice ed io intanto voglio morire.

<< No >> mento, perchè in fondo non ce l'ho mai avuta con lui.

<< Sicura? >> mi chiede mentre annuisco.
 
<< Me lo giuri? >> continua imperterrito

Io a quanto pare non riesco più a dire una parola, mi scosta i capelli dalla faccia

Mi bacia la guancia, si sposta sempre più su, fino ad arrivare a baciarmi l'altro lato della faccia, mi bacia il naso e si dirige sempre più giù, più giù.

Fino a sfiorarmi le labbra. 

Riacquisto velocemente la mia lucidità e mi scanso, correndo per le scale e lasciandolo lì da solo.

Entro dentro casa e mi fiondo dentro la doccia. 

Diamine che costa stavo facendo? Damon è il mio capo, non posso avere una specie d'infatuazione per il mio capo, no, no e ancora no.

5 anni prima 

<< Rebekah, sei licenziata! >>

<< Damon non puoi farmi questo, per favore. Ho bisogno di questo lavoro! >> 

Premetto che sto origliando questa conversazione. Elena non si fa, non si fa.

<< E io vedo quanto a tutte interessi il mio conto in banca! >>

<< Lo sai che non è solo al tuo conto in banca a cui sono interessata >>

<< Ah no? Per favore Rebekah non farti più vedere >>

<< Lo sai che c'è? Che sei uno stronzo, io ero interessata al tuo conto in banca è vero, ma tu anche eri interessato ad una cosa, a portarmi a letto quindi >>

<< Era un interesse in comune, cara. Non mi sembrava che ti lamentassi così tanto.Fuori da questa camera! >>

<< Che stronzo! >> quella che presumo uscire da quella camera è Rebekah ed è molto infuriata

<< Che hai da guardare? >> mi dice

<< Niente... assolutamente niente >> rispondo

Nel frattempo vedo uscire Damon dalla camera.

<< Ciao Elena, puoi entrare due secondi?Ti devo parlare >>

Negli ultimi giorni avevamo passato molto tempo insieme, eravamo usciti, eravamo andati in giro per New York e gli feci vedere anche il tipico flash mob a Times Square, c'era stato anche quasi un bacio.

Peccato che adesso gli rimanevano solamente due settimane e poi sarebbe ritornato a Los Angeles.

<< S...si >> dissi guardandomi intorno.

<< Entra pure >> disse

Chiusa la porta mi sentii scagliare contro il muro e baciare con un'urgenza e desiderio grandi quanto almeno il desiderio  di baciarlo che mi portavo dentro da settimane.

<< D...d...damon >> mi staccai da lui 

<< E-elena >>

<< Mmmm, mmm dimmi >> dissi

<< Stasera alle 8 a cena da me, solo noi due, puntuale >> 

<< Ci sarò. Vado a lavorare...IO >>

<< Cosa staresti insinuando? >> sorride

<< Nulla >> sorrido

Alle 18.00 ero già in " fase di preparazione". Capelli piastrati, vestitino rosso e scarpe con il tacco rigorosamente nere. L'orologio segnava le 18.57 decisi di non  farlo aspettare. Bussai alla sua porta.

<< Puntuale come sempre >> mi disse

Cenammo, vedemmo un film, ci baciammo e dormimmo. Giuro dormimmo solo.

Passarono 13 giorni bellissimi, forse i più belli della mia vita, fin quando il 14esimo giorno decisi di fargli una sorpresina, entrai nella sua camera mi stesi sul letto  con un bel completino intimo  nero e di pizzo, ovviamente con molto push-up dato che quando Dio distribuiva le tette io ero in fila per l'altezza.

E lui entrò, mi vide e lo scagliai sul letto e cominciai a sfilargli lo giacca

<< Che fine ha fatto la dolce, Elena? >> disse con un sorriso provocatorio

<< E' qui davanti a te >> dissi io cercando di essere sexy 

Gli tolsi la cravatta,gli strappai la camicia e cominciai a baciargli il petto fino a scendere su quella striscia di peluria che portava all'inguine, cominciai a toccarlo e insomma il resto lo sapete

<< E.. e...e..lena >> disse preso dall'eccitazione

Capì che stava venendo, così lo lasciai lì umido e presi a baciarlo, lui ribaltò la situazione e mi entrò dentro con un dito, poi con due ed io ero tutta bagnata per lui

Cominciò a baciarmi l'interno coscia ed io sussultavo ad ogni suo movimento, ero all'estremo. Considerando che lui continuava imperterrito con le due dite fin quando non sentì la sua lingua stuzzicare il mio clitoride.

<< D...Damon per favore >> lo supplicai.

<< Si? >> chiese con finta ingenuità

<< Ti voglio, prendemi >> dissi gemendo

Non se lo fece ripetere due volte ed entrò dentro di me, prima delicatamente, ma poi le sue spinte diventarono sempre più forti

<< Di più, più... forte! >> dissi

<< S..sii.. ahhhhhhh >> gemetti insieme a lui fin quando non arrivammo all'apice.

Mi rassicurò, mi accarezzo i capelli e ci addormentammo tranquilli.

Il giorno dopo mi svegliai, allungai il mio braccio sulla sua parte, ma non c'era.

Poi notai un foglietto sul cuscino, era la sua scrittura 

" Sto partendo, non chiamarmi "

Quel biglietto mi aveva distrutta.

Oggi

Il giorno dopo mi sveglio tutta intontita e con una gran voglia di rimanere a letto soprattutto per evitare Damon, per quello che è successo ieri.

Ma io dico, ma come mi è saltato in mente? Flirtare con il mio capo! Mi devo anche sbrigare, perchè se continuo di questo passo potrei arrivare in ritardo.

Nel frattempo vedo Bonnie rientrare a casa con capelli spettinati, bretellina del vestito abbassato, tacchi in mano e un sorriso ebete, che gli contorna il viso

<< Giorno, Lena ! >> biascica

<< Giorno...Bonnie, vuoi del caffè? >> chiedo

<< Magari grazie, allora com'è andata la serata? >> mi chiede 

<< Com'è andata la tua piuttosto, anche se non faccio fatica a capirlo >> rido

<< Non ricordavo che il sesso tra ex fosse così fantastico >> dice con liberazione sdraiandosi sul divano con aria compiaciuta

<< Ecco appunto >> dico, offrendole il caffè

<< La tua? >> 

<< Emm... ti racconto stasera o faccio tardi a lavoro! A proposito tu non vieni? >>

<< No, Stefan mi ha concesso il giorno libero. Quel ragazzo è FAN-TA-STI-CO >>

<< E' vero è un ragazzo dolcissimo...vadooo!! >> esco di casa e prendo la macchina, sfreccio per le strade fino ad arrivare in azienda. Corro al massimo e per fortuna arrivo in tempo.

<< Giorno, capo >> dico facendo finta che ieri non sia successo nulla

<< Buongiorno, Elena >> mi dice con totale indifferenza, indifferenza che mi urta i nervi.

<< Mi serve che tu faccia le fotocopie a tutti questi fogli, mi raccomando sono importanti >> mi dice.

Odio quando fa così. Quando tira su il suo muro d'indifferenza, soprattutto dopo quello che è successo ieri,mi ferisce nell'orgoglio.

Mi dirigo verso la fotocopiatrice che si trova di fronte al suoi ufficio apro lo sportello di quest'ultima e mi cadono tutti i fogli. HO LE MANI DI PASTA FROLLA, OGGI!

Vedo Liam avvicinarsi

<< Ele, hai bisogno di una mano? >> mi chiede

<< No, no grazie Liam faccio da sola >> rispondo

Lui si accascia e mi aiuta, mi tocca la mano e mi sorride, io contraccambio il sorriso imbarazzata

<< Che sta succedendo qui? >> esclama Damon

Santo cielo, quest'uomo quanto è pesante!

<< Niente capo >> rispondo io immediatamente.

<< Liam, ci pensa la mia segretaria a svolgere questo compito è per questo che la pago >> dice rivolgendosi a lui

<< E di certo non la pago per farsi guardare il culo, da tutti voi >> dice rivolgendosi a tutti i ragazzi presenti.

Io nel frattempo rimago lì per terra a raccogliere i fogli e a guardarlo smarrita, non capendo la sua incazzatura momentanea.

Finito di raccogliere i fogli e finito di fotocopiarli, mi fa cenno di entrare nel suo ufficio.






SPAZIO AUTRICE

Mi rimangio la parola, pubblicherò ogni Sabato ed ogni Lunedì.
Ringrazio tutte le persone che hanno messo la mia storia, tra i preferiti, tra le storie seguite e quelle da ricordare. Ringrazio i lettori silenziosi e ringrazio le ragazze che hanno recensito la mia  storia sperando che lo facciate ancora 
Un bacione,  a sabato <3