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Autore: Lizzie1096    06/01/2015    0 recensioni
Aspettò 3 minuti ma l'idiota non gli venne ad aprire, il cane era dietro la porta che annusava e immaginava che stesse già sbavando per saltargli al collo e sbranarlo, l'idiota gli ripeteva che quelle erano manifestazioni d'affetto, come no.
-Naruto, apri questa dannata porta!- bestemmiò tirando un pugno alla porta, odiava aspettare fuori mentre c'erano 30 gradi all'ombra, odiava il caldo.
...
-E poi cosa vuoi da me, Sakura-chan ti ha mollato?- gli aveva domandato a bruciapelo, scansando un palo.
Non sapeva se rispondergli o mandarlo a quel paese, era indeciso.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanabi Hyuuga, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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Incontri notturni

Non sapeva che aspettarsi da quella serata, ma Sakura gli aveva borbottato che era da un sacco di tempo che non cenavano a casa, insieme e sopratutto in compagnia di qualcuno, stavano diventando asociali, se ne era uscita così improvvisamente con quella cosa, che per poco non gli cascava a terra - giusto per informare il pubblico: erano usciti sabato con Ino e quel carciofo di Sai, a cena, e aveva pagato tutto lui -, non sapeva il perché, ma sapeva che doveva aspettarsi tanti di quei momenti imbarazzanti, perché lei gli aveva detto di prendere Naruto e preparare la cena - anche apparecchiare il tavolo, possibilmente -, che lei avrebbe portato da bere e compagnia, non aveva ascoltato altro.

La parola follia gli lampeggiava nel cervello da quella mattina.

Era vero che non vedeva Naruto da un po', che sapeva avesse altre cose per la testa in quel periodo (era stato licenziato da poco; taglio del personale) ed era sempre sbattuto, non gli dispiaceva averlo a cena una volta tanto.

La cosa che temeva però, era che Sakura stesse architettando qualcosa, e lui la conosceva abbastanza da sapere che sarebbe stato imbarazzante, almeno per lui.

Da quando lavorava nella nuova clinica, aveva conosciuto nuova gente dottori/esse e infermieri/e e stava sempre lì a raccontargli di quanto era strano che ci fossero persone così simili a lei, che voleva farglieli conoscere quelli interessanti, se gli prometteva di non tradirla con una delle infermiere.

Lui nemmeno l'aveva ascoltata, perché non gli fregava minimamente delle persone con cui lavorava, nemmeno gli piacevano gli ospedali a lui, figurarsi i medici - lei era solo un eccezione, perché se avesse potuto le avrebbe fatto cambiare mestiere, grazie tante - ma lei lo aveva sfinito così tanto che alla fine aveva ceduto, solo perché la stava tirando per le lunghe ma non gli aveva promesso niente di certo.

Poi aveva iniziato a parlare di Naruto, che a trent'anni era ancora single, che non poteva deprimersi per un lavoro andato a male, che doveva riprendersi la sua vita e possibilmente mettersi con qualcuno, perché da solo con quel cane non ci poteva stare, era un caso perso lui.

E così stava preparando la cena, mentre il suo amico e il suo cane dormivano sul suo divano, si era dimenticato di fargli cambiare quei vestiti che forse puzzavano anche, ma Naruto era Naruto, se ne fregava di quelle quisquiglie.

Stava prendendo la tovaglia per apparecchiare quando aveva sentito la voce di Sakura dietro la porta, il mazzo di chiave tintinnare e il cane abbaiare furiosamente e l'istinto omicida gli era salito alla testa, lo odiava quel cane.

Naruto si era svegliato un po' confuso, si era stropicciato un occhio e aveva sbadigliato rumorosamente, come se stesse a casa sua - e infondo lo era con Sasuke.

-Cazzo, Shadow smettila di abbaiare!- aveva sbottato subito dopo, perché si era reso conto che il suo cane aveva una voce che trapassava il cervello.

Poi aveva visto Sakura che era tornata a casa piena di sacchetti della spesa, insieme ad una ragazza.

Sakura aveva abbandonato i sacchetti e si era tolta le scarpe e la giacca ed aveva fatto così anche la sua amica, e poi l'aveva invitata ad entrare nel suo covo - aveva detto proprio così -, aveva salutato Shadow, il suo ragazzo ed infine lui e poi gli aveva presentato la ragazza che era rimasta immobile dietro Sakura.

-Questa è Hinata, lavora nel reparto rianimazione- aveva detto, mentre lui si era perso a fissarla, non era curioso e nemmeno disinteressato, aveva dentro un misto tra l'imbarazzo e lo spavento, perché era passato il tempo in cui faceva amicizia con tutti e tendeva la mano a destra e a manca, ora non voleva delusioni, da parte di nessuno, si sentiva stanco e... fragile.

Non l'aveva vista bene, aveva scorto la pelle chiara e i capelli scuri, le guance un po' arrossate, gli aveva puntato gli occhi addosso ma non si era fermato troppo a guardarla perché aveva mille pensieri al secondo.

Sasuke intanto aveva preparato il tavolo e si era meritato un bacio e un abbraccio da Sakura, lui... lui voleva soltanto tornarsene a casa e stendersi a letto, perché la depressione gli ricordava che lui tutto quello non avrebbe potuto averlo, mai.

A parte quel cane troppo tonto, che gli riempiva le giornate tra uscite al parco e giochi pazzi in casa, una vera vita da uomini soli.

Shadow si faceva amico subito di tutti, perché a lui bastavano una carezza nel punto giusto e non importava se al tempo gli si dicevano le peggiori parole, a lui non importava, le coccole importavano, tante e in quantità industriali grazie.

Infatti ora si era abbandonato alle piccole mani di Hinata, che affondavano nella folta pelliccia nera del collo, e la coda era come impazzita sotto quelle carezze.

Si era perfino sottomesso, aveva offerto la pancia ad una sconosciuta che avrebbe potuto farlo soffrire da lì a qualche minuto, ma a lui non importava, lui rimaneva lì inerme, sotto quei tocchi gentili, perché era semplicemente un cane.

Se fosse stato più simile a lui, forse sarebbe stato felice e con una vita piena di impegni e magari una ragazza al suo fianco che gli ricordasse almeno una volta al giorno di valere qualcosa.

Non aveva più resistito, l'ansia di andarsene era stata troppa, tutto il suo corpo gridava di andarsene; stare con Sasuke da solo era in qualche modo rilassante, dato che non faceva nessuna sorta di domanda che lo avrebbe messo sotto pressione, ma già Sakura era diversa, anche se si tratteneva tutte quelle domande che le si fermavana sulla lingua, a lui pareva di sentirle e un ospite non l'avrebbe retto; così aveva afferrato il guinzaglio e Shadow era corso da lui scivolando sulle piastrelle, si era seduto ed aveva atteso in ansia che lo legasse e lo portasse ovunque, adorava stare in giro con lui.

Sasuke e Sakura lo avevano fissato, lui era tremendamente in imbarazzo ma non voleva restare.

-Senti...- aveva iniziato facendo scattare il guinzaglio, con gli occhi bassi da colpevole, rivolgendosi a Sasuke -Io me ne vado ho... qualcosa da fare- ed era stata la scusa più idiota che avesse mai potuto tirare fuori, ma in un certo senso aveva davvero qualcosa da fare, voleva restare solo a pensare, non era una grande idea, ma lo aiutava un po'.

Loro non gli avevano chiesto di restare, tanto avrebbero solo rischiato di imbarazzarlo di più, perché sapevano quanto fosse testardo.

-Domani passo da te- lo aveva salutato il suo amico, prima di ritornare in cucina e poi era semplicemente scappato fuori dall'appartamento, giù dalle scale e lontano da quel quartiere.

Gli era ancora difficile stare con troppa gente intorno, non lo sopportava, si sentiva soffocare e non capiva il perché, lui adorava le persone.

Il cane lo aveva tirato fino al parco e quando erano arrivati nell'area cani lo aveva liberato e quello aveva iniziato a correre e a raccogliere ogni porcata che trovava sul suo cammino; adorava farlo disperare.

Quando lo aveva trovato, secco come uno spillo, non ci aveva pensato due volte a caricarselo in braccio e portarlo nel suo appartamento, gli aveva sbattuto in una ciotola di fortuna quello che aveva nel frigo e il giorno dopo si era informato in giro se lo avesse perso qualcuno, si era fumato il cervello per trovare il suo padrone, ma quando una mattina che era uscito per portarlo fuori, una ragazza gli si era avvicinata ad accarezzarlo, gli aveva fatto capire che al mondo non c'erano solo belle persone e che i cani venivano abbandonati.

Si era fermata a dargli qualche consiglio, mentre i loro cani si rincorrevano;

gli aveva dato il numero del suo veterinario e le indicazioni su un negozio di animali, non poteva fargli mangiare tutti i santi giorni il ramen, gli aveva risposto al suo perché, scandalizzata.

Era quasi un anno che lo aveva con lui, ed aveva appreso tante di quelle cose in quell'anno; si era anche fatto una cultura sugli abbandoni e i traffici illeciti sui cuccioli di razza, anche se Shadow non aveva un passato decifrabile, lui era convinto che fosse stato comprato - a caro prezzo, vista la sua razza - e poi scaricato quando avevano capito che era ingestibile senza regole.

Shadow era ingestibile, c'erano i momenti che era bello e calmo e si lasciava accarezzare e altri in cui si scatenava e iniziava a mordere e correre in giro per casa, scaraventando a terra tutto quello che gli capitava a tiro; quando ancora lavorava gli aveva distrutto le lenzuola del letto e il divano e una mattina, quando si era dimenticato di sparecchiare il tavolo dopo aver fatto colazione, si era mangiato il cartone del latte, non lo aveva solo fatto in mille pezzi, se lo era proprio mangiato!, e non era nemmeno stato male.

Non si era sorpreso quando si era visto costretto ad affidarsi nelle mani di un addestratore, che gli aveva almeno evitato una crisi isterica quando lo lasciava solo a casa invitandogli caldamente a chiuderlo in una stanza e lasciarcelo con la radio accesa un gioco e la ciotola dell'acqua; da quando si era messo a lavorare con lui era diventanto un tantino gestibile, ascoltava ogni tanto e non gli distruggeva più la casa.

L'addestratore poi, gli aveva consigliato di farlo correre, fargli scaricare tutte le pile e farlo interagire con gli altri cani visto che non era un cane dominante, avrebbe trovato pane per i suoi denti e sarebbe stato un cane più equilibrato.

Aveva fatto il giro completo del parco per cani, dimenticandosi che Shadow non conosceva il richiamo vieni e che era sempre una specie di mago nello scappare da sotto i suoi occhi; era tornato dove lo aveva lasciato a correre, di solito a quell'ora tarda nessun padrone con il proprio cane si faceva passare per la testa di entrare nel parco, o almeno fino a quella sera.

Perché oltre a lui, c'era qualcun'altro, seduto sulla panchina a leggere un libro e a pochi passi da lui uno Shiba stava praticamente sottomettendo il suo Siberian Husky di 35 kili!

La fama del Samurai che lo precedeva era vera, dopotutto.

Si era affrettato a raggiungere Shadow, perché erano le 9 di sera e voleva tornare a casa.

Quando era stato a portata d'orecchie e di naso, il piccolo Shiba aveva iniziato ad abbaiare con il pelo ritto e la coda in mezzo alle gambe, "al ladro, al ladro" sembrava urlare e Shadow che non ci capiva niente di "fare la guardia", lo aveva imitato.

-Ma sei scemo?- si era rivolto al suo cane, che lo aveva preso per chissà quale mostro, poi si era bloccato e aveva iniziato a piangere come se non lo vedesse da anni.

Gli era corso incontro, sempre piagnucolando, facendogli un mare di feste. -Hey! Ma sei davvero uno stupido, non ti stavo abbandonando- lo rassicurava, passandogli le mani lungo tutta la schiena che si era incurvata per leccargli le mani.

Si stupiva ogni volta di questi suoi attacchi d'ansia, cosa aveva dovuto passare per avere così paura di perdere la persona che amava, non era sicuro di volerlo sapere.

Intanto lo Shiba era filato al fianco del suo padrone, che non aveva staccato gli occhi da libro nemmeno per un secondo; il cane che ringhiava tutto allarmato.

Si era avvicinato un po' di più alla panchina, perché quel tipo era davvero rimasto immobile ai ringhi del suo cane; dalla paura aveva cercato rifugio dietro la schiena del padrone, che finalmente aveva alzato lo sguardo e non era un maschio, ma un adolescente femmina.


Ehm salve! Sono incapace di usare l'Htm, perdonatemi.
Comunque se siete arrivati fin qui, congratulazioni!
Scrivo queste due note perché sì.
Naruto è strano, ha paura ed è depresso, non si vuole esporre troppo per non finire con la faccia a terra (lo so, è un comportamento insolito perché Naruto è fortissimo, pieno di voglia di vivere e bla bla bla, ma qui ha perso l'unica fonte che lo faceva campare senza ripensamenti: il lavoro), Sasuke lo sa e lo lascia andare ma si prende cura di lui come può, Sakura lo vuole aiutare diversamente - sbatterlo con la testa sul suo problema - e farlo rinsavire.
In questo capitolo appare la Dea Eterea: Hinata - che non fa un granché ma dovevo farla apparire! Shadow continua a fare disastri perché ha una vocazione per ditruggere tutto e fare i dispetti a Naruto.
Insomma è una bestiolina adorabile.

Ringrazio chi ha avuto il coraggio di leggere il precedente capito, e chi ha recensito, chi ha seguito e chi ha messo la storia nelle ricordate - che mi sembra già tanto per una storia vergognosa come questa.
Vi saluto e al prossimo capitolo, grazie ancora! :D

  
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