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Autore: Hollister    06/01/2015    3 recensioni
Lexis, soprannominata anche Lex, è una ragazzina di sedici anni, capricciosa e avventurosa, sfacciata e amante del pericolo.
E’ sempre appartenuta alla Fazione degli Intrepidi, che ha già deciso di non lasciare.
Ma tra gli Intrepidi, sa che torreggia Eric, il freddo e calcolatore Capofazione: la colpirà nel profondo, come mai era successo; ma anche il giovane si sentirà terribilmente unito al cuore di quella mocciosa.
Un cuore di ghiaccio potrà mai essere sciolto da una ragazzina coraggiosa e piena di vita?
Lo scoprirete leggendo…
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Four/Quattro (Tobias), Jeanine Matthews, Matthew, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Ring.
Capitolo due.






Il giorno dopo, mi alzai, la sveglia che trillava entusiasta, confondendomi le idee.
Le coperte erano calde, mi dispiaceva lasciarle. Mi alzai, piano e indolenzita, con ancora l’amaro in bocca per la litigata con l’assurdo e idiota Capofazione. Non sapevo perché, ma la sua presenza m’irritava l’esistenza.
Mi vestii, indossando la divisa e intanto diedi uno scossone a Quentin, che si svegliò all’improvviso. Doveva essere ancora nel mondo dei sogni, poiché i suoi occhi non inquadravano bene la mia figura. Svegliai anche gli altri Interni, che mi guardarono confusi e con un misto di rabbia, che però ignorai totalmente, dirigendomi verso il dormitorio di Sophie.
Esterni ed interni avevano dormitori diversi, il suo era molto meno carino del nostro, ma a me non importava nulla.
La ragazza si stava già vestendo insieme ad Amelie, che mi sorrise, contenta.
 
“Buongiorno!”, disse, abbracciandomi.
 
Ancora non ero abituata a tutta quella premura dell’Erudita, che sarebbe andata bene ad un’Abnegante. Le sorrisi, leggermente timida, e mi legai i capelli dietro alla nuca in un cipollotto disordinato.
 
“Pronte per la palestra?”, esordii dando una leggera spintonata di risveglio a Sophie, che grugnì stanca, infilandosi i pantaloni della divisa da Intrepida.
“Ti prego, non parlarmi di allenamenti, sono esausta!”, rispose lei, sbuffando.
“Solo perché non riuscivi a trovare una posizione comoda…”, borbottò Amelie, divertita.
 
Alzai gli occhi al cielo, e andai verso la palestra dei Trasfazione, seguita dalle due.
Le lasciai lì, e mi diressi verso la palestra degli interni, molto più spaziosa. Come al solito, gli esterni avevano il punteggio diviso dal nostro, e anche se la cosa mi sembrava ingiusta, non potevo farci niente.
Entrai con disinvoltura, notando di essere la prima. C’erano due telecamere sulle entrate, che giravano ogni trenta secondi per controllare l’intera palestra. Mi sedetti su un tavolino, e mi accorsi solo dopo della presenza del mio Capofazione preferito.
Stava mettendo a posto dei coltelli da tiro, ma non sembrava che la mia presenza lo infastidisse più di tanto.
Più lo guardavo, più il disgusto mi saliva alla bocca, sigillando la mia gola. Più lo guardavo, più mi convincevo che l’Intrepido che avevo davanti non era umano.
Alzò lo sguardo di ghiaccio su di me, con un lieve cipiglio di severità mi inchiodò su quel tavolo.
 
“Perché gli altri ci mettono così tanto?”, disse, soppesando tra le mani uno dei coltelli.
Se avesse voluto, avrebbe potuto colpirmi, magari uccidermi in quel preciso momento. Ma come tutti gli altri coltelli, lo mise in fila su un tavolino.
“Cosa ne so, erano tutti ancora a dormire meno di cinque minuti fa. Forse sono ancora sotto la doccia”, risposi, la voce completamente neutra.
Il Capofazione finì di sistemare i coltelli e mi guardò di nuovo, questa volta i suoi occhi erano totalmente senza emozioni, quasi vuoti. Poi, fece una specie di sorriso beffardo e soffocò una risatina.
“Quest’anno hai in mente di ucciderci tutti, con quei coltelli?”, domandai, scendendo dal tavolino e raggiungendo Eric, che rimase leggermente sorpreso dalla mia audacia a parlare con uno come lui.
“L’idea mi è passata per la mente, ma poi non ci sarebbe divertimento nel vedervi mentre vi distruggete per uno stupido punteggio”.
“L’hai chiamato stupido pure tu, quindi dov’è il senso?”.
La sua bocca diventò una linea dura e serrata. “Tu credi di essere un’Intrepida, ma ancora non lo sei”.
La sua frase mi ferì più del dovuto. Assottigliai lo sguardo, afferrai un coltello, osservando la lama fin troppo affilata. Mi voltai di scatto, fissando i bersagli. Con un gesto, lanciai il coltello dritto nel centro di uno delle sagome, poi mi voltai a guardare il viso di Eric, che non mostrava nessuna emozione.
 
“No, non lo sono, a quanto pare”, dissi, ironica, allontanandomi dal tavolo dove il Capofazione mi fissava ancora.
 
Un frastuono mi giunse alle orecchie, e vidi Quentin entrare in palestra, inseguito dagli altri interni. C’era solo una ragazza, mentre tutti gli altri erano maschi, che conoscevo anche fin troppo bene.
Uno di loro, mi mise un braccio attorno alle spalle e si avvicinò pericolosamente al mio viso. I nostri nasi quasi si sfioravano.
 
“Ma guarda, la nostra Albina”, mi alitò Richard, lasciandomi andare con una leggera spinta.
I suoi occhi divertiti mi fecero infuriare ancora di più, quando mi canzonò davanti a tutti fu la goccia che fece traboccare il vaso.
 
La mia mano si chiuse istintivamente in un pugno, che andò dritto sul naso del ragazzo, ormai steso a terra, fin troppo dolorante per un semplice pugno sul naso. Mi guardò in cagnesco, tenendosi le mani sul viso ormai violaceo, soffocando un gemito.
 
“Alzati, non fare la femminuccia e comportati da vero Intrepido!”, tuonò Eric, raggiungendoci.
 
L’occhiata che mi riservò fu un misto tra rispetto e divertimento, la cosa mi fece quasi sorridere. Quentin mi diede una pacca sulla spalla.
 
“La prossima volta lo facciamo fuori”, mi sussurrò all’orecchio.
“Cazzo, me la pagherai, razza di stronza!”, urlò Richard, alzandosi in piedi e venendo verso di me con fare minaccioso.
 
Il mio migliore amico mi si parò immediatamente davanti, trattenendolo per le spalle.
 
“Te lo sei meritato! La prossima volta pensaci bene di prenderla in giro, o te la vedrai pure con me”, gli sibilò, la voce decisa e terribilmente dura.
Richard si dimenò dalle sue braccia e mi guardò un’ultima volta, per poi uscire dalla palestra, il passo pesante e deciso.
 
L’unica ragazza tra gli interni a parte me, mi si avvicinò. I suoi capelli rossi ondeggiavano sulla sua schiena, gli occhi verdi scrutarmi con un’occhiataccia.
 
“Non toccare mai più il mio fidanzato”, sibilò, passandomi di fianco, i suoi occhi puntati sui miei.
“E chi te lo tocca lo stronzetto”, risposi acida, sotto lo sguardo incredulo degli altri.
“Vogliamo iniziare la giornata salendo sul ring? Forza ragazze, aprite le danze”, disse Eric, il tono malefico e un sorriso beffardo illuminargli il viso arguto e crudele.
 
Mi diressi verso il ring con sicurezza, guardando la mia rivale, che si toglieva i pantaloni aderenti davanti a tutti.
Mostrò il suo bel completino in pizzo rosso, con un sorrisetto da cagna stampato sul visetto d’angelo.
La guardai schifata, mentre mi toglievo la giacca aderente, rimanendo in maglietta a maniche corte.
Non mi sarei di certo messa in mutandine per fare spettacolino. Quentin mi lanciò un’occhiata decisiva, che mi rassicurò ulteriormente. Se questa ragazza aveva da mostrare solo il suo corpo, avrei sicuramente vinto senza problemi.
 
“Cos’è, hai paura di mostrare le tue cosce grosse?”, mi stuzzicò Claire, muovendo la sua chioma di capelli rossi e togliendosi anche la giacchetta, rimanendo completamente in intimo davanti a tutta la palestra.
“No, solo che non faccio la cagna come fai tu”, le risposi con un sorrisetto.
 
Mi incenerì con lo sguardo, ma tenni la testa alta, pronta a colpire. Ovviamente, la prima che attaccò, fu lei, con un colpo basso, che fermai prontamente, tirandole un pugno in pieno stomaco e stendendola.
Le fui sopra in un attimo, mentre vedevo la sua espressione cambiare di continuo: terrorizzata, schifata, dolorante.
La situazione si capovolse: ora era lei sopra di me, mi tirava i capelli e ricevetti un pugno sul labbro.
Al gusto del sangue, m’infuriai ancora di più, la spinsi via con un calcio e mi rialzai, per poi tirarla per i capelli infuocati e sbatterla fuori dal ring. Claire si alzò, guardandomi in cagnesco, il viso ormai pieno di lividi.
Avrei voluto darle il colpo di grazia, ma Eric cominciò a battere le mani, divertito.
 
“Avete dato uno spettacolo grandioso, complimenti! Varrà nel vostro punteggio, ovviamente…”.
 
Il suo sguardo era compiaciuto, ma non avevo bisogno del suo giudizio per essere una vera Intrepida.
Presi la mia giacca e la indossai, mentre Claire ritornava sul ring, lo sguardo inceneritore.
Quentin mi fissava con ammirazione, come il resto degli altri. Ma ugualmente, non mi sentivo né forte, né felice per me stessa.
Mi sentivo quasi senza emozioni; avevo vinto uno scontro piuttosto stupido per una causa stupida, non mi sentivo granché in realtà.
 
“Hei, sei piuttosto pallida”, disse Quentin, mettendo una mano sulla mia spalla, come per sorreggermi.
 
In effetti, la testa mi girava, vedevo la palestra allontanarsi e avvicinarsi pericolosamente, poi il buio mi avvolse.

**

Buonsalve a tutte creaturine mie, oggi ho aggiornato soltanto per voi!
Non avevo nulla da fare, quindi perché non rendere felici qualche buon'anima?
Ok, spero che siate rimaste sconcertate per questo capitolo, ma stasera ero aggressiva e soprattuto arrabbiata, quindi ho deciso di dare libero sfogo alla mia rabbia :33
Benissimo, come al solito, vi chiedo di linkarmi le vostre storie, che sono più che felice di leggere.
Vi chiedo ancora una cosuccina: ditemi la vostra opinione, accetto le critiche, qualsiasi cosa, basta che mi dite se vi piace o no.
Colgo l'occasione per abbracciarvi tutte strette strette, come fanno Quentin e Lex, awww *^*
Ok, buonanotte a tutte. A presto!


-Lex.



 
   
 
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