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Autore: crisalide    17/11/2008    1 recensioni
Io, ormai più celebrato e venerato del mio Dio, angelo più o meno caduto, in bilico tra realtà e menzogne, sono ancora magnifico.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Requiem

Requiem

Gocciola gocciola…

Quante volte ho pronunciato queste parole nell’eternità?

In giorni dove luce e buio non si definiscono, non lottano

In ore più o meno chiare, in anni durati una fioritura,

Con che coraggio ormai protraggo la mia esistenza?

Rotolo su un fianco, e le mie ali si stropicciano sotto di me, contro la pietra.

Sono molto belle, ancora splendide, donatrici di poesia; riescono ancora a raggiungere qualcuno, le mie ali.

Io, ormai più celebrato e venerato del mio Dio, angelo più o meno caduto, in bilico tra realtà e menzogne, sono ancora magnifico.

Come i vostri fiori di ciliegio, che nel culmine della loro fioritura stanno morendo, io, nella mia eterna grandezza sono morto.

Cari amici e amiche mortali, sono così lontano da voi.

Ancora, sempre, sento i vostri pensieri, i vostri canti,

le poesie e le fiabe su noi angeli, così magnifiche, come voi.

Piango, per la vostra bellezza.

I miei occhi velati si posano su uno dei miei fiori, su un piccolo fiore di ciliegio.

Il ragazzo mortale con cui ho condiviso questa notte.

Notte? Con cui ho condiviso la mia disperazione, il mio dolore.

Adoro straziarvi così. Siete mortali, e così anche i vostri sentimenti lo sono.

Avete mai provato il mio divino dolore?

Poveri umani, voi lo provate, certo, infinito ma infimo, nella sua durata.

Il tempo, invece, lo tesse sulla mia pelle come una sottile ragnatela.

Lo tesserà anche su questo ragazzo, il suo petto sarà striato di pelle morta, da qui a qualche tempo.

Sarà bellissimo, avere un compagno, finalmente.

Per l’eternità, per sempre.

Voi mortali ormai più non conoscete il significato di tutto ciò, voi correte, correte, volete tanto e subito; siete i figli del caos e del cambiamento, non durate per sempre.

L’illusione è immortale, non la realtà.

Ed alla realtà siete voi così legati… anche i vostri amori ormai vivono la vita di una farfalla:

Non date più peso a questi effimeri momenti di bellezza, non li fate più vivere per sempre.

Solo il dolore vi accompagna fino alla tomba, lapidi scolpite nel marmo.

Solo il dolore non cade nell’oblio, benché voi lo temiate.

Siete terrorizzati.

Siete tutti così terrorizzati, da qualsiasi cosa;

temete la morte, temete la malattia, la solitudine, la guerra e la pace.

Temete le catene, temete il conformismo o il diverso, il brutto, il giudizio altrui.

Vi amo così tanto, eppure, non siete importanti per la mia eternità.

Ma chiunque deve venerare qualcosa, no?

Un misero angelo tediato venera come voi, umani.

Colpitemi, fate scorrere il mio sangue; esili nastri che scorrono lungo il mio corpo nudo.

Miei piccoli bambini, vorrei abbracciarvi tutti con infinita tenerezza.

Cantate un requiem per me,

io farò lo stesso.

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