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Autore: Giuls4    07/01/2015    0 recensioni
Julia era una ragazza alta, snella e di soli 17 anni; aveva capelli rossi come il rame che tutti invidiavano. Non erano pel di carota, ma di un colore raro nel suo genere.
Un altra cosa che la distingueva erano i suoi occhi color verde smeraldo con una sfumatura rame intorno all'iride.
Viveva nei borghi, come diceva lei, del suo paesino vicino a Dublino.
Aveva un tatuaggio sotto al braccio sinistro; una stella nera a cinque punte vuota all'interno; fatto senza il consenso della madre.
La sua migliore amica, Janis, invece era tutto il contrario di lei.
Altezza media, capelli rasati a destra, neri-riflessati blu, dilatatore del lobo destro, anello sul naso e piercing sul labbro inferiore.
Tendenzialmente si vestiva con jeans, maglie/felpe di band Rock ed etnies; si chiamava così perché sua madre era una fan sfegatata di Janis Joplin.
Le due ragazze si identificavano nello Yin e Yang; di cui Julia era la parte bianca, la luce, quella delle due solare, popolare, cercata dalle persone; Janis invece era la parte nera, la "strana", la ragazza un po' cupa.
Gli altri però non riuscivano a vedere quel lato che solo Julia aveva scoperto di lei.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“E sono stata zitta. 
Zitta. Mentre tutto dentro di me faceva a botte, andava in frantumi, esplodeva, fremeva per uscire, io semplicemente sono stata zitta.” 
- S. Casciani 



POV JULIA:
Continuo a fissare la strada che è stata percorsa dell'ambulanza anche dopo che quest'ultima è sparita dalla mia visuale senza però veramente vedere. Rimango immobile senza riuscire a muovere un singolo muscolo lasciando l'aria fredda della notte travolgermi e farmi aderire i vestiti bagnati al corpo, le gocce d'acqua scivolarmi giù per la spina dorsale e spasmi di cui non mi rendo conto scuotermi il corpo.
La mia mente è completamente distrutta, non riesco a pensare a niente, non provo niente, non percepisco nulla.
Un paio di braccia, quelle di Harry, mi circondano le spalle senza che me ne accorga e vengo guidata dentro casa senza che possa porre resistenza avendo ogni singolo muscolo che si muove da solo eseguendo movimenti meccanici ed involontari.
Harry:'Mik sta arrivando.'
Annuisco leggermente e mi dirigo in giardino sedendomi sulla panchina, non ho la forza di piangere, non ho la forza di urlare, di disperarmi, non ho la forza per fare niente, mi sento completamente svuotata. La voragine che mi si era creata nel petto nel momento stesso in cui l'avevo vista stesa e incosciente nella vasca sembra aver risucchiato tutto. Avevo lottato contro l'impulso di sopprimere tutte le emozioni perché dovevo essere forte per lei, dovevo starle vicina finché non fosse stata in mani esperte, ma poi? Poi non c'è stato più bisogno di me e quindi ora che è andata posso scivolare lentamente via.

Porto le gambe al petto circondandole con le braccia e sprofondo con il viso nello spazio tra le ginocchia serrando gli occhi e  facendomi avvolgere dall'ombra con quell'immagine impressa a fuoco sulle palpebre.

Non sento più niente, non voglio sentire, non voglio provare niente. Sto meglio così, apatica, i sentimenti messi da parte per paura che siano troppo forti.
Non mi preoccupo più di quello che succede intorno a me, non ho la forza e la voglia di farlo.
Vivere con quella ragazza è come essere perennemente su una montagna russa, ma non sai mai quando precipiterai nel vuoto o quando sarai sospeso sopra le nuvole a toccare il paradiso con un dito. 
Certo, la vita deve essere vissuta, ma lei sta prendendo queste parole troppo sul serio, ma non solo lei, anche io.

Io davo sempre troppo, sentivo troppo, amavo troppo, soffrivo troppo, provavo emozioni troppo intensamente, mi affezionavo troppo, aprivo troppo il mio cuore, lasciavo le persone entrarmi sotto la pelle, lasciavo che si prendessero il meglio di me lasciandomi con niente.
E questo aveva finito per distruggermi, lentamente, in modo doloroso ed irreversibile.
Mi davo troppo alle persone.
Ad ogni delusione mi frantumavo in mille pezzi e con il passare del tempo diventava sempre più difficile raccoglierli.

REALITY:
Mik:'Ciao Harry.'
Mikael entrò in casa ed Harry richiuse la porta precedendolo per andare in cucina
Harry:'Grazie per essere venuto.'
Mik:'Cosa è successo? Dov'è Julia? E Janis?'
Harry sospirò e dopo essersi passato una mano nei capelli gli fece un riassunto di ciò che era accaduto quella sera rimanendo appoggiato al piano di cottura
Mik:'Merda.'
Harry:'Non so cosa fare, sono spiazzato... È completamente assente, si è seduta fuori sulla panchina a fissare il vuoto senza dire o fare niente.'
Mik:'Le vado a parlare...'
Mikael uscì dalla stanza andando fuori in giardino e lasciò Harry lì dentro, frustrato, con la consapevolezza di non poter far molto.

Julia aveva sentito Mik arrivare e non era sollevata, non era niente, semplicemente rimase immobile aspettando l'inevitabile momento in cui sarebbe uscito per andare da lei. 
Non dovette attendere molto che la portafinestra venne fatta scorrere e in pochi secondi il corpo del suo migliore amico, che la sovrastava, le coprì la visuale.
Alzò lo sguardo inespressiva non muovendo nient'altro se non il capo per osservarlo mantenendo quell'espressione vacua 
Mik:'Hey...'
Il ragazzo si sedette al suo fianco appoggiando le braccia sullo schienale della panchina e si mise ad osservare le stelle per poi, dopo qualche secondo, rompere il silenzio che si era immerso tra i due vedendo che l'amica non aveva nessuna intenzione di parlare 
Mik:'Cosa succede?'
Ju:'Harry ti ha raccontato tutto presumo.'
Julia sentì la sua voce lontana come se si trovasse dietro ad un vetro ed il tono distaccato e pacato che usò stupì non solo Mik ma anche se stessa, il ragazzo d'altronde si era aspettato di doverla consolare e si era preparato ad essere la spalla su cui poteva piangere non era minimamente pronto alla Julia assente che si trova di fronte e la cosa lo lasciò spiazzato
Mik:'Si, mi ha detto tutto.'
Ju:'Quindi è stata una domanda inutile direi.'
Continuò a guardare un punto indefinito del giardino parlando con voce troppo tranquilla e sguardo perso
Mik:'Cos'hai?'
Ju:'Niente.'
Mik:'Non puoi rimanere qui fuori in eterno, ne sei consapevole vero?'
Ju:'Lo so.'
Lui sospirò non ricevendo nessuna collaborazione
Mik:'È stata una brutta serata ed è molto probabile che tu sia sconvolta, quindi propongo tu vada dentro a mangiare qualcosa e a riposarti.'
Ju:'Sto bene.'
Julia non registrò neanche una parola di ciò che lui le stava dicendo e questo lo fece sentire come se avesse appena parlato con un muro
Mik:'Hai capito cosa ti ho appena detto?'
Ju:'Non sono sconvolta, sto bene.'
Mik:'No che non stai bene, sembri un'automa.'
Ju:'Perché sei qui Mik?'
Lui spalancò gli occhi al tono glaciale che gli rivolse
Mik:'Sei tu che mi hai fatto chiamare da Harry.'
La ragazza non aggiunse altro tornando nel suo silenzio e non scostandosi quando lui le appoggiò una mano sulla gamba ormai fredda per il calore che aveva perso stando all'aperto
Mik:'Sei congelata e hai la pelle d'oca.'
Ju:'Sto bene.'
Mik:'Puoi smetterla di ripeterlo?'
Julia incrociò i suoi occhi e il distacco che Mik vide riflessi in quei pozzi verdi lo fece rabbrividire 
Mik:'Finirai per prenderti qualcosa.'
Ju:'Non sento freddo.'
Lui ritrasse la mano come se avesse appena ricevuto una scossa di corrente elettrica leggermente ferito dalla mancanza di vita nell'amica 
Mik:'Puoi parlare con me.'
Ju:'Non ce n'è bisogno. Sto alla grande.'
Mik:'La tua migliore amica è appena andata all'ospedale perché è collassata nella vasca da bagno, e tu stai alla grande?!'
Ju:'Si.'
Mik:'Che problemi hai?'
Mikael si alzò in un impeto di rabbia vedendo che Julia aveva mollato, che non stava combattendo contro il dolore ma si era fatta travolgere da esso; lei però non diede segno di essersi accorta del suo cambio di tono e l'osservò alzando un sopracciglio come se gli fossero appena cresciute due teste nuove sulle spalle
Ju:'Tu sei il mio problema.'
A Mik parve di ricevere uno schiaffo in pieno viso e fece un passo indietro allontanandosi da lei che rimase impassibile
Mik:'C-come?'
Julia si alzò senza aggiungere una parola e dandogli le spalle rientrò in casa
Mik:'Dove stai andando?'
Ju:'A farmi una doccia.'
Cambiando improvvisamente soggetto del discorso, come se non l'avesse appena ferito nel profondo, e senza girarsi lo lasciò lì fuori scosso dalla "conversazione" appena avuta ed attraversò il salotto non dando peso a ciò che le accadeva intorno.

Era quasi sulle scale quando fu costretta a fermarsi alla loro base
Mik:'Julia Bridget Evans.'
Come di riflesso si voltò per squadrare Mikael che la stava fissando furibondo
Ju:'Cosa c'è?'
Mik:'Smettila.'
Lei mantenne gli occhi fissi su di lui impassibile non dando alcun segno di risposta
Mik:'Lo sai di cosa sto parlando.'
Lo ignorò e mentre ancora le stava parlando gli diede le spalle facendo qualche gradino, con molta calma, non ascoltando nulla di ciò che lui le stava urlando dietro, era come se le parole le rimbalzassero addosso non sfiorandola minimamente. Harry attirato dal rumore che stava facendo Mik si affacciò sul corridoio rimanendo appoggiato allo stipite della porta ed osservò in silenzio la discussione non intervenendo
Mik:'Non ignorarmi e far finta di niente.'
Julia continuò a dargli le spalle e solo allora lui la raggiunse ed afferrandola per le spalle la spinse al muro con più forza di quella che avrebbe voluto usare
Mik:'Ora basta.'
Ju:'Cosa speri di ottenere in questo modo?'
Mik:'Reagisci! Tu non sei così.'
Mik la guardò nei suoi occhi spenti trovandoci solo il proprio riflesso al loro interno
Ju:'Su fallo, prendimi a pugni e vediamo se così sei più contento.'
Lo fissò senza però vederlo veramente e Mik strinse di più la presa conficcandole le dita nella pelle
Mik:'Non lo farei mai...'
Ju:'Lasciami andare.'
Mik:'Non mandare tutto a puttane in questo modo.'
Ju:'Toglimi le mani di dosso, immediatamente.'
Harry:'Mik.'
Il ragazzo mantenne il contatto visivo con Julia che gli appoggiò le mani sul petto per allontanarlo mantenendo la stessa calma innaturale nei movimenti 
Harry:'Mikael lasciala andare.'
Mik:'Harry, tu stanne fuori.'
La mano di Harry si appoggiò sulla spalla di Mik e quest'ultimo che non si aspettava di trovarselo così vicino l'osservò incenerendolo con uno sguardo 
Harry:'Le stai facendo male.'
Mik:'Ma tu da che parte stai?!'
Harry:'Non voglio altri incidenti questa sera.'
Il ragazzo contrariato tornò ad osservare il viso di Julia, che stava ancora cercando di aumentare la distanza tra loro, ed appoggiò la testa sulla sua spalla allentando la presa su di lei
Mik:'Devi parlare con me.'
Lei al cambiamento del suo tono di voce si irrigidì e serrò i denti, prima vera reazione che il moro riuscì ad ottenere dal suo arrivo 
Ju:'No.'
Mik:'Non puoi fare così.'
Ju:'Non costringermi.'
Mik:'Ti farai solo del male e lo sai.'
Ju:'Basta, stai zitto.'
Julia abbandonò la testa sul muro alle proprie spalle guardando di lato e trattenendo le sensazioni contrastanti che le stavano risalendo in petto e che aveva cerato di reprimere, non voleva crollare e sapeva pienamente che Mik stava facendo breccia in quel muro che la separava dal resto del mondo cercando di farla cedere piano piano. Stava usando quella leggera pressione che bastava per risvegliare le sue emozioni che avrebbero avuto la meglio sull'istinto di conservazione che la stava congelando un po' per volta.
Mik:'Non puoi lasciarti andare... Rimani qui con me.'
Ju:'Zitto.'
Julia mantenne un livello bassissimo in modo che solo lui la potesse sentire
Mik:'Sei più forte di così.'
Ju:'Forse sono stanca di essere quella forte, forse non sono come voi tutti pensate. Non ci hai mai pensato?'
Mik:'Non mentire a te stessa.'
Ju:'Smettila.'
Harry:'Mik dalle un po' di spazio.'
Lui annuì rassegnato alle parole di Harry e si staccò completamente dalla ragazza che era sull'orlo di una crisi di nervi
Harry:'Tutto ok?'
Le si avvicinò e le accarezzò un braccio dolcemente
Ju:'Grazie.'
Lei in compenso non gli rivolse nemmeno uno sguardo e si precipitò in camera sua chiudendosi dentro, scappando da entrambi.

Harry, appena Julia fu fuori portata d'orecchio, si rivolse a Mikael sconcertato dalle sue azioni
Harry:'Perché hai reagito in quel modo?'
Mik:'Lascia stare...'
Harry:'No, non lascio stare.'
Mik si abbandonò sulla poltrona del salotto improvvisamente stanco
Mik:'Non voglio che si chiuda in se stessa.'
Harry:'È sotto shock, devi darle del tempo per elaborare la situazione.'
Mik:'Oh ma lei l'ha già elaborata, anche troppo.'
Harry:'Cosa intendi?'
Mik:'Sta crollando Harry, prima Mark, poi il processo ed ora questo; Julia è forte ma anche per lei tutto questo è troppo.'
Harry:'Stai per caso dicendo che è già successo? Che si isoli dal mondo in questo modo e tutto il resto?'
Mik:'Si, e ti assicuro che l'ultima volta non è stata una bella esperienza.'

Quando Julia uscì dal bagno dopo essersi sfogata sotto la doccia, in cui l'acqua dolce si era mescolata con le lacrime salate, andò in stanza per vestirsi e trovò entrambi i ragazzi seduti sul suo letto che l'aspettavano
Ju:'La privacy è un optional.'
I due non diedero segno di notare i suoi occhi arrossati, o per lo meno non accennarono a parlarne, ma sentirono dal momento stesso in cui aveva varcato la soglia della porta il cambio repentino nel suo atteggiamento 
Mik:'Risparmiaci le battutine taglienti.'
Ju:'Posso vestirmi almeno?'
Mik:'Non è niente che non abbiamo già visto.'
Mik chiese una conferma ad Harry con uno sguardo
Harry:'Concordo.'
Julia alzò le spalle e si vestì senza commentare oltre 
Ju:'A cosa devo questa intrusione in camera mia?'
Harry:'Dobbiamo parlare, seriamente.'
Lei li studiò cercando di capire e Mik le fece segno di sedersi sul materasso battendo una mano sulle lenzuola. Julia rassegnata, e per dargli la soddisfazione di esprimere la propria opinione, si accomodò a gambe incrociate nel mezzo del letto ed aspettò che rompessero il silenzio
Ju:'Quindi?'
Mik:'Parla.'
Ju:'Siete voi quelli che sono venuti da me per scambiare due chiacchiere, non il contrario.'
Harry:'Quello che Mikael voleva dire è che non vogliamo che pensi che non puoi aprirti con noi.'
Ju:'Grazie per il pensiero.'
Julia stava per alzarsi ma Harry la fece risedere bloccandola per un braccio ignorando i modi glaciali con cui si rivolgeva loro
Ju:'Voi intendete che lo dovrei fare ora?'
Mik sorrise confermando il suo sospetto
Ju:'Allora dovrò declinare l'offerta.'
Mik:'Lo facciamo per te.'
Ju:'Costringermi a parlarne non mi sembra la cosa migliore.'
Harry:'Non ti vogliamo obbligare, ti stiamo solo dando una spinta.'
Ju:'Seduta stante non ne ho voglia, quando ne sentirò il bisogno state tranquilli che sarete i primi che chiamerò.'
Julia rivolse ai due un sorriso privo di qualsiasi emozione e battè una mano sulla spalla del migliore amico in incoraggiamento facendo percepire tutto il sarcasmo nelle sue parole 
Mik:'Perché non sei andata in ospedale con Janis quando l'ambulanza l'ha portata via?'
La ragazza spiazzata spalancò la bocca e strabuzzò gli occhi non aspettandosi quella domanda così di punto in bianco
Ju:'C-cosa?'
Mik:'Ho detto, perché non sei andata...'
Julia lo fece tacere con un gesto veloce della mano dimenticandosi completamente di Harry
Ju:'Ho capito cosa hai detto.'
I ragazzi aspettarono che lei rispondesse ma quast'ultima lanciando un urletto saltò di scattò giù dal materasso mettendo quanta più distanza fisica potesse tra lei e Mik
Ju:'Perché?!'
Mik:'Rispondi.'
La sua voce riecheggiò nella testa di Julia facendole venire il voltastomaco per la durezza che usò e per contro reazione lo inchiodò con gli occhi sul posto perdendo definitivamente il controllo di se stessa, della voce, delle parole, del suo corpo.
Ju:'Perché mi fai questo?! Perché Mikael?! Proprio tu! Io non ti farei mai una cosa del genere.'
Mik si alzò facendo un passo verso di lei ma questa a sua volta arretrò allungando un braccio nella sua direzione per fargli segno di rimanerle lontano
Ju:'Non provare ad avvicinarti.'
Mik:'Non essere ridicola.'
Julia senza riuscire a trattenersi si lasciò sfuggire una risata nervosa che di divertito non aveva niente
Ju:'Devi solo provarci a farmi sentire quella in torno, non con me Mikael.'
Mik fece per replicare quando il cellulare di Julia squillò e lei quasi grata della distrazione lo afferrò per rispondere mettendo fine alla conversazione eclissando completamente i ragazzi dalla sua mente

Al telefono:
Ju:'Pronto?'
Niall:'Sono Niall.'
Ju:'Novità?'
La ragazza diede le spalle ad Harry e Mik concentrandosi su Horan nel tentativo di rilassarsi, riportò il suo tono ad un volume accettabile e, alla sua voce famigliare, le forze l'abbandonarono facendola sentire improvvisamente ancora più esausta
Niall:'L'hanno intubata e in questo momento le stanno facendo la lavanda gastrica. Hanno intenzione di tenerla in ospedale fino a domani notte per controllare che la sua situazione sia stabile quindi credo le servano dei vestiti per la permanenza.'
Ju:'Ok.'
Niall:'Ah e hanno chiesto la presenza di un famigliare.'
Julia sospirò non potendo più posticipare l'inevitabile e si passò nervosamente una mano nei capelli ancora umidi dalla doccia di poco prima sentendosi persa
Ju:'Ok, ti mando il prima possibile qualcuno con tutto il necessario.'
Cercò di prendere tempo ma Niall sembrava aver capito che lei non aveva intenzione di raggiungerlo
Niall:'Julia... Un famigliare, non un qualcuno qualsiasi, un famigliare.'
Alla ragazza si spezzò la voce non lasciando uscire alcuna parola mentre le gambe e le mani iniziarono a tremare
Ju:'Io...'
Niall:'Un famigliare.'
Ju:'O-ok, ti... ti raggiungo appena ho finito di preparare una borsa.'
Niall:'Grazie.'

La ragazza chiuse la chiamata lasciando che le mani le cadessero lungo i fianchi e strinse le dita intorno al cellulare con tanta forza che le nocche diventarono bianche.
Harry:'Era Niall?'
Julia annuì abbassando la testa per guardare il pavimento e lasciò che delle ciocche di capelli le ricadessero sul viso
Mik:'Cos'ha detto?'
Sentì la mano calda dell'amico sul braccio, cosa che la fece sussultare, e se la scrollò di dosso con la poca forza che le rimaneva 
Ju:'Esci.'
Mik:'È anche una mia amica, ho il diritto di sapere.'
Ju:'Esci da questa stanza Mikael.'
Si voltò lentamente verso di lui inchiodandolo sul posto con gli occhi lucidi ma determinati, lui aprì la bocca per parlare ma non ne uscì alcun suono quindi dopo poco la richiuse.
Ju:'Mikael non lo ripeterò una terza volta.'
La ragazza incrociò le braccia al petto guardando da un'altra parte, cercando di trattenere le lacrime e con la voce impastata, e si allontanò di un altro passo che la fece aderire con la schiena al muro.
Mik:'Julia...'
Mik con espressione ferita chiuse una mano in pugno osservando il dolore dell'amica ma, prima che potesse aggiungere qualcos'altro, Harry si interpose tra loro due appoggiandogli una mano sulla spalla e gli parlò con tutta la calma che riuscì a dare alla sua voce
Harry:'Mik ci daresti due minuti?'
Lui annuì dopo un paio di secondi di incertezza e con passo scoraggiato uscì dalla stanza senza prima però aver lanciato un ultimo sguardo a Julia.

POV JULIA:
Non appena sento la porta chiudersi, segno che Mik se n'è andato, mi lascio scivolare di schiena lungo il muro fino a terra dove piego le gambe al petto e mi infilo le mani nei capelli lasciando che mi cadano intorno nascondendomi fungendo da tenda. Appoggio la fronte sulle ginocchia e reprimo un grido di dolore che minaccia di uscire dalle mie labbra causato dalla fitta al petto che mi toglie il respiro. Rannicchiata su me stessa cerco di farmi il più piccola possibile e di cancellare dalla mente l'immagine riaffiorata di lei qualche mese prima stesa su un lettino d'ospedale con innumerevoli aghi nelle braccia.
Vengo riportata alla realtà dalla consapevolezza di Harry inginocchiato difronte a me e dalle sue mani che spostano i miei capelli delicatamente in cerca del mio viso
Harry:'Hey, dove sei?'
Alzo lo sguardo al suo tono dolce ricacciando indietro le lacrime ed incrociando i suoi occhi verdi lascio che allarghi le mie gambe, appoggiandomi le mani sulle ginocchia, posizionandocisi in mezzo
Harry:'Hey...'
Mi accarezza una guancia notando il velo d'acqua nei miei occhi e mi sposta delle ciocche rosse dietro l'orecchio liberandomi la visuale 
Ju:'Devo andare in ospedale.'
Harry:'Janis sta bene?'
I muscoli delle sue spalle si irrigidiscono leggermente ma io lo tranquillizzo annuendo
Harry:'Allora perché hai quella faccia da funerale?'
Ju:'Non ci voglio andare in ospedale.'
Harry:'Vuoi che ti accompagni?'
Appoggio la testa sul muro alle mie spalle chiudendo gli occhi mentre rifletto e parlo di malavoglia
Ju:'No, devi chiamare i ragazzi e andare a casa a dormire.'
Harry:'Sei sicura che non vuoi che venga con te?'
Annuisco pigramente per tornare a guardarlo dopo alcuni secondi
Ju:'Mi abbracci?'
Senza dire niente apre le braccia offrendomi un rifugio sicuro ed io mi sollevo da terra sedendomi sulle sue gambe ed affondo con il viso nel suo collo lasciando le sue braccia circondarmi.
Rimaniamo per un tempo indefinito in questa posizione finché Harry ci solleva da terra e tenendomi tra le sue braccia si sposta sedendosi sul bordo del letto, gli circondo i fianchi con le gambe stringendo la sua maglietta in un pugno e lui mi accarezza i capelli dolcemente
Harry:'Mi dispiace, per tutto.'
Capisco che non si riferisce solo al collasso ma anche a Mark e tutto il resto e mi stringo più a lui
Ju:'Non ne voglio parlare.'
Harry:'Ok, però promettimi solo una cosa, promettimi che non cercherai di allontanarci.'
Ju:'Promesso.'
Harry:'Grazie.'
Mi lascia un bacio tra i capelli ed io alzo il capo per poterlo guardare negli occhi, delicatamente gli prendo il viso tra le mani ed appoggio le mie labbra sulle sue in un bacio semplice e che dura solo pochi istanti. 
Avevo bisogno di lui, di sentire anche per un solo istante qualcosa che non fosse solo ansia, paura e terrore; e quel qualcosa solo Hary riusciva a darmelo.
Ci osserviamo negli occhi per un tempo che mi pare infinito e senza avere bisogno delle parole lui percepisce la mia tensione ed io la sua preoccupazione.
Comunichiamo con un solo sguardo e sotto il suo mi sento spogliata di ogni difesa, un libro aperto che lui sa leggere perfettamente, che sa a memoria e che nonostante tutto è il suo preferito.
I suoi occhi mi fanno sentire indifesa ed improvvisamente piccola, per questo dopo poco li abbasso; non meritava tutto questo, aveva il diritto di vivere più serenamente e spensierato come qualunque ragazzo di quasi 19 anni, ma non riuscivo a lasciarlo andare anche se sapevo che poteva avere di meglio, l'avevo sempre saputo, sono egoista e per questo mi odio, non potevo stare senza di lui, non ce l'avrei mai fatta...
Fisso la sua maglietta bianca da cui intravedo alcuni tatuaggi e di cui ripasso i contorni distrattamente con l'indice, il mio nervosismo però è evidente e palpabile nell'aria e per questo Harry mi appoggia un dito sotto al meno alzandomi il viso riportandolo alla sua altezza.
Harry:'Passerà, te lo prometto. Supererai anche questa, lo faremo insieme.'
Mi regala un sorriso dolce ma questo non raggiunge gli occhi e non gli fa formare le fosse che amo tanto sulle guance. Non so cosa rispondere e le sue parole non sembrano neanche aspettarsene una, l'unica cosa che fa è chinarsi verso di me avvicinando le sue labbra alle mie ma esita prima di eliminare la distanza tra noi lasciando che si sfiorino 
Ju:'Ho bisogno di te.'
Spinto dalle mie parole preme la sua bocca sulla mia come a dimostrarmi che lui è qui per me e che ci sarà finché ne avrò bisogno; il fatto è che io avrò sempre bisogno di lui, ormai ne ero dipendente a livelli estremi e solo il pensare di non averlo con me mi distrugge.
La sua mano si sposta alla base del mio collo sorreggendomi il capo mentre io mi appoggio al suo petto allungandomi verso di lui, lasciamo le nostre labbra muoversi le une sulle altre mentre i nostri corpi impercettibilmente si avvicinano.
Quando dobbiamo riprendere fiato rompiamo il contatto e lui appoggia la sua fronte sulla mia 
Harry:'Non ti lascio andare da sola.'
Un sospiro lascia le mie labbra e sposto il capo permettendo a Harry di nascondere il viso nell'incavo del mio collo
Ju:'È una cosa che devo fare.'
Lui in risposta strofina la sua bocca sulla mia pelle riflettendo sul da farsi
Ju:'Ce la posso fare.'
Percepisco il suo sorriso sulla spalla e tutto d'un tratto sembra che sia io ora a rassicurare lui e non il contrario 
Harry:'Non ne dubito, solo che non voglio succeda qualcosa.'
Ju:'Devi fidarti di me.'
I suoi occhi intercettano i miei e scorgo esitazione nelle sue iridi, non permettendogli però di replicare mi allontano alzandomi e mi sfilo la maglietta, unico indumento che ho addosso, e mi vesto con jeans canotta e felpa per uscire.
Appena il contatto tra noi viene meno sento un improvviso freddo avvolgermi e la sensazione di privazione nei punti in cui prima si trovavano le sue mani.
Ju:'Vado.'
Mi dirigo in camera di Janis e preparo una borsa con dentro un pigiama, spazzolino, dentifricio, dei vestiti per quando sarà uscita e spazzola. Scendo le scale afferrando le chiavi di casa ed il cellulare infilandoli nelle tasche della felpa ed alzo il cappuccio lasciando i capelli cadermi sul petto. Apro il portone e mi giro per salutare Styles che si trova alle mie spalle
Ju:'Ti chiamo appena posso.'
Harry:'Ok, io aggiorno i ragazzi.'
Mi alzo sulle punte dei piedi dandogli un bacio sulla guancia e poi, senza indugiare oltre, chiamo Mik che dal salotto si stava affacciando sul corridoio spaesato
Ju:'Vieni qui.'
Mi si avvicina lentamente e con sguardo interrogativo, poi quando si trova a meno di mezzo metro da me mi abbraccia attirandomi a se velocemente e facendomi cadere la borsa di mano mentre io gli circondo il collo stringendolo 
Ju:'Ti odio.'
Mik:'Lo faccio per te.'
La mia stretta su di lui aumenta e sento il peso che avevo all'altezza del cuore alleggerirsi 
Mik:'È in queste situazioni che sono sempre più convinto tu sia bipolare.'
Ju:'Tieni d'occhio la casa, mio padre arriverà a momenti.'
Faccio finta di non sentirlo e per un secondo sembra un battibecco di una qualsiasi giornata normale ma appena mi stacco da lui il sollievo, che tanto velocemente era arrivato, tanto velocemente svanisce, e con lui la poca calma che avevo provato alcuni minuti prima.
Con rassegnazione esco sotto la pioggerellina e mi dirigo verso la stazione della metro non scambiando un'ultimo sguardo con nessuno dei due e sentendo, ad ogni passo che mi allontana dai miei uomini, l'agitazione montarmi nel petto.

Faccio un bel respiro profondo per trovare la forza di uscire dall'ascensore e con passo indeciso percorro il corridoio del piano in cui si trova, noto immediatamente la chioma bionda di Niall che occupa una delle varie sedie vuote della sala d'attesa e mi lascio cadere al suo fianco sedendomi a mia volta. Le sue spalle sono ricurve in avanti e i muscoli delle braccia in tensione a causa del peso che sorreggono, mantiene i gomiti sulle ginocchia e le mani premute sul viso nascondendolo. Non appena percepisce la mia presenza alza il capo, come risvegliato improvvisamente, incrociando i miei occhi e di conseguenza nei suoi ci vedo subito stanchezza 
Niall:'Hey.'
Ju:'Hey...'
Niall:'Hai fatto veloce.'
Ju:'Ci sono novità?'
Scuote il capo e sospira abbandonandosi sullo schienale
Ju:'Vai a casa a riposarti un po', qui ci penso io.'
Niall:'Rimango.'
I suoi occhi si chiudono mentre appoggia la testa sul muro alle nostre spalle ma la tensione nel suo corpo non da accenno ad andarsene 
Niall:'Tu come stai?'
Ju:'Sono stata meglio...'
Apre un occhio sbirciandomi da sotto le ciglia e studia l'espressione del mio viso
Ju:'Ma sono stata anche peggio.'
Niall:'La vita è ingiusta.'
Ju:'Non lo dire a me... non lo dire a me.'
Sospiro facendo subito dopo segno a Niall di appoggiarsi sulle mie gambe, per essere più comodo, e lui senza protestare si stende sulle sedie posizionando la testa sul mio grembo. Lascio le mie dita infilarsi nei suoi capelli arruffati in cui deve averci passato le mani almeno un centinaio di volte nell'ultima ora avendo perso la loro piega ed essendo ormai tutti spettinati.
Sotto il mio tocco delicato sento il suo corpo un po' per volta rilassarsi finché anche il suo respiro diventa regolare segno che sta per crollare per il sonno
Niall:'Come fai ad essere sempre così calma?'
La leggerezza con cui lo dice mi fa rimanere senza parole e la mia mano si blocca per alcuni secondi riprendendo dopo un attimo di défaillance, sospiro capendo che si è addormentato poco dopo aver pronunciato la domanda e mi concedo il privilegio di perdermi nei miei pensieri senza avere il bisogno di rispondere.

Passa pressoché mezz'ora da quando sono arrivata che un'infermiera ci viene a chiamare
X:'L'operazione è andata bene ma la dovremo trattenere per le prossime 24h.'
Mentre parla guarda storto Niall che aveva appoggiato le scarpe sopra una sedia per stendersi, cosa a cui noi non avevamo dato peso anche se segno di maleducazione, azione che mi infastidisce facendomi rispondere a denti stretti ma che lui fa finta di non aver colto
Ju:'Ok.'
Niall:'Possiamo vederla?'
X:'Soltanto i famigliari stretti hanno la possibilità di farle visita.'
Niall:'Ma io sono un suo amico stretto.'
X:'Allora non può accedere alla sua stanza.'
Ju:'Lei ha solo noi, siamo la sua famiglia.'
X:'Mi dispiace.'
Ju:'No, non le dispiace invece.'
X:'Lei chi è per lei?'
Ju:'Una famigliare.'
X:'Allora può passare, ma il ragazzo no.'
Ju:'Lei ha solo noi.'
L'infermiera sbuffa ma poi dopo aver guardato che in corridoio non ci sia nessuno che ci ascolta molla la presa 
X:'Ok, però non sono stata io a darvi il permesso. Ora ho bisogno che un famigliare maggiorenne compili dei moduli per la permanenza.'
Sorrido soddisfatta e mi scambio uno sguardo complice con Niall
Ju:'Bene. Allora Horan tu vai avanti mentre io vado con l'infermiera a firmare i moduli.'
Lui annuisce mentre la signora gli fa vedere la stanza e poi mi invita a seguirla al bancone al piano inferiore
X:'Siete sorelle?'
Ju:'Sorellastre.'
Prima che Niall scompaia dalla mia visuale gli stringo una mano in segno di incoraggiamento mentendo alla tizia in modo spudorato.

Appena finisco di compilare i moduli scendo al bar per prendere una pio di caffè, uno per me e uno per il biondo, facendo qualsiasi cosa il più lentamente possibile dal camminare per i corridoi a versare lo zucchero nella mia tazza di cartone. Tutto questo per lasciare ai due del tempo da soli ma soprattutto per posticipare il più possibile il momento in cui dovrò entrare nella stanza, sono terrorizzata da ciò che ci potrei trovare dentro, il ricordo della Janis intubata dell'ultima volta mi martella in testa da quando ho varcato le porte dell'ospedale.
Arrivo però al momento in cui non ho più niente da fare e i miei piedi mi portano inconsciamente davanti alla porta bianca della sua stanza. Rimango bloccata a fissarla per dei minuti che mi sembrano ore e poi per il nervosismo prendo a camminare avanti ed indietro difronte ad essa finché la figura di Niall non sbuca fuori dalla stanza e mi blocca afferrandomi per un braccio.
Ju:'Ti ho preso un caffè, credo però che si sia leggermente raffreddato durante il tragitto.'
Stendo un braccio nello spazio in mezzo a noi porgendoglielo e fissando le mie scarpe
Niall:'Smettila di fare la pazza psicopatica ed entra.'
Prende il bicchiere e lo porta alle labbra facendo una smorfia 
Ju:'Lo so, sa da carburante.'
Lui storce il naso e si sposta dandomi modo di entrare, varco la soglia sentendo gli occhi farsi nuovamente lucidi e trattengo il respiro fissando il lettino. Mi avvicino molto lentamente per accarezzarle la guancia di un pallore innaturale ma la mia mano si blocca a metà strada e si ritrae, per poi finire sul lenzuolo del lettino, ripensandoci.
Il biondo mi affianca sedendosi sulla sedia accanto a Janis e mi lascia assimilare la situazione rimanendo in silenzio; per un secondo mi sento sollevata vedendo che le mie supposizioni peggiori vengono smentite dalla vista che infondo non sta tanto male quanto pensavo, però la sensazione dura solo un'istante e il peso che ho addosso riprende immediatamente a persistere.
Mi sento ogni secondo che passa sempre più oppressa finché d'istinto mi volto quasi correndo fuori per prendere un po' d'aria non resistendo oltre, varcata la soglia della porta libero un respiro che non mi ero accorta di trattenere e cammino mettendo più distanza possibile tra me e lei.
A metà del corridoio però delle dita mi avvolgono il polso facendomi fermare nel mezzo di esso
Ju:'Non ce la faccio.'
La presa si stringe e Niall mi fa girare in modo da essere faccia a faccia con lui, io però rimango con lo sguardo rivolto verso terra ad esaminare le piastrelle non avendo il coraggio di guardarlo sentendomi una codarda
Niall:'Julia...'
Lo interrompo scuotendo il capo con i capelli che mi solleticano il viso 
Ju:'Non riesco, io-io non ce la faccio.'
Niall:'Guardami.'
Il suo tono di voce mi spinge a incrociare i suoi occhi e per la seconda volta questa sera mi sento piccola
Niall:'Lei ha bisogno di te.'
Scuoto il capo spostando gli occhi sulla parete bianca e voltando la testa di lato consapevole che ha ragione; il fatto è che sono io quella che non ha bisogno di lei in questo momento, non quando è in questo stato, e solo il pensarlo mi fa vergognare ma non riuscivo a sopportarlo.
Le mani di Niall mi circondano il viso costringendomi a guardarlo e trovo i suoi azzurri che mi osservano comprensivi
Niall:'Si che ce la fai... lo so che ce la fai, io credo in te e sono sicuro che lo supererai. È dura, sono consapevole che per te è dura, però lei ha bisogno di te, adesso, della Julia forte e coraggiosa che conosco.'
Serro gli occhi sentendo delle lacrime calde rigarmi il viso e Niall mi abbraccia permettendomi di sprofondare con il viso nel suo petto mentre mi accarezza i capelli come conforto.
Rimane in silenzio lasciandomi sfogare e quando il mio respiro torna regolare mi allontano asciugandomi le guance 
Ju:'Mi dispiace.'
Niall:'Non devi scusarti, va tutto bene.'
Ju:'Il fatto è che odio piangere davanti le persone, odio piangere in generale. Mi fa sentire così... debole.'
Mi sistemo i capelli in una coda disordinata e mi dondolo sui talloni nascondendo le mani dentro le maniche della felpa. Horan mi circonda le spalle con un braccio e stringendomi al suo fianco mi riporta indietro.

Lascio che Niall stia vicino a Janis, seduto sulla sedia al suo fianco a tenerle la mano tra le sue, mentre io rimango in corridoio a rispondere ad alcune chiamate che ricevo.
Nelle due ore seguenti al mio arrivo in ospedale non faccio altro che bere caffè su caffè per rimanere sveglia e non dover affrontare il sonno restando seduta davanti alla porta con il telefono perennemente attaccato all'orecchio.
Quando finalmente mi decido a impostare la modalità aereo per rimanere un po' in pace mi sollevo da terra non sentendomi più stabile sulle ginocchia e con il fondoschiena dolorante rientro nella stanza.
Mi ritrovo davanti un Niall ricurvo sul lettino che dorme scomodamente e che tiene la testa abbandonata sopra le braccia incrociate, mi avvicino a lui e appoggiandogli una mano sulla spalla lo scuoto delicatamente per svegliarlo. Apre gli occhi spaesato e alza il capo verso di me osservandomi con sguardo interrogativo, nonostante la sua voce roca e impastata dal sonno noto un tono allarmato
Niall:'Cosa succede?'
Ju:'Ti sei addormentato, vatti a stendere.'
Lui annuisce inebetito e lo guido fino alla poltrona, dopo che ha chiuso nuovamente gli occhi ed è crollato nel giro di pochi secondi mi vado a sistemare vicino a Janis non occupando però il posto lasciato libero dal biondo ma un micro spazio sul bordo del lettino, in modo da stendermi così vicino a lei.
Mi metto su un fianco rivolta verso il suo corpo e le prendo la mano intrecciando le mie dita con le sue ed appoggiando la testa vicino la sua spalla, all'inizio esito ma poi mi avvicino stringendomi leggermente a lei e lasciandomi abbandonare sul lettino rilassando ogni singolo muscolo.
Il contatto della mia pelle calda con la sua fredda non ha l'effetto intorpidente che mi aspettavo, al contrario, sento un calore irradiarsi nel petto e le barriere che ho eretto cadere momentaneamente.
Chiudo gli occhi dopo aver osservato per un tempo indeterminato le sue ciglia immobili sfiorarle le guance pallide e sospiro stringendole la mano come per paura che possa scomparire da un momento all'altro
Ju:'Mi dispiace un sacco... Mi dispiace di essere stata una migliore amica pessima, non mi sono resa conto di quanto stavi realmente male troppo occupata di me stessa, avrei dovuto vederlo, non ci sono stata nel modo in cui avrei dovuto e mi sento tremendamente in colpa per questo.'
Una piccola lacrima mi riga la guancia e lascio che cada sul cuscino non avendo le forze per asciugarla 
Ju:'Devi riprenderti, ok? Lo so che puoi sentirmi, io ti sto aspettando da questa parte. Non lasciarmi con questo branco di pazzi e insensibili, ti prometto che mi prenderò più cura di quanto abbia fatto fino ad adesso di te ed aprirò di più gli occhi. Fallo per me, ti prego, torna ad essere la Janis gioiosa di una volta, un po' ruvida in superficie ma dentro piena d'amore. Mi manca la vecchia te...'
Faccio un bel respiro profondo cercando di sentire il suo solito profumo di liquirizia ma percepisco solo l'odore del disinfettante della stanza che mi brucia il naso. Provo ancora la sensazione sgradevole delle parole che mi hanno raschiato la lingua e mando giù tutte quelle che avrei voluto dire ma che mi rimangono incastrate in gola.
Alla fine riesco ad addormentarmi ma i miei sogni non sono agitati come pensavo, anzi, la mia mente stremata fino al limite si spegne per alcune ore.

REALITY:
Zayn, finita la partita, aveva aspettato che i ragazzi se ne andassero da casa sua per uscire e farsi un giro di riflessione nei dintorni. Aveva staccato il telefono per concedersi un paio d'ore per se ma senza che se ne rendesse conto quelle poche ore erano duplicate e solo quando i piedi avevano iniziato a fargli male decise di tornarsene a casa. Varcata la soglia si diresse in camera e si lasciò cadere sul letto sfinito, non appena toccò il materasso crollò per la stanchezza e non si prese il disturbo di controllare il telefono o spogliarsi.

Guy non si sarebbe mai aspettato nulla del genere quella sera, quando era sulla strada di ritorno a casa che parlava al telefono con un suo collega seduto rilassato sul sedile della sua auto con una mano al volante e l'altra abbandonata sul poggia braccio non aveva alcuna preoccupazione. Arrivato a casa, dopo aver inserito le chiavi nella serratura del portone di casa ed averla trovata stranamente aperta, aveva subito intuito che qualcosa non andava. Il silenzio innaturale della casa lo aveva spiazzato, ormai non era più abituato da tempo a non trovarci nessuno al suo interno, si era adattato al solito rumore che faceva la figlia e sentire il silenzio lo rattristava, gli riportava alla mente i brutti ricordi del periodo in cui aveva vissuto da solo, non vedendo Julia per mesi.
Era conscio che prima o poi anche lei se ne sarebbe andata lasciando di nuovo quella casa vuota; sarebbe diventata un adulto a tutti gli effetti e avrebbe lasciato il nido per farsi una famiglia tutta sua, ma l'idea lo terrorizzava. Sapeva che ritornare indietro sui suoi passi, a vivere da solo, sarebbe stato molto difficile ma non poteva evitare l'inevitabile, era un genitore ed è quello che accade a tutti i padri, lei però per lui sarebbe sempre rimasta la sua bimba che quando a cinque anni si era sbucciata un ginocchio cadendo dalla bicicletta aveva chiamato piangendo il suo nome e non la madre, che dopo il divorzio non l'aveva abbandonato, che anche a diciott'anni non si vergognava di abbracciarlo in pubblico o di farsi dare baci davanti ai suoi amici.

Lasciando che ricordi belli e brutti gli passassero per la mente si era chiuso la porta alle spalle e solo dopo essersi tolto le scarpe si era accorto d'aver ragione, non era solo a casa.

Lo shock che l'aveva investito nel sentire le parole di Mik, che non aveva atteso neppure che si fosse tolto il cappotto, durò solo qualche minuto in cui si era accasciato sulla sedia in entrata per non cadere a terra a causa degli scossoni che lo resero instabile sulle gambe; poi aveva subito chiamato il padre di Janis che si trovava dall'altra parte del mondo per avvertirlo che sua figlia era in ospedale e si era preparato per assorbire tutte le eventuali conseguenze.



Ciaooooooo <3
Scusate il tremendo ritardo ma non avevo assolutamente tempo per scrivere causa scuola ed allenamenti, poi anche la poca ispirazione non mi ha aiutata.
Non mi prolungherò molto, dico solo due cose
spero vi piaccia e che non sia troppo lungo
e mi scuso degli eventuali errori di battitura :)
Luv You All <33
La vostra
Giulia xxx
  
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