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Autore: Mentos E CocaCola    07/01/2015    1 recensioni
Benvenuti nella cucina di Mentos E CocaCola Parodi, oggi faremo una nuova ricetta.
Ingredienti:
-150g di IMPREVISTI;
-50g di SORPRESA;
-3 cucchiai di INCOMPRENSIONI;
-RISATA in abbondanza;
-5 pizzichi di AMORE;
Mescolate tutti gli ingredienti e fateli cuocere a fuoco lento, otterrete così l'ESTATE PERFETTA!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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P.O.V Maria
 
I vestiti mi caddero a terra e li raccolsi subito.
Ero nella cacca!
-Sapevo che saresti venuta a riprenderli…-
Non mi dovete considerare una che smania per vestiti alla moda, ma a quelli tenevo tantissimo e non erano neanche firmati. Solo a quelli, gli altri potevo benissimo buttarli nel cesso e tirare l’acqua.
Mi morsicai imbarazzata il labbro inferiore, notando che se ne stava ancora a petto nudo.
I capelli erano spettinati, gli occhi azzurri mi squadravano, sulla bocca aveva un mezzo sorriso… era veramente bellissimo, bisognava proprio ammetterlo.
-Ehm, vado in camera a cambiarmi, così posso ridarti la maglietta- dissi avvicinandomi alla porta e quindi a lui, stavo quasi per uscire da quell’inferno, quando lui, che era appoggiato allo stipite della porta, stese il braccio impedendomi così la salvezza.
-Voglio che la tieni, ti sta benissimo- disse accarezzandomi una guancia, mentre io distoglievo imbarazzata il mio sguardo dal suo.
Non avevo la minima idea di come tirarmi fuori da quella situazione.
-Louis…- mi spostai, impedendo così che la sua mano potesse sfiorare la mia guancia. Lui mi guardò turbato.
-Ti prego, dimentica il bacio di ieri, ero mezza brilla…- cercai di borbottare. Lui si avvicinò a me, facendomi indietreggiare.
Mi guardava serio.
-Non lo sai? L’alcool verita-
Indietreggiai ancora tanto che la mia schiena toccò il muro, lui mi bloccò con le sue braccia. Piantò i suoi occhi azzurri nei miei.
Se qualcuno fosse entrato avrebbe pensato che stessimo facendo qualcosa di estremamente sporco: io avevo solo la sua maglietta addosso, che cercavo in continuazione di tirarla più giù possibile, per coprire tutto quello che c’era da coprire. Inutile dire che per quanto l’avevo tirata aveva assunto la forma e le dimensioni di un burqa.
-Lo sai anche tu che quello che stai dicendo è una cavolata, anche tu provi qualcosa per me, ammettilo-
-Ti stai sbagliando di grosso-
-E allora perché mi hai baciato? Per illudermi forse? L’hai sempre saputo che mi hai attratta sin dal primo momento… quello che ti ho detto alla festa di Parker sull’ultimo punto della lista per te era uno scherzo?-
Io l’avevo sempre attratto? Mi venne quasi da ridere…tutte quelle litigate mi rendevano affascinante, dovevo ammetterlo!
-Attratto sin dal primo momento?! Non so se te ne sei accorto Louis, ma abbiamo litigato un giorno sì e l’altro pure, quindi non era molto facile capirlo- sbottai avvicinando il mio volto al suo sfidandolo. Lui arrossì per la vicinanza, facendomi sorridere. Che dolce!
Mariaaaaaaaaa!
Volevo dire: una carota abbronzata?!
-Sei sempre stata interessante, ma allo stesso tempo non riuscivo a capire da quale verso dovessi prenderti…poi è arrivato Sykes che ha complicato le cose più del previsto-
Ecco, doveva sempre mettere in mezzo Nathan, odioso!
-E Eleanor? Dove la mettiamo? Non so se te ne sei accorto ma siete  stati insieme fino agli inizi di luglio-
Lui mi sorrise ironico.
-E credi che sia stata tutta una coincidenza? La nostra amicizia che stava nascendo, Eleanor che magicamente resta in America, io che la dimentico in poco tempo-
Lo guardai sbalordita: lui aveva provocato tutto questo e io che quel giorno lo avevo confortato e…coccolato!
-L’ho chiamata quella notte e le ho detto che non l’amavo più come prima, che solo in quel momento mi accorgevo che il nostro amore era diventato solo uno sorta di patto, certo non mi aspettavo che rimanesse in America, ma di sicuro è stata la scelta migliore per entrambi-
-Idiota e noi che eravamo preoccupati da morire!-
Questa volta fu lui ad avvicinare il suo viso al mio.
-Quindi anche tu lo eri?-
-Certo, sembravi una mummia in stato di trance e, non so da te, ma dalle mie parti quando una persona sta sdraiata su un letto per tutto il giorno, guardando il soffitto, non è indice di completa salute mentale-
Lui sorrise ancora di più.
-Eri preoccupata…per me? Per l’odioso Louis William Tomlinson che ti ha sempre trattata male? E quindi non provi niente?!-
Sbuffai, quel discorso cominciava ad essere abbastanza a senso unico e io odiavo i discorsi a senso unico!
-Tomlinson, mettitelo bene in testa: a me non piaci e …- lo fermai prima che potesse interrompermi –quei baci non  erano altro che l’effetto della birra e della stanchezza, quindi dimenticali e questa volta fallo sul serio, per favore!-
Lo scansai con una spallata e mi diressi a passo di marcia verso la mia stanza.
 
P.O.V. Claudia
 
-Nialler, se non mi aiuti a mettere a posto la tavola niente bacini per una settimana-
Lui urlò disperato, fingendo di pugnalarsi con una carota.
-Donna crudele!-
Crudele io?! E lui allora cos’era dato che se ne stava lì a pettinare le bambole, mentre io sgobbavo come una schiava?
-Horan, alza le chiappe e lavora!- dissi, facendolo alzare dato che se ne stava lì a pettinare le bambole, mentre io sgobbavo come una schiava.
-Ehi, non puoi pretendere che io sfacchini dopo aver trangugiato quattro uova, una salsiccia enorme, latte e caffè, due panini con la cioccolata e una brioche!-
In effetti sembrava incinto e si muoveva veramente come un pinguino ciccione.
-Ma sei matto a mangiare così tanto?- gli chiesi abbracciandolo.
-Ormai lo sai come sono fatto, se vedo una cosa commestibile devo mangiarla-
Eccome se lo sapevo: per sfamarlo dovevamo fare la spesa per un reggimento.
Gli diedi un bacino sulla punta del naso.
-Allora vatti a riposare amore, qui ci penso io-
-Grazie mia piccola salsiccetta-
Salsiccetta?!
 
P.O.V. Aurora
 
Quella giornata si prospettava piuttosto noiosa: nessuno voleva fare niente, c’era la stanchezza della sera precedente e la prospettiva poco allettante delle prove quella sera.
Mi scaraventai sfinita sul mio letto, cercando di riposare, quando sentii un urlo selvaggio e poi venni trasformata in sottiletta da una massa di carne umana.
-Aury, non puoi dormire ancora, mi sembri una di quelle vecchiette di ottant’anni-
Zayn!
Amavo troppo quel ragazzo per scaraventarlo fuori dalla finestra come le mie manie omicide mi stavano proponendo di fare.
-Ma che dici? Io sono peggio di una vecchietta e tu lo sai bene! Però ora se proprio tieni alla tua cara Aurora alza quel culo perfetto della mia schiena-
Lui ubbidì subito, fortunatamente  ero ancora tutta intera.
-Allora cosa ti va di fare?- gli chiesi, mentre guardavo il mio caro cuscino morbidoso che mi attendeva.
-Che ne dici di guardare il Trenino Thomas insieme?-
Lo guardai malissimo, stavo veramente per uccidere qualcuno: o lui, perché era pazzo o me perché stavo con un pazzo.
-La risposta è no, io sembrerò pure una vecchietta di ottant’anni, ma tu sembri un bambino di due-
Detto questo feci sprofondare la mia faccia nel cuscino, respirando, per modo di dire  dato che mi stavo autosoffocando, l’odore della vittoria.
Ad un tratto sentii dei rumori terrificanti, qualcosa come “ciuf ciuf”, aprii gli occhi e notai che Zayn stava guardando veramente il Trenino Thomas, abbracciato a me.
 
P.O.V. Maria
 
Margherita si catapultò in camera mia, informandomi che lei, Elena, Harry e Liam sarebbero andati a fare un bagno in piscina. Li lasciai andare e me ne restai tranquillamente in camera mia. Di sicuro quella non era proprio la mattinata adatta per un bagno in piscina.
Avevo troppe cose a cui pensare, la prima tra tutte: Louis.
Io gli volevo bene, certo, ma…ecco, insomma, non è che mi piaceva…beh, era solo un ragazzo bellissimo e molto simpatico con cui stavo veramente bene insieme…un momento, ma allora mi piaceva.
Impallidii.
Ma che cavolo stavo pensando?! Stare con lui mi faceva male, molto male e il fatto era che in un modo o nell’altro dovevo uscire da quella camera per ridargli la maglietta, che in tutta onestà non volevo proprio tenere.
E poi non potevo ignorarlo per quella settimana che rimaneva. Dovevo affrontare le mie paure, dovevo parlargli come se fosse stato un ragazzo normale e come se quella cosa non fosse mai successa tra di noi.
Afferrai la sua maglietta, la piegai il meglio possibile e poi uscii dalla camera. Percorsi tutto il corridoio e senza bussare entrai in camera sua.
-Ehi!- urlò, dato che era quasi completamente nudo, tranne per i boxer.
Arrossii fino alla punta dei capelli, borbottai qualcosa e poi mi chiusi la porta alle spalle una volta uscita dalla sua stanza.
Mi diedi uno schiaffo in fronte: ero proprio un caso disperato e ora dovevo sorbirmi anche i suoi commentini sarcastici su quello che era appena successo.
No, me la dovevo svignare…
-Ehi, ora puoi entrare- mi disse lui, affacciandosi dalla porta. Naturalmente si era vestito: una canottiera nera e dei pantaloncini bianchi. Deglutii a vuoto mentre entravo in quella stanza sotto il suo sguardo.
-Ehm…ecco…io…volevo solo riportarti questa- gli dissi posando la maglietta sul suo letto.
-Mi sembra di averti detto che la potevi tenere, ma d’altronde non fai mai quello che ti dico-
Lo guardai malissimo: se mi amava come sosteneva, perché continuava a provocarmi?-
In effetti non sono la tua schiava e ho un cervello autosufficiente che sa benissimo cosa fare- gli risposi a tono.
Andare a riportargli la maglietta non era stata una buona idea come credevo.
Louis fece un sorriso di scherno.
-E allora ho anche io un cervello autosufficiente che non vuole dimenticare quei due baci, mi dispiace-
Oh sì, quanto gli dispiaceva! Si vedeva da un miglio di distanza, era così affranta che stava ridendo come un idiota sotto i baffi. Mi avvicinai alla porta con l’intento di andarmene.
-Aspetta un momento-mi fermò lui, trattenendomi. Lo guardai truce. Cosa voleva ancora? Se non si fosse tolto quello stupido sorrisetto dalla faccia lo avrei ucciso a colpi di quello stupido microfono gonfiabile  che si trovava in camera sua!
-Sei veramente sicura di non provare niente di niente nei miei confronti?-
-Certo che ne sono sicura-
Lui mi guardò scettico.
-Scommettiamo che non è così?-
Dove voleva arrivare quel gorilla delle paludi? Non aveva ancora capito che ciò che provavo nei suoi confronti era solo schifo e che se voleva essere ricambiato si doveva comprare un litro di elisir d’amore? Sicuramente non l’aveva capito!
-Promettimi che qualunque cosa succederà non fuggirai da questa stanza?-
Lo guardai a bocca aperta. Fuggire?! Io non fuggivo davanti a Tomlinson, era un idiota!
Lui si tolse la canottiera rimanendo così a petto nudo. Arrossì di botto quando mi accorsi che il mio sguardo era posato sui suoi pettorali e addominali. Lui mi prese le mani e le posò sul suo petto per poi farmi avvicinare a lui abbracciandomi la vita.
Quando incontrai i suoi occhi, il peso che mi chiudeva la bocca dello stomaco mi impedì di respirare.
-Louis…- sussurrai cercando di staccarmi. Lui sorrise spostandomi una ciocca dietro l’orecchio. Mi accarezzò dolcemente una guancia per poi avvicinare lentamente il suo viso al mio. Divenni ancora più rossa, mentre appoggiava lentamente le sue labbra sulle mie. Erano la cosa più buona che avessi mai assaggiato, sapevano allo stesso tempo di cioccolato, gelato alla crema, estate e risate: insomma sapevano di lui. Chiusi gli occhi per gustarmi quel sapore intenso. Sì, era decisamente buonissimo.
Si staccò lentamente dalle mie labbra e sorrise ironico.
-E così non proveresti niente per me? Sei rossa come un pomodoro, qui le cose sono due: o ti piaccio, o stai prendendo il brevetto per diventare un semaforo-
Risi per poi dargli un piccolo bacio a stampo. Lui mi guardò sorpreso: di solito io non facevo altro che allontanarmi e dargli calci in mezzo alle gambe e ora addirittura lo baciavo!
-È sicuramente la seconda- dissi per poi staccarmi da lui e tornare in camera mia.
Sorrisi tra me e me, chiudendo la porta a chiave e improvvisai un passo di danza cosacca, naturalmente cadendo e rovesciandomi sopra un intero armadietto. Ma non smisi di ridere…era Louis quello giusto.


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