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Autore: istinto della luna    07/01/2015    1 recensioni
Dal testo:
Hermione Granger era imbarazzata.
Sì, molto imbarazzata.
Stava uscendo dall'aula di Trasfigurazione con le gambe tremanti e le gote arrossate.
Non ci poteva credere.
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Imbarazzata per cosa vi chiederete...
Beh, basta leggere!
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George e Fred Weasley, Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Il trio protagonista, Un po' tutti | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Sembra che i guai non abbiano mai fine


Nei giorni successivi Hermione cercò di evitare sia Ron che Fred. Entrambi, infatti, le avevano posto domande alle quali non avrebbe mai voluto dare risposta. Si ricordava ancora il battibecco avuto con Ron subito dopo che Fred aveva concesso di lasciarla andare a lezione. In realtà non aveva neppure acconsentito, ma per lei era come se l'avesse fatto. Quelle risate da parte sua avevano designato la fine del discorso. Un discorso, tra l'altro, che non aveva neanche mai avuto un capo.

<< Che cosa intendeva Fred poco fa? >>
<< Con cosa? >>
<< Con la frase "mi aspettavo che lo indossassi". >>
Hermione per poco non inciampò in uno dei tanti gradini che costituivano quell'imponente scalata in pietra.
<< Assolutamente nulla Ron. Sai com'è fatto tuo fratello, ama scherzare. >>
 
Si stava ancora incamminando verso l'aula di Antiche Rune quando si sentì strattonare per un braccio. Mollò i libri all'istante.  Il braccio era ancora sotto il controllo del rapitore, mentre l'altra mano cercava di togliere dalla veste la bacchetta.  Sentiva il cuore battere all'impazzata. Che cosa stava succedendo? In  pieno giorno tra l'altro. Non poteva di certo essere nessuno di pericoloso, non con la presenza di Silente  a scuola dopotutto. 
Strinse i denti e si girò di scatto.
Tirò un sospiro di sollievo quando capii che si trattava di uno dei gemelli.  Sperò che fosse George. Anche se il suddetto non avrebbe avuto alcun motivo logico per rapirla. Non che Fred avesse il diritto di farlo, ma lui aveva avuto anche altre occasioni per farlo.
<< Dove corri tutta sola? >>
Si morsicò le labbra. Lo riconobbe all'istante . Era proprio Fred. Doveva rimanere calma.
<< Sto andando a lezione. Tu? >>
Aggrottò la fronte fintamente pensieroso. << Rapisco le persone scortesi . >>
<< Ma come ti permetti! Non sono scortese >> urlò Hermione gonfiando il petto.
<< Certo come no >> sussurrò divertito.
La ragazza era palesemente perplessa. << Allora che cosa vuoi da me? >>
<< Risposte. >>
<< Risposte? >>
<< Sì Hermione, risposte. >>
Si avvicinò lentamente. Non distolse lo sguardo da lei nemmeno quando Hermione si chinò a raccogliere i libri che, precedentemente, le erano caduti dallo spavento.
<< Cosa vorresti sapere da me? >> domandò incerta con lo sguardo rivolto al pavimento.
<< Perché. Perché hai scelto mio fratello al posto mio. >>
Non era una domanda. La sua voce sembrava calma ma allo stesso tempo distaccata.
<< Quale fratello? >>
Hermione sperò con tutte le forze che non si trattasse di Ron. Ancora non riusciva a credere alle proprie orecchie quando aveva scoperto che quel braccialetto non era da parte sua. Forse Ron non si sarebbe mai svegliato.
Fu in quel momento che si ritrovò a pensare al motivo che aveva spinto Fred a regalarle quel braccialetto. Per scherzo, forse? Probabile, molto probabile. Tuttavia non aveva potuto non notare il suo sguardo afflitto quando aveva visto che i suoi polsi erano nudi. Non sapeva che pensare, ma era troppo orgogliosa per chiederglielo. Ancora lei non sapeva che lui sarebbe stato troppo orgoglioso per darle una risposta decente.
<< George, chi se no! >>
Non poté non reprimere un risolino. Non poteva credere alle sue orecchie: Fred era geloso di George per una stupida scommessa.
<< Andiamo Fred, vedrai che la prossima volta vinci tu la scommessa. >>
<< Hermione, tu non hai capito. Voglio che tu mi dica che cosa ti ha spinto ad andare ad aiutare il mio gemello piuttosto che me. >>
La ragazza si sentì morire. Deglutì e cercò di andarsene. Non aveva voglia di rispondere.
<< Devo andare. Ho lezione. >>
Non fece in tempo a fare un passo che si sentì intrappolata dalla morsa di Fred. La stava guardando dritta negli occhi senza battere ciglio. La sua vicinanza era snervante, il fiato sul collo e gli occhi vispi provocavano in lei una strana scarica elettrica.
<< Voglio la verità. >>
<< Io... >> Che cosa avrebbe dovuto dire? Che voleva vederlo perdere per averla messa in imbarazzo?
<< Io... è s-stato George a c-chiedermelo. >>
<< Sai, ci sono rimasto male... e non è la prima volta. >> sussurrò ignorando la frase precedente. Sapeva che non stava dicendo la verità. Accarezzò i polsi, ancora nudi della ragazza senza guardarla negli occhi. Hermione sentì un dolore al petto.
Ci era rimasto davvero male, allora.
<< Scusami >> disse semplicemente.
Fred alzò finalmente lo sguardo. Aveva riacquistato il suo solito ghigno malandrino e ora la stava osservando divertito. 
<< Beh, se vuoi ho io un modo per dimostrarmi il tuo pentimento. >>
<< Cioè? >> chiese senza pensare minimamente alle conseguenze.
<< Lo hai già fatto, cara prefetto. >> Si allontanò scompigliandole i capelli.
Soltanto quando non lo vide più comprese che cosa le aveva detto. Sarebbe arrivata in ritardo per la prima volta a lezione.
Corse a perdifiato verso l'aula di Antiche Rune, dove la professoressa, probabilmente le avrebbe fatto scontare una punizione se non si fosse data una mossa.
Fred e le sue dannate imboscate.
Gliel'avrebbe pagata cara. Oh si, un'altra volta.

*
 
In Sala Comune regnava la tranquillità. Hermione, quella sera, se ne stava comoda su una poltrona a leggere un libro con Grattastinchi sul grembo. Tutto attorno a lei sembrava passato in secondo piano. Quando si concentrava sui libri, infatti, non capiva più nulla: veniva risucchiata dalle parole e trasportata lontano.
Questo accadde finché spuntò Harry con al seguito il resto della squadra di Quiddich.  
Le giornate si stavano accorciando e l'arietta gelida si insinuava tra le nuvole. Nonostante questo gli allenamenti di Angelina non diminuivano. Non avrebbe ceduto nemmeno se qualcuno l'avesse pregata in ginocchio.
Ron li raggiunse subito dopo, stranamente, tutto imbacuccato.
Harry salutò gli amici, dirigendosi dalla Umbridge per la tanto attesa punizione, mentre Ron si lasciava cadere su una poltroncina.
<< Ron dove hai intenzione di andare vestito così? >>
Il ragazzo avvampò: << Dobbiamo fare il giro dei corridoi, ricordi? >>
<< Certo che ricordo. Allora? >>
<< Beh, magari mi viene freddo >>  spiegò Ron velocemente.
Hermione alzò gli occhi al cielo e si alzò decisa, scansando Grattastinchi che si allontanava imbronciato.
<< Forza allora. >>
Entrambi attraversarono il ritratto della Signora Grassa, per poi catapultarsi nei corridoi
Arrivati alla fine del giro Ron, assai titubante, chiese: << Hermione, ti dispiace se continui il giro da sola? Mi sono accorto che dall'altra parte non abbiamo controllato. >>
Stava indicando un lato del castello che, effettivamente, avevano saltato.
Hermione si meravigliò della premura che, tutto ad un tratto, aveva dimostrato l'amico nei confronti del suo nuovo ruolo scolastico. Che intenzioni aveva?
Annuì con la testa seppur poco convinta, lasciando che Ron si dirigesse nella direzione appena indicata.
Hermione stava camminando senza guardare di fronte a sé, poiché aveva gli occhi puntati sul buio che aveva risucchiato Ron, quando andò a sbattere contro qualcuno e finì a terra.
<< Oh no, mi dispiace >> stava dicendo Hermione rossa in volto ma, appena si accorse dell'identità del ragazzo, si ammutolì.  
Non poteva essere. Ancora lui. Lui, che ancora tramortito si trovava sotto di lei.
<< Granger, ho capito che volevi farmela pagare per averti messa in imbarazzo, ma non pensavo che arrivassi fino a questo punto. >>
Si morse la lingua continuando a guardarlo. E così lo aveva capito da solo. Tanto meglio. Tuttavia si sentiva strana, incerta, come se la scoperta del fatto che Fred avesse capito tutto, la mettesse a disagio.  Non riusciva a muoversi. I loro visi quasi si sfioravano e Hermione, a causa della vicinanza, riusciva a percepire tutte le sfumature degli occhi del ragazzo, che ora la stava guardando maliziosamente.
<< Granger, non è che mi dispiaccia che tu ti trovi sopra di me ma, potresti non schiacciarmi la spalla in quel modo? Ci hanno già pensato Angelina e i suoi allenamenti a slogarla. >>
Ancora una volta Hermione boccheggiò, ma cercò di dissimulare l'imbarazzo e si liberò da quella posizione poco convenevole.
Soltanto quando si alzò in piedi si accorse della presenza di George che, con le mani sulla pancia, stava per scoppiare a ridere poco dignitosamente. 
<< Ah ci sei anche tu >> commentò Hermione.
<< Sì, ti dispiace? >> domandò sogghignando.
<< No! Certo che no! >> rispose la ragazza, passandosi una mano sul viso. Scottava troppo!
<< Grazie tante fratello >> cominciò sarcastico Fred ancora steso a terra << La Granger mi fa cadere e tu neanche ti preoccupi di tirarmi su? Cos'è? Vi siete messi d'accordo un'altra volta per cospirare alle mie spalle? >>
Fred cercò di alzarsi da solo, non ricevendo aiuto da parte di nessuno dei due, nonostante la sua evidente richiesta. Anzi George diede una pacca sulla spalla del gemello - che digrignò i denti per il dolore -  e annunciò: << No, questa volta né io né Hermione ci abbiamo pensato. >>
<< Che vorresti dire? >> domandò lei con un sopracciglio teso verso l'alto.
<< Guarda su. >>
Sia lei che Fred guardarono in alto e non poterono non spalancare la bocca.
Pix se ne stava straiato su una pietra sporgente del muro intento a guardarli, ghignando peggio dei gemelli.
Hermione sbarrò gli occhi e arretrò lentamente, mentre Fred guardò George e sorrise titubante per la prima volta.
Il caro poltergeist, stranamente dal suo solito modo di fare, era rimasto zitto ad assistere alla scena. Hermione, ben conoscendolo, sapeva che quella sua boccaccia non sarebbe rimasta chiusa ancora per molto tempo. Aveva frainteso tutto e ora non sarebbe di certo rimasto zitto.
La voce di Pix, roca e briosa, diede voce ai suoi pensieri.
<< E così il nostro gemellino si è dato da fare...  con un prefettino: niente male! >>
I gemelli si erano messi a ridere, mentre Hermione stava sbiancando più del dovuto.
<< Non è vero Pix! Non dirlo in giro, per favore >> pregò Hermione.
<< Nessuno può darmi ordini >> annunciò sprezzante prima di volare via.
La ragazza si mise le mani nei capelli ricominciando a sentire quella squallida filastrocca in lontananza e occupare così il posto dell'aria che stava cercando di respirare.
George le si avvicinò: << Andiamo, che vuoi che sia. Se ne dimenticherà, fidati. >>
Lei lo guardò male: << No, invece. Diventerò lo zimbello di tutti, proprio quello che non volevo. >>
Fred prese parola: << Secondo te ho voglia che Pix vada in giro a dire queste cose sul mio conto? No, grazie. >>
Hermione annuì a disagio e si dileguò dopo averli salutati.
George la seguì con la coda dell'occhio: << Doveva essere davvero sconvolta per non averci nemmeno chiesto che cosa facessimo ancora fuori dai dormitori, non credi? >>
Fred annuì, continuando a massaggiarsi la spalla. Quella ragazza gli aveva fatto davvero male.
George rise: << Sappiamo entrambi che non ti dispiace poi così tanto della voce che domani metterà in giro Pix. >>
Fred lo guardò incredulo: << Che vorresti dire? >>
Il gemello si diede teatralmente una manata in faccia. << Fred, me ne sono accorto. Lo sai questo? >>
Fred si irrigidì. Come poteva George anche solo immaginare... decise di sviare il discorso. << Chissà perché Hermione non stava guardando di fronte a sé prima... >>
George accolse la palla al balzo: << Invece tu stavi guardando davanti a te, eppure non ti sei spostato. Vero, Fred? >>
Il ragazzo si innervosì all'istante: << Basta George! >>
George si mise a ridere e continuò a sogghignare anche quando stavano salendo le scale per raggiungere i dormitori.
<< Andiamo Freddie, lo sanno tutti. >>
<< George, non voglio sentire altro. >>
Varcarono la soglia della stanza e George si mise a intonare:  << E così il nostro gemellino si è dato da fare... con un prefettino: niente male! >>
Dimenticandosi che fosse notte fonda e che tutti dormissero Fred urlò: << George stai zitto! >> ritrovando su di sé le occhiate di tutti i compagni assonnate, ma minacciose.



Angolo Autrice:
Ok, sono tornata...
Con una sorpresa!
Eh sì! Non è un normale studente che architetta lo scherzetto, bensì Pix che, con la sua facciatosta, vola a mettere scompiglio e a confidare segreti "ingigantiti" dalla situazione al resto di Hogwarts. Inoltre, per la prima volta abbiamo assistito ad una situazione in cui il nostro gemello è serio e dimostra che vuole davvero arrivare fino in fondo (nonostante i vari scherzetti rferiti alla ragazza).
Nel prossimo capitolo, oltre a vedere le reazioni dei due ragazzi di fronte alla diffamazione del poltergeist, verrà svelato anche un piccolo segreto.
Inoltre vorrei aggiungere che sento la necessità inserire la mia storia nella storia reale di Harry Potter (ovviamente facendo adeguate modifiche) perché non voglio che risulti una storia "campata per aria"; quindi, per alcune situazioni (anche future) prenderò come spunto situazioni minori che si sono svolte nel libro accennandole.
Come al solito spero che anche questo capitolo abbia soddisfatto le vostre aspettative.
Ringrazio fortemente chiunque abbia messo la mia storia nelle seguite e nelle preferite e l'abbia recensita. Ovviamente ringrazio anche chiunque utilizzi parte del proprio tempo per leggere il mio operato.
Eh dopo aver annunciato che mi piacerebbe sapere che ne pensate anche di questo capitolo con un piccolo commentino, concludo il mio discorso.
A presto!
Martina


 
   
 
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