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Autore: Red Wind    07/01/2015    4 recensioni
Settembre 1881, Vienna
Dankmar Schuster, scrittore verista, trova una macabra sorpresa di ritorno dal suo viaggio di lavoro. Un delitto in musica. Un trucco per incastrarlo. Un nuovo amore.
Storia partecipante al contest a turni "Giallo a scelta multipla-Contest Originale" di Faejer
Genere: Mistero, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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27 Settembre, poco dopo l'alba

Quando ci svegliammo le preoccupazioni di Dankmar erano tornate: fissava il soffitto della sua stanza pensieroso. Già sapevo a cosa stesse pensando, ma glielo chiesi lo stesso.
Se non riesco a dimostrare la mia innocenza, massimo entro domani sarò arrestato” disse laconico, gli occhi ancora fissi nel vuoto.
Mi strinsi a lui, sussurrando direttamente al suo orecchio.

Scoprirai la verità in tempo, anzi lo faremo insieme. E poi la polizia? Sta ancora indagando, magari troverà il vero assassino”
La polizia ha già il suo assassino” ribatté freddo.
Ma noi siamo avvantaggiati: sappiamo che non è lui, non ci resta che cercare meglio.”
Parli come se fosse facile. Non abbiamo né i mezzi né le capacità per indagare su un omicidio.” disse alzandosi e rivestendosi.
Dobbiamo almeno tentare!” ribattei cercando il suo sguardo.
Mi fissò, corrugando le sopracciglia, poi sospirò.
Fu come un colpo al cuore: in quel momento mi accorsi che quello che provava non era solo preoccupazione, ma sofferenza e dolore. Mi avvicinai e gli presi il viso tra le mani, obbligandolo a guardarmi negli occhi.

Dan, era tuo padre”
Già” rispose con un sorriso amaro, poi scosse la testa come a scacciare un pensiero stupido.
È normale. Ti ha cresciuto e, per quanto non fosse il migliore dei padri, era l'unico che avevi”
Hai ragione” capitolò, con un sorriso triste sul volto, per poi abbracciarmi.
Sospetto che l'abbia fatto solo perché non potessi vedere il suo viso, ma, appoggiata al suo petto, sentii chiaramente il suo respiro accelerato: la morte del padre l'aveva turbato più di quanto egli stesso credesse inizialmente. Fui contenta che neanche lui potesse vedere il mio viso quando sorrisi di lui e di quella sua incapacità di esternare i sentimenti, dando importanza solo alla sua razionalità.
Restammo così per un po', finché lui non si sciolse dall'abbraccio per tornare a vestirsi. Io lo imitai. Dopo qualche minuto stavo ammirando attraverso la finestra quella nebbiosa mattinata autunnale.

Ci vorrebbe un po' di musica, in una giornata del genere”
Dankmar si girò di scatto verso di me, fissando però un punto indefinito alle mie spalle.

Devo andare, fai come fossi a casa tua” disse in fretta, uscendo con la giacca in mano.



28 Settembre 1881, ore 8:00, Vienna

Quando ci svegliammo parlammo un poco: discorsi che non amo e con i quali non mi sento a mio agio, in particolare quando, come accadde quella mattina, la mia mente viene attraversata da fastidiosi pensieri irrazionali. Senonché la parte significativa della conversazione fu un'altra: Sabine affermò che ci sarebbe voluta un po' di musica. Le sue parole mi ricordarono quelle quasi identiche pronunciate da Florian il giorno prima. Diethild aveva nettamente rifiutato la proposta, considerandola oltraggiosa verso la memoria dello scomparso. In quel momento mi tornò alla memoria anche che la sinfonia n. 9, quella che era stata la colonna sonora dell'omicidio, era il brano preferito di Florian e che anch'egli possedeva quel disco.
Mio cognato non mi era mai piaciuto molto, ma non credevo che potesse arrivare ad uccidere e soprattutto non ne capivo il motivo. Piuttosto confuso, mi recai di nuovo da mia sorella. Giustificai la mia visita dicendo soltanto che volevo passare meno tempo possibile in quella casa ora vuota, almeno per il momento. Florian non era in casa e Diethild mi offrì un caffè, che accettai. Approfittando della sua assenza, diedi un'occhiata in giro, dirigendomi prima di tutto verso il grammofono. Controllando tra i vinili constatai con sgomento che mancava proprio la sinfonia di Beethoven. Visto che Diethild non era ancora tornata, ispezionai ancora la stanza, notando dei documenti sul grande tavolo di legno. Li sfogliai velocemente alla ricerca di qualcosa di inconsueto ed effettivamente vi trovai le prove di una serie di prestiti che i coniugi Winkler avevano ottenuto dalle banche della città. Rimasi tanto esterrefatto che per poco non mi feci scoprire da Diethild a frugare tra le sue cose: sentii appena in tempo i passi e mi allontanai dal tavolo, fingendo di passeggiare per la stanza. Non potevo ancora credere che Florian, medico di fama, fosse indebitato: avevo persino pensato di chiedere loro un prestito nel caso avessi avuto problemi economici.
Nel frattempo presi il caffè con mia sorella, deciso a scoprire ancora qualcosa. Dopo una serie di discorsi futili, finalmente l'argomento della conversazione si spostò su qualcosa di fruttuoso.

Florian è stato urgentemente chiamato da uno dei suoi pazienti, stamani, mi rincresce che tu non l'abbia trovato”
Non preoccuparti, non vi è nulla di urgente che debba dirgli”risposi con un sorriso falso “Piuttosto, come procede il suo lavoro?”
Oh, splendidamente! È sempre così occupato a correre da un paziente all'altro!” esclamò con enfasi.
Deve essere un lavoro piuttosto impegnativo!” esclamai, poi feci una pausa “Ieri era a casa, avrà avuto un po' di meritato riposo”
Già, ma perfino la scorsa domenica, il dì di festa per eccellenza, è dovuto correre a lavoro per un'emergenza!”
Santo cielo, cosa poteva esserci di così greve da dover andare a lavoro di domenica?”
La signora Brunner ha partorito”
Certo, non si poteva certo rimandare!” conclusi annuendo.
Pensando di avere abbastanza informazioni e non potendo più sopportare quei futili discorsi che tanto amava mia sorella e che servivano solo a nascondere dietro belle apparenze la scomoda verità di un omicidio avvenuto nella nostra famiglia, mi congedai dicendo di avere commissioni da sbrigare.
Se davvero Florian aveva assistito al parto della signora Brunner domenica sera, aveva un alibi per l'omicidio. Dovevo assolutamente andare dalla neo mamma per controllare.
In quel momento ancora non riuscivo a capire come avesse fatto l'assassino ad avvelenare Alexander, visto che ad averlo ucciso sembravano state le paste che avevo portato io.
Riflettei su questo finché non giunsi a casa Brunner. Per fortuna conoscevo il marito fin dall'infanzia e di conseguenza anche la signora non mi era nuova, per cui potei entrare con la scusa di una visita di cortesia. Fui accompagnato dalla donna, che stava cullando il figlio, e a sorpresa trovai anche Florian nella stanza. Non mi feci prendere dal panico e proseguii nel mio intento. Dopo i soliti convenevoli, espressi le mie congratulazioni e chiesi quando fosse nato il bel bambino.

Domenica sera, proprio con l'aiuto di suo cognato qui presente” fu l'allegra risposta della donna.
La mia teoria era crollata per via di un alibi inattaccabile.

Mi congedai il prima possibile, restando il minimo necessario a non sembrare maleducato. Proprio mentre stavo uscendo notai con la coda dell'occhio Florian che si lavava le mani nella bacinella prima di visitare il neonato.
Fu in quel momento che capii: il veleno non doveva essere per forza nel cibo che Alexander aveva mangiato: sarebbe bastato che si trovasse su un oggetto che aveva toccato! Nella mia mente ripercorsi l'accaduto, ricordandomi che proprio prima di mangiare le paste mio padre aveva ricaricato il grammofono. Sapendo del disco di vinile, realizzai la verità: l'unica che poteva averlo ucciso era Diethild.



 
Il cantuccio dell'autrice
Buon anno a tutti! Spero che il capitolo via sia piaciuto e che vi abbia almeno un po' stupito la scoperta dell'assassino. Avevate già sospettato di Diethild? Fatemi sapere!
Al prossimo mese (spero)!
Red Wind
   
 
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