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Autore: kiku_san    18/11/2008    6 recensioni
La televisione ha organizzato un maxi-show per celebrare la nuova musica tedesca che ha conquistato l’Europa. Ospiti d’onore? Ovviamente i Tokio Hotel, quelli che hanno aperto la strada a tutti gli altri. La manifestazione durerà quattro giorni, nei quali i gruppi e i solisti si contenderanno il favore del pubblico. Quattro giorni nei quali nasceranno conflitti, gelosie, rivalità, ma anche amicizie inattese e amori assolutamente imprevedibili.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cinema Bizarre, Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6


NOTTE.


“Andiamo in camera mia, dai” disse Fie prendendo per mano Tom.
Appena entrati cominciarono a baciarsi e contemporaneamente a svestirsi.
Tom era molto eccitato, in fondo erano quattro notti che aspettava quel momento e Fie gli sembrava più desiderabile che mai.
La ragazza si buttò sul letto ridendo.
“Ehi non avrai bevuto troppo, non farmi lo scherzo di addormentarti sul più bello” gli sussurrò Tom in un orecchio.
Fie rise di nuovo: “Macchè, guarda che quello che non regge l’alcool sei tu, sei tu quello che si è addormentato la prima sera, io sono solo un po’ brilla ma meglio per te, qualche bicchiere mi rende più disinibita. Dovrebbe piacerti.”
“Eccome.”
Ormai erano semi-nudi: Fie con uno dei suoi completino super-sexy, Tom con i boxer.
Si abbracciarono, rotolando sul letto e baciandosi.
“Ed ora a noi due piccola, ti ricordo la tua promessa.”
“Certo, me la ricordo benissimo, sono a tua disposizione, vediamo cosa sai inventare, a me piace un sacco la fantasia quando si fa sesso.”
“Abbiamo qualche ora prima del mattino per dedicarci alle varie acrobazie, anzi se tu mi avessi ascoltato ce ne saremmo andati via molto prima da quella palla di festa e avremmo avuto più tempo per noi.”
“Te l’ho spiegato, se fossimo andati via nel bel mezzo del party avremmo dato troppo nell’occhio, c’erano un sacco di fotografi, non voglio domani trovarmi nei panni della tua ultima fiamma sulla copertina di qualche giornale.”
“Perché no, sarebbe tutta pubblicità gratis per te.”
“Di questa pubblicità ne faccio anche a meno.”
“Fai male, passare una notte con Tom Kaulitz ti darebbe un bel po’ di notorietà in più, ti potrebbe essere utile.”
“Scusa ma cosa vuoi dire?” Fie si era allontanata un po’ da Tom e lo guardava con sorpresa.
“Niente, lasciamo stare, basta parlare, dedichiamoci a cose più piacevoli.”
“No adesso mi spieghi cosa volevi dire.”
“Niente” sbuffò Tom cercando di riabbracciarla, ma la ragazza con un gesto gli allontanò il braccio. “Come niente, tu stai dicendo che se mi fossi fatta fotografare con te, questo mi avrebbe aiutata.”
“Sì, che c’è di male.”
“Tu giudichi me e il mio gruppo così scarse da avere bisogno di utilizzare questi mezzucci per farci pubblicità?”
“Lasciamo stare dai!”
Fie si mise seduta sul letto, rialzandosi il reggiseno che Tom gli aveva abbassato.
“No non lascio stare per niente, mi piacerebbe sapere che opinione hai delle Debbie Rockt, visto che pensi che scopare con te ci procurerebbe più notorietà.”
“Non è proprio così, però potrebbe aiutarvi.”
“Sei uno stronzo Tom, io pensavo che tu ci apprezzassi, mi hai fatto un sacco di complimenti e adesso scopro che ci consideri così poco da aver bisogno di questi scoop di merda per raccattare un po’ di popolarità.”
“Non l’ho mai detto.”
“Certo che lo hai detto e per di più non solo pensi che non valiamo come gruppo, ma che io come persona potrei utilizzare il sesso con te per farmi pubblicità. Ma cosa pensi che sia? Una poveraccia qualsiasi che spera di essere fotografata tra le tue braccia per far sapere al mondo che c’è anche lei? Pensi che mi importi qualcosa di essere conosciuta come quella che Tom Kaulitz ha scopato la notte in cui i Tokio Hotel hanno vinto “Die Besten in Deutschland?”
“Senti Fie possiamo lasciar perdere questo discorso” replicò debolmente Tom, ormai tutta l’atmosfera erotica che si era prodotta stava dissolvendosi rapidamente, ma aveva ancora la speranza di poter riappacificarsi e riprendere da dove avevano lasciato.
Ma Fie era di tutt’altro avviso.
“Sei veramente un bastardo, non ti facevo così, stronzo che non sei altro, ma chi ti credi di essere, sexgott del cazzo, sarai anche affascinante e ci saprai fare ma io non sono una delle tue troiette in calore che non aspettano altro che di essere scopate da te per vantarsi con le amiche, pensavo che questo ti fosse chiaro e invece ..lasciamo perdere guarda e meno male che sta' storia è uscita adesso, per lo meno posso dire che non mi potrai mettere nel tuo elenco se ce l’hai.”
Così dicendo Fie si rivestì in fretta e furia, mentre Tom cercava di spiegarle che era tutto un equivoco e che lei aveva capito veramente male, ma tutti i suoi tentativi di chiarimento non servirono ad altro che ad aumentare la rabbia della ragazza, che uscì sbattendo la porta.
Tom rimase un po’ inebetito, guardò l’orologio: le quattro, chi poteva rimediare a quest’ora?
Proprio nessuna! Così cominciò a prendere a calci tutto quello che gli capitava sotto tiro, era furibondo, non gli era mai capitato : quattro notti in bianco per colpa di quella pazza, non era possibile!!

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Erano ormai arrivati all’hotel.
“Che ne dici se ci fermiamo al bar a prendere qualcosa, sul serio mi interessa la tua teoria” disse Georg.
Denise sorrise: “D’accordo tanto non ho sonno.”
La ragazza parlava e il bassista la guardava cercando di stamparsi sul viso un’espressione attenta. In realtà oltre alle sue parole cercava di riflettere su quanto gli stava capitando.
Per la prima volta si rendeva conto che Denise era carina, non il suo tipo, però carina e che le sue parole rispecchiavano in pieno quello che lui pensava.
Alla fine la interruppe.
“Sai anch’io come te ho sempre pensato che dovesse subito scattare la scintilla appena visti altrimenti non c’era storia, però adesso non sono più convinto che sia sempre vero.”
“Perché?” chiese Denise.
“Perché con te non è scattato nessun feeling ed è per questo che ho cercato di tenerti alla larga, ma ora che ti sono stato ad ascoltare e ti ho potuta conoscere un pochino meglio, devo dire che mi piaci, ti trovo simpatica, dolce e carina.”
“Beh grazie” Denise arrossì.
“Senti se ti chiedessi se ti va di venire su da me, mi prenderesti per uno stronzo?”
“Non penso.”
“Non sono uno che si approfitta, è che mi sto dando del deficiente per non averti permesso di conoscerci meglio e vorrei rimediare al mio errore.”
Denise non disse nulla ma il suo sorriso diceva di più che qualsiasi parola.
“Quando domani lo dirò a Gustav mi farà il culo per un’eternità.”
“Che cosa devi dire al tuo amico?”
“Beh vedi lui ha sempre cercato di convincermi che non è detto che una persona ti possa piacere solo se scatta il colpo di fulmine, che a volte può capitare che ti piaccia poco per volta conoscendola meglio, io ho sempre negato questa teoria, ora dovrò rimangiarmi le parole.”
Così dicendo Georg pensò alla faccia soddisfatta che avrebbe fatto Gusti.

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Erano stati a parlare tutta sera e Bill aveva finto di seguire i discorsi che si svolgevano, ma in realtà pensava a come Yu apparisse diverso se conosciuto da vicino rispetto a quello che appariva a prima vista e rifletteva che i piercing e i tatuaggi che sfoggiava gli stavano incredibilmente bene.
Era rimasto sorpreso nel sentirlo parlare, aveva la battuta facile ed era brillante e a volte completamente pazzo, ma era anche tenero e dolce.
Ora erano tornati insieme all’ hotel e Yu aveva insistito per accompagnarlo alla sua camera.
“Bene è stata una vera sorpresa conoscerti” disse Bill per rompere il ghiaccio.
“Positiva spero?” sfoggiò un sorriso Yu.
“Sì certo.”
“Allora io vado, domani siamo in partenza e devo ancora preparare i bagagli.”
“Certo, allora ci si vede.”
Bill gli tese la mano per stringerla ma Yu la ignorò completamente e invece lo strinse tra le braccia.
“Oddio che cazzo sto facendo” si disse Yu, ma Bill lo aveva colpito fin dal primo giorno che l’aveva incontrato e il fatto che a lui piacessero le ragazze e che Bill fosse un ragazzo non era di fondamentale importanza, lui era abituato a seguire l’istinto senza pensarci troppo su.
“Oddio che cazzo sta facendo” cercò di pensare Bill, ma prima di riuscire a terminare il pensiero le labbra di Yu si posarono sulle sue e lui si trovò senza neanche pensarci a ricambiare il bacio.
Era una sensazione strana baciare un ragazzo, stringere tra le braccia un tipo alto quanto lui e muscoloso. Strana ma piacevole.
“Senti che ne dici di entrare, non sarebbe molto intelligente farci trovare in questa situazioneda qualcuno che passa.”
Bill annuì e automaticamente aprì la porta.
Il cuore gli batteva a mille, lo stomaco era pieno di farfalle e il cervello sembrava essersi impallato.
Appena entrati Yu gli si accostò di nuovo e di nuovo lo baciò e Bill assaporò la dolcezza e la delicatezza di quel bacio. Continuando a baciarsi raggiunsero il letto e Yu si sedette sulla sponda tenendo Bill nel suo abbraccio.
Bill sentiva le mani del chitarrista accarezzarlo da sotto la maglietta e rabbrividiva a quei tocchi. Quando la T- shirt volò via e lui si trovò tra le braccia di Yu semi-nudo cominciò a preoccuparsi.
“Oddio che cazzo sto facendo, qui non si tratta più di qualche bacio.”
Frenò con la mano le carezze del compagno che lo guardò un po’ sorpreso e un po’ divertito.
“Senti io penso che forse non sia il caso di andare avanti.”
“Non ti piace?”
“Sì però io non sono mai stato con un ragazzo, mi sembra che la cosa stia prendendo una piega che non mi aspettavo.”
Yu rise.
“Bene allora siamo in due, non avrei mai e poi mai pensato di finire la notte nel tuo letto Bill, ma le cose sono andate così, io assecondo sempre il destino. Non ti preoccupare non faremo nulla che non vorremo entrambi, ora rilassati e cerchiamo di rendere piacevole il più possibile questa notte.”
Bill chiuse gli occhi, Yu la faceva semplice e la sua filosofia di vita assomigliava maledettamente a quella di Tom “cogli l’attimo” e via.
Il suo stile di vita invece era sempre stato diverso, ma ora tra le braccia di Yu si disse che per una volta forse doveva davvero lasciarsi andare e non pensare a niente.
I baci e le carezze eccitarono entrambi e venne spontaneo ad entrambi placare reciprocamente la loro eccitazione.
Rimasero abbracciati per un po’ rintanati sotto il soffice piumone.
Poi le mani di Yu ripresero quel dolce supplizio andando ad accarezzare ogni centimetro della pelle di Bill, con carezze esperte e molto efficaci.
“Che hai in mente?” chiese Bill con voce roca.
“Niente che tu non voglia, lo sai.”
“Cosa ti piacerebbe fare?”
“Quello che ti piacerebbe che io ti facessi Bill, veramente, se tu non vuoi a me va bene così, passerò tutto il tempo che ci rimane ad accarezzarti e baciarti, in fondo siamo già venuti ed è stato bello, ma se a te va potremo spingerci un po’ più in fondo.”
Bill sentì il suo corpo irrigidirsi un po’ per la paura e contemporaneamente fremere pensando alle sensazioni che Yu gli avrebbe fatto provare.
Odiava dover essere lui a decidere, avrebbe preferito che Yu avesse preso l’iniziativa.
“Io non sono esperto” disse debolmente.
“Neanche io, ma non credo ci voglia un corso e un diploma, tu mi ecciti tantissimo e penso che io non ti sia indifferente, non aver paura se le cose non fossero di tuo gradimento mi fermerei te lo giuro, non ti farei mai del male.”
Bill a queste parole spinse via tutte le sue paure, si sentiva pronto e voglioso di affrontare quell’esperienza.
“Allora facciamolo” mormorò.
Yu non aveva fretta, era molto esperto di preliminari e li usò con Bill per creare un atmosfera di eccitazione e di piacere.
Quando venne il momento, usò tutte le cautele del caso, fu dolce e delicatissimo, aspettò che Bill fosse ben rilassato e poi si occupò non solo del suo piacere ma anche di quello di Bill.
Alla fine si lasciarono scivolare sul letto appagati entrambi.
Bill si addormentò subito tra le braccia di Yu, che prima di chiudere gli occhi gli diede un ultimo bacio sulle palpebre chiuse.
  
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