Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Pendincibacco    07/01/2015    4 recensioni
Naruto tenterà di cambiare la sua vita con Sasuke attraverso un regalo di compleanno speciale. Riuscirà a superare tutti gli ostacoli che si frapporranno tra lui e il regalo perfetto? Questa storia si colloca circa nove mesi dopo "Respirare".
"Si lavò velocemente, poi reclinò la testa contro il muro e cercò di rilassarsi, all'improvviso consapevole del proprio cuore che batteva furiosamente nel suo petto: era terribilmente agitato. Il momento era quasi arrivato e lui temeva veramente che le cose potessero prendere una brutta piega; anzi, era quasi certo che ci fosse almeno una decina di cose per cui Sasuke avrebbe potuto incazzarsi di brutto: poteva considerare il suo regalo assurdo, inappropriato, sconsiderato, prematuro, arrogante e chi ne ha più ne metta. In definitiva, era molto probabile che Sasuke odiasse il suo regalo e che si rifiutasse di parlargli per il resto della sua esistenza. Eppure, nonostante l’ansia e l’agitazione, il ragazzo era ancora convinto di stare facendo la cosa giusta per Sasuke, una convinzione che l’aveva spinto ad andare avanti con il suo piano anche quando il destino sembrava essergli avverso ..."
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Konoha, dopo la tempesta.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note dell'Autrice: Ebbene si, sono resuscitata. Mi dispiace davvero per l'assenza lunghissima, ma ho avuto un periodaccio davvero intenso, con la scrittura della tesi e le feste di mezzo. Vi lascio all'ultimo capitolo della storia e colgo l'occasione per augurarvi un felice 2015!
 

Capitolo 4
23 Luglio (sera): Nessun posto è come casa


 
 
- Ehm, ti ringrazio allora, non eri obbligato a farmi un regalo, ma … dove sarebbe esattamente? – chiese, vagamente imbarazzato ma soprattutto allibito.
Naruto gli si avvicinò di un passo, il suo sorriso si ampliò e, dopo averlo preso per in polso, lo attirò sul ciglio della strada.
- Proprio qui. –
 
Sasuke si guardò intorno stranito, il polso ancora intrappolato tra le dita del compagno e una leggera ruga di perplessità scavata tra le sopracciglia.
- Che dovrei vedere esattamente? – chiese, confuso.
- Ma come Sas’ke, non lo vedi? E’ proprio di fronte a te! – Naruto stava ridacchiando sotto ai baffi, cosa che confuse l’amico ancora di più. Sasuke si sforzò di osservare il panorama nel suo insieme e un idea che poteva essere tipica di quello scemo sentimentale gli balenò nella mente. Si voltò a guardarlo con un’espressione beffarda ma intenerita.
- Mi hai regalato un tramonto? Molto romantico, sicuramente, ma non serviva venire fin qui per vederlo, lo sai? Avremmo potuto guardarlo da casa tu, là si vede benissimo. – affermò, pensando di aver fatto centro. Ma Naruto gli rivolse un’occhiata infastidita.
- Per la miseria, a volte mi pare che sia tu lo scemo! Guarda un po’ più vicino! – esclamò, dandogli una spintarella in avanti. Sasuke notò che si trovavano di fianco al vialetto che conduceva ad una grande casa, così decise di prendere in giro l’amico.
- Una cassetta delle lettere? – domandò, sorridendo. Eppure Naruto non sembrò recepire lo scherzo e rispose seriamente: - Fuochino! -
Sasuke ci pensò per qualche momento, poi si bloccò di botto con un’espressione di sbalordimento totale dipinta sul volto. Lanciò un’occhiata basita a Naruto, che lo osservava sorridendo.
- Tu mi hai regalato una casa? – chiese con voce sottile.
- Sì. – rispose il compagno, convinto.
- Questa casa? Una casa intera? – Sasuke sembrava perplesso al di là delle parole.
- Beh, sì. – Naruto cominciò ad agitarsi un  po’: l’amico continuava a spostare lo sguardo da lui alla casa, meccanicamente, con gli occhi sgranati e le labbra leggermente dischiuse, come se stesse cercando di metabolizzare un’idea troppo ostica per essere afferrata del tutto. Forse, rifletté il ragazzo, aveva davvero fatto una cazzata colossale.
- Sasuke, che ne diresti di dire qualcosa? – chiese titubante e Sasuke gli rivolse un’occhiata allibita e imbarazzata, prima di cominciare a guardare in giro come se non riuscisse a fronteggiarlo.
- Non so bene che dire, in realtà. Mi hai spiazzato, direi. –
Naruto scosse leggermente la testa, intenerito dall’evidente imbarazzo di Sasuke: sapeva che non era un tipo da sorprese, specie di questo calibro, quindi non faticava ad immaginare quanto spaesato dovesse sentirsi. Si avvicinò e gli prese la mano sinistra, tirandolo leggermente verso la costruzione.
- Ti va se andiamo a fare un giro dentro? Così vedi se ti piace. –
Il ragazzo esitò per un momento, poi annuì debolmente e si fece attirare verso il fabbricato. Naruto frugò nella sua tasca e ne estrasse una lucida chiave, evidentemente nuova di zecca, che gli porse accompagnata da un sorriso incoraggiante. Lui la afferrò, si fece forza e la inserì nella toppa, aprendo infine la porta.
 
 ***
- Allora, che ne pensi? - domandò Naruto che non aveva smesso per un momento di tenere la mano del compagno. Dopo aver varcato la soglia avevano attraversato l’ingresso per entrare in un open space che comprendeva cucina e salotto, separati da una mezza parete. Lo spazio era ampio e molto luminoso grazie alla presenza di molte finestre e di una grande veranda che dal salotto dava sul giardino sul retro, che non era enorme, anzi, ma a Sasuke era sembrato perfetto: erba tagliata di fresco, aiuole non troppo appariscenti ma eleganti e ben tenute, un ciliegio giapponese piuttosto grande sul lato sinistro, simile a quello presente nel giardino della sua casa di famiglia. Il terreno era in una zona molto tranquilla, alla periferia del villaggio, quindi si udiva solo il suono del vento tra gli alberi del bosco vicino e il cinguettare degli uccelli. Si era quasi imbambolato a fissare quello scorcio di paesaggio, posato allo stipite della porta finestra, quando Naruto lo aveva trascinato via per vedere il resto del pian terreno, composto da un bagno e da uno studio; poi, sempre sorridendo, l’amico l’aveva sospinto su per le scale per andare ad esplorare il piano superiore. Al secondo piano aveva trovato un secondo bagno e un altro piccolo salotto, una camera per gli ospiti e la camera padronale, dove si trovavano in quel momento. Il pavimento era di lucido legno scuro, come in tutti gli altri ambienti della casa esclusi bagni e cucina, coperto da soffici tappeti bianchi ai due lati del letto. Ma la cosa che più aveva colpito Sasuke in quella stanza era stata la porta finestra che conduceva ad un ampio balcone, dal quale era possibile ammirare il bosco vicino e il tramonto. Le fronde del ciliegio presente in giardino arrivavano giusto a quella altezza e il ragazzo pensò che in primavera lo spettacolo dovesse essere stupendo. Era tanto preso dai suoi pensieri da non aver nemmeno sentito la domanda del compagno. Naruto scosse la testa, intenerito: Sasuke era sempre sembrato un tipo indifferente, ma lui sapeva per certo che amava il contatto con il verde e che era particolarmente affezionato al ciliegio nella sua vecchia casa. Non era un caso se aveva subito capito che quella sarebbe stata la casa giusta per loro.
Gli strinse leggermente la mano per richiamare la sua attenzione e, quando l’altro si girò a guardarlo, gli sorrise.
- Ti piace il giardino, eh? Ho scelto questa casa specialmente per questo sai? Oltre che per la vista magnifica e la tranquillità … ma non mi ha ancora detto nulla! La casa ti piace o no? – domandò nuovamente. Sasuke era ancora senza parole, ma cercò di riguadagnare un po’ di contegno in modo da poter mettere insieme una risposta sensata.
- E’ bellissima, ma … perché mi hai fatto un regalo del genere? Non ti voglio offendere, è solo che non capisco … - Sembrava piuttosto in difficoltà.
Naruto sospirò e si lasciò cadere seduto sul bordo inferiore del grande letto. Fissò quindi gli occhi in quelli di Sasuke che si trovava ancora vicino alla porta-finestra.
- Io non credo che vivere nella tua vecchia casa ti faccia tanto bene. Lo so che stai cercando davvero di lasciarti tutto alle spalle ma … io ti vedo. A volte ti imbamboli a guardare qualcosa come se stessi vedendo un fantasma e io so che stai pensando alla tua famiglia. Altre volte mi dici che vai in bagno, passano interi quarti d’ora e quando vengo a cercarti ti trovo fermo come uno stoccafisso davanti alla porta della camera di Itachi. Non è che tu non debba pensare a loro, ci mancherebbe, però … volevo darti un posto in cui tu potessi crearti dei nuovi ricordi invece di vivere di quelli vecchi. Ecco tutto. Ma se tu mi dici che non ne vuoi sapere non è un problema, posso riportare indietro la tua roba già questa sera. Sapevo che era un regalo azzardato, non sei obbligato a fartelo piacere per forza e se ti senti ancora troppo legato alla tua casa, beh, ti capisco. –
Il ragazzo lo fissò, con uno sguardo che diceva molto più di mille parole: stupore, felicità, intenerimento, ansia e titubanza si alternavano nei suoi occhi donandogli un’espressione che Naruto classificava come evidenza di una tenerezza assoluta. Quindi si avvicinò a lui e si sedette al suo fianco sul materasso, apparentemente sopraffatto dalla situazione.
- Non è questo, per me non è un problema trasferirmi. Ho vissuto per anni in un appartamento come il tuo, quindi potrei farlo. Casa mia mi mancherebbe, forse, ma potrei sempre tornarci qualche volta. La tua è stata un’idea davvero … premurosa e, beh … dolce. Più che altro … - sembrava molto in imbarazzo e incerto su come proseguire.
- Più che altro cosa? –
- Ecco, questa casa è un po’ lontana. – affermò lui guardando il pavimento.
- Ma l’ho scelta apposta per questo! E’ lontana dalla confusione, come piace a te, ed è vicina ad bosco, il che è ottimo per gli allenamenti! – Naruto davvero non capiva quale fosse il problema.
- No no, infatti, è perfetta per quello ma … è lontanissima da casa tua. – specificò l’amico con un filo di voce. Naruto lo guardò: le sue guance erano paonazze e sembrava incapace di fissare lo sguardo su di lui. L’Eroe di Konoha, a quella vista, non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere, pensando che Sasuke a volte era davvero più tardo di lui. Sasuke parve decisamente infastidito dalla cosa, come sempre.
- Cosa c’è di tanto buffo? – sbottò scoccandogli un’occhiata acida. Naruto cercò di ricomporsi e di darsi una calmata: quello era un momento molto delicato e necessitava parole scelte con cura.
- Credo che ci sia stato un piccolo malinteso … - esordì, voltandosi del tutto verso l’amico e posandogli una mano sulla spalla, con fare rassicurante.
- Non ho mai pensato neanche per un momento di farti vivere da solo in questa casa così grande e io … sono stanco di vivere solo in quell’appartamento minuscolo, Sas’ke, mi ricorda alcuni dei momenti peggiori della mia vita. Oggi ho portato qui anche la mia roba oltre alla tua, perché vorrei vivere in questa casa con te. Solo se la cosa ti fa piacere, naturalmente; potremmo fare un periodo di prova se la cosa ti tranquillizza ma l’idea iniziale era di trovare il posto perfetto per … vivere una vita insieme. Se a te sta bene. – concluse titubante, cercando sul viso di Sasuke qualche segno dei suoi pensieri. Tuttavia, lui rimaneva immobile, con lo sguardo rivolto verso le mani che teneva in grembo, cosa che allarmò non poco l’eroe del villaggio.
- Ehm, Sas’ke, mi rendo conto che forse ho esagerato, ma se è così basta che tu lo dica e porterò via la mia roba, non ti … -
Il suo tentativo di rassicurarlo venne però interrotto dal compagno, che gli afferrò il braccio all’improvviso e lo strattonò in modo da farlo ricadere lungo disteso sul materasso. Quindi Sasuke si distese di fianco a lui, lo abbracciò e nascose il viso nell’incavo del suo collo, rimanendo poi immobile. Naruto non sapeva esattamente come interpretare quel gesto, ma lo prese come un segnale positivo, quindi ricambiò l’abbraccio e cominciò a passare le dita tra i capelli morbidi dell’amico, ascoltando in suo respiro leggermente strozzato che gli intiepidiva la pelle del collo sensibile vicino all’orecchio.
 - Devo dedurre che l’idea ti piace? – chiese poi, giusto per esserne sicuro e non rischiare una delle sue tipiche figuracce. Sasuke strinse la presa su di lui e mormorò un “grazie” tremante; Naruto non l’aveva mai visto così: evidentemente la cosa l’aveva davvero sopraffatto.
- Hey Sasuke, non mi dirai che ti sei commosso? – lo punzecchiò, per cercare di riscuoterlo.
- Sta zitto, prima che cambi idea. –
La sua voce risultava appena un po’ più salda di prima, evidentemente stava cercando di riprendersi.
- Quindi è un sì? –
Sasuke si sentiva stordito, quasi soffocato, come se un caldo peso si fosse posato sulla sua cassa toracica e non accennasse ad andarsene. Sentiva la gola stretta e bruciante, parlare era difficile senza gracchiare e dato il pizzicore che sentiva agli angoli degli occhi preferiva tenere gli occhi chiusi, in modo da evitare di imbarcarsi in una situazione ancora più imbarazzante di quanto non fosse quella corrente.
Nessuno aveva mai fatto niente del genere per lui.
Nessuno aveva mai dimostrato di tenere a lui in un modo così totale e disinteressato: in molti avevano voluto qualcosa da Sasuke, alcuni si erano chiesti che cosa volesse, ma quasi nessuno si era preoccupato di capire che cosa fosse meglio per lui e di agire di conseguenza. Ecco, questo Naruto lo faceva; anzi, l’aveva sempre fatto. Sasuke non si era mai considerato un ragazzo sentimentale, anzi, aveva sempre pensato che emozionarsi fino alle lacrime per qualcosa come faceva l’amico fosse una cosa assurda e immotivata; e tuttavia, in quel momento, si sentiva tanto emozionato da non riuscire a parlare: Naruto aveva sconvolto la sua vita, rimettendola sui giusti binari, e in quel momento stava per cambiarla ancora una volta, forse per sempre.
Di norma a lui non piacevano i cambiamenti, si sentiva destabilizzato dalle repentine modificazioni della routine che non erano strettamente necessarie ma, in quel momento, riusciva solo a pensare a quanto sarebbe stato giusto svegliarsi tutti i giorni accanto a quello stupido del suo ragazzo e addormentarsi abbracciato al suo corpo tiepido tutte le sere.
Così racimolò tutto il coraggio che aveva in corpo e rispose alla domanda con la poca voce che aveva, strofinando piano il naso e la guancia contro la pelle calda del compagno.
- Sì. –
 
***
 
Da quando stavano insieme, Naruto e Sasuke avevano fatto sesso ormai molte volte. Del resto, come si diceva spesso Naruto, erano giovani e sani, quindi la cosa era più che normale. All’inizio, dopo la prima volta, c’era stato qual periodo di “entusiasmo” tipico delle prime sperimentazioni sessuali di coppia, quando i rapporti sono davvero frequenti, quando ad ogni incontro si sente il bisogno quasi spasmodico di lanciare i vestiti in un angolo buio della stanza e di dimenticarceli. La foga, il desiderio, la smania di toccare ed essere toccati avevano dominato quei momenti di intimità eccitante e piacevole ma quasi rabbiosa, forsennata. Era stato un periodo incredibile, pregno di sensazioni che Naruto non aveva mai pensato di poter provare.
Eppure, per quanto quello spaccato delle loro vite fosse stato fantastico, nel suo cuore non poteva nemmeno competere con il periodo successivo, quello che stavano ancora vivendo.
Con il passare del tempo, il sesso era diventato lento, lungo, tiepido e accogliente. La passione c’era ancora, eccome, ma si era trasformata in qualcosa di dolce e denso come il miele, abbandonando la sfrenatezza iniziale per fare spazio ad un’eccitazione più sottile fatta di sguardi, di sussurri e di carezze. Avevano imparato a conoscersi, a capire cosa piaceva all’uno e all’altro; ogni tocco ed ogni espressione aveva cominciato ad avere un preciso significato: una mano posata sul fianco diceva “sono qui”, un sussurro all’orecchio “sei mio”, una carezza sul viso “ti adoro”, uno sguardo meravigliato “sei così bello”, uno sfiorarsi delle labbra “non ti lascerò mai”. L’amore c’era sempre stato ma lentamente la dolcezza, la tenerezza, l’attenzione e la devozione si erano insinuate tra le lenzuola rendendo ogni rapporto diverso eppure sempre familiare, dolce e incredibile.
 
Per questo motivo, mentre si stringeva a Sasuke come se ne andasse della sua vita, tanto da lasciare segni rossastri sulla sua pelle nuda e chiara, Naruto si sentiva un po’ come la prima volta in cui l’avevano fatto: la casa era nuova, l’imbarazzo ormai era andato perduto da tempo e l’intimità era ad un livello completamente diverso, ma la meraviglia, la delicatezza, la passione struggente erano esattamente le stesse. L’Eroe di Konoha amava particolarmente quei momenti perché il suo compagno sembrava lasciarsi alle spalle ognuno dei freni che normalmente gli impedivano di mostrare del tutto ciò che provava: ogni suo sguardo diceva quanto lo trovasse bello, ogni tocco quanto lo amasse, il suo nome sussurrato come un mantra quanto avesse bisogno di lui.
Quel giorno i preliminari furono lunghi, sensuali, dolci; ad ogni bacio ne seguiva un altro, ad ogni carezza un massaggio, ad ogni sfioramento di labbra il passaggio di lingue calde sulla pelle sudata, portandoli verso l’amplesso lentamente, senza fretta.
Sasuke sperava, anche se mai l’avrebbe ammesso, che quella passione e quella dolcezza struggente durassero per sempre, Naruto ripeteva che voleva non finissero mai.
Parlarono tanto durante il sesso: incitazioni, preghiere e richiami si susseguivano più frequenti del solito; persino Sasuke sembrava incapace di trattenersi e continuava a chiamare: “Naruto … Naruto … Naruto …”.
E l’Eroe della foglia non poté far altro che sciogliersi completamente, ringraziando silenziosamente il cielo o qualsiasi divinità potesse esistere per avergli finalmente donato la felicità completa e intensa che desideravano fin da quando erano bambini.
 
***
 
Il sudore sulla pelle si era raffreddato, nonostante il clima caldo, costringendoli a coprirsi con il lenzuolo. “Per fortuna che oggi pomeriggio ho pensato di fare anche i letti” pensò Naruto, mentre se ne stava accoccolato contro il fianco di Sasuke e respirava lentamente, a pieni polmoni e ad occhi chiusi, per godersi appieno il momento. Inaspettatamente, il compagno si voltò completamente verso di lui e lo chiamò a bassa voce.
- Naruto … -
- Dimmi. – rispose, aprendo di poco gli occhi per guardarlo in viso.
Il ragazzo fece una pausa, abbastanza lunga da far pensare all’amico che si fosse dimenticato ciò che voleva dire, per poi riprendere a parlare di colpo.
- Ti amo. –
Naruto sgranò gli occhi, fissandolo con le labbra leggermente dischiuse. Era la prima volta che l’altro glielo diceva; certo, lui lo sapeva, ma era pur sempre la priva volta che glielo sentiva dire.
- Lo sai che ti amo … vero? – continuò Sasuke, titubante. Temeva di non averglielo mai fatto capire davvero.
L’amico lo guardò, poi sorrise, posandogli un bacio leggero sulla mandibola.
- Certo, Sas’ke. Lo so dall’inizio. –
Il ragazzo sospirò, come se si fosse tolto un peso dall’animo.
- Bene. –
- Si, bene. Buon Compleanno Sas’ke. – rispose Naruto, stringendosi ancora un po’ all’altro.
 
Si addormentò poco dopo, felice e rilassato: tutto era andato per il meglio, Sasuke aveva decisamente apprezzato il suo regalo e lui non avrebbe potuto sentirsi più felice di così: alla fine i suoi sforzi avevano fruttato e sperava, anzi, sapeva, che da lì in avanti in quella nuova casa sarebbero stati felici.
Sasuke rimase sveglio ancora per un po’ a godersi il silenzio e la leggera frescura che giungeva dal bosco attraverso le finestre spalancate. Si sentiva in pace come non si era mai sentito prima di allora. I cattivi ricordi non sarebbero tornati a tormentarlo quella notte e, sperava, forse neanche in quelle a venire.
 
Il mattino seguente
 
 
Mentre sbocconcellava i biscotti intinti nella marmellata, ancora avvolto comodamente tra le lenzuola, Sasuke pensava che Naruto, quella volta, si era dato davvero da fare. Nemmeno si soffermava a pensare troppo alla questione della casa, che aveva accettato e apprezzato ma che gli ci sarebbe voluto ancora un po’ per metabolizzare, doveva ammettere però che quel tardo del suo ragazzo era andato molto oltre il “semplice” regalo: aveva traslocato tutte le loro cose il giorno precedente, apparentemente senza aiuti, e pareva fosse pure riuscito a mettere ogni cosa al suo posto senza dimenticare nulla. Il colmo, poi, era venuto quella mattina: si era alzato presto, addirittura prima di lui, per preparargli la colazione e portargliela a letto. “Ha persino preso l’unica marmellata che mi piace!” pensò incredulo, ponderando poi che avrebbe fatto bene a non abituarcisi: esaurito il mistico fervore da compleanno probabilmente sarebbe tornato ad essere il pigro scansafatiche di prima. Al suo fianco l’oggetto dei suoi pensieri stava attaccando con foga la sua consueta tazza di latte con i cereali: persino in quel momento, sgraziato e con il mento gocciolante, lo trovava carino. “Sono fregato davvero.” commentò quindi tra sé e sé, sorridendo. L’amico se ne accorse.
- Ehi Sas’ke, perché sorridi? –
Non volendo ammettere quale fosse l’oggetto delle sue elucubrazioni optò per una verità a cui però non aveva pensato esattamente in quel momento.
- Niente, pensavo solo che sono contento che la questione della festa di ieri sera fosse solo una montatura per nascondere il vero regalo. Sia ringraziato il cielo! – esclamò in modo drammatico, come se avesse scampato un’esecuzione in piazza pubblica.
- Sono stato bravo vero? Non sospettavi nulla del regalo … – esclamò l’altro gongolando.
- In effetti non hai fatto scemenze come al tuo s … - Sasuke fu interrotto a metà di una battutina caustica dal finale della frase che Naruto aveva volutamente lasciato in sospeso.
- …  così come non hai sospettato che la festa fosse semplicemente rinviata a stasera! – concluse sorridendo e scoppiando poi a ridere nel vedere l’espressione scioccata e disperata sul volto dell’altro.
Sasuke pensò che l’avrebbe volentieri picchiato, poi però desistette considerando che sarebbe stato di cattivo auspicio iniziare la loro convivenza con una rissa in piena regola.
 
In quel momento, mentre scherzavano tra le coperte, entrambi sapevano che non sarebbe stato sempre così facile: cambiare casa non avrebbe fatto sparire del tutto i fantasmi del passato, così come non avrebbe sempre sedato le loro litigate; tuttavia Sasuke e Naruto avevano una certezza: si appartenevano a vicenda e, finché sarebbero rimasti l’uno accanto all’altro, alla fine le cose sarebbero andate per il meglio.
In effetti, pensava Naruto, Takeda non era stato indispensabile nel trovare una casa per Sasuke: se, come si dice, “la casa è dove sta il cuore” l’abitazione avrebbe avuto un’importanza relativa perché sarebbero stati sempre l’uno la casa dell’altro.




Note finali: Questa storiella si conclude qui. Non era nulla di che, una scemenza romantica che mi era balenata in mente un giorno e che ho deciso di scrivere per sfizio, spero comunque che non vi abbia schifati e che vi abbia fatto passare piacevolmente un po' del vostro tempo. Come sempre, se ne avete voglia fatemi sapere cosa ne pensate, e se trovate errori di battitura o di gramatica segnalatemeli pure, anche se rileggo molte volte alcuni mi sfuggono.
Che dire, ho in programma di scrivere altre cose ho almeno un paio di storie in mente e, a dire il vero, ho anche un altro extra di Respirare già in cantiere, anche se questo sarà essenzialmente comico. Quindi se le mie storie non vi dispiacciono ... stay tuned!
Alla prossima!!!

Pendincibacco
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Pendincibacco