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Autore: DaughterOfHades    08/01/2015    4 recensioni
Will e Nico sono gli opposti e vivono in due universi del tutto separati. In qualche modo, questo non impedisce loro di avvicinarsi.
AU Solangelo.
Punk!Nico, Nerd!Will.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jason/Piper, Nico di Angelo, Will Solace
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Will Solace era molte cose.  Era orgoglioso, serio e perfezionista. Gli piaceva avere tutte le cose in ordine, essere in grado di risolvere un problema che nessun altro riusciva a risolvere, e fare puzzle che lasciavano gli altri fermi lì a grattarsi la testa. Non gli importava sedersi  a leggere un bel libro durante i weekend tanto quanto non gli interessava che quel libro, capace di paralizzare il cervello, fosse pieno di termini e diagnosi in latino.

Aveva desiderato lavorare in ospedale da quando c’era nato. C’era qualcosa di poetico in ciò: iniziare e finire nello stesso luogo. Un intero cerchio, un intero viaggio intorno all’orologio.

I suoi genitori furono molto orgogliosi quando fu ammesso nell’università che aveva messo come prima scelta. Entrambi erano dottori affermati,  che avevano fatto progredire la ricerca medica in anni e anni nel futuro con il loro lavoro, quindi per Will fu naturale seguire le loro orme. La sua vita proseguiva liscia, una netta e piccola linea che continuava a protendersi – precisa precisa.  Era come una freccia, che fu spezzata a metà nel momento in cui un ragazzo entrò nella sua classe di storia dell’arte con venti minuti di ritardo e si sedette nel posto diagonale al suo.

Will fissò il nuovo arrivato per tutto il tempo che l’interessato impiegò per passare fra gli altri studenti e prendere posto. Era la terza settimana! Come poteva essere ancora in ritardo la terza settimana? Non riusciva proprio a tentare di arrivare in orario?

Guardò il giovane sbadigliare, sembrava non aver portato nemmeno un foglio o delle penne. I suoi capelli erano neri, scuri come le penne di un corvo, con ciuffi disordinati sparati in tutte le direzioni. La sua pelle era di un bianco spettrale in confronto ai vestiti neri. Jeans neri con buchi sfilacciati tutt’intorno, t-shirt nera con alcune parole alquanto offensive sul davanti, converse che sembravano cadere a pezzi, e Will onestamente non fu in grado di dire se avesse del trucco sotto gli occhi o se quelle erano semplicemente occhiaie. Le sue orecchie vantavano numerosi anelli metallici e dilatatori, e gli occhi di Will si spalancarono quando realizzò che anche sul suo labbro c’erano alcuni piercing. La maglia a maniche corte del ragazzo rivelava i suoi tatuaggi – riempivano completamente tutto il suo braccio sinistro e ce n’erano anche numerosi sul braccio destro, seppur più piccoli. Riuscì anche ad intravedere una linea d’inchiostro sopra la clavicola.

Buona fortuna nel trovarti un lavoro, un giorno, pensò immediatamente. Fra l’atteggiamento temerario e l’apparenza da il-diavolo-è-il-mio-coinquilino, Will immaginò che fosse solo un altro di quei punk e lo lasciò perdere.

E ci riuscì fino a quando non fece presa accidentalmente contro il retro della sua scarpa mentre stava camminano. “Ah, scusa!” squittì, sorprendendosi di quanto fu rapido il ragazzo a girarsi, come se fosse pronto al combattimento. I loro sguardi si incrociarono; Will fissò spaventato gli occhi dell’altro, scuri e profondi come piscine d’ossidiana. In quel momento accadde qualcosa di strano nel petto di Will.  Se avesse conosciuto meglio l’argomento, avrebbe detto che stava per avere una sorta di attacco cardiaco.

Quando sembrò aver deciso che quella di Will non era una sfida, sbuffò ed incrociò le braccia. “Tutto okay,” mormorò.

Il ragazzo sparì prima che Will potesse riprendersi. Velocemente, si riscosse e si precipitò nel suo dormitorio, fingendo che quegli occhi non avessero avuto nessun effetto su di lui.


Era fuori a mangiare con delle amiche quando venne a sapere il suo nome.

“Ecco che arriva Nico di Angelo. Dio, ma non sorride mai?” borbottò Lou Ellen, mangiando il suo sandwich.

Will la guardò. “Chi?”

Lei indicò con la mano libera alcuni tavoli più avanti, dove erano seduti tre ragazzi. Will quasi si strozzò con la soda quando intravide il punk della classe di storia dell’arte. Sembrava meno in guardia quando stava fra quei due ragazzi dall’aspetto normale, perfino carino nel momento in cui arricciò il naso con aria disgustata, fissando il ragazzo accanto a lui bere qualcosa di innaturalmente blu. “Il tipo in nero. Andava con me al liceo. Era uno sfigato, ora sembra il bambino di un manifesto di musica emo.”

 “A causa di qualcosa?” chiese la sua amica Cecil.

Lou Ellen fece spallucce. “Ho sentito che qualcuno della sua famiglia è morto, ma non ne ha mai parlato. Tutto ciò che so è che ha lasciato la scuola per alcune settimane e quando è tornato riuscivamo a stento a riconoscerlo. Sono abbastanza certa che abbia fatto coming-out la scorsa estate.”

Il cuore di Will si contrasse di nuovo quando vide il ragazzo dai capelli corvini dall’altra parte dell’ingresso. Nico di Angelo. Appena pensò al suo nome, Nico lo guardò e si ritrovarono a fissarsi. Il primo distolse lo sguardo subito ma Will continuò a fissarlo, accigliato.


Durante la successiva ora di storia dell’arte, Will si sedette dietro Nico, cercando di convincersi che aveva cambiato posto solo perché sarebbe stato più facile guardare alla lavagna dal momento che il ragazzo era così basso. Inoltre, per tutto il tempo, si trovò a studiare i tatuaggi di Nico, chiedendosi quale fosse il significato di  ognuno di essi e quando li aveva fatti. Fissò per molto tempo l’immagine di un angelo con le ali spezzate, che raggiungeva un punto che dalla sua postazione non riusciva a vedere. Lo faceva sentire… stranamente triste. Che emozioni passavano per la testa di Nico quando si era fatto un tatuaggio del genere?

Ne guardò un altro, vicino al gomito, una rosa con delle spine avvolta intorno ad una spada nera che correva lungo l’avambraccio. Lo faceva sembrare un duro e… e figo. Molto figo. Infatti, Will lo avrebbe perfino definito attraente.

Realizzò che la lezione era finita solo quando Nico schizzò via dalla sedia e si fiondò fuori la porta della classe come un pipistrello che fugge dall’inferno. Stordito e incapace di credere che non aveva scritto un singolo appunto durante tutta l’ora, Will raccolse le sue cose ed uscì. Il cuore gli batté all’impazzata quando vide Nico in piedi fuori l’edificio, e il suo cervello immediatamente partorì una fantasia dove il ragazzo stesse aspettando lui. Ma, un tipo con i capelli biondi e gli occhiali si avvicinò a Nico, che cominciò a scavare nelle tasche. Si scambiarono alcune parole ed il minore tirò fuori un pacchetto di sigarette. Il biondo fece una smorfia e provò a prenderglielo, ma Nico urlò qualcosa per zittirlo e ne sfilò una comunque.

Will si accigliò, per niente in particolare, e decise di camminare invece di starli a guardare come un idiota geloso. Aveva un ragazzo, ovviamente!  Uno come Nico di Angelo probabilmente avrebbe potuto avere chiunque volesse con la sua aura misteriosa, gli occhi profondi, e quello stupido, bellissimo accento. Will non avrebbe mai avuto una speranza. Era il completo opposto, con le sue magliette e pantaloni dai colori sgargianti, e la personalità allegra e il modo in cui il suo calendario era organizzato da ora fino al prossimo Agosto.

Desiderava andare da Nico e forzarlo a buttare via quella sigaretta. Sicuramente sapeva quali terribili effetti avevano sul suo corpo! Perché qualcuno dovrebbe volersi far del male così?

Perché ti importa? Pensò velocemente. Non hai mai  parlato davvero con lui. Probabilmente non ti ha mai neanche notato.

Will strinse forte il cinturino del suo zaino e prese la strada verso la biblioteca. Scacciò i pensieri che comprendevano il ragazzo dai capelli neri e li sostituì con termini che non aveva bisogno di sapere fino al prossimo esame. Non è mai troppo presto per iniziare a studiare, si motivò.

Sfortunatamente aveva la tendenza di sovraccaricare il cervello con fatti poco importanti e lunghe definizioni ( più le complesse combinazione di tutti i suoi videogiochi preferiti ) e quindi alla fine si ritrovò esausto. A dimostrazione di ciò, Will si addormentò sulla confortevole sedia del piano di sopra della biblioteca.

 
***

“Will Solace,” disse Jason.

Nico di Angelo distolse la sua attenzione dal cellulare, accigliandosi. “Cosa?”

 “E’ il nome del ragazzo. Quello della classe di storia dell’arte. Lo stesso che stai cercando su Facebook adesso.”

Nico rise e velocemente lanciò il cellulare sul suo letto, ignorando il sorrisino del  compagno di stanza. “Non so di cosa parli,” borbottò, incrociando le braccia dietro la testa.

Jason roteò gli occhi, ma girò la sedia verso la scrivania per finire alcuni compiti d’inglese. Nico pensò di dover iniziare a lavorare da solo, ma – diavolo – poteva semplicemente prendere quelli di Jason, cambiare alcune cose, e in un attimo ecco – compiti istantanei.  “Puoi negare tutto ciò che vuoi,” gli disse l’altro, irritato, “ma ti ho visto prima mentre lo guardavi. Te lo ripeto di nuovo, si chiama Will Solace.”

“Taci!” schioccò. “Non stavo guardando nessuno! Al massimo, mi stavo sorprendendo di quando potere nerd potesse contenere una sola persona.”

Jason sospirò, ma non alzò gli occhi dallo schermo del computer. “E come sai di chi stavo parlando se non stavi guardando nessuno, mh? S-O-L-A-C-E. Potrebbe essersi registrato con il suo nome intero, William. Prova anche quello.”

Nico ci pensò su per un momento e poi digrignò i denti. “Fottiti, Grace,” sibilò. Chiunque altro lo avrebbe picchiato o sarebbe scappato da lui sentendo quel tono, ma Jason si limitò a fare spallucce innocentemente, continuando a scrivere.

Prese il silenzio dell’amico come una vittoria personale e recuperò il cellulare. Era moderatamente curioso, voleva solo sapere se i suoi sospetti sul ragazzo erano giusti, e Jason glielo aveva messo in testa, ormai. Cercò ‘Will Solace’ su Facebook e lo trovò subito in cima alla lista. Avrebbe riso per sua immagine del profilo se Jason non fosse stato seduto a dieci passi di distanza.

Era senza dubbio lo sfigato della sua classe di storia dell’arte. Perfetti capelli biondi, denti smaglianti, e sorriso accecante. Indossava un camice bianco da dottore con sotto camicia e cravatta. Aveva intorno alla testa una di quelle fasce con uno specchio rotondo al centro e uno stetoscopio che gli pendeva dal collo. Sembrava… ridicolo. Era ovviamente un travestimento per Halloween, ma, seriamente, un intero costume da dottore?

Sapeva già che il ragazzo era un topo di biblioteca. Praticamente si segnava ogni parola che usciva dalla bocca del professore e annuiva mentre scarabocchiava note su note così velocemente che Nico si domandava come mai la sua matita non iniziasse a fumare. Aveva sempre la mano alzata – per chiedere qualcosa o per rispondere a qualcosa – e non mancava mai, non tardava neppure. Era una di quelle  persone, il tipo di cui Nico si sarebbe preso beffa e che avrebbe appositamente evitato. Comunque, qualcosa di quel ragazzo gli faceva brillare gli occhi davvero troppo spesso.

Era bello in una maniera disarmante. E questo era un dato di fatto. Ma era più di quello. Quando aveva improvvisamente cambiato posto per sedersi dietro di lui, Nico riusciva a sentirsi lo sguardo dell’altro addosso. Probabilmente era colmo di curiosità e disapprovazione, ma non gli importava. Si era limitato a togliersi il giubbotto, lasciando al biondo la possibilità di intravedere i tatuaggi che gli correvano lungo le braccia. Ne aveva molti di più, ovviamente, e non avrebbe avuto problemi nel farglieli vedere se solo non fosse stato abbastanza certo che il professore non avrebbe apprezzato il vederlo togliersi la maglietta nel mezzo della lezione. Inoltre, i ragazzi come Will Solace non trovano attraenti quelli come Nico di Angelo. Oltre al fatto che c’era una ragazza a braccetto con lui nella foto profilo, e pensò che probabilmente Will non era attratto dai maschi in generale.

Vergogna, pensò Nico, mentre studiava la bella faccia del biondo prima di chiudere l’applicazione e trascinarsi in  piedi. Con un po’ di impegno riuscì ad infilarsi gli stivali pesanti.

“Dove stai andando?” mormorò Jason.

“A fumare.”

“Di nuovo?” scosse la testa. “Quelle cose fanno male. E fanno puzzare la stanza.”

“Di più delle tue tute fetide?” storse il naso. “Ne dubito.”

“Tuo padre lo scoprirà se continuerai, e lo sai.”

Nico sbuffò, facendo spallucce nel giubbotto bombato ed appoggiandosi una sigaretta spenta fra le labbra. “Guarda, tremo dalla paura.” disse sarcastico, uscendo dalla stanza e sbattendo la porta dietro di lui.

Faceva freddo fuori, ma preferiva quella temperatura. Non aveva mai amato molto il sole.

Si ritrovò ad incespicare verso la biblioteca. La gente raramente camminava da quelle parti, e ciò rendeva quel posto perfetto quando voleva essere lasciato solo.

Che era praticamente tutto il tempo, e questo era un punto che le persone prendevano in considerazione per giudicare gli altri stronzi. Ma era abituato ai sussurri, agli sguardi, alle occhiate spaventate dei passanti. E’ sempre stato chiamato “delinquente”, un nulla. Perché non dare alle persone quello che volevano?

Si appoggiò contro il muro della biblioteca e cercò l’accendino. Quella dannata cosa non funzionava mai bene, ma non riusciva mai a buttare le cose difettose. Non era colpa sua se era un prodotto di scarsa manifattura. Però, farlo funzionare era una tale scocciatura. Quando riuscì ad emettere una scintilla e ad accendere la sigaretta il suo pollice si era stanco.

 “In questa zona non si può fumare!” disse subito una voce, che fece quasi cadere l’accendino da mano a Nico per la sorpresa. Comunque, riuscì a restare abbastanza composto per sghignazzare in direzione di colui che lo stava infastidendo. Un bell’insulto gli stava per uscire dalla bocca quando riconobbe il ragazzo che gli era venuto incontro, gelandosi sul posto. Will Solace era a pochi metri di distanza da lui con una mano sul fianco e l’altra ad indicare il grande cartello “VIETATO FUMARE” appeso proprio sopra la testa di Nico.

Sbuffò allo sguardo severo dipinto sul volto dell’altro ragazzo. “E cosa hai intenzione di fare?” gli chiese, con la migliore tono da ‘vai al diavolo’.

Riuscì a vedere un po’ della sicurezza di Will scemare via e la timorosa tensione dei muscoli, ma l’altro fece comunque un passo verso di lui. “Inoltre, il fumo è cinquanta volte più tossico del diesel o dei fumi di scarico.”

Nico sbatté le palpebre un paio di volte. “…Cosa?”

 “IPA” sbottò, come se fosse incapace di fermarsi.

“Che diavolo è?”

“Idrocarburi policiclici aromatici.” Will incrociò le braccia. “E’ pieno di nicotina, acetone, idrazina, cianuro di idrogeno. Fondamentalmente, stai inalando solvente per unghie, combustibile e veleno per topi.”

Nico rimase a bocca aperta di fronte al biondo, incapace di comprende come qualcuno potesse sapere tutto quel tipo di roba. Scosse la testa. “Lasciami solo. Non capisco quello che dici.”

“E li stai anche rilasciando! Quindi, non solo ti stai facendo del male ma lo stai facendo anche alle persone che ti circondano e stai danneggiando l’ambiente.” Sbuffò altezzosamente. Nico si aspettava di vedergli cacciare un paio di occhiali con lenti spesse quanto tappi di bottiglia e nastro adesivo avvolto intorno al ponte per raddrizzarli. Will sembrava aspettare una risposta, ma Nico, semplicemente, non ne aveva una.

Almeno non diversa dal soffiare fumo nella direzione di Wil e lanciargli uno lungo sguardo. “Paese libero,” mormorò. Pensava di stuzzicare il ragazzo un altro po’, per mostrargli che Nico di Angelo non era uno che poteva abbattere così facilmente, ma c’era quello sguardo da cucciolo negli occhi di Will, una vera preoccupazione nei suoi confronti, e Nico dovette concentrarsi su qualcos’altro. C’era andato piano, no? “Sei sempre così fastidioso?”

Gonfiò un po’ il petto, sorridendo sfacciatamente. “Pre-medico. Rischio professionale.”

Nico si accigliò. Bell’aspetto, intelligente e ambizioso. “Se lo dici tu,” disse e buttò la sigaretta per terra, spegnendola con la scarpa. “Non vorrei sconvolgere il Ragazzo d’Oro.” Sogghignò, aspettandosi di vedere rabbia o paura o qualcosa di simile invece che quel sorriso.

“Sono una mina vagante, che posso dire?” lo prese in giro.

Gli occhi di Nico si assottigliarono. Era una cosa pericolosa: scherzare. Aveva distribuito occhi neri per molto meno. Eppure, infilò le mani nelle tasche e si trattenne. Per qualche ragione non riusciva a colpire il ragazzo. E questo lo infastidiva davvero molto. Praticamente riusciva già a sentire la risata di Jason.

Nico non rispose. Superò Will, assicurandosi di soffiargli ancora un po’ di fumo in faccia. Non cercò di nascondere un ghigno quando il biondo ansimò, cominciando a muovere la mano nel tentativo di allontanare il fumo.

Stupido ragazzino, pensò, irritandosi per la sensazione che lo pervase al solo pensiero.
 
***

 
Will non riusciva a concentrarsi. Era troppo distratto dal tipo di fronte a lui. Avrebbe giurato che Nico di Angelo si era sistemato i capelli a quel modo solo per sfotterlo. Di solito erano disordinati e gli arrivavano vicino agli occhi, ma oggi… oh, ragazzo mio. Aveva tagliato quasi tutti i capelli da un lato, rasandovi un intricato disegno, mentre aveva tirato all’indietro la frangia laterale lasciando scoperti i suoi bellissimi occhi e, Dio, per qualche motivo lo stava facendo impazzire.

 “Will, hai qualcosa da aggiungere?”

L’interessato scattò sull’attenti, sobbalzando quando si accorse che mezza classe lo stava fissando. Nico si era girato dietro, guardandolo fra il divertito e l’impressionato. “Ehm,” disse chiaramente, “no, non direi.”

Il professore annuì. “Allora, per favore, fai attenzione.”

Will arrossì. “S-sì, signore.”

Nico emise un piccolo sbuffo prima di rigirarsi, ignorandolo, e Will ritornò ai suoi pensieri, fregandosene del fatto che stava ignorando informazioni importanti dell’esame imminente.

Quando la lezione finì, Nico fu di nuovo il primo ad uscire. Sospirando, Will si tirò su e raccolse le sue cose prima di prendere la strada per la biblioteca per incontrare Lou Ellen e Cecil.

 “Intendo, chi si farebbe un taglio di capelli simile?” si lagnò il biondo davanti ad un caffè con le sue migliori amiche, che si scambiavano guardi allarmati. “Delinquenti, ecco chi! Non se n’è mai importato di girare in quel modo? Non riuscirà mai ad avere un lavoro, sai!”

Un sorriso si espanse sul viso di Lou Ellen. “Ho capito che ti piace, Will, ma devi per forza parlare così ad alta voce?”

 “Infatti,” concordò Cecil. “Sai, le persone ci stanno guardando, amico.”

 “C-cosa?” La faccia del ragazzo divenne improvvisamente rossa. “N-non mi piace!”

Lou Ellen e Cecil rotearono gli occhi in sincroni.

 “Ho detto di no!” insistette. “S-solo non sopporto la sua abilità nel fumare nei luoghi pubblici, tutto qui.”

Lou Ellen battè le ciglia a Cecil. “Oh, Nico! Fumare ti fa male. Ti prego, notami!”

Cecil ridacchiò e prese le sue mani, stringendole a sé. “Mi dispiace, Will! Ma sono troppo tenebroso e misterioso per notare qualcosa che va oltre i miei capelli!”

“Va bene, è abbastanza!” Brontolò e nascose la faccia fra le braccia. “Non credete che io sia già abbastanza imbarazzato per questo?”

Lou Ellen gongolò e diede alcuni buffetti sul capo del ragazzo. “Guada, Will, forse dovresti solo dimenticarlo. Voglio dire, siete così diversi.”

Il poveretto sospirò rumorosamente fra le braccia, fissando il tavolo sotto di lui. Dimenticare Nico? Poteva provarci. Le sue amiche avevano ragione.

Era una causa persa struggersi per qualcuno di irraggiungibile come Nico di Angelo. Faceva prima a flirtare con una bomba.

Lou Ellen e Cecil iniziarono a parlare di lezioni e feste a cui dovevano andare nel weekend, ma il terzo ragazzo era perso nei suoi pensieri.


Intorno alle sei decise di tornare al dormitorio. Usò la scorciatoia che usava sempre, quella che passava per dietro la biblioteca. Certo, era abbastanza buia e sinistra ma era la più veloce, ed anche la più diretta alla sua camera.

Quasi saltò dalla sorpresa quando vide una figura poggiata contro il muro soffiare nuvolette di fumo nell’aria.

 “Neanche per sogno,” mormorò fra sé. Si mosse prima che potesse comprendere cosa stesse per fare. “Seriamente?” disse ad alta voce, guadagnandosi l’attenzione del fumatore. “Di nuovo? Non è permesso fumare a meno di venti metri dalle porte o dalle finestre!”

Lo sguardo di Nico indagò su di lui per alcuni momenti. Se Will non lo conoscesse quel poco, avrebbe detto che lo stava studiando. “Non parlo inglese,” borbottò.

Non fumare!” ribatté subito e gli occhi di Nico si spalancarono “Ho fatto due anni di italiano a scuola. Bel tentativo.”

Beh, cazzo,” disse. “Sono impressionato.”

Will arrossì. “Non ti importa del tuo corpo? Intendo, fumare è –“

 “Dannoso, sì,” lo interruppe. “Forse lo faccio per questo.”

 “Cosa vorresti dire?”

“Voglio dire che non sono fatti tuoi cosa faccio e perché lo faccio.” Lo fissò. “Ora vai a fanculo, sì?”

Will voleva ribattere con qualcosa di volgare, oppure continuare a dire cose in relazione alla salute, ma gli uscì dalla bocca qualcosa di completamente diverso. “Hai cambiato taglio di capelli.”

Un solco si creò fra le sopracciglia di Nico.

 “N-no, intendo, sembrano… carini.”

Lo guardò, se possibile, ancora più confuso.

 “Ehm. E’ davvero unico, e… e…” si impose di smetterla. “Dovrei tacere.”

Nico sogghignò. “Ora inizi a ragionare.”

Gli salì il cuore in gola, vedendolo quasi sorridere. Ma quel sorriso se ne andò veloce come era comparso, ma di una cosa era certo: voleva vederlo di nuovo.

 
***
 

Dopo quell’incontro, divenne una routine. Una o due volte alla settimana Nico si appoggiava al muro dietro la biblioteca e Will veniva a brontolare contro il suo disinteresse per il rischio di malattie e del linfoma. Nico si sedeva, lo ascoltava, e borbottava alcuni colpi taglienti solo per vedere la faccia di Will diventare rossa. Il fatto che il biondo continuava a stare su due gambe era sufficiente a provare che, però, lo faceva male.

 “Quindi… Qual è la tua specializzazione?” Gli chiese un giorno, e Nico si immobilizzò sul posto. No, no, no. Non era una buona cosa. Scambiarsi commenti intelligenti ed insulti era una cosa. Ma le conversazioni occasionali erano un altro paio di maniche, un campo in cui Nico era negato. Will, presto o tardi, avrebbe realizzato che non era niente di speciale e lo avrebbe dimenticato. Per quanto odiasse ammetterlo, aveva iniziato ad aspettare con ansia il tempo che passava con il ragazzo. Non avevano mai scambiato parola durante le lezioni. Non erano abbastanza per definirsi amici, ma era comunque… qualcosa.

Leggermente in panico, Nico buttò la sigaretta e cominciò ad andarsene senza dire una parola.

 “Hey!” lo chiamò. “A-aspetta!”

L’altro scosse la testa e continuò a camminare anche se Will lo stava seguendo. Il ragazzo desiderava morire? Perfino il suo bel faccino non lo avrebbe salvato se avesse continuato così, quella volta.

Appoggiò la mano sulla spalla di Nico. Istintivamente, Nico sfuggì al tocco estraneo e si voltò di scatto, i denti digrignati. L’altro fece un passo indietro, le mani avanti protese di fronte a lui come bandiera bianca. “Wh-whoa, non c’è bisogno di imbestialirsi!”

 “Cosa vuoi, Solace?” Nico ringhiò, ed in quel momento gli occhi di Will cominciarono a brillare.

“Hai detto il mio nome,” sussurrò, quasi intimorito.

Fissò il pavimento. “E quindi?”

 “Non ha mai detto il mio nome prima.”

Nico prese a deriderlo. “Il tuo ego è così grande che inizia a gonfiarsi quando vieni nominato? E’ solo un cazzo di nome. Fattene una ragione.”

Will lo guardò colpito. “C-cosa? Nico, stavo solo dicendo – “

“Tu stai sempre dicendo qualcosa!” disse improvvisamente. Non era del tutto consapevole del perché stava urlando contro Will. Non sapeva perché un senso di paura lo stava pervadendo. Non riusciva a smettere. “Puoi stare zitto per più di due secondi? Lasciami solo!”  Si girò prima di poter vedere l’espressione ferita sul volto di Will, e se ne andò.

Dedusse che quella sarebbe stata l’ultima conversazione che avrebbe avuto con lui. Forse era la cosa migliore. Will sarebbe stato meglio senza di lui.
 
***
 

Nico non si presentò a lezione. Will fissò colpevole la sedia vuota. Cosa aveva detto di sbagliato? Lo aveva offeso in qualche modo. Forse si era scocciato di ascoltare i suoi continui lamenti. Non lo biasimava. Diventava davvero nervoso quando stava intorno a Nico, e la sua difesa era spiattellare tutto ciò che gli andava per la testa.

Non aveva nemmeno tentato di seguire il professore. Era troppo impegnato a sguazzare nelle sue preoccupazioni.

Le seguenti due settimane furono le peggiori della sua vita.

Fu bocciato – bocciato – all’esame di storia; perse il portafoglio con dentro la carta di credito, la carta dello studente e tutti i suoi soldi; rimase chiuso fuori la porta; inviò al professore i compiti sbagliati; prese una multa per aver superato di otto minuti il tassametro; ed infine si dimenticò di fare i compiti di matematica. Will, che era sempre stato fiero di dirsi una persona organizzata, ne era devastato.


 “Tutti noi abbiamo questi crolli, di tanto in tanto,” Cecil cercò di rassicurarlo. “E’ solo un periodo. Passerà.”

Will non aveva mai menzionato il suo “scontro” con Nico, o il fatto che ancora andava in biblioteca con la speranza di intravederlo appoggiato contro il muro. Non era certo del perché era così preso da quel ragazzo, del come era successo così velocemente, ma sapeva che desiderava solo sentire Nico inveire contro di lui un’altra volta. Voleva rivedere il suo sorriso.

La sfortuna continuò durate tutta la settimana ma cercò comunque di studiare. Trovò libri difficili, tentando di dimenticare tutto sul ragazzo e i suoi tatuaggi, ed arrossendo al ricordo della sua risata nel sentire termini in latino e date storiche.

Nel momento in cui il periodo passò, Will era quasi ritornato ad essere il suo vecchio sé. Si sentiva sicuro quando entrò nell’aula di storia dell’arte, pronto ad affrontare la verifica. La sicurezza evaporò quando vide che il posto di fronte al suo era occupato.

Dopo essere mancato per due intere settimane, Nico di Angelo era tornato. Il suo giubbotto nero era appoggiato dietro lo schienale su cui si  poggiava con nonchalance, fissando qualsiasi cosa si muovesse o emettesse rumore. Aveva un nuovo piercing sul sopracciglio ed il cuore di Will ebbe una ricaduta. Si sedette con un gran sorriso dipinto sul volto. “Sei tornato!”

Nico gli lanciò uno sguardo cupo da sopra la spalla prima di tornare a guardare avanti, in silenzio.

Will s’accigliò. “Oh, quindi continuerai così, huh?”

L’altro lo ignorò.

Will sospirò. “Sai, stavo solo cercando di esserti amico. Non so che ho fatto per farti incazzare così tanto ma… mi dispiace, per quello che ho fatto di male.”

Silenzio.

 “Sono contento che abbiamo potuto chiarire,” borbottò ed affondò nella sedia. Prese una matita, poi incrociò le braccia al petto, aspettando che il compito gli venisse consegnato.

Fu prevedibilmente facile. Will collegò ogni dipinto con il rispettivo artista e cerchiò ogni data corretta, non fermandosi nemmeno un secondo. Non fu il primo a finire, ma fu certamente uno dei più veloci. Mentre stava per girare il compito, notò un pacchetto di sigarette uscire dalla tasca del giubbotto di Nico. Le fissò, sentendosi inspiegabilmente geloso, prima di alzarsi e camminare fino alla cattedra, posando il foglio con le risposte sulla pila.

Raggruppò le sue cose velocemente, lanciando ogni due secondi sguardi fugaci nella direzione di Nico. La sua attenzione fu richiamata dal pacco di sigarette e l’irritazione divampò.

Pensando appena, Will si assicurò di non essere visto e sfilò velocemente il pacchetto prima di infilarselo nella tasca.

Si sentì piuttosto soddisfatto di sé stesso. Si immaginò la faccia di Nico quando avrebbe provato ad accendere una delle sue amate stecche-per-il-cancro e non avrebbe trovato niente nella tasca. Gli sta bene, pensò Will gioioso. Aveva rubato le sue stupide sigarette.

In un attimo si immobilizzò, incespicando nella verità.

Merda, ho appena rubato le sigarette di Nico di Angelo.

Deglutendo, aprì le porta e immediatamente la brezza autunnale gli pizzicò le guance. Un brivido corse lungo la sua spina dorsale e la mano toccò il pacchetto nella tasca.

Vieni a prendertele.





[[ Ehi, ehi, ehi! Sono tornata con un'altra traduzione, questa volta una bella Solangelo (che come coppia mi sta appassionando tanto-tanto-tanto) che durerà tre bei capitoli.
Ovviamente sono stata autorizzata dall'autrice, e alla fine dell'ultima parte posterò il link della storia originale. 
Per la pubblicazione degli altri capitoli probabilmente ci metterò pochi giorni per parte e... niente, spero che questa fanfic vi piaccia!
Recensite, negative o positive le recensioni sono sempre utili e, soprattutto, apprezzate!

 
  
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