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Autore: BettyLovegood    08/01/2015    7 recensioni
Alice è una semidea.
Il suo migliore amico Lucas è un satiro.
Ha un fratellastro gemello che non ha mai conosciuto.
Suo padre è un dio.
La morte di sua madre non è stata casuale.
Dal capitolo 5:
Alice si era definitivamente stancata. –Mi sapete dire chi diamine è questo Percy?- urlò improvvisamente.
 Ma la ragazza non dovette aspettare una risposta. Qualcuno uscì dalla porta.
 Era un ragazzo alto con i capelli neri scompigliati e gli occhi verde mare. Era la copia esatta di Alice.
La ragazza lo studiò: il modo in cui curvava le spalle, il viso, i lineamenti , tutto era così simile a lei.
Era come vedere se stessa in versione maschile.
Dal capitolo 14:
-Alice, domani posso dire a tutti di essere andato a letto con te?- Mi ha chiesto improvvisamente.
 Ho alzato la testa per guardarlo e lui é scoppiato a ridere.
 -Sto scherzando!- ha detto.
 Ho riso insieme a lui. Se c'é una cosa che Leo sa fare é farmi ridere nei momenti più tristi e io lo adoro per questo.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I sette della Profezia, Mostri, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dedico questo capitolo a tutti quei ragazzi che vengono presi in giro
perchè sono diversi, perchè non sono come gli altri.
Ricordate: lo sbaglio sono loro, non voi.

 


La prima cosa che ho visto appena ho aperto gli occhi é una massa di capelli ricci.
Ho spostato il volto dal cespuglio di Leo e la forte luce del sole mi ha costretto a richiudere gli occhi.
Ho sbattuto piú volte le palpebre, per abituarmi alla luce e ho tentato di alzarmi dal letto, ma un braccio di Leo, ancora addormentato al mio fianco, mi impedisce ogni movimento.
-Leo svegliati.- Gli ho sussurrato scuotendogli il braccio delicatamente. Lui ha mormorato qualcosa di insensato e non si é mosso.
-Leo, svegliati.- Ho ripetuto piú forte cercando di togliere il suo braccio dalla mia pancia.
-Altri cinque minuti.- Ha mormorato  lui affondando la testa nel cuscino.
-Valdez, alzati ora!- Gli ho urlato spazientita. Ho davvero bisogno di alzarmi, sento tutti i muscoli indolenziti e inoltre ho un urgente bisogno di usare il bagno.
Leo ha aperto gli occhi e si é voltato verso di me.
-Perché non puoi lasciarmi dormire?- Mi ha chiesto mentre sbadigliava.
-Togli il tuo braccio dalla mia pancia o giuro che faccio la pipi al letto.- L'ho minacciato.
Lui é scoppiato a ridere ma non si é mosso.
-Dammi un bacio e ti lascio andare.- Ha detto voltandosi verso di me. I nostri visi sono a pochi centimetri.
Mi sono avvicinata a lui, diminuendo sempre di piú la distanza tra noi.
Quando i nostri nasi ormai si toccavano gli ho tirato un pugno sul braccio.
Lui ha urlato per la sorpresa e ha tolto finalmente il braccio dalla mia pancia. Gli ho dato un leggero bacio sulla fronte e sono scappata in bagno.
-Sei davvero spregevole, sai?- Mi ha urlato dietro lui.
Una volta uscita dal bagno l'ho trovato seduto sul letto con le gambe incrociate e con in mano un piattino con un grosso pezzo di torta tutto blu.
-Dove hai preso la torta?- Gli ho chiesto sedendomi difronte a lui.
Lui ha continuato a mangiare la sua torta in silenzio e mi ha passato un bigliettino.

Sono passato a portarvi un pezzo di torta e vi ho trovato addormentati.
Mi dispiace che vi siete persi la magnifica festa.
Alice domattina abbiamo lezione alle undici.
Un bacio Jake.


-Che ore sono?- Ho chiesto a Leo posando il foglietto sul comodino vicino al letto.
-Hai un'altra mezzora a disposizione.- Ha detto lui continuando a trangugiare la torta.
-Potresti darmene un pezzo?- Ho chiesto guardando il dolce che aveva nel piatto.
Lui ha scosso la testa. -Non meriti il dolce.- Ha detto portandosi un grande pezzo di torta blu alla bocca.
-E dai!- ho protestato io tentando di prendere la torta.
Lui ha tirato il piatto a se, evitando la mia mano e ha sorriso.
-Non meriti il dolce.- Ha ripetuto lui scuotendo la testa.
-Leo, non puoi negarmi la torta.- Ho protestato io.
-E va bene.- Ha detto lui. Ha tagliato  in due la fetta di torta che stava nel piatto e me lo ha avvicinato.
Stavo per prenderlo quando lui ha spostato il piatto verso il mio viso e mi ha riempito il volto di torta.
-Leo!- Ho urlato io.
Lui é scoppiato a ridere. -Questo é per il bacio.-
-Ok, me lo sono meritata.- Gli ho detto sorridendo. Mi sono pulita il volto con una mano e ho afferrato un piccolo pezzo di torta rimasto nel piatto. Gli ho dato un morso e poi mi sono alzata dal letto.
-Dove vai?- Mi ha chiesto.
-Ho lezione con Jake e dovrei farmi una doccia.- Gli ho detto indicandomi il volto.
Lui ha sbruffato contrariato.
-Non potresti saltarla?- Mi ha chiesto guardandomi.
Mi sono avvicinata a lui e ho preso un altro pezzo di torta dal piatto.
-Non puoi chiedermi una cosa del genere, Valdez.- Gli ho detto buttandogli la torta il faccia.
-Lo prendo come un si?- Ha chiesto pulendosi il volto dalla panna.
-A dopo Valdez.- Gli ho detto io salutandolo con la mano e uscendo dall'infermeria.
Mi sono incamminata verso la Capanna 21 senza riuscire a smettere di sorridere.


Ho trovato Jake seduto su una sedia sul prato intento a leggere un libro.
Mi sono avvicinata in silenzio e gli ho coperto gli occhi.
-Sento il tuo profumo di mare, Alice.- Ha detto lui voltandosi verso di me.
-Davvero profumo di mare?- Gli ho chiesto abbassando le mani per abbracciarlo.
-Sei  figlia di Nettuno, é normale che tu profumi di mare.- Mi ha risposto lui dandomi un bacio.
-Ti va un caffè?- Mi ha chiesto poi facendomi accomodare su una sedia.
-Si, grazie.- Ho detto prendendo il libro che stava leggendo.
-Jake, stai leggendo Zafón?- Gli ho chiesto ammirando il libro che avevo in mano.
-Si, ma non mi piace molto. Lo trovo troppo complicato.- Mi ha risposto lui passandomi una tazza fumante di caffé.
Ho osservato un attimo la tazza che avevo davanti. Cavoli, in America ci vanno pesante con il caffé.
In Italia siamo abituati alle tazzine.
-Evans non puoi dire che Zafón é complicato.- Ho detto io. -É uno scrittore meraviglioso.-
-Non lo trovo cosí meraviglioso, preferisco Green.- Ha detto lui sorseggiando il suo caffé. -É più semplice.-
-Non puoi paragonare Green a Zafòn!- Gli ho detto io guardandolo stupita. -É come paragonare la lana con la seta.-
Lui ha alzato le spalle. Lo fa sempre quando é deciso su una sua idea.
-Hai mai letto l'ombra del vento?- Gli ho chiesto.
Lui ha scosso la testa.
-Dei, come fai a dire che uno scrittore non ti piace se non hai letto il suo libro migliore?-
-Scommetto che é il tuo autore preferito- Mi ha detto sorridendo.
Ho sorseggiato un pó di caffé. Non c'é paragone con quello italiano.
-Esatto.- Gli ho risposto. -E piacerá anche a te quando leggerai l'ombra del vento.-
Lui ha annuito. Siamo rimasti un pó in silenzio.
-Come sta Leo?- mi ha chiesto improvvisamente lui.
-Bene.- ho risposto. -Aveva solo bisogno di un pó di riposo.-
-Mi fa piacere.- Ha detto accennando un sorriso.
-Ah, grazie per la torta.- Gli ho detto. -Mi dispiace per ieri sera.-
Lui é stato un pó in silenzio.
-Non preoccuparti, capisco.- Ha detto alla fine. -Lui é un tuo amico ed eri preoccupata.-
Gli ho sorriso grata per la sua comprensione.
-Solo, promettimi di non dormire mai piú con lui.- Ha detto guardandomi.
Il mio volto é andato in fiamme.
-Si, é che lui..- Volevo trovare una giusta scusa, ma non ci sono riuscita cosi sono rimasta in silenzio a fissare la mia tazza.
Lui é scoppiato a ridere. -Non preoccuparti, tanto lui sa di noi no?-
Ho abbassato ancora di piú lo sguardo. -A proposito di questo, Jake...-
-Non gliel'hai detto?- mi ha interrotto posando la tazza sul tavolo e guardandomi.
-Non potevo Jake.- gli ho detto senza guardarlo. -Stava male!-
Jake non ha parlato per un bel pó. É rimasto in silenzio ad osservare la sua tazza di caffé.
Poi alla fine ha sospirato.
-Glielo dirai, vero?- Ha detto alzando lo sguardo su di me.
-Certo che glielo diró!- gli ho risposto subito.
-Ok.- Ha detto lui bevendo un sorso di caffé.
-Allora maestro, cosa mi insegni oggi?-  Gli ho chiesto alzandomi in piedi per cambiare argomento.
Lui mi ha osservata un attimo e poi ha sorriso.
-Foschia.- Mi ha detto alzandosi a sua volta in piedi. Mi ha mostrato la tazza piena di caffé.
-Cosa vedi?- mi ha chiesto.
-La mia tazza di caffé.-
Lui ha annuito e poi ha passato una mano sulla tazza.
-Ora cosa vedi?- Ha chiesto nuovamente.
Ho osservato la tazza. Anzi no, non era piú una tazza, era un uccellino.
Un uccellino piccolo, con il petto rosso che fischiettava una canzoncina.
So che non é reale, ma sembra cosí vero.
-Un uccellino.- Ho risposto.
-Concentrati.- Mi ha detto.
Ho chiuso gli occhi e ho liberato la mente da ogni pensiero, come mi ha insegnato Jake. Quando li ho riaperti l'uccellino era ancora lí, ma per un momento ho rivisto la tazza.
Ho chiuso nuovamente gli occhi e ci ho riprovato. Quando, per la seconda volta, ho riaperto gli occhi ho finalmente rivisto la tazza, circondata da un alone verde.
-Ora vedo una tazza.- Ho detto a Jake sorridendo.
-Prendila- Ha detto lui.
Ho allungato la mano sul tavolo e per un istante ho rivisto l'uccellino che volava via. Ma so che non é reale, davanti a me c'é una tazza di caffé.
La mia mano ha toccato la ceramica e ho alzato l'oggetto sorridendo.
Jake ha sorriso. -Sapevo che ce l'avresti fatta.- Ha detto prendendo la tazza dalla mia mano e posandola sul tavolo.
Sono rimasta per un momento ad osservare il ragazzo che avevo difronte. Quanto é bello, con quella sua chioma bionda, gli occhi color smeraldo e quel largo sorriso che rende tutto perfetto.
-Che c'é?- Mi ha chiesto lui avvicinandosi.
-Oh, niente.- Gli ho detto io abbassando velocemente lo sguardo e arrossendo.
-Te l'ho giá detto che quando arrossisci sei carina? - Ha detto sorridendo ancora.
-Solo un milione di volte.- Ho risposto io alzando lo sguardo e incrociando i suoi occhi. Ho sorriso e lui mi ha baciata.
-Allora, dato che sono un portento nella magia, che ne dici di una passeggiata?- Gli ho detto prendendogli la mano.
Lui non ha avuto il tempo di rispondermi, qualcuno mi ha chiamato a gran voce.
-Ehi, Alice.-
Ho visto Percy avvicinarsi di corsa.
-Ciao Perce.- l'ho salutato io sorridendogli una volta che ci aveva raggiunto.
-E lui chi é?- Ha chiesto Percy osservando prima la mia mano in quella di Jake, e poi indicandolo.
Ho lasciato subito la mano del ragazzo e ho fatto le presentazioni.
-Perce, lui é Jake Evans, il mio insegnate di magia e ovviamente figlio di Ecate.-
Jake ha sorriso e ha dato la mano al ragazzo.
-E Jake, lui é..-
-So chi é lui.- Mi ha interrotto Jake con un sorriso. -Percy Jackson, figlio di Poseidone, sei un grande eroe.-
-E sono anche il fratello della  ragazza che hai di fianco.- Ha detto Percy stringendo la sua mano.
Ha marcato la parola fratello, come avvertimento, ma Jake non ci ha fatto caso.  Ho gettato un'occhiataccia a mio fratello, ma quest'ultimo ha fatto finta di niente.
-Quanti anni hai Jake?-  gli ha  chiesto improvvisamente Percy.
-Sedici anni, quasi diciassette.- Ha risposto il biondo con un sorriso.
Percy ha guardato prima me e poi Jake.
-Due anni in piú di Alice.- ha detto alzando un sopracciglio.
Jake, evidentemente confuso, ha alzato le spalle con noncuranza.
Ho gettato un'altra occhiataccia a Percy, che stava per porre un'altra domanda.
-Perce cosa ci fai qui?- L'ho interrotto prima che parlasse con un sorriso.
Percy mi ha guardato per un attimo e poi si é grattato la testa.
-Ah, giá.- Ha detto infine. -Il tuo amico Lucas ha indetto una riunione urgente. -
Cavoli, me ne ero dimenticata.
-Jake tu sei un capo- capanna?- Ha chiesto Percy al ragazzo.
Jake ha scosso la testa. -Ellie, mia sorella lo é.- Ha detto.
Ellie é l'unica sorella di Jake, piú grande di lui di un anno. É arrivata al Campo quando aveva solo dodici anni, ma era stata riconosciuta solo a quindici anni.
Non ho mai visto Ellie, secondo Jake passa tutto il suo tempo nei boschi. Non é una ragazza molto sociale.
-Ah, giá.- ha detto Percy sorridendo. -Ellie Dowson, la ragazza con i capelli blu!-
-Capelli blu?- ho chiesto io.
Jake ha sorriso imbarazzato. -Un giorno mi ha detto che si era stancata di essere bionda, é sparita in bagno per qualche ora e quando é uscita aveva i capelli blu.- Ha spiegato il figlio di Ecate. -Quando le ho chiesto perché proprio blu, lei mi ha detto che era il colore preferito del ragazzo che le piaceva. Cosí almeno poteva attirare la sua attenzione.-
-E ci é riuscita?- gli ho chiesto curiosa.
Jake ha gettato prima un'occhiata a Percy e poi ha scosso la testa. -Il ragazzo era giá impegnato, e lo é tutt'ora.-
-Io l'avrei sposata una ragazza con i suoi capelli.- Ha detto Percy. -La prima volta che l'ho vista cosí ho cercato di convincere Annabeth a fare lo stesso.-
-E lei cosa ha risposto?- Gli ho chiesto guardandolo.
Lui ha sospirato. -Mi ha dato un pugno e non mi ha parlato per un'intera giornata.-
Sono scoppiata a ridere, immaginando una Annabeth dai capelli blu a braccetto con Percy.
-Si, beh, il blu é un bel colore.- Ha detto infine Percy sorridendo. -Ora andiamo?- Ha aggiunto guardandomi.
-Si, certo.- Gli ho risposto io.
Poi mi sono voltata verso Jake e l'ho salutato. -Ci vediamo a pranzo.- gli ho detto.
Lui ha abbozzato un sorriso e ha annuito.
Una volta che ci siamo allontanati abbastanza dalla Capanna di Ecate, Percy  mi ha guardato.
-Non é troppo grande per te?- mi ha chiesto.
Ho sospirato. -La smetti di fare il fratello protettivo? É solo un amico. Ed é un bravo ragazzo.- Gli ho detto sorridendo.
-Da quando gli amici si tengono per meno e si scambiano baci?- Ha chiesto lui sbruffando.
Ok, mi ha scoperta.
Mi sono fermata e gli ho afferrato la mano. Mi stavo mentalmente preparando un discorso per spiegargli che non doveva dire niente.
-Non lo diró a nessuno.- Ha detto lui interrompendo i miei pensieri.
-Come?- Gli ho chiesto io.
-Si, beh, ho sentito Piper e Annabeth parlare.- Ha detto grattandosi la testa imbarazzato.
Giuro che ammazzo Piper. Si, devo ammazzarla.
-Dimmi che non lo sa nessun altro.- Ho detto a Percy.
-Solo io, Annabeth e Piper.- Mi ha detto lui abbozzando un sorriso.
Ho sospirato. -Ok, va bene, stiamo insieme.- Ho ammesso.
-Parlerai con Leo, vero?- Mi ha detto lui dopo un attino di pausa.
Ma che razza di domanda é questa? Perché tutti credono che non diró niente a Leo.
Non posso certo farglielo scoprire cosí a caso.
-Certo.- Ho detto abbozzando un sorriso.
-Ok.- Ha detto lui ricominciando a camminare verso la Casa Grande.
-Comunque lo terró d'occhio.- Ha detto dopo un pó facendomi l'occhiolino. Ho sorriso e l'ho seguito all'interno della Casa Grande.



Leo mi ha sempre detto che per lui le riunioni sono uno spreco di tempo. In questo momento potrebbe stare al Bunker 9 a progettare qualche arma micidiale, invece di stare seduto qui a ascoltare Lucas parlare di come dei terribili mostri si sono messi sulle nostre tracce.
É per questo che sono rimasta colpita dalla sua attenzione.
-Ci sono anche le empuse?- Ha chiesto in quel momento approfittando dell'attimo di silenzio che si era creato.
Lucas ha annuito e poi ha guardato Percy e Annabeth, seduti  al suo fianco. -C'é ne una che ha fatto il vostro nome.- Ha detto piano.
-Bionda e vestita da cheerleder?- Ha chiesto Annabeth.
Lucas ha annuito.
-Ma non muore mai?- Ha esclamato Percy sbruffando.
-Ehm, scusate, cosa sono le empuse?- Ho chiesto io guardando i due ragazzi.
-Hai presente i vampiri?- Ha detto Leo ed io ho annuito. -Immagina una vampira con una zampa d'asino e una di metallo ed avrai un'empusa.-
-Aspettate.- Ho detto io ricordandomi una cosa.- Ma non erano le ancelle della dea Ecate?-
Ricordo di aver letto un articolo sulle origini dei vampiri in cui si parlava delle empuse.
Tutti si sono voltati prima verso Annabeth e poi verso Ellie, che se ne stava in silenzio in un angolo.
La ragazza, sorpresa da quell'improvvisa attenzione é diventata rossa.
É davvero una bella ragazza. I suoi occhi color smeraldo, identici a quelli del fratello, risaltano di piú grazie al blu dei suoi capelli.
-Si, é vero.- Ha detto sistemandosi sulla sedia. -Ma non tutte rispondono a mia madre.- Ha spiegato. -Quando mia madre ha appoggiato gli dei molte ancelle l'hanno rinnegata e hanno creato un gruppo a parte con l'unico scopo di uccidere i semidei.-
-Un'altra bella notizia.- Ha esclamato Leo.
É calato il silenzio, rotto improvvisamente dallo squillo di una tromba.
Jason ha guardato Percy seduto al suo fianco, il quale ha annuito, e si é alzato in piedi.
-Io e Percy siamo convinti che tutto questo sia un piano di Gea per risorgere.- Ha detto il figlio di Giove mentre Leo, Annabeth, Piper, Hazel, Frank e Nico annuivano silenziosamente. -Quindi ci sará al piú presto bisogno di una missione.- Ha continuato il ragazzo.
-E chi ne prenderá parte?- Ha chiesto Will guardando per un attimo Nico.
-Sará Rachel a deciderlo.- Ha risposto Percy .
-Chi é Rachel?- ho sussurrato piano all'orecchio di Leo.
-Il nostro oracolo.- Mi ha detto lui.
-Ok, ci sono altre domande?- ha chiesto Jason. Nessuno ha fiatato.
-Bene, é ora di pranzo.- Ha detto Percy alzandosi in piedi e raggiungendo l'uscita.
Mi sono avvicinata a Lucas, che stava uscendo e gli ho stretto il braccio. -Capra mi devi un pranzo, ricordi?- Gli ho detto sorridendo.
Lui ha abbassato lo sguardo. -Mi dispiace, ho un impegno urgente.- Ha detto tristemente.
L'ho guardato per un attimo.
Due grosse occhiaie gli segnano il volto.
-Lucas, tutto bene?- gli ho chiesto.
-Si, sono solo un pó stanco.- Mi ha detto lui abbozzando un sorriso.
Ho sospirato. -Cerca di dormire un pó- Gli ho detto sorridendo. -Le occhiaie non ti donano.-
Lui ha sorriso e poi mi ha dato un bacio sulla guancia. -Ti prometto un pranzo appena saró libero.-
-Ok.- Gli ho detto abbracciandolo.
-Non sono geloso solo perché sei un satiro.- Ha detto Leo avvicinandosi con il suo solito sorriso stampato in volto.
-E con questo cosa vorresti dire, Valdez?- Gli ha detto Lucas sorridendo a sua volta.
-Che sono sempre piú bello di te.- Leo ha fatto l'occhiolino al satiro e lui é scoppiato a ridere.
-Ti ricordavo meno egocentrico.- Ha detto Lucas dando una pacca sulla spalla al ragazzo.
Leo ha alzato un sopracciglio. -Ricordavi male.- Gli ha detto.
-Voi due vi conoscete?- Ho chiesto io sorridendo.
Leo mi ha guardata -Eh giá Raggio di sole. Lucas é il mio satiro preferito.- Ha detto facendogli l'occhiolino.
-Aspettate, voi due vi conoscete?- a chiesto a sua volta Lucas indicandoci.
-Eh giá, Leo é il mio ragazzo preferito.- Ho detto facendogli l'occhiolino.
-Cosa?!- ha urlato Lucas guardandomi.
-Come amico!- ho risposto io velocemente arrossendo.
Leo é scoppiato a ridere, poi si é avvicinato a Lucas. -In realtá é perdutamente innamorata di me, ma non vuole ammetterlo.- Gli ha detto in un orecchio, in modo abbastanza forte che io sentissi.
-Si, aspetta e spera Valdez.- Gli ho detto dandogli un leggero pugno sul braccio e sorridendogli.
Lui si é voltato verso di me.
-La speranza é l'ultima a morire.- Ha detto con aria seria.
-Forse la speranza non morirá mai, ma se non ci sbrughiamo tra poco muoio io. Di fame.- Gli ho detto.
Lucas ha abbracciato me e ha dato una pacca sulla spalla a Leo e se ne é andato.
Sono rimasta ad osservarlo mentre si allontanava.
-Non stavi morendo di fame?- Mi ha chiesto Leo.
Ho distolto lo sguardo dal satiro e sono andata con lui a pranzo.




Fare ogni notte lo stesso incubo é davvero terribile.
Sembra di guardare sempre lo stesso film horror ogni sera, film che riesce a spaventarmi ogni dannata sera.
Erano le quattro del mattino quando mi sono svegliata in un bagno di sudore. Mi sono fatta una doccia e sono tornata a dormire, con la speranza di riuscirci.
Mentre tentavo di riposare dei forti colpi alla porta mi hanno svegliata.
Dannatissimo Leo e il suo stupido vizio di svegliarmi cosí.
Mi sono alzata e lentamente sono andata ad aprire la porta sbadigliando, ma invece di trovare Leo ho trovato una sorridente Annabeth con in mano un pacchetto regalo.
-Buongiorno Alice!- ha esclamato contenta entrando in casa. Dietro di lei sono entrate Hazel, che mi ha salutato con un bacio e Piper ancora mezza addormentata.
-Buongiorno ragazze- Ho salutato io chiudendo la porta.
Piper si é gettata sul mio letto e si é addormentata.
-Pronta per il mare?- Ha chiesto Annabeth porgendomi il pacchetto che aveva in mano.
-Mare?- Ho chiesto io prendendo il regalo e iniziando a scartarlo.
-Si, oggi Percy ti aiuterà a riacquistare i tuoi poteri.- Mi ha detto la ragazza sorridendo.
Ho ignorato per un attimo il pacchetto e ho fissato la ragazza che mi stava difronte.
-Davvero?- ho chiesto entusiasta e lei ha annuito.
-Dai, apri il regalo.- Ha detto Hazel.
Ho finito di scartare il regalo e dentro vi ho trovato un bikini verde acqua, lo stesso colore dei miei ochhi.
-Beh, ti servirá un costume per andare a mare no?- Ha detto Hazel sorridendo.
Ho fissato il costume e poi le due ragazze che mi stavano difronte.
-Grazie, ragazze.- Ho detto abbracciandole entrambe. Poi mi sono voltata verso Piper, che stava sonnecchiando beatamente sul mio  letto, e mi sono fiondata su di lei.
-Grazie anche a te Pips.- Le ho detto dandole un bacio sulla testa.
Piper ha sbruffato, evidentemente infastidita per essere stata svegliata in su quel modo.
-Dai privatelo!- Ha detto Annabeth sorridendo.
Sono andata in bagno e mi sono cambiata in fretta. Mi va alla perfezione.
Sono uscita in costume e Annabeth ha applaudito.
-Lo sapevo, ti sta benissimo.- Ha esclamato.
-E tu che le volevi prendere quello rosso fuoco.- Ha poi detto voltandosi verso Piper che aveva appena alzato la testa dal letto per ammirarla.
-Si, non male.- Ha detto sorridendo.
Improvvisamente qualcuno ha bussato alla porta. Mi sono infilata un paio di shorts e una maglietta e sono andata ad aprire.
-Ehi, Jake!- Ho detto sorpresa. Di solito non veniva mai a casa la mattina.
-Ciao Al.- Mi ha salutato lui. Quel terribile diminutivo da ieri, grazie a Piper, lo usano tutti.
-Ciao ragazze.- Ha salutato Piper, Annabeth e Hazel che a loro volta hanno ricambiato.
-Devo parlarti.- Ha detto poi voltandosi verso di me.
-É successo qualcosa?- Ho chiesto io preoccupata.
-Si, beh, noi vi lasciamo soli.- Ha detto Hazel abbozzando un sorriso. Ovviamente anche lei sa di me e Jake. Dopo aver sgridato Piper per averlo detto ad Annabeth, sono stata io che ho detto tutto alla figlia di Plutone. Anche lei é mia amica.
-Ti aspettiamo fuori.- Ha detto Annabeth tirando Piper per un braccio.
Una volta che le ragazze sono uscite ho chiesto nuovamente a Jake se era successo qualcosa.
-No, non preoccuparti.- Ha detto sedendosi sul letto disfatto. -É solo che devo andare via fino a domani.-
Mi sono seduta vicino a lui. -Dove devi andare?- Gli ho chiesto.
-Sull'Olimpo.- Ha detto lui. -Mia madre mi ha mandato a chiamare.-
-Come mai?- Ho chiesto. Sono piuttosto sicura che una cosa del genere non sia molto normale.
Lui ha scosso la testa. -Non ne ho idea.- Ha detto.
Ho sospirato. -Oggi andiamo al mare, Percy mi aiuta con i poteri-
-Lo so.- Ha detto lui alzando gli occhi su di me. -Annabeth aveva invitato anche me.-
-Mi dispiace che tu debba andare via proprio oggi.- Gli ho detto prendendogli una mano.
-Si, anche a me.- Ha detto lui.
Poi ha sorriso. -Soprattutto perché volevo tanto vederti in costume.-
Il mio volto é andato in fiamme e lui é scoppiato a ridere. Gli ho tirato un pugno sul braccio.
Lui si é avvicinato a me per baciarmi ma io l'ho fermato.
-Aspetta, voglio farti vedere cosa mi hanno regalato le ragazze.- Gli ho detto alzandomi e andando in bagno.
Mi sono sfilata la maglietta e gli shorts, gli ho urlato di chiudere gli occhi e sono uscita.
Mi sono piazzata davanti a lui e gli ho detto di aprire gli occhi.
-Ti piace?- Gli ho chiesto sorridendo.
Lui mi ha studiata per un pó, anzi per un bel pó, in silenzio. Poi ha aperto la bocca per dire qualcosa ma l'ha subito richiusa.
Ho provato un terribile imbarazzo, stavo per correre in bagno a rivestirmi quando lui ha finalmente parlato.
-Diamine Alice!- ha esclamato infine sorridendo.
-Che c'é?- Ho detto io sedendomi al suo fianco.
-É che... Wow. Cioé...tu sei...-
Sono scoppiata a ridere.
-Jake Evans é rimasto senza parole?- Gli ho detto
Lui si é grattato la testa. -Si, beh é normale se tu ti presenti cosí.- Ha detto sorridendo.
Ho sorrriso e l'ho baciato.
-Sei splendida.- Mi ha detto poi lui osservandomi ancora.
Gli ho dato un altro bacio.
Un colpo alla porta ci ha fatti sobbalzare entrambi.
-Avete finito lá dentro?- Ha urlato Piper da dietro la porta.
-Lasciala perdere.- Ho detto io a Jake sedendomi al suo fianco.
Lui ha sorriso. -Sai, mi sta sempre piú simpatica.-
Ho riso e lui si é alzato.
-Comunque devo andare.- Ha detto. -Chirone mi sta aspettando.-
Ho sospirato, mi sono rivestita e l'ho salutato.
-Domani mattina facciamo colazione insieme, ok?- Gli ho detto abbracciandolo.
-Certo.- Ha detto lui sorridendomi.
Ho aperto la porta e ho raggiunto le ragazze. Jake ha salutato anche loro e se ne é andato.


Abbiamo scelto un bel posto al sole e ci siamo sedute sulla sabbia calda.
Frank e Nico sono arrivati poco dopo, hanno montato un ombrellone e hanno iniziato a giocare ad un gioco chiamato Mitomagia.
Sto iniziando a capire come si gioca, é davvero un gioco interessante. Nico é davvero abile. A quanto pare ama giocare a questo gioco, l'ho visto persino sorridere mentre batteva per la seconda volta Frank.
-Valdez, se non la smetti di guadare la mia ragazza ti ammazzo.-
La voce di Percy é arrivata all'improvviso alle nostre spalle.
-Io non stavo guardando Annabeth!- Ha protestato Leo.
Annabeth, seduta al mio fianco é scoppiata a ridere.
-Peggio Valdez, peggio.- Ha detto Percy lasciando a terra il cesto carico di panini e dandogli un pugno sul braccio.
-Mi sono stancato di questa violenza!- Si é lamentato Leo posando anche lui il suo cesto e prendendo fuoco.
Percy é scoppiato a ridere e gli ha fatto piombare addosso un'onda.
-Pessima mossa Valdez. - Ha detto riprendendo il cesto da terra. -Acqua batte fuoco, non dimenticarlo.-
Leo ha sbruffato e ci ha raggiunti.
Si é lasciato cadere al mio fianco e mi ha osservata.  Il suo naso a preso fuoco e lui si é affrettato a spegnerlo. Io ho riso.
-Sai dovrebbero dichiararli illegali.- Ha detto con aria seria.
-Cosa?- Ho chiesto io .
Lui mi ha guardata un'altra volta -I bikini.-
Ho riso. -E perché mai?-
-Alto rischio di infarti.- Ha detto lui sospirando.
L'ho guardato per un attimo e poi sono scoppiata a ridere.
Lui si é voltato verso Will, che si era appena unito a noi e stava ridendo per la battuta di Leo.
-Giusto dottore?- Ha chiesto.
Will ha annuito. -Non sai quanti ne ho ricoverati a causa dei bikini.- Ha detto sorridendo.
Leo é scoppiato a ridere. Mi sono beata per un attimo del suono della sua risata. Mi ricorda il rumore della pioggia sul tetto di casa mia. Mi faceva sempre rilassare quel rumore.
-Alice, ti va un tuffo a mare?- Mi ha chiesto Percy avvicinandosi.
Io ho annuito e l'ho seguito verso la riva.
Ci siamo immersi in acqua insieme.
Come figlia di Nettuno, mi ha spiegato Percy, posso respirare in acqua, vedere chiaramente, sentire, parlare con gli  animali marini e posso perfino rimanere asciutta.
Abbiamo esplorato insieme i fondali marini, ho parlato perfino con un delfino di passaggio.
Potrei rimanere per ore sott'acqua con Percy, lui sembra felicissimo di poter condividere con qualcun altro quel mondo nascosto a tutti.
Dopo quasi un'ora, o forse di piú, Percy mi ha detto di tornare in spiaggia.
Sulla spiaggia c'era un chiasso pazzesco. Leo correva da una parte all'altra, inseguito da una Piper furiosa.
-Scusa Pips, non lo faró mai piú.- Stava urlando il ragazzo cercando di nascondersi dietro un grosso masso.
-Vieni qui.- Gli ha detto Piper dolcemente. Leo, stranamente ha obbedito.
Ma certo, la lingua ammaliatrice.
Piper ha osservato il ragazzo, poi gli ha sussurrato qualcosa all'orecchio.
Leo ha annuito, si é voltato dall'altro lato e ha iniziato a correre verso qualcosa.
L'ho seguito con lo sguardo. Era andato verso una coppia li vicino e stava dicendo qualcosa.
-Pips, sei stata davvero cattiva.- Ha detto Jason alla ragazza sorridendo.
-Cosí impara a slacciarmi il costume.- Ha detto la ragazza alzando le spalle.
Jason ha riso e ha dato un bacio sulla guancia alla sua ragazza. -Bello spettacolo comunque.- Le ha detto.
Piper gli ha lanciato uno sguardo assassino e lui si é andato a sedere.
Improvvisamente un urlo é arrivato fino a noi. Leo  stava correndo verso di noi, urlando qualcosa. Una ragazza lo stava inseguendo.
Piper é scoppiata a ridere.
-Aiuto!- ha urlato il ragazzo. -Clarisse mi dispiace, é colpa di Piper!-
Clarisse ha ringhiato, senza smettere di rincorrerlo.
-Lo farai ammazzare Pips.- Ha detto Percy scuotendo il capo e andandosi a sedere vicino ad Annabeth.
Leo improvvisamente si é fermato e ha guardato in faccia la ragazza che lo stava inseguendo.
-Clarisse, ragioniamo.- Ha detto con il fiatone.
La ragazza non l'ha neanche ascoltato. Gli ha dato uno forte schiaffo.
-Provaci di nuovo Valdez e giuro che ti stacco la testa.- Ha ringhiato lei. Ha gettato un'occhiata a noi seduti tranquilli sulla spiaggia e se ne é andata.
Leo si é avvicinato, con una mano sulla guancia.
-Fa male Valdez?- Le ha chiesto Piper per niente preoccupata.
-Belle tette Pips.- Le ha detto lui facendole l'occhiolino.
Piper stava per dargli uno schiaffo quando Jason le ha afferrato la mano.
-Ne ha giá avuto uno fin troppo forte.- Ha detto spostando la mano di Leo dalla sua guancia e osservando il rossore che si era creato.
Mi sono avvicinata al ragazzo e gli ho poggiato una lattina di Diet Coke ghiacciata sul volto.
-Va meglio?- ho chiesto.
-Si, grazie.- Ha detto lui sedendosi sulla sabbia.
-Ok, mi dispiace Pips.- Ha detto poi voltandosi verso la figlia di Afrodite.
Piper si é avvicinata a lui e gli ha dato un bacio sulla guancia non ferita.
-Anche a me.- Ha detto.
-Non preoccuparti, ordinaria amministrazione.- Mi ha sussurrato Jason all'orecchio e io ho sorriso.
Mi hanno raccontato piú volte dell'amicizia tra Piper e Leo. Litigano spesso, molto spesso, (soprattutto per via degli scherzi di Leo) ma si vogliono tanto bene e alla fine fanno sempre pace.


Dopo aver abbondantemente pranzato con i panini che Leo e Percy hanno preparato Percy mi ha insegnato come domare l'acqua.
Abbiamo fatto un gioco: Leo dava fuoco a qualcosa e io dovevo spegnerla. Il gioco é stato reso divertente da Leo che ogni volta che dava fuoco a qualcosa urlava:
-Aiuto, al fuoco. Qualcuno chiami i pompieri.-
Inizialmente mi ha anche costretto a fare il suono della sirena cosí, parole sue, da rendere reale il tutto.
Sono riuscita ad usare l'acqua quando e come volevo. Non é come la magia, i poteri sull'acqua li ho sempre avuti, solo che non lo sapevo.
Dopo aver giocato per circa un quarto d'ora ai pompieri (l'ultimo incendio é stato Leo che prendeva per sbaglio fuoco) siamo tornati tutti alle nostre Capanne.
-Ci vediamo a cena, Sam!- mi ha salutato Leo sorridendo.
-Chi é Sam?- Ho chiesto io.
-Mai visto Sam il pompiere?- Ha detto lui sbalordito.
Io ho scosso la testa e lui mi ha poggiato una mano sulla spalla come per rassicurarmi. -Hai avuto un'infanzia molto triste allora.- Ha detto.
Io ho sospirato e gli ho tirato un piccolo pugno sul braccio.
-Idiota.- Gli ho detto sorridendo. -A dopo.-
Lui ha sorriso e mi ha salutato con la mano.

Dopo una lunga doccia mi sono cambiata e sono uscita per andare a cena.
Mentre camminavo ho sentito qualcuno chiamarmi, mi sono voltata e ho mi sono trovata faccia a faccia con l'ultima persona sulla faccia della terra che volevo vedere: Drew, mano nella mano con Eric, il ragazzo che faceva lezione di tiro con l'arco con me.
-Ehi carina.- Mi ha salutato lei con un sorrisetto malefico.
-Ciao Drew.- ho salutato con scarso entusiasmo. -Ciao Eric.- ho detto al ragazzo di fianco lei.
-Vi conoscete?- Ha chiesto Drew guardandoci.
Eric ha alzato le spalle. -Avevamo lezione di tiro con l'arco insieme.- Ha detto.
-Giá, perché non sei venuto piú?- Gli ho chiesto io.
Il ragazzo a sbruffato. -Se c'é certa gente io non vengo.- Ha detto con aria disgustata.
Ci ho messo un pó, ma ho capito che si riferiva a Nico.
-Come scusa?- Ho chiesto io alzando leggermente la voce.
-Ah, come ti capisco.- Si é intromessa Drew scuotendo il capo. -Ho dovuto andarmene piú volte dalla stalla perché c'era lui. E sai quanto io amo guardare i pegasi.-
Ho fissato la ragazza difronte a me.
-Stai scherzando spero.- Le ho detto sbalordita.
-Carina, io con certa gente non voglio avere niente a che fare.- Ha detto lei gettandomi un'occhiataccia.
Sono senza parole, davvero.
-Cosa c'é di sbagliato scusa?- Le ho chiesto. Le mie mani tremano, brutto segno.
Drew ha riso. -Nico di Angelo é lo sbaglio, carina.- Ha detto come se fosse la cosa piú ovvia del mondo. -Un errore semidivino, una persona uscita male, uno scherzo della natura, come vuoi chiamarlo?-
Ok, sono davvero arrabbiata adesso. Come si fa a ragionare cosí?
Ho contato fino a dieci, cercando di mantenere la calma.
-Errore, sbaglio?- ho ripetuto.
-É un ragazzo a cui piacciono i ragazzi. Non é sbagliato per te questo?- Ha detto lei alzando un sopracciglio.
Ok Alice. Calma. Conta fino a dieci.
1... errore. 2 ... sbaglio. 3.. problema. 4...persona uscita male... 5... scherzo della natura..
Al diavolo il contare fino a dieci.
Senza neanche pensarci le ho tirato un pugno in faccia.
-Sei davvero una stupida oca ignorante Drew.- Le ho detto mentre lei urlava per il dolore.-Come fai a definirti figlia della dea dell'amore quando dici certe stupidaggini?- Sto urlando, ne sono consapevole, ma non riesco a trattenermi, non dopo tutto quello che ha detto.
-Lo sbaglio piú grande, l'errore piú madornale commesso dalla madre natura siete voi.- Ho detto indicando sia lei che si era piegata sulle ginocchia con il volto fra le mani, sia Eric che le stava accanto. - Voi con i vostri stupidi pregiudizi che uccidono la gente.-
I ricordi, quelli che tenevo chiusi a chiave, quelli troppo dolorosi, quelli per cui scoppiavo a piangere, si sono liberati e mi hanno invaso.
Mi volto e me ne vado. Sento Drew ed Eric urlarmi qualcosa, ma non li ascolto. Non mi importa di niente, adesso ho solo bisogno di stare sola. Sola con me stessa e con i miei tristi ricordi.
Raggiungo la Capanna 21 in fretta, chiudo la porta e mi fiondo sul letto.
Piango.
Non so quanto tempo é passato, forse solo pochi minuti, o forse qualche ora, quando sento dei forti colpi alla porta.
-Alice apri!- la voce preoccupata di Percy arriva da dietro la porta.
Non rispondo e non mi muovo. Non ho voglia di farmi vedere in questo stato, non ho voglia di raccontargli quello che ho fatto.
Altre voci si aggiungono a quella di Percy. Riconosco Piper e Annabeth, poco dopo sento anche quella di Hazel. Tutti mi parlano, cercano di rassicurarmi, sanno quello che ho fatto, Drew la urlato a tutti alla mensa, ma non mi muovo lo stesso. Loro non sanno perché l'ho fatto.
Dopo circa una mezzoretta sento la voce di Leo.
-Alice apri ora o giuro che butto giú la porta.- Dice. Sento la preoccupazione nella sua voce.
Non mi muovo ancora, per quanto sia tentata di farlo. Con Leo posso parlare, lui capirebbe. Ma Leo non é solo.
-Alice, non ho appena preso fuoco davanti a tutti per difenderti per poi non poterti neanche parlare.- Ha detto Leo.
É allora che mi alzo finalmente dal letto e raggiungo la porta. Non importa cosa ho fatto, chi ho picchiato o perchè,  lui ci sará sempre a difendermi. E non m'importa neanche che ci sono gli altri, anche loro sono miei amici, hanno il diritto di sapere quel che é veramente successo.
Apro la porta e Leo si fionda tra le mia braccia.
-Oh dei, finalmente!- esclama.
Non rispondo, gli volto le spalle e vado a sedermi sul mio letto, avvolgo le gambe con le braccia e guardo i miei amici entrare ed accomodarsi. Ci sono tutti: Percy, Annabeth, Piper, Jason, Hazel, Frank e persino Nico.
Mi blocco a guardarlo. Non posso parlare difronte a lui.
-Cosa é successo Alice?- Chiede Hazel prendendo parola.
Non rispondo.
-Dai Al, con noi puoi parlare.- Mi incoraggia Jason.
Sospiro. -Ho dato un pugno a Drew.- dico infine con voce roca.
-Un gran bel pugno- commenta Leo. -Ha un labbro rotto.-
Ho storto le labbra. Bene, sono diventata una che spacca le labbra alla gente.
-Cosa ha fatto per meritarselo?- Ha detto Percy.
Non ho risposto. Ho abbassato lo sguardo, senza guardare nessuno.
-Stando a quello che dice lei tu l'hai aggredita senza motivo. E noi sappiamo che non é vero.- Ha detto Piper. La sua voce é carica di disperazione. So che si sente in colpa per via della sorella.
-Non é vero.- commento io alzando leggermente lo sguardo. -Lei... Lei ha insultato qualcuno.- Ho incrociato gli occhi di Nico e so che lui ha capito, lo vedo dal suo sguardo.
-Chi?- hanno chiesto tutti.
-Perché l'hai fatto?- ha chiesto invece Nico alzandosi in piedi.
Tutti si sono voltati a guardarlo, ma lui li ha ignorati.
-Ti ho giá detto che sono problemi miei.- Ha detto il figlio di Ade con voce carica di disprezzo. -Non ho bisogno del tuo aiuto.-
Sono scattata in piedi. -Perché non la smetti Nico?- Gli ho urlato. -Non sei l'unico ragazzo al mondo che soffre per queste cose. E scusami tanto se quando Drew ha detto che sei solo uno scherzo della natura io le ho tirato un pugno in faccia.-  Le parole mi sono uscite cosí, di getto. Mi sono stancata del suo comportamento. Lui non é l'unico ad aver sofferto per questo.
Nico ha iniziato a tremare. - Ma che ne sai tu eh?- mi ha urlato. -Tu non vieni insultata, non vieni picchiata perché sei diversa. TU NON SOFFRI PER QUESTO!-
Una piccola crepa si é aperta ai suoi piedi.
-Chi é che ti picchia e ti insulta?- Ha detto Percy intromettendosi.
Sia io che Nico l'abbiamo ignorato. Ho guardato il figlio di Ade nei suoi occhi scuri. -Io ho sofferto per questo, non come te, ma ho sofferto.- Gli ho detto. Calde lacrime mi sono scivolate sul volto.
-E come di preciso scusa?- Ha chiesto il ragazzo senza smettere di tremare.
-Vedendo il mio migliore amico morto a causa di questo.- Ho risposto cercando di fermare inutilmente le lacrime. -Ti basta?-
Nico non ha risposto, ma ha smesso di tremare.
E non so perché, forse per la foga del momento, o forse per far capire a Nico che ho davvero sofferto gli ho raccontato la sua storia. Anzi la nostra storia.
-Avevo circa tredici anni quando l'ho conosciuto. Lui ne aveva sedici. Capelli ricci e neri, occhi castani e un fisico da paura. Si chiamava Andrea. Mi sono innamorata di lui al primo sguardo.
Non sapevo come fare per parlare con lui, perché io volevo parlagli, dirgli che ero perdutamente innamorata di lui. Ero solo una stupida ragazzina, che ne sapevo di amore? Un giorno un ragazzo mi stava prendendo in giro e lui mi ha difeso. Da allora siamo diventati grandi amici. Non so cosa lo ha portato quel giorno ad a aiutarmi, ogni volta che glielo domandavo lui mi diceva semplicemente che odiava i bulli, ma in seguito ho scoperto che lui aveva bisogno di me. Ne ha sempre avuto. Quando gli dissi che ero innamorata di lui Andrea scoppió a ridere. Aveva una risata meravigliosa, sembrava il canto di un uccellino. Mi disse che anche lui era innamorato di me, ma in un modo diverso, in modo fraterno. Mi disse che lui non poteva amare me perché a lui non piacevano le ragazze, ma i ragazzi. Quando mi chiese se per me c'era o problemi sulla sua omosessualità io alzai le spalle e gli dissi: É pur sempre amore no?.
Lui ha pianto quando gli ho detto questa cosa, per ben dieci minuti, e io l'ho consolato, ignara del perché stesse piangendo.
Da quel giorno sono diventata la sua spalla su cui piangere. Si fidava di me, mi confidava tutti i suoi segreti, le sue cotte, i suoi litigi con i genitori che non lo accettavano per quel che era, con i compagni che lo prendevano in giro e lo picchiavano. E io ogni giorno lo consolavo, lo abbracciavo e gli ricordavo che non era sbagliato ció che provava, erano gli altri che sbagliavano. Lui si calmava e dopo ogni volta mi portava a prendere il gelato. Piú volte si é scusato con me perché non voleva addossarmi tutti quei problemi, ma mi diceva che solo io potevo aiutarlo, solo io lo capivo. Io gli ricordavo ogni volta che non doveva preoccuparsi, io ero ben felice di aiutarlo. Lui mi é stato vicino durante la morte di mia madre, mi ha consolato, come tante volte io facevo con lui. Eravamo grandi amici, ci volevamo bene e nessuno dei due riusciva piú ad immaginarsi la vita senza l'altro. Una domenica mattina io mi ero alzata presto, per finire un progetto di scienze che avevo dimenticato di fare. Lui mi chiamó e mi chiese di uscire, aveva appena litigato con i suoi genitori. Erano giorni che litigavano. Io gli dissi che potevamo vederci piú tardi, dovevo finire quel dannato compito di scienze. Lui insistette una sola volta, poi , con la promessa di vederci piú tardi riattaccó. Sono stata un'idiota, una terribile stupida. Dovevo capirlo dalla sua voce che non ci sarebbe mai stato un piú tardi, dovevo capirlo quando mi ha detto quel ti voglio bene a fine chiamata, non lo faceva mai.
Dopo un quarto d'ora l'ho richiamato. Mi sentivo in colpa per averlo lasciato solo e avevo un terribile presentimento. Il suo cellulare squillava a vuoto, l'ho chiamato bene diciotto volte. Lui rispondeva sempre dopo almeno la terza chiamata. Sono uscita di casa in fretta. Non abitavamo lontani. Ho corso fino a casa sua e l'ho visto, disteso a terra. Si era buttato dal quinto piano. Un gruppo di persone si era formato attorno a lui. Ricordo di aver urlato, tanto. Urlavo contro la gente che stava li ad osservarlo, urlavo contro di lui perché aveva fatto quel gesto, ho urlato contro me stessa perché non sono uscita con lui. Non so dopo quando ne chi mi portó via, ricordo solo il suo viso, con gli occhi spalancati verso il cielo.-
Mi sono fermata un attimo, ho il volto pieno di lacrime. Sento la mano calda di Leo stretta nella mia, e lo ringrazio mentalmente. Ho bisogno di un contatto, non posso perdermi nei ricordi come ho fatto allora. Non guardo in faccia nessuno, continuo la mia storia.
-Al suo funerale c'era tantissima gente. La chiesa era piena. La madre mi chiese di scrivere un piccolo discorso di addio per lui, dato che io ero la sua unica amica. Lo feci, ma quando arrivai li non lessi quel discorso. Guardai in faccia tutte quelle persone che stavano li, tutte quelle stupide persone che non sapevano neanche chi fosse Andrea e urlai. Urlai che la colpa era loro se lui era morto. La colpa era dei suoi compagni di classe, tutti presenti e schifosamente dispiaciuti. La colpa era dei genitori che lo avevano fatto sentire un errore, uno scherzo della natura. Urlai che la colpa era di tutti quelle persone ignoranti che non accettavano l'omosessualitá di un ragazzo di sedici anni. Infine urlai che la colpa era mia perché non ero stata presente quando lui aveva bisogno di me. E me ne andai, nel silenzio piú totale me ne andai.
Qualche giorno dopo la madre mi venne a trovare e mi portó l'unica cosa che Andrea aveva lasciato prima di suicidarsi. Un libro: l'arte di ascoltare i battiti del cuore. Dentro c'é ancora la sua dedica:
Per Alice, ricordati che l'amore supera ogni differenza, ogni diversitá. Lo fa sempre, come i protagonisti della storia: un cieco e una storipia. Ma a volte la diversità, le differenze sono troppe e allora l'amore non puó vincere. Mi dispiace per quel che ho fatto, ma non sopportavo piú tutto questo. Spero di andare in un bel posto, dove essere gay non é considerato uno schifo. Sei stata e sempre sarai la mia unica amica. Una fantstica, meravigliosa, splendida amica.
Ti amo Alice, in modo fraterno peró, perché ricorda che a me non piacciono le ragazze.

Alla fine della dedica c'é un enorme faccina  sorridente. Ho sempre pensato che lui fosse felice in quel momento, felice di scappare via da quel mondo che tanto ha odiato.-
Ho guardato Nico, che aveva il volto coperto di lacrime. Mi guardava in modo strano.
-Ho sofferto abbastanza per te?- Gli ho chiesto puntando gli occhi nelle sue pozze nere. Nico ha fatto la cosa che meno mi aspettavo da lui. Mi ha abbracciata. Sono rimasta un attimo spiazzata ma poi l'ho stretto a me.
-Mi dispiace.- Ha detto lui. -Mi dispiace di essere stato un idiota.-
Mi sono staccata da lui e l'ho guardato. -Non scusarti, posso capire.- Gli ho detto abbozzando un piccolo sorriso. -Ora almeno sai che non sei solo, puoi fidarti di me.-
Lui ha annuito e si é asciugato il volto bagnato dalle lacrime.
-Scusate ma io ho bisogno di una boccata d'aria.- Ha detto poi voltandosi verso gli altri. Tutti hanno annuito e lui é uscito.
Hazel e Frank lo hanno seguito.
Prima di uscire la sorella di Nico mi ha abbracciato forte.
Jason e Piper li hanno seguiti poco dopo. Piper si é scusata con me per Drew ma io le ho detto che non era colpa sua.
Percy mi ha abbracciato forte, dicendomi che era fiero di me, e Annabeth mi ha dato un bacio sulla guancia, dopocdiché anche loro sono usciti. Sono rimasta sola con Leo, che mi sta aspettando in silenzio sul mio letto.
Mi stendo al suo fianco, poggiandogli la testa in grembo e piango. Lui non mi dice niente, mi accarezza la testa per rassicurarmi.
Dopo quelle che sembrano ore, ma in realtá sono minuti, mi alzo e lo guardo.
-Posso chiederti un piacere?- Gli chiedo con voce roca a causa del pianto.
Lui mi sorride, con quel sorriso che tanto amo. -Tutto quello che vuoi, raggio di sole.- Mi dice.
-Puoi rimanere qui stanotte?- Gli chiedo. -Ho paura dei ricordi.-
Eh giá, ho paura di scivolare via nei ricordi. Mi é giá capitato. Dopo la morte di mia madre é stato facile riprendermi, grazie ad Andrea. Ma dopo la sua morte ero rimasta definitivamente sola e l'unica cosa che mi riusciva di fare era ricordare. Non mangiavo, non dormivo, non facevo nulla. Nella mia testa peró era diverso: vivevo la mia vita di sempre con Andrea. Andavo a fare shopping con lui, dormivo con lui, leggevo con lui. La famiglia con cui abitavo allora mi ha portato subito dallo psicologo e grazie a lui pian piano sono rinata.
Lo psicologo mi disse che non dovevo pensare cosí tanto a lui, perché lui non c'era piú. E cosí feci. Ma oggi, dopo aver ricordato tutta la sua storia, sento giá i ricordi trascinarmi via.
Leo ha sorriso tristemente e si é steso al mio fianco. -Ma certo.- Ha detto.
Io ho sorriso per ringraziarlo e ho poggiato la testa sulla sua spalla.
-Alice, domani posso dire a tutti di essere andato a letto con te?- Mi ha chiesto improvvisamente.
Ho alzato la testa per guardarlo e lui é scoppiato a ridere.
-Sto scherzando!- ha detto.
Ho riso insieme a lui.
Se c'é una cosa che Leo sa fare é farmi ridere nei momenti piú tristi e io lo adoro per questo.
Ho poggiato nuovamente la testa sulla sua spalla e mi sono addormentata, cercando di pensare al ragazzo al mio fianco e non a quello che sta lassú.





ANGOLO DELL'AUTRICE :3
Questo è il mio capitolo preferito.
E' anche il capitolo più lungo di tutti, finora:D
L'ho finito di scrivere alle due di notte, quindi se c'è qualche errore perdonatemi ;D
Spero piaccia anche a voi.
Ringrazio, come al solito, Scorpion550, rosalalla, icedisland, Percabeth7897 e il mio cuoricino Angy (<3 ) per aver recensito.
Siete sempre la mia gioia gente ;3 <3
Grazie a chiunque legge. ;)
With love BettyLovegood <3

 

   
 
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