Carpe
Diem
II
Parte
Ci sono momenti che possono mutare un intera esistenza.
Edward
lanciò un occhiata nervosa ad Alphonse, approfittando del momento in cui Winry
apriva il rubinetto dell'acqua per parlare a bassa voce senza che lei sentisse.
<<
Che cosa facciamo? Sembra che non abbia sonno! >> esclamò Alphonse
disperato mentre Winry continuava a lavare le stoviglie inconsapevole di quello
che di lì a poco sarebbe avvenuto. << Non ne ho idea! Ma dobbiamo trovare
il modo, Al... dobbiamo! >> Anche Edward era preoccupato: Winry
sembrava intenzionata a restare sveglia per tutta la notte. Erano già le undici
e non aveva sbadigliato neppure una volta, considerando che lei era sempre la
prima ad andare a letto.
Winry
chiuse il rubinetto e nella cucina tornò
il silenzio più totale. << Insomma, si può sapere cosa mi state
nascondendo, voi due? >> sbottò infine Winry, lanciando ai due fratelli
un occhiata sospettosa. Edward e Alphonse sobbalzarono iniziando a sudare
freddo: << Assolutamente nulla, Winry! >> si affrettò a negare
Alphonse, alzando le mani come un criminale smascherato. Edward degutì mentre
Winry spostava lo sguardo su di lui: era sempre stato bravo a mentirle in
passato, ce l'avrebbe fatto anche adesso che non riusciva più a restarle
indifferente? Sì, decise, era anche per il suo bene, in fondo.
<<
Edward... c'è qualcosa che vuoi dirmi? >> chiese Winry con voce che alle
orecchie di Edward risultò terribilmente suadente. Doveva recitare alla
perfezione, se voleva che il suo piano riuscisse. Alzò gli occhi a quelli di
lei con lo sguardo più quieto che riuscì a simulare: << No, perchè?
>> Era stato bravo, la sua voce sembrava persino convinta.
Winry
guardò prima l'uno poi l'altro con una strana espressione. Poi sospirò e
mormorò: << Siete ingiusti... >>
Edward si
irriggidì e Alphonse la guardò curioso e intimorito: << Perchè
'ingiusti'? >> chiese osservandola abbassare gli occhi con aria vagamente
stanca.
Il suo
sguardo penetrante si posò di nuovo su Edward e poi su Alphonse. <<
Niente... >> rispose, per nulla convinta.
C'era
qualcosa di strano... c'era tensione nell'aria e non riusciva a capirne il
motivo. Per un attimo le tornò alla mente la sensazione che aveva avuto il
giorno in cui tutto era cambiato. Rabbrividì impercettibilmente, ma Edward
se ne accorse e la guardò preoccupato.
Tuttavia fu Alphonse a dare voce alle sue preoccupazioni: << Winry, sei
stanca? Non ti sarai sforzata troppo, oggi? >> chiese ansioso. Winry
scosse la testa e all'improvviso le venne un idea. Perse l'equilibrio mimando
un perfetto capogiro e aspettò che uno dei due le arrivasse in contro. Ecco,
Edward si era subito alzato e l'aveva presa per le spalle. Alphonse sospirò di
sollievo benedicendo l'intervento tempestivo del fratello. << Tu hai
bisogno di dormire, Winry. >> le fece notare Alphonse facendo ruotare la
situazione a suo favore. Edward capì subito il segnale silenzioso di Alphonse e
con un agile movimento prese Winry tra le braccia. Lei sobbalzò, non
aspettandosi quell'improvvisazione.
<<
Ed, mettimi subito giù! La tua spalla non... >> cercò di protestare lei,
venendo messa a tacere dalla solita risposta pronta di Edward.
<<
La mia spalla sta benissimo. >> replicò subito lui, cercando di
nascondere il gemito di dolore che però gli era salito in gola.
<<
Ti porto in camera. >> disse Edward reprimendo il dolore alla spalla e
lottando contro la solita fragranza di Giglio che minacciava di stordirlo.
Alphonse
non sembrava molto contento di come stessero andando le cose, ma non protestò
sperando che tutto si risolvesse velocemente.
<<
Guarda che so camminare benissimo anche da sola. >> gli disse Winry con
voce pacata sulla soglia del salotto.
Edward
rise roco: << Lo so benissimo, ma portarti in braccio è molto più
divertente. >> replicò lui, stringendola a se quando iniziò a salire le
scale.
Winry
reagì al contatto e, seppur arrossendo lievemente, posò delicatamente una mano sulla sua nuca per tenersi meglio,
avvicinandosi di più a lui.
Se prima
l'odore di Giglio aveva rischiato di stordirlo adesso lo aveva letteralmente
ammaliato, rischiando di farlo inciampare più di una volta. Finalmente arrivò
nel corridoio e si diresse verso la camera di Winry, che era fortunatamente
aperta. Entrarono e Edward si avvicinò al letto, posandola sulla superficie
delicatamente.
Ma quando
fece per ritirarsi, scoprì che Winry non aveva mollato la presa sul suo collo.
<<
Che c'è? >> chiese con voce esitante. Winry sospirò silenziosamente e
disse decisa: << Resta. >>
All'inizio
Edward pensò di aver capito male, ma poi riprese Winry tra le braccia e si
sedette sul letto con lei in grembo.
<<
Che cos'hai intenzione di fare? >> chiese combattuto tra curiosità e
disappunto. Per tutta risposta lei posò il capo nell'incavo del suo collo,
rilassandosi contro il suo petto. << Ti fa male la spalla? >>
chiese lei esitante. Lui sospirò: << No... >>
Perchè
lei non lo lasciava andare? Non poteva averla così vicina, se lei gliene avesse
dato la possibilità sapeva che non sarebbe più uscito da quella stanza...
<<
Il giorno in cui è morta la mamma... io avevo una brutta sensazione. La stessa
che ho in questo momento. Che cosa state combinando tu e Al? >> chiese
Winry senza tanti giri di parole andando subito al dunque. Lui sospirò posando
il mento tra i capelli profumati di Winry: << E' per questo che mi vuoi
con te? >> C'era qualcosa di stonato nella frase, e a Edward era lampante
il doppio senso. Lei portò una mano sul suo petto e strinse con forza la stoffa
della maglietta che indossava.
<<
Ti voglio con me perchè ho paura. Ho una dannatissima paura che tu te ne vada e
trascini Alphonse giù con te. >> Anche questa frase aveva un terribile
doppio senso, e Edward dovette lottare contro la sua volontà per scegliere
quello meno doloroso. << Non me ne andrò. >> Alle orecchie di Winry
suonò come una promessa, ma non lasciò la presa ferrea alla maglietta di
Edward. << Non importa che cosa dici. Tanto lo stai già facendo. >>
Edward
non riuscì a trovare la forza di ribattere e la strinse a sé più forte, per
calmarla. << Non ti fidi di me? >> chiese allora lui chiudendo gli
occhi e lasciandosi cullare dal suo respiro. << Si dice che bisogna
guardarsi più dagli onesti che dai disonesti: i disonesti faranno sempre
qualcosa di disonesto, mentre con gli onesti non puoi mai prevedere quando
faranno qualcosa di incredibilmente stupido*. E tu sei la persona più onesta
che io conosca, Edward. Sei il mio Ed, e il ragazzo giù in cucina è il mio Al.
Non sopporterei di perdere anche voi. Non voglio... >> La voce di Winry
era un sussurro appena udibile ma a Edward sembrava che qualcuno gliele stesse
urlando nelle orecchie per tutto il dolore che nascondevano. << Se può
consolarti né Al né tanto meno io abbiamo intenzione di lasciarti. Sei troppo
importante per noi. ... E sei troppo importante per me. >> Winry avrebbe
voluto guardarlo negli occhi mentre pronunciava quelle parole: era troppo
stanca per credergli. Le sue sensazioni parlavano anche fin troppo chiaro in
quel periodo. E l'ultima volta che aveva avvertito quella sensazione sua madre
era morta. Non voleva che Edward e Alphonse... non riusciva nemmeno a far prendere
forma al pensiero terribile che in quei pochi secondi aveva attraversato la sua
mente fin troppe volte.
<<
Edward... >> lo chiamò a bassa voce lei, lasciando finalmente andare la
sua povera maglietta. << Sì? >>
<<
Resti con me, stanotte? >>
Edward
posò Winry sul letto delicatamente, stando attento a non svegliarla. Si era
addormentata da un quarto d'ora ma lui non si era mosso, troppo preso
dall'averla così vicina. Osservò il suo volto finalmente sereno, i capelli
biondi sparsi sul cuscino e le labbra dischiuse. Se ora usciva da quella stanza
lo faceva anche per lei. Quasi non si accorse della finestra che infuriava nel
cielo blu della notte, pensando che Alphonse lo stava sicuramente già
aspettando nello studio. Uscì dalla porta senza far rumore e subito si diresse
allo studio. Da dietro la porta riusciva benissimo a sentire la voce di
Alphonse che ripassava gli ingredienti necessari per un corpo umano adulto:
<< 35 litri d'acqua, 20 chili di carbonio, 4 litri di ammoniaca, 1,5
chili di calce, 800 grammi di fosforo, 250 grammi di sodio, 100 grammi di
salnitro, 80 grammi di zolfo, 7,5 grammi di fluoro, 5 grammi di ferro e 5
grammi di silicio... >>
Edward
sorrise: Alphonse aveva imparato tutto a memoria. Sì, era stato molto bravo.
Aprì la
porta con uno scricchiolio appena udibile ed entrò, trovando suo fratello con
la testa china su un libro che ripassava ancora una volta passo per passo
quello che avrebbero dovuto fare.
<<
Io disegno il Cerchio. >> annunciò Edward a bassa voce, chiudendosi la
porta alle spalle. Alphonse annuì e gli sorrise, teso.
Edward
prese un gessetto dalla scrivania e si spostò al centro della stanza, iniziando
a tracciare il Cerchio Alchemico che aveva progettato.
Dopo di
ché prese il contenitore rotondo che serviva per gli ingredienti e lo pose al
centro del cerchio.
Un quarto
d'ora dopo tutto era pronto: il contenitore era pieno degli elementi che
sarebbero serviti per ricreare il corpo di Trisha Elric, e anche Edward e
Alphonse, seppure un po' nervosi, erano pronti.
<<
Che cosa sarà la prima cosa che faremo dopo averla riabbracciata? >>
chiese Alphonse con voce tremante, forse per l'emozione forse per il
nervosismo.
Edward
sorrise: << Correremo a svegliare Winry. >> rispose lui, come se si
trattasse di una cosa ovvia.
<< ...
Sei pronto, fratellone? >> chiese Alphonse, quasi come se sperasse che
Edward cambiasse idea all'ultimo minuto.
<<
Sì, Al. Iniziamo. >>
Posarono
le mani sul Cerchio Alchemico e subito la luce gialla guizzò, illuminando la
stanza e i visi concentrati di Alphonse ed Edward.
Con gli
occhi puntati sul contenitore posto al centro del Cerchio, quasi non si
accorsero del rumore che aveva squaciato l'aria.
Poi
dall'interno del Cerchio si sprigionò una luce bianca e mille volte più
potente, tale da accecare gli occhi di Edward per qualche secondo.
Sentì il
grido di terrore di Alphonse e riaprì gli occhi: delle braccia nere, sinuose
come serpenti che sembravano provenire dal Cerchio avevano afferrato Alphonse e
lo stavano tirando a sé.
<<
Al! >> tentò di chiamarlo Edward allungando una mano verso di lui mentre
la paura lo aggrediva all'improvviso, più feroce e potente che mai.
Si sporse
in avanti per tentare di afferare la mano tesa del fratello, ma questa
scomparve ed Edward perse l'equilibrio cadendo, mentre le stesse braccia nere
che avevano portato via Alphonse lo trascinavano nel baratro.
<<
Dove sono? >> fu la prima cosa che si chiese Edward, ritrovandosi in una
immensa stanza bianca che pareva non avere fine.
<<
Al! Alphonse, dove sei?! >> chiamò poi con isteria, mentre la sua mente
sembrava rifiutarsi di elaborare un dato particolarmente importante.
Sentì un
cigolio alle sue spalle e si voltò di scatto, sgranando gli occhi: alle sue
spalle si stagliava alto un enorme e imponente Portale, che piano piano si
stava spalancando. Prima ancora che potesse fare qualcosa delle braccia lo
afferrarono e degli occhi verdi, castani, blu, persino rossi, lo trafissero con
lo sguardo mentre le braccia lo trascinavano dentro. << No! Aiuto!
>>
Tentare
di ribellarsi era inutile: nonostante sembrasse che all'interno del Portale ci
fossero migliaia di persone era ben chiaro che nessuno aveva intenzione di
aiutarlo.
E poi...
la sua testa esplose, sembrava che gli stessero sovraccaricando di informazioni
il cervello, l'Alchimia, il Principio dello Scambio Equivalente, il Flusso
Universale... Una sensazioe orribile gli fece accapponare la pelle mentre la
sua gamba sinistra si smaterializzava sotto il suo sguardo incredulo.
E come
tutto era iniziato, finì.
Edward
aprì gli occhi ritrovandosi a corto di fiato. Alzò e abbassò il petto
velocemente, per fare entrare nei polmoni tutta l'aria possibile.
<<
Al... ! >> Niente da fare, non riusciva a parlare, i polmoni gli
scoppiavano come se qualcuno ci stesse volutamente passando sopra le unghie...
Tese la
mano verso il centro del Cerchio Alchemico, in un gesto istintivo. <<
Mamma... ! >>
Al centro
del Cerchio una creatura orrenda e che sembrava faticare a respirare tendeva le
braccia verso di lui, come a volerlo nuovamente trascinare nel Portale...
Edward
strisciò il più lontano possibile dal Cerchio, mentre il poco fiato che aveva
in gola scompariva del tutto alla vista della sua gamba sinistra... o di quel
che ne era rimasto. Lo Scambio Equivalente...
Dov'è
Al?!
Cercò con
tutte le sue forze di rimanere coscente e non rigettare alla vista del sangue
che stava perdendo a fiotti: ne stava perdendo troppo, dannazione!
La
Creatura all'interno del Cerchio lanciò una specie di grido decidendosi ad
uscire finalmente dal cerchio, quando...
<<
Aaaaaaaaaaaaahhhhhhh! >> l'urlo di paura di Winry gli perforò i timpani,
ancorandolo fermamente a quello che stava accadendo in quella stanza.
Winry
lanciò un urlo spaventato alla creatura all'interno del Cerchio Alchemico e
cercò con lo sguardo Edward e Alphonse.
Non
appena vide Edward con la schiena posata contro il muro e il sangue che andava
espandendosi come una macchia d'olio sul pavimento si portò una mano alla bocca
mentre lacrime iniziavano a scivolarle dagli occhi azzurri in quel momento
terrorizzati. Strappò un pezzo di stoffa della propria maglietta e la modificò
a mo' di fasciatura sulla ferita di Edward, tentando di fermare il sangue.
Proprio in quel momento Winry vide i vestiti di Alphonse sul pavimento, come se
il proprietario si fosse volatilizzato nel nulla. Edward sembrava sconvolto,
come se il suo cervello non fosse in grado di accettare la situazione in cui si
trovava.
Winry lo
prese per le spalle terrorizzata,
infischiandosene della sua spalla ferita e squotendolo con forza:
<< Ed! Ed... ! Ti prego, Ed!... Dov'è finito Al?! >>
Al
sentire quel nome Edward sembrò reagire e i suoi occhi si riempirono di lacrime
mentre allungava una mano verso l'armatura che c'era lì accanto a loro,
staccandone un pezzo alla base e facendola inevitabilmente cadere. Poi posò una
mano sulla macchia di sangue presente nel pavimento e trascinando il busto
dell'armatura verso di sé infilò il braccio all'interno, tracciando un piccolo
Sigillo e attivandolo.
L'ultima
cosa che vide con gli occhi offuscati dalle lacrime furono due luci rosse che
all'interno della testa dell'armatura si accendevano come due fari.
Poi di
nuovo dolore.
Alphonse
guardò Winry cambiare per l'ennesima volta il panno bagnato di acqua fredda
dalla fronte di Edward. Aveva gli occhi gonfi di lacrime e ogni tanto la
sentiva singhiozzare. Sul suo volto era ancora vivo il dolore che aveva provato
solo sette ore prima, quando lui si era risvegliato in quell'armatura senza il
suo corpo e Edward era svenuto perché aveva perso troppo sangue. Grazie al
temporale i telefoni non prendevano e l'unica cosa che Winry ed Alphonse erano
stati in grado di fare, spaventati e tramanti, era stato uscire di casa con
quel tempaccio e dirigersi alla casa più vicina alla loro, in cerca di aiuto. Era
stata una fortuna poi, che la proprietaria della casa dove si trovavano in quel
momento fosse Pinako, la vecchia signora che avevano incontrato al mercato. Era
stata molto discreta, aveva portato Edward in una camera vuota e aveva fermato
il sangue alla gamba sinistra e al braccio destro con degli impacchi alle erbe
e fasciature disinfettate.
Ma Edward
aveva avuto una brutta emorraggia e forse perchè non si era ancora ripreso del
tutto dall'incidente al cimitero, forse perché era rimasto schoccato da quello
che avevano 'creato', non si era ancora svegliato, agitandosi innumerevoli
volte nel sonno e invocando a turno il nome di Winry, Alphonse e della madre.
Winry
aveva bisogno di riposo ma nonostante tutto non si era allontanata da Edward
restandogli accanto tutta la notte. Alphonse era rimasto ai piedi del letto
seduto contro la spalliera pronto ad intervenire in caso di bisogno.
<<
Winry... riposati. Ci penso io al Fratellone. >> disse Alphonse
all'improvviso, mentre Winry veniva colta da un capogiro dovuto alla
stanchezza.
Winry
alzò lo sguardo su di lui, scuotendo la testa: << Non se ne parla, Al.
Sei tu che devi riposarti. Sei stato sveglio per tutto questo tempo... >>
rispose lei con tono spossato ma risoluto e deciso.
Alphonse
non riuscì a dirle che in realtà in tutto quel tempo non aveva minimamente
sentito il bisogno di dormire. Ma Winry stava male, aveva bisogno di
mangiare o sarebbe crollata da un momento all'altro. Alphonse si alzò in piedi
ritrovandosi a guardare Winry dall'alto: era una sensazione molto strana in
effetti. << Non se ne parla. Al Fratellone non serve che tu svenga mentre
cerchi di svegliarlo! Non è una cosa che dipende da te. Vai dalla signora
Pinako e chiedile per favore di prepararti qualcosa da mangiare. >>
Winry lo
guardò stranamente, confusa dal tono improvvisamente autoritario che il ragazzo
aveva assunto.
<<
Se... se Ed si sveglia... giura che verrai a dirmelo. >> gli fece
promettere Winry, un po' esitante. Alphonse annuì provocando uno scricchiolio
sinistro nell'armatura che gli faceva da corpo. Winry lo guardò indecisa:
<< L'armatura cigola. Chiederò alla signora Pinako di darmi dell'olio per
macchine. >> .
Alphonse
annuì: << Grazie, Winry. Vai, adesso penso io a Edward. >>
<<
Signora Pinako? >> chiese Winry esitante, entrando in cucina. Niente da
fare, la signora Pinako non c'era. L'aveva cercata dappertutto ma in casa non
c'era traccia di lei. Sospirò affranta e l'occhio le cadde involontariamente su
una foto al centro del tavolo: rappresentava un uomo e una donna, lui alto,
moro, l'aspetto che dava sicurezza, e lei bionda, occhi verdi e un sorriso
gentile. Erano abbracciati e indossavano dei camici da dottore. Nel guardare
l'immagine Winry venne colta in fallo da un altro capogiro, rischiando di
cadere. Si portò una mano alla bocca cercando di respingere il conato di vomito
che le stava salendo in gola: che cosa ci faceva quella vecchia con la foto dei
suoi genitori? Come conosceva i suoi genitori? E poi... quelli erano davvero i
suoi genitori? Per quanto le dispiacesse ammetterlo non ricordava con chiarezza
i volti dei propri genitori, ma se al mondo esistevano due persone che glieli
ricordavano in maniera impressionante erano proprio quelle due persone in foto.
Si avvicinò al tavolo con passo traballante, la mano tesa verso la fotografia
tremava come una foglia: sì, non c'erano dubbi, quelli erano i suoi genitori.
Che cosa
significava? Cosa voleva quella donna da loro, da lei? Improvvisamente la porta
d'ingresso si aprì e Pinako comparve sulla soglia, come se si fosse
materializzata dal nulla. Parve sorpresa di vederla in piedi: << Oh, vedo
che sei in piedi... come stai? Hai fame? Vuoi che ti prepari qualcosa? Non hai
un bel colorito... >> disse premurosa la signora Pinako, entrando in
cucina. Winry ritirò la mano velocemente e annuì, intimorita: << Sì... se
non le dispiace. >>
La
signora Pinako sorrise: << Figurati cara, non ho mai ospiti a casa, mi
farà molto piacere avere qualcuno a pranzo. >>
Lo
sguardo di Winry cadde poi su una serie di valige accattastate in un angolo
della cucina, Pinako si accorse dello sguardo: << Oh, quelle valigie...
sto preparando tutto per la mia partenza. Ho già passato molto tempo qui a
Resembool. Forse anche troppo... >> c'era una nota di malinconia nella
voce della donna, e Winry non poté evitare di domandarle: << Perchè
parte? >>
Pinako si
sfilò gli occhiali e li pulì con la stoffa del grembiule: Winry non ne era
certa, ma le era sembrato di scorgere una lacrima cadere giù per la guancia rugosa
della vecchia. << Devi sapere, bambina, che non sono venuta qui a
Resembool per un viaggio di piacere... Cerco una persona. Una ragazza che
adesso dovrebbe avere all'incirca la tua età. E' mia nipote, la figlia di mio
figlio, che Dio l'abbia in gloria! E' rimasto ucciso assieme a sua moglie nel
massacro di Ishbar... Non sapevo che lui avesse una figlia, avevamo litigato da
molti anni quando lei nacque e così, forse per ripicca, non mi disse nulla.
Adesso quella povera bambina chissà dov'è finita... la cerco da quattro lunghi
anni, ormai. Qualche mese fa sono venuta a sapere che è stata data in adozione
ad una famiglia qui a Resembool, ma ahimé non l'ho ancora trovata... inizio a
credere che sia morta... >> Nella voce di Pinako Winry era capace di
cogliere la sincerità, il dolore, l'affetto e il senso di colpa.
Nel suo
cuore era in corso una burrasca: quella donna.... era sua nonna? Perchè era
venuta? Voleva portarla via? Perchè? Non voleva essere separata da Edward e
Alphonse, erano loro la sua famiglia! Loro, non lei!
Ma
nonostante tutto non poté evitare di ricominciare a singhiozzare
silenziosamente, mentre calde lacrime riprendevano a scenderle per le guance
fino a infrangersi sul pavimento.
Winry
rientrò nella camera di Edward un quarto d'ora dopo sperando che Alphonse non
si accorgesse che aveva pianto un altra volta. Gli aveva detto di raggiungere
Pinako per farsi oleare l'armatura e lui era uscito senza fare storie, facendo
vergognare Winry che in un momento come quello si sentiva come una bambina
capricciosa.
Quando
posò nuovamente lo sguardo su Edward le si strinse il cuore: sapeva che era
anche per colpa sua se lui aveva tentato la Trasmutazione Umana.
Non si
era dimostrata forte e aveva fatto credere ad Edward che lui non fosse
abbastanza per tenere unita la famiglia. Solo adesso vedeva tutto quello che
era accaduto sotto un nuovo colore, sotto un altra luce. Con mano tremante gli
accarezzò la guancia e avvicino il viso al suo fino a sentire il suo respiro
fresco e regolare sulle labbra. Era di quello che aveva bisogno, di sentire che
Edward era vivo, accanto a lei, che non l'avrebbe mai lasciata sola. Gli tolse
il panno bagnato dalla fronte passandogli la mano tra i capelli per inumidirli.
Gli misurò di nuovo la temperatura e poi sospirò di sollievo: la febbre gli era
passata. Ora bastava solo aspettare che si svegliasse.
*************************
My space…
Anche
oggi vado di fretta, l’html mi sta facendo impazzire in questi giorni! Allora,
la frase di inizio capitolo non mi ricordo da dove l’ho presa, ma statene
certi: non mi appartiene affatto, non è farina del mio sacco!
In più,
la frase che Winry dice a Ed, contrassegnata dall’asterisco, è unafrase
copia-incollata da un film della trilogia dei Pirati dei Caraibi, con Jhonny
Depp, e neanche quella mi appartiene!
Talpina
Pensierosa: Grazie per il commento^^ Che te ne pare di questo obbrobrio? Questa
è la scena che sembra uscita da una puntata di Beautiful… Aspetto il tuo
prossimo commento!
diamontpearlvoiceinu: Grazie per il commento^^ Purtroppo ho già scritto tutti i capitoli della ff e sinceramente parlando non ho proprio voglia di tornarci sopra e modificarli, mi spiace… La pigrizia è il mio più grande difetto! Come ti è sembrato questo capitolo? Molto alla Beautiful maniera, vero? XD Spero di leggere un tuo nuovo commento^^
WinryRockbellTheQueen:
Non preoccuparti se non sei riuscita a
commentare! Un po’ mi è dispiaciuto, ma pensavo che fosse perché la storia
iniziava ad essere ripetitiva e stressante! Uh, non sapevo nulla di questa
storia del contratto matrimoniale… non sapevo neppure che si potesse fare! Beh,
allora lo farò anch’io! Tanto i miei figli non avranno comunque il mio cognome
T^T Non mi va proprio giù la regola che il cognome dei figli sia quello del
padre… proprio non lo sopporto! Vabbeh, sto straforando, torniamo al cappy che
è meglio! *sospira* Beh, che te ne pare? Sembra appena uscito da una delle
repliche di Beautiful, vero? Spero di leggere presto un altro tuo commento^^ A
presto^^
MellyVegeta:
Grazie per i complimenti! Per la dichiarazione di Ed temo che ti toccherà
aspettare… in fondo lo sai anche tu, no? Il nostro fagiolino preferito è più
testardo di un mulo, quando ci si mette… XD Spero che commenterai anche questop
capitolo, nonostante sembri appena uscito da Beautiful… T^T
XD Alla
prossima^^
Più
recensioni ottengo prima aggiorno! Potrei aggiornare anche in settimana, quindi
datevi da fare, la tastiera del vostro computer è resistente e non si consuma
se spendete del tempo per rendere felici dei poveri scrittori pazzoidi!