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Autore: bacionero    08/01/2015    5 recensioni
Candice si ritrova ad abitare nuovamente a villa Andrew. E' lontana da anni dal suo Terry ma qualcosa potrebbe riavvicinarli...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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ome convenuto, Candy uscì dalla stanza 44 cinque minuti dopo che Terence se ne fu andato.

Si avviò difilato dal consierge per chiedergli spiegazioni sull’autore di quell’intrigo: l’idea era quella di dirgli chiaro e tondo che sapeva essere stato Archie.

-Il signorino Archibald Cornwell? Mi dispiace deludervi, ma il signorino Archibald non ha niente a che fare con l’incontro che avete avuto quest’oggi  con il signor Terence Graham Granchester-scandì solennemente l’elegante impiegato.

-A me può dirlo, farò finta di non averlo saputo.

-Ma veramente, io, signorina Andrew…

-Sono stata io, Candy!-tuonò una voce familiare lì vicino.

-Patty?!

-Sì, Candy. Hai tempo di fare due chiacchiere con una vecchia amica?

Sedute su uno dei divani della hall, Patty raccontò ogni cosa alla sua amica.

-E’ così che ho conosciuto Paul Bellamy, dopo il funerale della zia Elroy, e…ci siamo fidanzati!-sussurrò una Patty rossa fino alle orecchie mentre mostrava a Candy l’anello con brillante.

-Oh, Patty, sono tanto felice per te!

-Grazie, Candy. Da qualche tempo Paul ha cominciato a lavorare per il teatro dove si sta esibendo Terence, sai è da poco uscito dall’università ed è giovane, ma farà tanta strada. Per ora fa l’assistente per la direzione artistica, ed io per stargli accanto mi sono trasferita nella casa dove abitava mia nonna anni fa, e spesso vado a trovarlo. È  così che ho saputo quello che è successo a Terence la sera della prima e ..tutto il resto.

-Davvero? E cosa hai saputo, precisamente?

-Ogni cosa.  In realtà Terence non sapeva neanche che io mi trovassi lì. Paul lavora, diciamo così, dietro le quinte, e tu sai che io sono molto timida, non ho avuto il coraggio di venire a salutarlo, ma ho fatto la conoscenza dell’assistente di Susanna Marlowe, una ragazza di nome Ethel. Sai, le assistenti possono sapere molte cose, e così mi ha raccontato  che Susanna e Terence litigano di continuo, oppure si ignorano, insomma non c’è sintonia tra di loro. Quando Terence ha avuto quella crisi sul palco, la sera della prima, avevo  pensato che la causa fosse la consapevolezza di trovarsi  nella tua stessa città, e poi quando Ethel mi ha confessato che si era trasferito a villa Andrew, mi era sembrato evidente che vi stavate riconciliando. Ma quando lui ieri mattina ha fatto ritorno in teatro, triste e cupo, e ha fatto quegli  strani discorsi ad Ethel, ho capito che vi eravate separati di nuovo!

-Ha fatto degli strani discorsi? Di che genere?-chiese Candy timidamente, pensando che non aveva alcun diritto di indagare, ma sempre più curiosa.

-Le ha detto che una volta tornata Susanna, che adesso si trova inspiegabilmente a villa Andrew, avrebbero dovuto cercare di capirla e di trattarla con più umanità e affetto. Oh, Candy, non dovrei riferirti queste cattiverie, lo sai che non sono il tipo che si compiace di parlar male…ma a quanto pare, Ethel pensa che Susanna sia una strega!Oh, non dovrei dirtelo ma  l’ha chiamata proprio così!

-Oh, non preoccuparti, Patty…adesso però comincio a capire l’origine di quei biglietti scritti a macchina…

-Sì, Candy. Sono stata io a scrivere a te e a Terence perché ero convinta che non vi eravate detto tutto. Sicuramente vi siete lasciati di nuovo ed io volevo darvi un'altra opportunità per chiarirvi. Ma forse sono stata un po’ troppo invadente….

-Non scusarti, Patty, lo hai fatto per amicizia. Sei stata molto cara, ma io e Terence non abbiamo litigato, è solo che abbiamo deciso di nuovo di farci da parte per il bene di Susanna.
 
                                                                                                                                         

Nel frattempo, sotto il pergolato che faceva da ala ad uno dei viottoli che si dipartivano da un’entrata laterale, Albert e Susanna godevano del calore dei raggi del sole che filtravano da quel tetto di foglie. Archie era appena passato per avvisare che Candy avrebbe pranzato fuori, e Susanna per un momento  fu colta dall’atroce sospetto che potesse trovarsi con Terence, ma poi preferì non rovinarsi quel momento di beatitudine. Tanto tra tre giorni sarebbe stato per sempre suo, che lo volesse o meno.

-Non dovreste preoccuparvi, signorina Susanna. Terence manterrà  la promessa di venirvi a riprendere.

-Non sono preoccupata per questo, infatti. Devo ringraziarvi, grazie al vostro intervento almeno  la mia dignità  è salva. Per una volta non sarò io ad inseguirlo.

-L’ho fatto perché era la cosa giusta da fare. Terence  manterrà la sua parola, vi verrà a prendere, e questo gesto sarà molto simbolico, indicherà  che ha deciso di prendersi seriamente cura di voi. Ma temo che questo è tutto ciò che potrete aspettarvi da lui.  Poco prima avevate detto che pretendevate che vi amasse. È  un po’ esagerata come pretesa, la vostra.

-A tutti è lecito cercare la propria felicità, seguire i propri sogni…

-Quando i sogni non si trasformano in illusioni o, peggio, in incubi…

-Sogni, illusioni…non sono in vena di sottigliezze in questo momento, e poi come fate a parlare così, voi, che abitate in questa enorme villa e la vostra vita è totalmente assorbita dal  dare ordini e farvi riverire da chiunque?

-Posso capire che traspaia ben poco di me in questa veste di padrone di questo grande castello, ma non sono affatto chi credete che io sia.

-Ditemelo allora, chi siete?

Albert si sentì particolarmente colpito dalla sua curiosità. Stava per risponderle in una di quelle sue maniere evasive, da perfetto diplomatico. La osservò meglio in viso  per cercare di cogliere lo stato d’animo col quale era stata rivolta quella domanda. Il pallore del volto di lei era molto evidente, e per contrasto risaltava la linea morbida e flessuosa delle labbra, unico accenno di sensualità.

L’arrivo di Ed, uno degli attendenti di Albert, mise fine a quel dialogo. Una mandria, per un motivo che lui ignorava, era fuggita dai recinti e bisognava recuperarla. Erano stati mandati diversi uomini all’inseguimento ma era necessario che il padrone fosse messo a conoscenza del problema. Albert salì sul cavallo e dette di sprone, sollevò il cappello in segno di saluto a Susanna e andò via.

Susanna fece ritorno in villa, si ritirò per un po’ nella sua stanza e poi scese per pranzare. Non c’era traccia di Albert, c’era solo Archie, che la informò che il padrone di casa non aveva ancora fatto ritorno. Archie non le rivolse più la parola, era evidente che non provava una grande simpatia per lei. Alzarsi da quella tavola fu un sollievo per entrambi, e l’arrivo di una carrozza servì ad interrompere quell’atmosfera tesa.

Era Candy. Archie le corse incontro per chiederle il motivo che l’aveva spinta a scappare in quel modo, quella mattina. Candy preferì non raccontargli la verità per non farlo preoccupare. Gli disse di aver incontrato  Patty e che quella sera stessa avrebbero cenato insieme per ricordare i bei vecchi tempi.


                                                                                                                                         

Dopo le prove Terence, suonando l’armonica, ripensava a quanto aveva chiesto a Candy.

-Come ho potuto? Come ho potuto chiederle questo sacrificio? Avrei dovuto sopportare il mio dolore senza coinvolgerla! Ma voglio che mi ricordi come un uomo che ha saputo rialzarsi e combattere, non come un uomo di paglia! Voglio che veda con i suoi occhi il pubblico che mi applaude, voglio che sia fiera di me!


                                                                                                                     

Salve a tutti! Spero che l’anno nuovo sia iniziato bene. Ci ho messo un po’ a postare l’aggiornamento perché ho cominciato il secondo capitolo dell’altra storia e non è proprio facile passare dalla modalità “pathos” alla modalità “ironia”, almeno  io non ci riesco.
Finalmente ecco rivelato l’autore dei messaggi. Cento punti a chi l’aveva indovinato, eh eh, comunque lo ammetto,  non era facile, anche perché non avevo  dato il benché minimo indizio. Il capitolo è abbastanza introspettivo, come lo saranno anche gli altri che posterò in seguito. Mi piace molto scrivere  situazioni avventurose ma questa storia è piuttosto introspettiva, anche se presenta alcuni colpi di scena.

 
   
 
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