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Autore: DarkInk    08/01/2015    4 recensioni
[Creepypasta]
[Creepypasta]Ilah è una semplice ragazza, o almeno così pensava, prima di essere accolta nella villa. Ora dopo innumerevoli richieste, potrà ricevere un addestramento speciale dalle creepypasta. Ma andrà tutto secondo i piani?
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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*No ok! Mi sono divertita troppo XD
Ma dato che non so cosa scrivere e non voglio rompervi, vi lascio alla lettura!~*

 


Una delle sensazioni più belle è quella che si prova mentre si dorme dopo aver faticato...senti solo il calore delle coperte e vieni coccolato dall'oblio dei sensi.
"Ilah..." una voce inizia a disturbare la dolce tranquillità in cui sono immersa.
"...Ilah..." emetto un lamento di disapprovazione. Chi è che osa intralciare il mio riposo?
"Ilah." la voce si fa sempre più minacciosa, ma non ho intenzione di svegliarmi.
"Ilah" ...non viene da fuori...è come se facesse parte di un sogno, echeggia dentro la mia testa...
Non faccio in tempo a realizzare ( e ad alzarmi istantaneamente per ciò che ho realizzato...) che mi ritrovo appesa a testa in giù tenuta per le caviglie da un tentacolo nero. Inspiro rumorosamente con la bocca per lo spavento mentre sento la spina dorsale attraversata da un brivido dovuto al freddo improvviso.
"Ti ho chiamato per ben quattro volte Ilah!"
Sento la testa girarmi per il risveglio fin troppo brusco mentre tremo per il freddo.
"Slender! Ti sembra il modo?!"
"Sì mi sembra il modo adatto, sai che ore sono?"
Assumo un'espressione indignata prima di scuotere la testa.
"Le 6 di pomeriggio" risponde lui seccamente.
Sgrano gli occhi incredula.
"No, non è vero!" dico con sorriso provocatorio, non è possibile che abbia dormito così tanto, lo sta dicendo solo per trovare una scusa per avermi svegliato in un modo così poco gentile.
"Ah non è vero?!" esclama lui sarcastico mentre allunga il tentacolo con cui mi tiene appesa come un salame verso l'orologio a muro della mia stanza.
"Che ore ti sembrano?" chiede con una nota di ironia.
...ha ragione...sono le sono sei pasdate...ma odio darla vinta agli altri, in più sono ancora arrabbiata per il modo in cui mi ha ridestato dal sonno!
"Non riesco a leggere l'orologio a testa in giù..." dico cambiando discorso.
Capendo cosa intendo dire, Slendy mi adagia lentamente al suolo, rialzandomi do una fuggente e finta occhiata all'orario.
"Mmh...sì sono le sei..." dico con sufficienza, evitando però con maestria i suoi 'occhi'.
"Comprendo il tuo bisogno di dormire, e lo rispetto, ma se non ti dai un' ora precisa per il risveglio andrà sempre peggio e ti sveglierai sempre più tardi. Otto ore di riposo vanno più che bene, non puoi arrivare a dieci! E non dirmi che è colpa del fatto che ti addormenti tardi. Da domani voglio che utilizzerai in modo serio la sveglia. Ora preparati e scendi al piano inferiore..." ribatte lui dopo alcuni istanti passati in silenzio, prima di andarsene.
Sospiro. Sono sempre stata un po' pigra, anche quando vivevo con i miei genitori, la mattina svegliarmi per la scuola era un incubo...ancor di più ora, il mio orologio interiore sta lentamente andando in pezzi...però c'è di buono che ora non mi sento per niente stanca!
Mi avvicino allo specchio, sposto di lato la testa esponendo la parte del collo ferita, le bende sono intrise di sangue secco, creando un alone di un rosso smorto e scuro...dovrei farla controllare da E.J, in realtà non voglio, ma non ho altra scelta...mi manca solo un'infezione...glielo farò presente dopo.
Ci metto un po' prima di ritenermi pronta ad uscire dalla mia 'tana'. Scendo le scale lentamente e con calma, dal piano di sotto proviene solo il brusio tranquillo delle voci.
"Buongiorno" dico appena entro in salone, fermandomi sulla soglia.
"Buongiorno dormigliona!" mi risponde Sally.
Tutti gli altri presenti nella stanza mi salutano con un semplice cenno della mano.
"Com'è andata ieri notte?" mi chiede Jeff con un sorriso strano.
"Molto bene, grazie." rispondo con un sorriso, che non era del tutto sincero, ma neanche totalmente sarcastico.
"Sì, ieri è andato tutto molto bene." interviene Jane con un tono strano, molto denigratorio.
Jeff fa schioccare la lingua contro il palato mentre dirige uno sguardo pieno di rancore verso il fratello, che in risposta gli invia un sorriso per provocazione.
Guardo fuori la finestra, essendo inverno il cielo è già scuro, ma so che dovrò aspettare un altro po' prima di andare a divertirmi...come un lampo mi torna in mente la lesione al collo.
"E.J!?" chiamo ad alta voce.
Tutti mi guardano per qualche istante, incuriositi, ma presto perdono interesse e tornano ai loro affari.
"Sì?!" sento una voce provenire dal piano superiore.
Faccio qualche passo indietro e lo vedo in cima alle scale...ha la maschera leggermente alzata, le labbra sono sporche di sangue, così come le mani...deduco l'abbia disturbato nel bel mezzo di uno 'spuntino'.
"Eeeemm, dovrei cambiare le bende?" chiedo mentre indicandomi il collo.
"Sì. Torno subito, vado a prendere le garze."
Aspetto qualche minuto senza muovermi, prima che lo riveda comparire, ora ha il suo solito aspetto, tra le mani, ora pulite, ha dei piccoli rotoli sterili.
Va spedito verso la cucina, lo seguo.
Entrando nella stanza lo vedo prendere una sedia.
"Siediti" mi dice con calma.
Mi avvicino lentamente, fissando la sedia un po' perplessa. Mi siedo tenendo le mani sulle ginocchia, che guardo con un po' di imbarazzo. Jack mi osserva per alcuni secondi, aspettandosi qualcosa, una parola o non so che altro!
Sento la testa venirmi spinta da una parte con fermezza, ma non eccessiva violenza, una mano mi preme sul lato della testa, tenendomela ferma...guardo Jack con occhi interrogativi, mentre lui nel frattempo rimuove le vecchie garze.
"Si sta rimarginando bene, ha smesso di sanguinare, ma credo che resterà una piccola cicatrice" mi dice con un tono serio.
Annuisco non curante, non mi terrorizza un piccolo e stupido segno sulla pelle.
E.J fa passare le nuove bende intorno il collo, stringendole un po'...forse un po' troppo, dato che mi manca leggermente il respiro.
Mi alzo dalla sedia ringraziando Jack, e mi dirigo in salone, nel mentre cerco di allargare di almeno un minimo la fasciatura con le dita...mi stanno seriamente strangolando...
Nel salone noto Sally, seduta sul grande tavolo, che fa dondolare avanti e indietro i piedini mentre mi fissa con un sorrido...un po' troppo furbo.
"C-che c'è?" chiedo inarcando un sopracciglio.
"Ow niente~ solo che...dato che abbiamo un po' di tempo per l'estrazione, mi è venuta un'idea per qualcosa di..." la bambina lascia la frase sospesa, mentre si porta l'indice alle labbra e guarda un punto indefinito in un angolo alto della stanza.
"Diverso~" conclude con un ghigno più ampio di prima.
Deglutisco ansiosa.
"Che intendi?" vedo che l'attenzione degli altri viene in fretta attirata, dalla soglia del salone entra anche E.J che era andato a mettere a posto le garze sterili nella sua stanza.
"Voglio fare un gioco~ è un po' come nascondino, ma tu sarai l'unica a nasconderti. Il primo che ti troverà dovrà portarti con sé!"" risponde la ragazzina.
"Che figo! Sembra divertente!" interviene l'energica voce di Toby.
Annuisco senza comprendere appieno il tutto.
"Ah! Naturalmente vi dovrete tutti impegnare! Altrimenti farete i conti con me!~" aggiunge Sally sorridendo dolcemente.
Lo sguardo di tutti si affila sulla chiacchierona.
"E Slendy! È ovvio che se tu volessi, la troversti immediatamente... quindi ti proibiscono di utilizzare i tuoi 'poteri' ok?!"
Slender non può far altro che sospirare ed annuire.
"Come se ci tenessi a sprecare energie per questi stupidi giochi infantili..." ha aggiunto poi con tono basso.
"Ok allora, iniziamo!" la voce sottile della bambina, che salta giù dal tavolo allegra, invade nuovamente la stanza.
"Ilah! Hai trenta secondi!!
...
Resto immobile per alcuni istanti elaborando le informazioni, dopodiché riesco a sbloccarmi.
5
Salgo di corsa le scale, cercando comunque di fare meno rumore possibile (dopotutto non sto giocando con un gruppo di bambini di cinque anni, bensì con assassini esperti che riescono a percepire ogni minimo rumore nell' ambiente circostante...), continuo a contare nella mia testa per rendermi conto del tempo che mi resta a trovare un valido nascondiglio.
10
Non posso andare nella mia stanza, sarebbe una cosa fin troppo scontata, mi fermo nel lungo corridoio delimitato da tantissime stanze, facendo dei piccoli passi involontari a destra e sinistra agitando le mani ansiosa.
15
Non ho molto tempo! Entro nella stanza alla mia destra, senza neanche pensare o sapere a chi appartenesse. Richiudo in fretta, ma silenziosamente la porta alle mie spalle.
20
Studio l'ambiente cercando un punto nascosto...il letto è fuori discussione...riesco ad imparare dai miei errori...purtroppo però tutte le camere della villa sono molto spoglie, con pochi mobili. Opto per l'armadio in mogano. Richiudo le ante e mi nascondo il più possibile tra gli abiti, di cui il buio mi nasconde il proprietario.
25
Calmo il respiro preparandomi all'imminente silenzio che avrei dovuto fare mentre i miei occhi iniziano ad abituarsi all'oscurità.
30
La conta è finita. Il cuore comincia a battermi in modo irregolare e sento l'ansia salire. Cerco di calmarmi esplorando l'armadio con lo sguardo, che viene catturato da due oggetti metallici, che con la loro lucentezza risaltano nel nero del buio...sembrano quasi... lame? Ma sono troppo grandi per essere coltelli...
Le ante dell'armadio si spalancano facendomi sobbalzare violentemente.
"TROVATA!" quella voce squarcia il silenzio che si era formato.
Afferro la zona del petto occupata dal cuore, che mi sembra sul punto di esplodere per lo spavento.
"Toby!! Come facevi a sapere che ero qui?!" chiedo con una voce altanelante e irregolare, a causa dell'infarto che ho quasi avuto.
"Non lo sapevo! Ero solo venuto a prendere le mie asce per stanotte!" mi risponde, mentre lo vedo contrarre il collo per un tic.
"Ma allora se non lo sapevi perché hai urlato 'TROVATA'?!?" esclamo mentre imito la sua voce entusiasta.
"Bhe, l'ho detto perché... se tu ci fossi stata davvero nell'armadio avrei fatto 'bella figura', se invece non ci fosse stato nessuno, bhe...nessuno avrebbe assistito alla mia 'brutta figura'!" ribatte con un po' di orgoglio nascosto nelle sue parole.
Sospiro mentre nascondo un impercettibile sorriso.
Nella camera compare Sally.
"Ow uffa! Pensavo che sarei riuscita a trovarla prima io!" dice lamentosa mettendo il broncio e incrociando le sue esili braccia.
"E adesso vieni finalmente con me!!" interviene la voce spumeggiante del ragazzo.
In pochi secondi prende le accette con una mano, mentre con l'altra mi trascina fuori dall'armadio e dalla stanza. Toby corre pericolosamente per le scale...questo vizio non se lo toglierà mai...poi si ferma all'ingresso.
"Non hai un'arma?" mi chiede confuso.
"Eemmm...se intendi una cosa che può uccidere...no."
"Allora prova a prendere una delle mie accette!" il ragazzo torna a sorridere sotto il suo copri-bocca (nda. Non so neanche se questa sia, effettivamente, una parola presente nel dizionario...ma non mi venivano altri termini per...'quel coso') e mi porge la grossa lama.
Allungo entrambe le mani incerta verso l'arma. Non appena il ragazzo la lascia mi cedono le braccia sotto quel peso.
"Oddio! Ma come fai a tenere due di queste con una mano?!" chiedo con voce strozzata per lo sforzo.
"Se non ce la fai lasciala!" esclama lui riprendendosela.
Mi guardo intorno, pensando ad una possibile (ed efficente) arma. Il mio sguardo cade sul piccolo tavolino di Sally, tra i disegni, i cartoncini variopinti e i pennarelli sgargianti della bimba, scorgo un oggetto metallico coperto in parte da un foglio. Una volta tolta la pagina prendo in mano ciò che avevo visto: un grosso paio di forbici.
Le osservo, studiandone ogni lato. Sono completamente in ferro, anche l'impugnatura, come quelle da cucina, molto semplici ma anche molto pratiche, le piccole lame sono lunghe e affilate. Le impugno in ogni maniera possibile, prima di convincermi che quella sarà la mia arma. Amore a prima vista.
"Sei sicura di volere quelle?" mi chiede Toby, che dal mio sguardo ha subito intuito i miei pensieri.
"Mm-mmh~" rispondo con un sorriso compiaciuto.
Il ragazzo libera una leggera risata, ma non una delle sue solite risate: allegre o compulsive (dovute ai tic verbali), ma una con una tonalità... più scura...ma mi è piaciuta.
"Bene allora!" il mio avambraccio viene nuovamente stretto nella sua presa.
"Sbrighiamoci!" è l'ultima cosa che riesco ad elaborare...prima che lui iniziasse a correre di nuovo.
"Wah!! Tobyy!!" sento come se i piedi non siano sotto il mio controllo, tanto va veloce...sono completamente trascinata. Apre la porta di casa ed esce, senza mai fermarsi, neanche sugli scalini del porticato, dove sto per inciampare.
"Ehi ti prego! Rallen- ouch!!" una gran botta in piena faccia interrompe la mia supplica. Toby si è fermato improvvisamente, lasciando che la sottoscritta impattasse con 'dolce leggerezza' sulla sua schiena. Mi afferro il naso, la principale vittima dell'incidente, mentre mi lacrimano leggermente gli occhi (per la botta sul naso, non per il dolore! Specifichiamo.)
"Ma che?!" alzo uno sguardo incriminatorio verso l'altro, che però non ricambia la mia occhiata, infatti sta guardando da tutt'altra parte...o meglio, sta fissando intensamente da tutt'altra parte. Se dovessi fare un paragone, mi sembra quasi un segugio che ha puntato la preda. Getto lo sguardo verso la direzione di quello di Toby: leggermente nascosto da un albero e un folto cespuglio, noto un piccolo flash luminoso. Incuriosita, metto a fuoco, così facendo vedo un' ombra, sembra un ragazzo più o meno della mia età...che tiene in mano un telefonino per fare delle foto alla villa.
So bene che significa. Vengo trascinata da Toby dietro ad un albero mettendosi l'indice sulle labbra. Annuisco.
"Non possiamo permettere che divulghi quelle foto..." sussurra con voce più seria rispetto al solito.
Non perdo mai di vista l'intruso, che si sta incamminando via mentre osserva lo schermo luminoso del suo telefono...non sa in che guaio si è cacciato.
Lo seguiamo nell'ombra senza farci notare, Toby è molto agile e parecchio silenzioso, sembra tutt'un'altra persona rispetto al rumoroso ragazzo leggermente impacciato che è dentro casa...
Crack
Al rumore dello scrocchiare improvviso delle ossa di Toby mi parte un brivido che viaggia lungo tutta la mia schiena, il ragazzo che seguiamo si volta dietro di sé per il rumore, facendoci immobilizzare.
Andiamo avanti molto lentamente, così lentamente che raggiungiamo le abitazioni dopo più o meno...credo...UN SECOLO E MEZZO!
Quel ficcanaso è di una flemma indescrivibile! Ma finalmente riusciamo a raggiungere quella che sembra la casa del ragazzino. Aspettiamo nel confine del bosco finché l'altro non sparisce dietro la porta...dopodiché scattiamo attraverso la strada fino all'abitazione della nostra vittima.
Toby non dice una parola, cammina spedito fino alla parte posteriore della casa, fino alla porta sul retro. Stringe una delle sue mani intorno al pomello, scuotendolo un paio di volte.
"Tsk...è chiusa" esclama un po' scocciato.
"Bhe me lo aspettavo leggermente..." dico io ironica.
Toby si volta a me, l'ombra mi permette di intravedere i suoi occhi inviarmi uno sguardo di sfida, dopodiché posiziona una delle sue ascie sulla maniglia, per poi sfondarla con un' accettata. Mi copro il volto dalle scheggie di legno e per lo spavento.
"Toby?!" il ragazzo mi volge un sorriso provocatorio perfettamente visibile anche da sotto la stoffa.
Emetto un piccolo sbuffo.
"Non fai un po' troppo rumore?" chiedo con voce bassissima.
"Non mi preoccupa quello, un rumore leggero mette l'ansia nella vittima ed è più divertente!" risponde.
Un sorriso mi cresce sulle mie labbra...la sua replica è stata interessante.
Il pavimento in parquette cigola sotto i nostri piedi, ad ogni gradino delle scale aumenta sempre di più il mio battito cardiaco, afferro saldamente le forbici mentre inizio a controllare il respiro.
La stanza del ragazzo è un disordine assoluto: gli abiti sono sparsi sul pavimento, insieme a diversi caricabatterie di vari dispositivi, le ante dell'armadio son spalancate, le coperte in cui è coricato sono intrecciate e sscompost e il telefonino incriminato è posto sul comodino.
Toby si avvicina furtivamente alla vittima, che non si è ancora ridestata, mentre solleva sempre di più le sue fidate accette.
Nel mio petto cresce di nuovo quella sensazione bruciante, le mani fremono, voglio sentire ciò che si prova a far del male, devo far esplodere quella bolla che si sta gonfiando nel mio cuore. Un secondo prima che l'altro affondasse le lame nella carne della preda, si gira a me, guardando nei miei occhi fissi e vuoti sul volto del ragazzo dormiente. Abbassa le armi per poi fare un gesto di invito con la mano...Toby non è proprio il tipo che concede qualcosa di 'suo', ma non me lo faccio ripetere!
Mi accosto con cautela al letto, salendovi e strisciando fino ad arrivare faccia a faccia con l'altro. La sensazione sta crescendo sempre più, sta diventando insopportabile, ma allo stesso tempo, melliflua. È come se la odiassi e amassi contemporaneamente. Sposto le forbici alla giugulare della vittima, ancora ignara, che emettono un lievissimo rumore metallico.
Il ragazzo sbarra gli occhi.
Un urlo acutissimo, quasi femminile, arriva alle mie orecchie.
Caccio uno strillo per la sorpresa.
...e Toby grida anche lui.
Ci ritroviamo tutti e tre che cerchiamo di urlare più degli altri...che situazione imbarazzante...
Mentre sbraitiamo riesco a sentire dei pesanti passi nel pavimento in legno.
"CHI CAZZO È!?" nella stanza fa la sua comparsa un uomo grasso con una voce grossa e rauca, ma la cosa che attira di più la mia attenzione è la grossa mazza da baseball che brandisce. Perdo qualche anno.
"WAAAHHH! PAPÀ PAPÀ PAPÀ!!" il ragazzo mi grida nelle orecchie sfondandomi i timpani. Ha la voce di una ragazzina di tre anni!
L'omone ha iniziato a caricarmi volteggiando la mazza.
"TOBYYY!!!"
Mentre vedo l'oggetto in legno massello avvicinarsi pericolosamente alla mia faccia, vengo afferrata per il braccio e trascinata alla finestra.
Toby ci si getta di spalle, rompendola...pensavo l'avesse aperta!! Volto la testa di lato chiudendo gli occhi sia per non beccarmi il vetro infranto in pieno volto, sia per non contemplare il vuoto. Atterriamo in alcuni cespugli che erano proprio sotto di noi, ci metto un po' a riemergere dalle fronde, mentre Toby ne esce immediatamente.
"USCITE DALLA MIA PROPRIETÀ!!" il troglodita di poco prima riappare...mamma mia che palle!
A fatica, riesco ad uscire dal cespuglio. Toby riesce a parare la mazza con una delle sue accette.
"Ilah! Vai a fare ciò che devi fare!" mi dice con un sorriso a trentadue denti.
Annuisco e corro verso la porta di servizio. Salgo le scale come un fulmine, le forbici armano la mia mano sinistra e un sorriso malato mi si dipinge in volto. La stanza del ragazzino è vuota...o almeno così sembra... Mi fermo per qualche istante, tendendo le orecchie a qualsiasi rumore che attraversi la stanza. Nell'aria galleggia un lieve respiro, lo sapevo~
"So che sei qui~" dico con tono giocoso.
Si diffonde un piccolo gemito nello spazio e una piccola risatina fugge dalle mie labbra. Controllo sotto il letto, vuoto. Rialzandomi sposto lo sguardo sul grande arnadio, le sue ante, prima spalancate, ora sono chiuse. Mi si riaccende la furia mentre mi avvicino.
"Ow...credo che il gioco sia già finito..."
Apro il nascondiglio, rivelando il ragazzo. Ha le ginocchia strette al petto e i suoi occhi sono spalancati e pieni di lacrime e paura. Mi inginocchio davanti a lui, tirandogli i capelli indietro e lasciando che il suo collo resti scoperto alle lame della mia arma, che poggio sulla pelle delicata. Lui non si muove per la paura.
"Impara a non ficcare il naso in affari che non ti riguardano..." la voce mi esce rabbiosa, molto differente a prima...il bello, è che non so quello che sto facendo! È di nuovo il mio istinto che mi guida, ma credo che in questa situazione vada bene. Le pupille del ragazzo sembrano farsi minuscole, non gli do il tempo di urlare che affondo le forbici nella giugulare. Il suo sangue schizza sul mio volto con un suono liquido, cola sulla sua maglia e sporca le pareti in legno dell'armadio, mentre esala il suo ultimo respiro. Mi rialzo, le braccia e le gambe tremano per via dell' adrenalina...la mia prima uccisione, mamma mia non ci credo!!
Devo assolutamente dirlo a Toby!!
Scendo le scale come se volassi e mi precipito fuori l'abitazione.
"Toby Toby Toby!!! Ce l'ho fatta!!"
Il ragazzo mi sta aspettando, le accette sono completamente grondanti di sangue, come i suoi abiti, ai suoi piedi giace con la faccia rivolta al terreno e la testa spaccata, l'ormone con cui l'ho visto farsi da fare prima...
"È la tua prima uccisione! Questa te la ricorderai per sempre!"
Sorrido ingenuamente.
"Davvero?!"
"Sì! Anch'io ricordo la prima volta che ho tolto la vita ad una persona!"
"E com'è stato!?"
"...hehe...magnifico~"
"Oh non vedo l'ora di dirlo agli altri!!" dico mentre inizio a correre in direzione della boscaglia.
Voglio vedere al più presto le loro espressioni sorprese!!

 


*Ah...finalmente Ilah ce l'ha fatta! Era ora!
Ilah: yay!!
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento~
Dark: sei noiosa~
*la fissa* e che mi diciate chi vorreste come prossimo istruttore, insomma, come sempre!
Per ora, ciao!!

   
 
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