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Autore: Ely 91    08/01/2015    4 recensioni
[Newt/Thomas; Newtmas]
I. The Fight
II. The Snow
III. The Drunk
IV. The Hand
V. The Trip
“Come mi hai chiamato? Isaac?” domandò, come se non fosse stato certo di aver sentito bene.
“Isaac. Come Isaac Newton, no?” chiarì Thomas e a quel punto Newt arrossì vagamente, sorprendendo l’altro.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Minho, Newt, Thomas
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ABOUT US

 

III. THE DRUNK

 

“Regola numero uno.
Non fare il pivello”
Teresa aveva alzato un dito, come a voler portare il conto di quello che sarebbe stato un lungo elenco.
Thomas deglutì e annuì, alla stregua di un soldato davanti al proprio superiore, lasciandole modo di continuare.
Si trovavano nella sua stanza; lui era seduto sul letto, Teresa invece era in piedi di fronte a lui e lo osservava come una severa insegnante.
Forse chiederle aiuto non era stata una grande idea, si ritrovò a pensare il ragazzo, ma tuttavia non avrebbe saputo chi altro consultare per quel tipo di… cosa.
Di certo non avrebbe potuto dire a Minho:
“Ehi amico, mi aiuti ad organizzare una serata perfetta a casa con Newt? Ho voglia di passare del tempo con lui, ma non sono mai uscito con un ragazzo. In realtà non credevo nemmeno che mi piacessero”
Nah, pessima idea.
Minho avrebbe detto qualcosa del tipo:
“Donna e uomo uguale sesso, no?
Sbagliato! Questa è una legge universale, il sesso è per tutti!”
E poi avrebbe aggiunto sicuramente qualcosa di sconcio capace di farlo arrossire come uno scolaretto.
Forse avrebbe dovuto parlare con Aris, ma temeva che riferisse tutto a Teresa. E a quel punto lei sarebbe stata furiosa per essere stata esclusa da colui che credeva suo amico.
No, aveva agito nel migliore dei modi.
Teresa sapeva sempre tutto, e per quanto potesse apparire saccente alle volte, era in realtà una ragazza piena di risorse.
Astuta. Bella. Letale.
“Regola numero due” stavolta alzò l’indice “non rendere questa serata pressante come un appuntamento”
“Quindi non devo considerarlo un appuntamento?” domandò.
“Certo che devi considerarlo un appuntamento!” esclamò di rimando l’altra.
Thomas aggrottò la fronte. Ok, era abbastanza confuso.
“Non ti seguo” dichiarò, mentre la ragazza roteò gli occhi.
“Quello che sto cercando di dirti è che deve essere considerato un appuntamento. Ma niente nervosismo, niente alte aspettative, niente imbarazzanti silenzi. Spoglialo di tutte le sfaccettature negative. E magari spoglia anche Newt”
Thomas divenne rosso come un pomodoro e boccheggiò incredulo.
“Parli come Minho” le disse e stranamente Teresa si limitò ad accennare un debole sorriso malizioso.
“Bene, dopo essermi goduta la tua espressione impagabile, passiamo al terzo punto.
Non vestirti come un pinguino”
“Okay, ricevuto”
“E non vestirti nemmeno come uno che è appena tornato da una corsetta.
Niente pantaloni della tuta” si raccomandò.
“Ma io amo i pantaloni della tuta!” protestò l’altro, ricevendo in risposta un’occhiataccia.
“Prima o poi te li brucerò tutti.
Comunque, tornando all’appuntamento, regola numero quattro: non stringergli la mano per salutarlo”
“Cosa ti fa pensare che potrei salutarlo in questa maniera?” Thomas inarcò un sopracciglio, basito.
“Me lo fa pensare il fatto che sarai imbarazzatissimo quando te lo ritroverai davanti e avrai la consapevolezza che ormai è fatta”
“Ormai è fatta cosa?”
“Nel momento in cui Newt varcherà la soglia di casa tua, qualunque cosa succeda, nel bene o nel male, non potrete più tornare ad essere semplici amici”
Thomas sgranò gli occhi e chinò di poco il volto, realizzando quanto Teresa avesse dannatamente ragione.
Era spaventato? Da matti.
Voleva lasciare le cose come stavano con Newt? Neanche per sogno. Quello che aveva compreso di provare per lui era troppo forte per essere represso e messo da parte.
Rialzò il viso e guardò deciso la sua amica.
“Va’ avanti” le disse.

Thomas si guardò allo specchio un’ultima volta.
Teresa lo aveva aiutato a scegliere cosa mettere e insieme avevano raggiunto un compromesso: uno stile casual ma non trasandato.
Aveva indossato una t-shirt verde scuro, dei jeans, le sue Nike e sistemato i capelli con il gel con meticolosa attenzione.
Si sentiva come al suo primo appuntamento e, forse, poteva proprio essere considerato tale.
Aveva frequentato diverse ragazze, ma mai un ragazzo.
Il campanello suonò svariate volte. Newt sembrava impaziente quasi quanto lui.
Prese un respiro profondo e si diresse alla porta, grato come non mai che i suoi genitori fossero via per il weekend.
Quando l’aprì, tuttavia, si ritrovò a guardare meravigliato il suo ospite.
Non si trattava di Newt, bensì di…
“Minho! Cosa ci fai qui?” domandò, osservando la sua espressione vuota, le guance arrossate dall’alcool e la bottiglia di vodka che stringeva, barcollando, in una mano.
“Ehiiiiii Thomas!!! Sciao!!!” esclamò questo, sbiascicando tutte le parole e appoggiando una mano sulla sua spalla per mantenersi in equilibrio.
“Ma cosa è successo? Perché ti sei ubriacato e da solo?” gli domandò, sorreggendolo e trascinandolo fino al divano in soggiorno.
Non che Minho ci andasse leggero con l’alcool, ma non l’aveva mai visto ridursi in quelle condizioni senza la compagnia e la scusa di una festa.
“La vita è uno scifo, Thomas…amico mio… e le donne... oh, loro sono il male, il male!”
Thomas aggrottò la fronte, cercando inutilmente di togliergli la bottiglia dalla mano. Minho sembrava aver incollato le dita al vetro.
In quello stesso istante, il campanello suonò nuovamente, interrompendo quel tiro alla fune con la vodka.
Il cuore di Thomas perse un battito, ma la presenza di Minho rendeva tutto ancor più complesso, se possibile.
Aprì la porta, cercando di rilassarsi e sulla soglia, come previsto, comparve Newt.
Indossava la sua giacca marrone, la sua solita sciarpa grigia e il ciuffo biondo era in disordine, quasi avesse corso per arrivare il prima possibile.
Si sorrisero, ma pochi secondi dopo, Minho chiamò a gran voce Thomas, rivelando così la sua presenza anche all’ultimo arrivato.
“Thooooomaaaaaaasssss”
“Sbaglio, o questa è la voce di Minho?” domandò l’altro, sinceramente perplesso.
“Non sbagli affatto” confermò Thomas, mostrando un certo dispiacere per quell’intromissione non prevista.
“Credevo saremmo stati solo noi due, Tommy” asserì Newt e Thomas poté notare una punta di delusione nei suoi occhi nocciola.
“Ma infatti  era così!” si affrettò a precisare “ma pochi minuti fa, Minho si è presentato qui, ubriaco, con della vodka e sembra abbastanza sconvolto per una donna”
Newt scosse la testa divertito, quasi se lo aspettasse da Minho, e superò Thomas, raggiungendo il moro che blaterava parole incomprensibili sdraiato sul divano.
“Minho, ehi” lo salutò Newt, piegandosi sulle ginocchia e dandogli una leggera pacca sulla spalla “che succede?”
Thomas nel frattempo li aveva raggiunti, posizionandosi in piedi all’altro capo del sofà.
Minho guardò qualche istante lui, poi Newt, infine sorrise sornione.
“Ragazzi, lo sapete che siete bellissimi? Siete davvero bellissimi e io vi adoro! Bellissimi” ripeté, mentre gli altri due ridacchiarono.
“Grazie Minho, anche tu sei bellissimo” ribadì Thomas.
“Oh, ma io lo so di essere bellissimo!” protestò quello, facendo poi un lungo sorso dalla bottiglia.
“Ehi, questa perché non la dai a me?” Newt afferrò il collo della bottiglia, proprio come Thomas aveva fatto poco prima, ma Minho sembrava deciso a non mollare la presa.
“Nooo, non mi porterai via l’amore della mia vita” si lamentò.
“Andiamo, faccia di caspio, noi abbiamo sempre condiviso tutto” gli fece notare Newt, ottenendo a quel punto una resa da parte dell’altro, che la lasciò andare.
Newt la soppesò qualche attimo, fece un lungo sorso e poi la poggiò sul tavolinetto alle sue spalle.
“Okay, ora sono pronto a psicanalizzare un Minho ubriaco” ironizzò - facendo ridere di rimando Thomas- per poi rivolgersi al ragazzo steso sul divano “allora, si può sapere dove sei stato prima di venire qui?”
“A bere! Non è ovvio?” esclamò Minho, facendo scuotere la testa ai suoi amici.
“Questo l’avevamo capito, Capitan Ovvio, ma vorremmo sapere con chi”
Minho lanciò un lamento indecifrabile, prima di fornire loro una risposta.
“Teresa” disse semplicemente.
Newt e Thomas si guardarono stupiti. Lo aveva detto sul serio?
“Stai parlando della stessa Teresa che conosciamo tutti, vero?” provò a domandare Thomas.
“Si!” esclamò l’altro, risentito. “Sto parlando di  Teresa Agnes, quella stronza saccente del cazzo”
“Okay, non ci sono dubbi sul fatto che sia la nostra Teresa” appurò Newt, trattenendo una risata. “Cosa è successo, Minho?”
“Stavamo bevendo” lo disse alla stregua di un lamento “sapete, ultimamente ci siamo visti spesso ed è successa una cosa assurda”
“Assurda? Ovvero?” lo spronò Thomas.
“Ho scoperto che quella stronza saccente del cazzo mi piace. Mi piace davvero”
Thomas guardò Newt, esterrefatto. “L’ha detto sul serio?” chiese.
“L’ha detto sul serio” confermò l’altro, sorridendo malizioso, per poi rivolgersi a Minho “cosa è andato storto?”
“Ho provato a baciarla” dichiarò, quasi con solennità “e lei mi ha dato uno schiaffo. Mi ha detto che ho rovinato tutto e se n’è andata via”
“E a quel punto hai bevuto per entrambi” concluse per lui il biondo.
“Già” Minho lanciò un altro indefinito lamento.
“Vedrai che risolverete tutto, non preoccuparti. Conosci Teresa, sai quanto sia impulsiva. Scommetto che sia molto dispiaciuta per l’accaduto” lo rassicurò Thomas.
“Sono d’accordo con lui” asserì Newt “quindi adesso ti facciamo un bel caffè, va bene?”
Minho scosse la testa. “No, ragazzi, sedetevi vicino a me, non lasciatemi solo”
Thomas guardò Newt, che gli fece un segno d’assenso. Tanto valeva assecondarlo e placare il suo sconvolgimento.
I due, quindi, si sedettero alle due estremità del divano, le uniche lasciate libere dal moro.
Per un po’ di secondi nessuno disse nulla e il respiro di Minho, irregolare e pesante fino a quel momento, divenne gradualmente regolare e leggero.
Si era addormentato.
“Guardalo, sembra un bambino indifeso” disse Newt, con una nota di dolcezza nella voce.
“Già” Thomas accennò un sorriso “chi l’avrebbe mai detto, Minho e Teresa”
“Chi l’avrebbe mai detto” gli fece eco Newt, il tono serio ma leggero “io e te”
Quell’ultima affermazione fece sobbalzare appena Thomas.
Quindi era tutto reale, stava accadendo davvero.
Teresa aveva ragione, a quel punto tornare indietro sarebbe stato impossibile. Ma lui non aveva affatto voglia di tornare sui suoi passi.
“Sai, Newt… credo che tu mi piaccia come Teresa piace a Minho”
E avrei anche io voglia di baciarti, avrebbe  voluto aggiungere.
Newt lo guardò con intensità, gli occhi nocciola più luminosi e al contempo profondi.
“Tommy...anche tu…” fece per dire, ma la voce di Minho tornò a farsi sentire, interrompendolo.
“Anche voi mi piacete tanto ragazzi, io vi amo” blaterò, gli occhi chiusi e un rivolo di bava che gli usciva dalle labbra schiuse.
A quel punto trattenersi dal ridere fu impossibile.

 

NEXT: THE HAND


Ed eccomi qui, con il terzo capitolo!
Rispetto la seconda, questa terza one-shot mi soddisfa di più e spero che anche per voi possa rivelarsi una piacevole lettura.
A tal proposito ringrazio tutte le magnifiche persone che hanno aggiunto la raccolta tra le preferite/seguite/ricordate e le ragazze che hanno recensito <3
Sono felice di aver suscitato l’interesse anche di chi non shippa Newt e Thomas come coppia e di aver reso l’attesa del bacio tra i due sempre più “forte” <3 E rimanendo in tema “bacio”, sappiate che è più vicino di quanto possa sembrare xD

Un bacione,
Ely 91



 

   
 
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