ABOUT US
III. THE DRUNK
“Regola numero uno.
Non fare il pivello”
Teresa aveva alzato un dito, come a voler portare il conto di quello che
sarebbe stato un lungo elenco.
Thomas deglutì e annuì, alla stregua di un soldato davanti al proprio
superiore, lasciandole modo di continuare.
Si trovavano nella sua stanza; lui era seduto sul letto, Teresa invece era in
piedi di fronte a lui e lo osservava come una severa insegnante.
Forse chiederle aiuto non era stata una grande idea, si ritrovò a pensare il
ragazzo, ma tuttavia non avrebbe saputo chi altro consultare per quel tipo di… cosa.
Di certo non avrebbe potuto dire a Minho:
“Ehi amico, mi aiuti ad organizzare una serata perfetta a casa con Newt? Ho
voglia di passare del tempo con lui, ma non sono mai uscito con un ragazzo. In
realtà non credevo nemmeno che mi piacessero”
Nah, pessima idea.
Minho avrebbe detto qualcosa del tipo:
“Donna e uomo uguale sesso, no?
Sbagliato! Questa è una legge universale, il sesso è per tutti!”
E poi avrebbe aggiunto sicuramente qualcosa di sconcio capace di farlo
arrossire come uno scolaretto.
Forse avrebbe dovuto parlare con Aris, ma temeva che riferisse tutto a Teresa.
E a quel punto lei sarebbe stata furiosa per essere stata esclusa da colui che
credeva suo amico.
No, aveva agito nel migliore dei modi.
Teresa sapeva sempre tutto, e per quanto potesse apparire saccente alle volte,
era in realtà una ragazza piena di risorse.
Astuta. Bella. Letale.
“Regola numero due” stavolta alzò l’indice “non rendere questa serata pressante
come un appuntamento”
“Quindi non devo considerarlo un appuntamento?” domandò.
“Certo che devi considerarlo un appuntamento!” esclamò di rimando l’altra.
Thomas aggrottò la fronte. Ok, era abbastanza confuso.
“Non ti seguo” dichiarò, mentre la ragazza roteò gli occhi.
“Quello che sto cercando di dirti è che deve essere considerato un
appuntamento. Ma niente nervosismo, niente alte aspettative, niente
imbarazzanti silenzi. Spoglialo di tutte le sfaccettature negative. E magari
spoglia anche Newt”
Thomas divenne rosso come un pomodoro e boccheggiò incredulo.
“Parli come Minho” le disse e stranamente Teresa si limitò ad accennare un
debole sorriso malizioso.
“Bene, dopo essermi goduta la tua espressione impagabile, passiamo al terzo
punto.
Non vestirti come un pinguino”
“Okay, ricevuto”
“E non vestirti nemmeno come uno che è appena tornato da una corsetta.
Niente pantaloni della tuta” si raccomandò.
“Ma io amo i pantaloni della tuta!” protestò l’altro, ricevendo in risposta
un’occhiataccia.
“Prima o poi te li brucerò tutti.
Comunque, tornando all’appuntamento, regola numero quattro: non stringergli la
mano per salutarlo”
“Cosa ti fa pensare che potrei salutarlo in questa maniera?” Thomas inarcò un
sopracciglio, basito.
“Me lo fa pensare il fatto che sarai imbarazzatissimo quando te lo ritroverai
davanti e avrai la consapevolezza che ormai è fatta”
“Ormai è fatta cosa?”
“Nel momento in cui Newt varcherà la soglia di casa tua, qualunque cosa
succeda, nel bene o nel male, non potrete più tornare ad essere semplici amici”
Thomas sgranò gli occhi e chinò di poco il volto, realizzando quanto Teresa
avesse dannatamente ragione.
Era spaventato? Da matti.
Voleva lasciare le cose come stavano con Newt? Neanche per sogno. Quello che
aveva compreso di provare per lui era troppo forte per essere represso e messo
da parte.
Rialzò il viso e guardò deciso la sua amica.
“Va’ avanti” le disse.
Thomas si guardò allo specchio un’ultima volta.
Teresa lo aveva aiutato a scegliere cosa mettere e insieme avevano raggiunto un
compromesso: uno stile casual ma non trasandato.
Aveva indossato una t-shirt verde scuro, dei jeans, le sue Nike e sistemato i capelli con il gel con meticolosa attenzione.
Si sentiva come al suo primo appuntamento e, forse, poteva proprio essere
considerato tale.
Aveva frequentato diverse ragazze, ma mai un ragazzo.
Il campanello suonò svariate volte. Newt sembrava impaziente quasi quanto lui.
Prese un respiro profondo e si diresse alla porta, grato come non mai che i
suoi genitori fossero via per il weekend.
Quando l’aprì, tuttavia, si ritrovò a guardare meravigliato il suo ospite.
Non si trattava di Newt, bensì di…
“Minho! Cosa ci fai qui?” domandò, osservando la sua espressione vuota, le
guance arrossate dall’alcool e la bottiglia di vodka che stringeva,
barcollando, in una mano.
“Ehiiiiii Thomas!!! Sciao!!!” esclamò
questo, sbiascicando tutte le parole e appoggiando una mano sulla sua spalla
per mantenersi in equilibrio.
“Ma cosa è successo? Perché ti sei ubriacato e da solo?” gli domandò,
sorreggendolo e trascinandolo fino al divano in soggiorno.
Non che Minho ci andasse leggero con l’alcool, ma non l’aveva mai visto ridursi
in quelle condizioni senza la compagnia e la scusa di una festa.
“La vita è uno scifo, Thomas…amico
mio… e le donne... oh, loro sono il male, il male!”
Thomas aggrottò la fronte, cercando inutilmente di togliergli la bottiglia
dalla mano. Minho sembrava aver incollato le dita al vetro.
In quello stesso istante, il campanello suonò nuovamente, interrompendo quel
tiro alla fune con la vodka.
Il cuore di Thomas perse un battito, ma la presenza di Minho rendeva tutto
ancor più complesso, se possibile.
Aprì la porta, cercando di rilassarsi e sulla soglia, come previsto, comparve
Newt.
Indossava la sua giacca marrone, la sua solita sciarpa grigia e il ciuffo
biondo era in disordine, quasi avesse corso per arrivare il prima possibile.
Si sorrisero, ma pochi secondi dopo, Minho chiamò a gran voce Thomas, rivelando
così la sua presenza anche all’ultimo arrivato.
“Thooooomaaaaaaasssss”
“Sbaglio, o questa è la voce di Minho?” domandò l’altro, sinceramente
perplesso.
“Non sbagli affatto” confermò Thomas, mostrando un certo dispiacere per
quell’intromissione non prevista.
“Credevo saremmo stati solo noi due, Tommy” asserì Newt e Thomas poté notare
una punta di delusione nei suoi occhi nocciola.
“Ma infatti era così!” si affrettò a
precisare “ma pochi minuti fa, Minho si è presentato qui, ubriaco, con della
vodka e sembra abbastanza sconvolto per una donna”
Newt scosse la testa divertito, quasi se lo aspettasse da Minho, e superò Thomas,
raggiungendo il moro che blaterava parole incomprensibili sdraiato sul divano.
“Minho, ehi” lo salutò Newt, piegandosi sulle ginocchia e dandogli una leggera
pacca sulla spalla “che succede?”
Thomas nel frattempo li aveva raggiunti, posizionandosi in piedi all’altro capo
del sofà.
Minho guardò qualche istante lui, poi Newt, infine sorrise sornione.
“Ragazzi, lo sapete che siete bellissimi? Siete davvero bellissimi e io vi
adoro! Bellissimi” ripeté, mentre gli altri due ridacchiarono.
“Grazie Minho, anche tu sei bellissimo” ribadì Thomas.
“Oh, ma io lo so di essere bellissimo!” protestò quello, facendo poi un lungo
sorso dalla bottiglia.
“Ehi, questa perché non la dai a me?” Newt afferrò il collo della bottiglia,
proprio come Thomas aveva fatto poco prima, ma Minho sembrava deciso a non
mollare la presa.
“Nooo, non mi porterai via l’amore della mia vita” si lamentò.
“Andiamo, faccia di caspio, noi abbiamo sempre condiviso tutto” gli fece notare
Newt, ottenendo a quel punto una resa da parte dell’altro, che la lasciò andare.
Newt la soppesò qualche attimo, fece un lungo sorso e poi la poggiò sul
tavolinetto alle sue spalle.
“Okay, ora sono pronto a psicanalizzare un Minho ubriaco” ironizzò - facendo
ridere di rimando Thomas- per poi rivolgersi al ragazzo steso sul divano
“allora, si può sapere dove sei stato prima di venire qui?”
“A bere! Non è ovvio?” esclamò Minho, facendo scuotere la testa ai suoi amici.
“Questo l’avevamo capito, Capitan Ovvio,
ma vorremmo sapere con chi”
Minho lanciò un lamento indecifrabile, prima di fornire loro una risposta.
“Teresa” disse semplicemente.
Newt e Thomas si guardarono stupiti. Lo aveva detto sul serio?
“Stai parlando della stessa Teresa che conosciamo tutti, vero?” provò a
domandare Thomas.
“Si!” esclamò l’altro, risentito. “Sto parlando di Teresa Agnes, quella stronza saccente del
cazzo”
“Okay, non ci sono dubbi sul fatto che sia la nostra Teresa” appurò Newt,
trattenendo una risata. “Cosa è successo, Minho?”
“Stavamo bevendo” lo disse alla stregua di un lamento “sapete, ultimamente ci
siamo visti spesso ed è successa una cosa assurda”
“Assurda? Ovvero?” lo spronò Thomas.
“Ho scoperto che quella stronza saccente del cazzo mi piace. Mi piace davvero”
Thomas guardò Newt, esterrefatto. “L’ha detto sul serio?” chiese.
“L’ha detto sul serio” confermò l’altro, sorridendo malizioso, per poi
rivolgersi a Minho “cosa è andato storto?”
“Ho provato a baciarla” dichiarò, quasi con solennità “e lei mi ha dato uno
schiaffo. Mi ha detto che ho rovinato tutto e se n’è andata via”
“E a quel punto hai bevuto per entrambi” concluse per lui il biondo.
“Già” Minho lanciò un altro indefinito lamento.
“Vedrai che risolverete tutto, non preoccuparti. Conosci Teresa, sai quanto sia
impulsiva. Scommetto che sia molto dispiaciuta per l’accaduto” lo rassicurò Thomas.
“Sono d’accordo con lui” asserì Newt “quindi adesso ti facciamo un bel caffè,
va bene?”
Minho scosse la testa. “No, ragazzi, sedetevi vicino a me, non lasciatemi solo”
Thomas guardò Newt, che gli fece un segno d’assenso. Tanto valeva assecondarlo
e placare il suo sconvolgimento.
I due, quindi, si sedettero alle due estremità del divano, le uniche lasciate
libere dal moro.
Per un po’ di secondi nessuno disse nulla e il respiro di Minho, irregolare e
pesante fino a quel momento, divenne gradualmente regolare e leggero.
Si era addormentato.
“Guardalo, sembra un bambino indifeso” disse Newt, con una nota di dolcezza
nella voce.
“Già” Thomas accennò un sorriso “chi l’avrebbe mai detto, Minho e Teresa”
“Chi l’avrebbe mai detto” gli fece eco Newt, il tono serio ma leggero “io e te”
Quell’ultima affermazione fece sobbalzare appena Thomas.
Quindi era tutto reale, stava accadendo davvero.
Teresa aveva ragione, a quel punto tornare indietro sarebbe stato impossibile.
Ma lui non aveva affatto voglia di tornare sui suoi passi.
“Sai, Newt… credo che tu mi piaccia come Teresa piace a Minho”
E avrei anche io voglia di baciarti,
avrebbe voluto aggiungere.
Newt lo guardò con intensità, gli occhi nocciola più luminosi e al contempo
profondi.
“Tommy...anche tu…” fece per dire, ma la voce di Minho tornò a farsi sentire,
interrompendolo.
“Anche voi mi piacete tanto ragazzi, io vi amo” blaterò, gli occhi chiusi e un
rivolo di bava che gli usciva dalle labbra schiuse.
A quel punto trattenersi dal ridere fu impossibile.
NEXT:
THE HAND
Ed eccomi qui, con
il terzo capitolo!
Rispetto la seconda, questa terza one-shot mi soddisfa di più e spero che anche
per voi possa rivelarsi una piacevole lettura.
A tal proposito ringrazio tutte le magnifiche persone che hanno aggiunto la
raccolta tra le preferite/seguite/ricordate e le ragazze che hanno recensito
<3
Sono felice di aver suscitato l’interesse anche di chi non shippa Newt e Thomas
come coppia e di aver reso l’attesa del bacio tra i due sempre più “forte”
<3 E rimanendo in tema “bacio”, sappiate che è più vicino di quanto possa
sembrare xD
Un bacione,
Ely 91