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Autore: IsaMor    08/01/2015    1 recensioni
...sentì una mano ferma posarsi sulla sua spalla: "Signor Hiddleston, mi perdoni se la importuno. Sono un suo ammiratore.
Thomas l'osservò e vide un uomo alto, della sua stessa età, capelli nero corvino legati in un'elegante coda...Aveva un'aria famigliare, pensò.
"Ci conosciamo?", la domanda gli uscì spontanea.
"Sì, io... Ehm... Come posso dirlo? Io sono lei!", indicando Thomas con un dito delicato e stranamente accusatore...
..."Tom, smettila! Non dire che credi ad una cosa così assurda?"
Thomas alzò lo sguardo in lacrime e tremante verso l'amico in attesa spasmodica di sentirgli dire quella frase: "Tom, tu non hai ucciso nessuno! "
Genere: Generale, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ossessioni inglesi'
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CAPITOLO XIX

Fuori dalla grande finestra c'era ancora il buio, le tende chiuse sembravano sigillare quella stanza dalla crudeltà del mondo.
Una piccola abajur al fianco del letto, aveva illuminato fiocamente i loro corpi sudati che ne riflettevano la luce. Ora illuminava soprattutto l'ampio piumone.
Will si era accoccolato sul lato sinistro del corpo di Thomas e l'altro l'aveva coperto con il piumone e stretto a sè per non farlo raffreddare.
Thomas non riusciva a ricordare da quanto tempo Will fosse diventato così dolce e tenero, era sempre stato lui a dare l'impressione del gattino smarrito, invece dopo aver ascoltato la sua storia e aver ricordato quel "ti amo" detto in un momento in cui non era sicuro di poterlo considerare seriamente, visto l'inseguimento da parte della polizia, ora capiva che persona fosse davvero l'uomo con cui aveva fatto l'amore.
Gli accarezzo il braccio fino alla spalla. Lo sentì muovere il viso poggiato tra il suo petto e il suo collo. Era sveglio.
"Come va la spalla?", gli sussurrò Thomas.
"Forse, non dovevo appoggiarmi troppo sul braccio sinistro.", la voce non aveva perso sensualità.
"Vuoi del ghiaccio? Di là c'è anche la pomata che ti ho preso prima, vado..."
"No, resta qui! Passerà."
Will si strinse a lui, non voleva più lasciarlo andare. Il resto del mondo di fuori poteva attendere e anche il dolore non aveva nessuna importanza, finchè erano chiusi in quell'appartamento e stretti al caldo dei loro corpi e della seta azzurra che li circondava.
"Tu come ti senti?"
Thomas sorrise, era a disagio.
Will sollevò un pò la testa, quanto bastava per notare quel sorriso tra il malizioso e l'imbarazzato, sorrise anche lui.
Will sussurrò in modo molto lascivo: "Prometto che non sarà sempre così, e poi quello era solo l'inizio, il meglio deve ancora arrivare!"
Anche se non avesse afferrato il significato di quelle parole, ne avrebbe ugualmente intuito il senso dal tono.
Thomas arrossì mantenendo il sorriso malizioso.
L'altro avvicinò il viso al suo: "Sai, è strano!", lo guardò in quei occhi che potevano chiedergli tutto e lui glielo avrebbe concesso.
"Cos'è strano?"
"Incontrarsi così!"
"Così com'è?", non lo seguiva.
"Così! In un'altra situazione tu non mi avresti neanche guardato e io ti avrei considerato solo un attore belloccio e viziato, invece è servito un omicidio per farci incontrare!"
"Più di uno!", lo corresse.
"Pensi che potremmo stare insieme con tali basi? Freeman era un bastardo e non m'importa della sua morte, ma Luke, forse Benedict e anche Kenneth in quello stato, sono il risurtato delle mie indagini. La morte mi ha seguito da Dublino! Un giorno potresti farmene una colpa e io non lo sopporterei!"
Will sembrava volesse piangere. Era davvero strano vederlo in quello stato.
"Non accadrà! So bene che tu non ne hai colpa se qualcuno ha deciso di far del male alle persone a me più care. Adesso ho te! E ringrazio Dio di averti mandato da me!", sussurrò l'attore.
"Tom, mi ami?"
L'uomo trattenne il respiro per un attimo, era stato preso alla sprovvista, spostò lo sguardo sorridendo. Sapeva bene cosa rispondere, ma non ci riusciva. Scelse la cosa più semplice da fare per evitare di dare la risposta, baciarlo.
Era un bacio delicato che sciolse i timori di Will e ogni tentativo di avere una vera risposta.
Però, inaspettatamente fermandosi a guardare quelle due stelle verde smeraldo, quelle parole gli sfuggirono, semplicemente perché non appartenevano alle sue labbra, ma al cuore dell'altro.
"Ti amo Will!"
Quando realizzò d'aver detto ciò che ancora invano cercava di nascondere, capì d'aver fatto la cosa giusta.
Will s'illuminò e riprese a baciarlo dolcemente.
Thomas sentì il respiro rallentare e il desiderio avvampare, però decise di fermarsi. Will l'osservò incredulo.
"Cosa c'è? Puoi stare tranquillo! Ho intenzioni di farti provare qualcosa di molto piacevole, a differenza di prima.", l'uomo era divertito.
"È per questo che voglio fermarmi! Abbiamo tanto tempo davanti a noi. Voglio godermi tutto con calma! Abbiamo corso già abbastanza, non c'è fretta!"
Will apprezzò la cosa, in fondo, avevano tanto tempo per stare insieme. Godersi le carezze di Thomas, era altrettanto piacevole, però voleva provocarlo: "Peggio per lei signor Hiddleston, è la prima volta che qualcuno mi dice di no ad un'offerta così generosa! Spero non diventi un'abitudine?"
"Non credo accadrà agente Laing!"
Thomas riprese ad accarezzarlo, con la punta delle dita, lungo la schiena, scivolando su un fianco e lo sentì sussultare.
"Non dirmi che sei teso?", ripensando ai giochi di prima.
"No, sei tu che mi fai il solletico!"
"Un agente tosto come te, soffre il solletico!", era divertito.
L'altro lo guardò infastidito: "Non farti venire strane idee! Sono ferito ad una spalla, abbi pietà!"
Thomas lo guardò di nuovo negli occhi con aria di sfida, ma poi si limitò ad una carezza gentile con il palmo della mano che dal fianco terminò sulla schiena, per poi tirarlo al suo petto e stringerlo in cerca di riposo.
Il telefono squillo due minuti dopo. Fu Thomas a rispondere.
"Pronto. Sì detective. Ok, glielo riferisco!", mise giù.
Will non aveva ascoltato la telefonata.
"Cosa succede?"
"Andrews ci vuole pronti tra un'oretta, per farci scortare alla sede centrale dell'INTERPOL. Ha detto che questa storia di Ben, ha incuriosito tutti, compresi quelli dei servizi segreti. Vogliono parlarci!", era preoccupato.
"Ci sarà ben poco da dire!"
Si alzarono entrambi dal letto, Will con fatica, la spalla più passava il tempo e più peggiorava. Si ripromise di starci più attento.
Anche Thomas sembrava avere qualche problemino ai muscoli delle cosce, muscoli che non sapeva neanche d'avere. Will si trattenne dal commentare, il disagio che causava avere quel tipo di rapporto la prima volta era difficile da accettare, lui c'era passato a vent'anni e non immaginava cosa potesse essere per un uomo di trentatre.
"Will, oltre ad Andrews e ai servizi segreti, ci saranno anche tuo padre e Damian."
Will abbassò lo sguardo, chiaramente pensieroso. Poi lo risollevò verso Thomas.
"Mi toccherà darmi una sistemata! Non credo che papà sarebbe felice di vedermi in questo stato."
Aveva tutti i capelli, oramai corti, scompigliati e la barba di un solo giorno, ma quasi sicuramente agli occhi del vice-capo non era ammessa.
"Usa il mio bagno. Troverai tutto a portata di mano, ci sono dei rasorii nuovi nel mobiletto. Io metto su il caffè."
Will gli passo accanto completamente nudo, odorava di sudato e di buono pensò Thomas, ma prima di entrare in bagno, tornò indietro e gli diede uno di quei baci dolci che solo lui sapeva dare.
Entrò in bagno e si infilò sotto la doccia.
Quando uscì mezz'ora dopo, con indosso solo l'asciugamano, era completamente pulito, sbarbato e profumato.
Anche Thomas si era lavato nell'altro bagno e vestito casual, in più aveva una tazza di caffè per Will ed aveva tirato fuori dalla cabina armadio un vestito blu e l'aveva pogiato sul letto oscenamente disfatto. Gli aveva trovato tutti gli indumenti, in fondo portavano quasi la stessa taglia, tranne per il torace e le scarpe, ma per quelle Will aveva le sue nere.
Gli passo il caffè, lui sembrava a disagio.
"Non ti piace il vestito? Ho pensato che fosse il più adatto ad un incontro di lavoro."
"Sì, mi piace e solo che deve valere molto. Non credo di poterlo indossare...",
"Ehi, nessuno penserà che tu sia corrotto se metti per una volta un completo di buona qualità!"
"No, non lo penseranno! Penseranno solo che ho frugato nel armadio del mio ricco ragazzo!"
Thomas gli sorrise, capiva il suo disagio, doveva incontrare suo padre e il suo ex. Era una situazione difficile. Lo lasciò con i suoi timori, mentre cercava un cappotto da abbinare.
Quando tornò, si era infilato quasi tutto tranne camicia, cravatta e giacca. Decise d'aiutarlo per via della spalla, passandogli prima la pomata e poi infilandogli la camicia per poi abbottonargliela, mentre l'altro lo provocava con baci sul collo.
Una volta messo anche il cappotto, Thomas gli concesse un minuto per un bacio così intenso, che l'intenzione di togliersi di nuovo tutto attraversò la mente di entrambi.
Il citofono suonò.
Thomas rispose, era l'agente della polizia addetto al trasferimento.
Sceserò di sotto, e lo trovarono che li aspettava vicino alla volante della polizia con la portiera posteriore aperta.
L'aria era fredda, il sole stava sorgendo, ma ci metteva troppo a penetrare la nebbia. Il buio persisteva.
L'agente si limitò ad un "Buongiorno", che i due ricambiarono. Aveva una mano in tasca e una sulla portiera in attesa che salissero nella parte posteriore dell'auto, divisa da quella anteriore da una rete metallica e un vetro.
A Will non piaceva l'idea d'essere bloccato lì dietro. Lasciò salire Thomas e disse: "Mi siedo avanti!"
L'agente chiuse la portiera e gli apri l'altra, mentre si guardava intorno, senza mai incontrare gli occhi di Will, sembrava molto dedito al suo lavoro.
Will si mise la cintura, mentre l'agente faceva il giro, sempre con la mano in tasca, anche dopo che si fu seduto al volante.
Non poteva essere solo per il freddo e poi ricordava d'aver visto due agenti nell'auto guardando dalla finestra la sera prima.
La cosa gli puzzava, allungò lentamente la mano sulla pistola alla cintura. Prima che potesse fare qualcosa, una mano gli blocco il braccio destro e il sinistro dolorante fu troppo lento a reagire.
Qualcosa gli trafisse il collo dal lato del guidatore.
Thomas vide la scena a rallentatore dal sedile posteriore. Il cuore accelerò i battiti nel vedere quel movimento improvviso verso la gola dell'amato. Sbattè i pugni contro la rete e il vetro che li separava. Will non si muoveva più.
Urlò un "no" disperato, ma oramai l'uomo sembrava aver perso le forze e essersi abbandonato alla morte.
Cerco di uscire dall'auto, ma le portiere erano bloccate.
Continuò a sbattere i pugni contro il divisorio. L'agente si voltò, i suoi occhi erano così famigliari.
Stava per urlare il suo nome con tutto l'odio che gli scaturiva dalle viscere, ma lui parlò per primo: "Fa' il bravo Tom! È quasi tutto finito! Ora dipende solo da te come si chiuderà questa storia."
Will sentiva ancora le voci e le urla intorno a se, ma non aveva forze per muoversi. Le palpebre si chiuserò e il terrore di essere vicino alla morte, fu l'ultima cosa che provò.
Poi più nulla.
La volante della polizia lasciò la strada davanti a casa di Thomas.
In un vicolo lì vicino i corpi di due agenti ben nascosti erano adagiati a terra, uno era stato spogliato della divisa.
   
 
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