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Autore: Piper_N    08/01/2015    0 recensioni
Natasha è una ragazza che si è trasferita da poco a Jacksonville in Florida per frequentare il college.Tutti i ragazzi che frequenta non riescono a farla innamorare fino a quando un giorno, ad una festa organizzata da un suo amico, non incontra Nathan Jordan, un ragazzo di vent’anni molto bello e affascinante. Lui è un soldato appena tornato dall’addestramento che potrebbe partire per la guerra da un momento all’altro.
Natasha è decisa a non volersi innamorare di lui per via del fatto che lui è un soldato, ma al cuor non si comanda e i sentimenti verso Nathan sono troppo forti e...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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L’INCONTRO:
           
Era un venerdì come gli altri. Fuori splendeva il sole e non vedevo l’ora che le lezioni terminassero per poter uscire ed andare in spiaggia con gli altri. Ashley aveva detto che saremmo stati li fino alle sei poi saremmo tornati al college per cambiarci ed infine saremmo andati alla festa che aveva organizzato Joe. Aveva promesso che non sarebbe stata una festa come le altre, anzi, sarebbe stata una vera bomba. Mi aveva ordinato di vestirmi bene e di non farmi frenare da niente.
Quando l’ultima campanella suonò, andai al dormitorio e accesi il pc. Ero d’accordo con la mia famiglia che avremmo parlato via skype nel primo pomeriggio e, quindi mi collegai. 5 minuti dopo vidi comparire sullo schermo il viso dei miei genitori:
- Ciao tesoro come stai?- mi chiese mia madre sorridendo. Skype rendeva tutto più facile, perché anche se mi mancava la mia famiglia, mi bastava un cliccare un tasto e potevo vederli.
- Hey mamma io tutto bene e voi?-
- Benissimo! Allora come va la scuola?- avevano speso tantissimi soldi per realizzare il mio desiderio di trasferirmi e facevo di tutto per renderli fieri di me.
- Direi che non potrebbe andare meglio!-
Gli mostrai i miei ultimi voti: praticamente tutte A e B.
Mi raccontarono i loro progetti per il weekend e io i miei, mi fecero le solite raccomandazioni, dopo di che chiusero la chiamata.
A volte avrei voluto averli con me, ma per realizzare i propri sogni bisogna sempre rinunciare a qualcosa ed io avevo rinunciato a stare vicino alla mia famiglia e ai miei amici, ma di quelli che io consideravo amici, non si era fatto vivo più nessuno quindi avevo smesso di starci male.
Ashley irruppe nella stanza in un nano secondo:
- Forza Natasha! Muoviti, mettiti il costume e una maglietta, ci aspettano giù in macchina!- prese la sua borsa da spiaggia e indossò gli occhiali da sole.
- Okok, vado in bagno e arrivo. Che fretta c’è?- chiesi mentre cercavo il mio costume preferito nei cassetti.
- Che non vedo Joe da due giorni!- mi buttò il costume addosso: - Era nel mio cassetto- A guardai allibita e poi andai in bagno. Forse ero io che non capivo come faceva a non stare lontana dal suo ragazzo per soli due giorni, perché non avevo mai provato la sensazione di vuoto immenso di cui Ashley mi parla praticamente tutte le volte che stava troppo lontana da Joe.
Dieci minuti dopo eravamo in macchina diretti verso la spiaggia. Faceva caldo da impazzire e avevo voglia di farmi un bel bagno in mare, infatti appena arrivammo, stendemmo i teli sulla sabbia e corremmo verso il mare. Non avevo mai visto un mare più limpido di quello di Jacksonville: l’acqua era cristallina e fresca al punto giusto.
Il pomeriggio passò in un batter d’occhio. Io e Christina giocammo a pallavolo con alcuni turisti italiani venuti da Roma per una settimana di vacanza. Brandon cercava di fare finta di non essere irritato dal fatto che un grosso ragazzo muscoloso romano di nome Massimo ci stesse provando senza mezzi termini con la ragazza che amava.
Joe e Ashley amoreggiavano come sempre senza badare agli sguardi scioccati delle madri che portavano via i bambini che si avvicinavano troppo, quasi come se i due piccioncini avessero la peste bubbonica. Steve era stato tutto il tempo sul suo telo a prendere il sole, dichiarando che sarebbe diventato uno schianto se si sarebbe abbronzato.
Come stabilito da Ashley, alle sei eravamo al college per farci una doccia e cambiarci:
- Allora, hai deciso cosa metterti stasera?- mi chiese Ashley mentre io ero sotto la doccia.
- Sinceramente no!- confessai io cercando di trovare in fretta una soluzione.
- Sei sempre la solita!-
Quando uscii dal bagno, lei era già pronta per uscire, mentre io dovevo ancora fare tutto:
- Si direi che cosi sei perfetta.- Rise Ashley. Ero avvolta nell’asciugamano e i mie capelli gocciolavano. Presi una salvietta e cominciai a strofinarmi i capelli. Una volta asciugati col phon aprii l’armadio e  presi dei leggins neri e una maglietta bianca con una scritta nera. Ashley mi guardò con aria di disapprovazione:
- Guarda che non stai andando ad allenarti eh! Non è ora di pensare alla cultura hip hop Natasha!- mi spinse via e cominciò a rovistare tra i miei vestiti:
- Oooohhh si, questo è quello che intendevo!- si girò spalancando la bocca. Tra le mani aveva un bellissimo vestitino bordeaux con le maniche in pizzo.
- NO! Assolutamente no, non ho voglia di mettermi così in tiro Ash!-
- E invece lo farai!- mi diede il vestito e mi ordinò di cambiarmi mentre lei cercava un paio di tacchi da prestarmi dato che io non ne avevo.
Mi specchiai più e più volte prima di decidermi ad uscire dal bagno. Non è che non mi piacesse, il problema era che odiavo i vestitini e l’apparire più bella di quanto avessi potuto pensare. Attirare l’attenzione non era di certo qualcosa a cui aspiravo, al contrario di Ashley.
Appena aprii la porta la mia compagna di stanza mi guardò come se avesse appena visto una dea:
- Sei fantastica Nat… Forse dovresti vestirti più spesso così!-
- E’ già tanto se lo faccio stasera Ash!- Dissi mentre mi infilavo dei tacchi neri vertiginosi ai piedi chiedendomi se sarei potuta sopravvivere alla serata.
Impiegai dieci minuti a scendere le scale, che non dotate di scorrimano mi diedero filo da torcere. Quando finalmente arrivai alla macchina, Brandon, Christina e Steve mi guardarono esattamente come Ashley poco prima:
- B…Buonasera Natasha…- farfugliò Steve.
- Non guardarmi così, o ti ammazzo.- lo ammonii io salendo in macchina.
La casa di Joe distava esattamente sette minuti dal campus. Era una mega villa di tre piani tutta per lui. I suoi genitori erano di una ricca famiglia di Miami e avevano deciso di aiutarlo a pagare il mutuo della casa.
Appena entrammo si sentii subito una musica assordante proveniente dall’enorme sala adibita alle feste nel piano inferiore, mentre al piano terra c’era un via vai di gente ininterrotto. Alcune si avviavano verso la sala di sotto per ballare e altri… beh al piano di sopra, nelle stanze da letto.
C’erano molte persone del mio college e altre che non conoscevo amici di Joe e Brandon. Odiavo essere fissata, ma cosa potevo farci? Non potevo fare la parte dell’acida che dice a tutti di non guardarmi con gli occhioni da pervertiti e anche se non mi piaceva, lo dovevo sopportare:
- Hey… dici che Brandon prima si è ingelosito?- La voce di Christina mi fece girare di scatto.
- Perché me lo chiedi? Mi hai sempre detto che non ti interessava!- Sapevo benissimo fin dal primo giorno che l’avevo conosciuta che non era affatto così.
- Ehm… era solo per curiosità infatti!- cercò in tutti i modi di rigirare la frittata, ma ormai i dado era tratto e aveva praticamente ammesso di essere innamorata di Brandon.
- Andiamo lo sanno tutti che hai un debole per lui, Christina! Comunque se vuoi saperlo non ti toglieva gli occhi di dosso e avevo paura che da un momento all’altro si sarebbe alzato per picchiare quel romano!-
- Quindi… dici che dovrei andare a parlargli?- mi chiese timidamente con le guance tutte rosse per l’imbarazzo.
- Ovvio che sì! Brandon è un ragazzo stupendo a tutti gli effetti e in qualsiasi momento potrebbe trovare un’altra ragazza e non provare più nulla per te, quindi cogli l’occasione e vai da lui no?- Brandon non lo avrebbe mai fatto, era troppo perso per Christina per pensare di poter trovare una ragazza diversa da lei. Erano tante le ragazzine che gli correvano dietro e lui non le guardava nemmeno, aveva occhi solo per Christina.
- Oh mio dio! Nathan sei tornato!- Ashley si precipitò in cucina. Non capendo cosa stava succedendo, procedetti cautamente verso la grande cucina della casa di Joe e vidi Ashley abbracciare un ragazzo che non avevo mai visto.
- Chi è quello?- Chiesi a Christina che mi aveva raggiunto.
- E’ Nathan Jordan. È appena tornato dall’addestramento militare!- annuii.
Nessuno mi aveva mai parlato di lui, eppure tutti sembravano conoscerlo bene.
- Quella è Natasha Zanola, una nuova arrivata al college.- Ashley mi fece segno di avanzare e io feci qualche passo in avanti. Nathan alzò il bicchiere sorridendo e io gli sorrisi a mia volta.
Mi sentii un po’ in imbarazzo, non ero a mio agio con quei vestiti addosso.
- OHH senti questa canzone! Amore andiamo a ballarla?- Ashley prese Joe e lo trascinò via, mentre Christina fece segno a Brandon di andare fuori a parlare.
In un secondo mi trovai da sola con un ragazzo sconosciuto che sembrava molto sicuro di sé. Non riuscivo a sostenere il suo sguardo ed era la prima volta che mi capitava con un ragazzo da quando ero a Jacksonville. Ero sempre riuscita a parlare con tutti i ragazzi che avevo incontrato alle feste, ma con lui era diverso… c’era qualcosa di strano.
- Natasha… che nome strano.- Nathan si avvicinò a me, mettendomi a disagio:
- Ehm si… è russo ma io sono italiana.- mi sforzai a parlare.
- Wow… e come mai sei venuta a Jacksonville?- Mi ordinai di alzare lo sguardo. Dopo tutto non doveva essere cosi difficile guardarlo negli occhi. Un istante dopo sollevai lo sguardo e vidi Nathan che mi sorrideva di nuovo. Restammo in silenzio per un attimo e poi mi decisi a parlare:
- Per inseguire il sogno americano in poche parole!- i miei muscoli si rilassarono e cominciai a non sentirmi più nervosa come poco prima, era come se Nathan fosse riuscito a farmi capire che non dovevo essere timida, cosi cominciammo a parlare di noi e della nostra vita. Gli raccontai della mia famiglia e anche della mia infanzia e lui invece mi racconto del suo addestramento a Dallas in Texas.
Doveva essere davvero dura la vita da soldato, non osavo nemmeno immaginare a cosa fosse andato incontro in quei due mesi di calvario e non provai a chiederlo. Era meglio cambiare argomento, ma Christina mi trascinò con sé a ballare in mezzo a tutta quella gente fumata e ubriaca:
- Cos’era quello?- mi chiese scandendo bene le parole.
- Quello cosa?- Urlai io.
- Non fare la finta tonta con me! Si vede che ti piace Nathan!- mi guardò con aria accusatoria e io cercai di negare l’evidenza. Scossi la testa non molto convinta del mio gesto.
- Andiamo! Quei sorrisi e… quelle guance rosse che ti sono appena venute, per cosa sarebbero allora?- mi aveva beccata in pieno. In fondo non ero mai stata brava a nascondere i miei sentimenti Christina mi sussurrò di girarmi e vidi Brandon e Nathan parlare, ma il bel soldato era troppo impegnato a guardarmi per dare retta al suo amico. Mi sorrise mordendosi il labbro e io avvertii una strana sensazione allo stomaco. Sapevo benissimo di cosa si trattava, ma mi sorprese il fatto che io fossi già così presa da Nathan, in fondo lo conoscevo soltanto da forse due ore.
Non riuscivo a distogliere lo sguardo dai suoi occhi e sembrava proprio che nemmeno lui avesse intenzione di smettere di fissarmi, fino a quando non sentii una mano toccarmi con forza il sedere. Mi girai verso la mia destra e vidi un ragazzo che non avevo mai visto avvicinarsi sempre di più a me con la faccia più pervertita che avessi mai visto:
- Lasciami stare!- lo spinsi via, ma lui non demordeva. Improvvisamente vidi Nathan venire verso di noi e afferrare il ragazzo per un braccio. Avevo paura che potesse fargli del male:
- Senti schifoso pervertito che non se altro: azzardati a toccarla ancora e giuro che non mi limiterò ad avvisarti la prossima volta.- al ragazzo sembrava non importare delle sue parole.
- E perché dovrei stare ad ascoltarti? È la tua ragazza quella? Non sai che le farei io alla tua dolce metà- Nathan gli strinse il braccio ancora più forte e glielo girò dietro la schiena provocando al ragazzo una smorfia di dolore.
- No non lo è ma non vedo il motivo per cui tu debba trattarlo in questo modo… dai retta a me se vuoi divertirti, ci sono moltissime ragazze sulla strada che cercano qualcuno con cui scopare, ti consiglio di andarci…- lo spinse via. Il ragazzo si massaggiò il braccio e guardò Nathan con aria spaventata.
Non sapevo che cosa dire, ero immobile in parte a Nathan che cercava in tutti i modi di calmarsi e rilassarsi. Sollevai piano lo sguardo e lui disse:
- Andiamo fuori…- mi prese il polso delicatamente e io lo seguii.
La verità era che non riuscivo a capire il motivo del suo gesto, insomma ci conoscevamo da forse due ore e decise di prendere le mie difese per qualcosa che avrei potuto risolvere benissimo da sola. La faccenda mi aveva spaventata parecchio perché non pensavo che Nathan potesse essere un ragazzo aggressivo e invece mi stavo ricredendo. Volevo chiedergli delle spiegazione ma lui mi precedette quasi come se già sapesse di dovermele dare:
- Scusami tanto, forse non avrei dovuto farlo.- mi se le mani in tasca e abbassò la testa quasi come segno di pentimento:- E’ che l’addestramento mi ha reso molto vulnerabile verso ogni situazione, appena vedo qualcuno in pericolo mi viene spontaneo correre in aiuto.-
Era una scusa plausibile la sua. Nathan non era affatto un ragazzo aggressivo, si sentiva in dovere di aiutare. Gli sorrisi e lui tolse le mani dalle tasche dei jeans e si rilassò.
Non avevo mai incontrato di persona un soldato, ma li ammiravo molto per la loro forza d’animo e per il loro coraggio. Sapevo che se erano entrati nell’esercito non era di certo per divertimento o per farsi un buon nome, ma mi incuriosiva sapere perché un ragazzo di vent’anni, come lui, aveva deciso di arruolarsi, così glielo chiesi:
- Oh…- Nathan si sedette sugli scalini della seconda entrata della casa di Joe e fece un respiro profondo. Capii subito che probabilmente avevo toccato un tasto dolente:

- Puoi anche non rispondere se non te la senti.- cercai di rimediare al mio errore ma lui scosse la testa:
- No, no, tranquilla. Mio padre era un soldato e quindi non lo vedevo mai. L’unica cosa che riusciva a non farmi soffrire era la convinzione che lui sarebbe sempre tornato in un modo o nell’altro. È sempre stato così, fino all’ultima missione. Otto mesi fa bussarono alla porta, degli ufficiali in divisa e mia madre andò ad aprire. Capii subito di cosa si trattava, appena i due si tolsero il cappello.-
Mi sentii terribilmente in colpa per aver fatto riaffiorare quei ricordi, soprattutto dopo che era stato all’addestramento ed era tornato solamente ieri:
- Scusa… io…- Nathan mi interruppe.
- Non fa niente, non potevi saperlo. E poi non fa bene tenersi tutto dentro, e io l’ho fatto per troppo tempo. Dopo il funerale di mio padre, decisi di arruolarmi nell’esercito per seguire le sue orme e far onore a lui e al suo sacrificio.-
Lo ammiravo. Io non sarei mai stata capace di prendere il posto di mio padre se fosse morto in guerra.
Nathan deglutì a fatica quasi come se stesse cacciando giù le lacrime e il senso di colpa si fece di nuovo strada dentro di me. Chissà come si era sentito quel giorno di otto mesi prima mentre vedeva sua madre parlare con quegli ufficiali alla porta. Non avrei osato chiederglielo.
Improvvisamente qualcuno aprì la porta principale ed io e Nathan ci girammo di scatto per capire chi fosse. Erano Brandon e Christina mano nella mano seguiti da Joe e Ashley che sorreggevano Steve che si era ubriacato fino alla morte come sempre:
- Natasha mi dispiace interrompere la tua chiacchierata ma dobbiamo andare!.- Ashley guardò Steve maledicendolo per la sua ennesima sbronza e per averle rovinato la serata con Joe.
Mi alzai ripulendomi il vestito che si era impolverato e poi dissi a Nathan che dovevo per forza andare:
- Non ti preoccupare, è stato un piacere conoscerti Natasha, spero di rivederti presto!-
- Assolutamente sì! È stato un piacere anche per me Nathan.- gli sorrisi e lui fece lo stesso. Rimasi come incantata dal suo sguardo e rimasi a fissarlo per qualche secondo senza dire una parola.
- Oh!- Nathan mi fece sobbalzare ed uscire da quel piccolo mondo fantastico che mi ero appena creata:- Ti lascio il mio numero così possiamo sentirci.-
- V…Va bene.- farfugliai io.
Dopo esserci scambiati i numeri mi salutò nuovamente:
- Ciao Nathan, a presto.-
- Chiamami Nate!- si morse il labbro e poi sollevò la mano in segno di saluto.




Eccomi qui! Non so come mi è venuta l'idea per questa storia ma sono contenta che dopo un periodo di blocco, mi sia tornata l'ispirazione per scrivere. Siamo solo all'inizio ma ho già in mente tutti gli avvenimenti e se saprete essere pazienti, scoprirete il seguito. Intanto fatemi sapere cosa ne pensate!
Piper_N

 
 
 
   
 
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