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Autore: Oppholdsvaer    09/01/2015    5 recensioni
"È come guardarti e sapere che il nome con cui hai identità nel mondo sia Harold. Magari possiamo accettare anche Harry, giusto? Certo. Ma se per caso io decido di chiamarti amore, non fa mica differenza. È altrettanto semplice, solo più bello. Harold, Harry, amore. Tanto in ogni caso tu continui ad avere quel sorriso storto che io non capisco."
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Può capitare che New York diventi all'improvviso troppo fredda per uno poco abituato all'assenza delle tue braccia, per uno che preferisce tenere i primi quattro bottoni della camicia aperti piuttosto che evitare un'influenza.
Se tu fossi con me in questo privè fumoso rideresti della mia vanità in modo tutt'altro che puramente divertito: calcoleresti la mira necessaria per far sì che i tuoi occhi sul mio sterno nudo mi facciano provare la vergogna del venire colti in flagrante, anziché quel piacere subdolo dell'esser guardati di cui talvolta necessito.
Adesso però la vodka mi fa chiudere le palpebre sull'ultima istantanea di te che i miei occhi avevano conservato, calando finalmente il sipario sulla geometria imperfetta del tuo sorriso e sulla mia lucidità.

Il mondo è diventato nient'altro che un rumore ovattato e funge da confortevole sottofondo alla consapevolezza improvvisa che tra qualche minuto compirò ventun anni.
In circostanze differenti sarebbe piuttosto facile lasciarsi annichilire dalla tua assenza, quindi non biasimarmi, ti prego, se ho bevuto via il primo accenno di dolore assieme all'ultimo bicchiere. Quando non ci sei è talmente semplice scordarsi di te che non farei altro se non volare da una parte all'altra del mondo, via dal tuo viso, solo per riscoprire ogni volta l'ebbrezza di essere liberi dalla catena delle tue carezze, il sollievo di respirare aria buona e non il tuo odore, la soddisfazione di accorgersi che mi è sufficiente frapporre tra di noi qualche oceano perché l'esatta sfumatura azzurra dei tuoi occhi si diluisca dentro a una tequila.

Attorno a me si confondono volti più o meno noti che brindano alla mia vita, persistendo nell'augurarmi che possa esser lunga malgrado io abbia farfugliato più volte che la vorrei solo un po' felice.
"Io la vorrei solo un po' felice", ho detto.

Tra dieci secondi compirò ventun anni.

In piedi su un tavolino di fronte a me sta ballando una ragazza flessuosa che non credo di conoscere.
Vuole che la guardi, e io la accontento.
Le sue labbra dischiuse sono macchiate di vino, sotto il pesante strato di trucco si riesce ancora ad intravedere qualche lentiggine. Mentre i neon del locale la tingono di azzurro e di giallo, penso al fatto che le lentiggini mi sono sempre piaciute.
Il mio cervello ubriaco recepisce i suoi movimenti come più lenti di quanto in realtà non siano e un'amara sensazione di vuoto la fa apparire ai miei occhi molto più bella di quanto potrebbe mai esserlo per me.
Si muove portando le braccia verso l'alto e si lascia andare ad un sorriso mentre il suo vestito si solleva, scoprendo un neo piuttosto grande sulla parte alta della coscia.
Più tardi, in un albergo qualunque, lo bacerò.

"Dieci!"

Le mie dita fredde sfiorano il suo avambraccio in corrispondenza del punto in cui il disegno un po' gonfio di una bussola ne macchia il pallore.
"Ti ha fatto male?"
"No. Per niente."

"Nove!"

"Mi spiace, ma non ti apparterrò mai. Io sono mio."

"Otto!"

"Adesso devi andartene, Harry."

"Sette!"

La sua schiena nuda contro la testiera del letto, lo sguardo liquido, la mia testa tra le sue gambe.
"Guardami."

"Sei!"

"Senti quant'è più bello dire che è una nuvola. Nuvola. Che bello."

"Cinque!"

"Non potete sedervi vicini."

"Quattro!"

"Nuova fiamma per Harry Styles!"

"Tre!"

"Avevi una maglia dei Joy Division."

"Due!"

"Raccontami una storia, una storia che non mi faccia dormire."
"Va bene. C'eri una volta tu..."

"Uno!"

"Io... Io non riesco... Mi manca l'aria."
I suoi occhi tristi si avvicinano, le sue mani si stringono convulsamente tra i miei capelli.
"Allora prendi la mia."
I suoi occhi tristi si avvicinano...

"Auguri!"

Fa freddo.
Avrei dovuto indossare qualcosa di più consono a questi sette gradi sotto lo zero.
Ma quanto mi donano, queste rondini sul petto...

  
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