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Autore: Ragdoll_Cat    09/01/2015    10 recensioni
Un principe valoroso, è uscito a caccia... tornerà vittorioso oppure no?
Cosa ha in serbo per lui il destino?
Dal Capitolo 10:
[...] Oliver respirò a fondo poi fece un cenno a due soldati che aprirono i battenti del pesante portone. Oliver entrò in testa al plotone con l'arco teso, pronto a scoccare la freccia e gridò:
-Slade Wilson tu hai tradito questa città!!!!-
[Medieval AU]
[Olicity 💖]
Attenzione: alcuni personaggi sono OOC!
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Felicity era sulla soglia di casa e stava ammirando i giochi di luce che il sole stava creando mentre durante il tramonto.
 
Era riuscita a trascorrere un’intera giornata senza Oliver, era stata dura ma ce l’aveva fatta; domani sarebbe andata ancora meglio.
 
Un fruscio proveniente dalla boscaglia attirò la sua attenzione. Provò una strana sensazione alla bocca dello stomaco.
 
Quando Verdant comparve al suo cospetto, sospirò sollevata.
 
Il sollievo durò poco, il tempo di notare le condizioni critiche del cavaliere; Oliver era pallido e respirava a fatica.
 
Felicity corse verso di lui: -Oliver! Cos’è successo?-
 
-Un colpo di stato.-
 
-Ce la fai a scendere?-
 
-Sì.-
 
In quel momento Felicity vide la terribile ferita al fianco; il fatto che Oliver non fosse morto dissanguato aveva un che di miracoloso.
 
-Oliver ce la fai ad entrare in casa?-
 
-Credo di sì…-
 
-Non ti preoccupare ci sono io qui con te.-
 
Dopo averlo fatto entrare Felicity lo fece sdraiare sul letto.
Con mani tremanti tagliò la casacca di Oliver, per controllare la gravità della lesione.
Era abbastanza profonda, ma per fortuna non sembrava aver trafitto organi vitali.
Svelta prese tutte le creme e gli unguenti di cui disponeva, ringraziando in cuor suo la madre per i suoi preziosi insegnamenti.
 
Lavò con delicatezza la ferita di Oliver; poi vi spalmò sopra un preparato disinfettante e cicatrizzante. Per fasciare il torace di Oliver fece a strisce l’unico paio di lenzuola in suo possesso.
 
In quel momento nulla importava se non Oliver.
 
Dopo quei momenti così concitati Oliver si addormentò, ormai fuori pericolo e Felicity si lasciò cadere su di uno sgabello, sfinita.
 
Dopo aver ripreso fiato avvicinò lo sgabello al capezzale di Oliver e lo vegliò tutta la notte; ogni tanto Oliver si agitava nel sonno, però non appena Felicity posava una mano sulla sua spalla il giovane si calmava all’istante.
 
Le prime luci del mattino iniziarono a filtrare attraverso le finestrelle della casetta, rischiarando il volto stanco di Felicity, annunciando così la conclusione di quella terribile notte.
 
Felicity non aveva mai staccato gli occhi dalla figura dormiente di Oliver; quando finalmente lui aprì gli occhi e le sorrise fu investita da una strana sensazione… era sollievo? Felicità? No, era amore.
 
Delicatamente appoggiò una mano sulla fronte e trovandola fresca ed asciutta gli disse:
 
-Non hai la febbre, questo è un buon segno, non c’è traccia di infezione per fortuna. Come ti senti? Adesso vado a prenderti qualcosa da mangiare.-
 
Fece per alzarsi ma Oliver la trattenne per il polso; con una forza inaspettata la fece sedere sul letto accanto a lui mentre con l’altra mano appoggiata sulla nuca l’attirava verso di sé.
 
Il gesto di Oliver era chiaro…
 
Felicity era un po’ spaventata da tutto questo; non aveva mai baciato nessuno, del resto vivendo da sola nella foresta come avrebbe potuto?
 
Tutte le sue paure svanirono non appena avvertì le labbra di Oliver sulle sue. Una scossa la percorse da capo a piedi e dimentica di tutto si abbandonò completamente a quella nuova sensazione. Era una sensazione strana ma allo stesso tempo familiare; un po' come il sole che sbuca all'improvviso dalle nubi.
 
Anche per Oliver era un’esperienza nuova; aveva già baciato qualche ragazza ma nessuna era lei; nessuna era la sua Felicity.
Il bacio sapeva di acqua fresca, di libertà ed era puro ed innocente come Felicity.
 
Dopo qualche istante Felicity si staccò da Oliver e lo guardò sorridendo; Oliver a quel punto le disse:
 
-Ti amo Felicity!-
 
Il sorriso di Felicity si spense; lui l’aveva già ingannata, come poteva credergli ancora?
 
-Cosa c’è Felicity?-
 
-Tu… mi hai mentito… come posso ancora fidarmi di te?- gli disse voltandogli le spalle.
 
-Felicity…- le rispose accarezzandole il polso con il pollice –Non è vero non ti ho mentito…-
 
A quel punto Felicity si girò per un istante verso di lui fulminandolo con lo sguardo; poi si voltò nuovamente. 
Oliver resosi conto di aver sbagliato a parlare ricominciò daccapo.
 
-Felicity hai ragione ad essere arrabbiata con me, perché è vero ti ho omesso alcune informazioni e ti chiedo scusa per questo, ma non dubitare mai, nemmeno per un momento dei sentimenti che provo per te, puoi fidarti di me, lo sai questo vero?-
 
Felicity a quel punto si voltò verso di lui e gli disse fissandolo diritto negli occhi.
 
-Mi hai raccontato un sacco di cose assurde, non negarlo, però per qualche strano motivo io ti credo. La ferita al fianco parla da sola... ma cos'è successo?-
 
Il loro discorso venne interrotto dal nitrire di Verdant; il cavallo era irrequieto, avvertiva la presenza di qualcuno, di un estraneo.
Felicity si alzò immediatamente dal letto e con circospezione guardò attraverso la finestra, avendo l'accortezza di recuperare il suo arco.
 
Dai cespugli comparve un uomo alto e grosso, alla vista di Felicity sulla soglia di casa, con l’arco pronto a scoccare una freccia esclamò alzando le mani in segno di resa:
 
-Sono solo! Sono fedele al principe Oliver!-
 
Nel frattempo pure Oliver si era alzato, seppur con fatica dal letto ed era giunto sulla soglia; quando ebbe riconosciuto Diggle posò una mano sulla spalla di Felicity dicendole:
 
-È con noi, è un amico!-
 
Felicity rivolse al nuovo arrivato un cenno di assenso, per poi abbassare l’arco.
 
Diggle fece altri passi in avanti ed aiutò Oliver a ritornare a letto.
 
Il giovane Principe, infatti, era ancora debole, nonostante le cure di Felicity e quindi doveva riposare ancora.
 
Per non disturbarlo Felicity e Diggle uscirono.
 
Mentre Felicity accarezzava Verdant, Diggle le raccontò con poche parole cos’era successo durante il quasi matrimonio.
 
Le guardie erano state decimate, lui stesso aveva rischiato grosso, però era riuscito a scappare grazie ad una somma di fattori; la conoscenza della topologia della città in primis e l’aiuto del giovane scudiero del principe Oliver, Roy aveva fatto il resto.
 
Una volta fuori dalle mura aveva seguito le tracce lasciate da Verdant ed alla fine era arrivato lì.
 
-Adesso capisco perché il Principe, non fosse contento di tornare in città... Qui si sta bene.-
 
-È vero, io non riesco ad immaginare un posto migliore in cui vivere, di questo.-
 
-Io non mi riferivo al luogo, ma alla compagnia.-
 
Felicity borbottò qualcosa di incomprensibile ma Diggle aveva già capito tutto.
 
-Sarà meglio che rientri, Oliver potrebbe svegliarsi da un momento all'altro.-
 
-Io resto qui fuori; voglio essere sicuro di non aver portato ospiti indesiderati.-
 
Felicity rientrò e vide che Oliver era completamente sveglio; un po' di colore era ritornato sulle guance. Felicity scaldò un po' di farinata per lui e lo osservò mangiare; quando ebbe terminato il giovane volle alzarsi. 
Felicity lo sostenne una volta di più, ma questa volta non poté frenare la lingua e gli disse:
 
-Sei pesante! Sei sicuro che siano tutti muscoli?-
 
Oliver la guardò perplesso e lei continuò:
 
-Fa niente...-
 
-Interrompo qualcosa?- chiese a quel punto Diggle, entrando in casa.
 
-No, no niente.- disse Felicity mentre faceva sedere Oliver al tavolo.
 
-Come state Principe?-
 
-Niente principe solo Oliver; sto meglio grazie! Diggle sai qualcosa della mia famiglia?-
 
-Purtroppo no... Però grazie a Roy abbiamo un infiltrato all'interno delle mura, non è molto però, è già qualcosa no?-
 
-Roy sta già facendo molto; più di quello che ho fatto io ed ora sono qui nella foresta che aiuto potrei dare?-
 
-I rivoltosi ti credono morto; questo è un punto a nostro favore. Sei la speranza del tuo regno!-
 
-Bella speranza... Sono pure disarmato.-
 
-No! Questo non è vero!- a parlare era stata Felicity. -Tu ce l'hai un arco.-
 
-Sì, al castello.-
 
Felicity scosse la testa e si diresse verso il letto; si chinò ed estrasse da sotto il mobile una scatola di legno chiusa e sigillata. L'appoggiò sul tavolo e mentre scioglieva lo spago raccontò:
 
-Mio padre diceva sempre che aveva costruito tanti archi quante le dita di una mano. I suoi archi erano eccezionali. Aveva costruito il suo, con il quale poi è stato sepolto; il mio e quando era in città ne aveva intagliati solo due! Uno piccolo da bambino e l'altro per il Re; quello che avevi tu Oliver.-
 
-Mio padre me l'aveva regalato quando ho compiuto ventun anni dicendomi che era il dono migliore per un Re... E riguardo a quello da bambino, quello era stato il mio primo arco; l'avevo trovato nella bottega dell'intagliatore...- mormorò Oliver perso nei ricordi -nella bottega di tuo padre c'eri anche tu...-
 
A quelle parole le mani d Felicity smisero di sciogliere i nodi della cordicella e la giovane si voltò a guardardarlo:
 
-Io?-
 
-Tu eri piccola, probabilmente non te lo ricordi però io ti ho vista ne sono sicuro!-
 
I due giovani a quel punto si fissarono increduli; il destino a volte opera in maniera imperscrutabile.
 
A quel punto Diggle si schiarì la gola, si sentiva di troppo evidentemente. 
Felicity si riscosse e riprese il suo lavoro.
Oliver la spronò a continuare il suo racconto:
 
-Dicevi che tuo padre aveva costruito cinque archi hai raccontato la storia di quattro finora, quindi l'ultimo è nella scatola?-
 
-Sì, questo fu il quinto ed ultimo arco di mio padre! Era solito ripetermi che l'arco che aveva consegnato al Re era degno di un Re ma questo... Era per qualcuno di diverso...-
 
L'ultimo nodo venne sciolto e Felicity spinse la scatola verso Oliver che l'aprì. Dentro c'era un bellissimo arco, ancora più bello di quello Oliver era solito usare.
 
L'arco era stato ricavato da un singolo ramo di nocciolo dandogli così una resistenza estrema. 
Il legno era duttile ed estremamente leggero. Un arciere avrebbe potuto usarlo per delle ore senza problemi.
Inoltre era finemente intarsiato con dei dettagli in argento posti alle estremità esterne.
Lungo il lato interno era stata intagliata una frase che recitava così: La felicità è una virtù e come tale non va conquistata ma meritata.
 
-Che ne pensi?- gli chiese Felicity.
 
-È perfetto!-
 
Angolo dell'autrice:
 
Ciao! 
Quando Felicity cura Oliver immaginate questa scena qui.
 
C'è stato il bacio!!! 
Vi è piaciuto? 
Oliver che ricorda il primo incontro con Felicity non è dolcissimo? 
Riguardo all'incisione scritta nell'arco, ero tentata di scriverla in latino, però poi mi sono resa conto di non sapere il latino,quindi... ^_^
Niente musica in questo capitolo, ma nel prossimo ci rifaremo!
Come al solito fatemi sapere cosa ne pensate con una vostra, sempre gradita recensione. 
Un bacio! 
A venerdì prossimo! 
Ragdoll_Cat
  
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