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Autore: Belarus    18/11/2008    2 recensioni
La guerra e la felicità. Nessuna delle due può convivere con l’altra. Spesso la guerra era stata la felicità di molti, ma con lo scorrere del tempo quest’ultima era svanita, lasciando al suo posto solamente il vuoto. Nessuno si poteva dire vincitore di una guerra, perché anche quando ottenevi la vittoria, la pagavi a caro prezzo. Forse l’unico essere che può sopravvivere alla guerra è l’amore. Molti lo credono indissolubile, indistruttibile, ma quando la guerra ti mette di fronte ad una scelta, è proprio in quel preciso istante che la sicurezza e il coraggio che l’amore ti dona barcollano e spesso cadono, come granelli di sabbia in balia del vento. Ed è in quel preciso istante che l’ennesima domanda che la guerra ti pone, ti assale, come un improvvisa tempesta di sabbia. Molti si chiedono cosa fare, altri si chiedono cosa accadrà, ma la vera domanda a cui noi e il nostro cuore dobbiamo rispondere dinnanzi alla guerra è una sola… Continuerà? nessuno è mai riuscito a ricordare ciò che era della propria vita prima della guerra, dell’amore, dei desideri, perché la guerra lascia solo il vuoto dietro di se, infondo però, la speranza è l’ultima a morire… Eccomi tornata con una nuova storia, spero tanto che vi piaccia... un bacione dalla vostra Shikatema!!!
Genere: Romantico, Triste, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sabaku no Gaara , Temari, Shikamaru Nara
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti
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...Della Foglia...

 

 

Niente. Quel niente rosso che ancora svettava triste sulla parete bianca dell’ospedale di Konoha. Era appena l’alba e lui era ancora seduto su quella panchina, una tazza di caffè caldo tra le mani, che gli annebbiava la vista con il suo rivolo di fumo grigio. Non si era mosso da quel posto per tutta la notte, era rimasto immobile anche quando per la prima volta quella spia rossa si era spenta e Sakura era venuta fuori con il suo camice e i guanti ancora sporchi di sangue. Non si era mosso nemmeno per andare da Choji, un breve cenno e un sorriso rilassato quando lo aveva intravisto sulla barella, mentre i Ninja medici lo portavano nella sua camera. Non si sarebbe mosso finché quella dannata luce rossa non si sarebbe spenta, finché anche l’ultimo dei suoi compagni si sarebbe salvato. Kiba era ancora nella sala operatoria e delle sue condizioni non si sapeva nulla, dopo un intera notte di fatica quella luce rossa era ancora accesa su quel muro. Si voltò brevemente ad osservare i suoi compagni, Naruto seduto accanto ad Hinata scalciava freneticamente sul suolo freddo del pavimento mentre lei gli versava del caffè, Shino seduto in un angolo era perso nei suoi pensieri. Akamaru invece gli teneva compagnia, mentre triste e senza forze fissava la porta ancora rannicchiato sulle sue gambe. Ripensò velocemente ai momenti passati con Kiba, quei momenti in cui lui e Naruto litigavano in continuazione, quei momenti in cui il sorriso non si allontanava mai dai loro volti e ripensò a quella sera. La sera in cui lo aveva visto accasciarsi fra le sue braccia, mentre con il volto sporco di sangue gli chiedeva invano aiuto. Ed ecco che anche quel momento era arrivato, il momento in cui anche la speranza ti crolla davanti, il momento in cui ti senti vuoto e una strana sensazione ti sale dallo stomaco. Quando senti che il momento per crescere è quello, quando senti che piangere non servirebbe a nulla, quando senti che il mondo che credevi tanto duro è solamente uno strano filo legato alla tua mano, tanto resistente a volte ma tanto fragile da spezzarsi in un istante. Quando preghi perché non arrivi quell’istante, quando dentro di te urli di rabbia per non aver potuto muovere un dito, quando in fin dei conti sai già come andrà a finire…

Quando vedi il volto di Sakura cupo e le mani ancora tremanti dallo sconforto, quando il tuo cuore smette improvvisamente di battere e preghi perché anche quell’ultimo granello di sabbia rimasto in quella clessidra che è la tua vita non cada di sotto, ti accorgi che infondo lo sapevi già, ti accorgi che infondo è meglio così…

 

La luce fioca dell’alba illuminava di arancio le dune dorate e ancora fredde del deserto, quel deserto che assomigliava talmente tanto a coloro che lo abitavano da essere amato come un padre. I piccoli animali che lo abitavano se ne stavano ancora in giro tra la sabbia, pronti a ripararsi quando il sole si sarebbe alzato in cielo. Delle sottili nudi illuminate dai deboli raggi del sole fluttuavano nel cielo, mentre lentamente le ombre scomparivano e il sole più caldo. Il rumore dei passi di un uomo si fece via via più pesante e vicino, mentre il confine del Paese del Fuoco si avvicinava inesorabilmente e quello del Vento diventava solamente un ricordo. Hidan ancora disperso fra i suoi pensieri camminò lungo il sentiero della foresta deviando appena per raggiungere il luogo in cui lui e i suoi compagni avevano creato il loro accampamento momentaneo. Abbastanza vicino a Konoha e abbastanza vicino a Suna, il luogo ideale per spiare i movimenti di entrambi i paesi, il luogo ideale per bloccare un eventuale attacco da parte di Orochimaru. Una voce già udita molte volte gli risuonò nelle orecchie come un eco interminabile, alzò il capo smettendo di pensare e fece attenzione a ciò che stava accadendo, se lui era lì ci doveva essere un buon motivo, un motivo abbastanza importante da far scomodare anche lui. Camminò lentamente sino al luogo in cui si erano accampati e fu allora che li vide, non soltanto lui ma altri, forse il motivo che aveva immaginato era ben più importante di quando pensasse.

-   Mmm…Zetsu?   - il tipo chiamato in questione si voltò verso di lui osservandolo in silenzio.

-   Dove sei stato stupido fanatico?   - gli chiese ad un tratto Kakuzu mentre scrutava una mappa.

-   Non sono affari che ti riguardano, taccagno!     

-   Prima o poi ti ammazzo, lurido folle…  

-   Come se ne fossi capace, Kakuzu!  

-   Hidan hanno ricevuto ordini dal capo, ci aiuteranno a scovare il traditore…  

-   Io non ho la minima intenzione di mettermi a cercarlo…  

-   Lo farai invece, perché se non lo troviamo a rimetterci ci sarà soprattutto Suna…e tu non vuoi che le succeda qualcosa vero?   - Kakuzu, alzò per un istante gli occhi dalla mappa che stringeva tra le mani per fissarli in quelli porpora di Hidan.

-   Non ti consiglio di farmi arrabbiare, ricattatore!  

-   Allora non fare il bambino viziato, non si addice ad un fanatico del tuo calibro…  

E Hidan rimase in silenzio. Controbattere a Kakuzu era facile, ma farlo comportava un rischio, quei dannati occhi puntati addosso gli suscitavano un irrefrenabile rabbia, rabbia che prima o poi gli avrebbe riversato contro, ma quello non era il momento adatto. Non adesso che lui lo osservava da vicino, non ora che si era portato dietro il suo compagno, non ora che aveva tutti contro. Sasori poteva tenerlo a bada, Deidara e Kakuzu anche, ma lui no, non era quello il momento, doveva mantenersi calmo e concentrato, infondo prima o poi sarebbe arrivato il suo momento…

 

I corridoi del palazzo le sembravano stranamente vuoti e spenti quel giorno, forse come le ripeteva di continuo suo fratello il fatto che lei fosse di cattivo umore influiva su ciò che i suoi occhi vedevano. Eppure quel giorno non era poi di cattivo umore, era solo stanca e un po’ suscettibile, ma lo si poteva perdonare ad una donna incinta. Svoltò silenziosa un angolo del corridoio privato in cui si trovavano le camere della sua famiglia, e si diresse silenziosa verso l’altra ala del palazzo, era in ritardo per la sua lezione. Scese velocemente le scale che la portavano al cortile centrale, si guardò attorno confusa, tutti quegli occhi puntati addosso la facevano sentire strana. Si avviò per un corridoio del cortile principale, l’avrebbe condotta direttamente nella sala degli allenamenti. Le bastarono pochi attimi e quando fu giunta nella sala d’addestramento si stupì di quello che i suoi occhi videro, scosse la testa come in un sogno ma pareva proprio che quella fosse la realtà.

Gaara al centro del cortile, con la giara in spalla e la tenuta da combattimento, osservava gli allenamenti in silenzio, mentre Kankuro sdraiato su di una panca sonnecchiava all’ombra delle sue marionette. Temari si fermò ad osservarli dall’alto della scalinata, mentre il sole cocente le batteva sulla fronte già calda le parve per un istante di vedere Shikamaru, lo stesso Shikamaru che mesi prima se ne stava nella stessa posa di Kankuro mentre lei si sfogava infuriata contro un fantoccio di legno. La testa prese a girarle vorticosamente , afferrò indecisa le sbarre della scalinata mentre le gambe le tremavano  inesorabilmente come quelle di una bambina spaventata. Un ultimo giramento  alla testa le fece per un attimo perdere l’equilibrio, le sembrò di sentire una voce chiamarla ma passarono pochi attimi, il buio le chiuse gli occhi e un dolore lancinante le attraversò il corpo. La voce squillante di Kankuro però le fece riprendere aria, come se l’avesse tirata fuori da quella prigione che la stava soffocando poco prima. Scese lentamente le scale dorate del palazzo e attraverso il cortile sedendosi nella panca in cui poco prima suo fratello riposava, osservò in silenzio Gaara. Diverso dagli altri giorni, preso nuovamente da qualcosa che non era lei, preso dall’essere ninja prima che Kazekaghe. Lo osservò spiegare a Masturi le tecniche di difesa, spiegarle come usare le armi e come utilizzare le proprie tecniche in ogni situazione, sorrise felice vedendolo. Un peso le fu tolto di dosso, un enorme peso che le stava opprimendo il cuore, un peso che lei aveva appena scostato cercando di sfuggire a quella morsa fatale in cui la sabbia la stava stringendo.

 

Il suono dei suoi passi lungo il corridoio riecheggiava cupo e triste lungo le pareti. La sigaretta spenta che pendeva dalle labbra, gli occhi persi nel vuoto e quell’aria stanca e rassegnata che non lo aveva abbandonato da quella notte, la notte in cui avrebbe voluto essere diverso, abbastanza in gamba da poter salvare la vita a Kiba. Akamaru accanto a lui camminava con il muso rivolto verso il freddo pavimento del corridoio, sarebbe stato inutile parlare quella mattina, sarebbe stato inutile dire anche una parola,per questo si era portato dietro Akamaru. Forse perché lui era l’unico che non poteva farlo sentire in colpa, forse perché stare soli e in silenzio a volte è molto più facile che mettersi davanti la cruda realtà. C’era ancora una speranza per il suo amico, ancora un filo che tratteneva Kiba in quel mondo che lui aveva tanto amato, un filo che ancora lo tratteneva vivo, un filo talmente sottile da potersi spezzare in un solo istante.

Shikamaru si bloccò di colpo osservando la porta bianca della sala operatoria, quella dannata luce rossa si era spenta, pensò dentro di se. Si voltò imboccando un nuovo corridoio, osservando attento le scritte applicate sulle porte, i nomi di centinaia di ninja che si erano salvati a quel primo attacco, centinaia di ninja che adesso stavano lottando aggrappati a quel filo che li teneva legati alla vita. Si fermò nuovamente osservando quel cognome scritto sulla cartella infissa alla porta della camera: “ Inuzuka Kiba”. Abbassò lo sguardo prendendo per un istante fiato, la mano si posò indecisa sulla maniglia della porta scorrevole, poi fu un istante e un nuovo sorriso rilassato e felice come non mai si dipinse sul suo volto.

-   Ehi amico! Cos’è ti sei svegliato solo ora dal tuo pisolino mattutino?  

  

Perché in fin dei conti sai sempre come finisce, sai che il coraggio non è solo quello che dimostri durante le battaglie, sai che ci vuole più coraggio per aprire una stupida porta che per uccidere un tuo nemico. Sai che la vita è solo un filo a cui ti aggrappi cercando di non cadere, ma se hai la forza di rimanere aggrappato a quel filo, allora hai la forza per andare sempre avanti senza guardarti indietro.

Non conta quanto sei caduto in basso, hai sempre la forza per rialzarti e andare avanti. Fino a che avrai fiato per respirare avrai la forza per combattere, fino a che il tuo cuore non smetterà di battere fino a che la Foglia non sarà caduta…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Note dell’autrice:

 

Chappy dedicato a Tem_93! La mia Miky che per adesso è via!

 

 

 

Stefy90: Ciao stella! Allora chappy molto triste che mi rappresenta un po’ in quel brutto periodo che ho passato e che credo rappresenti un po’ te adesso! Lo sai che mi spiace tanto e che alla fine il tuo diario virtuale ci sarà sempre per te! Cmq…che dice del chappy? ti prego non pavoneggiarti che mi arrivano richieste di farti smettere! Quindi prendo provvedimenti, non avrai mai più le anticipazioni sulle storie, così impari a non rispettare le regole! Scherzo, senza di te sono perduta! Devo per forza fartele leggere se no chi ti sente poi! XD…che mi dici? Questo ormai lo hai già letto da tempo…quindi voglio un analisi dettagliati di tutti i personaggi, anche del cactus vivente alias Zetsu! Adesso ti ascolto su msn che è meglio! Un bacione grandissimo dalla tua Chiaretta! Ti voglio tantu bene testolina!!

Temari x Shikamaru 4ever: Ciao Iole!! Oddio hai pienamente ragione…io sono una GaaMatsu, e me ne devo rendere conto! Ma il punto è che questa storia intrippa pure me e non riesco a far staccare Gaara da Tem! Ma vedrai che con uno sforzo ci riuscirò e farò tornare le cose all’equilibrio Nero, di sempre! Che mi dici di questo chappy? Kiba si è finalmente svegliato ed è fuori pericolo! Ma Shikamaru? Lui ne deve passare ancora tante e sfortunatamente non sa proprio tutta la realtà dei fatti…dimmi un po’ tu, ok?! Un bacione grande dalla tua senpai!! Ti voglio bene!!

Gossip Girl: Ciao Ele alias collega in black! XD! Allora…so che quella parte ricorda molto l’episodio e infatti l’ho messa proprio per quello! Leggendolo bene si può notare quello che dice Shika a riguardo, ma naturalmente non pensa molto a Tem in quel momento, Kiba era di certo la cosa principale! Come vedi però si è ripreso e Shikamaru ha ritrovato il coraggio di andare avanti…sta pur certa che io mantengo sempre la mia vena Nera e non la cambio con nulla! e poi non potrei mai far stare Hidan con Temari, ti ricordo che lui è mio marito! XDD! Cmq…cosa ne pensi del chappy? spero ti piaccia! Anche perché da adesso in poi le cose si sistemeranno pian piano, fino al fatidico incontro! Adesso ti lascio! Ci sentiamo sul foro! Un bacione grande dalla tua Chiaretta! Ti voglio bene, collega!!

Sensei_man: Ciao David! Vedi che finalmente ci stiamo risentendo, ho passato un brutto periodo ma adesso mi sono ripresa alla grande! Sono tornata la Chiara di sempre! Cmq…che mi dici del chappy? come vedi Hidan infondo vuol bene a Tem e non è quello che credi! Shikamaru sta trovando il coraggio di ricominciare e sfortunatamente in un attimo di smarrimento perderà la rotta nera…ma vedrai che io gliela faccio ritrovare! E come!! Dimmi cosa ne pensi ok?! Ci sentiamo su msn! Un bacione grande dalla tua allieva! Ti voglio bene!!

  
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