Niente. Quel niente rosso
che ancora svettava triste sulla parete bianca dell’ospedale di Konoha. Era
appena l’alba e lui era ancora seduto su quella panchina, una tazza di caffè
caldo tra le mani, che gli annebbiava la vista con il suo rivolo di fumo grigio.
Non si era mosso da quel posto per tutta la notte, era rimasto immobile anche
quando per la prima volta quella spia rossa si era spenta e Sakura era venuta
fuori con il suo camice e i guanti ancora sporchi di sangue. Non si era mosso
nemmeno per andare da Choji, un breve cenno e un sorriso rilassato quando lo
aveva intravisto sulla barella, mentre i Ninja medici lo portavano nella sua
camera. Non si sarebbe mosso finché quella dannata luce rossa non si sarebbe
spenta, finché anche l’ultimo dei suoi compagni si sarebbe salvato. Kiba era
ancora nella sala operatoria e delle sue condizioni non si sapeva nulla, dopo
un intera notte di fatica quella luce rossa era ancora accesa su quel muro. Si
voltò brevemente ad osservare i suoi compagni, Naruto seduto accanto ad Hinata
scalciava freneticamente sul suolo freddo del pavimento mentre lei gli versava
del caffè, Shino seduto in un angolo era perso nei suoi pensieri. Akamaru
invece gli teneva compagnia, mentre triste e senza forze fissava la porta
ancora rannicchiato sulle sue gambe. Ripensò velocemente ai momenti passati con
Kiba, quei momenti in cui lui e Naruto litigavano in continuazione, quei
momenti in cui il sorriso non si allontanava mai dai loro volti e ripensò a
quella sera. La sera in cui lo aveva visto accasciarsi fra le sue braccia,
mentre con il volto sporco di sangue gli chiedeva invano aiuto. Ed ecco che
anche quel momento era arrivato, il momento in cui anche la speranza ti crolla
davanti, il momento in cui ti senti vuoto e una strana sensazione ti sale dallo
stomaco. Quando senti che il momento per crescere è quello, quando senti che
piangere non servirebbe a nulla, quando senti che il mondo che credevi tanto
duro è solamente uno strano filo legato alla tua mano, tanto resistente a volte
ma tanto fragile da spezzarsi in un istante. Quando preghi perché non arrivi
quell’istante, quando dentro di te urli di rabbia per non aver potuto muovere
un dito, quando in fin dei conti sai già come andrà a finire…
Quando vedi il volto di
Sakura cupo e le mani ancora tremanti dallo sconforto, quando il tuo cuore
smette improvvisamente di battere e preghi perché anche quell’ultimo granello
di sabbia rimasto in quella clessidra che è la tua vita non cada di sotto, ti
accorgi che infondo lo sapevi già, ti accorgi che infondo è meglio così…
La luce fioca dell’alba
illuminava di arancio le dune dorate e ancora fredde del deserto, quel deserto
che assomigliava talmente tanto a coloro che lo abitavano da essere amato come
un padre. I piccoli animali che lo abitavano se ne stavano ancora in giro tra
la sabbia, pronti a ripararsi quando il sole si sarebbe alzato in cielo. Delle
sottili nudi illuminate dai deboli raggi del sole fluttuavano nel cielo, mentre
lentamente le ombre scomparivano e il sole più caldo. Il rumore dei passi di un
uomo si fece via via più pesante e vicino, mentre il confine del Paese del
Fuoco si avvicinava inesorabilmente e quello del Vento diventava solamente un
ricordo. Hidan ancora disperso fra i suoi pensieri camminò lungo il sentiero
della foresta deviando appena per raggiungere il luogo in cui lui e i suoi
compagni avevano creato il loro accampamento momentaneo. Abbastanza vicino a
Konoha e abbastanza vicino a Suna, il luogo ideale per spiare i movimenti di
entrambi i paesi, il luogo ideale per bloccare un eventuale attacco da parte di
Orochimaru. Una voce già udita molte volte gli risuonò nelle orecchie come un
eco interminabile, alzò il capo smettendo di pensare e fece attenzione a ciò
che stava accadendo, se lui era lì ci doveva essere un buon motivo, un motivo
abbastanza importante da far scomodare anche lui. Camminò lentamente sino al
luogo in cui si erano accampati e fu allora che li vide, non soltanto lui ma
altri, forse il motivo che aveva immaginato era ben più importante di quando
pensasse.
- Mmm…Zetsu?
- il tipo chiamato in questione si voltò verso di lui osservandolo in
silenzio.
- Dove sei stato stupido fanatico? - gli chiese ad un tratto Kakuzu mentre
scrutava una mappa.
- Non sono affari che ti riguardano,
taccagno!
- Prima
o poi ti ammazzo, lurido folle…
- Come se ne fossi capace, Kakuzu!
- Hidan hanno ricevuto ordini dal capo, ci
aiuteranno a scovare il traditore…
- Io non ho la minima intenzione di mettermi a
cercarlo…
- Lo farai invece, perché se non lo troviamo a
rimetterci ci sarà soprattutto Suna…e tu non vuoi che le succeda qualcosa
vero? - Kakuzu, alzò per un istante gli
occhi dalla mappa che stringeva tra le mani per fissarli in quelli porpora di
Hidan.
- Non ti consiglio di farmi arrabbiare,
ricattatore!
- Allora non fare il bambino viziato, non si
addice ad un fanatico del tuo calibro…
E Hidan rimase in
silenzio. Controbattere a Kakuzu era facile, ma farlo comportava un rischio,
quei dannati occhi puntati addosso gli suscitavano un irrefrenabile rabbia,
rabbia che prima o poi gli avrebbe riversato contro, ma quello non era il
momento adatto. Non adesso che lui lo osservava da vicino, non ora che si era
portato dietro il suo compagno, non ora che aveva tutti contro. Sasori poteva
tenerlo a bada, Deidara e Kakuzu anche, ma lui no, non era quello il momento,
doveva mantenersi calmo e concentrato, infondo prima o poi sarebbe arrivato il
suo momento…
I corridoi del palazzo le
sembravano stranamente vuoti e spenti quel giorno, forse come le ripeteva di
continuo suo fratello il fatto che lei fosse di cattivo umore influiva su ciò
che i suoi occhi vedevano. Eppure quel giorno non era poi di cattivo umore, era
solo stanca e un po’ suscettibile, ma lo si poteva perdonare ad una donna incinta.
Svoltò silenziosa un angolo del corridoio privato in cui si trovavano le camere
della sua famiglia, e si diresse silenziosa verso l’altra ala del palazzo, era
in ritardo per la sua lezione. Scese velocemente le scale che la portavano al
cortile centrale, si guardò attorno confusa, tutti quegli occhi puntati addosso
la facevano sentire strana. Si avviò per un corridoio del cortile principale,
l’avrebbe condotta direttamente nella sala degli allenamenti. Le bastarono
pochi attimi e quando fu giunta nella sala d’addestramento si stupì di quello
che i suoi occhi videro, scosse la testa come in un sogno ma pareva proprio che
quella fosse la realtà.
Gaara al centro del
cortile, con la giara in spalla e la tenuta da combattimento, osservava gli
allenamenti in silenzio, mentre Kankuro sdraiato su di una panca sonnecchiava
all’ombra delle sue marionette. Temari si fermò ad osservarli dall’alto della
scalinata, mentre il sole cocente le batteva sulla fronte già calda le parve
per un istante di vedere Shikamaru, lo stesso Shikamaru che mesi prima se ne
stava nella stessa posa di Kankuro mentre lei si sfogava infuriata contro un
fantoccio di legno. La testa prese a girarle vorticosamente , afferrò indecisa
le sbarre della scalinata mentre le gambe le tremavano inesorabilmente come quelle di una bambina
spaventata. Un ultimo giramento alla
testa le fece per un attimo perdere l’equilibrio, le sembrò di sentire una voce
chiamarla ma passarono pochi attimi, il buio le chiuse gli occhi e un dolore
lancinante le attraversò il corpo. La voce squillante di Kankuro però le fece
riprendere aria, come se l’avesse tirata fuori da quella prigione che la stava
soffocando poco prima. Scese lentamente le scale dorate del palazzo e
attraverso il cortile sedendosi nella panca in cui poco prima suo fratello
riposava, osservò in silenzio Gaara. Diverso dagli altri giorni, preso
nuovamente da qualcosa che non era lei, preso dall’essere ninja prima che
Kazekaghe. Lo osservò spiegare a Masturi le tecniche di difesa, spiegarle come
usare le armi e come utilizzare le proprie tecniche in ogni situazione, sorrise
felice vedendolo. Un peso le fu tolto di dosso, un enorme peso che le stava
opprimendo il cuore, un peso che lei aveva appena scostato cercando di sfuggire
a quella morsa fatale in cui la sabbia la stava stringendo.
Il suono dei suoi passi
lungo il corridoio riecheggiava cupo e triste lungo le pareti. La sigaretta
spenta che pendeva dalle labbra, gli occhi persi nel vuoto e quell’aria stanca
e rassegnata che non lo aveva abbandonato da quella notte, la notte in cui
avrebbe voluto essere diverso, abbastanza in gamba da poter salvare la vita a
Kiba. Akamaru accanto a lui camminava con il muso rivolto verso il freddo
pavimento del corridoio, sarebbe stato inutile parlare quella mattina, sarebbe
stato inutile dire anche una parola,per questo si era portato dietro Akamaru.
Forse perché lui era l’unico che non poteva farlo sentire in colpa, forse
perché stare soli e in silenzio a volte è molto più facile che mettersi davanti
la cruda realtà. C’era ancora una speranza per il suo amico, ancora un filo che
tratteneva Kiba in quel mondo che lui aveva tanto amato, un filo che ancora lo
tratteneva vivo, un filo talmente sottile da potersi spezzare in un solo
istante.
Shikamaru si bloccò di
colpo osservando la porta bianca della sala operatoria, quella dannata luce
rossa si era spenta, pensò dentro di se. Si voltò imboccando un nuovo
corridoio, osservando attento le scritte applicate sulle porte, i nomi di
centinaia di ninja che si erano salvati a quel primo attacco, centinaia di
ninja che adesso stavano lottando aggrappati a quel filo che li teneva legati
alla vita. Si fermò nuovamente osservando quel cognome scritto sulla cartella
infissa alla porta della camera: “ Inuzuka Kiba”. Abbassò lo sguardo prendendo
per un istante fiato, la mano si posò indecisa sulla maniglia della porta
scorrevole, poi fu un istante e un nuovo sorriso rilassato e felice come non
mai si dipinse sul suo volto.
- Ehi amico! Cos’è ti sei svegliato solo ora
dal tuo pisolino mattutino?
Perché in fin dei conti
sai sempre come finisce, sai che il coraggio non è solo quello che dimostri
durante le battaglie, sai che ci vuole più coraggio per aprire una stupida
porta che per uccidere un tuo nemico. Sai che la vita è solo un filo a cui ti
aggrappi cercando di non cadere, ma se hai la forza di rimanere aggrappato a
quel filo, allora hai la forza per andare sempre avanti senza guardarti
indietro.
Non conta quanto sei
caduto in basso, hai sempre la forza per rialzarti e andare avanti. Fino a che
avrai fiato per respirare avrai la forza per combattere, fino a che il tuo
cuore non smetterà di battere fino a che
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Note dell’autrice:
Chappy dedicato a Tem_93!
La mia Miky che per adesso è via!
Stefy90: Ciao stella!
Allora chappy molto triste che mi rappresenta un po’ in quel brutto periodo che
ho passato e che credo rappresenti un po’ te adesso! Lo sai che mi spiace tanto
e che alla fine il tuo diario virtuale ci sarà sempre per te! Cmq…che dice del
chappy? ti prego non pavoneggiarti che mi arrivano richieste di farti smettere!
Quindi prendo provvedimenti, non avrai mai più le anticipazioni sulle storie,
così impari a non rispettare le regole! Scherzo, senza di te sono perduta! Devo
per forza fartele leggere se no chi ti sente poi! XD…che mi dici? Questo ormai
lo hai già letto da tempo…quindi voglio un analisi dettagliati di tutti i
personaggi, anche del cactus vivente alias Zetsu! Adesso ti ascolto su msn che
è meglio! Un bacione grandissimo dalla tua Chiaretta! Ti voglio tantu bene
testolina!!
Temari x Shikamaru 4ever:
Ciao Iole!! Oddio hai pienamente ragione…io sono una GaaMatsu, e me ne devo
rendere conto! Ma il punto è che questa storia intrippa pure me e non riesco a
far staccare Gaara da Tem! Ma vedrai che con uno sforzo ci riuscirò e farò
tornare le cose all’equilibrio Nero, di sempre! Che mi dici di questo chappy?
Kiba si è finalmente svegliato ed è fuori pericolo! Ma Shikamaru? Lui ne deve
passare ancora tante e sfortunatamente non sa proprio tutta la realtà dei
fatti…dimmi un po’ tu, ok?! Un bacione grande dalla tua senpai!! Ti voglio
bene!!
Gossip Girl: Ciao Ele
alias collega in black! XD! Allora…so che quella parte ricorda molto l’episodio
e infatti l’ho messa proprio per quello! Leggendolo bene si può notare quello
che dice Shika a riguardo, ma naturalmente non pensa molto a Tem in quel
momento, Kiba era di certo la cosa principale! Come vedi però si è ripreso e
Shikamaru ha ritrovato il coraggio di andare avanti…sta pur certa che io
mantengo sempre la mia vena Nera e non la cambio con nulla! e poi non potrei
mai far stare Hidan con Temari, ti ricordo che lui è mio marito! XDD! Cmq…cosa
ne pensi del chappy? spero ti piaccia! Anche perché da adesso in poi le cose si
sistemeranno pian piano, fino al fatidico incontro! Adesso ti lascio! Ci
sentiamo sul foro! Un bacione grande dalla tua Chiaretta! Ti voglio bene,
collega!!
Sensei_man: Ciao David!
Vedi che finalmente ci stiamo risentendo, ho passato un brutto periodo ma
adesso mi sono ripresa alla grande! Sono tornata