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Autore: milly92    18/11/2008    5 recensioni
Debora è una normalissima ragazza di quasi sedici anni che purtroppo non esita a sentirsi “Sfigata” in ogni occasione, così decide di partecipare ai provini per diventare la “Life coach” del suo aspirante cantante preferito di un programma musicale, Music’s Planet, che si chiama Niko. Con suo grande stupore ce la fà, ma purtroppo per lei quell’evento non è un arrivo, bensì un inizio: ce la farà a vivere nel frenetico mondo della tv, dove contano solo l’aspetto esteriore, i soldi e il potere? Resisterà alle varie offese, orari stancanti e un certo aspirante cantante che la manda in tilt? E se poi all'affetto per Niko si aggiungesse anche quello per Andrea, basato più sul sentimento che sull'aspetto esteriore?? Dedicata a tutti coloro che amano sognare un (bel) po’ e che sanno che essere adolescenti e crescere NON è assolutamente semplice… Baci, milly92 ^^
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Just Believe In Yourself- Debora's Confessions'
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Perché?!

Ciao a tutti!

Scusate ma stasera ho tantissimo da fare, devo ancora finire di studiare storia per l’interrogazione di domani quindi non potrò rispondere alle vostre recensioni. Spero che non ve la prendiate e che mi facciate sapere lo stesso cosa ne pensate, il vostro giudizio per me è fondamentale. ^^

Ho preferito aggiornare oggi perché domani, ahimè, sarà ancora peggio…

Mi consolo con il piccolo ma onnipresente pensiero che mancano SOLO cinque settimane alle vacanze natalizie.

Buona lettura, aggiornerò sabato!

La vostra milly92.

Capitolo 23

Perché?!

La sera del venerdì 13 sembravo l’unica pimpante nel loft: Angela e Vincenzo avevano litigato e… Rossella aveva lasciato Andrea, mentre Max se ne stava chiuso nella sua stanza senza cenare e parlare con qualcuno. Almeno per gli altri il venerdì 13 non si era smentito, mi dissi.

La cosa più brutta fu sapere che la coppietta si era lasciata.

Me ne stavo fuori al balcone, ed ebbi appena il tempo di andare nella mia stanza per nascondere ben bene la lettera che, mentre ritornavo, notai che la porta della stanza di Rossella, Angela e Lara era aperta: dentro vi era Rossella seduta sul letto, Andrea che camminava furioso avanti e indietro, Niko e gli altri Gold Boyz che osservavano la scena, zitti e muti.

Chiedendomi cosa fosse successo, continuai a camminare, ma in quel momento Andrea mi raggiunse, prendendomi per un braccio. “Deb, vieni!” mi ordinò, e quando entrai nella stanza incrociai lo sguardo di Niko arrossendo quasi, ma lui non sembrò badare a me.

Cavoli, Andrea me l’aveva quasi spezzato, il braccio!

“Ma cosa è successo?” chiesi, massaggiandomelo.

“Oh, scusa, non volevo farti male” si scusò brevemente lui, prima di dire: “Rossella mi ha appena lasciato”.

Accusai il colpo con incredulità: insomma, era vero che le cose tra loro non stavano andando bene negli ultimi giorni, ma quell’atto era a dir poco… estremo!

“Cosa?” sbottai, guardando Rossella. “Ma… Ross, perchè?!” chiesi, con l’aria di chi si trova in un manicomio.

Lei cacciò qualche altra lacrima dagli occhi già arrossati. Scrollò le spalle, dicendo: “Non lo so, non provo più niente per lui e poi c’è sempre il fatto delle telecamere…”

A quelle parole Andrea rise, ed io avrei voluto tanto poter imitarlo. Insomma…!

“Non sembrava che oggi ti facessi tanti problemi davanti alle telecamere del CPM, standotene avvinghiata a Massimo!” ribattè.

Io approvai, prima di notare un particolare: le telecamere… del CPM?

“Ma… Ma perché, c’erano le telecamere lì?” chiesi, sentendomi mancare.

“Si, in ogni sala, per evitare furti degli strumenti e cose simili” mi spiegò Giuseppe.

Volevo morire. Quindi noi…. eravamo stati ripresi dalle telecamere?! Cercai Niko con lo sguardo, e lui mi rispose con uno che equivaleva a dire “parliamo dopo”. Ma sembrava calmo, quasi come se sapesse già tutto.

Quasi non sentii Rossella ribattere: “Ok, tu non mi interessi più, contento?”

“Contento si, non mi va di stare con una persona che non ha nemmeno il coraggio di ammettere che ama un altro!” esclamò Andrea furioso, uscendo con passo veloce dalla porta e sbattendola, lasciando Rossella presa da un nuovo pianto isterico.

I Gold Boyz lo seguirono, ma Niko rimase lì.

“Deb, parliamo domani di quel fatto, ok?” fece, avvicinandosi a Rossella con aria grave.

“Ok…” annuii, ma avrei voluto tanto poter parlarne ora. In poche parole quelli del CPM avevano del materiale che per la stampa sarebbe stato succulento!

Ma non riuscii a deprimermi ancora di più, perché Dante mi venne a chiamare. “Deb, vuoi venire nella nostra stanza? Andrea sta veramente male…” mi supplicò quasi.

Annuii, seguendolo. Andrea se ne stava sdraiato sul letto, a guardare il soffitto, mentre faceva rimbalzare una palla anti stress con una mano.

Non potetti negare a me stessa che in quel momento era davvero bellissimo, con la solita cresta, quello sguardo magnetico, anche se il suo solito sorriso era spento.

“Potete lasciarmi solo per favore?” chiese, alzandosi dal letto.

Automaticamente mi avvicinai alla porta per uscire, prima che lui dicesse: “No, Deb, tu resta per favore”

Mi fermai, mentre gli altri, uscendo, mi sussurravano cose del tipo: “Metticela tutta” e “Tiralo su”.

Appena la porta si fu chiusa alle loro spalle, mi avvicinai ad Andrea e lui mi fece segno di sedermi affianco a lui.

“Ehi, su” gli dissi, avvicinandomi al suo letto. “Reagisci, prima o poi la verità verrà a galla…”

“Non m’importa, la so la verità” tagliò corto. “E non mi importa nemmeno del fatto che mi abbia lasciato, è meglio così, dopo tutte le sue paranoie me ne starò in pace ma… Non riesco ad accettare il fatto che abbia preferito qualcun altro a me” mi rivelò, mettendosi una mano in fronte. “Dove ho sbagliato? Cosa ho che non va?” chiese afflitto. “L’ho trattata come una principessa…”

Poverino, mi fece tanta tenerezza. Quasi quasi mi veniva da piangere vedendolo in quello stato.

“Dai, Grande Andrea, sta pur certo che un altro come te non lo troverà! E pure se le piace Max, beh, lui si sposa tra un po’, e di certo non è interessato a Rossella invece tu avrai così tante chances una volta uscito di qui… Sei un bravo ragazzo, bello, simpatico, intelligente… E se Rossella non lo ha capito fino in fondo, beh, ci ha perso lei”  affermai, cercando di tirarlo su.

Lui si voltò verso di me… Sorrideva. Si, sorrideva.

“Cosa ho detto di così divertente?” chiesi, sorridendo anch’io.

“Mi hai detto le stesse paranoiche frasi che tutti mi hanno detto ogni volta che mi lasciavo con una ragazza” rispose,  accennando una risata.

Arrossii, ma tentai di vedere la cosa dalla parte giusta. “Vedi che almeno ti ho fatto sorridere?” gli ricordai.

“Si, giusto” indugiò un attimo, prima di dire un energetico: “Ma hai ragione! Insomma, chi cazzo se ne fotte! Ho 21 anni, mica 50! Ho tutta una vita davanti a me per trovare quella giusta, e alla fine, sono solo i gusti di Rossella che l’hanno condotta scegliere un altro, no? Sono solo i suoi, mica quelli di tutto il mondo!”  esclamò.

Rimasi leggermente colpita da tutta quell’energia, ma dissi comunque un: “Bravo!” di incoraggiamento.

“Grazie, piccola” mi disse, abbracciandomi con calore.

“Figurati” risposi, ricambiando l’abbraccio.

“Ma... Aspetta un secondo…” mi mormorò nell’orecchio, mentre eravamo ancora abbracciati.

“Si?”

“Davvero pensi di me che io sia bello, bravo, intelligente…?”

La sua voce all’improvviso era seria, come il suo sguardo che mi squadrava quando sciolsi l’abbraccio. Arrossii nuovamente, prima di dire: “Certo che lo penso” e abbassare lo sguardo.

Eppure, l’aver fatto una buona azione, non mi bastò a dormire bene quella notte. Avevo davanti agli occhi l’immagine di me e Niko che finivamo su tutti i giornali con tanto di commenti malevoli, vidi Alexandra del Forum raggiungermi e scannarmi, i miei genitori offesi, mia nonna fare commenti ancora più offesi e scandalizzati in dialetto napoletano…

Alla fine, dopo aver sognato di essere bocciata per la mancanza di serietà e di essere rinchiusa in un carcere minorile dopo che una sadica Alexandra in vesti di giudice mi aveva condannato a vita, mi svegliai di soprassalto alle cinque e mezza del mattino.

Provai e riprovai a riaddormentarmi, ma ogni volta la mente mi si riempiva di cattivi pensieri a tal punto che iniziai a sudare freddo, così alle sei, dopo una doccia per niente rilassante, mi decisi ad andare in cucina per farmi una camomilla, una tisana…  Qualunque cosa che mi avrebbe potuta aiutare a sfogare il nervosismo e calmarmi!

Non mi vestii nemmeno decentemente, mi limitai ad indossare una vestina a mezze maniche verde a fantasia e a legarmi i capelli, che mi stavano dando fastidio come non mai.

Ma in cucina trovai una “sorpresa”: c’era Niko seduto a capotavola, con indosso solo dei pantaloncini e con tanto di torso nudo. Stava bevendo qualcosa da una tazza, e appena mi vide per un pelo non sobbalzò.

“Anche tu qui?” gli chiesi imbarazzata: era la prima volta che ci trovavamo da soli dopo l’accaduto del pomeriggio precedente.

“Si, immagino che non hai dormito affatto, giusto?” mi chiese con tono di ovvietà.

Mi sedetti di fronte a lui, annuendo. Forse li avremmo chiarito!

“Ovvio” commentai. Esitai un attimo, prima di chiedere con calma, per trovare le parole giuste: “Tu… Io… Cioè… Le telecamere del CPM… pensi controlleranno?”.

Anche lui indugiò, prima di dire: “Vieni, è meglio non parlare qui” e condurmi nella sala festa. Quanti ricordi mi pervasero appena entrai! La festa di Luigi…!

Spense tutte le luci, giustificandosi con uno: “I guardiani potrebbero notarci”. Ma per fortuna era quasi l’alba, quindi riuscivo a vederlo.

Chiuse la porta alle nostre spalle, e prima che potetti rendermene conto mi ritrovai contro di essa, spinta dalla forza del corpo di Niko. E in quell’istante risentii le sue labbra sulle mie, ma quella volta era diverso: non era un bacio dolce, no, era un bacio passionale, quasi come se fosse l’ultimo che aveva a disposizione nella sua vita. Risposi al bacio, sentendomi davvero obliata e beata, ed ero senza fiato quando si decise a separarsi da me.

“Perché?” fu l’unica cosa che seppi dire,come la volta precedente, riuscendo finalmente a trovare la forza di guardarlo negli occhi.

“Perché forse mi odierai appena risponderò alla tua domanda di prima” mi rispose. “Era l’ultima occasione che avevo”.

Mi sentii le vene gelare, in contrasto al precedente calore…

“Io lo sapevo, certo che lo sapevo” iniziò, con una voce da supplica.

“Cosa?!” urlai quasi, ma dovette tapparmi una mano con la bocca per farmi abbassare la voce. “Tu sapevi che c’erano le… telecamere?!”

Ma la risposta gli si leggeva in faccia, divisa a metà tra il dolore e il pentimento. “Si, lo sapevo” rispose, mentre dentro di me iniziavo a sentire il cervello non rispondere più alla ragione: com’era possibile, cioè, era così stupido?!

“Ma sei scemo?” iniziai, convinta di star sognando.

“Forse si” rispose, con aria afflitta.

“No, spiegami, che forse la ritardata qui sono io!” esclamai, senza capirci più un’acca.

Sospirò, passandosi una mano tra i capelli. “Ok, ma siediti” mi implorò quasi. “E’ una storia lunga”

Ubbidii, sedendomi su una poltrona, più  che altro per fare qualcosa che mi impedisse di pensare, ma non servii a nulla.

“Vedi, ricordi la questione del provino per il film?” mi chiese, prendendo posto poco distante da me. Lì fuori era spuntata l’alba: era così bella, chiara, mi ricordava le lunghe gite con la mia classe, quando eravamo costretti a partire ancora prima dell’alba ed io mi soffermavo a guardare il cielo dal finestrino del pullman, ancora assonnata… Come sarei voluta essere lì, senza pensieri…

“Si” risposi automaticamente,senza capire cosa c’entrasse. 

“La scadenza per i provini era fissata per il 15 maggio, ed io stando qui non potevo farli…”

“Si” ripetei, ancora senza capire.

“E perciò… Beh, avevo un accordo con il regista: nel caso non fossi uscito per il 15 maggio, il 13 dello stesso mese avrei dovuto fare una specie di dichiarazione ad una ragazza davanti alle telecamere del CPM e lui avrebbe provveduto a prendersi il video”

Disse tutto ciò fin troppo velocemente, lasciandomi bianca come un cadavere, umiliata, incredula… Perciò aveva guardato in alto prima di baciarmi, per le telecamere!

Mi alzai di botto, e mi stupii di non aver causato qualche rumore.

“Debora, per favore…” iniziò lui, prendendomi per un braccio. 

“Lasciami!” urlai, “Come ti sei permesso di… usarmi… Stronzo! Daniele aveva ragione!”

Mi lasciò stare udendo quel nome, quasi come se si fosse scottato.

“Ma non è come sembra, io non ti ho detto nulla per farti essere naturale, speravo ti avessero dato la parte di Felicia!” si giustificò.

“Ma non dire sciocchezze!” esclamai, lanciandogli uno sguardo d’odio. “Sei stato un… un... Non ho parole! Mi fidavo di te, mi hai solo illusa, si vedeva che era tutto preparato ed io come una cretina ci sono cascata!”

Restammo in silenzio per qualche secondo, prima che mi decidessi ad uscire dalla stanza.

“Debora, torna indietro!” mi urlò dietro, ma non gli diedi importanza; sentivo un’enorme groppo in gola, una voglia matta di urlare, fare a pugni, piangere…

Le lacrime non ritardarono ad uscire, così forti da impedirmi quasi di vedere.

“Debora!”

Avevo urtato qualcuno nel bel mezzo del corridoio, e solo dopo qualche secondo riconobbi Andrea.

“Cosa è successo? Ho sentito le tue urla!” mi informò. Accese la luce, e mi guardò critico poco dopo. “Ma stai piangendo…”

“Debora…”

Niko ci aveva raggiunto, ma ritornò nella sua stanza appena vide con chi ero.

Non la smettevo di piangere, ero in piena crisi isterica. Mi ero illusa per dodici ore di qualcosa che non esisteva, e, peggio, che era stato fatto con uno scopo.  E’ vero, avevo avuto qualche titubanza, ma il fatto che una parte di me si fosse illusa restava.

“Debora, calmati, spiegami cosa…”

“Lasciami in pace!” dissi tra un singhiozzo e l’altro, cercando invano di andare nella mia stanza.

“No che non ti lascio in pace” dichiarò serio Andrea, afferrandomi a fatica per un braccio. “Vieni in cucina, bevi un po’ d’acqua…”

“No!” protestai, dimenandomi, ma alla fine mi prese in braccio, trascinandomi a forza in cucina e facendomi sedere sul tavolo come una bambina.

Mi porse un bicchiere d’acqua e lo bevvi tanto per fare qualcosa, vergognandomi della mia scenata.

“Scusami per la scenata” borbottai poco dopo, singhiozzando ancora.

“Figurati, ma ora spiegami cosa è successo con Niko” rispose Andrea con calma. “Sai che a me puoi dirlo”

“Niko è uno stronzo” sintetizzai, decisa a sputare fuori tutto quel veleno per vendicarmi. “Ieri al CPM mi ha baciata davanti alle telecamere, con tanto di dichiarazione commovente…” 

Udendo ciò Andrea per un pelo non si strozzò con l’acqua che stava bevendo.

“… Ed ora mi ha appena detto che era tutta una finta, dopo avermi ribaciata, perché era una specie di provino per quel film a cui era stato candidato”

Era senza parole, mi guardava allibito.

“Niko aveva un accordo …? Ti ha baciata solo per… Per fare una specie di provino?”

“Si, e non me lo ha detto prima perché sapeva che mi sarei rifiutata di fare una cosa simile davanti alla telecamere, non ne sapevo niente..…” mi sfogai, mentre i singhiozzi riprendevano.

“Oddio, non ci credo…!” sibilò lui, stringendomi la mano.

Prima che potessi dire nulla mi ritrovai a singhiozzare contro il suo petto, come se ciò servisse a cancellare la realtà.

“Deb, calmati, ci sono io qui… sono sicuro che… che non voleva farlo…” tentò di consolarmi accarezzandomi i capelli.

“Ma cosa dici! Lui ha messo la sua carriera da attore prima di me e usandomi senza nessuno scrupolo!” singhiozzai. “Mi sento una stupida per essermi illusa, una stupida, una stupida tradita… Perché tutte a me?” chiesi al nulla, continuando a singhiozzare.

“Perché forse sei troppo buona” mi rispose con un tono dolcissimo, staccandosi da me e asciugandomi le lacrime con un fazzoletto che aveva preso da sopra la tavola.

Non risposi, ancora in preda al pianto. Mi osservava mentre mi sfogavo, con un’attenzione che quasi mi metteva in soggezione, ma che allo stesso tempo era comprensiva e sempre più rassicurante.

Erano ormai le sette quando mi decisi a smetterla.

“Sai qual è la cosa peggiore?” gli chiesi mentre gli preparavo il latte, quasi per ringraziarlo. Poverino, aveva avuto una notte insonne a causa della questione con Rossella ed io l’avevo tenuto ancora più sveglio con le mie urla.

“Che il video rischia di fare il giro dell’Italia?” propose,passandomi lo zucchero.

“A parte quello” risposi, mentre lo stomaco faceva un’altra capriola per quella nuova possibilità,  “Che Daniele aveva ragione in fondo”.

“Cavoli, hai ragione!”

Scrollai le spalle, decisa sul fatto che peggio di così non poteva andare: in tre minuti avevo perso tutto quello per cui mi ero illusa in più di un mese. E la parte di me che aveva avuto dei dubbi gioiva silenziosamente, senza farsene accorgersene. Forse, chissà, qualcosa l’avevo imparato…

 

Qualche Anticipazione:

Sembrava davvero abbattuto, così annuii. “Va bene, ma voglio vederti in giro entro oggi, ci sono anche le prove ufficiali…” dissi, cercando di tirarlo su.

Scrollò le spalle, prima di richiudere la porta e lasciandomi di nuovo quel grande vuoto nello stomaco.

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Daniele parve piacevolmente sorpreso, aprì la bocca e poi la richiuse, la riaprì e disse: “Mi… Mi hai chiesto scusa?”

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“Mica è un playboy come noi, anzi, come il nostro Andrea che fino a ieri sera sgaiattolava nella stanza di Ros…” iniziò Francesco, prima di tapparsi la bocca a causa di una mia occhiataccia.

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“Sai che vorremmo te come life coach? Quella Samanta non la sopportiamo, non fa un cavolo…” mi informò Dante.

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“Ma niente, niente, non avevo mai pensato per davvero al fatto che tu fossi così… Cioè, che avessi sedici anni, che abbiamo sei anni di differenza, cioè… Lo sapevo ma…”

 

  
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