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Autore: monipotty    18/11/2008    5 recensioni
Ciao a tutti voi! Questa è la prima fic che scrivo e spero che vi piaccia!! Il personaggio principale è la migliore amica di Elizabeth, Josephine: cosa succederebbe se Jo fosse innamorata del serio ma affascinante James Norrington (il mio personaggio preferito in assoluto e, naturalmente, secondo protagonista della fic)? Riuscirà a conquistarne il cuore già legato alla bella Elizabeth? Se volete scoprirlo, vi basta leggere!!! Recensite numerosi e... siate clementi!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elizabeth Swann, James Norrington, Nuovo Personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 20

I due giorni dopo passarono lentamente. Continuavano a viaggiare in acque tranquille e lei ogni tanto usciva per il ponte, sempre utilizzando molta prudenza e assicurandosi che ci fosse sempre qualche soldato nei paraggi. Con Norrington non aveva più parlato e il capitano dell’Olandese, ogni volta che la vedeva, la salutava cordialmente con il suo solito inchino e il tenebroso schiocco di quelle che dovevano essere le labbra, ma lei ormai ci aveva ormai fatto l’abitudine: il mostruoso capitano sembrava l’unico che la calcolasse, anche solo per salutarla. La notte del terzo giorno a bordo di quella nave di dannati, la ragazza fu svegliata di soprassalto da alcune cannonate: l’Olandese aveva attaccato una nave e dal ponte proveniva un gran vociare tra esclamazioni eccitate e ordini dati. Si vestì velocemente ed uscì sul ponte: un piccolo vascello fumante per gli spari e dall’aspetto orientale era stato affiancato dall’imponente veliero che continuava imperterrito a bombardarlo mentre gli uomini-pesce lo abbordavano guidati da un serissimo ammiraglio Norrington. Improvvisamente, Josephine vide una figura femminile uscire da una stanza sopraelevata e catturata da alcune guardie inglesi ma questa si svincolò dalla presa e corse fra le braccia dell’uomo, che l’abbracciò calorosamente. Poco dopo la donna gli si allontanò e raggiunse la ciurma del vascello, composta prevalentemente da pirati orientali; poi furono guidati sull’Olandese Volante e condotti nelle prigioni. Mentre passavano davanti a lei, Josephine vide la ragazza che aveva raggiunto l’ammiraglio e l’aveva abbracciato: era Elizabeth. Non fece in tempo a chiamarla, che sparì dentro alla nave. Jo capì immediatamente cosa fare: doveva parlare con l’amica. A qualunque costo. Voleva sapere tutto ciò che le era accaduto dalla notte in cui sparì da Port Royal fino a quel momento e voleva raccontarle tutto ciò che invece era successo a lei durante la sua assenza: voleva dirle del governatore suo padre e di Beckett, ma prima avrebbe dovuto liberarla. Pensò a come agire: sarebbe andata quando sulla nave sarebbe calata la calma, pur sapendo che i marinai non dormivano mai. Quindi si appostò dietro alla porta di accesso alle prigioni e attese che l’uomo-pesce al suo interno uscisse. Poco dopo la sua uscita, si intrufolò: davanti a sé trovò la cella gremita di uomini che la guardavano sorpresi e sprezzanti. Lei non ci fece caso e cominciò a cercare l’amica.

Elizabeth!” chiamò. “Elizabeth!” La ragazza si voltò di scatto e si fece avanti con gli occhi illuminati dalla gioia, era molto cambiata: i suoi occhi brillavano di decisione in un viso dimagrito dalle avventure e dai viaggi che aveva compiuto, i capelli erano raccolti in una crocchia e sembravano più corti dell'ultima volta che l'aveva vista.

Jo…Jo!” esclamò felicemente correndo attraverso la cella scansando agilmente i suoi marinai e raggiungendola. “Ma cosa ci fai qui? Pensavo fossi a Port Royal! Non sai quanto mi sei mancata.” Esclamò prendendole le mani sorridente e sotto gli sguardi increduli della ciurma.

La storia è troppo lunga. Appena ti libero ti racconterò ogni cosa.” Scosse le sbarre testando la loro robustezza. “Sarà più dura del previsto. Hai visto le chiavi?” Liz scosse la testa e la ragazza cominciò a cercarle nei dintorni. 

"Jo è pericolosa la tua presenza qui. Se ti dovessero scoprire qui dentro..." l'amica sorrise.

"Non ti preoccupare per questo: da quando sono sull'Olandese mi muovo sempre liberamente e nessuno mi dice nulla... anche perchè sono pochi quelli che mi parlano.

"Nemmeno Norrington?" domandò lei stupita. Jo scosse la testa.

"Lui men che meno..." mormorò tristemente. All'improvviso dei le due amiche udirono dei passi scendere velocemente le scale. Mentre Jo si nascondeva nell'ombra della porta contro la parete, un uomo che tutti ben conoscevano entrò velocemente e con le chiavi in mano. Josephine sbucò fuori dal suo nascondiglio e guardò James Norrington che si era voltato e ricambiava lo sguardo stupefatto.

Che cosa ci fate qui?” domandarono all’unisono. “Non dovreste essere qui, miss Allen.” La rimproverò Norrington. Lei lo fulminò.

Nemmeno voi dovreste, ammiraglio.” Lui scosse la testa, girò la chiave nella serratura e con uno scricchiolio splancò la porta della cella.

Venite con me.” Mormorò rivolto alla ciurma e ad Elizabeth facendosi da parte per lascirli passare, ma nessuno si mosse. “Svelti!” li incitò ancora. Ad un cenno di Elizabeth, i marinai uscirono velocemente dalla prigione direti verso il ponte. Elizabeth si tenne per ultima.

Che stai facendo?” chiese seriamente. Lui la guardò deciso.

Scelgo una parte.” Rispose. La ragazza, presa l’amica per la mano, uscì e la condusse via con sé seguita dall’ammiraglio che consigliò ad Elizabeth e alla sua ciurma di passare lungo il cornicione esterno del vascello, mentre lui sarebbe passato dalla passerella per raggiungere la poppa e farli fuggire lungo la corda che trainava la nave orientale. Josephine fece per seguirlo ma lui la bloccò.

Che cosa state facendo, miss Allen?” le domandò. Lei lo fissò negli occhi verdi con determinazione.

"Quello che fate voi, ammiraglio: faccio ciò che ritengo giusto.” E detto questo lo precedette lungo il passaggio. Norrington la bloccò prendendola per il braccio.

Sei matta?!” le sussurrò l’uomo. Jo lo guardò velenosa: che fosse tornato al tu in quel momento non le piaceva affatto. "Probabile, ma a VOI che importa?" sibilò, poi si liberò della stretta dell'uomo e raggiunse la poppa della nave sotto lo sguardo incredulo di Norrington che non riusciva a capire il perchè del suo comportamento. Sentì una stretta nel suo petto ma non ci fece caso e la raggiunse. Nel frattempo i primi membri della ciurma stavano arrivando: l'uomo li incitò ad arrampicarsi lungo la corda e a fuggire sul vascello trainato, mentre lui copriva loro la fuga, ma Elizabeth non si appese subito e si affiancò all’ammiraglio che la guardò.

Non andare alla Baia dei Relitti.” Le consigliò lui. “Beckett sa della Fratellanza. Temo che fra loro ci sia un traditore.” Elizabeth lo guardò insicura e con una punta di disprezzo.

E’ tardi per guadagnarti il mio perdono.” Sibilò. L’uomo si voltò e la guardò deciso ma nello stesso tempo tristemente.

Credimi Elizabeth, non ho nulla a che fare con la morte di tuo padre.” Abbassò lo sguardo. “Questo non mi assolve dai miei altri peccati.” Josephine si irrigidì incredula: aveva sentito bene? Il governatore Swann...?

Che…cosa…?” balbettò. L’amica la guardò stupita.

Non lo sapevi?” lei scosse la testa. “Nessuno sapeva nulla?” esclamò sempre più incredula.

I…io…mi dispiace tanto, Elizabeth, ma non lo sapevo. Beckett non mi ha detto nulla.” In quel momento Jo collegò lo sparo che aveva sentito il giorno che era scesa dall’ Endeavor con l’assassinio del governatore e capì: Beckett l’aveva ordinato, tutto era stato calcolato nei minimi dettagli: scesa dalla nave, lei non si sarebbe accorta della sua assenza ed ecco spiegato il motivo della sua presenza sull’Olandese Volante. Elizabeth la guardò con tenerezza.

D’accordo.” Poi si girò verso Norrington e velocemente spostò lo sguardo sulla ciurma che appesa alla spessa corda stava fuggendo. “Vieni con noi.” Ordinò decisa. Norrington la guardò stupito senza muoversi. Elizabeth lo guardò implorante. “James, vieni con me.” Lo pregò. L’uomo stava per rispondere quando qualcuno urlò dall’alto: “Chi va là?” Alzarono tutti e tre lo sguardo: un marinaio li aveva visti ed ora sentivano i suoi passi dirigersi velocemente verso di loro. Norrington estrasse la spada e Josephine guardò Elizabeth, che scrollò l’ammiraglio per la manica cercando di farlo muovere. Ma lui rimase fermo ed impassibile.

I nostri destini si sono intrecciati, Elizabeth...” mormorò dolcemente in quei pochi attimi dall’arrivo del marinaio. “...ma mai uniti.” Il suo viso si avvicinò lentamente a quello della ragazza. Josephine si voltò di scatto per non vedere ciò che aveva sempre avuto paura di vedere: l’ammiraglio baciò dolcemente sulle labbra Elizabeth, che accettò quel bacio senza scostarsi. Il tempo sembrava essersi fermato per Jo: quell’istante che durò il tempo del primo ed ultimo bacio che Norrington aveva e avrebbe dato ad Elizabeth, sembrava non finisse mai. Una profonda ferita le squarciò il petto e il suo cuore smise di battere. Quando si separarono, l’uomo le esortò ad andarsene, ma Jo non aveva sentito. Proprio mentre Elizabeth si appendeva alla corda e cominciava ad andare verso la propria nave, convinta che l’amica la stesse seguendo, il marinaio arrivò. Ma Josephine non riusciva a muoversi, paralizzata dal terrore e ancora sconvolta per quel bacio: mentre l’ammiraglio tentava di respingerlo, Elizabeth la chiamava e la esortava a fuggire; ma la ragazza non riusciva a spostarsi pur volendolo. Guardò l’ammiraglio proteggere la fuga dell’amata e solo quando il marinaio cominciò a dare l’allarme urlando, Norrington si accorse che Josephine non si era ancora arrampicata. La prese per il braccio e la guardò implorante.

Ti prego, Josephine, scappa. Fuggi via!” disse lui.

N-non riesco a m-muovermi…” balbettò a bassa voce lei, gli occhi pieni di paura fissi nel vuoto davanti a lei. Lui la scosse guardandosi nervosamente intorno mentre il pirata gridava ai compagni di raggiungerlo a poppa.

Josephine, ti prego! Io… non voglio perderti.” La ragazza si riscosse con quella frase e lo guardò sorpresa negli occhi. “Va’, Jo, va’!!!” esclamò. Proprio in quel momento Elizabeth li chiamò e cominciò a tornare indietro per aiutare lui e l'amica, ma l'ammiraglio tranciò la corda con uno sparo urlando a Josephine di saltare in acqua. Fu un attimo: non appena si era voltato voltò pronto ad affrontare il nemico, questi lo trapassò da parte a parte con un bastone appuntito; il suo corpo si ripiegò sull’arma in un tempo che parve infinito, l'arma luccicava per il sangue che la ricopriva, poi si accasciò su alcuni barili di polvere da sparo accantonati lì vicino. Josephine gridò ma anche qualcun altro aveva urlato dall’acqua. 

James!” gridò Josephine. "JAMES!!" Non appena fece un passo per avvicinarsi a lui, Norrington la guardò: ma non era uno di quelli sguardi che le aveva lanciato in quegli ultimi tempi, carichi di tristezza e rancore, e nemmeno uno degli sguardi che aveva rivolto verso Elizabeth. I suoi occhi sembrava la pregassero, la implorassero di fare qualcosa. Di fuggire. Jo vide James Norrington deglutire a fatica il sangue che gli era salito in gola e poi...

Va’… via… Jo…” le sue ultime parole, sussurrate, ma ogni parola era come una coltellata per lui, una sofferenza in più di quella che stava patendo in quel momento ma lui voleva dirglielo, doveva o la ragazza non sarebbe mai scappata. Un rivolo di sangue cominciò a colargli dalle labbra. Lei scosse la testa, lacrimando.

“… No…” mormorò fievolmente in risposta ma il tempo stava scadendo: ormai i passi della ciurma dell’olandese erano vicini.

Josephine! Buttati! Gettati, ti prego!” urlò Elizabeth tra le lacrime che le rigavano il viso già bagnato dell'acqua dell'oceano. Con un grande sforzo, Josephine salì sulla balaustra e con un ultimo sguardo all’uomo morente, si gettò, proprio nel momento in cui arrivavano gli altri marinai. Riuscì ancora a sentire le urla adirate dei pirati che rivolgevano ai fuggitivi poi cadde in acqua con un tonfo: per la seconda volta era caduta da una nave, ma questa volta si era gettata di sua volontà e si rese conto che nessuno sarebbe venuto a salvarla: la sua vita non aveva più senso, pensò, aveva perso tutto ormai. La sua unica ragione di vita stava spirando in quel momento e lei non voleva abbandonarla. L’acqua l’avvolgeva e la cullava come una madre con le sue correnti, la luce della luna si rifletteva sulla sua superficie e lei la poteva vedere, da lì sotto. Chiuse gli occhi e si abbandonò ai flutti.

L’ultima cosa che sentì prima di perdere i sensi erano un paio di braccia che la trascinavano in superficie.

- James... - pensò. Poi non capì più nulla.

Finalmente rieccomi qui!!!! Lasciamo perdere, la scuola mi sta facendo diventare peggio che matta: fosse solo quello sarei tanto felice...  Comunque, voi tutto bene? Porate pazienza se i miei aggiornamenti sono a quasi un mese di distanza l'uno dell'altro, però si fa quel che si può :D

Per scrivere questo capitolo ho sofferto veramente tanto... sniff... il mio povero James... Non so se sono riuscita a rendere bene, spero di sì... La povera Jo ne soffrirà parecchio... Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto!

Giu91: Lascia perdere, guarda. Ma poi, cioè, parliamo di quel viscido di Beckett! E vabbè. E poi Beckett posso non farlo meno viscido del solito quando è innamorato? Non ho resistito! Così si vede la parte umana (più o meno) del suo animo... sempre che sia vera...

QueenLilly: porta pazienza, è più forte di me! Chiamarti Sofia mi piace da matti!!!!! XD Ho notato che hai aggiornato... temo di non aver ancora recensito, vero? Ultimamente non ho più tempo per leggere... mi dispero profondamente!!!!! Salutami Curzio, che quel romano mi sta troppo simpa (già solo che per fare la carne alla brace usa la sua arma... ingegnoso, direi)  e anche questa tua nuova amica del Messico!!! Mi sa che questa parte di storia non è la tua preferita, neh? :P Su, su, forza e coraggio. Poi passa tutto. 

LadyElizabeth: permesso concesso. Puoi picchiarlo, solo che ti voglio vedere a far male ad un morto... uhm... bella lì!!!! Per ora, ti devi accontentare di immaginarti a menarlo di brutto (e ti faccio compagnia :D) Spero di aver soddisfatto la tua curiosità: purtroppo non mi è venuto in mente nulla di particolare da raccontare dell'esperienza sull'olandese, anche perchè per quel paio di giorni che è stata a bordo, non è che potesse fare molta amicizia, soprattutto con degli... esseri come la ciurma del mio amico Poliposo-Jones.

Lollapop: Ciao!!!! Benvenuta tra i lettori di questa pazza fic!!! Sono contenta che ti piaccia! Mi raccomando, continua a seguirmi!!

Giulia: accidentaccio a te!!!! Iscriviti o a riunione ti squarto!!! :D

Oooooookay!!! Ci vediamo nel prossimo capitolo e... un bacione a tutti voi lettori!!!! Ciauuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu!!!

By monipotty

  
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