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Autore: WickedSwan    10/01/2015    1 recensioni
A #Larry Fanfiction!
DAL TESTO: "Che schifo.
Ridotto a trascinarmi in locali sconosciuti dei sobborghi di Londra, pur di essere me stesso.
Che poi, forse, non sono me stesso neanche così.
No, non sono più me stesso da un po’ di tempo ormai.
Come sempre, il mio autista mi sta aspettando in una via laterale, pronto ad accogliermi in macchina, una berlina, ovviamente, e riportarmi a casa.
Sono sicuro che qualche sera non mi vedrà arrivare.
Prima o poi qualche pazzo mi rapirà, con la speranza di tirarci fuori un bel riscatto. O magari solo per il gusto di torturarmi ed uccidermi lentamente e con gusto.
Come se non ci stessi già pensando da solo."
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 6  – BUON COMPLEANNO?
 
24 dicembre 2014
 
HARRY POV

“Buon compleanno Louis!!!!!”

Non posso credere di essere davvero qui.
Anno dopo anno mi riprometto di non cascarci più ed ogni volta..non mantengo mai la promessa.
Ma, in fondo, come potrei?

Come potrei scegliere consapevolmente di perdermi i suoi sorrisi spontanei e gli occhi luminosi mentre finge di essere sorpreso?

Non l’ha mai detto, ma io lo so.
So per certo che queste feste non sono mai una sorpresa per lui, voglio dire, dopo anni mi sembra molto improbabile che non si aspetti proprio niente.

Eppure eccolo lì, circondato dalla sua famiglia ed i suoi amici, pronto a riservare un abbraccio ad ognuno di loro.
Sembra felice.
Cosa potrei chiedere di più?
Sono passati quasi due anni, ma per me funziona sempre allo stesso modo. Se è felice lui, allora lo sono anch’io.
Che patetica ragazzina innamorata.

Tiro fuori uno dei miei sorrisi migliori, sempre e comunque forzato e sbilenco, mentre anch’io mi avvicino per congratularmi.
Congratularmi per cosa, poi?
Lou ha 23 anni.
E ha passato l’ultimo anno e mezzo completamente all’oscuro di quello che c’è stato fra noi.
Di quello che c’è fra noi.

E’ il mio turno di dire la cazzata del giorno. Che gioia.
“Hey, buon compleanno amico!” Cerco di mantenere al minimo il contatto visivo, mentre allungo la mia mano per afferrare quella di B..ehm, Lou, già pronta ad accogliere la mia.

“Sì, grazie Harry! Sono contento che tu sia riuscito a venire..” Mi risponde lui, senza lasciare la presa.
Senza lasciarmi andare.

So cosa sta facendo, vuole che lo guardi.
Ormai sono mesi che va avanti questa storia: lui cerca di avvicinarsi a me, per ‘conoscermi meglio’, ma..io non posso proprio farlo.
Letteralmente.
Come posso ‘conoscere meglio’ una persona che conosco già come il palmo della mia mano? Come posso sopportare di parlare di sciocchezze davanti ad un orrenda ed infinita tazza di caffè?

Già, ora beve anche il caffè, lo stronzo.
Io no, però.

“Mi conoscete, arrivo sempre. Anche se all’ultimo momento.” E con una risata finta, strappo la mia mano dalla sua e mi allontano, riuscendo ancora ad evitare il suo sguardo.

Di nuovo nel mio angolino.
Di nuovo nel mio mondo fatto di tristezza, rancore e false speranze.

I ragazzi continuano a guardarmi, ogni tanto li vedo avvicinarsi a me, come per cercare di spazzare via l’alone di malinconia e rabbia che ho intorno, ma li allontano con un gesto della mano.
Non ho voglia di parlare.

Parlare, parlare, parlare.
Sembra che da mesi tutti vogliano fare solo questo con me.

Mia madre che vuole parlarmi, per sapere come sto.
Come vuoi che stia? Da schifo. E non ne posso più.

I ragazzi che vogliono parlarmi, aiutarmi a ‘superare la cosa’.
E come la supero? Datemi un cappio, vi faccio vedere io come la supero.
Ma no, sono troppo legato a questa stupida vita per tentare anche solo di liberarmene.
Codardo.

Simon vuole parlarmi. ‘Harry, è meglio per tutti. Sai che fra voi non avrebbe mai potuto funzionare’.
Non poteva funzionare? A me sembra che stesse andando tutto benissimo fino a quello stupido incidente.
Stupido Louis.
Stupido idiota.

Eleanour che vuole parlarmi. Farmi capire quanto Lou sia felice adesso. Quanto sia libero, spensierato, senza alcun problema.

Felice? Credo che tu non sappia neanche cosa vuol dire vedere un Louis felice, cara Eleanour.
L’hai mai visto urlare, sul serio, di piacere?
L’hai mai sentito gemere anche solo perché gli stai sfiorando il braccio?
L’hai mai osservato ridere con i capelli tutti scompigliati mentre giocate a fare la lotta sul tappeto del VOSTRO salotto?
L’hai mai ascoltato mentre ripete il tuo nome di notte, nonostante stia dormendo come un sasso?
Io sì.
E ti giuro, che non dimenticherò mai ogni singolo momento passato con lui.
Come potrei?
Allora ero ancora vivo.

Come sempre sono già al terzo o quarto drink, mentre Zayn continua a fissarmi da lontano, controllando ogni mia mossa.
Ormai hanno tutti paura di me.

Hanno paura che prima o poi io possa scoppiare e rompere la promessa fatta a me stesso e a loro tanto tempo fa.
Non capiscono che non lo farò mai.
Perché per quanto io possa soffrire, per quanto vorrei urlare in ogni momento quanto tutto ciò sia ingiusto, quanto questa merda sia tutta un’enorme bugia..non posso farlo.


Ormai l’ho perso.
Anche se quando bevo non mi sembra poi così lontano.

Sta tagliando la torta, mentre la sua ragazza non lo molla un attimo, lanciandomi anche lei qualche sguardo, ma solo ogni tanto.
Quando è sicura di non essere vista.

Dovrei esserci io là, in questo momento.
Non una stupida ragazzina bugiarda.
Io.

Mi rendo conto di essere davvero incazzato quando sento il bicchiere che ho in mano produrre degli strani suoni. Ormai è diventato una massa informe, schiacciato da tutta la rabbia che covo dentro da tanto, troppo tempo.

Devo uscire di qui, devo smettere di guardare ogni più piccolo centimetro del suo corpo sperando ancora che possa tornare mio.

Così, con un colpo di bacino, mi stacco dal muro e mi dirigo verso la portafinestra.
In un attimo sono sull’ampio  terrazzo del Grand Hotel, finalmente in grado di allontanarmi dal Chaos della serata.
Ma il casino che ho dentro, da quello non posso allontanarmi. Neanche per un attimo.
Non c’è mai silenzio.

Guardo il profilo dei palazzi di Londra, niente a che vedere con quelli di L.A.
Là sembra sempre giorno: con le luci dei locali, le feste che vanno avanti per tutta la notte e le persone, che non hanno mai voglia di dormire.

E’ quasi impossibile restare soli con i propri pensieri, quando hai tutta quella gente intorno che non smette mai di parlare.
Per quello mi piace; a volte mi sembra quasi di riuscire a non pensare.
A volte anch’io riesco a dimenticare, proprio come ha fatto lui.
Poi però mi riprendo dalla sbronza e la vita torna a sbattermi in faccia la realtà.

Londra è diversa.
Londra sa di casa, purtroppo o per fortuna e questo non lo posso cambiare neanche volendo.
E’ qui che ho vissuto i pochi anni più belli della mia vita e penso proprio che non potrò mai abbandonarla del tutto.

Qui la notte è semplicemente notte.
Nessun party sulla spiaggia, nessun bagno di mezzanotte (e chi si fida del Tamigi?), nessuna possibilità di dimenticare.

Eppure ci provo. E mi ubriaco, alla ricerca di compagnie interessanti con cui passare le nottate.
Ma ad un certo punto posso solo mollare tutto.
L’ho detto, questa città sa troppo di casa.

Troppo noi, ovunque ed in ogni momento, ad ogni angolo delle stradine più dimenticate, in ogni negozietto strano, sotto la ruota panoramica, in quel bar vicino a Praymark.
Ovunque.
Larry Stylinson.

Cazzo Louis, possibile che non ti sia mani venuto in mente di cercare il tuo nome su Google? Possibile che non ti sia mai passato sotto gli occhi un qualsiasi video su di noi?

Il problema è che potrei mostrarti anche mille foto in cui ci baciamo, o dormiamo insieme nello stesso letto, o cuciniamo qualche schifezza delle tue, ma non mi crederesti lo stesso.

Per te è più facile così.
Per il tuo cervello è più facile così.

Mr. Martini me l’ha ripetuto talmente tante volte, che ormai ho finito per crederci anche io.
Però questo non può impedirmi di odiarti.
Ti odio Louis.

Ti odio così tanto che quella torta del cazzo te la spiaccicherei tutta in faccia, anche solo per godermi il tuo gridolino effemminato mentre tenti di pulirti.

‘Sono effettivamente etero.’
Certo, come no.

“Oh, Harry. Non pensavo di trovarti qui.”
No, ti prego, non adesso.
Non potrei sopportarlo.
Rischio di rovinare tutto.

Lo sento avvicinarsi a me, con quel suo passo leggero e inconfondibile.
Dio quanto lo odio.
Si appoggia anche lui alla balconata, rivolgendo il suo sguardo verso la città, fissando il vuoto, proprio come faccio io.
Dio quanto lo odio.
Sapeva che mi avrebbe trovato qui. Sa sempre dove cazzo sono ed ogni volta riesce a trovare almeno dieci minuti per distruggere le mie giornate, con le sue chiacchiere visionarie sul ‘voler conoscere il vero Harry Styles’.

Fottiti Louis, il vero Harry Styles è morto il giorno in cui hai avuto l’incidente, smetti di cercare di conoscerlo. Basterebbe che tu ricordassi.
Dio quanto ti odio.

Eppure non riesco ad ignorarlo.
Non posso continuare a fissare il nulla quando ho il tutto proprio accanto a me.

“Bella festa, Tomlinson. Spero che la torta sia buona.”
“Grazie, l’ha organizzata mia madre, sai com’è. Per la torta invece..ecco, dimmi tu se è buona. Te ne ho portato un pezzo.”

Lo guardo, accorgendomi solo adesso che in mano ha un piatto con due fette di torta, ancora intatte, pronte per essere assaggiate.
Il mio sguardo vaga per qualche secondo dal piatto ai suoi occhi, per capire a che gioco stia giocando.
Ma i suoi occhi sembrano così..sinceri.
Dannatamente chiari e dannatamente limpidi.

E così, nonostante il groppo che sento formarsi in gola, non posso fare altro che annuire in silenzio, mentre lui, con un sorriso incredibilmente reale appoggia il piatto sul parapetto, nel piccolo spazio rimasto vuoto fra la mia mano destra ed il suo gomito sinistro, prima di passarmi una forchetta.

Giuro, in questo momento mi sembra di essere tornato a quando eravamo noi.
Lou che mi guarda eccitato, aspettando che sia io il primo ad assaggiare, prima di potersi fiondare su qualsiasi cosa ci sia nel piatto, lasciandomene sempre meno di metà.

E così, complici i suoi occhietti imploranti, decido di prenderne una bella forchettata, sapendo già che non me ne toccherà poi così tanta.
Meglio approfittare finché il cucciolo è ancora in attesa.

Metto in bocca la torta al cioccolato, gustandone il sapore forte e deciso ed osservo mentre anche lui fa lo stesso.

“Bella Londra di questi tempi, eh?” Mi chiede dopo un po’, con la bocca ancora piena di torta ed il labbro inferiore leggermente sporco di cioccolata.

Per qualche secondo non riesco a rispondere, sono troppo, troppo preso da quella macchia di cioccolato, su quel labbro così invitante.
L’ultima volta che era successo, la sua bocca non era rimasta sporca per più di qualche secondo.
In fondo, il cioccolato mi è sempre piaciuto molto.

Sto per rispondere con qualche altra cavolata di circostanza, quando improvvisamente vedo Lou voltarsi verso di me, con uno sguardo a metà fra l’allucinato ed il febbricitante.

Continua a fissare i suoi occhi nei miei per non so quanti secondi o minuti, mentre io cerco di capire cosa stia succedendo, finché non lo sento appoggiare le sue mani alle mie braccia, come se stesse cercando di tenersi in piedi.
Che cazzo sta succedendo.
Cazzo.


“Hey Lou, che cos’hai? Ti prego parlami. Vuoi sederti? Ti senti male? Parlami!” Comincio a dire frasi spezzate e senza senso, mentre le mani di Boo continuano a stringermi sempre più forte ed i suoi occhi si chiudono di scatto, come per scacciare un dolore profondissimo.

“Potrebbe ricordare prima o poi. Ma è una cosa molto dolorosa, non so quanto possa convenirgli in realtà. Potrebbe addirittura non farcela.”

No, non posso pensare a questo adesso.
Lou sta soffrendo ed io non so come cazzo comportarmi.

E così, ecco che mi limito a fare esattamente quello che mi viene dal cuore.
Quando la sua presa sulle mie braccia sembra allentare leggermente, cerco subito il suo viso con le mie mani ed inizio ad accarezzare piano le sue guance, il suo collo, i suoi capelli.
Quando aveva gli incubi di solito funzionava sempre.

“Lou, guardami. Sono qui. Non ti lascio.”
E quanto siano vere queste parole..lo so soltanto io.
Non so perché, o come, ma sento Lou rilassarsi, mentre continuo ad accarezzarlo, ripetendo queste brevi frasi come un mantra.

“Non ti lascio.”

Restiamo così per alcuni minuti, durante i quali ho la possibilità di studiare il suo viso, che da troppo tempo non ho avuto tanto vicino come adesso.
E’ così bello che mi viene da piangere.

Nonostante il terrore che io stia provando adesso, nonostante la rabbia, nonostante i pianti e la sofferenza, nessuno potrà mai cambiare ciò che provo.
Neanche lui stesso.

“Non ti lascio.”

Lo ripeto un’ultima volta, prima di sentire le sue mani liberare finalmente i miei bracci, per poi cingermi la vita ed abbracciarmi, come non accadeva da tanto.

Louis mi sta abbracciando.

Boo ha appena accoccolato la sua testa nell’incavo del mio collo ed io mi sento in Paradiso.
Vorrei poter rimanere così per sempre, in questa pace improvvisa quanto completamente assurda.

Ma devo capire cosa sia successo, devo sapere se sta bene.
Così, con riluttanza, cerco di staccarmi da lui, sentendolo irrigidirsi di nuovo.
Oh no, un’altra volta quella cosa no.

Apre gli occhi di scatto, come se si fosse appena svegliato da un sogno.
Sembra stordito ed in un attimo lo vedo allontanarsi da me di qualche passo; aspetto, sperando in una qualche minima spiegazione, mentre lui comincia a mordersi il labbro inferiore, visibilmente a disagio.

Proprio quando sembra che sia deciso a dire qualcosa..la porta di vetro alle nostre spalle si apre con un tonfo secco, spaventando entrambi.

“Lou. Vieni dentro, è il momento del brindisi, stiamo aspettando tutti te.”
Certo, chi poteva essere se non quella lagna di Eleanour?

“Ehm..ok, arrivo subito.” Risponde Boo, quasi sollevato per quest’improvvisa interruzione.

Ma come, prima mi vieni a cercare e poi non vedi l’ora di liberarti di me?
Perché non vuoi dirmi cosa ti è appena successo?
Perché non ti fidi?

Con un’ultima occhiata imbarazzata lo vedo dirigersi verso la porta, verso di lei, lasciandomi solo con le fette di torta.
Ormai dovrei esserci abituato, sono destinato a restare solo.

Di nuovo, il tonfo della porta mi spaventa, mentre capisco di essere stato letteralmente chiuso fuori da Eleanour, che mi guarda sorridendo dall’interno della stanza, mentre allaccia la sua mano a quella di Lou per portarlo di nuovo lontano da me.

Eppure lo vedo anche da qui, anche attraverso un vetro sporco che Lou non sta sorridendo come prima.
Sembra sovrappensiero, stanco e distratto.

Sicuramente il suo quasi svenimento, il suo mugolio affaticato, il suo aggrapparsi a me di poco fa non sono stati niente.

Riprendo a guardare le luci soffuse di Londra, mentre una nuova consapevolezza si fa strada dentro di me.
Lou non sta bene, e l’episodio di pochi minuti fa ne è la prova concreta.
Devo solo capire cosa stia succedendo.

Che stia davvero iniziando a ricordare?
 


SPAZIO AUTRICE:
Ciao ragazzi, ecco un nuovo luuunghiiiissimo capitolo tutto per voi!
Spero che l'attesa sia stata ripagata..dai fatemi sapere un po' di impressioni generali, che così mi sembra di scrivere soltanto per me stessa!!

Il prossimo capitolo sarà punto di vista di Lou..finalmente inizieremo a capire cosa ci sia nella sua testolina annebbiata..contenti??? (:

Un bacione,

Iri (:
   
 
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