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Autore: Colpa delle stelle    10/01/2015    3 recensioni
[Interattiva - posti al completo]
Il Signore Oscuro sta tornando. Agisce nell'ombra, si nasconde dal Mondo Magico e anche se nessuno lo vede e lui stesso non si presenta nelle sue solite vesti, la sua presenza è tangibile come una mannaia sul collo delle persone e nessuno riesce più a ignorarlo.
Quattro giovani coraggiosi si ritroveranno inevitabilmente attirati nel corso degli eventi e sarà il destino a decidere la riuscita o il fallimento della loro missione.
Ad Hogwarts, però, la vita scorre normalmente e per gli studenti che la frequentano rimane ancora la scuola di magia e stregoneria più sicura al mondo.
E voi, che ruolo avrete in questa storia?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Capitolo 15
 

 

Era l'alba, ma il castello di Hogwarts era già in pieno fermento.
La squadra di Quidditch di Corvonero era appena scesa in campo, bardata di sciarpe, cuffie e guanti, e aveva iniziato il riscaldamento fisico, in vista dell'ultimo allenamento prima della partita. I Serpeverde dal canto loro, che mai si sarebbero alzati presto alla domenica mattina, erano così sicuri della loro vittoria che non si preoccupavano minimamente per lo scontro di quel pomeriggio.
Francisco era uno dei pochi che aveva preferito alzarsi relativamente presto e fare colazione in Sala Grande con la sorella, che per quel giorno era relegata agli spalti.
- I Corvonero sono degli ossi duri – commentò, girando il cucchiaio nella tazza. - Hanno vinto la Coppa del Quidditch per tre anni consecutivi e tutte le case sono ben decisi a fargliela pagare. Il problema è che alcuni dei giocatori migliori di tutta la scuola sono dei corvi e non se ne andranno fino all'anno prossimo. -
Francisco annuì, pensieroso, e finì il succo tutto d'un sorso.
- L'anno prossimo sarà piuttosto facile. - annuì. - Il capitano e Blackthorne se ne vanno, Merlino sa dove, e il campo di battaglia sarà più aperto. Ma noi compiremo l'impresa quest'anno. -
Francisca lo guardò, con le sopracciglia sollevate, e lo invitò a spiegarsi.
- Vinceremo noi quest'anno. - assicurò il Serpeverde. - Sarà uno smacco. -
- E se fossero i Grifondoro a vincere? - domandò Francisca, sicura. - Lo smacco lo faremo noi. -
Francisco si alzò e fece spallucce.
- Voi contro i Tassorosso avete perso – le ricordò, beffardo. - Noi oggi vinciamo. -

 

 

Caroline e Andromeda, viste l'una accanto all'altra, incutevano timore, i giocatori delle altre squadre lo sapevano bene. Erano una delle coppie di battitrici più forte della scuola, forse in assoluto la migliore, ed entrambe lo sapevano. Già in divisa argento e blu, si erano ritirate in un angolo e mimavano dei colpi con dei bolidi immaginari, ruotando la mazza a velocità incredibile.
Alice si piegava e si rialzava sulle ginocchia, per scaldarsi i muscoli delle gambe, e non smetteva un secondo di saltellare. La sua giovane esuberanza era una ventata d'imprevedibilità per tutta la squadra.
Ishido saltellava da un piede all'altro, per combattere il freddo, e si ripeteva mentalmente gli schemi previsti per quella partita.
Diane, il capitano della squadra, non poteva che essere estremamente fiera di loro.

 

 

I Serpeverde, nonostante per i corridoi apparissero così freddi e schivi, erano una delle squadre che più avvertivano la competitività fra case e questo non faceva che aumentare la loro solidarietà tra compagni. Si erano stretti in un cerchio e si erano messi le mani sulle spalle, per escludere il mondo esterno e concentrarsi solo su di loro e sul loro gioco.
- Li sconfiggeremo. - affermò Damon, pestando il piede a terra. - Sono troppi sicuri per i miei gusti, confidano troppo nelle loro capacità. -
Guardò negli occhi Thea, che annuì e lo invitò a continuare.
- Giocheremo come non abbiamo mai fatto prima e vinceremo. -
- Gli strapperemo le ali. - commentò Francisco, spaventosamente serio.
- Vinceremo. - concordò Lynne, divertita. La sua partecipazione alla partita non era stata sicura fino all'ultimo. La sua costola incrinata però era guarita alla svelta, non aveva subito complicazioni e la Serpeverde era libera di giocare. Libera di impedire alla pluffa di attraversare gli anelli verde argento.

 

 

Circondate dai loro compagni di casa e con la sciarpa di Serpeverde in bella mostra, Althea e Dakota erano sedute sulle tribune e aspettavano con impazienza l'inizio della partita.
Sembrò quasi impossibile che Dakota, a decine di metri di distanza, riuscì a incrociare lo sguardo di Ebony, che la invitò ad agire.
- Devo andare in bagno. - esclamò Dakota, alzandosi all'improvviso.
Althea l'afferrò per un braccio. - Ma sta iniziando la partita! -
Il commentatore annunciò la squadra dei Serpeverde, che entrò in campo capitanata da Damon Black. Subito dopo Lynne, con la coda che le rimbalzava intorno alla testa e le sopracciglia aggrottate dalla concentrazione.
- Ci metto poco. - la tranquillizzò Dakota, scrollandosi di dosso la sua mano e avviandosi velocemente verso il castello.
Urtò non poche persone, ma non chiese mai scusa.

 

 

- L'atmosfera è calda giù nel campo. E dire che siamo a gennaio. - scherzò Angus Finnegan, parlando nel microfono del commentatore. La maggior parte dei professori rotearono gli occhi al cielo e gli studenti gli urlarono dietro degli insulti irripetibili, ma Angus non si perse d'animo: la sua ironia disperata era nota a tutti.
- Benvenuti alla terza partita del campionato di Quidditch scolastico! - continuò, calcandosi bene la cuffia in testa. - Le statistiche vedono i Tassorosso e i Corvonero in pari merito, con una vittoria ciascuno! Non manchiamo di ricordare che i nostri amati corvi arrivano da tre stagioni vinte consecutivamente, esprimendo il loro gioco migliore e un affiatamento difficilmente paragonabile a quello delle altre... -
Un Serpeverde, pericolosamente vicino al suo punto da commentatore, gli rifilò una pacca sulla testa, che gli fece girare la cuffia sul viso e gli fece perdere il filo del discorso. Angus si aggiustò di nuovo il berretto sulla testa e non sprecò nemmeno un'occhiata verso il Serpeverde che si era azzardato a toccarlo.
Le squadre avevano già fatto il loro ingresso in campo.
- La vedete tutti, vero? Diane Miller, il nostro capitano. E dietro la nostra squadra! -
Le urla dei corvi erano talmente assordanti che non si distinguevano le urla derisorie delle serpi, che poi esplosero in un boato infernale quando Damon Black e la squadra verde e argento si sollevarono in volo a loro volta nel campo.
- Le serpi sembrano particolarmente cariche oggi, complice la presenza, confermata all'ultimo secondo, di Lynne Roberts, il portiere della squadra. - notò Argus, scuotendo la testa. - Quanto servirà? Nessuno lo sa. -
Il Serpeverde di prima tentò nuovamente di tirargli uno scappellotto sulla testa, ma Argus si abbassò e lo schivò.
- Il professore Stark, l'idolo di tutte le studentesse, ha liberato la pluffa e puntualmente il boccino sparisce nel nulla! - comunicò Argus, aprendo le braccia. - Che la partita tra Corvonero e Serpeverde abbia inizio! -

 

 

La pluffa roteò in aria per qualche secondo, prima che Ishido scattasse in avanti e la afferrasse, soffiandola via a Francisco. Raggiunse Alice sulla destra del campo, eludendo l'attenzione di Thea, e con il classico schema dei passaggi rapidi, si avvicinò agli anelli del portiere. Portò il braccio indietro a prendere la rincorsa e poi tirò, con tutta la forza che aveva. Lynne, con tutta la grazia di cui disponeva, fece una capriola e fermò la pluffa con entrambi i piedi, per poi ripassarla perfettamente tra le braccia di Thea, che riprese l'azione dalla parte opposta del campo.
La Serpeverde salutò i due corvi con la mano e un sorriso strafottente sul viso.
- Non sarà facile questa volta! - gli urlò dietro e Ishido si trattenne dal risponderle.
- Le miro in testa la prossima volta, che ne dici? - propose Andromeda, avvicinandosi, e scuotendo la mazza, come avvertimento.
Ishido mosse la mano e indicò Diane.
- Seguiamo il piano e tutto andrà bene. - obiettò, scattando in avanti. - L'intelligenza sarà il nostro punto di forza. -
Andromeda corrucciò un sopracciglio. Bastava solo che i Serpeverde non fossero più intelligenti di loro.

 

 

Il duello tra lui e Diane sarebbe stato duro, Damon lo sapeva bene, e rimpiangeva quasi di esserci diventato amico proprio a pochi giorni dalla partita. Tuttavia, anche se la Corvonero era simpatica ed era una sua amica, non avrebbe avuto riserve a strapparle il boccino dalle mani. Non poteva essere battuto da una donna.
Raddrizzò la scopa per pochi secondi verso l'alto, poi si lanciò verso il basso, passando apposta a pochi centimetri da Caroline, che sobbalzò, colta di sorpresa, e per poco non cadde dalla scopa. Lo sguardo arrabbiato che ricevette in risposta lo fece sorridere. Che lo rincorresse pure con i suoi bolidi, lui era di gran lunga più veloce.
Qualcosa gli sfrecciò accanto all'improvviso e il cuore gli balzò nel petto per lo spavento. Diane voltò appena il viso nella sua direzione e gli fece il cenno di saluto dei militari, prima di sorridere e continuare la sua corsa. Non bastava solo che fosse Diane: era anche più veloce di lui.

 

 

Francisco frenò al centro del campo e il bolide gli sfilò di lato, perdendosi nella massa dei giocatori che rincorrevano la pluffa. Sbuffò e virò dalla parte opposta, con qualche difficoltà, e si sbracciò per farsi notare da Thea. La Serpeverde lo vide subito e gli passò la pluffa, per poi mimargli un “tre” con le dita. Francisco afferrò la pluffa con la mano destra e se la schiacciò al petto, zigzagando tra i giocatori di Corvonero.
Thea era sparita all'estremo angolo del campo, fuori dal raggio di azione del portiere, che era concentrato solo su Francisco. Non si accorse che la Serpeverde era invece incolonnata dietro a Francisco, praticamente attaccata, tanto da nascondersi dietro di lui. Prese la pluffa che gli porgeva e segnò nell'anello alla destra, lasciando il portiere di Corvonero a bocca aperta. L'azione era stata talmente veloce che persino Argus ci mise qualche secondo a segnare i punti, ma l'esultanza dei Serpeverde non si fece attendere. Erano in vantaggio loro.

 

 

Il bagno del secondo piano era deserto e per il momento, a Dakota sembrava una fortuna. Spinse la porta e la chiuse dietro di sé, sbuffando.
- Come ho potuto accettare di fare una cosa del genere? - si chiese, per l'ennesima volta, studiando con disgusto i lavandini sbeccati e gli specchi arrugginiti.
- Come hai potuto accettare di fare che cosa? -
La Serpeverde riconobbe all'istante la voce fastidiosa del fantasma, che ora le volteggiava davanti agli occhi. Mirtilla Malcontenta si accorgeva di ogni persona che si intrufolava nel suo bagno. Per lei era un'occasione per chiacchierare, visto che non era riuscita a farlo nemmeno da viva.
Dakota però si guardò bene dall'esprimere ad alta voce i suoi pensieri e tentò persino di sorriderle.
- Se ti dicessi che sto cercando l'entrata per la Camera dei Segreti - cominciò Dakota, portandosi volutamente le mani dietro alla schiena. - Mi diresti dove si trova? -
- Potrei dirtelo – ridacchiò Mirtilla. - Ma sarebbe inutile. -
Ingoiando la rispostaccia che aveva sulla lingua, Dakota inspirò a fondo.
- Tu prova a dirmelo e poi vediamo se è davvero così inutile. -
Mirtilla continuò a ridacchiare.
- Non ti servirà. - ripeté, ma trasalì quando Dakota la guardò male.
- Dimmi. Dov'è. L'entrata. - ordinò la Serpeverde e Mirtilla iniziò a lamentarsi.
- Sapevo che sarebbe finita così, l'ho sempre saputo – insinuò, volteggiando in aria. - Chi si preoccupa di Mirtilla? La povera Mirtilla è sola? Nessuno vuole parlare con Mirtilla. -
Dakota si coprì gli occhi con una mano e scosse la testa.
- A nessuno interessa quello che penso, a nessuno è mai interessato e... -
- Mai a nessuno interesserà! Quello che interessa a me è sapere dov'è l'entrata di quella fottuta camera! -
Il fantasma di Mirtilla sollevò un sopracciglio e si voltò, indignata.
- Ai miei tempi, delle signorine per bene non si esprimevano in questo modo così maleducato. -
Gli occhi di Dakota si ridussero a due fessure.
- Se non mi dici dov'è la camera, finirà male. -
Mirtilla sussultò, ma non si scompose.
- Sono un fantasma – obiettò, titubante. - Non puoi farmi niente. -
Il ghigno di Dakota era agghiacciante.
- Vogliamo provare? -
Mosse le dita, invitandola a farsi sotto, ma Mirtilla indietreggiò rapidamente e le indicò un preciso lavandino.
- Persone che invadono il mio bagno – borbottò, sparendo in un gabinetto. - E si permettono di darmi degli ordini. -
Dakota la ignorò e corse verso il lavandino.
Con le dita cercò il serpente in rilievo e quando lo trovo, lo spinse. Non si mosse e alla Serpeverde sfuggì uno sbuffo di impazienza.
- Coraggio - pregò, muovendo con entrambe le mani il rubinetto. - Apriti! -
Lo spinse e lo tirò per un po', ma quando vide che non aveva intenzione di muoversi, tirò un calcio colmo di rabbia al lavandino e lo specchio si piegò da un lato. Dakota sollevò un sopracciglio.
- Seriamente? -
La vite nell'angolo sinistro dello specchio mancava e se avesse continuato ad agitare il rubinetto per un po', sarebbe comunque caduto. Così aveva solo accelerato i tempi.
- 12, 8, 19 -
Sulla parete dietro allo specchio erano appuntati dei numeri, ai quali però Dakota non riusciva a dare un senso, affiancati da un disegno di due ali d'uccello stilizzate.
Il rumore di una porta che sbatteva la interruppe dalle proprie considerazioni e la fece voltare, con il cuore in gola. Non c'era nessuno nel bagno, era sola.
Sospirò e si voltò, per rimettere lo specchio a posto. Si bloccò a metà del gesto. Sullo specchio alla sua sinistra c'era una scritta, che prima non c'era, e spiccava nel vapore.
- Pregiudizio – sussurrò Dakota, deglutendo.
La temperatura del bagno era normale, non aveva nemmeno aperto l'acqua calda. Il vapore sullo specchio non aveva ragione di esserci.
La Serpeverde rilesse i numeri qualche volta, per imprimerseli bene nella mente, poi raddrizzò lo specchio e corse fuori. Non sarebbe rimasta in quel bagno da sola un secondo di più.

 

 

Il punteggio tra Corvonero e Serpeverde era in assoluta parità, 70 a 70, da ormai parecchi minuti.
Damon e Diane continuavano a studiare il campo, ma nessun bagliore dorato attirò la loro attenzione.
Caroline aveva colpito al braccio un giocatore Serpeverde, costringendolo a ritirarsi, e una riserva del secondo anno aveva preso subito il suo posto.
Una riserva niente male, perché insieme a Francisco segnò il punto dell'ennesimo vantaggio. Al quale seguì subito la risposta dei Corvonero.
Una squadra segnava e l'altra la raggiungeva, finendo per superarla e per farsi raggiungere ancora dagli avversari.
La tensione cresceva di secondo in secondo, i giocatori erano concentrati al massimo: un solo errore poteva significare la vittoria per l'altra squadra e nessuno voleva essere la causa di una sconfitta.
Alice e Ishido lavoravano spalla a spalla, non si mollavano un secondo, ed erano i due corvi più pericolosi in campo, rapidi negli spostamenti ed efficienti quando avevano la pluffa in mano. Finché Ishido non finì per scontrarsi con Thea. Provò ad aggirarla alla sua destra, ma lei allungò una mano per sfilargli la pluffa e Ishido indietreggiò, guardandosi intorno.
- Dovresti lasciare spazio ai professionisti. - sbuffò, stringendo convulsamente la presa sulla pluffa.
Thea sorrise. - Stavo per dire la stessa cosa. -
Il calcio di Francisco centrò alla perfezione la pluffa e la mandò lontana. La Serpeverde scattò verso di lei e non si fermò finché non l'ebbe infilata negli anelli, segnando il vantaggio di venti punti della squadra verde argento.
Lynne esultò, alzando le braccia al cielo. E nello stesso momento, Ebony scese dalle gradinate e corse verso il castello.

 

 

Era stanca di guardare la partita senza sentire l'euforia e l'impazienza che animavano tutti i suoi compagni. Loro erano coinvolti nel gioco, seguivano passaggio per passaggio, lei invece non faceva che pensare a Dakota. E fu proprio contro di lei che si scontrò, quando voltò l'angolo.
- Cercavo te! - esclamò Dakota, prendendola per un braccio e tirandosela dietro, al riparo di una colonna. Aveva il fiatone e gli occhi spalancati, di chi aveva appena visto qualcosa di spaventoso e provava a riprendersi.
- Penso che la prossima sarai tu – spiegò, dopo aver ripreso un po' di fiato. - Ho trovato dei numeri e delle ali, simili a quelle dei corvi. -
- Che numeri? -
- 12, 8 e 19. - elencò Dakota. - Ma non ho la più pallida idea di cosa possano significare. -
Ebony rimase in silenzio per un po', ma poi scosse la testa, affranta.
- Non ce l'ho nemmeno io. - confessò, torturandosi le mani. - Ci penserò stasera con calma. Ora dobbiamo cercare gli altri e avvisarli. Forse quattro teste funzionano meglio di due. -
Dakota fece “no” con il dito.
- Non ho intenzione di correre ancora per i corridoi di una scuola vuota e piena di fantasmi. - disse, invitandola però a muoversi. - Tu cerchi Amber e Blake, parlate, e poi mi fate sapere. Vado a vedere vincere la nostra squadra. -
Si mise le mani in tasca e si incamminò di nuovo verso il campo, mentre Ebony la guardò andare via. Scuola vuota e piena di fantasmi. Non era stata la cosa più giusta da dire.

 

 

Il primo a scorgere il boccino era stato Damon. Thea gli aveva detto che tra i babbani, il primo che vedeva qualcosa al banco delle offerte che gli interessasse, diventava il proprietario indiscusso di quell'oggetto e nessuno aveva il diritto di lamentarsi. Con Diane, quella regola sembrava non funzionare. O più probabilmente, le regole della città in cui viveva Thea non erano le stesse di quella in cui viveva Diane.
- Andiamo a prendere il boccino. - esclamò la Corvonero, piegandosi verso il manico della scopa per darsi lo slancio.
Entrambi seguivano il boccino, Damon dietro a Diane, ma nessuno dei due sembrava trovare la spinta giusta per arrivare ad afferrarlo.
La pallina dorata vagò per un po' nel campo, tra i giocatori e pericolosamente vicino ai bolidi, finché non cambiò direzione all'improvviso e prese a volteggiare sulle gradinate. Lì il vento era più forte e Damon se ne accorse.
Gli venne un'idea: doveva solo essere più intelligente di una Corvonero per vincere e non era cosa da poco, ma ci si poteva provare.
- Non te lo permetterò mai! - ribatté Damon, piegandosi in avanti a sua volta e allentando i muscoli delle gambe. Sentiva chiaramente il vento che gli fischiava intorno e che si infilava sotto alla sua divisa e che gli diede lo scatto giusto per portarsi in testa.
Strinse il boccino tra le mani, ma i Serpeverde avevano già capito tutto e il loro boato di gioia era scoppiato qualche secondo prima.
I Serpeverde avevano vinto, erano ancora in corsa per quel campionato. Ma cosa più importante, si erano dimostrati più intelligenti dei Corvonero.
 


Angolo d'autrice:
Ehilà! Sono tornata dopo un po' di tempo, eh si. Non nego che ho avuto qualche problema di organizzazione tra scuola e storia e sono riuscita a finire il capitolo solo stamattina, in classe. Spero che non siano passati troppi giorni e che vi siate dimenticati dei vostri personaggi ;)
Vi ringrazio delle vecchie recensioni e vi do appuntamento a settimana prossima. Sono a buon punto con il capitolo 16 *incrocia le dita*
Alla prossima,
Colpa delle stelle

   
 
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