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Autore: StormLight94    10/01/2015    6 recensioni
Fanfiction AU.
Pasadena, California.
Sheldon ha ventidue anni, è molto affascinante e all'università non passa inosservato. Ha una fila di ragazze che gli cadono ai piedi e che morirebbero pur di avere la sua attenzione. Nonostante ciò non ha nessuna intenzione di avere relazioni serie, anzi preferisce divertirsi e passare da una festa all'altra con i suoi migliori amici Leonard, Howard e Raj. È un genio, ma prende tutto troppo superficialmente.
Amy si è trasferita da lontano per iniziare l'università e insieme alla sua migliore amica, Penny, dovrà ambientarsi in quella città nuova. È introversa e preferisce un buon libro a una festa sfrenata. Il suo unico interesse è quello di studiare e prendere buoni voti.
Ma cosa succederebbe se due persone così diverse si incontrassero? E se iniziassero a passare molto tempo insieme? Potrebbe andare bene o sarebbe un disastro?
Dal primo capitolo:
"« Tu?! » dissero all'unisono Amy, con un'espressione sconvolta e Sheldon con un'aria sorpresa e leggermente divertita.
Doveva essere un incubo, o una specie di scherzo.
Il tizio più irritante che avesse conosciuto era il vicino di casa della sua migliore amica."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Farrah Fowler, Sheldon Cooper, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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asdad

Capitolo V.
Blind.

"So già che quel tuo sorriso mi metterà nei guai."
Vanilla Sky






Con fatica Amy riuscì a prendere sonno quella sera. L'immagine di Sheldon abbracciato a quella sconosciuta mentre lei tastava ogni singolo centimetro del suo corpo continuava a ripetersi nella sua mente, facendola girare più e più volte nel letto finché non si arrese, rimanendo immobile a fissare il soffitto. Chiuse gli occhi e quando suonò la sveglia le parve fossero passati soltanto pochi minuti anche se in realtà era ormai già mattina. Si ricordò dell'impegno con Sheldon, ma non aveva molta voglia di andarci. Purtroppo ormai glielo aveva promesso e se non ci fosse andata le avrebbe tenuto il muso per giorni conoscendolo. Forse doveva dirgli che non aveva più bisogno di lezioni di musica e che il ritrovarsi a studiare insieme era già sufficiente. Sì, decise che avrebbe fatto così.
Si vestì svogliatamente con le prime cose che trovò e non si curò affatto di ridurre al minimo il rumore tant'è che sentì la sua coinquilina rigirarsi nel letto e borbottare qualcosa da sotto le coperte.
« Amy hai idea di che diavolo di ore sono?! »
Erano le otto di sabato mattina ed effettivamente si domandò perché non gli avesse chiesto di fare di pomeriggio. Almeno non avrebbe sentito la sua coinquilina insultarla per l'orario, a parer suo, inumano.
« Chiudi la bocca, Leslie. » sbottò Amy quando trovò le scarpe che erano finite sotto il letto.
Leslie Winkle era quella simpaticona della sua coinquilina. Era molto seria e detestava chiunque non rispecchiasse il suo ideale di persona. Era una gran studiosa, dotata di una notevole intelligenza e per questo spesso si sentiva in obbligo di criticare e correggere gli altri. Non aveva amici perché non sopportava nessuno e nessuno, ovviamente poteva sopportare lei. Non era facile aver a che fare con il carattere lunatico di Leslie, ma con il tempo aveva capito come gestirla e dato che per chissà quale motivo era entrata nelle sue grazie, la convivenza non era poi così terribile. Anzi, infondo non era nemmeno così antipatica come le era sembrata in principio, appena conosciuta. Molto spesso però non prestava molta attenzione a quello che diceva, sopratutto quando cominciava a parlar male di praticamente chiunque.
« Si può sapere dove stai andando? » continuò la ragazza tirando su il busto e stropicciandosi un occhio, mezza assonnata.
« Ho un impegno con un amico. » disse dandosi un'occhiata allo specchio.
« Alle otto di mattina? Sicura che non intendesse le otto di sera? Mi sembra più logico. » continuò lei prendendo gli occhiali dal comodino e passandosi una mano nei capelli mossi.
Amy sospirò e decise di ignorarla.
« Chi è? » chiese la ragazza. La mora si girò guardandola curiosa. Da quando le interessava con chi usciva?
Leslie scrollò le spalle. « Beh, è la prima volta che ti vedo passare così tanto tempo davanti ad uno specchio. »
Amy prese una spazzola e tornò a specchiarsi. « Forse lo conosci, si tratta di Sheldon Coo—»
« Sheldon Cooper?! » urlò quasi, interrompendola. Si mise a gattoni e raggiunse il bordo del letto, fissandola attentamente. « Tu esci con quel Sheldon Cooper? »
« Ehm...beh, siamo amici e...» balbettò Amy sorpresa da quella sua strana reazione. Non è che forse....
Leslie assottigliò lo sguardo. « Hai idea di che razza di imbecille sia? »
Chissà perché si aspettava una frase del tipo:" sei sua amica? Ti prego me lo fai conoscere?", ma poi si ricordò che si trattava pur sempre di Leslie e se non dava dell'imbecille a qualcuno un giorno sì e l'altro pure significava che qualcosa non andava bene.
Amy ridacchiò mentre si pettinava i lunghi capelli. « Perché? »
« Come perché?! Perché lo è e basta. Guarda come va in giro, chi frequenta e senti tutte le storie che si dicono su di lui e poi dimmi se non è imbecille uno così. » Si sedette sui polpacci e incrociò le braccia al petto. « Un tipo del genere non merita di frequentare una Università di questo prestigio. Io ho fatto i salti mortali per entrare qui dentro mentre lui chissà che raccomandazioni ha avuto! Io non capisco perché continuano a permettergli di rimanere. » continuò alzando la voce di un tono per rimarcare tutto il suo disappunto.
Ora capiva qual'era il motivo di tutto questo odio. Lui era più bravo di lei e Leslie non sopportava l'idea di essere seconda a qualcuno. Sopratutto se uno riusciva a ottenere i risultati che voleva con il minimo sforzo. Era sempre stata la più brava a scuola e vedere che qualcun'altro le aveva portato via l'unica cosa di cui poteva esserne orgogliosa la mandava su tutte le furie. Era tremendamente invidiosa di lui e dei suoi meriti, secondo lei, immeritati.
« Se lo conoscessi capiresti che non è per niente come pensi. In più non è un raccomandato, è davvero bravo. » ripensò a come ridevano e chiacchieravano a lungo quando si ritrovavano il pomeriggio e sopratutto del talento che aveva per i numeri.
« Bah, non mi interessa fare amicizia con lui. Piuttosto mi butto da un ponte. » sbottò ritornando sotto le coperte e tirandosele fin sopra la testa per bloccare un po' la luce che arrivava dalla finestra. « E poi voglio proprio vedere se è davvero tutto farina del suo sacco o se in realtà c'è sotto qualcosa. » borbottò.
Quando uscì dalla stanza erano già le nove passate. Era leggermente in ritardo, ma non le importava affatto e fece il resto del tragitto con assoluta calma, fermandosi per far passare ogni singolo pedone pronto ad attraversare la strada.
Quando arrivò all'appartamento di fronte a quello dell'amica si accorse di averci messo il doppio del tempo che ci metteva di solito, il triplo se considerava quando tornava con Sheldon. Lui amava la velocità e più di una volta si chiese come facesse a tornare a casa vivo ogni volta, sopratutto nelle condizioni pietose in cui riversava dopo le sue solite uscite da vita mondana. Nonostante il suo essere spericolato, doveva ammettere che era davvero molto bravo a guidare. Probabilmente era grazie a questo suo talento se riusciva a tornare sempre sano e salvo.
Bussò un paio di volte, ma non ricevette alcuna risposta.
Strano.
Riprovò ancora.
Niente.
Girò allora la maniglia e notò che la porta era aperta. Entrò e fece qualche passo, ispezionando il luogo in cerca di forme di vita, ma sembrava non ci fosse nessuno. Tutto quello che poteva sentire era il silenzio più assoluto. 
 « Sheldon...? » provò a chiamare. Superò il divano con la poltrona accanto e si affacciò nel corridoio buio dove faceva un angolo e sul fondo poteva vedere la porta della camera di Sheldon.
Non osò andare oltre. Certamente non poteva catapultarsi in camera sua come se niente fosse e l'ultima cosa che voleva era beccare Sheldon con quell'altra a fare...chissà cosa.
Improvvisamente la porta si aprì facendola sobbalzare. Una figura alta quasi un metro e novanta uscì, con una mano nei capelli e camminando a passo lento.
« Pidge...» biascicò con la bocca ancora impastata dal sonno. « Cosa ci fai qui? » chiese con gli occhi socchiusi e i capelli in disordine.
Solo ora Amy si accorse che indossava solo dei boxer di Calvin Klein. Immediatamente divenne rossa e distolse lo sguardo imbarazzatissima.
« S-Sheldon copriti dannazione! » esclamò. Non che avesse un brutto fisico, anzi, sopratutto con quella leggera muscolatura e il tatuaggio che risaltava sul braccio, ma non poteva presentarsi in quel modo di prima mattina senza alcun preavviso e che cavolo! Il ragazzo sbarrò gli occhi realizzando uno chi aveva davanti e due come si era presentato. In meno di un secondo si precipitò in camera e ritornò con addosso dei pantaloni lunghi del pigiama mentre cercava di infilarsi una maglia presa a caso dal mucchio sparso sulla sedia.
Amy si guardò attorno. Nessuna traccia della ragazza di ieri. Meglio così.
Incrociò le braccia e spostò il peso su una gamba. « Dovevamo finire una cosa ricordi? »
Sheldon ci pensò qualche secondo poi inarcò le sopracciglia e schiuse la bocca in una O quando si ricordò della conferma di Amy.
« È vero ora ricordo! » si massaggiò la fronte sentendo un dolore acuto alla testa. Non si era ancora ripreso dalla sera precedente. Si passò due dita sugli occhi sperando che il dolore si attenuasse un po'. « Non c'era bisogno di venire così presto, Pidge. »
Amy inarcò un sopracciglio scettica. « Presto? Guarda che sono passate le nove e mezza da un pezzo. »
Lui si interruppe e la fissò serio. « Non può essere così tar...» si bloccò con un' espressione di puro orrore quando guardò l'orologio sulla parete e notò che Amy aveva ragione.
« Merda! » imprecò. « Sono in ritardo! » corse in camera e lo sentì aprire l'armadio con forza e imprecare nuovamente per non aver trovato i vestiti giusti. Lo vide tirare fuori i vestiti alla rinfusa e lanciarli in giro finché non trovò i pantaloni e la maglia nera che gli servivano. « Questa volta mi licenzia ne sono sicuro! » disse mentre si precipitava in bagno.
Amy batté le palpebre un paio di volte e, da quello che stava succedendo, capì che doveva essere mostruosamente in ritardo per il lavoro.
Trenta secondi dopo era vestito, pettinato con gel e lacca e persino improfumato. Non c'era tempo per lavarsi i denti l'avrebbe fatto appena sarebbe tornato anche se il pensiero di uscire ignorando una cosa così fondamentale per l'igiene personale lo metteva tremendamente a disagio.
« Dovevo essere là già alle nove, dannazione. » disse cercando le scarpe per tutto il salotto.
«Perché diamine non mi ha svegliato quell'idiota di Leonard?! »
Saltellò su un piede solo mentre tentava di infilarsi la seconda scarpa e contemporaneamente cercava portafoglio e cellulare. Appena trovò gli oggetti si fiondò alla porta d'ingresso aprendola con un colpo secco. Neanche il tempo di uscire che si sentì chiamare da Amy. Si voltò con un aria che implorava di essere capito e di lasciarlo andare, ma lei gli mostrò le chiavi della macchina.
« Senza queste dove pensi di andare? »
Con due falcate la raggiunse e le strappò le chiavi di mano. « Grazie Pidge, come farei senza di te? » disse dandole un veloce bacio sulla fronte.
Corse fuori e mentre scendeva di corsa le scale sentì gridare qualcosa rivolto a lei. « Nel mucchio vicino alla porta ci sono le chiavi di scorta! Mi dispiace, quando ho finito ti chiamo! »
Amy sbuffò e sorrise mentre prendeva le chiavi e chiudeva la porta. Era proprio strano doveva ammetterlo.
Infilò le chiavi in tasca e tornò al campus sentendo ancora le sue labbra a contatto con la sua pelle.

 

~°~

 

« Dai Howard ti prego! » lo supplicò Raj appoggiando i gomiti sul bancone e assumendo un'aria afflitta. « Sei mio amico me lo devi questo favore! »
Howard sbuffò e appoggiò il cacciavite con forza guardando l'amico esasperato. « Ti ho detto che non posso farlo! Sono fidanzato, non posso provarci con una solo per farla poi uscire con te! » sbottò rigirando l'oggetto fra le mani in cerca del guasto. « Bernie mi ucciderebbe. »
« Devi solo farmi conoscere una ragazza da portare alla festa non ti sto chiedendo il mondo! » continuò osservandolo dritto negli occhi.
« Perché non chiedi allora a Amy? Ti piace no? »
Raj si staccò dal bancone e fece qualche passo per il piccolo negozio guardando distrattamente gli oggetti esposti.
« Perché sai che casini combino quando vado a quel tipo di feste e inoltre non so se gli piaccio. Magari mi fa la bella faccia davanti, ma sotto sotto in realtà mi odia. »
Howard alzò gli occhi al cielo seccato. Ora iniziava con le paranoie.
« Inoltre va già con Sheldon. » aggiunse ritornando di fronte all'amico.
« Senti se ti odiasse ti avrebbe mandato a quel paese già da tempo e per la festa basta solo che non bevi come se non ci fosse un domani...»
« Come faccio a non bere, Howard!? Lo sai che è l'unico modo per combattere la timidezza! »
« Allora non andare! » sbottò ormai al limite della sopportazione. Quando Raj si comportava così avrebbe voluto strozzarlo.
« Ma ci andate tutti! Persino Sheldon! Cosa faccio da solo? Passo per lo sfigato di turno! »
Howard spostò l'oggetto in malo modo in un angolo del bancone e appoggiò i palmi sul tavolo fissandolo irritato.
« Senti io qui sto lavorando. Hai tre opzioni: o non ci vai, o vai da solo, o prendi quel dannatissimo cellulare, chiami Amy, e le chiedi di venire con te. »
Raj tirò fuori il cellulare e lo guardò incerto. « Sicuro che mi conviene fare così? »
« Se Sheldon ci vuole andare ha mille ragazze a cui chiedere e che accetteranno di uscire con lui a prescindere, mentre tu non ne hai neanche mezza da quando ti sei lasciato con Lucy. A lui fanno schifo le feste per matricole, gli farai solo un piacere. » continuò riprendendo da dove aveva interrotto.
Rajesh ci pensò ancora poi strinse con forza il cellulare e guardò l'amico con fare deciso. « D'accordo, allora la chiamo! » esclamò aprendo la porta e gridando un "grazie!" appena varcata la soglia.
Meno di cinque secondi dopo la porta si aprì di nuovo e stavolta non c'era un ragazzo indiano in ansia pronto a farlo disperare con i suoi discorsi paranoici, ma una graziosa ragazza bionda e minuta.
« Ciao! » squittì con la sua voce leggermente stridula e andò incontro al ragazzo dietro al bancone stampandogli un bacio sulle labbra.
« Ehi, cosa ci fai qui? » chiese lui ora decisamente più tranquillo di prima.
« Oggi finivo prima ricordi? » rispose sorridendo.
Howard si schiaffò una mano sulla fronte. « È vero mi sono dimenticato! Sono bloccato qui tutto il pomeriggio probabilmente. C'è un sacco di roba da fare per lunedì. » continuò lui dispiaciuto.
Bernadette lavorava come cameriera in un ristorante poco lontano dal suo negozio. Solitamente il sabato aveva il turno pieno, ma quella settimana invece lavorava solo mezza giornata.
E lui non aveva smaltito il lavoro convinto di poter fare tutto il sabato.
« Mi dispiace...» mormorò il ragazzo.
« Non importa ci vediamo stasera, riesco a restare da voi finalmente. È da tanto che non vedo i ragazzi! »
« D'accordo a dopo allora. » disse ammorbidendo l'espressione del viso e approfittando della mancanza di clientela per darle un altro bacio.
« A proposito, prima di entrare ho incrociato Raj e aveva un'aria strana, non so spiegare bene...»
Howard rise. « Forse ha trovato qualcuna finalmente. »
« Davvero? » chiese quasi incredula. « Allora devo assolutamente conoscerla! »

 

 

 

Sheldon riuscì a cavarsela con solo un mezzo rimprovero dal proprietario. Da quando lavorava lì, ovvero quasi due anni, il numero di clienti era discretamente aumentato sopratutto quelli di sesso femminile. Se l'avesse mandato via avrebbe dovuto sorbirsi un'orda di ragazzine inferocite. Ma non era solo grazie al fatto di aver incrementato gli affari che non si arrabbiava mai veramente con lui nonostante non fosse la prima volta che arrivava in ritardo o addirittura si dimenticava del turno. Semplicemente si rispecchiava in quel ragazzo e vedeva la sua versione da giovane. Non che adesso fosse vecchio, avevano solo una decina d'anni di differenza eppure sembravano molto di più se si confrontavano la sconsideratezza di Sheldon e la serietà del proprietario. 
A Sheldon quel lavoro tutto sommato non dispiaceva. Amava stare a contatto con le persone e sentire le storie delle loro vite che, dopo un bicchiere di troppo, venivano puntualmente raccontate a lui come se si trattasse di un amico fidato di lunga data. L'unica pecca era che a volte gli toccava lavorare la sera impedendogli così di uscire con gli amici. Lo faceva sempre il proprietario quando si accorgeva che stava esagerando. Piuttosto che lasciarlo andare sapendo come poi sarebbe tornato a casa preferiva tenerlo lì e, anche se si arrabbiava, almeno era sicuro che si sarebbe tenuto lontano dai guai.
Mentre preparava le ordinazioni dei due clienti seduti al bancone vide entrare Leonard seguito da Amy e Penny. Prima di sedersi Amy sentì due ragazzine dietro di sé mormorare qualcosa.
« Hai visto? Oggi c'è lui di turno. »
« Hai ragione Adrianne, è davvero figo cavolo! Perché dalle mie parti non ci sono ragazzi del genere? »
« Lo so. Una volta l'ho visto in una discoteca. Dovevi vederlo, Alyssa. »
« E non ci hai provato?! »
« No purtroppo, ma la prossima volta giuro che non me lo lascio scappare. »
Amy alzò gli occhi al cielo sbuffando. Ovunque si girasse c'era sempre qualcuna che gli moriva dietro.
Le due sconosciute si misero a un tavolo e ridacchiarono tutto il tempo lanciando sguardi in continuazione verso di lui. Avranno avuto sì e no quindici anni. Ebbe l'impulso di alzarsi e tirare un pugno ad entrambe. Almeno avrebbero smesso di ridere.
« Cosa ci fate qui? » chiese sorpreso mentre asciugava un bicchiere.
« Ci stavamo annoiando, così siamo venuti a trovarti. » rispose Leonard appoggiando la guancia su una mano e pensando a cosa prendere.
« Stamattina per colpa tua sono arrivato tardi. » disse mettendo il bicchiere a posto. « Si può sapere dove sei andato? »
Leonard lo guardò di sottecchi. « Via. E poi non posso sempre essere io a svegliarti, dannazione! Hai quasi ventidue anni dovresti essere in grado di svegliarti da solo! »
« Non è colpa mia se non sento mai quella stupida sveglia. » borbottò.
« Se andassi a dormire a orari più umani la sentiresti. » continuò Leonard con aria di sufficienza.
Sheldon mormorò un paio di insulti a denti stretti rivolti all'amico e poi si avvicinò alle due ragazze sedute accanto a Leonard.
« Cosa prendete? »
« Non lo so qualunque cosa va bene basta che sia alcolica. » sbottò Penny con aria imbronciata.
« Anche a me. » disse Amy guardando il cellulare.
« Non è un po' presto per bere? » chiese Sheldon con una bottiglia in mano.
« Zitto e versa. » replicò Penny indicando il bicchierino che aveva davanti. « Zack è davvero un idiota certe volte. »
« Solo certe volte? » disse Leonard non riuscendo a trattenersi.
« Cosa hai da insinuare tu? » rispose acida rivolta al ragazzo con gli occhiali.
« Dico solo che non è la prima volta che si comporta così e lo farà ancora. »
« Ah davvero? E farti un po' di affari tuoi no eh? »
Sheldon faceva passare gli occhi da uno all'altra come se stesse seguendo una partita di tennis. Si lanciavano frecciatine di ogni tipo e decise di intervenire per impedire lo scoppio di una lite.
« Ehi calmatevi, ma cos—»
« Quando si parla di Zack ti devi sempre intromettere vero? »
« Certo perché io so con chi hai a che fare, ma tu ancora non te ne rendi conto! »
La bionda si girò dandogli le spalle. Era davvero furiosa, ma non voleva fare una scenata in
mezzo a tutta quella gente.
« Senti fai come ti pare non mi interessa. Puoi pensare quello che vuoi. » rispose Penny seccata. Afferrò la borsa e se ne andò lasciando Sheldon sempre più sbigottito. Anche Leonard la seguì lasciando una banconota da cinque sul bancone.
« Okay...puoi spiegarmi gentilmente cosa sta succedendo? » chiese guardando Amy.
« Zack ha detto che non può venire alla festa perché è impegnato con il lavoro e Leonard ha affermato che in realtà era tutta una balla perché si sta, in realtà, frequentando con un'altra. »
« In poche parole la sta tradendo. » disse calmo.
« Questo è quello che ha detto Leonard. » replicò Amy, ma lui non fece una piega. « Perché non è così vero? »
Sheldon sospirò. « Non è la prima volta che fa una cosa simile. Io e Leonard lo conosciamo sappiamo che tipo è, ma a quanto pare Penny è accecata da quel ragazzo e non riesce a vedere chi in realtà sia. »
« Allora dobbiamo dirglielo! » esclamò Amy.
« Lo abbiamo già fatto, fidati, ma è testarda e non ci vuole ascoltare. » Amy abbassò lo sguardo sapendo che aveva ragione. Se Penny si metteva in testa una cosa era difficile poi farle cambiare idea. « Dovremo aspettare che sia lei ad accorgersene da sola. » portò via i bicchierini lasciati mezzi pieni e, approfittando della calma, si appoggiò al bancone su cui era appoggiata la macchina del caffè di fronte ad Amy. « Almeno così Leonard potrà finalmente farsi avanti. »
Amy sgranò gli occhi e Sheldon si mise una mano davanti alla bocca, maledicendosi per aver detto una cosa così delicata e che aveva promesso non avrebbe detto a nessuno.
« Aspetta, intendi che...»
Lui si avvicinò mettendosi un dito davanti alle labbra. « Non devi dirlo a nessuno. Se Leonard sa che ho spifferato tutto mi uccide davvero. » mormorò.
Ora capiva perché Leonard sembrava sempre a disagio quando era in compagnia di Penny. Si era preso una cotta per la sua migliore amica e lei manco se n'era accorta. Ottimo.
C'era da dire però che li vedeva bene insieme. Di sicuro molto di più che con Zack.
Mentre rifletteva su questo vide una ragazza alta e bionda affiancarsi a lei. Amy la scrutò attentamente. Aveva un'aria familiare, ma non riusciva a ricordare dove l'avesse vista. Era nervosa a giudicare da come si tormentava l'unghia del pollice.
« Sheldon...» mormorò quest'ultima con voce flebile attirando la sua attenzione per un soffio.
Lui corrucciò la fronte con aria interrogativa. « Sì? »
Ora che la osservava bene la riconobbe, anche se con fatica. Era la tipa avvinghiata a Sheldon che aveva incontrato casualmente sul pianerottolo la sera prima. Aveva i capelli raccolti in una coda, il viso senza un velo di trucco e i vestiti molto casual. Ecco perché non l'aveva riconosciuta subito.
« Ecco io...io volevo...per ieri...mi dispiace tanto... mormorò spezzettando le frasi e con un'espressione seriamente dispiaciuta in volto. Non stava mentendo. Amy la guardò basita.
« Non so perché l'ho fatto...mi avevano costretto le mie amiche ad andare a quella stupida festa, io neanche ci volevo andare...ho...ho bevuto e poi...» si mise le mani davanti al viso per nascondere il tremendo imbarazzo e gli occhi lucidi. Aveva detto tutto con una voce talmente bassa che Amy a fatica riuscì a sentire nonostante le fosse accanto.
Sheldon era rimasto completamente immobile, con la bocca leggermente socchiusa per lo stupore e a malapena respirava, quasi per paura di non sentire quello che stava dicendo.
« N-non ero mai neanche stata con un ragazzo prima...» si asciugò una lacrima e tirò su col naso prima di riprendere. « Ammetto che sei davvero molto carino forse è per questo che mi sono lasciata andare...So chi sei, conosco la tua fama e per questo non mi aspetto nulla da te, però ci tenevo a fartelo sapere. Non voglio che mi consideri come le altre con cui sei stato insieme. » si sistemò la borsa che aveva a una spalla e si voltò per andarsene.
Amy la seguì con lo sguardo finché la porta non si chiuse alle sue spalle. Quando si voltò nuovamente Sheldon aveva un'espressione cupa in volto. Quelle parole dovevano averlo turbato parecchio.
« Va tutto bene? » chiese Amy.
« Sì...» rispose con voce grave. Prese lo straccio che stava stringendo tra le mani e lo gettò dietro di sé. « Sì, va tutto bene. »


Eccomi qua finalmente ad aggiornare questa storia!
Avete passato bene le vacanze? Io sì dai anche se sono ingrassata due chili mannaggia.
Lo so che vi ho fatto aspettare un sacco e mi dispiace davvero <.< Volevo aggiornare lunedì, ma ho pensato che avevate aspettato fin troppo, così ecco il capitolo nuovo^^
Leonard non sopporta che Penny esca con Zack e glielo sta facendo capire in tutti i modi che tipo di persona è e Sheldon, ovviamente, non riesce a mantenere il segreto a lungo finendo per svelarlo ad Amy.
Raj è deciso a convincere Amy ad andare con lui alla festa, deve solo trovare il coraggio di chiederglielo!
Fatemi sapere, come sempre, cosa ne pensate, ci tengo molto :)
Grazie a tutti e al prossimo capitolo^^

  
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