Fanfic su attori > Tom Hiddleston
Segui la storia  |       
Autore: IsaMor    11/01/2015    1 recensioni
...sentì una mano ferma posarsi sulla sua spalla: "Signor Hiddleston, mi perdoni se la importuno. Sono un suo ammiratore.
Thomas l'osservò e vide un uomo alto, della sua stessa età, capelli nero corvino legati in un'elegante coda...Aveva un'aria famigliare, pensò.
"Ci conosciamo?", la domanda gli uscì spontanea.
"Sì, io... Ehm... Come posso dirlo? Io sono lei!", indicando Thomas con un dito delicato e stranamente accusatore...
..."Tom, smettila! Non dire che credi ad una cosa così assurda?"
Thomas alzò lo sguardo in lacrime e tremante verso l'amico in attesa spasmodica di sentirgli dire quella frase: "Tom, tu non hai ucciso nessuno! "
Genere: Generale, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Ossessioni inglesi'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo XXII

Thomas si tirò su dal cuscino, alle prime luci dell'alba. Non aveva dormito molto, incubi e ansie l'avevano tenuto sveglio.
Almeno i sogni erano cambiati, anche se in peggio. Martin Freeman morto era stato sostituito dalla bara di Will, mentre il sangue dalla corona di rose rosse. La sua mente si era data al simbolismo, pensò mentre si faceva la doccia.
Si costrinse a fare colazione con frutta, cereali e latte a lunga conservazione, cioè tutto quello che c'era di commestibile in casa, non voleva rischiare di svenire davanti al letto di Will.
Indossò abiti comodi e prese le chiavi della Jaguard. Non l'usava mai, troppo lussuosa per i suoi gusti, però in quel caso era ottima per spostarsi velocemente in città.
Entrò nel garage da una porta interna al palazzo. C'erano altre auto parcheggiate, erano dei condomini, gente benestante che non c'era mai in casa.
All'esterno non trovò giornalisti per sua fortuna, temeva di investirli per la fretta.
Attraversò mezza città in poco, era troppo presto per il traffico confuso e parcheggiò poco lontano dall'ospedale avviandosi all'entrata.
A quell'ora le visite non erano permesse, ma lui spiegò alla guardia all'ingresso, chi fosse e quale caos si sarebbe potuto scatenare quando si fosse saputo che Thomas Hiddleston era davanti all'entrata dell'ospedale nell'ora delle visite. La guardia sembrò titubante, ma poi si convinse, voleva evitare una tale confusione.
Raggiunse la sala d'attesa del reparto terapia intensiva, sperava di poter parlare, al più presto, con un medico delle condizioni di Will.
Non c'era altro posto al mondo in cui volesse stare.
All'inizio il personale dell'ospedale lo guardò con sospetto, chiedendogli anche spiegazioni della sua presenza. Ogni volta spiegò gentilmente, il patto fatto con la guardia per non creare disagio a pazienti, medici ed infermieri.
Dopo un pò si dimenticarono di lui, lo si poteva scambiare per parte dell'arredamento per quanto stesse immobile su una sedia in un angolo.
Un medico lo raggiunse verso le nove, per digli che Will era stabile e non aveva più bisogno di trasfusioni di sangue. Non era cambiato nulla dal giorno prima. Restava in coma.
"Dottore posso vederlo? Tra un pò arriverà la sua famiglia e non vorremmo creare confusione con le visite.", quasi lo pregò.
"Certo, può entrare già adesso e più tardi i suoi famigliari. Solo non intralciate il lavoro del personale!"
"Stia tranquillo! Grazie."
Un'infermiera l'accompagnò, come la sera prima in una stanza per indossare delle protezioni e poi verso la stanza di Will. A dividerli, sempre, la parete di vetro.
Thomas si soffermò a guardarlo a lungo. Will era più pallido del giorno prima, il contorno degli occhi chiusi, era scuro e scavato, mentre le labbra secche e violacee. Non poteva stare bene se aveva quell'aspetto, si scoprì a pensare.
Jenny gli si avvicinò senza far rumore, dovette chiamarlo: "Tom, buongiorno. Come stai?"
Lui si meravigliò di quella domanda. Lei avrebbe affrontato un'operazione sperimentale tra meno di ventiquattr'ore e chiedeva a lui come stava. Doveva sembrare uno straccio senza carattere.
"Io sto bene, credo... Tu sei pronta per l'intervento?"
La ragazza guardò verso lo zio.
"Sì, sono pronta da tanto! Oggi mi faranno gli ultimi esami. Spero solo che lui si svegli prima dell'operazione. Starei più tranquilla se..."
"Will si sveglierà presto, non devi preoccuparti!", ne era convinto o perlomeno ne voleva dare l'impressione.
"Hai promesso di tenerlo d'occhio! Lo farai davvero?"
Lui sorrise rassicurante.
"Sì. Non voglio perderlo così!"
Si salutarono poco dopo. Lui resto a guardarlo, forse, per ore. Alla fine un infermiere gli diede una sedia e gli disse che se voleva poteva sedersi di schiena ad una grossa colonna da cui era visibile il letto di Will.
Verso mezzogiorno il medico visitò l'uomo e mandò via Thomas. In realtà lo costrinse ad andare a pranzo, visto che era bianco in viso quanto il suo paziente.
Mangiò in sala mensa al piano terra, dove tanta altra gente si era riversata per pranzo, nessuno lo riconobbe. Erano tutti presi dai problemi di salute dei famigliari.
Anche chi lavorava lì non lo notò, forse a causa della pausa pranzo troppo breve per guardarsi intorno.
Un'oretta dopo passò in camera di Jenny.
Più tardi aveva da firmare delle carte e voleva essere sicuro che la ragazza, oltre all'operazione, avesse tutto ciò di cui necessitava.
Trovò una camera più accogliente delle altre. La ragazza sembrava stanca per via degli esami e le tenne compagnia in attesa del ritorno della madre dalla visita a Will.
Eve arrivò poco dopo.
"Tom, sei qui! Ti cercavo!"
"Sì, perché? Qualcosa non va? Will...", in un secondo penso al peggio.
"No, no! Nulla del genere. Solo che mio padre è da Will adesso. Volevo evitarti di averci a che fare!"
Thomas tirò un sospiro di sollievo. Aveva compreso la preoccupazione di Eve, se lui si fosse imbattuto nel vice-capo Laing.
Will gli aveva già spiegato quanto poco apprezzasse le sue scelte di vita. Lui era una di quelle scelte. Però, era felice di sapere che fosse andato a trovare il figlio.
"Capisco. Andrò da Will più tardi!"
"Mi dispiace che tu debba subire anche questo! Nostro padre non è sempre stato così. Dopo la morte della mamma, si è dato tante colpe e qualcuna l'ha data anche a Will. Oggi sembra che le cose stiano cambiando. Quando Will si sveglierà, forse riusciranno a perdonarsi tante cose a vicenda e ad accettare anche te, ma per ora è complicato!"
"Tranquilla non mi devi spiegazioni."
Non sarebbe stato lui a spezzare quell'affetto ritrovato che stava nascendo nel cuore del vice-capo Laing.
Lasciò le due donne e si occupò di scartoffie. Si assicurò che anche Will avesse le migliori cure e attenzioni.
Mentre metteva la centesima firma su dei moduli, un uomo sulla sessantina gli si affiancò. Era di un'eleganza sobria e occhi tanto profondi da scrutare fino in fondo all'animo umano.
"Signor Hiddleston è un piacere fare la sua conoscenza!"
L'aveva visto il giorno prima e ci mise un pò a reagire, mentre lui gli tendeva la mano.
"Vice-capo Laing.", gli strinse la mano, impallidendo.
"Mi dispiace conoscerla in queste circostanze. Sono appena stato da Will, il dottore ed Eve mi hanno raccontato quanto sta facendo, anche per la piccola Jenny!"
Gli stringeva la mano senza mai lasciarla.
Thomas temeva il peggio, fissando il suo sguardo di ghiaccio.
"Voglio rendermi utile! Lo devo a Will!"
L'uomo accennò un sorriso che sembrava più un ghigno, gli ricordava Will.
"Sappiamo bene entrambi perché lo stà facendo!", affermò: "Ma le sono grato lo stesso signor Hiddleston!"
"Tom", lo corresse.
Capiva lo sforzo che stava facendo per parlare all'uomo di cui era innamorato il figlio più giovane.
"Tom, grazie!"
Gli lasciò la mano e andò via. Thomas restò a guardarlo, mentre si allontanava, per poi riprendere a firmare moduli.
Ritornò da Will, nulla era cambiato. Prese posto sulla sua sedia spalle alla colonna e restò ad osservarlo.
Alle sue spalle, sentì un discorso tra due infermiere, che attirò la sua attenzione. Dicevano che delle sacche di sangue zero negativo erano sparite nel corso dell'ultima settimana, in due occasioni diverse.
Una delle due donne scherzò, tirando in ballo i vampiri o la stregoneria, l'altra invece, sembrava credere più alla teoria del criminale ricercato ferito.
Dopo un pò, le due infermiere tornarono alle loro occupazioni. Thomas si domandò di quale gruppo sanguigno era Will e se avesse rischiato la morte per la mancanza di sangue zero negativo. Avrebbe chiesto ad Eve.
In serata venne buttato gentilmente fuori da un infermiere che sembrava aver compreso bene il suo affetto nei confronti di Will.
Aveva davvero bisogno di riposarsi, non poteva passare ogni istante lì.
Andò a fare la spesa e tornò a casa.
Passò la notte stringendo il giubbotto di pelle con l'odore di Will, oramai era come la copertina di Linus.
Gli incubi erano sempre gli stessi: cimitero, bara, corona di rose e, si era aggiunto un particolare, Ben. Lo sognò accanto a lui e alla lapide di Will. Stava dicendo: "Perchè non mi hai cercato? Sai che sarei venuto ad aiutarti!", il tono distaccato.
"Ben, ma tu sei scomparso, forse morto."
"Sarei venuto per te e il tuo amore!", indicò la bara nella fossa, poi si chinò e sollevò la corona a forma di cuore di rose rosse.
Prese una rosa e se la porto all'occhiello della giacca, pungendosi un dito con le spine. Il sangue usciva copioso tanto da cadere sull'asfalto, non erano più nel cimitero, ma di fronte al palazzo da dove era caduto Benedict.
Lui era a terra, si muoveva in una pozza di sangue esageratamente ampia.
Thomas si svegliò sudato.
Per diverse ore, prima di andare all'ospedale, pensò a quel sogno.
Passò prima da Jenny, stava per entrare in sala operatoria. Eve e il nonno erano già lì. Si sedette nella sala attesa a pochi passi dal vice-capo Laing.
Eve era andata da Will ora che poteva ancora allontanarsi, poi sarebbe stato più complicato.
"Le posso chiedere delle indagini su Benedict Cumberbatch?", domandò timoroso Thomas all'uomo.
"Perché vuoi saperlo Tom?", era il tono deciso di un uomo che non aveva altri toni di voce.
"E solo che ancora non si è capito dove sia finito e se sia vivo!"
L'uomo sembrava aver voglia di parlare: "Crediamo che abbia un passato da spia! Il problema è che non è dei nostri, altrimenti a quest'ora l'avremmo saputo! Sicuramente è vivo, visto che non si trova il suo corpo."
"Vivo e ferito.", preciso Thomas.
"Perchè lo credi?" domandò, prestando maggior attenzione all'attore.
"Bhè, ha perso molto sangue e se...", si bloccò.
Il sangue.
Era quello che il suo sogno cercava di dirgli.
"Tom cosa..."
Si ridestò dalle sue riflessioni.
"Vice capo Laing, ho bisogno di sapere il gruppo sanguigno di Ben!"
"Perchè?", era stupito di tale domanda.
"Perche se è zero negativo, allora qualcuno l'ha rubato da questo ospedale per curare Ben!"
L'uomo sembrò incerto. Poi prese il cellulare e si allontanò per fare diverse telefonate.
Quando tornò disse: "Ottima intuizione! Cumberbatch è zero negativo e la polizia sta riprendendo in mano l'indagine rimasta in sospeso, riguardo al furto di sacche di sangue. Avremo presto notizie da Andrews!"
L'uomo si soffermò ad osservare Thomas.
"Gli somigli tanto e non solo per l'aspetto. Hai il suo stesso intuito! Forse, potrei imparare ad accettare..."
Lasciò la frase in sospeso, ma l'altro comprese.
Lasciò Eve e suo padre ad attendere la fine dell'operazione, voleva vedere Will.
Prese il suo solito posto sulla sedia, mentre guardava il volto dell'amato, meno pallido del giorno prima.
Andò via solo diverse ore dopo, quando Eve gli mandò un messaggio sul nuovo cellulare che aveva tirato fuori da un cassetto di casa. L'operazione era terminata.
Uscì dalla sala rianimazione e si trovò davanti Andrews. "Tom ti cercavo, volevo dirtelo io."
"Dirmi cosa?", nella sua mente si prefigurò il peggio.
"Abbiamo scoperto dove è stato Benedict finora!"
I suoi occhi erano spalancati.
"È vivo?"
"Non ne siamo sicuri al cento per cento, ma qualcuno l'ha operato e curato, in una stanza nel centro di Londra. C'erano le sacche di sangue vuote rubate e i suoi effetti personali, compresi i documenti! Dobbiamo aspettare il verdetto dei servizi segreti. Hanno preso loro l'indagine in mano! Vogliono capire, senza intromettersi nelle indagini della polizia!", il detective sembrava che si stesse levando un peso dallo stomaco.
Finalmente Andrews stava capendo qualcosa di tutta quella storia, c'era un certo sollievo in lui, ora che le prove ricomparivano e lui riceveva il materiale necessario a fare bene il suo lavoro.
"Ma lui?"
Era in ansia.
"Lo abbiamo mancato di poco. È stato portato via, forse ieri!"
Thomas non ci credeva, disse tra se e se: "Ben, sei vivo!"
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Tom Hiddleston / Vai alla pagina dell'autore: IsaMor