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Autore: Victoire    19/11/2008    1 recensioni
Ed eccomi qui, con la piuma tra le mani, a tentare di scrivere qualcosa per Lui. Per quel lui che in questi anni mi ha tormentata, di giorno e di notte, insinuandosi nei miei pensieri in ogni momento.
VIII Il dire di Harry le aveva riportato alla mente l’appuntamento con Malfoy. Si era rifiutata di guardare l’orologio fin quando non era giunta dinnanzi alla porta dell’Infermeria.
Abbassò lo sguardo verso il proprio polso.
20.15
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Non aveva chiuso occhio tutta la notte tant’era la rabbia che le pulsava dentro.
Rabbia per essere stata scoperta, per essersi sentita sciocca, per non riuscire (o non volere?) trovare una via di fuga.
La mattina dopo la stanchezza le segnava il volto sottoforma di due occhiaie piuttosto marcate che conferivano ai suoi occhi un qualcosa di anomalo, un riflesso scuro.
A colazione non toccò cibo impegnata com’era a fissare Malfoy dall’altra parte della stanza e a lanciargli mentalmente miriadi di maledizioni.
Lui non si era neppure voltato a guardarla, sicuro com’era che lei sarebbe arrivata puntuale quella sera stessa in infermeria, e discorreva pacato con i suoi concasati.

La mattina trascorse velocemente per la ragazzina tra la lezione di trasfigurazione, quella di erbologia e quella di storia della magia.
Lui, invece, trascorse la sua giornata tra pozioni, stelle e animali magici.

Draco si recò nell’ufficio della McGrannit per consegnarle la bacchetta come da accordi presi. Gli bastarono due minuti per consegnare l’oggetto tanto amato e, mentalmente, annotò che la Weasley non doveva assolutamente scoprire che lui fosse disarmato.
Quella ragazzina sapeva essere una vipera, l’aveva sperimentato a sue spese l’estate precedente quando un insulto rivolto a Lenticchia gli era costato una giornata costellata da nausea e dolori articolari dovuti ad una fattura praticata dalla ragazza.
Storse appena il naso al ricordo ritrovando la sua naturale alterigia proprio nel momento esatto in cui la Weasley voltava l’angolo diretta in Infermeria.
<< Sei puntuale >> biascicò ghignando appena.
Lei non rispose, si limito a piantate gli occhi azzurri in quelli grigi del Serpeverde.
Rimase in disparte, in attesa che Draco entrasse nel loco per poi seguirlo e così avvenne.
Lui si diresse istantaneamente dietro il bancone vicino l’ingresso della stanza e lei rimase immobile dinnanzi alla porta di ingresso ormai chiusa.
Il ragazzo prese a frugare tra una pila di pergamene e, alla fine, ne estrasse una piuttosto nuova e la spiegò.
In alto a sinistra una scrittura ordinata mediante l’utilizzo di un inchiostro nero come la pece riportava in elegante calligrafia un messaggio.


Buonasera Draco.
Ho lasciato nella stanza attigua delle erbe medicinali da catalogare e, conoscendo le tue doti, ho
deciso che sarà il tuo compito per questa sera e anche per quelle che verranno (vista la mole di materiale).
So di potermi fidare di te.

Buon Lavoro

Madama Chips



Emise un sospiro acuto, seccato.
<< Muoviti Weasley >> disse senza nessura grazia.
Lei inarcò un sopracciglio e ingoiò la risposta che le stava per affiorare dalle labbra, si era ripromessa che non avrebbero litigato quella sera.
Seguì il passo veloce e silenzioso di lui fino alla porta situata in fondo a sinistra, quella che non aveva mai varcato.
Quando Draco la aprì un’espressione di stupore le si dipinse sul volto alla vista della grandezza di quella stanza. Era quadrata, grande quanto più della metà dell’infermeria, e stracolma di scaffali dai quali traboccavano vasetti di forma e colore differente contenenti essenze sicuramente diverse fra loro. L’odore che le colpì le narici appena varcò la soglia era simile a lavanda, mughetto e limone..Non stucchevole ma davvero troppo forte.
Il Serpeverde storse ancora il naso, indignato. Maledisse ancora e ancora la docente di Trasfigurazione. Se avesse avuto la bacchetta tutto quel lavoro sarebbe stato molto più facile. Strinse le mani in due pugni ponendo maggiormente in evidenza le nocche bianchissime.
Si diresse verso la parte finale della stanza, sulla parete posta esattamente di fronte all’ingresso, e puntò in direzione dell’inizio dello scaffale. Si guardò intorno, indeciso sul da farsi e solo allora notò una scala poggiata lì di fianco. La afferrò con entrambe le mani e la posò contro il ripiano ricolmo di contenitori facendo tintinnare più di un vetro. Salì i pioli senza proferir parola e tese la mano verso i barattoli del ripiano più in alto, ne afferrò due con un sol gesto.
Abbassò le braccia, come per porgerli a Gin che però nel frattempo era rimasta in disparte, lontana dalla sua persona.
<< Sei tonta o cosa? >> le sibilò contro << Prendi questi >> tono perentorio e anche piuttosto seccato.
Lei si mosse dopo un solo attimo di esitazione e afferrò i barattoli con le mani poggiandoli sul pavimento subito dopo.
Quel tacito scambio di materiale proseguì fin quando Draco non ebbe passato a Gin l’ultimo barattolo del ripiano più alto e scese dalla scala stando attento a non urtare il centinaio di barattoli che ora giaceva sul pavimento.
Si sedette a terra e la ragazzina questa volta lo imitò, posizionandosi non molto lontano da lui che un istante dopo si guardò attorno spazientito.
<< Hai una piuma? >> le domandò
Lei si alzò e si diresse verso lo scaffale a destra dell’ingresso, dove aveva visto posati piuma, calamaio e anche qualche rotolo di pergamena.
<< Immagino che servano anche questi >> mormorò appena, nascondendo un sorriso in quella frase.
Draco annuì e lei riprese posto accanto a lui. Stappò la boccetta di inchiostro e vi intinse la piuma mentre il ragazzo le aveva già srotolato la pergamena dinnanzi.
Cominciarono così a catalogare quella marea di piante magiche.
<< Lacrete >> sussurrò il ragazzo dopo aver annusato e toccato con mano il contenuto del primo barattolo. Lei trascrisse silenziosamente.
<< Musercina >> usò lo stesso tono mentre, con la coda dell’occhio, controllava che la ragazza annotasse correttamente le sue parole.
<< Paranchis >>
La muta collaborazione continuò e, col tempo, il ragazzo smise di controllare che lei trascrivesse correttamente avendo notato l’attenzione con la quale la ragazzina svolgeva il suo compito.
La sua calligrafia era ordinata, perfettamente leggibile, sottile e anche elegante. L’unica nota stonata era che stesse scrivendo in stampatello maiuscolo.
<< Come mai scrivi così? >> le chiese ad un tratto interrompendo la serie interminabile di nomi che le ragazzina non aveva mai neppure sentito.
Lei si limitò ad alzare le spalle.
<< Così non c’è pericolo che Madama non comprenda >>
Lui ghignò. Avrebbe dovuto immaginarlo.
Guardò l’orologio, era mezzanotte passata quindi si alzò e si diresse verso la porta attendendo la compagna sulla soglia.
Lei gli sgusciò accanto e, assieme, si diressero verso l’uscita.
<< Malfoy >> mormorò lei in segno di saluto prima di sparire nel corridoio
<< A domani >> disse lui, il solito ghigno sul viso, la solita voce irritante.
  
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